Paul Pogba, al 82′, con una sua rete ha deciso il match tra Juventus-Sassuolo, in favore della squadra di Allegri, mettendo un tassello importante nell’economia del campionato: con questa vittoria la Juventus è a +11 punti sulla Roma seconda in classifica. La squadra di Garcia, ormai in fase calante da diverse settimane, non impensierisce più i campioni d’Italia in carica e soltanto un suicidio della Juventus, il che appare improbabile, può riaprire questa Serie A 2014-2015. I meriti della squadra bianconera sono sotto gli occhi di tutti ma giocare un campionato dove tutte le avversarie fanno a gara a chi sbaglia di più è un bel vantaggio.
Paul Pogba ha deciso Juventus-Sassuolo e la stagione intera
Nella prima frazione di gara occasioni pericolose da gol non se ne segnalano ma la partita è gradevole; la Juventus fa la gara ma il Sassuolo difende con ordine. Il primo tiro nello specchio della porta arriva al minuto 32′ quando Tevez, da fuori area, conclude ma Consigli respinge di pugno. Al 36′ punizione di Sansone ma il tiro è troppo centrale e Storari può parare.
Nella ripresa subito pericoloso Pogba al 50′ con un tiro che sfiora il palo; il secondo tempo è quasi a senso unico anche se i padroni di casa non riescono quasi mai a centrare la porta; al’ 82 perde palla Berardi e regala alla Juventus la possibilità di partire in contropiede concluso con una gran conclusione di Pogba che questa volta centra la porta, decidendo la gara e probabilmente lo scudetto, anche se forse a vedere l’andazzo di questo 2015, lo scudetto si era già deciso nello scorso anno: 11 punti di vantaggio e lo scontro diretto a proprio favore, fanno fare sogni tranquilli agli uomini di Allegri.
Una Lazio praticamente perfetta, a tratti incontenibile ha mandato al tappeto una Fiorentina insicura, con poche idee e che ha limitato il passivo solo grazie ad uno straordinario Neto.
Gli uomini di Pioli hanno approcciato la gara nel modo giusto, hanno avuto solo il difetto di essere poco concreti nel primo tempo per poi però dilagare nel secondo tempo.
La Fiorentina invece non ha praticamente creato mai niente, non ha saputo reagire alle sberle prese ed ha mostrato una stanchezza, magari più psicologica che fisica, per le gare intense disputate nell’ultimo periodo.
Veniamo al racconto della gara.
Pioli recupera Marchetti e Mauri e schiera i suoi con il 4-2-3-1, con appunto Mauri, Candreva e Felipe Anderson alle spalle di Klose.
Montella risponde con il 4-3-1-2 con Ilicic e Salah di punta, supportati da Diamanti dietro di loro.
Partenza sprint della Lazio che al 5° trova già il vantaggio con una gran conclusione di Biglia che colpisce al volo dal limite, dopo una respinta della difesa viola, e batte Neto. nei minuti successivi i biancocelesti costruiscono altre tre ghiottissime palle gol che non vengono però sfruttate da Klose, Felipe Anderson e Mauri. La Fiorentina dopo lo shock iniziale prova a crescere cercando di spingersi con le accelerazioni di Salah. Al 25° viola vicino al pari con la punizione di Mati Fernandez che esce di poco. Alla mezz’ora si ripete la sfida Felipe Anderson-Neto e la vince ancora il portiere viola. Passano 3 minuti e Biglia cerca il replay del gol ma Neto sfodera una prodezza e devia il pallone sul palo. La Fiorentina non riesce a costruire ma anzi continua a soffrire le verticalizzazioni dei padroni di casa. Il primo tempo si chiude sul 1-0, risultato che va ampiamente stretto alla Lazio.
Miroslav Klose | Foto Twitter
Si riparte con Montella che effettua un cambio, dentro Pizarro e fuori Diamanti. In campo si rivede un altra viola, più convinta, più aggressiva ma nonostante questo Marchetti rimane inoperoso, l’unico tiro insidioso arriva al 56° con Badelj che però non trova la porta. Neto torna protagonista al minuto 61° quando blocca una conclusione piuttosto forte ed insidiosa di Novaretti su azione da corner. Al 64° la Lazio raddoppia con Candreva che trasforma un calcio di rigore concesso per fallo di Tomovic su Felipe Anderson. La Fiorentina prova a premere ma la Lazio prima sfiora il gol con Klose, anticipato da Neto in uscita, e poi trova la rete al 75° con lo stesso tedesco che in tuffo spinge in gol un pallone respinto da Neto dopo un tiro di Candreva. Al 84° i biancocelesti calano il Poker, rapido contropiede di Keita che davanti a Neto calcia, il brasiliano salva, arriva Klose, altro salvataggio del portiere, la palla però torna al tedesco che da due passi sigla la doppietta. La gara finisce qua, la Lazio aggancia il Napoli al 3° posto mentre per i viola arriva uno stop dopo una serie positiva che durava dal 6 gennaio.
Un rigore calciato con il cucchiaio da Mauro Icardi al 86° permette all’Inter di completare la rimonta, i nerazzurri erano andati sotto per 2-0, ed ottenere un prezioso 2-2 in casa del Napoli.
Reazione d’orgoglio ma anche mossa tattica vincente di Mancini che passa al 4-2-3-1 e mette in difficoltà gli azzurri.
Il Napoli, molto positivo per larghi tratti della gara, si spegne nella seconda parte della ripresa e subisce il ritorno dell’Inter. Benitez deve rammaricarsi per l’occasione persa ma può esser contento per il ritorno al gol in campionato di Higuain e per l’ottima prestazione di Hamsik.
Veniamo al racconto della gara.
Benitez sceglie Mertens e Callejon per completare il trio di trequartisti alle spalle di Higuain, panchina inizialmente per Gabbiadini.
Mancini conferma la formazione prevista alla vigilia con Shaqiri che si posiziona dietro alla coppia d’attacco Icardi-Palacio.
Il Napoli parte subito aggressivo, tant’è che per fermare Higuain, Juan Jesus rimedia un giallo dopo 40 secondi. L’Inter non sta a guardare e al 5° Palacio ha una potenziale chance ma Andujar esce bene e lo costringe ad allargarsi prima di chiudergli la conclusione. Il Napoli risponde poco dopo con una conclusione del Pipita deviata in corner da Handanovic. E’ sempre Higuain a creare occasioni, come al 13° quando l’argentino parte sul filo del fuorigioco e lascia partire un diagonale che finisce sul fondo. Un minuto dopo ci prova Hamsik, Handanovic pasticcia ma si salva in angolo. La sfida Higuain-Handanovic prosegue al 21° ed è nuovamente lo sloveno a vincere neutralizzando il tentativo di pallonetto dell’avversario. Al 31° clamoroso errore sotto porta di Higuain che non riesce a girare in rete un bel cross di Mertens, effettuato dopo un rapido contropiede. La restante parte del primo tempo scorre via con ritmi piacevoli e, dopo un minuto di recupero, Rocchi fischia la fine, si va al riposo sullo 0-0.
La trasformazione di Icardi dal dischetto | Foto Twitter
Si riparte ed è il Napoli a rendersi subito insidioso con un paio di guizzi di Mertens, sempre ben arginato da Ranocchia. Al 51° però il Napoli passa grazie ad Hamsik che s’inserisce e di testa gira in rete un perfetto cross di Henrique. La reazione nerazzurra è immediata e Icardi, con un bel colpo di testa in torsione, sfiora il pari al 53°. La partita si mantiene vivace e se l’Inter prova a trovare il pari, il Napoli è sempre pronto a ripartire sfruttando gli spazi. Al 63° arriva il raddoppio con Higuain che s’inventa un tiro a giro che sbatte sul palo interno e si insacca alle spalle di Handanovic. Mancini modifica lo schema inserendo Hernanes e passando al 4-2-3-1. Il cambio sembra dare i suoi frutti perchè l’Inter preme e sfiora il gol del 1-2 con Icardi. Il gol che riapre la gara arriva al 72° con Palacio che dopo un batti e ribatti in area, piazza la palla alle spalle di Andujar. I nerazzurri ci credono e vengono premiati al 86° quando Palacio si conquista un calcio di rigore, che costa il secondo giallo ad Henrique, che Icardi trasforma con il cucchiaio. Nel finale non succede altro, l’Inter rimonta il doppio svantaggio e porta a casa un punto che fa morale. Il Napoli invece si mangia le mani per non esser riuscito anche questa volta a sfruttare al massimo la frenata della Roma.
NAPOLI – INTER 2-2 (51° Hamsik (N), 63° Higuain (N), 72° Palacio (I) 86° rig. Icardi (I))
Napoli (4-2-3-1): Andujar; Henrique, Koulibaly, Albiol, Strinic; David Lopez, Inler; Callejon (87° Mesto), Hamsik (79° Gabbiadini), Mertens (72° De Guzman); Higuain.
Allenatore: Benitez.
Inter (4-3-1-2): Handanovic; Santon, Ranocchia, Juan Jesus (84° Puscas), D’Ambrosio; Guarin, Medel, Brozovic (65° Hernanes); Shaqiri; Palacio, Icardi.
Allenatore: Mancini.
Arbitro: Rocchi.
Ammoniti: Juan Jesus (I), Mertens (N), Brozovic (I), Guarin (I)
La domenica pomeriggio della 26° giornata di Serie A ha visto la Roma frenare anche in casa del Chievo, non andando oltre allo 0-0. Pareggio a reti bianche anche per il Parma, che torna a giocare dopo le due giornate rinviate, contro l’Atalanta. Si spartiscono la posta anche Empoli e Genoa, 1-1 il finale. L’unico successo di questo pomeriggio l’ottiene l’Udinese che riesce a fermare la striscia positiva del Torino, andando ad imporsi per 3-2 contro i granata. Da segnalare in Chievo-Roma il bruttissimo infortunio di Federico Mattiello che in un contrasto di gioco con Nainggolan ha subito la frattura di tibia e perone.
Veniamo ad un breve racconto delle gare odierne.
CHIEVO – ROMA 0-0
Niente da fare, Rudi Garcia non riesce a trovare la cura per la pareggite. Una Roma davvero brutta, che non è piaciuta nemmeno al proprio tecnico, non riesce a scardinare un Chievo preciso ed ordinato. Maran può essere contento e magari rammaricarsi per alcuni contropiede non finalizzati a dovere. Al Bentegodi è 0-0.
EMPOLI – GENOA 1-1
Partita dai due volti, decisamente divertente, quella del Castellani. Nel primo tempo un Genoa brillante, ben messo in campo sovrasta un Empoli brutto e lento, e trova il meritato vantaggio al 27° con Niang. Nella ripresa però i padroni di casa cambiano regime e spingono alla ricerca di quel pari che arriva, in maniera un po’ rocambolesca, con Barba che spinge in rete dopo un salvataggio di Perin dal corner di Valdifiori.
PARMA – ATALANTA 0-0
Il Parma torna a giocare dopo due gare rinviate e conquista subito un punto. La gara del ritorno dei Ducali e della prima di Reja sulla panchina dell’Atalanta, non è stata certo indimenticabile, da segnalare pochissimi sussulti e l’espulsione del giallobluRodriguez nel finale di gara.
UDINESE – TORINO 3-2
Antonio Di Natale | Foto Twitter
L’Udinese torna al successo, il Torino ferma la sua striscia di 12 risultati positivi consecutivi. Stramaccioni torna a respirare l’aria buona del successo dopo un periodo decisamente no. A passare in vantaggio però è il Toro con l’ex Quagliarella che al 15° di testa batte Karnezis. Neanche il tempo di gioire che Di Natale riagguanta subito i granata. Il pari esalta i bianconeri che al 25° su azione di corner trova il vantaggio per la sfortunata deviazione di Molinaro nella propria porta. Il Torino cerca il pari ma l’Udinese regge e nella ripresa il giovane Wague trova il gol del 3-1. I granata provano a tornare in partita grazie alla conclusione di Benassi, deviata da Piris, ma non basta, i 3 punti sono dei ragazzi di Stramaccioni.
RIEPILOGO RISULTATI 26° GIORNATA SERIE A
Sampdoria- Verona 2-0 giocata ieri
Milan – Verona 2-2 giocata ieri
Cesena – Palermo 0-0 giocata alle 12.30
Chievo – Roma 0-0
Empoli – Genoa 1-1
Parma – Atalanta 0-0
Udinese- Torino 3-2
Napoli – Inter stasera alle 20.45
Lazio – Fiorentina domani h.19
Juventus – Sassuolo domani h.21
CLASSIFICA DOPO 26 GIORNATE
Juventus* 58, Roma 50, Napoli* 45, Lazio* 43, Fiorentina* e Sampdoria 42, Genoa* 37, Torino 36, Inter*, Milan e Palermo 35, Udinese* 31, Empoli, Sassuolo* e Verona 29, Chievo 26, Atalanta 24, Cagliari e Cesena 20, Parma ** 11
Sembrava la serata perfetta per la rinascita del Milan di Pippo Inzaghi: lo svantaggio iniziale, la rimonta firmata anche da uno dei giocatori più criticati, Philippe Mexes, insomma una perfetta sceneggiatura per il più classico dei lieto fine, così non è stato.
A rovinare la festa dei rossoneri ci ha pensato Nico Lopez che al minuto 94° ha segnato il gol che ha gelato San Siro ed ha consegnato un punto molto prezioso al suo Verona nella corsa salvezza.
Adesso c’è da capire come reagirà la dirigenza del Milan a questo ennesimo stop, con una prestazione a larghi tratti molto negativa, la posizione di Inzaghi sembra ancora più in bilico, saranno le prossime ore a decidere il futuro di Superpippo.
Veniamo al racconto della gara.
Inzaghi sorprende tutti schierando Mexes in difesa al posto di Bocchetti ma sopratutto escludendo dalla formazione iniziale Mattia Destro, in attacco quindi con Cerci, Superpippo opta per Pazzini. A centrocampo Bonaventura-Muntari-Poli.
Mandorlini sceglie Sala e Pisano sulle fasce in difesa, a centrocampo Ionita va ad aggiungersi ad Halfredsson e Tachtsidis. Il trio offensivo è composto da Jankovic, Toni e Juanito Gomez.
La partita inizia con un Milan che fa girare il pallone ma non riesce praticamente mai a rendersi insidioso perché il Verona si compatta subito senza lasciare spazi. Gli uomini di Mandorlini provano a rendersi insidiosi in ripartenza come al 12° quando un diagonale di Jankovic esce non di molto. Al 17° la gara si sblocca, ingenuo fallo di Muntari su Ionita, dal dischetto va Toni che con un dolce cucchiaio batte Diego Lopez. La reazione del Milan non si vede, i rossoneri continuano con il possesso palla troppo lento che permette ad un attento Verona di chiudere agevolmente ogni possibile passaggio. Le uniche possibilità, potenziali, dei rossoneri nascono da errati disimpegni dei gialloblu. Alla mezz’ora Ionita s’inventa una giocata che varrebbe il raddoppio se non fosse per Diego Lopez che chiude, respingendo. Nel Milan ci prova Mexes con una gran conclusione fuori di poco. Al 41° però si ristabilisce la parità, Jankovic tocca Mexes in area, è rigore, dal dischetto Menez calcia forte e centrale, battendo Benussi. Il primo tempo si chiude sul 1-1.
Nico Lopez festeggiato dai compagni | Foto Twitter
Si riparte e subito il Milan trova il vantaggio, su un cross di Cerci, la palla finisce a Mexes che si allarga, calcia da posizione defilata ma il suo tiro è toccato da Tachtsidis e finisce in rete. La rete sembra togliere tutta la tensione al Milan che inizia a giocare in scioltezza, il Verona invece incassa pesantemente il colpo. I gialloblu ci mettono quasi 10 minuti a riprendersi ma poi al 56° con una bella accelerazione provano a spaventare la retroguardia del Milan con l’azione che vede Toni arrivare al tiro, fuori di poco. Il Verona non riesce ad effettuare un pressing efficace ed il Milan può così far girare il pallone con facilità. Al 73° Tachtsidis ci prova da fuori ma la sua conclusione si schianta sulla traversa e rimbalza in campo. Il Verona cerca ma costruisce poco, almeno sino al 94° quando Nico Lopez sfrutta una sponda di Juanito Gomez, s’infila in area e batte Diego Lopez. Sostanzialmente non c’è più tempo. Il Milan è gelato, il Verona festeggia un punto preziosissimo per la salvezza. La situazione di Inzaghi potrebbe complicarsi sempre di più.
La 26° giornata di Serie A si disputerà su tre giorni, aprendosi con i due anticipi di sabato Sampdoria-Cagliari e Milan-Verona e si concluderà lunedì con i due posticipi Lazio-Fiorentina e Juventus-Sassuolo.
Come ogni turno, per venire incontro ai fantallenatori, torna la rubrica Consigli Fantacalcio con i consigliati, gli sconsigliati e le sorprese delle 20 squadre di Serie A.
CONSIGLI FANTACALCIO PER LA 26° GIORNATA DI SERIE A
SAMPDORIA – CAGLIARI sabato 07/03 h.18.00
CONSIGLIATI
EDER: torna a disposizione, vorrà tornare al gol.
M’POKU: il talento belga potrebbe creare problemi ai difensori blucerchiati.
Quello che si sta vivendo a Parma è uno spaccato, come abbiamo visto precedentemente, della difficile situazione che sta attraversando il nostro paese. Il fatto è che se è giusto e sacrosanto sbattere la testa in continuazione per risolvere situazioni che sono di vitale importanza per una Nazione è anacronistico e folle diventare pazzi per risolvere il fallimento di una società di calcio che in fondo produce spettacolo ed al limite attraverserà i difficili passi che hanno passato centinaia di altre aziende in Italia.
Il Parma è stato mal gestito, su questo non ci sono dubbi, è stato mal venduto ed infatti i primi acquirenti dopo aver visto le sue reali condizioni sono spariti lasciando tutto a Manenti, che non si capisce con che garanzie e con che criterio abbia mai pensato di risollevare la situazione. Oggi al Parma sono interessate una miriade di componenti, le quali vogliono tutte dire la loro e chi per interesse chi per ruolo istituzionale vuole tenere in vita la società almeno fino a fine stagione. Perché?
Tommaso Ghirardi | Foto Twitter
Difficile diventa spiegare ad un semplice negoziante che la domenica guarda per passione e tifo magari le partite di calcio, che se non riesce a pagare la merce e ha difficoltà a rientrare di debiti contratti con un Istituto di Credito per poche decine di migliaia di Euro è costretto a chiudere la serranda dall’oggi al domani, mentre una società di calcio che contrae debiti per centinaia di milioni di Euro continua a giocare, fare spettacolo e allargare il debito negli anni. Difficile è spiegare ad un cittadino in difficoltà per pagare le bollette a fine mese perché nonostante alla luce del sole ci sia tutto questo ci siano comunque enti e personaggi vari che insistono nel voler portare avanti un carrozzone ormai defunto per la sola giustificazione della regolarità di un semplice campionato di calcio, perché alla fine solo questo è.
Skyinterviene sulla questione, e ne ha ben donde sia chiaro, perché a sua volta come migliaia di tifosi parmigiani è una delle tante parti lese di questa faccenda. La televisione ha pagato i diritti alla società Parma per trasmettere lo spettacolo che il Parma ad inizio stagione ha garantito di poter offrire all’emittente e al suo palinsesto ma a questo punto deve tornare logica e consequenziale la tematica delle proporzioni di soldi dati alle squadre di calcio sui diritti stessi.
La Lega Calcio è evidente che attinge avida dai soldi che arrivano dalle emittenti televisive ed è altrettanto evidente che deve rispondere del fatto che i suoi appartenenti in modo poco chiaro o fraudolento contribuiscono allo sfascio di un movimento enorme che direttamente o per indotto produce e consuma denari in continuazioni ed in proporzioni bibliche. Ha senso da parte della FIGC fare un piano che prevede, attraverso la solita mutualità, l’aiuto necessario alla società per chiudere la stagione quando tanti tifosi, molta gente comune alla quale proponi il tuo show e una moltitudine di telespettatori battagliano tutti i mesi per arrivarne alla fine centellinando le spese?
E la UEFA? Il tanto enunciato Fair-Play finanziario che ha bloccato anche l’iscrizione del Parma all’Europa Leaguequest’anno perché si è fermato solo a quel controllo che pareva ridicolo, per un ritardato pagamento dell’IRPEF di alcuni calciatori transitati da Parma per alcuni mesi lasciando allora interdetta la Lega e la FIGCche erano a spada tratta a difesa del Parma? Evidentemente il massimo organo europeo in materia del calcio sa ma non è in grado di sapere o fa finta di non sapere tutto sulle società sue appartenenti. Insomma le colpe sono tante, avranno alcuni nomi e cognomi ma non saranno mai divise equamente, proprio come i famosi diritti televisivi che per alcune squadre di calcio vale il monte stipendi annuale, mentre per altre non copre nemmeno un semplice trasferimento di un calciatore, alla faccia delFair-Play finanziario.
Quanto accaduto al Parma e quanto accadrà ai suoi ex amministratore diverrà in ogni caso fatto di cronaca, come accaduto per i casi Ferlaino, Cecchi Gori, Cragnotti, Tanzi, Gaucci, Mezzaroma e altri meno noti ma è come per calciopoli, calcioscommesse etc… un ottimo motivo ed un’occasione per fermarsi un attimo, riflettere e rifondare un movimento tentacolare e miliardario che ha già perso in partenza qualcosa di fondamentale, la credibilità.
La 25° giornata di Serie A è stata disputata sui tre giorni, partendo dall’anticipo Chievo-Milan e chiudendosi con il big matchRoma-Juventus di lunedì sera. Anche questa settimana per il caso Parma c’è stato un rinvio, Genoa-Parma nello specifico,a data da destinarsi, si utilizza quindi il 6 politico per tutti i calciatori dei due team.
Per quanto riguarda le Statistiche Fantacalcio possiamo dire che c’è stato un ulteriore calo dei gol segnati, mentre più leggero quello degli assist. Non ci sono state marcature multiple.
Veniamo quindi al riepilogo di questa giornata attraverso le Statistiche Fantacalcio.
In questa giornata sono stati segnati 14 gol: Stendardo, Conti, Rodriguez, Salah, Tevez, Felipe Anderson, Klose, Parolo, Keita, Muriel, Okaka, Glik, Juanito Gomez, Toni.
Gli Assist forniti e assegnati da La Gazzetta dello Sport sono stati 8: Dramè, Brienza, Felipe Anderson, Florenzi, Okaka, Farnerud, Halfredsson (2).
Non ci sono state autoreti e nemmeno rigori sbagliati. L’unico espulso del turno è stato il giallorossoTorosidis in Roma-Juventus
Felipe Anderson | Foto Twitter
Il miglior punteggio di giornata se lo sono giocato, sostanzialmente i due calciatori autori sia di un gol che di un assist, ovvero Felipe Anderson e Stefano Okaka. L’attaccante della Sampdoria ha ottenuto il 7 in pagella ma oltre ai bonus ha anche avuto l’ammonizione che gli toglie mezzo punto portando così il totale per il blucerchiato a 10.5. Il brasiliano della Lazio invece non ha ottenuto alcun malus ed ha portato a casa il 7.5 in pagella per un totale di 11.5 che per mette così al biancoceleste di diventare il calciatore con il miglior punteggio di giornata.
Questa la Top 11, schierata in campo con un 4-3-3, dei migliori punteggi di questo 25° turno di Serie A (voti e bonus / malus presi da “La Gazzetta dello Sport“):
Neto 7.5; Glik 10.5, Stendardo 8.5, Cavanda 7, Radu 7; Felipe Anderson 11.5, Salah 10.5, Keita 10; Okaka 10.5, Toni 10, Tevez 10
Questa la Flop 11, schierata in campo con un 4-3-3, dei peggiori punteggi di questo 25° turno diSerie A (voti e bonus / malus presi da “La Gazzetta dello Sport“):
Ecco le Statistiche Fantacalcio aggiornate dei 3 migliori calciatori ruolo per ruolo, con almeno 5 partite giocate, per Fantamedia, dopo la 25° giornata di Serie A:
PORTIERI: Buffon (Juventus) 5.98; Perin (Genoa) 5.52; Neto (Fiorentina) 5.44
Una vera e propria muraglia spesso insuperabile, vincitrice del premio come miglior portiere, assegnato dal sito Calciodonne.it per la stagione 2013/14 e spesso decisiva nelle gare disputate in questo campionato, stiamo parlando di Rosalia Pipitone estremo difensore della Res Roma.
Nata a Torretta, in provincia di Palermo, il 3 agosto 1985, Rosalia inizia a giocare con Autoscuola Puccio e Aquile Bagheria, squadre della sua provincia, poi nel 2011 si trasferisce alla Res Roma, sua attuale squadra.
Andiamo a conoscere il portierone della Res, scoprendo i suoi inizi, i suoi obiettivi, il suo rapporto con i tifosi, insomma conosciamo meglio Rosalia Pipitone.
Per iniziare vogliamo chiederti come ti sei avvicinata al calcio, come è nata in te la passione per questo sport?
La mia passione è nata sin da piccola, ho una foto in cui avevo tre anni e stringevo un pallone da calcio tra le mani. Ho iniziato giocando con gli amici per strada.
Hai un calciatore a cui ti ispiri, un idolo?
Il mio idolo è Christian Abbiati. Ricordo il suo esordio nel 1998/99 quando entrò a sostituire Sebastiano Rossi che era stato espulso. Da quel momento si conquistò il ruolo di titolare divenendo decisivo per la conquista dello scudetto dei rossoneri.
C’è una calciatrice straniera con cui ti piacerebbe giocare?
Sicuramente l’attaccante americana Abby Wambach.
Cosa manca, secondo te, al calcio italiano per poter competere a livello europeo?
Uno dei principali fattori è che all’estero le calciatrici sono professioniste, giocano a calcio per passione ma anche come mestiere, potendo così concentrarsi solo sul calcio. Qua la maggior parte delle ragazze o lavora o studia quindi non può dedicarsi totalmente al calcio. Un altro fattore è sicuramente la mancanza di strutture.
Sei considerata, a giudizio di molti, tra i migliori portieri della Serie A, qual è il tuo punto di forza e dove pensi di dover migliorare?
Punto di forza? Non saprei, molto probabilmente la mia capacità di saper giocare bene con i piedi, anche nell’impostare l’azione. Vorrei invece migliorare nelle uscite basse.
C’è una parata che ricordi con particolare piacere?
Nella gara di andata di quest’anno contro la Torres. Eravamo avanti 1-0 e mancavano pochi minuti alla fine, Marchese colpisce di testa e la palla si dirige sotto la traversa, ci sono arrivata con un balzo e l’ho deviata con la mano di richiamo.
Quest’anno, dopo aver avuti un inizio molto positivo, la Res si trova in un periodo decisamente poco brillante, qual è adesso l’obiettivo della tua squadra?
L’obiettivo è sempre stato la salvezza diretta, insomma cercare di rientrare tra le prime sei, adesso è lo stesso, arrivare tra le prime sei oppure cercare di arrivare 7° con almeno dieci punti di vantaggio sulle rivali per poter evitare di disputare i playout.
Com’è la vita da calciatrice ed il tuo rapporto con i tifosi della Res Roma?
Diciamo che posso ritenermi “privilegiata” facendo solo la calciatrice. Riguardo ai tifosi, sono un pubblico fantastico. Ci dedicano cori personalizzati, ci sostengono con striscioni, coreografie, non ci fanno mancare niente. Ho un ottimo rapporto con loro.
Tornando a parlare del campo, c’è tra le tue compagna giovane che pensi abbia la possibilità di divenire un talento futuro?
La nostra è una squadra con tante giovani ma certamente posso nominare Giada Greggi. E’ giovanissima, classe 2000, con tutte le potenzialità per emergere. Mi ha colpito, difficilmente mi faccio entusiasmare ma lei mi ha davvero colpito positivamente.
Un’ultima domanda prima di salutarti e ringraziarti, secondo te perchè i nostri lettori dovrebbero seguire il calcio femminile?
Dovrebbero seguirlo perchè è uno sport pulito, fatto con tanta passione.
Innocente come l’acqua che attraverserebbe se arrivasse un’offerta concreta, così Paulo Dybala, rivelazione della Serie A di quest’anno, risponde ad una domanda specifica posta in un’intervista da Radio Belgrano, emittente argentina che segue spesso i calciatori sudamericani che militano nel nostro campionato.
L’intervista è stata ripresa dal Daily Mail che a sua volta, per via dell’interesse che hanno diversi club d’oltremanica sul giocatore del Palermo, segue passo per passo ogni vicenda che riguarda gli stesi nel Bel Paese.
Paulo Dybala | Foto Twitter
Paulo Dybala già precedentemente aveva fatto capire di preferire, qualora ci fossero le condizioni, i blaugrana o una squadra di Premier League in particolare il Manchester City che da lui sono sempre scelti anche per le partite con gli amici alla Playstation. Queste affermazioni erano apparse sul Guerin Sportivo il mese scorso ma erano state prese così come un sogno da parte di un ragazzo che si sta specchiando nel magico mare della notorietà calcistica.
Nell’intervista più recente a Radio Belgrano, appunto, il Golden Boy rosanero mette subito le cose in chiaro:
“Se aprirei ad un’eventuale offerta del Barcellona? Ci andrei a nuoto fino a Barcellona se arrivasse una loro chiamata. Non dovrei nemmeno cambiare la mia attrezzatura da nuoto, dopotutto avrei solo da attraversare il Mar Mediterraneo”.
La domanda dell’emittente era specifica e riferita proprio alle sue dichiarazioni apparse sul Guerin Sportivodove parlava di un sogno giocare nella squadra di Luis Enrique o in un team della Premier League. Secondo fonti di mercato Paulo Dybala è seguito in modo serrato da Manchester United, Manchester City, Juventus, Napoli e Borussia Dortmund ma l’ultima valutazione fatta da Zamparini (più di 50 milioni di Euro) ha lasciato interdetti tutti che ora stanno valutando.
Intanto il ventunenne attaccante argentino a mezzo stampa si muove con questa dichiarazione d’amore per il Barcellona e sappiamo che quando c’è una trattativa di mercato ormai si deve fare i conti con tre parti in causa non più due, quindi Juventus e Napoli sono avvisate, in caso di offerta dai catalani non ci sarebbe storia, così come la valutazione di Zamparini potrebbe essere rivista al ribasso in caso di interessamento del team di Luis Enrique, proprio per volontà del giocatore.
L’estate del mercato è ancora lontana ma pare che per Dybala e il Palermo si prospetti già un periodo molto caldo da seguire con attenzione.