Tag: shaquille o’neal

  • NBA, Gallinari infortunato e Houston batte Denver. Bryant supera O’Neal

    NBA, Gallinari infortunato e Houston batte Denver. Bryant supera O’Neal

    Nelle 10 partite disputate nella notte NBA spicca la prova di Kobe Bryant nella sua Philadelphia: la guardia dei Los Angeles Lakers sigla 28 punti e supera Shaquille O’Neal al quinto posto dei migliori marcatori della storia della Lega arrivando a quota 28.601 punti realizzati in carriera. La sua prestazione non serve ai gialloviola dato che i Sixers alla fine escono vincitori dalla sfida. Non sorride neanche Denver che oltre a perdere in casa contro Houston dovrà fare a meno di Danilo Gallinari per un bel pò di tempo per via di un infortunio alla caviglia. 3 partite terminano all’overtime con i Clippers che si impongono ad Orlando (ma anche qui grave infortunio a Billups che per la rottura del tendine d’achille perderà tutto il resto della stagione), Washington che ha la meglio sui Raptors ed i Thunder che sbancano Portland. Sul velluto Chicago pur con un Rose a mezzo servizio, Spurs corsari a Memphis, Atlanta KO contro i Suns. Belinelli infila 18 punti ma Sacramento espugna New Orleans, Jeremy Lin sorprende ancora ed i Knicks fanno fuori i Jazz.

    A Philadelphia, luogo di nascita di Kobe Bryant, il numero 24 dei Lakers gioca un gran primo tempo segnando da qualsiasi posizione ed al 23esimo punto supera l’ex compagno di squadra-rivale Shaq O’Neal nella classifica dei marcatori di ogni tempo. Nel secondo tempo però la guardia losangelina perde la sua verve e realizza solo 2 canestri permettendo ai Sixers di prendersi la vittoria grazie ai 24 punti di Lou Williams (che ne infila 14 nell’ultimo periodo). Alla fine per Bryant ci sono 28 punti.

    Partita combattuta tra Toronto e Washington ma alla fine si impongono i Wizards in overtime con i 31 punti di Wall ed i 29 di Young. Ai Raptors non bastano i 30 punti a testa di Kleiza e Bayless.

    Serve il tempo supplementare anche ad Orlando dove i Clippers sorridono per la vittoria (Chris Paul realizza 29 punti) ma allo stesso tempo piangono per il grave infortunio a Chauncey Billups che si rompe il tendine d’achille e perderà il resto della stagione. Per i Magic ci sono i 33 punti e 14 rimbalzi del solito Dwight Howard.

    Tutto facile per i Bulls contro i Nets: vantaggio ampio sin dalla palla a 2 e Rose può permettersi di restare negli spogliatoi dopo la sua uscita dal campo per dei fasidi fisici. A Chicago bastano i 24 punti di Boozer, top scorer di New Jersey Deron Williams con 25 punti.

    Ancora uno strepitoso Jeremy Lin trascina i Knicks al successo sui Jazz: il giovane playmaker di origini taiwanesi bissa la prestazione di qualche giorno fa contro i Nets e piazza 28 punti ed 8 assist, riuscendo a coprire anche l’assenza della stella Carmelo Anthony, out dopo 5 minuti di gioco per un infortunio alla gamba. Assente anche Stoudemire per il grave lutto familiare che lo ha colpito (lunedì ha perso il fratello deceduto in un incidente stradale e starà fuori finchè ne avrà bisogno).

    24 punti ed 11 assist (con un perfetto 4/4 dalla lunga distanza) di Steve Nash permettono ai Suns di espugnare Atlanta.

    Un grande ultimo quarto permette agli Spurs di andare a vincere a Memphis. Continua il momento d’oro di Parker che chiude con 21 punti e 7 assist, Duncan aggiunge 19 punti e 17 rimbalzi (con 5 stoppate) ed i Grizzlies cedono nonostante i 22 punti di Gasol, i 18 di Gay ed i 19 di Conley.

    Marco Belinelli sforna una prova da 18 punti ma alla fine sono i Kings che escono vittoriosi da New Orleans. Decide la sfida un grande Cousins da 28 punti e 19 rimbalzi.

    In apertura di terzo periodo, in uno scontro con Parsons, Danilo Gallinari (14 punti) accusa un brutto infortunio alla caviglia. Houston approfitta dell’assenza della stella di Denver e si impone 99-90 con i 25 punti di Scola ed i 20 di Lowry. Per l’ala Azzurra si prospetta un lungo stop.

    Al Rose Garden di Portland si rivedono i tifosi dei Sonics che aiutano nel tifo quelli dei Blazers contro Oklahoma City, città che nel 2008 ha strappato a Seattle la propria franchigia rinominandola Thunder. Nonostante tutto Kevin Durant (33 punti) e Russel Westbrook (tripla doppia sfiorata con 28 punti, 11 rimbalzi ed 8 assist) conducono alla vittoria gli ospiti dopo un tempo supplementare. Bufera però sugli arbitri che a 6 secondi dalla fine del match, sul 103-101 per i padroni di casa, regalano 2 punti a Durant su una stoppata regolare di Aldridge che avrebbe sancito il successo dei Blazers. Nonostante la furia di coach McMillan e la rivisitazione della giocata tramite il replay televisivo gli arbitri confermano la decisione e danneggiano Portland che poi cede in overtime pur avendo 39 punti da un immenso Aldridge.

    Risultati NBA 6 febbraio 2012

    Philadelphia 76ers-Los Angeles Lakers 95-90
    Phi: Williams 24, Holiday 13, Iguodala 12
    Lak: Bryant 28, Bynum 20, Gasol 16

    Washington Wizards-Toronto Raptors 111-108 (overtime)
    Was: Wall 31, Young 29, Booker 19
    Tor: Kleiza 30, Bayless 30, DeRozan 15

    Orlando Magic-Los Angeles Clippers 102-107
    Orl: Howard 33, Jason Richardson 20, Nelson 15
    Cli: Paul 29, Billups 18, Griffin 18

    New Jersey Nets-Chicago Bulls 87-108
    N.J.: Deron Williams 25, Gaines 12, Farmar 11
    Chi: Boozer 24, Deng 19, Watson 14

    New York Knicks-Utah Jazz 99-88
    N.Y.: Lin 28, Novak 19, Jeffries 13
    Uta: Jefferson 22, Bell 15, Hayward 14

    Atlanta Hawks-Phoenix Suns 90-99
    Atl: Smith 18, Joe Johnson 17, Green 14
    Pho: Nash 24, Frye 19, dudley 10, Redd 10

    Memphis Grizzlies-San Antonio Spurs 84-89
    Mem: Gasol 22, Conley 19, Gay 18
    S.A.: Parker 21, Duncan 19, Splitter 14

    New Orleans Hornets-Sacramento Kings 92-100
    N.O.: Vasquez 20, Okafor 19, Belinelli 18
    Sac: Cousins 28, Evans 20, Thomas 17

    Denver Nuggets-Houston Rockets 90-99
    Den: Gallinari 14, Fernandez 14, Lawson 13
    Hou: Scola 25, Lowry 20, Budinger 16

    Portland Trail Blazers-Oklahoma City Thunder 107-111 (overtime)
    Por: Aldridge 39, Matthews 18, Crawford 17
    Okl: Durant 33, Westbrook 28, Harden 19

    LE CLASSIFICHE

  • Shaq O’Neal nel suo libro attacca Bryant e James

    Shaq O’Neal nel suo libro attacca Bryant e James

    Shaquille O’Neal non smette di far parlare di sè: nella sua autobiografia, dal titolo “Shaq uncut: my story” in uscita nelle librerie americane il 15 novembre, l’ex centro NBA, ora 39enne, autore di quasi 29mila punti in carriera in 19 stagioni giocate (quinto posto assoluto nella classifica marcatori di tutti i tempi), attacca gli ex compagni di squadra Kobe Bryant (ai Los Angeles Lakers) e LeBron James (ai Cleveland Cavaliers).

    © Christian Petersen/Getty Images
    In alcuni stralci, già resi noti negli Stati Uniti, Shaq attacca 2 delle “Stelle” più amate dal pubblico della pallacanestro, non lesinando alcuni particolari davvero interessanti. Il primo a finire sulla graticola è l’ex amico (diventato da un certo periodo il suo peggior nemico per gli screzi avuti in maglia gialloviola) Kobe Bryant:

    • Nel 2003/2004 io sono sulla corda perché non ho ancora un contratto per l’anno successivo, Kobe lo è perché teme di andare in prigione per le accuse di stupro e quindi continuiamo a punzecchiarci. Subito prima della stagione 2003-04 Phil Jackson e il resto dello staff ci invitano a non accusarci più pubblicamente, pena una multa. Ma Kobe che cosa fa? Rilascia un’intervista in cui dice che sono grasso, fuori forma, e che stavo sfruttando l’infortunio all’alluce per avere più tempo libero e per convincere la dirigenza ad allungarmi il contratto. Così aveva rotto la tregua, ed alla successiva riunione di squadra dico a tutti che l’avrei ucciso. Lui si alza e mi guarda dritto negli occhi e mi dice: “Hai sempre detto di essere il mio fratello maggiore, ma quando è successa questa cosa in Colorado (le accuse di stupro, n.d.r.) non mi hai nemmeno chiamato. Pensavo che mi avreste supportato, tutti, almeno pubblicamente. Dovreste essere miei amici”. E così all’improvviso scopriamo che gli importava qualcosa di noi quando immaginavamo che non gliene fregasse nulla. A questo punto interviene Brian Shaw: “Kobe, perché dici così? Shaq ti ha invitato a un sacco di feste a cui non ti sei mai presentato, ti ha invitato al suo matrimonio e tu non c’eri. Poi tu ti sei sposato e non hai invitato nessuno. E ora che sei nei guai ti aspetti che prendiamo le tue difese?”. Shaw va avanti per un po’, ma quando la situazione sembra essersi calmata io mi alzo e dico a Kobe che l’avrei ucciso se avesse rilasciato un’altra intervista del genere. Lui mi risponde con un chissenefrega. Da quel giorno abbiamo chiuso“.

    Shaq racconta anche di un altro episodio avvenuto nel 1996/1997, anno in cui si trasferì ai Lakers dagli Orlando Magic dove trovò come suo compagno di squadra Kobe Bryant che i gialloviola acquistarono al Draft di quella stagione dagli allora Charlotte Hornets:

    • Era giovane e immaturo, ma tutto quello che sta facendo ora me lo aveva già detto. Ricordo quando in autobus mi diceva che voleva essere il miglior realizzatore dei Lakers, vincere 5-6 anelli ed essere il migliore di sempre. Io lo liquido con un “sì, certo”, ma lui mi guarda negli occhi e mi dice che vuole essere il Will Smith della NBA. Ricordo che in quella mia prima stagione ai Lakers avevamo in squadra 2 matricole e li trattavamo piuttosto male: è un rito di passaggio in tutte le squadre NBA, ma noi forse siamo andati un po’ oltre. Derek Fisher, l’altra matricola, ha subìto senza lamentarsi. Kobe invece è andato dritto a lamentarsi da Jerry West!

    O’Neal non risparmia neanche l’altra grande “Star” del pianeta NBA, ovvero LeBron James con cui ha giocato per una sola stagione a Cleveland, nel 2009/2010:

    • LeBron era una star grandissima, come lo ero io nel 2000 con i Lakers quando dominavo la NBA. Mike Brown, il nostro coach, era una brava persona, ma stava sempre sulla corda perché nessuno poteva dire niente a LeBron. Volevano tutti che restasse, quindi gli permettevano di fare praticamente tutto. Ricordo una sessione video in cui il coach stava analizzando gli errori in difesa dopo una partita. In uno spezzone LeBron non ritorna a difendere dopo aver sbagliato un tiro, ma il coach non dice una parola e passa alla clip successiva, in cui Mo Williams commette lo stesso errore. Ed il coach lo riprende. Delonte West allora si alza dalla sedia e protesta, ed il coach praticamente gli dà ragione. Non so se Kobe ascolterà Mike Brown (nuovo tecnico dei Lakers), ma di sicuro LeBron non l’ha mai fatto!

    Fonte: Gazzetta dello Soprt

  • NBA: Shaq O’Neal accusato di essere un boss criminale

    NBA: Shaq O’Neal accusato di essere un boss criminale

    Sono pesanti le accuse che nelle ultime ore vengono rivolte verso Shaquille O’Neal, uno dei centri più forti della storia del basket NBA che da poche settimane aveva annunciato il suo ritiro: a puntare il dito contro Shaq è Robert Ross, ex membro di una gang e in passato amico di O’Neal stesso.  

    © Christian Petersen/Getty Images
    Ross, nella denuncia al Tribunale superiore della Contea di Los Angeles e portata alla luce dal sito “Tmz”, avrebbe rivelato che Shaquille O’Neal avrebbe ordinato omicidi e ritorsioni nei confronti di donne e uomini colpevoli di mancargli di rispetto o di infangare il suo conto. Secondo Ross, Shaq avrebbe ordinato l’omicidio di una donna messa incinta e pagata per abortire, così come avrebbe dato ordine allo stesso Ross di uccidere sia il membro della Downtown Gangster Crips che gli aveva mancato di rispetto davanti alla moglie Shaunie sia un famoso produttore. Inoltre l’ex giocatore di Magic, Lakers, Heat, Suns, Cavs e Celtics avrebbe organizzato nel 2008 il rapimento proprio di Ross.   La risposta di O’Neal è arrivata tramite il suo legale, Michael J. Kump:

    • Le bizzarre affermazioni di Robert Ross nella sua denuncia sono pura finzione. O’Neal ha offerto la sua amicizia a Ross per provare ad aiutarlo a dare una svolta alla sua vita ma Ross, purtroppo, ha abusato di questa amicizia più e più volte. L’impegno di Shaquille al fianco delle forze dell’ordine è ben noto e documentato, queste accuse diffamatorie non meritano risposta“.
  • Del Piero ringrazia Shaquille O’Neal

    Del Piero ringrazia Shaquille O’Neal

    GRAZIE SHAQ!

    Così Alessandro Del Piero, capitano e bandiera della Juventus, commenta il ritiro di uno dei giocatori che hanno fatto la storia della NBA per ben 19 stagioni, ovvero Shaquille O’Neal, che qualche giorno fa aveva dato l’annuncio delle proprie intenzioni tramite il social network Twitter (leggi l’articolo).

    Sul suo sito personale, Alex, grande appassionato del basket d’oltreoceano e tifosissimo dei Los Angeles Lakers, squadra con cui O’Neal ha giocato per molti anni e con i quali è riuscito a vincere 3 titoli, ha dedicato un pensiero speciale al mastodontico centro che nell’ultima stagione ha militato nei Boston Celtics. Un giocatore capace di riscrivere la storia del basket, dominando nel suo ruolo come pochi sono riusciti a fare in passato. Rimane il centro più dominante del dopo-Jabbar, un giocatore di livello assoluto capace da solo di cambiare il volto di una squadra.

    Queste le parole di Del Piero prese direttamente dal suo sito personale:

    “Come tanti altri appassionati di basket NBA, ho appreso anche io dell’addio all’agonismo di Shaquille O’Neal attraverso il suo videomessaggio postato su Twitter: “Voglio ringraziarvi tanto, questo perché voglio dire a voi per primi che sto per ritirarmi. Grazie, ci sentiamo presto”.
    Come spesso accade con i grandi atleti, sono coloro ai quali questi campioni hanno fatto vivere grandi emozioni a dover ringraziare chi si ritira.
    E io mi metto tra questi. Shaq ha cambiato il basket, è stato un giocatore che ha cambiato il concetto di “dominante”: lui adesso è il termine di riferimento, lui il punto di paragone. D’ora in avanti, quando ce ne sarà uno come lui, si dirà: “Immarcabile come Shaquille O’Neal”.
    Quattro titoli e sei diverse maglie (anche quella dei miei Lakers, che nostalgia!!!)…
    Con i suoi due metri e sedici, i suoi centocinquanta chili, ma anche la sua straordinaria dinamicità in relazione alla prestanza fisica. Insomma, ci saluta un grande della storia del basket e dello sport, grande anche per la sua poliedricità fuori dal campo.
    Sei stato grande: thank you Shaq!
    Alessandro”

  • NBA: Shaquille O’Neal si ritira

    NBA: Shaquille O’Neal si ritira

    Un piccolo messaggio sul suo profilo personale di Twitter, così Shaquille O’Neal ha deciso di dire basta al basket giocato e ringraziare i tifosi di tutto il mondo.

    • Ragazzi, è andata. Dopo 19 anni ho deciso di smettere. Lo voglio comunicare prima a voi tifosi perchè mi avete sempre sostenuto e ci tengo a ringraziarvi

    Queste le parole del centro dei Boston Celtics che chiudono 19 anni di una carriera straordinaria ed a tratti irripetibile. Per molti Shaq ha rappresentato il primo vero centro dominante dopo l’era Jabbar, unico nei suoi modi di fare e come comunicatore.

    L’ultima parola però potrebbe anche non essere scritta dato che la sua attuale squadra, i Celtics, non hanno nè confermato, nè smentito le intenzioni di O’Neal.

    Shaq fu scelto al draft del 1992 dagli Orlando Magic. Nel 1996 passò ai Los Angeles Lakers, squadra in cui rimase fino al 2006 e con cui vinse 3 titoli. Furono i litigi con l’altra star gialloviola Kobe Bryant ad indurre il centro a cambiare aria e a passare nel 2004 ai Miami Heat. Nel 2006 O’Neal vinse il suo quarto ed ultimo anello. Le ultime squadre con cui ha giocato sono state i Phoenix Suns, i Cleveland Cavaliers e i Boston Celtics.

  • NBA: Rodman, Mullin e Tex Winter nella Hall of Fame

    NBA: Rodman, Mullin e Tex Winter nella Hall of Fame

    La NBA ha comunicato che Chris Mullin, ala ex Golden State Warriors ed Indiana Pacers, Dennis Rodman, uno dei più forti rimbalzisti di sempre della storia della Lega, vincitore di 5 titoli (2 con i Detroit Pistons e 3 con i Chicago Bulls di Michael Jordan) e Tex Winter, famoso per essere l’inventore dell’attacco a triangolo e vice allenatore di Phil Jackson dei Bulls pluricampioni di Jordan e Pippen e poi dei Lakers di Bryant ed O’Neal , sono stati inseriti nella Hall of Fame.

    I giocatori appena citati e Winter saranno introdotti ufficialmente nel mese di agosto, assieme a loro altri grandi nomi del basket come Artis Gilmore, Arvydas Sabonis (ex centro dei Portland Trail Blazers), Teresa Edwards, Tara VanDerveer (che allena la Stanford University),  Herb Magee (della Philadelphia University), Reece “Goose” Tatum degli Harlem Globetrotter e Tom” Satch” Sanders dei Boston Celtics.

  • NBA: Brilla Bargnani, Love si arrende agli Spurs, Rose sbanca Phoenix

    NBA: Brilla Bargnani, Love si arrende agli Spurs, Rose sbanca Phoenix

    Ben 11 le partite disputate nella notte NBA.

    Seconda vittoria di fila (dopo quella di ieri al Madison) per i Knicks di Gallinari (solo 9 punti per lui) contro i Bobcats. New York arriva al 50% di vittorie quindi con il record in perfetta parità (8-8) ma sopratutto si prende la quinta vittoria consecutiva in assoluto. La grande prova di Tyrus Thomas da 26 punti, 11 rimbalzi e 4 stoppate è vanificata dall’ex di turno Raymond Felton che con 23 punti e 13 assist guida i suoi alla vittoria.

    Il tiro a fil di sirena di Mo Williams (25 punti) regala la vittoria ai Cavs sui Bucks. Milwaukee paga l’assenza di Bogut per infortunio ed ha in Dooling il miglior marcatore con 18 punti (male Jennings con 3 punti ed 1/10 al tiro).

    Ancora una vittoria per i Toronto Raptors ed ancora una grande prestazione di Andrea Bargnani: 24 punti per lui che diventa sempre di più il leader di questi Raptors. 22 rimbalzi per Evans, mentre a Phila non bastano i 17 punti di Iguodala. Turner dimostra di soffrire il dualismo proprio con Iguodala e chiude con soli 2 punti a referto.

    Shaq O’Neal torna ai vecchi tempi e si prende una serata di gloria da 25 punti ed 11 rimbalzi conducendo i Celtics alla vittoria sui Nets (Harris 20 punti ma inutili ad evitare il KO).

    Orlando si aggiudica il derby della Florida grazie ai 24 punti e 18 rimbalzi di Howard ed infligge il terzo KO consecutivo a Miami. James segna 25 punti e Bosh 21 ma a condannare gli Heat sono i 18 punti di Wade che arrivano con un inguardabile 6/21 al tiro. Proprio il numero 3 sembra essere il vero ago della bilancia per Miami e le sue ultime imbarazzanti uscite hanno coinciso con 3 sconfitte per i rossoneri.

    Partita senza emozioni a Memphis dove Randolph in soli 27 minuti di gioco mette a segno 21 punti e 14 rimbalzi. I Pistons, che concedono il 50% al tiro e tirano col 42%, offrono poca resistenza (Stuckey 17 punti).

    Serve un overtime agli Spurs per avere la meglio di Minnesota. Ginobili con 26 punti vanifica l’ennesima mostruosa prestazione di Kevin Love da 32 punti e 22 rimbalzi. Love porta i T-Wolves a +3 a 19 secondi dal termine (106-103) ma una sciocchezza di inesperienza del rookie Wes Johnson regala 3 tiri liberi a Neal che acciuffa il pareggio per San Antonio. L’ultimo tiro di Ridnour viene murato e nel supplementare la maggior esperienza dei neroargento fa la differenza. Spurs alla 12esima vittoria consecutiva e leader della Lega in classifica.

    Dopo i 42 punti di 24 ore fa contro i Pistons, Nowitzki ne piazza altri 34 ad Oklahoma City e i suoi Mavs espugnano uno dei parquet più difficili di tutta la Lega. Soliti problemi a rimbalzo per i giovani Thunder (49-36) con il solo Chandler che ne tira giù la metà esatta (18) di quelli totali di OKC. Per il centro dei Mavs anche 17 punti. Inutili quindi i 32 punti di Durant, i padroni di casa pagano anche la serata poco lucida di Westbrook (13 punti ma con 13 tiri presi).

    Boccata di ossigeno per Houston, che senza Brooks e Yao si appoggia a Martin (25 punti) e Scola (24 punti e 12 rimbalzi). Non basta la buona serata di Dorell Wright (24 punti e 8 rimbalzi) e di Curry (21 punti).

    Secondo KO di fila per gli Hornets che subiscono una brutta batosta a Salt Lake City. Male Belinelli con soli 10 punti ma tutta New Orleans è sembrata stanca. A guidare i Jazz i 26 punti ed 11 assist di Williams ed i 23 punti e 10 rimbalzi di Jefferson.

    Dopo 2 supplementari ed una gara meravigliosa i Bulls espugnano Phoenix grazie alla straordinaria prova di Derrick Rose (35 punti, 12 rimbalzi e 7 assist). I Suns sembrano controllare la gara, almeno fino al quarto periodo, quando devono subire il ritorno e la rimonta di Chicago che si materializza a 50 secondi dalla fine (99-99). 2 liberi di Nash e 2 di Rose fissano il risultato sul 101 pari ma a 2 secondi dalla fine è Grant Hill a sbagliare la palla della possibile vittoria Suns. Primo overtime che vede Richardson portare avanti i padroni di casa sul 108-107 con una tripla, nell’azione successiva i Bulls sbagliano e Frye prende il rimbalzo e subisce fallo, segna i 2 liberi a soli 15 secondi dal termine per il 110-107 Suns. I Bulls rimettono in gioco ma sbagliano il tiro del possibile pareggio ma il tap-in di Noah li riporta a -1 (109-110) a 5 secondi dalla sirena. Richardson subisce fallo ma sbaglia il secondo libero (111-109) e con 4 secondi rimanenti Rose impatta la partita lasciando 1 decimo di secondo sul cronometro. Si va quindi al secondo overtime dove Chicago si dimostra più lucida e fredda mentalmente e più fresca fisicamente portando a casa la vittoria. Oltre a Rose da segnalare per i “Tori” anche Deng (26 punti e 10 rimbalzi), Noah (17 punti e 15 rimbalzi) ed il cecchino Korver con 24 punti. A Phoenix non bastano i 27 punti di Hill, i 23 di Warrick, i 20 di Richardson, e le doppie doppie di Turkoglu (10 punti e 10 rimbalzi) e Nash (14 punti e 16 assist).

    Risultati NBA del 24 novembre 2010

    Charlotte Bobcats-New York Knicks 95-99
    Cha Thomas 26, Jackson 18, Augustin 14
    N.Y. Felton 23, Chandler 21, Stoudemire 20

    Cleveland Cavaliers-Milwaukee Bucks 83-81
    Cle Williams 25, Parker 14, Gibson 12
    Mil Dooling 18, Salmons 14, Mbah a Moute 10, Maggette 10

    Toronto Raptors-Philadelphia 76ers 106-90
    Tor Bargnani 24, Calderon 16, Bayless 13
    Phi Iguodala 17, Holiday 16, Young 14

    Boston Celtics-New Jersey Nets 89-83
    Bos Shaquille O’Neal 25, Pierce 18, Allen 15
    N.J. Harris 20, Morrow 18, Lopez 16

    Orlando Magic-Miami Heat 104-95
    Orl Howard 24, Redick 20, Bass 18
    Mia James 25, Bosh 21, Wade 18

    Memphis Grizzlies-Detroit Pistons 105-84
    Mem Randolph 21, Gay 17, Conley 14, Arthur 14
    Det Stuckey 17, Hamilton 12, Villanueva 11

    Minnesota Timberwolves-San Antonio Spurs 109-113 (overtime)
    Min Love 32, Milicic 22, Johnson 15
    S.A. Ginobili 26, Jefferson 19, Parker 18

    Oklahoma City Thunder-Dallas Mavericks 103-111
    Okl Durant 32, Green 17, Westbrook 13
    Dal Nowitzki 34, Chandler 17, Butler 15

    Houston Rockets-Golden State Warriors 111-101
    Hou Martin 25, Scola 24, Hayes 16
    G.S. Dorell Wright 24, Curry 21, Ellis 18

    Utah Jazz-New Orleans Hornets 105-87
    Uta Williams 26, Jefferson 23, Millsap 17
    N.O. Paul 17, West 15, Green 13

    Phoenix Suns-Chicago Bulls 115-123 (2 overtime)
    Pho Hill 27, Warrick 23, Richardson 20
    Chi Rose 35, Deng 26, Korver 24

    GUARDA GLI HIGHLIGHTS NBA

    GUARDA LA TOP 10 NBA

    GUARDA LE CLASSIFICHE NBA

  • Shaquille O’Neal si traveste da Beyoncè per Halloween

    Shaquille O’Neal si traveste da Beyoncè per Halloween

    Ha dominato in tutti i parquet dell’Nba è diventato famoso per aver distrutto un canestro per una schiacciata ma adesso che la sua carriera volge al termine il grande Shaquille O’Neal dimostra di poter avere una nuova carriera come attore o personaggio televisivo.

    Il “Cactus Gigante” sceglie la festa di Halloween per dar sfoggio alle sue doti di imitatore scegliendo di travestirsi e imitare Beyoncè

    [jwplayer mediaid=”106428″]

  • Gallinari ammette: “Ho problemi al polso”

    Gallinari ammette: “Ho problemi al polso”

    L’avvio di stagione poco entusiasmante per Danilo Gallinari affonda le radici in un infortunio al polso che continua a dare fastidio al numero 8 dei New York Knicks.
    In una intervista rilasciata a Sportmediaset l’italiano ammette di avere ancora dei fastidi che gli rendono di difficile esecuzione i tiri:

    • Ho risolto i problemi alla schiena, che adesso è OK. Il problema però è al polso. Devo giocare con un po’ di fastidio ma diciamo che sto bene

    Poi tra altre domande che spaziano dai Miami Heat dei “Big Three”, ai Lakers di Bryant, alle parole di O’Neal nei suoi confronti (il migliore tra gli italiani lo ha definito Shaq, con ampi margini di crescita), ecco una delle conferme più attese che riguardano la sua partecipazione ai prossimi Europei in Lituania, nell’Estate del 2011:

    • In Lituania spero proprio di esserci, certo ora è ancora troppo presto per pensarci e per parlarne visto che sono concentrato solo sulla stagione in corso, ma spero proprio di esserci!

    Notizia migliore per l’Italia non si poteva avere.

  • NBA 10/11: Analisi Atlantic Division

    NBA 10/11: Analisi Atlantic Division

    La stagione NBA è alle porte (inizio fissato per il 26 ottobre) e da oggi inizia l’analisi delle squadre NBA che si apprestano a disputare la stagione 2010/2011.
    Il viaggio nel mondo del basket U.S.A. inizia dalla Atlantic Division (Eastern Conference) e dalle sue 5 squadre.
    Da molti questa divisione viene considerata la più facile e la più scontata, con una franchigia che vincerà il titolo divisionale a mani basse (Boston Celtics), ma più che per meriti propri per demeriti altrui, e le altre che hanno molto più interesse alla ricostruzione della squadra in vista del futuro. Philadelphia, New Jersey e Toronto si presantano ai nastri di partenza con obiettivi minimi, e saranno molto probabilmente destinate ad un’annata al disotto del 50% di vittorie e quindi con un record perdente, mentre i soli New York Knicks, visto l’arrivo del fortissimo Amar’è Stoudemire dai Phoenix Suns, sembrano poter avere un record vincente. Alle spalle dei soliti Celtics, che comunque non sono più la squadra tritasassi del 2007-2008 che vinse il titolo a mani basse per ovvi motivi anagrafici ma che comunque restano insidiosi per chiunque viste le qualità tecniche che possiedono i giocatori all’interno del suo roster.

    BOSTON CELTICS: Squadra un pò anziana, dicevamo, ma con indubbie qualità tecniche come dimostrato ampiamente nello scorso anno (finale NBA contro i Lakers che hanno avuto la meglio solo in gara 7 pur avendo il vantaggio del fattore campo). Il nucleo portante sarà formato dai soliti 4 giocatori: il capitano Paul Pierce, la guardia tiratrice più prolifica in NBA per quanto riguarda il tiro da 3 punti ovvero Ray Allen, un all-star come Kevin Garnett nel ruolo di ala grande che dovrà dimostrare che l’infortunio al ginocchio non lo condiziona oramai più ed infine Rajon Rondo, che sarà chiamato alla definitiva consacrazione visti i progressi mostrati in questi ultimi 2 anni tra regular season e playoff. Proprio Rondo sarà la chiave dei biancoverdi, il vero ago della bilancia e coach Doc Rivers punta tutto sulle qualità del suo playmaker per riuscire ad arrivare ai traguardi più alti in questa stagione (ci si aspetta un netto miglioramento nel tiro da fuori, soprattutto da 3, e nel jumper del numero 9 Celtics, forse unica vera lacuna del giocatore). Nel ruolo di centro visto l’infortunio di Kendrick Perkins ai legamenti del ginocchio, sono arrivati Shaquille O’Neal e Jermaine O’Neal che a rotazione dovranno mostrarsi degni sostituti del centro titolare. Sempre nel reparto lunghi sembra grave la perdita di Rasheed Wallace che alla fine dello scorso campionato ha optato per il ritiro. Per questo motivo è stato messo sotto contratto (dopo 2 anni di attesa dalla sua scelta al Draft del 2008) il turco Semih Erden, ex Fenerbahce. A dargli man forte per sostituire “Sheed” ci sarà Glen Davis e l’ancora acerbo Luke Harangody, rookie da Notre Dame che in pre-season non ha sfigurato.
    Nel reparto dei “piccoli” pesa invece la perdita di Tony Allen, migrato verso i lidi di Memphis, che causa un buco soprattutto per quanto riguarda la difesa. Per sostituirlo sono arrivati l’ex Delonte West, ma soprattutto Von Wafer di ritorno nella Lega dopo la sfortunata parentesi in Europa all’Olympiacos. Nate Robinson dovrà far rifiatare invece il play Rondo e Rivers dovrà lavorare soprattutto sulla testa del ragazzo per evitare i suoi proverbiali “colpi di testa”. Completano il roster Marquis Daniels (che dovrà specializzarsi nel gioco difensivo se vorrà trovare qualche minuto sul parquet) e la 19esima scelta assoluta Avery Bradley forse ancora troppo giovane (non ha ancora 20 anni) per trovare spazio nelle rotazioni.
    Ultima annotazione su Doc Rivers, che è rimasto sulla panchina più prestigiosa della Lega dopo le voci di un suo addio (anno sabbatico), ma che perde il suo più valido collaboratore, quel Tom Thibodeau, per molti il vero artefice del successo dei Celtics in questi anni grazie alla sua organizzazione difensiva. Thibodeau ha infatti accettato il posto offertogli dai Chicago Bulls, raccogliendo quindi la ben più difficile sfida di capo allenatore NBA. Per sostituirlo è arrivato Lawrence Frank, licenziato lo scorso anno dal ruolo di head coach dei Nets dopo un avvio disastroso ma che potrebbe dare una buona impronta difensiva alla squadra.
    Obiettivo vincere il titolo NBA 2011, ma contro Lakers e Miami Heat si prospetta veramente dura!

    Arrivi: Shaquille O’Neal e Delonte West(Cleveland Cavs), Jermaine O’Neal(Miami Heat), Von Wafer(Olympiacos).
    Partenze: Rasheed Wallace(Retired), Tony Allen(Memphis Grizzlies), Shelden Williams(Denver Nuggets), Michael Finley e Brian Scalabrine (FA)
    Scelte al draft: Avery Bradley (19th pick), Luke Harangody (52nd pick).
    Probabile quintetto base:Rajon Rondo (PG), Ray Allen (SG), Paul Pierce (SF), Kevin Garnett (PF), Kendrick Perkins (C)

    ROSTER

    Guardie: Rajon Rondo, Ray Allen, Delonte West, Nate Robinson, Von Wafer, Marquis Daniels, Avery Bradley
    Ali: Paul Pierce, Kevin Garnett, Glen Davis, Luke Harangody
    Centri: Kendrick Perkins, Shaquille O’Neal, Jermaine O’Neal, Semih Erden.
    HEAD COACH: Doc Rivers

    NEW JERSEY NETS: sicuramente i Nets miglioreranno il pessimo record della stagione passata: quel 12-70 che ha rischiato seriamente di far diventare i Nets la peggior franchigia della storia della NBA, ma il peggio sembra ormai alle spalle. Il problema dei Nets è che ci si aspettava un’Estate fragorosa, visto che potevano partire in pole per aggiudicarsi il rookie-meraviglia John Wall che la Draft Lottery ha invece impacchettato e spedito a Washington, e visto che i Nets erano la franchigia con più spazio salariale per potersi accaparrare sul mercato i tanti fortissimi free agent sul mercato: ed invece niente Lebron James ne tanto meno Chris Bosh, niente Stoudemire e nemmeno Chris Paul ma il solo Derrick Favors (come terza scelta assoluta del draft), quale giovane speranza da esibire al non poco deluso pubblico della costa newyorkese.
    Ma le notizie non sono tutte negative perchè il talento accumulato negli ultimi anni dai derelitti Nets potrebbe portarli a diventare (fra qualche stagione, a meno di clamorose svolte) come una delle franchigie più forti del panorama NBA. Sotto la nuova guida di coach Avery Johnson, in queste ultime ore si sta tentando di arrivare al solito obiettivo di mercato, quel Carmelo Anthony che potrebbe cambiare le sorti della franchigia, ma le speranze sono ridotte al lumicino viste le esose richieste dei Denver Nuggets. La squadra sembra però ben quadrata (per quanto probabilmente non possa riuscire ad avere, almeno per questa stagione, un record vincente): Devin Harris è un playmaker di sicuro affidamento e Jordan farmar, bicampione a Los Angeles, potrebbe essere un valido cambio.
    Nel ruolo di guardia tiratrice, Terrence Williams (favorito visti gli strabilianti progressi degli ultimi mesi) ed Anthony Morrow, mortifero tiratore proveniente dalla baia di San Francisco, si divideranno minuti e palloni. Travis Outlaw occuperà il ruolo di ala piccola e sembra pronto al definitivo salto di qualità che gli è mancato a Portland ed ai Clippers con Stephen Graham come sostituto.
    Lo spot numero 4 è senza dubbio il più ricco che la franchigia possa esprimere. L’acquisto meno pubblicizzato alla fine potrebbe rivelarsi come il più importante: si tratta di Troy Murphy, che da Indiana porterà ai Nets le sue doti a rimbalzo (10.2 a sera nel 2009/2010) e la sua capacità nel tiro da fuori con oltre il 39% dall’arco del tiro da 3. Al momento un problema alla schiena lo tiene fermo, ma se come sembra la sua assenza dovesse prolungarsi solo fino all’inizio della regular season, ecco che la fisionomia della squadra avrebbe trovato un titolare fisso e un padrone per il ruolo di ala grande.
    Ovviamente alle sue spalle dovrà trovare spazio la terza scelta assoluta del draft, Derrick Favors, non eccezionale nella sua apparizione in Summer League ma che i commenti dei primi giorni di camp, dipingono come atleta dalle doti “non allenabili”. Un atleta naturale, potente e dagli istinti mortiferi.
    Se si parla di istinto però, il leader della squadra non può non essere indicato in Brook Lopez. Il centro ha dimostrato per tutto il camp pre-mondiale di Team U.S.A. (prima dell’infortunio che lo ha tolto della lizza della competizione) che la sua capacità di essere dove va la palla è fra le migliori nella lega e quindi nel mondo.
    Il suo ruolo dopo due anni nella Lega, dovrà essere per forza quello della stella, magari portandosi alla media fatidica dei 20 punti più 10 rimbalzi, condizione necessaria per incidere davvero e far valere anche verso gli arbitri uno status e una considerazione di primo piano.
    Kris Humpries sarà chiamato a tappare i buchi nel reparto lunghi. Il tempo ci dirà dove possono arrivare questi Nets, dato che l’obiettivo stagionale è perlomeno quello di non sfigurare e levarsi qualche piccola soddisfazione contro squadre più quotate.

    Arrivi: Quinton Ross (Washington); Jordan Farmar (L.A. Lakers); Travis Outlaw (Portland); Johan Petro (Denver); Stephen Graham(FA); Troy Murphy (Indiana); Anthony Morrow (Golden State); Joe Smith(Atlanta); Damion Jones (Atlanta, via draft)
    Partenze: Keyon Dooling (rilasciato); Yi Jianlian (Washington); Courtney Lee (Houston); Jordan Crawford (Atlanta, via draft), Tibor Pleiss (Oklahoma City, via draft)
    Scelte al draft: Derrick Favors (Georgia Tech, 3rd pick); Ben Uzoh (Tulsa); Brian Zoubek (Duke); Tibor Pleiss (31 pick); Jordan Crawford (27 pick)
    Probabile quintetto base: Devin Harris (PG), Terrence Williams (SG), Travis Outlaw (SF), Troy Murphy (o Derrick Favors) (PF), Brook Lopez (C)

    ROSTER

    Guardie: Jordan Farmar; Devin Harris; Terrence Williams; Anthony Morrow; Ben Uzoh
    Ali: Stephen Graham; Damion James; Travis Outlaw; Quinton Ross; Derrick Favors; Kris Humphries; Troy Murphy; Joe Smith.
    Centri: Brook Lopez; Joan Petro; Brian Zoubek.
    HEAD COACH: Avery Johnson

    NEW YORK KNICKS: La scorsa Estate il paventato arrivo a New York di LeBron James, avrebbe dovuto sancire la rinascita dei Knicks, troppo lontani dai palcoscenici che contano nel basket da molto, molto tempo. Ed invece James ha declinato la corte degli arancioblu lasciando i Knicks con un palmo di naso e costringendoli a ripiegare su seconde scelte che comunque permettono alla franchigia un netto miglioramento rispetto al passato. Probabilmente la stagione dovrebbe essere positiva, con un record finalmente vincente ma l’ambiente di New York (giornali, televisione ecc…) sono pur sempre una polveriera pronta ad esplodere e a farne subire le conseguenze alle squadre cittadine professionistiche.
    L’acquisto di Amar’è Stoudemire è un colpo ottimo, ma forse la power forward ex Phoenix Suns è stata pagata un pò troppo cara visto l’incedere della crisi dell’economia americana e l’inesorabile assottigliamento di anno in anno del salary cap: 100 milioni in 5 anni sono una grossa cifra che potrebbe poi portare all’immobilità nelle prossime sessioni di mercato, anche se il valore del giocatore resta ed è indiscutibile.
    Perso James, dicevamo, si è cercato di costruire la migliore ed equilibrata squadra possibile: in cabina di regia è arrivato Raymond Felton da Charlotte, non un fuoriclasse, ma un giocatore solido e dal rendimento costante su cui però in molti nella “Grande Mela” non sono pienamente convinti. Da Golden State, seppur sacrificando il miglior giocatore degli ultimi 3 anni, ovvero David Lee, sono arrivati 3 ottimi atleti: Ronny Turiaf come lungo, Kelenna Azubuike come guardia e Anthony Randolph, tra i 3 sicuramente il più interessante. Randolph infatti ha margini di miglioramento molto elevati, curioso il fatto che era proprio lui che i tifosi Knicks avrebbero voluto veder scelto dalla dirigenza arancioblu nel Draft in cui è stato scelto Danilo Gallinari con la sesta chiamata assoluta. Ed ora i 2 si ritrovano nella stessa squadra e rendono i Knicks una squadra molto interessante visto che se il nuovo numero 4 di New York manterrà le promesse che c’erano su di lui all’inizio della sua carriera NBA (e limitate in questi 2 anni dal “genio” di Don Nelson ai Warriors) il salto di qualità sarà garantito. A questo pacchetto di giocatori, sempre in entrata si devono aggiungere Roger Mason (tiratore sempre pericolosissimo) ed il centro Timofey Mozgov (visto all’opera negli ultimi mondiali). Dal Draft sono arrivate solo 2 scelte da secondo giro visto che negli anni passati la prima scelta dei Knicks era stata ceduta a Utah per uno scambio di giocatori scriteriato. Andy Rautins da Syracuse University da molti è stato etichettato come il miglior tiratore dell’intero Draft di quest’anno, Landry Fields abbina buone qualità di punti e rimbalzi e potrebbe essere il sostituto del nostro Danilo Gallinari.
    Completano il roster Wilson Chandler (che se non riesce a mettere in repertorio un tiro da 3 degno di questo nome sarà sicuramente mandato via da coach Mike D’Antoni) Eddy Curry (centro mal sopportato dall’allenatore newyorchese che sicuramente sarà mandato via visto il poderoso contratto in scadenza appetito da molte squadre che vogliono scaricare milioni di dollari di cap), il sophomore Toney Douglas, atteso alla riconferma dopo il buon anno da rookie, Bill Walker (che è stato una vera sorpresa lo scorso anno quando arrivò a metà stagione dai Celtics) ed il nostro Danilo Gallinari, con Stoudemire colonne basilari della prossima stagione agonistica. Gallinari sarà chiamato a continui miglioramenti che dovranno portarlo ad essere uno dei giocatori migliori della Lega: questo si augura D’Antoni ed altrettanto i tifosi del Madison Square Garden che sono legati da un filo invisibile alle prestazioni del numero 8 per poter avere di che esultare dopo tanti anni di buio. Le qualità dell’italiano ci sono tutte per sfondare definitivamente in U.S.A. ma serve attitudine al lavoro e tanto sacrificio per poter migliorare di giorno in giorno ed arrivare a diventare un All-Star.
    Obiettivo stagionale dei Knicks è sicuramente una stagione con record vincente (cosa ampiamente alla portata) e la riconquista dei playoff dopo anni da comprimari nella Lega.

    Arrivi: Amare Stoudemire (Phoenix Suns), Raymond Felton (Charlotte Bobcats), Anthony Randolph, Kelenna Azubuike, Ronny Turiaf (Golden State Warriors), Roger Mason Jr (San Antonio Spurs).
    Partenze: David Lee (Golden State Warriors), AL Harrington (FA Denver Nuggets), Tracy MCGrady (FA Detroit Pistons), Chris Duhon (FA Orlando Magic), Sergio Rodriguez (Real Madrid), Eddie House (Miami Heat).
    Scelte al draft: Andy Rautins (Syracuse), Landry Fields (Stanford), Jerome Jordan (Tulsa).
    Probabile quintetto base: Raymond Felton (PG), Wilson Chandler (SG), Danilo Gallinari (SF), Anthony Randolph (PF), Amar’è Stoudemire (C)

    ROSTER

    Guardie: Kelenna Azubuike, Toney Douglas, Raymond Felton, Roger Mason Jr., Andy Rautins, Bill Walker.
    Ali: Wilson Chandler, Patrick Ewing Jr, Landry Fields, Danilo Gallinari, Anthony Randolph, Amar’e Stoudemire, Ronny Turiaf.
    Centri: Eddie Curry, Timofey Mogzov.
    HEAD COACH: Mike D’Antoni

    PHILADELPHIA 76ERS: I Sixers ripartono da 2 nomi: Doug Collins come head coach ed Evan Turner (seconda scelta assoluta all’ultimo Draft). Sono queste le basi da cui ricostruire una franchigia che ha deluso più del dovuto nell’ultimo campionato.
    Baciati dalla fortuna nella notte della Draft Lottery che ha portato a Phila la scelta numero 2 utilizzata poi per accaparrarsi Turner, i Sixers hanno dovuto operare con oculatezza sul mercato dei free agent visto il poco spazio salariale a disposizione. Sono arrivati da Sacramento i lunghi Hawes e Nocioni (che tuttavia a dispetto di una buona altezza ricopre il ruolo di ala piccola e tira molto bene dal perimetro) acquisiti in cambio di Dalembert. Poi Da New Orleans sono arrivati Songaila e l’ala grande, rookie, Craig Brakins, alla sua terza squadra NBA senza avere neanche una presenza ufficiale nella Lega (scelto quest’anno da Oklahoma City, girato agli Hornets per Cole Aldrich ed ora a Philadelphia). E’ stato firnmato anche Tony battie, lungo con buona esperienza in regular season. L’ex Orlando Magic potrà dare un cambio all’intero reparto lunghi, potendo essere utilizzato sia da ala forte che da centro. Ma grazie alla sua esperienza sarà utilissimo nel ruolo di guida per i due giovani Marreese Speights e Spencer Hawes.
    Il nucleo portante sarà formato da Louis Williams, Jrue Holiday (probabile starter in regia), Thaddeus Young (chiamato a far vedere il suo vero talento e giocatore dal quale potrebbero dipendere le sorti della squadra a seconda della sua esplosione tecnica o meno), Elton Brand, che deve dimostrare il suo vero valore da quando si è trasferito in Pennsylvania dai Clippers, ed infine Andre Iguodala che potrebbe beneficiare dell’arrivo di Turner avendo meno pressione offensiva addosso. Il miglior giocatore dei Sixers paga a caro prezzo il fatto che le difese si chiudano interamente su di lui e l’arrivo di un compagno dotato offensivamente potrebbero portarlo ad avere più spazi e più pericolosità.
    Obiettivo far crescere i propri giovani ed amalgamare la squadra per il futuro, visto che difficilmente i Sixers quest’anno raggiungeranno un record vincente e di conseguenza si ritroveranno fuori dalla post season.

    ARRIVI: Tony Battie (FA), Craig Brackins (trade da New Orleans), Spencer Hawes (trade da Sacramento), Andres Nocioni (trade da Sacramento), Darius Songaila (trade da New Orleans).
    PARTENZE: Royal Ivey (FA), Willie Green (trade con New Orleans), Rodney Carney (FA), Jason Smith (trade con New Orleans), Samuel Dalembert (trade con Sacramento), Primoz Brezec (FA)
    DRAFT: Evan Turner (2a scelta)
    PROBABILE QUINTETTO BASE: J. Holiday (PG), E. Turner (SG), A. Iguodala (SF), E. Brand (PF) S. Hawes (C)

    ROSTER

    GUARDIE: Jrue Holiday, Lou Williams, Evan Turner, Jodie Meeks, Chris Quinn
    ALI: Andre Iguodala, Thaddeus Young, Jason Kapono, Andres Nocioni, Craig Brackins, Elton Brand, Darius Songaila
    CENTRI: Spencer Hawes, Marreese Speights, Tony Battie
    HEAD COACH: Doug Collins

    TORONTO RAPTORS: Perso Chris Bosh, uomo franchigia degli ultimi anni, che si è unito a Wade e James agli Heat, c’è aria di rinnovamento a Toronto: o meglio a prima vista non sembrerebbe visto che il roster non è mutato tantissimo ma la situazione dei Raptors è sempre in evoluzione. Molti pensano che la squadra in Estate più che rinforzarsi abbia perso qualcosa. Sicuramente c’era più attesa lo scorso anno con lo stesso Bosh e l’arrivo di Turkoglu che avevano dato illusorie speranze di trionfo ai Canadesi che non in questi primi mesi di ripresa dell’attività agonistica. Bargnani quindi avrà molte più responsabilità e le ottime prestazioni offerte con la nazionale italiana fanno ben sperare i tifosi canadesi. Andrea dovrà ergersi a leader assoluto e smentire gli scettici NBA sul suo conto (che a quanto pare non sono solo i giornalisti ma anche gli stessi colleghi viste le ultime dichiarazioni di Shaquille O’Neal che esaltavano il talento di Gallinari ma che troncavano le potenzialità di Bargnani). Colangelo ha poi aggiunto il suo pallino Barbosa dei Suns e ha fallito nel portare anche Stoudemire, andato da Phoenix a New York. Il play titolare dovrebbe comunque essere Calderon (ma Jarrett Jack pare in rimonta straordinaria). Come guardia sarà chiamato ad esplodere un certo DeMar DeRozan che non potrà più solo concentrarsi sulle schiacciate spettacolari che esaltano il pubblico dell’Air Canada Centre. Andato via Turkoglu, il ruolo di ala piccola verrà occupato da Linas Kleiza che dopo una stagione in Grecia ed un ottimo mondiale, vorrà dimostrare che anche in NBA sa dire la sua. Amir Johnson dovrà invece dimostrare che i soldi che sono stati spesi per rinnovargli il contratto siano ben spesi. Molti dicono che Stoudemire non sia arrivato proprio per dare spazio ad Amir e permettergli di fare quel salto di qualità che ci si aspetta. Verrà affiancato da Bargnani che finalmente potrà avere le redini della squadra in mano, ma basteranno per portare la franchigia verso i migliori traguardi? Quest’anno sarà indicativo e ci darà sicuramente la risposta. In panchina a dare una mano al nostro centro ci saranno un uomo di esperienza (David Andersen arrivato da Houston) e d un rookie (Solomon Alabi, che ha nella stoppata il suo pezzo forte). Ci si aspetta un buon impatto dall’altro rookie scelto dai Raptors, la scelta del primo giro ovvero Ed Davis da North Carolina. Sonny Weems darà il cambio a Barbosa nel ruolo di guardia mentre Julian Wright è arrivato all’ultima chiamata della sua carriera dopo che è arrivato in Canada in cambio di Belinelli, visto che questi primi 3 anni di NBA sono stai una delusione a New Orleans: sarà il cambio di Kleiza ed avrà spazio necessario per mostrare il suo potenziale.

    ARRIVI: David Andersen (Houston Rockets), Leandro Barbosa (Phoenix Suns), Linas Kleiza (Olympiacos, via Denver), Julian Wright (New Orleans Hornets)
    PARTENZE: Hedo Turkoglu (Phoenix Suns), Marco Belinelli (New Orleans Hornets), Chris Bosh (Miami Heat), Antoine Wright (FA)
    DRAFT: Ed Davis (North Carolina, 13 pick), Solomon Alabi (50 pick)
    PROBABILE QUINTETTO BASE: J. Jack (PG), L. Barbosa (SG), L. Kleiza (SF), A. Johnson (o Ed Davis) (PF), A. Bargnani (C)

    ROSTER

    GUARDIE: Marcus Banks, Jarrett Jack, Josè Calderon, DeMar DeRozan, Leandro barbosa, Sonny Weems
    ALI: Linas Kleiza, Julian Wright, Ed Davis, Amir Johnson, Reggie Evans, Joey Dorsey
    CENTRI: Andrea Bargnani, Solomon Alabi, Chris Andersen
    HEAD COACH: Jay Triano

    ANALISI NORTHWEST DIVISION
    ANALISI PACIFIC DIVISION
    ANALISI SOUTHWEST DIVISION
    ANALISI SOUTHEAST DIVISION
    ANALISI CENTRAL DIVISION