Tag: Serie A pallanuoto femminile

  • La Rari Nantes Florentia sogna, il “fiorentino doc” Mugelli anche

    La Rari Nantes Florentia sogna, il “fiorentino doc” Mugelli anche

    Mai in A2 la Florentia, l’unico club sempre stato nel massimo campionato, con nove scudetti all’attivo dal 1929, l’anno dell’esordio della formazione gigliata. In realtà sarebbe retrocessa, ma la fortuna è girata dalla parte di una società pulita, fino a qualche anno fa una delle più prestigiose della massima serie. L’allargamento a 14 squadre ha permesso un ripescaggio fanstastico per la città e i ragazzi che con quella calottina ci sono nati e cresciuti. Un’annata deludente, difficile sotto diversi punti di vista, quella passata, e soprattutto se sei la Florentia è difficile vivere nelle zone più basse.

    Stemma Florentia
    Stemma Florentia

    E’ andata così, le situazioni non possono sempre sorriderti e, dopo un ridimensionamento, unito allo sforzo da parte di tutti di rimettersi in gioco e ripartire, c’è la voglia, come non mai, di dimostrare in questa stagione di non essere ” finiti “.

    Firenze merita che la sua squadra di pallanuoto lotti ancora in A1 e lo faccia ancora per tanto, nonostante tutte le difficoltà del caso. Una società improntata su valori seri, quelli che spesso vengono a mancare invece in altre realtà, fior fior di giocatori passati da lì hanno indossato con orgoglio questa calottina, chi ha lasciato un ricordo migliore chi meno, ma la passione, quella non è mai mancata a nessuno. Si sono rituffati in acqua, ancora in A1, e quando ti svegli e ricevi una notiza del genere è sempre positivo, ma ora ci sarà da lottare per mantenerla, con le unghie e con i denti, da Rari Nantes Florentia insomma.

    L’entusiasmo, il carattere, la grinta, che cercherà di trasmettere Riccardo Vannini, uno che non ha mai mollato in acqua e che non vorrà farlo mai nemmeno sul bordo vasca. Tanti giovani, molti ” fatti in casa ” e tutti comunque toscani, come Mugelli, i fratelli Panerai, Cicali, Generini, Brancatello, Dani e Bosazzi, chi è fiorentino d’adozione come Gigi Gobbi, in pianta stabile in questa formazione ormai da diversi anni. Il romano Matteo Gitto, con l’arrivo dei liguri Matteo Astarita e Colombo, con Lorenzo Bruni, centroboa arrivato via Recco e originario di Prato, forma il trio degli ” oriundi “. Eccezion fatta per Dusan Vasic, l’ex Vojvodina, colui da cui ci si aspettano i gol, giovane con un ottimo tiro, in attesa di avere a disposizione anche il brasiliano, classe ’96, Guilherme Gomes, fratello di Bernardo, che invece gioca nel Vis Nova.

    Rari Nantes Florentia 2015 / 2016
    Rari Nantes Florentia 2015 / 2016

     Chi ha la Florentia nel cuore, ogni giorno vive per questi colori, è Luca Mugelli, neo capitano di questa formazione, quella che fin da bambino ha sempre guardato con grande rispetto e ammirazione. Ha seguito tutti i consigli degli allenatori, compagni e giocatori che sono stati lì, facendone tesoro. Il bambino che era è cresciuto, è in rosa da anni, come titolare e poter scendere tutti i sabati in acqua con la squadra che più ami non è da tutti, ripensando ai sacrifici fatti, alla voglia di salire gradino dopo gradino la scala verso il risultato più alto, che quest’anno si chiama salvezza, ma chissà, potrà riservare anche piacevoli sorprese. Lo abbiamo intervistato e la sua storia è la sintesi del suo percorso, fino ad oggi fatto, con la sua Florentia, a braccetto verso qualcosa di impensabile alla fine dello scorso campionato. Un periodo buio quello portato dalla parola ” retrocessione “, poi la decisione del ripescaggio e la voglia di reiniziare a sognare.

    Luca Mugelli portiere della Florentia
    Luca Mugelli portiere della Florentia

    Luca, Firenze come cittá e per la sua storia pallanuotistica rischiava per la prima volta di non essere nella massima serie ma la Florentia, grazie alla scelta di allargare la A1, è rimasta dove merita. Come è stato ricevere la notizia e cosa dovrete fare per ottenere la salvezza?

    La scorsa stagione è stata senza ombra di dubbio la più dura della mia carriera, abbiamo sofferto molte situazioni come squadra e come società. Eravamo già pronti ad affrontare un campionato di A2, con l’obiettivo di tornare nella massima serie il prima possibile, ma poi è arrivata la notizia, accolta con entusiasmo da parte di tutti noi atleti. Rispetto all’anno scorso abbiamo deciso insieme all’allenatore di stringere i denti e di adottare un regime di allenamenti più rigoroso. Sono arrivati molti giocatori importanti (Bruni, Vasic, Astarita, Panerai, Colombo e Gomez), che si stanno integrando al meglio nel gruppo. La salvezza è il nostro unico obiettivo ma per raggiungerla dovremo continuare ad allenarci con questo spirito e rimanere uniti nei momenti più delicati“.

    La squadra è giovane, ma i nuovi arrivati sono comunque esperti, come lo è l’allenatore. Su cosa lavorate e quali caratteristiche / qualitá vi dovranno contraddistinguere x raggiungere l’obiettivo che vi siete prefissati?

    Sono sicuro che quest’anno potremo contare anche su qualche individualità, credo molto nei mezzi che abbiamo a disposizione e spero di non rimanere deluso da queste mie aspettative. I nostri punti di forza dovranno senza dubbio essere la grinta e la coesione del gruppo, due elementi dai quali non possiamo prescindere se vogliamo sperare di raggiungere il nostro obiettivo“.

    Da portiere e capitano dovrai gestire alcune situazioni, la difesa in primis dovrà essere il primo baluardo, la vostra forza da cui partire per raggiungere i risultati. Cosa significa essere uno dei veterani della squadra dove si è nati?

    Per me è sempre un onore poter difendere la porta della mia Rari, così come lo è esserne diventato il capitano. Mi sento parte integrante di una società che, nonostante alcuni eventi dannosi verificatisi negli anni passati, ha voglia di tornare a splendere. Quest’anno siamo ripartiti dalle basi, stiamo di giorno in giorno costruendo il nostro modo di giocare cercando di sfruttare al meglio le qualità di ognuno. Sicuramente la difesa è il primo degli aspetti su cui lavorare anche perché avendo vari volti nuovi in squadra è necessario collaudare al meglio i meccanismi“.

    Dovessi scegliere, nel tuo percorso di crescita, visto che da un pò di anni sei il primo portiere in A1, chi ringrazieresti, tra allenatori ed ex compagni di squadra? Una parola speciale andrà a  Minetti sicuramente, visto che lui ti ha come allevato…

    Spero di non sfociare nel banale se dico che ognuno degli allenatori avuti, sia nel club che in nazionale, mi ha trasmesso qualcosa di positivo, sia per la parte tecnica che per quella mentale, che io reputo di eguale importanza. Da Jacopo Mazzoni, che mi ha fatto appassionare alla pallanuoto, a Riccardo Vannini, con cui mi sono trovato benissimo fin da subito e che ogni giorno ci trasmette tutta la sua carica. Un pensiero particolare va a Dusan Popovic, venuto a mancare pochi anni fa, che mi ha seguito dai miei 14 anni e mi ha portato in prima squadra; la sua disciplina ferrea mi ha fatto crescere molto. In seguito è stato Leonardo Sottani a schierarmi come titolare affiancandomi all’ex portierone Luca Minetti, da cui ho potuto imparare moltissimo“.

    Il momento piu bello, dovessi sceglierne uno e cosa significherebbe la salvezza per te?

    Sono molte le emozioni che mi regala questo sport, amo sentire l’adrenalina che sale prima di entrare in acqua per una partita importante, così come sentire il pubblico esultare per una mia parata o per una rete dei miei compagni. Non saprei stilare una classifica di tutti i bei momenti che la pallanuoto mi ha dato ma il primo che mi viene in mente adesso risale a due anni e mezzo fa, quando siamo riusciti a conquistare la qualificazione in Champions League. Quest’anno raggiungere la salvezza è un obiettivo tanto importante quanto impegnativo, non ci sono ” squadre materasso ” e sicuramente siamo una delle squadre che si lotteranno per non retrocedere. Raggiungere questo traguardo sarebbe l’unico modo per riscattare la brutta stagione passata e un primo passo per far tornare la Florentia e Firenze a sognare: io ce la metterò tutta“.

     

    Soffrire, quello che la Rari ha sempre fatto, ma tornare in alto, parola di capitan Mugelli.

  • Migliaccio e l’Acquachiara, un sogno chiamato A1

    Migliaccio e l’Acquachiara, un sogno chiamato A1

    Quando si parla di Napoli spesso la gente storce il naso, pensa ad altro, ma lo sport e la pallanuoto tengono uniti tutti. Acquachiara e storia vanno di pari passo ed ecco che la compagine campana, entrata tra le pagine indelebilli della sua terra, da neopromossa, una volta coronato il suo grande sogno si appresta a viverlo e a rimanere a lungo nel grande palcoscenico dell’ A1. Due squadre nella massima serie, un vanto per la città di Napoli, l’esempio che la società negli anni ha lavorato alla grande, con serietà e umiltà, raggiungendo così gli obiettivi che si era posta.

    Carpisa Yamamay Acquachiara neopromossa in A1
    Carpisa Yamamay Acquachiara neopromossa in A1

    Un’annata da incorniciare quella della compagine allenata da Barbara Damiani, che ha visto un sogno coronarsi avendo la meglio nei play off sul Milano che comunque si è dimostrato essere avversario ostico. Restano negli occhi quelle immagini, la gioia, anni e anni di sacrifici, duro lavoro, per tagliare un traguardo chiamato “promozione“. La sconfitta in gara uno non ha demoralizzato il gruppo, le ragazze senza mai perdersi d’animo hanno prima avuto la meglio in terra lombarda per poi urlare al cielo tutta la loro soddisfazione, frutto della forza di volontà, nella loro piscina di casa, davanti a un pubblico tutto biancoceleste. L’entusiasmo della neopromossa, quello che metterà in vasca la formazione campana in questa nuova stagione, tante ragazze napoletane, altrettante nate e cresciute con la calottina dell’Acquachiara, quindi desiderose di portare ancora più in alto la loro squadra.

    Entra nella storia questa società, nata relativamente tardi, ma che già ha saputo togliersi le sue soddisfazioni. Capitanata da Franco Porzio, l’Acquachiara, già con la squadra maschile nel massimo campionato, ha aggiunto anche la formazione femminile alla Serie A1, e diciamolo, finalmente una squadra di Napoli. Partite dal basso, perchè questa è la situazione, anni e anni di Serie B, promozioni in A2, retrocessioni, montagne da scalare e dopo aver seminato tutte insieme le ragazze di Barbara Damiani hanno raggiunto la vetta, forse anche insperata, ma essendo lì ora non vorranno sicuramente recitare il ruolo di comparsa.

    L’Acquachiara, uno stile di vita, un esempio di grande serietà e dedizione nel lavoro, sia nella programmazione che nella crescita dei prodotti del vivaio, almeno in campo femminile; lo dimostrano i risultati raggiunti dalle varie formazioni giovanili, e i miglioramenti anche in campo maschile grazie all’ottimo lavoro svolto da Andrea Scotti Galletta. Nascere a Napoli può essere sempre difficile, lo sport può aiutare a combattere alcune situazioni, la Carpisa Yamamay ha portato gente in piscina e ha reso orgogliosi gli abitanti di Scampia di esserne tifosi. Un tuffo in acqua, quello per esultare alla storica promozione, che deve essere solo un punto di partenza, da lì sono ripartite le ragazze e insieme hanno fatto qualcosa di indimenticabile, per la loro società, ma anche per il movimento della pallanuoto femminile napoletana, un traguardo non da tutti. Merito anche dell’allenatrice che ha dato importanti consigli, non solo pallanuotistici, ma anche di vita, svolgento un ruolo pedagogico all’interno del gruppo.

    Le ragazze dell'Acquachiara nei festeggiamenti per l'A1
    Le ragazze dell’Acquachiara nei festeggiamenti per l’A1

    Ecco le protagoniste, coloro che rimarranno in blocco, proprio per dare continuità a quanto fatto in questi anni. La portiera Anna Iaccarino, con la seconda Miriam D’Antonio, ma vogliamo ricordare anche colei che ha ricoperto il ruolo fino a qualche anno fa, ovvero Elena Porzio, neo sposa, che ha scelto di appendere la calottina al chiodo, ma ha dato tanto per questi colori. Poi c’è il gruppo diciamo ” storico ” formato da Roberta Tortora, una delle veterane della squadra, da quando aveva 12 anni ha dato tutto per questi colori, dalla serie C fino all’A1, una scalata formidabile, Sara Centanni, nel giro delle varie Nazionali giovanili e Antonia Migliaccio, tutte e tre importanti, non solo in fase realizzativa, sono un pò l’ossatura biancoceleste; loro ci sono sempre state, nel bene e nel male, assaporando momenti luminosi e altri più bui. Rappresentano quindi il passato, il presente e sicuramente scriveranno pagine importanti annche del futuro acquachiarino. Tante giovani, lo abbiamo detto, il lato positivo della società è anche questo, perchè ragazze come le sorelle De Magistris ( Cristina e Anna ), il secondo centro Arianna Iavarone, Federica Rumolo, Fiorella Savino, Chiara Foresta e Martina Mazzola, molte di queste anche protagoniste nelle varie categorie giovanili ma pronte a fare le prime esperienze con le “grandi”.

    Artefice della promozione, a suon di gol importanti e prestazioni sopra le righe, è la ” mancina terribileMaria Giovanna Monaco, solo diciott’anni per lei che però non sente la pressione ed è diventata un punto fermo di questa squadra. Il salto di qualità l’ha fatto, ora dovrà confermarsi, visto che i margini di crescita sono ampi. Non di minore importanza sarà l’apporto delle altre, tra cui Chiara Foresta, Eliana Acampora, centroboa titolare, con diversi campionati di A1 disputati con le calottine di Volturno, Palermo e Fiorentina, che dovrà far sentire la sua esperienza in vasca, Adele Esposito e Marzia Maglitto, ex posillipina, di cui è stata anche capitano, arrivata alla corte di Barbara Damiani lo scorso anno. Si è aggiunta intanto Fabiana Anastasio, unico acquisto per ora, cresciuta molto nelle ultime stagioni con il Flegreo, avversario storico dell’Acquachiara, ma l’apporto della giocatrice napoletana sarà importante. Flegreo, squadra dove milita una grande ex della società campana, Claudia Ferrone, che tanto ha dato per questi colori e che verrà sempre ricordata.

    Antonia Migliaccio, attaccante della Carpisa Yamamay Acquachiara
    Antonia Migliaccio, attaccante della Carpisa Yamamay Acquachiara

    Riportiamo ora l’intervista con una protagonista della promozione, Antonia Migliaccio, capitano della squadra lo scorso anno. Abbiamo scelto lei, coriacea e molto impulsiva, perchè crediamo rappresenti un pò la scalata della formazione napoletana verso il traguardo più grande. La grinta in persona, la dimostrazione che non bisogna mai tirarsi indietro ma guardare avanti e lottare dall’inizio alla fine. Ha svolto tutte le trafile con la calottina bianco azzurra, non si è lasciata scalfire dalle difficoltà, mai si è abbattuta e ha raggiunto quello cui una giocatrice ambirebbe come prima cosa, ovvero scalare una montagna con la propria squadra, quella per cui si ha dato tutto fin dalle prime bracciate. Una passione, un’unica fede, quella acquachiarina, “Toti“, così la chiamano amiche e compagne, è sempre stata una guerriera, in acqua e fuori, con la “cazzimm” di chi è nata e cresciuta a Napoli. Questo è carattere, quello di chi, a braccetto con le proprie compagne è passata dal paradiso all’inferno rialzandosi sempre, fino a quella domenica di giugno, un giorno passato alla storia e coinciso con la promozione. Eccola descriverci ogni signolo momento.

    Antonia, finalmente siete entrate nella storia. La A1 è il sogno di tutti, voi l’avete raggiunta partendo dal basso, dalla serie c addirittura, risalendo fino al ” Paradiso “. Tu c’eri in ogni battaglia, avete sudato insieme e siete arrivate fin qui. Un sogno indescrivibile, te lo aspettavi?

    Beh si, se questa si può chiamare storia, sono contenta di aver contribuito a scriverla. Abbiamo fatto tanti sacrifici, tanti annni di serie B e un pò meno di A2 ma finalmente abbiamo realizzato questo grandissimo sogno. Non mi aspettavo niente di tutto questo, il nostro obiettivo era quella di disputare un ottimo campionato, la promozione è arrivata all’improvviso e chi non sarebbe contento di realizzare il proprio sogno, per di più con la propria squadra del cuore? Sono nata e cresciuta nell’Acquachiara, momenti belli con le mie compagne di squadra ne ho passati diversi, ma quello che ricordo di più e sicuramente il più importante, che terrò dentro di me per sempre, è quello di aver contribuito a pieno al raggiungimento di un obiettivo incredibile“.

    Avete fatto felice tutta Scampia e, come aveva già detto il giorno della promozione la vostra allenatrice, avete fatto sì che la pallanuoto femminile campana tornasse in auge, c’era bisogno di una squadra nella massima serie. Da ” napoletana doc ” quale sei, cosa vorrà dire portare alti i colori dell’Acquachiara in giro per l’Italia e cosa significa per tutto il movimento un tale successo? Ricordiamo che Napoli da sempre è associata alla delinquenza e tutto il resto, mentre voi avete dimostrato che con i principi e i valori, sportivi ma non solo, si possono fare grandi cose

    Sicuramente salire in A1 significa molto sia per noi che per la pallanuoto napoletana. Per me giocare con la calottina dell’Acquachiara è molto più di una passione, è vita, ormai sono 11 anni che sono in questa società e poter portare in alto questi colori rende tutto ancora più bello ed emozionante. È più facile e comodo associare Napoli e Scampia alla delinquenza perché si è più inclini a vederne il lato oscuro, ma noi ragazze con quest’occasione abbiamo avuto modo di mostrarne la faccia pulita“.

    Antonia Migliaccio
    Antonia Migliaccio

    Avete tutte e due le squadre in A1, sintomo che la societa sta crescendo, e il merito è di Franco Porzio e della figlia Chiara, di Barbara Damiani in campo femminile, Paolo De Crescenzo e Scotti Galletta in quello maschile, anche se non va dimenticato ciò che è stato fatto prima che ha permesso di porre basi solide. Di chi è il merito e chi vuoi ringraziare (ex giocatrici, allenatori) quando una stagione non semplice si appresta a iniziare? Cosa ti aspetti e quale dovrà essere la vostra forza?

    La società è un grande punto di riferimento e noi siamo una grande famiglia, senza queste due cose non si può andare avanti. Il merito di questo successo va a tutti coloro che mi sono stati vicino, la mia famiglia che nonostante tutto mi sostiene in qualsiasi momento, precedenti allenatori che mi hanno aiutato a crescere sia professionalmente che nella vita così da permettermi di superare anche momenti in cui non credevo di essere all’altezza. Ho lavorato tanto su me stessa e un grazie va alla mia attuale allenatrice Barbara Damiani, lei mi ha aiutato a capire che i sacrifici pagano sempre“.

    Infine, dove pensi  possa arrivare questa Acquachiara?

    Per il momento abbiamo fatto un solo acquisto, ma noi continuiamo sulla nostra lunghezza d’onda, affrontando questo campionato nel migliore dei modi e cercando di trarre il massimo da tutto“.

    Un solo motto, mai smettere di sognare, perchè adesso viene il bello e la Carpisa Yamamay Acquachiara cercherà di scrivere altre pagine importanti, questa volta nella pallanuoto che conta, quella di A1.

     

     

  • Waterpolo Messina, si riparte con una Gorlero in più

    Waterpolo Messina, si riparte con una Gorlero in più

    Dopo la finale sfumata nella passata stagione e un terzo posto di assoluto valore la Waterpolo Messina si presenta al via della stagione 2015-2016 piena di grandi ambizioni.

    Lo fa grazie a un gruppo solido e già abituato ai grandi palcoscenici, un allenatore esperto capace di portare le sue conoscenze e le sue qualità in una società che dopo il ridimensionamento dell’Orizzonte Catania l’anno passato è riuscito a portare sotto i colori giallorossi giocatrici del calibro di Garibotti, Aiello e Radicchi, tutte e tre asse portanti del Setterosa di Fabio Conti.

    Dopo i colpi di mercato dell’anno scorso i dirigenti messinesi si sono ripetuti in questa infuocata estate di pallanuoto, dove sono riusciti a sostituire la pur brava Sparano (portiere della Nazionale Under 20) con il numero uno della squadra di Mister Conti: Giulia Gorlero.

    Una giocatrice di livello assoluto che non avrebbe bisogno di presentazioni, ma per chi non conoscesse questo autentico fenomeno andiamo a rivisitare la sua carriera.

    Nata e cresciuta nel settore giovanile dell’Imperia è una delle artefici della miracolosa cavalcata della formazione di Marco Capanna, la quale passa dalla serie A2 ad essere assoluta protagonista della classe regina del campionato italiano.

    Il 2 maggio 2012 arriva il suo primo grande trofeo quando dopo aver battuto la squadra russa dello Yugra Khanty-Mansiysk, ha conquistato la Coppa LEN, l’anno successivo arriva anche la Supercoppa Len quando la Mediterranea Imperia si impone in un derby tutto italiano, ma soprattutto un derby ligure, sulla Rapallo Nuoto.

    ll 18 maggio 2014 arriva l’alloro più desiderato, quando di fronte al caldissimo pubblico amico l’Imperia diventa Campione d’Italia per la prima volta nella sua storia, dopo aver battuto il Plebiscito Padova; stesso avversario l’anno successivo quando una strepitosa Gorlero alza al cielo la sua seconda Coppa Len.

    Un grande colpo per una società con sogni ambiziosi, e per introdurre questa stagione che può portare qualcosa di grande abbiamo deciso di farci raccontare da una super campionessa, quale Arianna Garibotti è, le sue impressioni e le sue sensazioni all’inizio della sue ennesima preparazione pre campionato:

    Arianna-Garibotti
    Arianna Garibotti

    Sta iniziando una nuova stagione quali sono le tue impressioni e le tue sensazioni a poche settimane dall’inizio del campionato? Pensi che il tuo Messina con i nuovi acquisti sia pronto a sfidare il Padova per il trono della serie A?

    “Per quanto riguarda la nuova annata sono positiva e fiduciosa sulla campagna acquisti che la mia società quest’estate ha fatto. Il prossimo anno difenderà la nostra porta l’ex portiere dell’Imperia non che portiere della nazionale, Giulia Gorlero, atleta dotata di grande talento. Penso che l’arrivo di Giulia ci dia una marcia in più per poter mettere in difficoltà le campionesse d’Italia in carica”.

    Sei stata una delle rigoriste della fortunata finale per il terzo posto quali sono i ricordi più belli della tua trasferta a Kazan?

    “Sicuramente il ricordo più bello è stato veder entrare l’ultimo rigore e non perché l’ho tirato io ma per il semplice fatto che era il rigore che ci ha messo la medaglia di bronzo al collo”.

    Fai finta di essere la DS della tua squadra quale giocatrice vorresti nella tua società?

    “Se fossi il DS della mia squadra chiamerei sicuramente il centro-boa  americano Kamy Craig”

    Quale giocatrice può essere considerato un esempio per te e invece quale giovane ti ha impressionato in Italia o in Europa?

    “La giocatrice che considero come esempio (e  non credo solo io) è l’intramontabile Tania Di Mario con cui ho avuto la fortuna di giocarci tanti anni insieme, quando ero all’Orizzonte, e ora in Nazionale. Lei mi ha insegnato molto sia a livello pallanuotistico che personale, è veramente una persona ďoro a cui io sono molto legata”.

    La tua carriera ti ha portato da Rapallo a girare tutto il mondo, cosa ti aspetti ancora dalla pallanuoto quale è il tuo sogno nel cassetto?

    “Dieci anni fa quando ho iniziato a giocare a Rapallo non pensavo mai e poi mai che questo sport potesse diventare la mia vita; mi ha fatto girare il mondo Cina, America, Russia, Canada, Ungheria, ho fatto tanti sacrifici a 17 anni sono andata via da casa senza nessuno,lontano da tutti e da tutto quello che consideravo la mia vita però ora  sono contenta e felice delle mie scelte che mi hanno regalato qualche soddisfazione.
    Il mio sogno nel cassetto… vincere le Olimpiadi di Rio de Janeiro  il prossimo anno” .

  • Mediterranea Imperia: Quando il gioco si fa duro..

    Mediterranea Imperia: Quando il gioco si fa duro..

    Anno nuovo, vita nuova. Ecco che si appresta a iniziare la stagione 2015 / 2016 per la Mediterranea Imperia. Non sarà facile, ma è quando il gioco si fa duro che i duri iniziano a giocare. Cambia il volto della formazione giallorossa, vicecampione d’Italia nella grossa stagione e lo fa a causa di problemi societari, senza mollare e rituffandosi nell’ennesimo campionato, cercando di dimenticare le delusioni date dalle partenze illustri. Squadra che sarà profondamente rimaneggiata rispetto alle ultime stagioni, all’ultima in particolare, dove è mancato poco a raggiungere il tetto d’Italia, dove le ragazze di Imperia si sono dovute arrendere solamente a un Padova stellare.

    L'Ex tecnico dell'Imperia, Marco capanna | Foto Twitter
    L’Ex tecnico dell’Imperia, Marco capanna | Foto Twitter

    Più di una parola va a chi ha permesso che un gruppo di amiche, ancor prima che atlete, crescesse nel corso degli anni diventando un gruppo solido e in grado di togliersi più di una soddisfazione. Stiamo parlando di Marco Capanna, un tecnico che ha saputo portare avanti un progetto dignitosamente, incarnando lo spirito dell’Imperia, infondendo valori e principi all’interno della squadra.

    Da parte sua è arrivata la decisione di lasciare, suo malgrado, le sue ragazze, per sposare un altro progetto interessante come quello del Cosenza. Non sarà facile dimenticare quanto dato sul bordo, ogni santo giorno, da lui, ma l’Imperia cercherà di andare avanti con le sue forze, come ha sempre fatto. Lo farà con una pluricampionessa, con la calottina dell’Ungheria, Mercie Stieber, l’anno scorso in acqua e nella stagione che verrà nelle vesti di allenatrice. Chi meglio di lei può iniziare un nuovo corso, tanta esperienza da vendere, non sul bordo vasca, ma “chili” di pallanuoto masticati nel corso degli anni, quindi saprà certo confermarsi anche fuori dall’acqua.

    Diversi cambiamenti nella rosa, con le partenze illustri di Gorlero ed Emmolo, le altre due “veterane” della Mediterranea; insieme a loro hanno preso altre strade Motta, Pomeri, Casanova e Ralat, non perdite da poco se si aggiunge quella già patita nella passata stagione con Carla Carrega, finita negli States. Si guarda avanti con alcune ragazze che rappresentano il “vecchio ciclo” cui si aggiungono le nuove, che saranno invece le protagoniste del futuro giallorosso targato Imperia. Elena Borriello, Laura Drocco, Sara Amoretti, Cecilia Solaini e Martina Bencardino faranno da tramite per far crescere un gruppo di ragazzine del vivaio, cui si sono aggiunte Emanuela Mori, ex centroboa del Rapallo e la russa Evgenia Pustynnikova, campionessa europea con la sua nazionale a Zagabria 2010. La portierina Sara Sowe, già nel giro della nazionale giovanile insieme a Jamila Tedesco, con Margherita Garibbo, Silvia Gamberini, Giulia Cuzzupè e Nicole Ruma completeranno la rosa.

    Martina Bencardino | Foto Web
    Martina Bencardino | Foto Web

    Proprio con Martina Bencardino, numero 10 della squadra e tra le più “vecchie” a soli 28 anni, quindi non per età ma sicuramente per anni di permanenza in squadra, essendo lei nata e cresciuta nella Mediterranea, abbiamo scambiato due parole sul passato e sul presente della squadra.

    Martina, non possiamo non partire con una domanda su Marco Capanna, che è stato come un padre per voi e che ha cambiato squadra. Siete cresciute tanto per merito suo, ma questa è la vita, anche nello sport. Cosa vi hanno lasciato lui e le ragazze che sono andate via, da Carrega l’anno scorso, passando da Casanova, Emmolo, Gorlero, ecc. )

    Marco è stato un grande punto di riferimento in tutti questi anni, sia in piscina come allenatore sia fuori come persona, quindi sarà difficile dimenticarlo. Credo però sia stato giusto anche per lui cambiare e fare nuove esperienze per accrescere il suo bagaglio tecnico. Lui come le nostre ex compagne ci lasciano tantissimi ricordi. sia belli che brutti, lacrime di gioia e felicità ,esultanze, cori, emozioni indelebili e soprattutto tanti trofei importanti vinti insieme. Qualcosa è cambiato ora, ma noi cercheremo di tenere alto il nome di Imperia, sempre e comunque“.

    La stagione scorsa è finita con un secondo posto ma in estate c’è stato un ridimensionamento. Inizia un nuovo corso per l’Imperia, con tutte le difficoltà del caso, ma con un gruppo giovane e volenteroso. Come vedi il futuro della squadra al netto di così tanti cambiamenti?

    Cambiamenti e novità porteranno qualche difficoltà, ma noi le affronteremo nel migliore dei modi, con il massimo impegno e sono sicura che, se anche siamo uscite ridimensionate da questa situazione, potremo fare bene. Senza ombra di dubbio sará un anno diverso dai precedenti ma é quando il gioco si fa duro che i duri iniziano a giocare. Merci ( Stieber ) darà il 1000 %, pronta a trasmetterci la voglia e l’esperienza che ha maturato negli anni per farci fare un buon campionato contro ogni aspettativa, visto che tutte ci reputano spacciate“.

    Come veterana del gruppo sei rimasta e farai da “chioccia” alle più piccole. Cosa cercherai di trasmettere alle giovani del gruppo?

    Proverò a trasmettere la filosofia del lavoro infusa in noi da Marco. Ci saranno momenti difficili cui ne seguiranno altri  belli e indimenticabili; saranno quelli a cancellare tutto il resto. Spero comunque di poter essere, nel mio piccolo, un buon esempio per loro“.

    E’ tutto pronto, la Cascione si prepara a bollire e a portare in alto i colori giallorossi della Mediterranea Imperia.