Tag: sergio campana

  • Contratto collettivo Campana firma, ora tocca alla Lega Calcio

    Contratto collettivo Campana firma, ora tocca alla Lega Calcio

    Il contratto collettivo dei calciatori sta diventando realtà. Dopo la delega ricevuta dal presidente in carica dell’ Aic, Damiano Tommasi, il presidente onorario dell’ Assocalciatori, oltre che storico protagonista di battaglie epocali per il Sindacato, Sergio Campana, nella giornata di ieri ha annunciato la firma – da parte sua in rappresentanza dell’Aic – del contratto collettivo, che ora dovrà essere controfirmato da Maurizio Beretta, presidente della Lega Serie A.

    Non dovrebbero esserci sorprese negative a proposito della firma da parte di Maurizio Beretta, anche perchè il presidente della Lega ha voluto sottolineare come questo contratto collettivo sia “soddisfacente”: “Ci soddisfa, rispecchia l’accordo di massima raggiunto a dicembre e contiene innovazioni importanti”.

    Il giorno della controfirma da parte della Lega di Serie A dovrebbe essere, dunque,  il prossimo 6 Giugno, quando la Lega discuterà e valuterà ulteriormente il contratto nel corso dell’Assemblea.

    L’ultima questione da risolvere è quella relativa all’ articolo 7, che concerne gli allenamenti separati, ma anche per tale punto si prospetta a breve una soluzione, poichè il presidente della Ferdercalcio Giancarlo Abete ha preso l’ impegno di presentare una proposta in tempi brevi, che possa essere gradita sia all’Aic sia alla Legacalcio, al fine di modificarlo. Anche per questo, Claudio Lotito, consigliere federale oltre che presidente della Lazio, assicura un accordo definitivo in tempi brevi.

  • Sergio Campana saluta l’AIC. Tommasi il successore?

    Sergio Campana saluta l’AIC. Tommasi il successore?

    Dopo 43 anni, Sergio Campana, all’età di 76 anni, lascia la presidenza dell’Assocalciatori, il sindacato di categoria, che presiede dal 3 Luglio 1968, data in cui l’Aic venne fondata per iniziativa dell’ avvocato ed ex calciatore Campana, appunto.

     E l’addio giunge con una lunga lettera aperta, per ricordare e sottolineare tanti anni vissuti intensamente, fra battaglie importanti he hanno attraversato tanti decenni, ed il progressivo cambiamento sia del calcio che della società italiana.

    E’ naturale al termine di un percorso guardarsi alle spalle per fare un bilancio di quanto è stato fatto, nel bene e nel male:  “È naturale che in questa occasione io guardi al lungo percorso fatto all’Aic, sotto la mia guida e con la collaborazione di tutti i calciatori, che con tenace unità di intenti hanno potuto arrivare a conquiste storiche, all’affermazione di diritti mai prima riconosciuti: lo status giuridico di lavoratore, l’Accordo Collettivo, la previdenza, le assicurazioni sociali, l’indennità di fine carriera, l’abolizione del vincolo e la libertà a fine contratto”.

    Il prossimo 9 Maggio, però, a margine della prossima assemblea, si concluderà questo percorso, lasciando il testimone – con tutta probabilità – ad un ex calciatore, ma soprattutto un uomo dalle caratteristiche umane molto rare nel mondo del calcio: l’ex mediano della Roma e della Nazionale, Damiano Tommasi, che potrebbe essere eletto dal Consiglio Direttivo dopo che l’Assemblea prenderà atto dell’ annuncio di Campana di voler lasciare la presidenza.

    Un erede che sarà sicuramente all’altezza del suo predecessore, che già ai tempi dell’ ultima elezione aveva precisato di accettare con la precisa condizione di essere un “traghettatore”, per lasciare poi spazio a qualcun’altro al termine del mandato: “Al momento della mia ultima elezione avevo dichiarato di accettare l’incarico a condizione che mi fosse riconosciuta la funzione di traghettatore. Ora ritengo che sia maturata democraticamente la soluzione, e quindi ritengo concluso il mio mandato”.

    Come accade in tutti i bilanci finali, poi, è giusto ricordare chi nel tempo è stato compagno di un’ avventura tanto importante, ossia le tante persone legate al mondo del calcio, i protagonisti di tante battaglie, gli amici ed i compagni di viaggio. Nella lettera aperta, dunque, Sergio Campana menziona e ringrazia i cofondatori dell’ Assocalciatori, ossia Giacomo Bulgarelli , storica bandiera del Bologna scomparso due anni fa, Gianni Rivera, Sandro Mazzola, Giancarlo De Sisti, Giacomo Losi, Carlo Mupo, Ernesto Castano, Gianni Corelli, Giorgio Sereni ed Eugenio Rizzolini.

    Ma non solo: Sergio Campana ha anche ritenuto opportuno esprimere un ringraziamento nei confronti delle massime autorità sportive, come i vari presidenti del Con che, in questi anni, sono intervenuti per risolvere i diversi problemi del calcio, oltre che i rappresentanti di tutte le categorie sportive con i quali in questi lunghi anni ha collaborato in modo costruttivo e corretto, oltre che i giornalisti per le critiche costruttive e gli apprezzamenti ricevuti negli anni che gli hanno dato modo di crescere e di migliorarsi.

    Non si tratta, però, di un addio definitivo. Sarebbe difficile, infatti, dopo ben quarantatre anni di presidenza compiere un taglio tanto netto con il passato e, per questo, Sergio Campana assicura che continuerà a seguire da molto vicino l’ Associazione Italiana calciatori, la sua “creatura”. 

     

     

  • Extracomunitari, i club spingono per il secondo

    Extracomunitari, i club spingono per il secondo

    Nello scorso mese di Luglio, la decisione voluta dal presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete di ridurre il numero degli extracomunitari tesserabili dai club italiani da due ad uno, era stata assunta come possibile rimedio della crisi d’identità del calcio italiano, sull’onda del post fallimento del Mondiale di Sud Africa 2010, e sull’esigenza di dare una svolta in una situazione difficile.

    La decisione in questione, però, non è mai stata condivisa dai club, che – nelle parole di Maurizio Beretta, presidente della Lega di serie A – esprimevano nello scorso mese di Luglio il loro grande disappunto: “Riteniamo che questa conclusione lasci l’amaro in bocca e non risolva i problemi del calcio italiano. E’ solo fumo negli occhi e rischia di essere il cosiddetto topolino partorito dalla montagna. La nostra posizione spingeva per restare con la situazione esistente, con la volontà di varare un progetto organico a più largo respiro. Non condividiamo questo approccio, perché il mercato è già aperto e si rischia di creare problemi a diverse società. Gli extracomunitari, tra l’altro riguardano quasi esclusivamente proprio i club del massimo campionato”.

    Il provvedimento voluto da Giancarlo Abete, anche in accordo con il presidente dell’Associazione Allenatori Sergio Campana, era indirizzato ad una maggiore valorizzazione dei vivai italiani, limitando gli innesti degli stranieri nei club, per risollevare il movimento calcistico in un momento di aperta crisi. 

    Ancora oggi, però, a distanza di diversi mesi, quella decisione non pare gradita alla gran parte dei presidenti, ed in particolar modo a Maurizio Zamparini e Lotito, grandi scopritori di talenti stranieri e soprattutto sudamericani. Ma anche gli altri club continuano a criticare tale decisione, ritenendola una delle possibili cause della ridotta competitività delle squadre italiane nelle coppe Europee, problematica risolvibile esclusivamente adoperando le medesime regole degli altri club continentali, unico modo per poter duellare ad armi pari.

    In particolare, Adriano Galliani, Beppe Marotta e Pantaleo Corvino (sostenitore del completo accesso al mercato degli extracomunitari) risultano essere i più determinati contestatori della regola, ed appaiono fermamente convinti nel voler affrontare la questione e risolverla, per ritornare dalla prossima stagione alla quota di due extracomunitari tesserabili, e poter accedere, così, più agevolemente ai mercati sudamericani ed africani per rafforzare i propri organici.

    Nel prossimo consiglio federale, dunque, la questione potrebbe essere affrontata, ed i principali club appaiono ottimisti in merito ad una risoluzione positiva: infatti, fonti vicine sia al Milan che alla Juventus sostengono la fiducia in tal senso di Adriano GallianiBeppe Marotta.

    Non è casuale, comunque, la scelta della tempistica per sollevare la spinosa questione in consiglio federale. La mancanza di competività dei nostri club nelle competizioni europee appare chiara proprio in questi giorni, anche sull’onda negativa della pesantissima sconfitta casalinga dell’Inter (2-5) subita nella partita di andata dei quarti di finale della Champions League contro lo Shalke 04, ma anche constatando l’eliminazione precoce di Roma e Milan dalla Champions League (già agli ottavi di finale) e la totale assenza delle squadre italiane dalle fasi finali dell’Europa League.

    L’eliminazione o la riduzione dei paletti sugli extracomunitari potrebbe essere la chiave di volta per ritornare ad essere protagonisti del calcio europeo e mondiale come accadeva in passato? Probabilmente no, ma – nella confusione generale del nostro sistema calcio – qualunque provvedimento innovatore potrebbe apparire risolutore: anche una decisione che innovatrice non è, poichè consisterebbe nel ripristinare lo status quo della scorsa stagione.  

  • Sciopero dei calciatori, come calpestare un diritto.

    Sciopero dei calciatori, come calpestare un diritto.

    Con l’ ennesima fumata nera tra l’ A.i.c  e la lega di serie A, il tanto temuto sciopero, o meglio, “astensione dall’ esercizio dell’ attività professionale”, come viene più dolcemente chiamato dall’ avv. Sergio Campana, è diventato realtà.

    Le date di questa particolare “astensione” sono già fissate, l’ 11 ed il 12 dicembre, ma chi viene realmente danneggiato da questo sciopero? Sicuramente l’ art. 40 della Costituzione individua un iter difensivo da affidare al lavoratore, quando i suoi diritti all’ esercizio ed alla continuazione della sua attività lavorativa, vengono talmente ignorati e calpestati e non osservati, da rendere la continuazione della stessa assolutamente improponibile e impraticabile. È ovvio che, dal punto di vista giuslavoristico, quando in sede di stipulazione di un’ accordo collettivo la categoria professionale è chiamata a fissare i punti base di tale accordo, questa, ha tutto il diritto di “battersi” per l’ attuazione dei punti che ritiene più opportuni ma è altrettanto ovvio che, non si è mai visto, in sede di negoziazione, una chiusura talmente totale della categoria stessa da far sembrare, la protesta e lo sciopero degli operai di “mirafiori” una autentica bazzecola. Inoltre risulta essere ridicolo, da un punto di vista morale, battersi per un’ accordo collettivo, quando il proprio conto in banca supera almeno i sette zeri, ma questo si sa, in Italia che è il paese dell’ ipocrisia, succede anche questo.

    La mediazione della federazione, capeggiata dal suo presidente Giancarlo Abete, era riuscita a risolvere alcuni dei punti controversi dell’ accordo, ma la discussione si è arenata, sulla ormai famosa norma che colpisce i giocatori messi fuori rosa dalle proprie squadre. Sarebbe inutile cercare di spiegare alla categoria dei calciatori, che il caso Pandev prima e Marchetti poi, dimostri come i calciatori hanno i mezzi e le istituzioni adeguate per far valere i propri diritti e che, tali mezzi si siano rivelati assolutamente vantaggiosi per i calciatori stessi. E sarebbe altrettanto inutile cercare di far comprendere alla categoria, che “lavorare” è un termine che, in questa particolare situazione, viene usato in maniera alquanto impropria e che quindi, si potrebbe cercare di trovare un’ accordo senza privare i “veri” lavoratori italiani, dello sport più amato e più seguito e che consente loro di non pensare, almeno per 90’, dei veri problemi che la vita quotidiana presenta giorno per giorno.

  • Serie A: Frenata sul Contratto collettivo, Beretta: “Sciopero assolutamente da evitare”

    Serie A: Frenata sul Contratto collettivo, Beretta: “Sciopero assolutamente da evitare”

    Il presidente dell’ Assocalciatori, l’ avv. Sergio Campana, reputa l’ incontro tenutosi oggi, con i rappresentanti di Lega e Figc assolutamente inconcludente, affermando un’ interruzione delle trattative per l’ accordo sul nuovo contratto collettivo.

    Queste le parole di Campana: “Dal 13 settembre non si è fatto un passo avanti, il nostro è un giudizio negativo, si può dire che c’è stata un’interruzione delle trattative e non c’è ottimismo”, ed inoltre: “Sui due famosi punti (trasferimento coatto e giocatori fuori rosa, ndr) non siamo neanche entrati nel merito perchè c’è una chiusura totale da parte nostra. Dopo la presa di posizione dei nostri associati, ora dovremmo fare loro una relazione su questo incontro e decidere assieme il da farsi“.

    I punti su cui balla l’ accordo sono sempre quelli, la regola riguardante i fuori rosa e quella sui trasferimenti coatti, ritenute dal rappresentante dei calciatori assolutamente inaccettabili per come sono state proposte dai delegati dell’ Assemblea di Serie A, il presidente della Lazio, Claudio Lotito ed il legale della Juventus, l’ avv. Briamonte e considerati troppo penalizzanti per tutta la categoria.

    Maurizio Beretta, presidente della Lega A ha affermato che: “Lo sciopero dei calciatori sarebbe immotivato e grottesco. Stento a credere che ciò possa avvenire, ma è pur vero che abbiamo già visto lo sciopero preventivo ancor prima di sederci intorno ad un tavolo“.

    Appare quindi, alla luce dei nuovi sviluppi, che il tanto proclamato e temuto dai più, sciopero dei calciatori, possa trasformarsi in una solida e concreta realtà.

  • Serie A, i giocatori revocano lo sciopero. Domenica si gioca

    Serie A, i giocatori revocano lo sciopero. Domenica si gioca

    Tutto risolto, almeno per il momento. L’AIC ha sospeso lo sciopero indetto dai calciatori, in merito al contratto collettivo di lavoro scaduto il mese di giugno scorso, programmato per domenica dopo l’incontro avuto nel pomeriggio in Federazione con la Lega Calcio. La quinta giornata di campionato quindi sarà regolarmente disputata. Ad annunciarlo il presidente dell’AIC Sergio Campana.

    E’ stato trovato l’accordo su 6 degli 8 punti alla base della discordia, restano da definire solo le questioni riguardanti i “trasferimenti obbligatori” e i “fuori rosa”. La mossa decisiva pare sia stata la cancellazione del turno infrasettimanale del 6 gennaio, la 18esima giornata di Serie A, anticipandolo al 22 dicembre per consentire ai calciatori di godere di qualche giorno in più di vacanza nel periodo natalizio.

    Le trattative comunque andranno avanti fino al 30 novembre con Abete che ha dato la sua disponibilità a fare da garante per i due punti sui quali ancora non è stato trovato l’accordo. Senza questa “clausola” lo sciopero non sarebbe stato sospeso.

  • Aic e Lega trovano l’accordo su 6 punti su 8 ma la serrata resta

    Dopo il clamore per la decisione dell’Associazione Calciatori di indire uno sciopero questo pomeriggio nei palazzi della Lega Calcio i rappresentanti dei calciatori e i dirigenti della federazione si sono trovati per cercare di dirimere la controversia e trovare un accordo sul contratto collettivo.

    Dalle parole di Campana il clima è disteso e si lavora in perfetta sintonia per trovare un accordo agli 8 punti stilati dai giocatori e dall’incontro interlocutorio di oggi si è fissato un nuovo tavolo per mercoledi mattina dove verrà redatto un documento comune.

    Su sei degli otto punti sembra ci sia accordo totale tra le parti ma ci sono due punti su cui l’associazione calciatori pare non voler transigere e per questo lo sciopero resta ancora fissato.

    Questa le parole del presidente dell’Aic Sergio Campana “Quello di oggi è stato un incontro interlocutorio la trattativa va avanti ma al momento lo sciopero resta. Ci rincontreremo mercoledì e venerdì prossimo ma restiamo in parte intransigenti su due degli otto punti del nuovo contratto proposti dalla Lega: l’obbligo per i giocatori di accettare i trasferimenti e la possibilità, sempre da parte delle società, di far allenare i giocatori fuori dalla prima squadra”. E le parole di Beretta “Campana sostiene che ci sono due punti sui quali l’Aic non ha intenzione di mollare di un centimetro? Io sono abituato a ragionare positivamente. Significa che su questi due punti c’è la volontà di trovare l’intesa”.

  • Lazio vs Pandev: la prima udienza solo l’11 dicembre, Lotito gongola

    Nonostante le promesse fatte al presidente dell’Assocalciatori Sergio Campana da parte dei vertici della Lega Calcio i tempi per dirimere la controversia tra Pandev e la Lazio continua esser lunghi. Dopo i continui slittamenti si era arrivati finalmente alla nomina del nuovo presidente del Collegio arbitrale, ma il nuove presidente Mario De Vezze ha fissato la prima udienza soltanto per l’11 dicembre nella quale verrà deciso se dar luogo al rito d’urgenza o meno.

    Ma con questi ritmi pare impossibile anche scegliendo la prima strada di arrivare ad una soluzione entro il 31 dicembre, data in cui si aprirà la finestra di calciomercato e Lotito potrebbe sfruttarla per cedere il giocatore e far cessare cosi il contenzioso guadagnandoci anche qualcosa in termini economici. Adesso ci si aspetta la protesta da parte dell’associazione calciatori per chiedere il rispetto delle regole e sopratutto che in questo modo non venga avallata una gestione dittatoriale da parte dei presidenti a discapito dei giocatori

  • Pandev vs Lotito: l’Assocalciatori minaccia la sospensione dei campionati

    Il contenzioso tra Pandev e la Lazio rischia di accendersi ulteriormente diventando un muro contro muro tra Lega ed Asso Calciatori. L’ennesimo rinvio dell’udienza ha fatto indispettire il presidente dell’Associazione italiana Calciatori Campana.

    E’ chiaro a questo punto che al presidente della Lega Beretta la situazione sia sfuggita di mano, dopo le dimissioni del presidente in carica De Felice si è fatta passare un altra settimana allungando cosi le pratiche di un contenzioso che dovrebbe risolversi prima della prossima finestra di mercato.

    Sembra che il presidente Lotito stia riuscendo nel suo intento di far slittare la pratica in vista del mercato di gennaio con il bene placido del presidente Beretta che dopo 10 giorni non è stato capace di far effettuare il nuovo sorteggio.

    L’Aic ha fatto sapere per bocca del suo presidente che se entro lunedi non venga risolta questa situazione sorteggiando il nuovo presidente e stilando il calendario delle udienze si passerà alle vie di fatto facendo slittare l’inizio dei campionati di 30 minuti e in ultima ipotesi sospendendo i campionati