Si è concluso in goleada il primo test amichevole del novello Pescara targato 2011/12 presso il Campo Sportivo di Camrbognano: i biancazzurri abruzzesi, in ritiro a San Martino del Cimino (provincia di Viterbo) dal 15 Luglio, hanno battuto 2-9 i dilettanti del Ronciglione, militanti in Prima Categoria.
Una sgambata utile a smaltire le tossine accumulate nei primi giorni di lavoro sotto la cura Zeman e per iniziare a provare sul campo, benché contro avversari di non grande caratura tecnica, gli schemi peculiari del 4-3-3 del tecnico boemo.
Prima frazione di gioco che si conclude sul risultato di 6-2 per gli abruzzesi grazie alle reti di Sciarra al ’15, Giacomelli al 16’, Insigne al 18’ e al 36’, e di Lulli al 38’ prima della doppietta personale di Sciarra, al 44’ siglasse la sua doppietta personale. Nota stonata, le due reti incassate.
Tris di reti nella ripresa con doppietta di un brillante Maniero (8’ e 20’) e rete conclusiva, che fissa il punteggio sul 2-9, di Gessa al 44’.
Ottima la prova del folletto partenopeo Insigne che regala due perle ai nuovi tifosi nella sua prima uscita con la nuova maglia.
RONCIGLIONE-PESCARA 2-9 (Primo tempo: 2-6)
MARCATORI: 15’ Sciarra, 16’ Giacomelli , 18’ e 36’ Insigne, 38’ Lulli, 44’ Sciarra nel PT; 8’ e 20’Maniero, 44’ Gessa
PESCARA PT: Pinsoglio, Balzano, Romagnoli, Bacchetti, Petterini, Nicco, Cascione, Lulli, Giacomelli, Sciarra, Insigne.
PESCARA ST: Anania, Zanon, Perrotta, Capuano, Martella, Verratti, Corsi, Gessa, Soddimo, Maniero, Sansovini. All. Zeman
Esser un grande allenatore, riportare al grande una nobile decaduta non significa esser un grande uomo. Andrea Mandorlini, uno dell’Inter dei record, per molti l’erede in panchina di Trapattoni ha sicuramente perso un occasione per stare zitto.
Ieri, durante la presentazione del Verona per inizio della prossima stagione, ha utilizzato il suo spazio per riaprire la querelle contro la Salernitana, avversaria nei play-off, facendo partire un coro razzista contro i granata “Volevo dire una cosa in una serata così di festa: credo sia giusto rendere omaggio a degli avversari leali, sportivi e anche simpatici, quindi tutti insieme “Ti amo terrone”.
Trovando ovviamente terreno fertile nella tifoseria e nello sguardo compiaciuto del sindaco Tosi e di altre autorità. Cosa può insegnare un allenatore del genere? L’esperienza di Cluij non è servita molto al tecnico.
Manca solo la formalità della comunicazione ufficiale da parte del Pescara, ma sono già quattro i colpi messi a segno dal sodalizio dannunziano nel calciomercato 2011. Carlo Pinsoglio, in prestito dalla Juventus via Viareggio, Lorenzo Insigne, in prestito con premio di valorizzazione (riscatto in favore del Pescara e contro riscatto in favore del Napoli), Romulo Eugenio Torri, che si legherà con un biennale dopo aver rescisso il contratto con il Sorrento) e Simone Romagnoli (in comproprietà dal Milan) sono i primi a sbarcare in riva all’Adriatico.
Al poker di acquisti vanno aggiunti i difensori Martella e Bacchetti in prestito dalla Samp ed il giovanissimo Mbddj Mabaye. Prende dunque forma il Delfino targato giovani che verrà messo a disposizione di Zdenek Zeman e dei collaboratori i Vincenzo Cangelosi (Allenatore in seconda), Francesco Mancini (Preparatore dei Portieri) e Roberto Ferola (Recupero Infortunati). Il prossimo tassello ad essere inserito sarà Antonio Balzano, terzino classe 1986 nativo di Bitonto (Ba), che sbarcherà probabilmente in compartecipazione dall’Atletico Roma per costituire con Damiano Zanon il tandem di esterni bassi di destra per la stagione prossima.
I biancazzurri hanno ovviamente altri colpi in canna, ma si dovrà necessariamente operare sul piano delle dismissioni: nutrita la pattuglia dei calciatori da sistemare tra rientri dai prestiti e calciatori del vecchio organico che non rientrano nei piani del tecnico boemo. Nutrita è la lista in tal senso che parte dagli svincolati Pinna e Bartoletti per arrivare agli esterni Bonanni (Lecce o Vicenza) e Gessa (Livorno interessatissimo). Siamo solo alle battute iniziali, ma a Zemanlandia si respira già un’atmosfera di grande speranza.
Sarà Zdenek Zeman il nuovo condottiero del Delfino Pescara 1936: dopo un vertice segreto o quasi, le parti hanno raggiunto l’accordo ed il tecnico boemo sbarca in riva all’Adriatico per succedere ad Eusebio Di Fancesco che ora è libero di occupare la panchina del Lecce lasciata libera da Gigi De Canio. I termini dell’accordo tra il Pescara e Zeman verranno resi noti nei prossimi giorni.
Le scene dei finali di campionato sembrano tutte uguali: un verdetto, quasi sempre decisivo ed inappellabile, una squadra che esulta, una squadra che piange, delusa per la sconfitta, o per la mancata vittoria che dir si voglia. tifosi hellas | immagine dal web Le scene si somigliano tutte, che siano riferite a promozioni in serie A, in Serie B, in Lega Pro o in Eccellenza. Che siano la vittoria di un trofeo Europeo, o la conquista della salvezza. Il campo emana il suo giudizio, i protagonisti lo accolgono, esternando tutte le loro emozioni, scaricando la tensione accumulata, lo stress preparatorio alla gara, le speranze riposte, i sogni della notte prima. Il calcio, per molti, è anche questo, è anche un po’ poesia: malinconia o gioia irrefrenabile. Ecco che, quindi, anche due partite di play off valide per la promozione in serie B possono assumere un valore speciale, per i giocatori in campo ma anche per i tifosi di Hellas Verona e Juve Stabia. Due storie totalmente diverse: la prima, una nobile decaduta, con in bacheca anche uno scudetto; la seconda, una squadra operaia che – prima d’ora – si era affacciata in serie B soltanto in un’ occasione, peraltro lontanissima nel tempo, 60 anni fa, nel campionato 1950-51. La prima, l’Hellas Verona, era la squadra della città scaligera, la squadra che nel campionato 1984-85 si laureò Campione d’Italia, guidata da Osvaldo Bagnoli in panchina e partecipando, nella stagione seguente, anche alle fasi finali della Coppa dei Campioni. Una squadra capace di raggiungere, poi, anche due finali di Coppa Italia, senza però agguantare, poi, il trofeo. Una squadra che, però, agli inizi degli anni 2000 – parallelamente all’ascesa in Serie A del Chievo Verona, quartiere della città – ha iniziato un lento ed inesorabile declino, con la retrocessione in serie B nel 2002, nonostante una squadra di primo livello, con giocatori importanti quali Camoranesi, Gilardino, Mutu, Oddo e Paolo Cannavaro ed un allenatore esperto come Alberto Malesani. Seguirono, poi, gli anni bui della serie cadetta, lottando per non retrocedere per diverse stagioni e, poi, perdendo anche la serie B nel campionato 2006/2007. La promozione ottenuta ieri, quindi, è uno squarcio di luce, uno spiraglio per i tifosi scaligeri, che hanno ritrovato dopo quattro stagioni quella serie B perduta, che gli consente – perlomeno – di sognare il “gran ritorno”, e la rivincita nel Derby contro il Chievo. La Juve Stabia, invece, nonostante non possa vantare trofei in bacheca, nè un passato prestigioso, è stata accompagnata nella sua avventura-promozione da un tifo calorosissimo, che solo la gente del Sud può offrire: un sostegno incondizionato, di una cittadina operaia – afflitta dai tanti problemi legati alla Ficantieri ed alla difficile situazione dei suoi lavoratori. Ecco perchè, nel loro piccolo, i giocatori della Juve Stabia hanno voluto celebrare la vittoria con un messaggio di solidarietà e di vicinanza agli operai: “Castellammare è Fincantieri”. Una cittadina che, nonostante tutto, si è lasciata travolgere dall’entusiasmo, dai caroselli di auto e moto, dall’esplosione di gioia di fronte ai maxischermi posizionati sul lungomare e nei pressi dello stadio Menti, dalla partecipazione di un tifoso d’eccellenza, come Fabio Quagliarella che, nonostante stesse partecipando al ricevimento per il matrimonio di Bonucci, chiamava continuamente suo padre per ricevere informazioni sulla squadra, alla quale è legatissimo. L’altra faccia della medaglia, invece, sono le sconfitte: Salernitana ed Atletico Roma. Tanta delusione per il mancato traguardo raggiunto, qualche momento di tensione nelle rispettive tifoserie, ma la consapevolezza di aver realizzato comunque un cammino importante fino alle due finali play off, nelle quali – per entrambe le squadre – è mancata la lucidità necessaria per compiere l’impresa. La serie B, per loro, dovrà attendere ancora anche se, dopo la delusione di quest’anno, certamente la Salernitana tenterà il prossimo anno di tornare nella serie cadetta, dopo aver assaporato anche la serie A in passato. Per l’Atletico Roma, invece, terza squadra della Capitale, di recente fondazione – nel 1998 con il nome di Cisco Roma – la serie B sarebbe un mondo inesplorato, un’avventura nuova da intraprendere. Per Atletico Roma e Salernitana, appuntamento al prossimo anno, per Hellas Verona e Juve Stabia, invece, la festa può continuare.