Il risveglio è stato amarissimo, quello delle ragazze dell’Italvolley al mondiale femminile in Giappone, è stato un lungo sogno dal dolce sapore dorato che però si è andato a spegnere proprio all’ultimo istante.
Una sconfitta, quella di oggi contro la Serbia, ancor più amara perché arrivata dopo una lunga battaglia conclusasi al Tie-Break.
L’Italvolley torna così a casa dal mondiale giapponese con una medaglia d’argento al collo e con uno score davvero positivo di 11 vittorie e solo due sconfitte, entrambe arrivate contro la Serbia, la prima indolore in Final Six, la seconda, ben più dolorosa, nella finale odierna.
Una finale che ha visto le azzurre di Mazzanti partire con il piede giusto e vincere il primo set, anche grazie ad un servizio molto efficace, per 25-21.
Nel secondo set le serbe hanno reagito, Boskovic ha iniziato ad aumentare i giri del proprio motore, le azzurre sono andate piuttosto in confusione in ricezione e così la nazionale di Terzic si è aggiudicata agevolmente il parziale per 25-14.
Il terzo set ha viaggiato a lungo sul filo dell’equilibrio, la protagonista assoluta è stata Paola Egonu che ha tenuto a contatto l’Italvolley alla Serbia e poi nel finale di set ha trovato gli attacchi vincenti per chiudere sul 25-23 e portarsi sul 2-1.
Il quarto set ha visto una partenza sprint della Serbia con il servizio di Mihajlovic che ha messo molto in difficoltà la ricezione dell’Italia, tanto da portare le serbe sul 8-2. Qualche errore di Boskovic, alcune belle giocate di Chirichella e della solita Egonu hanno riportato sotto le azzurre prima del nuovo strappo serbo che ha portato al 25-19 finale.
La finale si è decisa così al Tie-Break.
Il quinto set è stato decisamente equilibrato con la Serbia che ha avuto più volte il doppio vantaggio. Sul 13-12 per la Serbia, Sylla ha avuto l’occasione di schiacciare e conquistare la parità ma il suo attacco è stato salvato e dopo una serie di batti e ribatti sono state le serbe a prendersi il punto. Un errore di Sylla ha definitivamente consegnato il successo per 15-12 alla Serbia. Finisce così la Serbia è campione del mondo, l’Italvolley si sveglia dal sogno dell’oro ma porta a casa un prezioso e scintillante argento.
SERBIA – ITALIA 2-3 (21-25, 25-14, 23-25, 25-19, 15-12)
Clamoroso ai Mondiali di Russia 2018, la Germania campione del mondo in carica perde 2-0 con la Corea e viene eliminata nella fase a gironi.
E’ un evento storico, i tedeschi avevano sempre superato i gironi nelle partecipazioni al mondiale.
Una Germania brutta, con poche idee, con un possesso di palla sterile che già aveva fatto preoccupare i propri tifosi nelle altre due partite precedenti.
Eppure, vista la netta vittoria della Svezia con il Messico, agli uomini di Low sarebbe bastato un semplice uno a zero contro la Corea. Nel recupero però i coreani hanno prima trovato il vantaggio e poi, con la Germania tutta sbilanciata hanno chiuso il match con il gol del 2-0 di Son a porta vuota. Agli ottavi vanno così la concreta Svezia ed un Messico, oggi deludente.
Nell’altro gruppo tutto confermato, il Brasile pur senza Douglas Costa, Danilo e con Marcelo fuori dopo 10 minuti, si è comunque imposto 2-0 su una Serbia con molte buone individualità ma con poca concretezza. La Svizzera si è fatta fermare sul 2-2 da Costa Rica, ha comunque ottenuto il passaggio agli ottavi ma contro la Svezia dovrà fare a meno degli squalificati Lichtsteiner e Schar.
Veniamo al racconto delle gare del Gruppo F di Russia 2018, partendo da Corea del Sud-Germania.
La partita viene gestita dalla Germania, nei primi 10 minuti però non si segnalano pericoli per la porta di Jo. Al 19° su una punizione, non irresistibile, Neuer rischia di combinare la frittata ma poi con un gran riflesso mette in corner. E’ una buona Corea, al 24° il tiro al volo di Son passa non troppo lontano dai pali di Neuer. La Germania tiene il possesso palla e al 38° prova a rendersi insidiosa con il tiro di Werner, deviato in corner, e con Hummels che però in mischia non riesce a superare Jo. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.
Si riparte e al 47° Goretzka con il colpo di testa costringe Jo ad un vero e proprio miracolo. La Germania non convince ma con Werner va vicina al gol al 51°, il suo tiro va fuori. La Corea attende, si difende e prova a colpire con Moon ma la difesa respinge. Low si gioca le carte Gomez e Muller ed è proprio Gomez ad avere una buona occasione al 71° ma la retroguardia coreana salva. Nei minuti finali, con la notizia del triplice vantaggio svedese la Germania insiste e al 87° Hummels di testa fallisce clamorosamente il vantaggio. Ci prova anche Kroos con un tiro violento ma impreciso. Nel recupero Kim Yung-Gwon segna da due passi, su azione da corner, il guardalinee alza la bandierina e l’arbitro annulla ma il VAR lo invita a rivedere l’azione, la palla in effetti la tocca indietro Kroos, è gol valido, la Germania sprofonda nel baratro. Nei restanti minuti di recupero si butta in avanti anche Neuer, il portiere si fa soffiare il pallone che viene poi lanciato a Son che, a porta vuota, segna il comodo 2-0. Finisce così, la Germania per la prima volta nella storia, esce ai gironi di un mondiale.
COREA DEL SUD – GERMANIA 2-0 (93° Kim Yung-Gwon, 97° Son Heung-Min)
Corea del Sud (4-4-2): Jo Hyeon-Woo; Yong Lee, Yun Young-Sun, Kim Yung-Gwon, Hong Chul; Lee Jae-Sung, Jung Woo-Young, Jang Hyun-Soo, Moon Seon-Min; Koo Ja-Cheol (56° Hwang Hee-Chan (79° Ko Yo-Han)), Son Heung-Min.
Ammoniti: Jung Woo-Young (C), Lee Jae-Sung (C), Moon Seon-Min (C), Son Heung-Min (C),
Passiamo ora alla sfida, sempre del Gruppo F di Russia 2018, tra Messico e Svezia.
Passa un minuto e la Svezia, su calcio di punizione, ha una grande chance ma Toivonen non riesce a concludere sotto porta. Passano 5 minuti e su altro calcio da fermo ci prova Forsberg, Ochoa salva. E’ una costante, ogni calcio da fermo è una chance per la Svezia, al 11° la rovesciata di Berg esce di poco. Al 16° Lozano ruba palla, serve a Vela che fa partire un tiro a giro fuori di niente. Risponde Forsberg con il perfetto inserimento ma con il tiro alto. Al 30° intervento del VAR per un sospetto tocco di mano di Hernandez, l’arbitro verifica e assegna solo il corner alla Svezia, dal calcio d’angolo la palla arriva a Berg ed Ochoa deve superarsi per tenere lo 0-0. Il primo tempo si chiude a reti inviolate.
Si riparte ed al 50° Augustinsson riceve un assist involontario dal compagno Claesson, e batte Ochoa. AL 60° entrata di Moreno su Berg in area, è rigore, dal dischetto Granqvist è perfetto, la Svezia raddoppia. Il Messico sente il rischio dell’eliminazione e si lancia all’attacco ma al 74° una sfortunata deviazione di Alvarez regala il 3-0 agli scandinavi. Il Messico ci prova ma non riesce a riaprirla, sono momenti di tristezza per i messicani ma poi arriva la notizia del vantaggio della Corea del Sud ed è subito Fiesta. Svezia e Messico ottengono il pass per gli ottavi di Russia 2018.
Veniamo ora alle sfide del Gruppo E, partendo da Serbia-Brasile.
Il Brasile prova a partire forte ma al 10° perde già Marcelo per infortunio, dentro Filipe Luis. Passano i minuti e la Serbia prova a crescere. Al 25° dopo una serie di rimpalli Neymar si trova a calciare nei pressi dell’area piccola, Stojikovic riesce a deviare la conclusione. Al 35° palla geniale di Coutinho per Paulinho che s’inserisce tra i due centrali e beffa il portiere con un pallonetto, Brasile in vantaggio. Nel finale ci prova Neymar da fuori ma non trova lo specchio della porta, si va al riposo con i verdeoro avanti 1-0.
Si riparte senza cambi per il secondo tempo. Il Brasile sembra voler gestire ma al 52° Ljajic riparte veloce trovando la squadra avversaria posizionata male, l’uno-due con Tadic però non si concretizza e la difesa salva. Al 57° gran palla di Coutinho per Neymar, il numero 10 tenta il tiro ma Stojikovic è attento e mette in corner. Clamorosa occasione per Mitrovic al 60°, l’attaccante gira di testa verso la porta una respinta di Alisson ma Thiago Silva è in traiettoria e salva. E’ un vero e proprio assedio della Serbia ma il Brasile tiene, al 65° Mitrovic colpisce di testa ma Alisson blocca. Nel momento di maggiore difficoltà il Brasile raddoppia con il colpo di testa di Thiago Silva su corner di Neymar. Nel finale Neymar cerca insistentemente il gol ma non riesce a trovarlo, finisce 2-0 il Brasile vince il suo gruppo e vola agli ottavi di finale.
SERBIA – BRASILE 0-2 (35° Paulinho, 68° Thiago Silva)
Passiamo ora all’altra gara del Gruppo E di Russia 2018, Svizzera-Costa Rica.
Costa Rica, ormai matematicamente eliminata, sembra non aver niente da perdere e al 6° Borges con un buon colpo di testa colpisce il palo, al 7° altra occasione per i centroamericani ma Sommer salva sulla conclusione di Gamboa. Al 10° altro legno per Costa Rica, stavolta è Colindres a colpire la traversa con un tiro dal limite. La Svizzera si vede al 17° con un tiro di Gavranovic fuori non di molto. Costa Rica insiste e al 20° Sommer è ancora decisivo su conclusione di Colindres. Al 31° la Svizzera passa in vantaggio, lungo cross di Lichtsteiner, sponda di Embolo e tiro al volo di Dzemaili che batte Navas. Costa Rica torna a rendersi pericolosa ma al riposo si va con gli elvetici avanti 1-0.
Si riparte senza cambi per il secondo tempo. Dopo un inizio senza emozioni, da un corner al 55° arriva il pareggio di Costa Rica grazie al colpo di testa di Waston. La partita continua sui binari dell’equilibrio, non si assiste a grandi palle gol. Al 78° Drmic cerca il colpo di testa vincente ma il pallone colpisce il palo. Al 87° la Svizzera trova il vantaggio con la conclusione rasoterra di Drmic su assist di Zakaria. Nel recupero prima l’arbitro assegna un rigore, che poi toglie per fuorigioco grazie al VAR, poi al 92° fischia un fallo di Zakaria in area, rigore confermato, dal dischetto va Ruiz, palla sulla traversa, testa di Sommer e gol. Finisce così, è un pareggio che permette alla Svizzera di ottenere il passaggio agli ottavi.
SVIZZERA – COSTA RICA 2-2 (31° Dzemaili (S), 55° Waston (C) 87° Drmic (S), 92° aut. Sommer (S))
Tanta fatica, paura di non farcela e complicare il girone del Mondiale di Russia 2018 ma alla fine il Brasile è riuscito con qualche fatica a battere Costa Rica.
Un 2-0 concretizzatosi nei minuti di recupero con i gol di Coutinho e Neymar, dopo un primo tempo piuttosto moscio e con poche idee, l’ingresso di Douglas Costa ad inizio ripresa e di Firmino poco dopo, ha dato quell’accelerazione e quella freschezza che alla fine ha portato a sbriciolare il muro difensivo di Costa Rica.
Sicuramente tra gli uomini copertina c’è Neymar che ha subito diversi falli, ha sprecato alcune occasioni, si è visto fischiare e poi togliere un rigore con il VAR ed al 97° ha trovato il gol del 2-0 prima di scoppiare a piangere.
Dopo il Brasile è stato il turno di Nigeria ed Islanda, la squadra africana giocava per se, una sconfitta sarebbe valsa l’eliminazione, ed anche involontariamente per l‘Argentina.
Dopo un primo tempo noioso, si è scatenato Musa che con la doppietta ha piegato il team nordico ed ha reso tutto aperto nel girone D. Rammarico per l’Islanda per il rigore fallito da G.Sigurdsson che avrebbe, a 5 minuti dalla fine, riaprire il match.
Gran partita in serata tra Serbia e Svizzera, un vero e proprio spareggio qualificazione, essendo lo stesso girone del Brasile, che ha visto la Serbia andare avanti dopo 5 minuti con Mitrovic e poi venir raggiunta ad inizio ripresa da Xhaka e sorpassata al 90° da Shaqiri per il trionfo svizzero. I rossocrociati fanno così un gran passo verso la qualificazione, la Serbia dovrà giocarsi le residue speranze nel match col Brasile.
Si comincia con la prima sfida di giornata, valevole per il secondo turno della fase a gironi, del gruppo E di Russia 2018.
Si parte e come prevedibile a fare la partita è il Brasile, è però un possesso palla sterile, Costa Rica si chiude bene e non concede occasioni. Al 13° la prima occasione è per i centroamericani con Borges bravo a farsi trovar pronto sul passaggio arretrato di Gamboa, il suo tiro esce di poco. Al 25° il Brasile trova il vantaggio ma Gabriel Jesus è nettamente in fuorigioco sul tiro di Marcelo. I verdeoro crescono e al 27° Neymar si inserisce ma non controlla bene, Navas riesce a salvare. Marcelo prima, Coutinho poi, ci provano col tiro da fuori ma non trovano lo specchio. Non accade molto altro, al riposo si va sul risultato di 0-0.
Si riparte con l’ingresso di Douglas Costa al posto di Willian. Al 49° super doppia chance per il Brasile, Gabriel Jesus si alza e colpisce di testa ma il pallone si stampa sulla traversa, la palla torna a disposizione di Coutinho che calcia ma la difesa di Costa Rica si salva con un po’ di affanno. Il Brasile aumenta i ritmi, al 56° serve un gran riflesso di Navas per salvare la conclusione al volo di Neymar. Neymar è nuovamente protagonista al 72° il suo tiro da fuori esce di pochissimo. Al 78° accelerazione di Douglas Costa che serve Jesus che appoggia verso Neymar, Gonzalez tocca l’attaccante che cade, Kuipers indica il dischetto. Richiamato dal VAR l’arbitro rivede le immagini e cambia idea, niente rigore. Sembra una partita stregata ma al 91° Coutinho s’infila in area e con un tocco di punta supera Navas. AL 93° splendida giocata Firmino-Coutiho-Firmino con il calciatore del Liverpool che non riesce a concludere bene. Al 97° c’è gioia anche per Neymar che spinge in rete il perfetto assist di Douglas Costa. Finisce così il Brasile soffre ma vince, finisce già l’avventura di Costa Rica a Russia 2018.
BRASILE – COSTA RICA 2-0 (91° Coutinho, 97° Neymar)
Brasile (4-2-3-1): Alisson; Fagner, Thiago Silva, Miranda, Marcelo; Casemiro, Paulinho (68° Firmino); Willian (46° Douglas Costa), Coutinho, Neymar; Gabriel Jesus (93° Fernandinho).
Passiamo adesso alla sfida valevole per il girone D di Russia 2018.
Pronti via e l’Islanda si conquista una punizione, calciata da G.Sigurdsson e respinta in corner da Uzoho. La partita si mantiene equilibrata, senza grandi emozioni, con le squadre che non vogliono correr rischi. Al 45° una punizione di G.Sigurdsson crea qualche apprensione alla difesa nigeriana, nessuno però riesce a toccare in gol. Il primo tempo finisce 0-0.
La partenza della Nigeria è decisamente ottima tant’è che al 49° Moses si lancia sulla fascia, crossa in mezzo, Musa controlla, fa toccare terra al pallone e lo colpisce sorprendendo Halldórsson per il gol del 1-0. Al 57° bel tiro di Ndidi che con una deviazione si impenna, Halldórsson non si fa sorprendere. L’Islanda prova a fare la partita, la Nigeria attende e prova a rendersi insidiosa con le ripartenze veloci. Al 72° Balogun sorprende tutti con il suo colpo di testa su azione da corner, palla alta di poco. Passano due minuti ed è la traversa, su buon tiro da fuori, a dire no alla possibile doppietta di Musa. Doppietta rimandata solo di un minuto perché su lancio lungo Musa salta Arnason, dribbla Halldórsson e poi deposita in rete. Al 79° ingenuità di Ebuehi che tocca Finnbogason in area, l’arbitro non fischia ma viene richiamato dal VAR e viste le immagine assegna il rigore che però G.Sigurdsson calcia alto. Sostanzialmente l’errore di G.Sigurdsson chiude il match, vince la Nigeria 2-0 e tiene così viva ogni possibilità di qualificazione agli ottavi di Russia 2018.
Veniamo adesso all’ultima gara di questa giornata di Russia 2018.
Parte meglio la Serbia che ha subito una bella occasione con il colpo di testa di Mitrovic, Sommer si salva. Al 5° la sfida si ripete, ma stavolta ha la meglio Mitrovic il cui colpo di testa finisce in rete. La risposta svizzera è sui piedi di Dzemaili che, servito con precisione cerca di sorprendere con il tocco volante Stojkovic, il portiere serbo si salva con il guizzo. La partita si mantiene viva, al 30° occasione per Dzemaili ci prova ma spreca la buona occasione. Sul finale di tempo ci prova Tadic ma la sua conclusione esce di poco. Si va al riposo con la Serbia avanti 1-0.
Si riparte con l’ingresso di Gavranovic per Seferovic nella Svizzera. Al 52° Shaqiri va alla conclusione e colpisce Kolarov, la palla arriva a Xhaka che colpisce al volo e realizza un gran gol. La Svizzera ci crede e al 58°, con un gran tiro a giro di Shaqiri, colpisce l’incrocio dei pali. La partita si mantiene vivace, entrambe vogliono vincere anche perché il pareggio non serve a nessuna delle due. Al 90° ripartenza velocissima di Shaqiri che riesce a presentarsi solo davanti a Stojkovic e con un tocco morbido lo batte per il vantaggio della Svizzera. Finisce così, la Svizzera in rimonta batte la Serbia e aggancia il Brasile in testa al girone E di Russia 2018.
E’ stata una giornata incredibile e piena di sorprese quella appena conclusasi al Mondiale di Russia 2018.
In questa domenica erano in programma gli esordi per due grandissime favorite, la Germania, campione del mondo in carica, e il Brasile ed entrambe hanno deluso.
Una Germania poco equilibrata e poco incisiva sotto porta ha concesso molte occasioni al Messico e dopo aver subito il gol di Lozano, su una ripartenza, non è stata in grado di recuperare il risultato ed è uscita sconfitta per 1-0.
Il Brasile invece, partito molto bene e con 20 minuti di bel gioco, ha sbloccato il risultato con un gioiello di Coutinho ma poi ha abbassato i ritmi, ha permesso alla Svizzera di crederci e ha incassato il gol di Zuber, su azione di corner ad inizio ripresa.
Nell’altra gara di giornata sorride la Serbia che, grazie ad un gran gol di Kolarov su calcio di punizione, ha sconfitto 1-0 Costa Rica ed ha conquistato così la vetta del girone.
Veniamo al racconto della prima gara di questa giornata a Russia 2018.
Si parte con un certo equilibrio, la prima emozione al 12° quando Gonzalez, tutto solo in mezzo all’area colpisce male di testa spedendo alto. La partita la fa la Serbia, a parte però due buoni inserimenti di Milinkovic-Savic, la porta di Navas non corre rischi. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.
Si riparte ed al 50° Milinkovic-Savic mette Mitrovic davanti a Navas, la sfida tra i due la vince il portiere che respinge la conclusione. Al 56° Kolarov pennella una punizione perfetta che non lascia scampo all’estremo difensore del Costa Rica, Serbia in vantaggio. La squadra di Ramirez prova un tentativo di assalto ma non riesce a creare occasioni nitide. Costa Rica insiste, la Serbia spreca le chance di 2-0 in contropiede, alla fine, dopo quasi 8 minuti di recupero l’arbitro fischia la fine, la prima gara del gruppo E di Russia 2018 la vince la Serbia 1-0.
Ora andiamo a raccontare la partita d’esordio a Russia 2018 dei campioni del mondo in carica della Germania.
La partenza è frizzante ed in soli due minuti si registrano una chance per parte. Il Messico tiene alti i ritmi ed impegna due volte Neuer. E’ una sfida che viaggia su ritmi alti, con potenziale occasioni da ambo i lati. Al 35° l’ennesima ripartenza messicana si concretizza con Lozano che dentro l’area batte Neuer. La risposta tedesca è immediata, il calcio di punizione di Kroos è quasi perfetto ma Ochoa la tocca quanto basta per metterla sulla traversa. Il primo tempo si chiude con il Messico meritatamente avanti 1-0.
Ci si aspetta una Germania aggressiva ed invece i tedeschi tengono ritmi troppo bassi per sorprendere la difesa messicana. La squadra di Low mantiene un atteggiamento spregiudicato e concede spazi al Messico che però non li sfrutta per trovare il potenziale 2-0. Il copione non cambia, Germania a provare di trovare il pareggio, Messico pronto a chiudersi e ripartire. Low prova ad inserire più punte, Brandt con un gran tiro sfiora il palo ad un minuto dal 90°. Finisce così, il Messico compie l’impresa di battere la Germania.
GERMANIA – MESSICO 0-1 (35° Lozano)
Germania (4-2-3-1): Neuer; Kimmich, Boateng, Hummels, Plattenhardt (79° Gomez); Kroos, Khedira (60° Reus); Müller, Özil, Draxler; Werner (86° Brandt).
Concludiamo con l’ultima gara odierna, l’esordio al Mondiale del Brasile.
La partenza del Brasile è super, ritmi alti, giocate veloci. Al 12° Paulinho si lancia in area sfruttando un’indecisione della difesa Svizzera, il centrocampista verdeoro colpisce male la palla e Sommer riesce a salvarsi, anche se la terna non concede il corner. Al 20° il Brasile passa in vantaggio con Coutinho che lascia partire un tiro a giro stupendo, che bacia il palo interno e s’insacca. Trovato il gol il Brasile inizia ad abbassare i ritmi, la Svizzera si fa più audace, ci mette più intensità ma alla fine Alisson non corre rischi. Si va al riposo sul 1-0 Brasile.
Pronti via, la Svizzera ci prova e al 50° trova il pareggio con il colpo di testa di Zuber su azione da corner. La Svizzera ci crede e prova a rendersi insidiosa, mantenendo sempre la giusta intensità. I verdeoro provano nuovamente a premere sull’acceleratore ma non riescono a sfondare il muro elvetico. Al 90° Sommer è bravissimo a respingere il colpo di testa di Firmino su punizione di Neymar. Al 91° è Miranda ad avere la grande chance ma la sua conclusione passa molto vicina al palo ma esce. Nell’ultimissimo minuto di recupero ci prova anche Renato Augusto ma Schar è attento e respinge a due passi dalla linea. Finisce così, la Svizzera riesce a fermare sul pareggio il Brasile.
Più forte di una pur coriacea Serbia, più forte del destino che ha tolto dal campo Doncic per un infortunio a metà del terzo quarto, più forte di tutto e tutti: la Slovenia è campione ad EuroBasket 2017.
Un torneo fantastico, fatto di sole vittorie nelle 9 gare disputate, un torneo nel quale il veterano Dragic, eletto poi MVP della manifestazione, ha trascinato, insieme al giovanissimo talento Doncic la squadra ad un titolo probabilmente inaspettato nei pronostici della vigilia.
Una vittoria però che la si può definire anche di squadra perchè, e lo si è visto anche nella finale, quando il duo di fenomeni per diversi motivi non è stato sul parquet ci hanno pensato gli altri, Vidmar, Randolph, Nikolic, Prepelic, a trovare punti, a difendere forte, a strappare palloni per portare la Slovenia a conquistare successi.
Veniamo al racconto della gara.
La partenza della sfida è quella che ci si aspetta, Serbia più fisica che cerca il canestro dentro l’area, Slovenia con il tiro da fuori. I protagonisti iniziali non sono le stelle ma bensì Kuzmic per la Serbia e Muric per la Slovenia che segnando rispettivamente 6 e 5 punti, fissano il risultato sul 8-7 Serbia al 4°. Piano piano si accendono i campioni, Jovic segna, Dragic risponde, Bogdanovic piazza il tiro da due e dall’altra parte Doncic s’inventa il canestro da 2. Marjanovic mantiene la freddezza ai liberi, la tripla di Randolph non entra e dall’altra parte il canestro del +5 di Bogdanovic costringe il coach sloveno al time out. Dal minuto di sospensione esce alla grande lo sloveno Prepelic che con 5 punti permette ai suoi di stare in scia agli avversari. Il primo quarto si chiude sul 22-20 per la Serbia.
Il secondo quarto si apre male per Macvan che prima sbaglia una tripla, poi regala tre liberi a Randolph che permettono alla Slovenia il sorpasso, sulla successiva rimessa la Serbia perde palla e Dragic deposita a canestro il +3 che costringe Djordjevic al time out. Bogdanovic e Bircevic riportano avanti la Serbia ma una tripla con l’aiuto degli dei del basket di Prepelic ed un coast to coast, concluso con schiacciata, di Doncic lanciano la Slovenia sul 32-28. La Serbia non trova canestri, Dragic sì ed in un attimo gli sloveni volano sul +10. Macvan segna 4 punti ma in mezzo ai suoi due canestri Prepelic infila una tripla da distanza siderale ed il vantaggio, anche grazie al solito Dragic, si mantiene in doppia cifra. La Serbia ha i nervi d’acciaio e con un gioco da 3 punti di Lucic ed una tripla di Guduric riporta i suoi sul -5. Le difese giocano forte e i viaggi in lunetta sono parecchi ambo i lati. Dragic è in gran serata, il veterano sloveno piazza due super triple e tocca quota 24 pt già ad un minuto dalla fine del tempo. All’intervallo lungo si va sul 56-47 per la Slovenia.
Si rientra in campo come se ne era usciti con una tripla di Dragic che apre il divario, la Serbia si aggrappa al talento di Bogdanovic per rimanere il più vicino possibile ad una Slovenia sempre più convinta. A metà terzo quarto dopo un tentativo in difesa Doncic ricade male con la caviglia che si gira, il giovane talento sloveno lascia il campo dolorante zoppicando. Il suo ko blocca mentalmente la Slovenia e la Serbia accorcia subito sul -4. La Serbia torna addirittura sul -2, la Slovenia chiama il time out e dopo il minuto di sospensione torna in campo con un super Randolph che segna, stoppa, difende forte e aiuta i suoi a tornare sul +8. Bogdanovic sforna un assist ed una tripla che riavvicina la Serbia, Dragic risponde dalla lunetta fissando il risultato sul 71-67 al suono della sirena.
L’ultimo periodo parte con un paio di giocate sbagliate da Guduric, che prima perde un pallone e poi commette un fallo antisportivo, Nikolic trasforma i liberi e Blazic segna in sottomano per il 75-68 sloveno. La Serbia però non ha intenzione di mollare e Macvan con la tripla, Bogdanovic e Micic con le penetrazioni riportano le distanze ad un solo possesso. Dragic non riesce più a segnare e Macvan firma il sorpasso a 4 minuti e mezzo dalla fine. Prepelic risponde con una super bomba, ma Macvan trova ancora due punti e a 4 dalla fine è 80 pari. Kuzmic dalla lunetta ha la possibilità di riportare avanti la Serbia ma fa 0/2 e dall’altro lato Prepelic, in vera e propria trance agonistica, infila il canestro del 84-82. La Serbia non riesce a segnare, sbaglia anche Prepelic ma il rimbalzo sorride alla Slovenia e Randolph s’inventa il canestro con fallo, non concretizzato il libero, che porta il risultato sul +4 (86-82). Uno straordinario Vidmar stoppa il tentativo di Bogdanovic e dall’altro lato Prepelic subisce il fallo sul tiro da 3, ad un minuto dalla fine la Slovenia tocca il +6. I liberi di Nikolic e Blazic rendono inutile la tripla di Macvan, finisce 93-85, la Slovenia è campione ad EuroBasket 2017.
L’Italbasket saluta Eurobasket 2017, ai quarti di finale gli azzurri cedono per 67-83 ad una Serbia che obiettivamente si è dimostrata più forte in tutti i lati del campo.
Oltre al talento dei vari Macvan, Bogdanovic e Lucic e alla mostruosa fisicità di Kuzmic e Marjanovic, l’Italbasket ha pagato anche la serata dalle mani freddissime dei tiratori azzurri, Belinelli in primis, e un nettissimo divario a rimbalzo, 44 per i serbi, di cui 17 in attacco, contro i 18 totali azzurri.
La sconfitta fa male ma obiettivamente a questa squadra non si poteva chiedere di più, un quarto di finale è un risultato oltre la minima aspettativa che prevedeva l’ottenimento degli ottavi di finale.
Adesso toccherà a Meo Sacchetti prendere in mano questa squadra e provare a qualificarla al prossimo mondiale, non sarà facile ma il cuore azzurro potrebbe superare anche questo altissimo ostacolo.
Veniamo al racconto della gara.
La partenza azzurra è la solita, difesa straripante e buonissimo attacco, Melli-Datome fissano il 5-0 iniziale. L’Italbasket però non segna ma la difesa è eccellente e il primo canestro serbo arriva intorno a metà quarto. L’attacco dell’Italia si inceppa, la Serbia sorpassa ma una magia di Datome riporta avanti l’Italbasket sul 10-8. Filloy e Belinelli bombardano da tre, il gigante Marjanovic comanda in area e tra movimenti e canestri permette ai suoi di stare a contatto. La precisioni ai liberi regala alla Serbia il primo vantaggio proprio a fil di sirena. La Serbia sfrutta bene il primo possesso del secondo quarto e allunga a +3, immediatamente annullato dalla tripla di Melli. E’ solo un’illusione perchè la Serbia continua a segnare e il 3° fallo di Cusin sembra una mazzata per l’Italbasket.Messina butta dentro Burns che prima difende permettendo il recupero, poi si fa trovare pronto a rimbalzo d’attacco per il canestro del -2. Marjanovic giganteggia in area, gli azzurri perdono anche qualche palla di troppo ed il canestro in contropiede di Jovic regala ai serbi il massimo vantaggio sul 25-32. L’Italia soffre tantissimo a rimbalzo, le seconde chance danno tanti punti alla Serbia che tocca anche il +11 con la tripla di Macvan. Burns è on fire, tripla, difesa super ed assist a Datome per la tripla del -5. Purtroppo è solo un momento perchè la Serbia non smette di segnare al contrario dell’Italbasket che non concretizza gli attacchi, si va sul 33-44 all’intervallo lungo. La partenza sembra positiva grazie alla schiacciata di Cusin ma i rimbalzi offensivi diventano un fattore e la Serbia può permettersi qualche errore che tanto la palla finisce nuovamente in mano serbe. Le mani di Belinelli sono freddissime (1/8 da 3) e Lucic dall’altra parte sigla il +15 serbo. Biligha prova a caricarsi gli azzurri sulle spalle, due canestri, due ottime difese e l’Italia torna a -10. L’energia sembra tornare dalla parte azzurra ma un tecnico fischiato alla panchina stoppa l’inerzia e permette alla Serbia di tornare a +11. Il tiro pesante non bacia l’Italbasket, nel terzo quarto è un pesantissimo 0/8, al riposo è 48-59. Il quarto quarto è la fotocopia del precedente, l’Italia balbetta da 3, concede tanti rimbalzi offensivi e la forbice del distacco non scende mai sotto la doppia cifra. Belinelli da 3 e Datome con la penetrazione danno una boccata d’ossigeno all’Italia che torna sul -8 a 5 minuti dalla fine. Bogdanovic, 0/7 da 3, decide di piazzare la bomba al momento giusto per spegnere l’entusiasmo azzurro. L’Italbasket denota una stanchezza incredibile, Bogdan Bogdanovic invece è un campione vero di quelli con la C maiuscola e con i suoi canestri chiude virtualmente la gara a 2 minuti dal termine. Il resto è solo uno scorrere del tempo verso l’ultima sirena che fissa il risultato sul 67-83
L’Italbasket di Pianigiani non riesce nell’impresa di battere la fortissima Serbia e dopo due grandissime imprese con Spagna e Germania, cade davanti agli uomini di Djordjevic capaci di rifilare agli azzurri oltre 100 punti e 19 lunghezze di distacco.
Una sconfitta che tutto sommato si è rivelata quantomeno indolore in quanto l’Italia aveva già strappato il pass per il passaggio alla fase ad eliminazione diretta. C’era da decidere la nostra avversaria, il terzo posto nel girone ci consegna la seconda del Gruppo A ovvero Israele, nella sfida che si giocherà domenica.
Ritornando alla gara di oggi, probabilmente gli azzurri hanno pagato l’assenza di Belinelli, tenuto a riposo, e magari una testa più leggera visto il primo obiettivo ottenuto. La Serbia invece ha giocato con la grinta giusta per ottenere così la 5° vittoria in cinque gara, protagonista assoluto Teodosic.
Veniamo al racconto della gara.
La partenza è tutta serba con un parziale di 8-0 che indirizza subito la gara. L’Italia ci mette 3 minuti a segnare e lo fa con la tripla di Gallinari. Teodosic però è in una di quelle giornate super e nonostante gli sforzi dell’Italia, al primo riposo si va con la Serbia avanti di 6 sul 25-19.
Nel secondo quarto gli azzurri sono sempre all’inseguimento e al 13° si portano sul -2 con la tripla di Della Valle. E’ solo un’illusione perchè i ragazzi di Djordjevic tornano a spingere guidati da Teodosic e Bjelica per un parziale che tocca anche il +13 ma che viene ridotto nel finale dagli azzurri sul 48-40.
Ci si aspetta una reazione dell’Italbasket nel 3° quarto e invece la Serbia continua ad allungare gestendo sempre un vantaggio in doppia cifra. Nell’Italia Gentile segna ma non basta, l’attacco serbo è preciso, la difesa azzurra leggera ed il finale di frazione segna ben 15 lunghezze di distanza.
L’ultimo quarto non presenta sussulti, anzi l’Italia sprofonda sino al -22. La Serbia sfonda quota 100 e conquista il successo, gli azzurri perdono ma in fondo è una sconfitta con il sorriso, si vola a Lille dove però non sarà più possibile sbagliare.
Con la sfida tra Repubblica Ceca, padrone di casa, e Danimarca, si aprono oggi i Campionati Europei di calcio Under 21.
8 squadre qualificare si contenderanno il titolo, oltre alle già citate Repubblica Ceca e Danimarca nel gruppo A ci saranno la Germania e la Serbia, mentre il Gruppo B è composto da Italia, Svezia, Inghilterra e Portogallo.
Oltre alla possibilità di conquistare l’alloro europeo, questi campionati saranno fondamentali per la qualificazione ai Giochi Olimpici di Rio 2016.
Come sempre sarà anche l’occasione per vedere all’opera giovani talenti, proviamo a selezionarne alcuni, squadra per squadra.
La Danimarca può vantare un paio di giocatori decisamente interessanti, oltre a Sorensen che già conosciamo in quanto gioca nel Verona. Senza dubbio un prospetto interessante è il centrocampista Hojbjerg, di proprietà del Bayern Monaco ma che con la sua abilità nel gestire i palloni a metà campo si è messo in luce con l’Augsburg. In attacco brilla Yussuf Poulsen, punta del Lipsia che ha avuto modo, solo pochi giorni fa, di segnare il suo primo gol con la maglia della nazionale maggiore.
La Germania è un vero e proprio contenitore di talenti, dai portieri Leno e sopratutto ter Stegen, passando per il difensore Ginter, i centrocampisti di gran valore come Arnold, Bittencourt, Can, e Ginter senza trascurare l’attaccante Volland. Volendo fare un nome però non va assolutamente sottovalutato Meyer, centrocampista che ha già messo in mostra il suo valore nello Schalke.
Nell’Inghilterra certamente i nomi che risaltano sono quelli di Harry Kane, l‘Uragano del Tottenham, del difensore dell’Arsenal Chambers e del centrocampista Ward del Southampton. Occhio però anche al portiere Butland che potrebbe mettersi in luce e anche all’attaccante Ings che nella scorsa Premier ha brillato a suon di gol nel Burnley.
Nell’Italia certamente si spera che sia l’europeo di Romagnoli e Rugani, ottima stagione per loro, ma anche di Zappacosta che con l’Atalanta ha fornito ottime prestazioni. A centrocampo occhio a Cataldi e Sturaro ed in avanti il trio delle tre B: Belotti, Berardi e Bernardeschi.
Nel Portogallo da tener d’occhio il mediano William Carvalho dello Sporting Lisbona. Sotto la lente d’ingrandimento degli osservatori ci sarà certamente anche il 18enne Ruben Neves che sa destreggiarsi agevolmente nel centrocampo, ma anche il trequartista del Monaco Bernardo Silva.
Tra i padroni di casa della Repubblica Ceca, occhio al veloce attaccante Vaclav Kadlec ma anche al centrocampista del Norimberga Petrak.
Nella Serbia occhio a Jojic che già ha mostrato lampi di classe e sregolatezza con la maglia del Borussia Dortmund. Un giocatore che certamente sarà valutato ed osservato dagli scout sarà Čaušić, centrocampista di scuola Stella Rossa, attualmente al Eskişehirspor, capace di gestire il gioco della sua nazionale.
Concludiamo con la Svezia e quando si parla dei gialloblu scandinavi non si può non citare John Guidetti, attaccante del Celtic di gran fisico ed ottimo senso del gol. Attenzione anche ad Helander, difensore centrale che ha brillato nella scorsa Champions League con la maglia del Malmoe.
Un’incredibile rimonta tutto cuore e forza di volontà, da 0-2 dopo 13 minuti al 3-2 finale, ha permesso all’Italia Under 21 di superare l’ostacolo Serbia e avvicinarsi sempre di più al primo posto del girone, che sarà conquistato in caso di successo martedì a Castel di Sangro contro Cipro, che vale la qualificazione al Playoff per l’Europeo di categoria del 2015.
Di Biagio decide di affrontare la gara con un 4-4-2 decisamente offensivo con Berardi e Battocchio sugli esterni a supportare la coppia d’attacco formata da Longo e Belotti.
La Serbia invece, priva di diversi titolari richiesti dalla nazionale maggiore, è scesa in campo con un 4-3-3 con Djurdjevic, Pesić, Kostić temibile trio d’attacco.
Pronti via gli azzurri provano a dimostrare la buona fase offensiva ma dietro la squadra balla ed al minuto numero 8 la Serbia passa in vantaggio: Pesić supera agevolmente Antei e prova a mettere la palla in mezzo, un rimpallo con Bianchetti gli restituisce la palla ed il serbo calcia verso la porta cogliendo impreparato Bardi per il vantaggio ospite. Passano solo 5 minuti e dopo una respinta in angolo dell’estremo difensore azzurro su una punizione di Kostić, dal susseguente corner Pesić svetta agevolmente e trova la doppietta che vale lo 0-2. Sembra crollare il mondo sul team di Di Biagio ma un pizzico di fortuna aiuta l’Italia. Al 23° infatti un calcio di punizione di Biraghi viene smorzato dalla barriera e finisce sui piedi di Belotti che con un tiro immediato accorcia le distanze. A questo punto l’Italia ci crede e spinge in avanti ed il premio è il calcio di rigore che Belotti si procura e trasforma nel 3° minuto di recupero della prima frazione di gioco. Si va al riposo sul 2-2.
La ripresa è un monologo azzurro con l’Under 21 italiana che si lancia in avanti e che vede finalmente Domenico Berardi entrare in partita. L’attaccante del Sassuolo prima sfiora il gol, poi centra un palo con un diagonale rasoterra di sinistro dolcemente beffardo e poi finalmente al minuto 75° con un bolide da fuori trova impreparato il portiere Dmitrović e realizza il 3-2, rimonta completata. Nel finale sono i serbi a buttarsi in attacco, la difesa azzurra, decisamente da rivedere, soffre ma regge ed al fischio finale è gioia per i ragazzi di Di Biagio.
Martedì ci sarà l’ultimo esame, assolutamente da non sottovalutare e da non fallire, con Cipro per poter prendersi quel primo posto che ci regalerebbe il playoff per l’Europeo.
ITALIA U21 – SERBIA U21 3-2(2-2)(8°, 13° Pesić (S), 23°, 45°+3 rig. Belotti (I), 75° Berardi)
ITALIA (4-4-2): Bardi; Zappacosta, Bianchetti, Antei, Biraghi; Berardi (86° Benassi), Sturaro, Crisetig, Battocchio (90° Sabelli); Belotti, Longo (65° Bernardeschi).
Mentre tutti gli juventini amano alla follia Arturo Vidal, i tifosi del Cile faticano a vedere nel centrocampista bianconero un idolo da acclamare ed elogiare: nell’amichevole di ieri tra Serbia-Cile infatti, il punto forte della Juventus, è stato espulso per la seconda volta consecutiva mentre indossava la maglia della Nazionale, a causa di un fallaccio che l’ha fatto finire nel mirino di molti dei presenti a San Gallo dove la Roja è uscita dal campo con la pesante sconfitta di 3-1 grazie alle reti di Markovic, Djordjevic e Duricic.
La furia dei tifosi cileni è scaturita dopo che Vidal si è fatto cacciare dal campo per un fallo killer: completamente in ritardo sull’avversario il centrocampista è infatti entrato da dietro a piedi uniti sulle gambe del malcapitato giocatore serbo. La domanda che tutti si pongono è perchè con la maglia bianconera Vidal dimostri di essere un giocatore con testa, talento e cuore, mentre con la maglia del Cile scenda in campo completamente diverso, commettendo errori su errori, fregandosene delle squalifiche, dei risultati e delle figuracce che sta collezionando.
Domanda che nasce spontanea visti anche i precedenti episodi avvenuti: già lo scorso anno infatti la Federazione aveva punito Vidal per essersi presentato in ritardo al raduno con la Nazionale e soprattutto per aver tenuto un comportamento non consono all’ambiente. Tutti questi piccoli dettagli portano a pensare che al giovane e promettente calciatore cileno non importi poi così tanto indossare la maglia del Cile e per questo tutti i tifosi hanno chiesto che quest’ultimo non venga più convocato in vista delle prossime partite. Intanto il ct Claudio Borghi, dopo la sconfitta di ieri, ha comunicato che i vertici della Federazione gli hanno tolto l’incarico di tecnico della Nazionale viste le cinque sconfitte consecutive rimediate in questi ultimi mesi.