Tag: Shane Battier

  • I San Antonio Spurs massacrano i Miami Heat in Gara 4 delle NBA Finals. Leonard da MVP

    I San Antonio Spurs massacrano i Miami Heat in Gara 4 delle NBA Finals. Leonard da MVP

    E’ un vero massacro quello avvenuto alla American Airlines Arena di Miami in Gara 4 della NBA Finals 2014, dove i San Antonio Spurs stracciano in malo modo i Miami Heat vincendo di ben 21 punti.
    Dopo la delusione di Gara 3 in molti si sarebbero aspettati una prestazione al top da parte dei padroni di casa, un poco come è stato in Gara 2, invece quello che accade è l’esatto opposto, accade che Kawhi Leonard giochi da MVP come nella penultima partita, e se la NBA non fosse prima di tutto una azienda che si occupa di intrattenimento e che le maglie del numero 2 dei texani venderebbero troppo poco, per non parlare del fatto che non sia un uomo immagine nè per Adidas nè per Nike, allora non esisterebbero dubbi, perchè di fatto ieri lui e Boris Diaw che si ferma ad un passo dalla tripla doppia, hanno di fatto dimostrato che l’umiltà ed il lavoro di squadra nel basket fanno tanto.

    L’avvio di gara ha del drammatico per i Miami Heat, Leonard difende aggressivo, Diaw lotta a rimbalzo e distribuisce assist, prima a Danny Green che ha subito la mano calda e piazza un tiro da 3 punti, poi per Tony Parker che porta il punteggio sul 4-10 per gli ospiti, infine nuovamente da oltre l’arco Green segna un 4-13 che costringe subito Erik Spoelstra a chiamare un time out e dare una strigliata ai suoi.
    nba _ Dwyane WadeTornati sul parquet ci pensano Cris Bosh e Dwayne Wade a farsi sotto con un parziale di 6-0, ma è solo un attimo, con James quasi invisibile, Shane Battier e Ray Allen che sbagliano dalla lunga, mentre dall’altro lato è basket geometrico, preciso e puntuale, palla che sta pochissimo nelle mani dei singoli giocatori, gira velocemente, trova l’uomo libero e matematicamente batte gli avversari, trovano anche in Patrick Mills un uomo di sostanza che nell’ultimo minuto e mezzo segna a referto cinque punti e partecipa attivamente al 17-26 a favore dei San Antonio Spurs con cui si chiude il primo quarto.

    Il secondo quarto non inizia meglio per i Miami Heat, infatti subito arriva un canestro di Tiago Splitter, seguito da una plalla rubata di Diaw e da una tripla di Green che ancora una volta è subito caldo. Così mentre i San Antonio Spurs allungano, i padroni di casa sbagliano tanto e riescono ad andare a segno solo con Norris Cole ed un tiro libero di Chris Andersen, ma sulla schiacciata di Boris Diaw che firma il 20-33, Coach Spoelstra si trova ancora una volta obbligato a chiamare time out.
    Sul campo toccherà ancora una volta a Ray Allen, il vero uomo del momento del bisogno di Miami, molto più di King James, dare il suo apporto con due tiri da 3 punti in meno di un minuto e mezzo di gioco, facendo così rialzare la testa ai propri compagni e scrivendo sul display un 28-37 a favore degli avversari.
    La rimonta dura poco però, perchè Kawhi Leonard e Manu Ginobili fanno un parziale di 5 punti portando il risultato sul +14, cifra che aumenta ancora dopo l’ennesimo timeout dei padroni di casa, grazie alle mani del duo Tony Parker  Tim Duncan, e diventa 28-46.
    Intanto Lebron James continua ad essere quasi nullo, distrutto da Leonard, per quasi tutto il quarto non prova tiri, sbaglia anche un libero, e solo sul finale riesce a realizzare un tiro da 3 punti. D’altro canto i Texani sono inarrestabili, fanno gioco collettivo e portano da tutti i lati acqua al loro mulino, tutto quello che serve affinchè ,dopo aver toccato un +22, i San Antonio Spurs chiudano il primo tempo sul 36-55.

    Dopo la pausa lunga LeBron James ci vuole credere ed inizia a segnare, attacca il ferro ed è concentrato, segna 10 punti in 4 minuti, dei suoi nel mezzo dei sui punti solo Mario Chalmers va a canestro una volta, tutto utile a portare sul -13 i padroni di casa, sul punteggio di 48-61. Lo stop arriva però nuovamente dall’esperienza e dalla colletività di San Antonio, per gli Spurs non c’è una superstar che fa tutot solo, ma ci sono Tim Duncan, Boris Diaw, Kawhi Leonard, Tony Parker, Tiago Splitter, insomma una squadra intera che ancora una volta dimostra efficienza ed efficacia, e fanno si che a nulla valgano i 19 punti, su 21 totali degli Heat, del leader di Miami, sul tabellone del punteggio si legge 57-81 a fine del terzo quarto un +14 ben stabile.

    L’ultima frazione di gioco è una formalità, LBJ da solo non ce la può fare, non con il suo modo di giocare, non con il suo essere troppo spesso un uomo solo in mezzo al campo senza l’accortezza di pensare da componente di una squadra. Andersen prova ad accorciare, ma è immediata la replica di Patrick Mills che con l’ennesima tripla porta il risultato sul +25, per poi realizzarne un’altra quando iniziava a farsi vedere Dwayne Wade. Per il resto ogni tentativo di avvicinamento da parte di Miami è respinto da parte di San Antonio, con questi ultimi che in tranquillità gestiscono un +20 e danno spazio al nostro Marco Belinelli che realizza 4 punti in poco più di 3 minuti di gioco. A nulla servono le due triple consecutive di James nell’ultimo minuto di gioco, sono due tiri liberi di Jeff Ayres a sigillare il risultato sull’86-107 per i Sant Antonio Spurs.

    Sul 3-1 per gli Spurs le possibilità di sbagliare sono poche, ben 3 gare per vincere il titolo li posizionano in assoluto predominio, per gli Heat sarà una situazione disperata, per LeBron James è veramente il momento di provare se vale un Michael Jordan.
    Personalmente io aspetto di vedere come sarà la Gara 5 di Kawhi Leonard, sarebbe bello vederlo MVP.

    Miami Heat – San Antonio Spurs 86-107
    Punti: James 28, Leonard 20, Parker 19
    Rimbalzi: Leonard 14, Duncan 11, Diaw 9, James 8
    Assist: Diaw 9, Chalmers 5, Wade 4

  • NBA: Back-To-Back per i Miami Heat, delusione San Antonio Spurs

    NBA: Back-To-Back per i Miami Heat, delusione San Antonio Spurs

    I Miami Heat si sono confermati campioni NBA, vincendo per il secondo anno consecutivo il l’anello NBA simbolo del titolo e realizzando così il Back-To-Back, battendo in gara 7, in una serie tiratissima, i San Antonio Spurs per 95-88. (altro…)

  • NBA: McGrady ad Atlanta, Battier a Miami

    NBA: McGrady ad Atlanta, Battier a Miami

    Mercato aperto solo da qualche ora in NBA ma ci sono già tanti colpi da segnalare. Shane Battier, nell’ultima stagione gregario di lusso prima agli Houston Rockets e poi ai Memphis Grizzlies, decide di firmare per i vice campioni in carica dei Miami Heat. Per lui ci dovrebbe essere un contratto da 5 anni. Miami aggiunge così difesa ed esperienza nel suo roster senza dimenticare che Battier è uno dei migliori tiratori da 3 punti della Lega, che sarà molto utile sugli scarichi di LeBron James e Dwyane Wade.

    Tracy McGrady, Detroit Pistons | © Harry How/Getty Images

    Altra notizia di rilievo è la firma di Tracy McGrady con gli Atlanta Hawks che con l’ingaggio da parte dell’ex stella di Orlando Magic e Houston Rockets rinunceranno quasi certamente a Jamal Crawford.

    Nelle prossime ore potrebbe esserci un doppio colpo per i New York Knicks che in attesa dell’evolversi della situazione Chris Paul pensano a Tyson Chandler ed a Grant Hill per puntellare il roster.

    Detroit rinnova il contratto a Tayshaun Prince: per lui un quinquennale da 27 milioni di dollari.

    Greg Oden è vicino a prolungare la sua esperienza in Oregon con i Portland Trail Blazers. Ecco perchè i Miami Heat hanno ingaggiato il centro, ex New York Knicks, Eddy Curry. Lascia la squadra della Florida il pari ruolo Jamaal Magloire: il giocatore nato a Toronto torna a casa, firmando un contratto con i Raptors di Andrea Bargnani e va a rinforzare una delle peggiori difese della Lega.

    I Sacramento Kings hanno offerto un quinquennale da 20 milioni di dollari a Chuck Hayes, centro degli Houston Rockets ormai libero sul mercato. Nei prossimi giorni l’accordo verrà finalizzato.

    Come riserva di Tony Parker i San Antonio Spurs hanno ufficializzato l’acquisto di T.J. Ford.

    I Phoenix Suns hanno raggiunto un accordo con Shannon Brown per un contratto annuale da 3,5 milioni di dollari. Mossa prevedibile vista la possibile perdita di Grant Hill.

    Chiudiamo con il botto: Caron Butler rifiuta San Antonio e Chicago e firma per 3 anni a 24 milioni di dollari con i Los Angeles Clippers!

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  • NBA: Mercato impazzito sul finale. Ecco gli ultimi colpi!

    NBA: Mercato impazzito sul finale. Ecco gli ultimi colpi!

    Ultimi minuti del mercato NBA veramente entusiasmanti con colpi a ripetizione tanto che uno di questi ancora si troverebbe sub-judice dato che sembra sia arrivato dopo la chiusura del termine ultimo per finalizzare le trattative.

    Ma andiamo per ordine: lo scambio più importante sembra essere quello che coinvolge Oklahoma City e Boston. Ai Celtics arrivano il talento Jeff Green e Nenad Krstic in cambio di Perkins, centro roccioso che mancava ai Thunder e Nate Robinson (tra l’altro nativo di Seattle, chissà come l’avrà presa, visto che tra le 2 città non corre buon sangue da quando la proprietà di Oklahoma City decise di spostare i Sonics, e farli diventare Thunder, nella loro città). A Boston anche una prima scelta 2012 ma con protezione (se sarà nelle prime 10 non avrà effetto).

    Per completare il reparto lunghi nell’Oklahoma arriva Nazr Mohammed dai Bobcats mentre a Charlotte volano White e Peterson.

    I Celtics dal canto loro spediscono Erden ed Harangody ai cavs per una seconda scelta al Draft del 2013.

    Attivi anche i Rockets che accumulano scelte al Draft in proiezione futura: Battier ceduto ai Grizzlies (un ritorno per lui) in cambio del lunghissimo centro africano Thabeet (che magari sotto lo sguardo di Olajuwon potrà dimostrare di valere la seconda scelta assoluta al Draft del 2008) ed aggiungono anche una prima scelta futura. In più Houston spedisce Brooks ai Suns per Dragic ed un’altra prima scelta.

    Altra trade di rilievo è quella tra Charlotte e Portland: Gerald Wallace finisce in Oregon mentre ai Bobcats arrivano Przbylla, Cunningham e 2 future seconde scelte dei Blazers. Questa forse la migliore mossa della giornata con Portland che ora diventa brutto cliente per tutti!

    Sotto inchiesta (e daremo gli sviluppi sulla questione) lo scambio tra Indiana e Memphis che avrebbe visto Mayo passare ai Pacers e McRoberts finire ai Grizzlies. In più a Memphis sarebbe arrivata anche una prima scelta.

    Da segnalare inoltre che Troy Murphy, appena arrivato a Golden State dai Nets, potrebbe chiedere il buyout (una rescissione del contratto in pratica) e finire ai Celtics che diventerebbero quasi formidabili dopo questo ultimo giorno di mercato.

  • NBA: Super Thunder OK dopo 3 overtime contro i Nets, Lakers KO a Houston

    NBA: Super Thunder OK dopo 3 overtime contro i Nets, Lakers KO a Houston

    12 le partite disputate nella notte NBA

    Raptors vincenti contro i Wizards grazie ai 18 punti di Andrea Bargnani. L’italiano mostra grande leadership ed oltre ad un buon bottino personale di punti mette assieme anche 8 rimbalzi e 3 assist. Nell’ultima sconfitta contro gli Atlanta Hawks erano stati 78 i punti totali dei Raptors con 30 tiri segnati. Ieri, nel solo primo tempo, sono stati invece ben72 i punti segnati con 32 bersagli. Toronto, infatti, ha chiuso con il 54% da 3 ed il 58% complessivo, segno che quando i tiratori sono in serata, la squadra è molto difficile da fermare. Da segnalare anche i 20 punti di DeRozan, i 18 di Weems (buono l’asse con Bargnani) ed i 16 a testa di Barbosa e Bayless. Buono anche il debutto stagionale della prima scelta di Toronto dell’ultimo draft, Ed Davis, con 11 punti (5/7 al tiro) e 6 rimbalzi. Per Washington delude Arenas (7 punti con 1/10 al tiro), bene invece McGee e Wall rispettivamente con 21 e 19 punti.

    Gli Hawks vincono in casa contro i Grizzlies anche se ricevono la brutta notizia che Joe Johnson dovrà operarsi al gomito del braccio destro e starà fuori per un bel pò. Sono 20 i punti di Horford e 16 del sostituto naturale di Johnson, Jamal Crawford, a spingere Atlanta al successo, mentre il recupero finale di Memphis non si concretizza nonostante i 23 punti di Gay, i 22 e 9 assist di Conley ed i 19 e 19 rimbalzi di Randolph. Dopo la vittoria contro i Lakers di ieri, si può dire che manca un pizzico di continuità a questi Grizzlies per diventare una delle squadre di riferimento della Western Conference.

    Nuova sconfitta per Portland che cade a Boston sotto i colpi di Pierce (28 punti) e Garnett (17), doppia doppia per Rondo da 10 punti e 10 assist. Ai Blazers non bastano i 23 punti di Matthews (ormai fisso in quintetto al posto di Batum) i 20 di Miller ed i 18 a testa di Aldridge e Roy.

    In attesa della partita che a Cleveland tutti attendono e che segnerà il ritorno di LeBron James nella sua città dopo il trasferimento a Miami, gli Heat si sbarazzano dei Pistons. James top scorer con 18 punti, 16 a testa invece per Bosh e Wade. Detroit si consola con l’ottima prova del rookie Monroe (15 punti, 8 rimbalzi ed un solo errore al tiro).

    Il ritorno in campo di Carlos Boozer, per la prima partita con i Bulls, non basta a Chicago per evitare una tremenda sconfitta contro i Magic. “Tori” dominati a rimbalzo e nelle percentuali dal campo, Noah segna 16 punti, ma cosa molto strana per lui, non prende neanche un rimbalzo al cospetto di Howard. Rose segna 15 punti ma con brutte percentuali, mentre il “debuttante” rossonero Boozer segna solo 5 punti in 22 minuti. Orlando trova nelle sue guardie i top scorer del match (Carter 22, Nelson 24) ed in Howard il padrone della zona pitturata (13 punti, 12 rimbalzi).

    Sorride anche Marco Belinelli (ma solo 6 punti per lui). Si chiude infatti col successo contro i Bobcats, la striscia di 4 sconfitte per New Orleans che ritrova David West. Il prodotto di Xavier Segna 15 dei suoi 22 punti nel secondo tempo e contribuisce ad un ultimo quarto da 24-11 che taglia le gambe a Charlotte. Partita più defilata per Chris Paul: pochi tiri (4/7 totale in quasi 40 minuti) e tanti minuti al servizio della squadra con 14 assist e 4 recuperi. Bene Okafor con una doppia doppia da 14 punti e 13 rimbalzi, mentre a Charlotte (con Stephen Jackson in panchina dopo l’espulsione dell’ultima partita giocata) non bastano Wallace (18 punti) e la coppia Diaw-Augustin (13 punti a testa per loro).

    Dallas continua la striscia vincente, arrivata alla settima partita utile, e batte i Minnesota Timberwolves. Non serve neanche Nowitzki, tenuto a riposo per gran parte del match (23 minuti per 10 punti totali), le riserve dei Mavs fanno il loro dovere guidate dai 16 punti di Marion. Da segnalare ancora una volta un grande Tyson Chandler (9 punti e 18 rimbalzi), mentre ai T-Wolves non bastano i soliti Beasley (16 punti) e Love (12 punti e 15 rimbalzi).

    Quarta vittoria consecutiva per Denver che spazza via i Bucks. Alla serata non eccelsa di Anthony (14 punti, ancora debilitato dalla febbre) sopperiscono i 24 punti e 9 rimbalzi di Nenè, la doppia doppia di Smith (20 punti e 10 rimbalzi) ed i 16 punti e 9 assist di Billups. A Milwaukee non bastano quindi i 21 di Salmons, i 17 di Maggette e la grande prova (con tripla doppia sfiorata) da 14 punti, 10 rimbalzi e ben 8 stoppate del rookie Sanders (che sostituiva l’infortunato Bogut).

    Dopo le vittorie contro Lakers e Sacramento cadono i Pacers a Salt Lake City. Starting five e sesto uomo in doppia cifra per Utah (Williams 24 punti e 16 assist, Kirilenko 18, Jefferson 17 punti e 10 rimbalzi, Millsap 16 punti, Miles 13, Bell 10). Poco da fare per Indiana che forse accusa la stanchezza del viaggio ad Ovest (Collison 16 punti, Rush e Hibbert 15), mentre i Jazz vincono la loro ottava partita nelle ultime 10 gare.

    Seconda sconfitta nelle ultime 10 uscite, la prima in trasferta dopo il filotto di 8 gare vinte lontano da San Antonio e, sicuramente, la più inaspettata (visto che si trattava del proverbiale “testa-coda” tra la migliore squadra e la peggiore della Lega) per gli Spurs che cedono il passo ai Los Angeles Clippers. Percentuali spaventose (ma al contrario!) per i texani che tirano col 35% totale. Duncan chiude solo a quota 8, letteralmente divorato da Griffin, Parker 2 punti, mentre Ginobili ne scrive 15 ma con 5/15 al tiro. In casa Clippers trentello per il già citato Blake Griffin (un mostro d’area, ed è solo un debuttante nella NBA) con una doppia-doppia da 31 punti e 13 rimbalzi. Buon aiuto da Gordon con 21 punti.

    Quarta sconfitta consecutiva per i campioni in carica dei Los Angeles Lakers (non accadeva dal 2007) che cadono a Houston per mano di Martin (22 punti) e di uno strepitoso Shane Battier (sia in difesa su Bryant che in attacco con 17 punti e 4/6 da 3 punti). Scola contribuisce con 14 punti e 9 rimbalzi, Lowry smista 10 assist (con 8 punti) e la panchina è decisiva nell’allungo del quarto periodo con Hill, Budinger (10 punti a testa) e Lee (8 punti). Lakers tramortiti negli ultimi 5 minuti quando dal 95-90 in loro favore hanno accusato un super parziale di 4-19 che li ha condannati per il finale 109-99. Bryant 27 punti ma con 24 tiri presi (merito di Battier che quando vede il 24 gialloviola si esalta nella difesa), Odom da doppia doppia (25 punti ed 11 rimbalzi) non sono bastati vista la pessima serata di Gasol (8 punti) ben limitato dai lunghi avversari. Dopo Utah, Indiana e Memphis sono i Rockets a scrivere la parola crisi sui gialloviola. Si attende il pronto riscatto nella prossima gara che sarà abbordabile (contro i Sacramento Kings).

    E passiamo alla partita più bella ed incredibile della notte NBA ed una delle più combattute degli ultimi anni: i Thunder (senza Kevin Durant) espugnano il parquet dei Nets (senza Devin  Harris) dopo 3 overtime ed emozioni a non finire. Ovviamente tutto inizia dalla fine: una chiara interferenza di Lopez sul tiro di Westbrook ad un minuto dalla fine tiene i Nets avanti (89-90) ma 2 liberi di Westbrook a 20 secondi dal termine portano Oklahoma City sul 91-90. Farmar poi a 3 secondi dal termine sbaglia il jumper del sorpasso e Westbrook subisce nuovamente fallo e porta i suoi sul +3 (93-90). Resta un secondo sul cronometro. Viene data la palla a Morrow dalla rimessa a metà campo ed il numero 22 buca sulla sirena il canestro avversario con un tiro da distanza siderale per il pareggio. Si va all’overtime, i Nets con l’inerzia dell’incontro provano a scappare via e si portano sul 100-94 a 2 minuti e mezzo dal termine. Sembra fatta ma avviene la reazione dei Thunder che stringono le maglie in difesa e con un parziale di 6-0 firmato Westbrook riequilibrano il match (100-100). Resta l’ultima azione ai Nets che però non hanno la stessa fortuna del “buzzer” precedente di Morrow e Lopez sbaglia il tiro della vittoria. Secondo overtime. New Jersey prova a scappare (104-100) come già fatto nel supplementare precedente ma OKC non molla e con un parziale di 7-0 (bellissima la bomba di Green) si porta avanti 107-104. Lopez guida i suoi al controsorpasso (110-107) ma il suo compagno di squadra Graham commette una grossa ingenuità regalando 3 liberi a Green a pochi secondi dal termine (e per poco non ci scappa il gioco potenziale di 4 punti): il numero 22 non trema e porta il match ancora in parità (110-110). Farmar sbaglia l’ultimo tiro e si va al terzo overtime dove a spadroneggiare è Russell Westbrook che infila tutti e 13 i punti della sua squadra (fantastico il gioco da 3 punti che porta i Thunder sul 121-117). Farmar segna da 3 a 9 secondi dalla fine (121-120) e sembra riaprire nuovamente tutto, Westbrook segna i 2 liberi successivi (123-120). Restano 5 secondi ma l’azione dei Nets viene sporcata dalla difesa di Harden che impedisce il tiro da 3 dell’eventuale pareggio. Alla fine Durant (in panchina in borghese) festeggia i compagni come se avesse vinto un titolo NBA, che sicuramente non lo è ma sono queste vittorie che fanno capire ad una squadra di essere grande.
    Alla fine career high di punti per Farmar dei Nets (28) stessi punti per Lopez (con 11 rimbalzi) e 25 per il quasi eroe della serata Morrow. Oklahoma ha trovato un Jeff Green dominante fino al secondo tempo supplementare (37 punti con 4/5 da 3) dove ha poi lasciato strada al più fresco compagno Westbrook che nel terzo overtime ha vinto da solo la partita sfiorando la tripla doppia (38 punti, 15 rimbalzi, 9 assist ed anche 3 recuperi). Bene anche Sefolosha in difesa ed Harden che ha giocato a tutto campo (16 punti, 7 rimbalzi, 3 assist e 2 recuperi).

    Risultati NBA dell’1 dicembre 2010

    Toronto Raptors-Washington Wizards 127-108
    Tor DeRozan 20, Bargnani 18, Weems 18
    Was McGee 21, Wall 19, Blatche 17

    Atlanta Hawks-Memphis Grizzlies 112-109
    Atl Horford 20, Jamal Crawford 16, Powell 16
    Mem Gay 23, Conley 22, Randolph 19

    Boston Celtics-Portland Trail Blazers 99-95
    Bos Pierce 28, Garnett 17, Davis 16
    Por Matthews 23, Miller 20, Aldridge 18, Roy 18

    Miami Heat-Detroit Pistons 97-72
    Mia James 18, Wade 16, Bosh 16
    Det Monroe 15, Villanueva 10, Hamilton 9

    Chicago Bulls-Orlando Magic 78-107
    Chi Noah 16, Rose 15, Gibson 10
    Orl Nelson 24, Carter 22, Bass 17

    New Orleans Hornets-Charlotte Bobcats 89-73
    N.O. West 22, Okafor 14, Green 10, Ariza 10
    Cha Wallace 18, Augustin 13, Diaw 13

    Dallas Mavericks-Minnesota Timberwolves 100-86
    Dal Marion 16, Barea 14, Terry 12
    Min Beasley 16, Ellington 13, Love 12, Milicic 12

    Denver Nuggets-Milwaukee Bucks 105-94
    Den Nenè 24, Smith 20, Billups 16
    Mil Salmons 21, Maggette 17, Sanders 14, Jennings 14

    Utah Jazz-Indiana Pacers 110-88
    Uta Williams 24, Kirilenko 18, Jefferson 17
    Ind Collison 16, Rush 15, Hibbert 15

    Los Angeles Clippers-San Antonio Spurs 90-85
    Cli Griffin 31, Gordon 21, Butler 9
    S.A. Hill17, Ginobili 15, Jefferson 13

    Houston Rockets-Los Angeles Lakers 109-99
    Hou Martin 22, Battier 17, Scola 14
    Lak Bryant 27, Odom 25, Barnes 14

    New Jersey Nets-Oklahoma City Thunder 120-123 (3 overtime)
    N.J. Lopez 28, Farmar 28, Morrow 25
    Okl Westbrook 38, Green 37, Harden 16

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  • NBA, free agent: Le ultime voci di mercato e trattative [2 luglio 2010]

    Sono tante le voci che si rincorrono nella NBA dopo l’apertura del mercato avvenuta ieri, 1 luglio 2010.
    La più rilevante riguarda il probabile accordo che il capitano dei Boston Celtics, Paul Pierce, avrebbe trovato con la franchigia del Massachusetts.
    Secondo alcune fonti l’accordo avrebbe durata quadriennale, con 3 anni garantiti e l’ultimo anno di contratto a discrezione della dirigenza biancoverde. Le cifre ancora non sono state rese note ma si parla di un accordo superiore ai 20 milioni di dollari all’anno. Pierce, e comunque questo pare certo, nella stagione 2010-2011 percepirà uno stipendio non inferiore ai 21,5 milioni.
    Sul capitano dei Celtics nelle ultime ore si era fatto forte il pressing dei Dallas Mavericks ma a quel punto Danny Ainge, G.M. di Boston, avrebbe chiuso l’affare con la sua stella in un incontro molto rapido e amichevole che ha lasciato Pierce molto soddisfatto. Molto probabilmente il capitano chiuderà la carriera in biancoverde. Come cambio dalla panchina per Pierce, la dirigenza starebbe pensando a 2 nomi: uno è quello di Antoine Wright in scadenza con i Toronto Raptors, ottimo difensore e tiratore discreto dalla lunga distanza, l’altro nome è quello di Rasual Butler, a fine contratto con i Los Angeles Clippers, tiratore fenomenale ma poco attento in difesa, fisico longilineo che può essere utilizzato anche come ala grande e guardia tiratrice. ne sapremo di più nelle prossime ore.

    Importante anche il rumors che sta venendo fuori prepotentemente dal Texas dove gli Houston Rockets stanno cercando di operare un “sign and trade” con i Raptors per ottenere le prestazioni sportive di Chris Bosh: a Toronto andrebbe un pacchetto di giocatori molto vantaggioso per i canadesi. I nomi sono quelli di Shane Battier, Luis Scola ma soprattuto Trevor Ariza, arrivato solo un anno fa a Houston per essere la nuova stella della franchigia texana. Occorre più tempo per verificare l’attendibilità della notizia ma pare che ci siano effettivamente i fondamenti per la trattativa.

    Altra notizia importante viene da atlanta dove gli Hawks hanno prposto a Joe Johnson, la stella della squadra, un rinnovo di 6 anni a 20 milioni di dollari, il massimo che possono permettersi in Georgia. I 120 milioni per Johnson sono un grosso sacrificio economico, ma gli Hawks puntano in alto e non vogliono perdere il loro leader. Johnson è comunque impegnato a ricevere le delegazioni di altre squadre NBA per verificare tutte le offerte.

    Passiamo ai Phoenix Suns con 2 notizie molto importanti: la prima riguarda il rinnovo di Channing Frye con la franchigia dell’Arizona per 5 anni a 30 milioni di dollari. Tassello molto importante questa stagione nella squadra di coach Alvin Gentry, Frye ha favorevolmente sorpreso e impressionato sia lo staff dirigenziale (che lo ha strappato nella scorsa Estate ai Portland Trail Blazers) che i tifosi meritandosi ampiamente il rinnovo.
    La seconda notizia, se possibile, è ancora più importante e riguarda il probabile accordo di Amar’è Stoudemire con i Suns: “Stat” è corteggiatissimo in queste ore (Houston, New York, Miami in prima fila) ma è molto legato a Phoenix e se le cose andranno per il verso giusto potrebbe esserci nei prossimi giorni il lieto fine.

    Abbiamo già dato l’anticipazione nell’articolo precedente di John Salmons che nelle ultime ore si è riavvicinato ai Milwaukee Bucks e potrebbe restare in rossoverde. La conferma della fortissima guardia tiratrice darebbe una nuova dimensione ai “Cervi” grazie alle ultime acquisizioni di Maggette, Douglas-Roberts e Gooden che diventano una delle formazioni più forti, complete e insidiose di tutta la Eastern Conference. Ottimo il lavoro del G.M. John Hammond.

    I Memphis Grizzlies, dopo l’accordo con Rudy Gay, stanno tentando di ottenere dai New Orleans Hornets il fortissimo playmaker Chris Paul che ha fatto sapere che gradirebbe un trasferimento adn una squadra di vertice. Il problema qui sta nel fatto che i Grizzlies non lo sono, ma possono offrire agli Hornets una contropartita interessante come O.J.Mayo, giocatore molto gradito alla dirigenza della Louisiana. Paul è corteggiato da mezza NBA e la situazione è in costante evoluzione, non mancano le pretendenti al titolo quali Lakers e Magic ma non è da sottovalutare l’ingaggio di Byron Scott da parte dei Cleveland Cavaliers che è stato l’allenatore che ha lanciato Paul agli Hornets ed è legato al giocatore da un rapporto indissolubile. Anche in questa ottica si spiega l’inserimento nella lista dei cedibili dei Cavs di Mo Williams e Delonte West, 2 playmaker che diverrebbero inutili. La possibile trattativa per Paul potrebbe riavvicinare LeBron James a Cleveland, visto che a quel punto ma ncherebbe trovare solo un’ala grande di valore assoluto, magari inserendo Jamison in una possibile trattativa. Scenari interessanti che potrebbero avere degli sviluppi da seguire con attenzione.

    Una delle situazioni più complicate in NBA è quella di Carlos Boozer, ala grande degli Utah Jazz: tutti lo vogliono ma nessuno alla fine sferra l’attacco decisivo. Negli ultimi giorni ci sono stati contatti con Miami Heat e Chicago Bulls ma si è rimasti molto sul vago. I Jazz comunque sarebbero ben lieti di tenersi la loro ala, ma a cifre molto ragionevoli e sicuramente non superiori ai 20 milioni di dollari che sono richiesti da Boozer.

    Anche i Lakers si stanno muovendo, alla ricerca di un playmaker e di un tiratore. Per il ruolo di play, oltre a voler rifirmare Derek Fisher, su espressa richiesta di coach Phil Jackson , si sta facendo avanti l’ipotesi Steve Blake, svincolato dai cugini dei Clippers. Per quanto riguarda il tiratore invece il nome è quello di Mike Miller, seguito però anche dai rivali Cleveland Cavaliers che stanno cercando di muoversi il più rapidamente possibile per cercare di convincere LeBron James a restare in Ohio con acquisizioni di primo piano.

    Denver è in cerca di un lungo: i Nuggets sarebbero interessatissimi a portare in Colorado il centro lituano dei Golden State Warriors Andris Biedrins, ma i californiani non sono disposti a svenderlo.

    Ultimissima che riguarda uno dei mager rimasti senza lavoro dopo il licenziamento dei Cavaliers: Danny Ferry sarebbe in trattativa con i Portland Trail Blazers, dato che pochi giorni fa la franchigia dell’Oregon ha dato il benservito, dopo tantissimi anni di stretta collaborazione, al G.M. Kevin Pritchard

  • NBA: I migliori quintetti difensivi. Manca Ron Artest

    Sono stati resi noti i 2 migliori quintetti difensivi della regular season 2009-2010.

    All’ufficialità dei risultati ci sono state molte polemiche per via dell’esclusione di qualche giocatore che sicuramente avrebbe dovuto aver maggiore considerazione.

    Il migliore quintetto difensivo dell’anno ha la presenza del miglior difensore della stagione ovvero il centro degli Orlando Magic Dwight Howard. Come Ali sono stati selezionati LeBron James dei Claveland Cavaliers e Gerald Wallace dei Charlotte Bobcats. Guardie invece sono Rajon Rondo dei Boston Celtics e Kobe Bryant dei Los Angeles Lakers.

    Il secondo quintetto difensivo invece vede la presenza di Tim Duncan dei San Antonio Spurs come centro, di Josh Smith degli Atlanta Hawks e Anderson Varejao dei Cleveland Cavaliers come ali, e di Dwyane Wade dei Miami Heat e Thabo Sefolosha degli Oklahoma City Thunder come guardie.

    Stupisce che non sia stato inserito in nessuno dei 2 quintetti uno dei migliori difensori dell’NBA, ovvero Ron Artest dei Lakers, cifre alla mano che dicono e confermano che è il difensore che concede la minor media punti per tiro al suo diretto avversario. E anche vedendolo in azione nelle immagini di regular season non ci sarebbero dubbi nel dire che è il prototipo di difensore modello!
    Stupisce l’inserimento di Wade che proprio difensore non è, così come le altre 2 super stelle James e Bryant, che alzano il loro livello di difesa solo nei playoff. Rondo probabilmente è stato premiato perchè è il miglior ruba palloni della Lega ma deve crescere ancora molto come applicazione difensiva. Sefolosha sarebbe il secondo migliore difensore dopo Artest ma non è riuscito a prendere posto nel primo quintetto, così come Josh Smith che fa della difesa il suo vero marchio di fabbrica, uno dei pochi assieme ad Artest capace di arginare lo strapotere di LeBron James. Escluso un’altro specialista come Shane Battier degli Houston Rockets. Insomma le polemiche non sono mancate!

  • NBA: Lakers senza Bynum per 20 giorni

    I Los Angeles Lakers dovranno fare a meno di Andrew Bynum almeno per 20 giorni.
    Il centro dei Californiani campioni in carica ha una lieve lesione al tendine d’achille, come confermato dalle analisi a cui è stato sottoposto, e non risultano strappi o rotture che avrebbero messo KO il ragazzo per il resto della stagione. Il suo rientro è pertanto previsto per le prime gare di aprile. Nel frattempo Lamar Odom partirà in quintetto come ala grande con Pau Gasol che andrà a ricoprire il ruolo di centro.
    Ecco le statistiche di Bynum (213cm classe 1987) in questa stagione: 15 punti (57% al tiro), 8.3 rimbalzi, 1.4 stoppate e un assist di media in 30.4 minuti di gioco.
    Per un problema al tendine del ginocchio invece James Harden della squadra rivelazione Oklahoma City Thunder, dovrà stare fermo per 15 giorni e il suo rientro è previsto per i primi giorni di Aprile in concomitanza con le ultime partite di regular season per poi essere in piena forma per i playoff NBA.  Di seguito riportiamo le medie di Harden (196 centimetri, classe 1989)  quest’anno: 62 partite. Per lui 9.9 punti (39% al tiro), 3.3 rimbalzi, 2 assist e 1 recupero in 23 minuti di impiego.
    Problemi anche per Tyreke Evans. La guardia destinata al titolo di rookie dell’anno della Lega ha rimediato una brutta botta alla bocca da parte di Ersan Ilyasova dei Milwaukee Bucks che gli ha provocato una forte contusione e la rottura di due denti. Il giocatore ha già saltato 2 partite ma, non dovendo subire operazioni alla mandibola (gli esami clinici hanno escluso fratture), dovrebbe tornare disponibile già per la prossima gara dei Kings.
    Evans, 198cm classe 1989, ha giocato 64 partite in questa stagione. Per lui 20.3 punti (46% al tiro), 5.6 assist, 5.2 rimbalzi e 1.4 recuperi in 37.3 minuti di impiego medio.
    Houston dovrà fare a meno per i prossimi 10 giorni di Shane Battier. La risonanza magnetica cui è stato sottoposto lunedì mattina ha evidenziato una leggera distorsione ai legamenti collaterali anteriori del suo ginocchio sinistro. Inevitabile il periodo di stop.
    Battier, 203cm classe 1978, ha fin qui disputato 67 partite. Per lui 8 punti (40% al tiro), 4.7 rimbalzi, 2.4 assist e 1.1 stoppate in 32 minuti di impiego.
    Anche Marc Gasol, centro dei Memphis Grizzlies e fratello del più noto Pau dei Lakers ha qualche acciacco fisico e ha saltato la terza partita consecutiva per problemi al collo.
    Infine New York. La squadra di Mike D’Antoni e Danilo Gallinari dovrà fare a meno di Wilson Chandler per il resto della stagione a causa di un leggero stiramento all’adduttore della gamba sinistra. Non rischiare il giocatore è d’obbligo visto che sarà uno dei pochi (assieme al “Gallo” e a David Lee) sui quali si ricostruiranno i Knicks. Chandler, 203cm classe 1987, ha giocato 65 partite. Per lui 15.3 punti (48% al tiro), 5.4 rimbalzi e 2.1 assist di media in 35 minuti di gioco.