Tag: Settori Giovanili

  • La Figc apre al secondo extracomunitario

    La Figc apre al secondo extracomunitario

    La questione dell’introduzione del secondo tesserato extracomunitario è una tematica allo stesso tempo spinosa ed insidiosa, una questione che deve essere necessariamente affontata cercando di moderare alla perfezione tutti gli interessi in gioco: quelli dei club, quelli dei settori giovanili italiani, e la possibilità dei nostri giovani di trovare spazio nel club in cui crescono. Tutelare i settori giovanili è, ormai, una tematica-slogan di cui molti parlano spesso, ma nel contenuto ancora ben poco è stato realizzato per promuovere e valorizzare i nostri vivai.

    © Massimo Cebrelli/Getty Images
    L’introduzione del secondo extracomunitario negli organici di serie A, secondo i club, non sarebbe un ostacolo alla valorizzazione dei giovani talenti made in Italy: al contrario, secondo le big, sarebbe opportuno regolamentare la presenza dei tantissimi stranieri nei campionati minori, con la Lega Pro in testa, laddove sarebbe bene, invece, un maggior coinvolgimento per i giovani italiani per consentirgli di “farsi le ossa” senza cozzare contro il “tappo” creato dall’eccessiva concorrenza con gli stranieri. L’orientamento dei vertici del nostro calcio è quello di affrontare le due questioni, dell’inserimento del secondo extracomunitario in Serie A e della valorizzazione dei vivai, separatamente, “su due tavoli diversi”, perchè si ritiene che fra le due tematiche la connessione sia minima: questo sostiene, in particolare, il Presidente delle Lega Serie A Maurizio Beretta. Però, pare che le due questioni siano state messe in agenda nella medesima giornata, e verranno discusse il prossimo 5 di Luglio. Non resta, dunque, che attendere quella data, anche e soprattutto in chiave operazioni di mercato. Il via libera al tesseramento del secondo calciatore extracomunitario per le squadre di Serie A potrebbe, infatti, essere un elemento decisivo per gli assalti delle big italiane ai calciatori d’ Oltreoceano.

  • Albertini: “Bisogna investire sui settori giovanili”

    Albertini: “Bisogna investire sui settori giovanili”

    A margine della presentazione di un libro sulla tassazione degli stipendi dei calciatori nei diversi stati europei, patrocinato dall’Aic, avvenuta ieri presso l’Università di Parma, l’attuale vicepresidente della FIGC Demetrio Albertini, ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni riguardo la situazione poco piacevole in cui versa il movimento calcistico italiano.

    Alla domanda se un regime fiscale agevolato (sul modello spagnolo), tema molto caro ad Adriano Galliani, potesse in un certo qual modo migliorare la situazione, l’ex centrocampista del Milan e della Nazionale, ha risposto, infatti, che: “è la mancanza di programmazione e d’investimenti sui settori giovanili, a rappresentare la piaga maggiore del movimento pallonaro di casa nostra, questo, quindi, più che una manovra di fiscalizzazione agevolata per gli stipendi dei calciatori, è il problema da risolvere per sperare di veder tornare in auge il calcio italiano a livello internazionale“. “Bisogna quindi imitare il modello Barcellona e dare il tempo ai nostri giovani di crescere senza avere fretta, e stiamo lavorando per questo, nel prossimo consiglio federale abbiamo intenzione di proporre di abbassare l’età della primavera da 21 anni a 19. Ai giorni nostri, infatti, un calciatore a 21 anni, se ha qualità è già pronto per il grande salto. In serie A e serie B – spiega citando un recente studio della Figc – gli under 21 che giocano in media 45 minuti sono 16. In seria A addirittura uno solo che è Santon. In Spagna, Germania e Inghilterra, invece, solo nella serie maggiore sono tra i 15 e i 20, quelli che giocano stabilmente“. “Nel mio Milan, – ha concluso – che qualche cosa ha vinto, 12 giocatori erano di Milano e questo è senza dubbio significativo“.

    Certo, diciamo noi, ripetere l’epopea di una squadra come quella degli imbattibili è qualcosa di molto difficile, ma da qualche parte si dovrà pur cominciare. E’ certo, però, che dalle parole di Albertini, si capisce che l’italianizzazione delle squadre di tutte le serie è avviata e dopo la decisione di ridurre gli extracomunitari ad uno solo, altri provvedimenti arriveranno e c’è da credere che, dopo quelle sui diritti televisivi, altre polemiche sono all’orizzonte del panorama calcistico di casa nostra.