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  • NFL, stangata sui Saints per il “bounty program”. Tebow vola dai Jets

    NFL, stangata sui Saints per il “bounty program”. Tebow vola dai Jets

    Arriva la stangata della NFL, per mano del commissioner Roger Goodell, ai New Orleans Saints che erano stati scoperti dagli investigatori della Lega a praticare il cosiddetto “bounty program” ovvero instituire all’interno dello spogliatoio (e segretamente) delle taglie per mandare KO i giocatori avversari.

    In molti auspicavano una punizione esemplare che è arrivata puntualmente: la franchigia della Louisiana perde per tutta la prossima stagione il capo allenatore Sean Payton, squalificato quindi in vista dell’annata 2012/2013 ed a cui è stato tolto lo stipendio. Payton era a conoscenza della pratica vietata ed ha la grave colpa di non averne impedito la prosecuzione. Mano pesante anche sul General Manager Mickey Loomis che non potrà esercitare le sue funzioni fino a metà stagione (potrà tornare dopo l’ottavo turno di campionato), a sommarsi a queste 2 punizioni c’è anche la perdita di 2 scelte nei prossimi Draft, la seconda di questo 2012 e la seconda del 2013. Inoltre viene squalificato anche il vice allenatore dei Saints, primo assistente di Sean Payton, ovvero Joe Vitt che prende 6 giornate di squalifica.

    Insomma tolleranza 0 doveva essere e tolleranza 0 è stata, questa sentenza è una mannaia sui Saints che escono da questa situazione con le ossa rotta ed un futuro molto buio. Chi non avrà più niente a che fare con la NFL è invece Gregg Williams, il coordinatore difensivo di New Orleans nelle stagioni 2008-2011, passato qualche mese fa ai Saint Louis Rams: per lui squalifica a tempo indeterminato, probabilmente per sempre. Sotto la sua guida il settore difensivo del team della Louisiana aveva visto la nascita di questa orrenda pratica che retribuiva i giocatori che erano capaci durante la partita di mandare all’ospedale gli atleti avversari, con premi raddoppiati nei playoff quando la posta in palio era più alta. Un vero peccato perchè tutto questo getta comunque un’ombra incancellabile sul titolo vinto nel 2009 dai Saints, una favola che alla fine non ha visto il lieto fine. Per chiudere il tutto la franchigia dovrà anche pagare una salatissima multa di mezzo milione di dollari alla NFL.

    Resta da stabilire tuttavia la sanzione che colpirà i giocatori, 27 in totale stando alle prime indiscrezioni, che nelle ultime 3 stagioni (ma soprattutto in quella della vittoria del Super Bowl del 2009) aderirono al bounty program e intascarono le taglie per aver spedito gli avversari in ospedale: 1000 dollari di ricompensa se l’avversario usciva in barella, 1500 se non tornava più in campo, questi gli accordi in seno allo spogliatoio. Esaminando le sanzioni per la squadra è molto probabile che la mannaia di Goodell si abbatta anche sui giocatori, anche perchè il commissioner da sempre è stato promotore della sicurezza in campo in quanto il football è uno degli sport più duri per via degli energici contatti fisici durante le partite. Tutelare l’integrità degli atleti (soprattutto delle Stelle di questo sport) è l’obiettivo primario.

    Intanto nella notte è andato in scena uno scambio che farà parlare molto: i Denver Broncos dopo aver preso il 36enne quarterback Peyton Manning spediscono ai New York Jets il titolare fino allo scorso torneo Tim Tebow, che ora si giocherà il posto con Mark Sanchez. Denver ha aggiunto una settima scelta per tradarlo mentre dalla squadra della Grande Mela i Broncos ricevono il quarto ed il sesto pick di questo Draft.

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  • NFL: Saints vincenti all’esordio, niente da fare per i Vikings

    NFL: Saints vincenti all’esordio, niente da fare per i Vikings

    Si ricomincia da dove si era lasciato, da un’altra vittoria dei New Orleans Saints. I campioni in carica hanno infatti battuto in un gradevole ed intenso match d’esordio della nuova stagione NFL i Minnesota Vikings di Brett Favre. 14-9 il risultato finale e Saints subito in testa alla division, tanto per non perdere il feeling con la vittoria.

    New Orleans parte forte e dopo 2 minuti di gioco si porta già in vantaggio grazie ad un drive sapientemente gestito e coordinato dal quarterback Drew Brees che con il lancio per Devery Henderson (suo quindi il primo touchdown di stagione) porta il risultato sul 6-0, arrotondato dal piazzato di Hartley sul 7-0.
    I Saints continuano a spingere ma non riescono a capitalizzare il grande lavoro difensivo che lascia Minnesota senza segnare per tutto il primo quarto.
    Ma nel secondo ecco la riscossa dei Vikings che prima accorciano le distanze con un field-goal di Longwell dalle 41 yard per il 7-3, poi, alla fine del periodo, e prima di andare a riposo, mettono anche la testa avanti grazie al touchdown di Visanthe Shiancoe a 45 secondi dal termine della prima metà di gara. 9-7 per Minnesota che ha la possibilità del punto addizionale che però viene bloccato dalla difesa dei Saints.
    Brett Favre non è in piena forma a causa dei guai alla caviglia e non ha la giusta intesa coi ricevitori visto che ha dovuto saltare tutto il training camp, ma basta ed avanza per dare le solite certezze al team gialloviola.

    Nel secondo tempo New Orleans decide di cambiare strategia e si affida alle corse dei suoi running back. I Saints tornano davanti con il touchdown di Pierre Thomas a metà periodo (con Hartley che mette anche il piazzato del punto aggiuntivo) andando sul 14-9 e chiudono la saracinesca in difesa. Hartley fa venire i brividi al pubblico del Superdome sbagliando 2 field-goal, ma i difensori dei Saints, bloccando ogni singolo attacco avversario permettono al kicker di stare tranquillo.
    Favre fa quello che può ma i Vikings nella ripresa non riescono a mettere punti a referto vista la soffocante difesa della squadra di Sean Payton e sono costretti ad alzare bandiera bianca.

    New Orleans si candida autorevolmente per il repeat, non sarà facile ma la squadra è completa, ha l’esperienza dello scorso anno nonostante si basi su un nucleo abbastanza giovane di giocatori e la guida in panchina appare impeccabile. minnesota non esce distrutta dal confronto,ma dovrà lavorare molto per riuscire ad inserirsi nella corsa delle pretendenti al titolo. E con un Favre più in forma il sogno potrebbe anche diventare realtà.

    New Orleans Saints-Minnesota Vikings 14-9

  • NFL, Super Bowl: New Orleans Saints sul tetto del mondo, battuti in finale gli Indianapolis Colts

    Dopo 43 anni di storia i New Orleans Saints si issano con pieno merito sul tetto del mondo, battono gli strafavoriti Indianapolis Colts per 31-14 e diventano i nuovi campioni di football americano, succedendo ai Pittsburgh Steelers.

    Successo veramente meritato per la franchigia della Louisiana che ha saputo recuperare una partita iniziata molto male riuscendo a chiuderla in modo trionfale contro avversari più che quotati per la vittoria finale. Pensare che solo 4 anni fa i Saints potevano abbandonare New Orleans, per trasferirsi in un’altra città a causa delle devastazioni causate dall’uragano Katrina, mette i brividi addosso e fa capire certamente come la competenza nello sport riesca sempre a condurre a traguardi non solo importanti, ma alcune volte anche storici. E finalmente la città della Louisiana può festeggiare dopo tanti anni di ricostruzioni e sofferenze; un piccolo, grande sorriso regalato a tutte quelle persone che hanno attraversato momenti bui e dfficili dai beniamini che corrono e si battono su un prato verde inseguendo un sogno che questa notte è divenuto realtà.

    I grandi sconfitti sono gli Indianapolis Colts, principalmente coach Caldwell, che non è parso impeccabile nella gestione della partita (al contrario del suo dirimpettaio Sean Payton che non ha sbagliato nulla!), e il quarterback Peyton Manning, che ha dovuto cedere il passo, pur disputando una buona gara, al collega-amico-rivale Drew Brees, leader vero e silenzioso che ha condotto, guidato e trascinato i suoi compagni per tutto l’incontro risultando il vero vincitore ed MVP del match. Sostanzialmente pesa come un macigno l’intercetto che ha permesso a New Orleans di chiudere la pratica. Brutta botta, questa sconfitta, per i Colts che ora si porranno i relativi interrogativi sul futuro.

    Il 44esimo Super Bowl in verità era partito molto bene per la franchigia dell’Indiana, che nel primo quarto aveva letteralmente dominato sia in attacco che in difesa e riuscendo a chiudere con un perentorio 10-0 frutto del field goal del kicker Matt Stover e del touchdown successivo del ricevitore Pierre Garçon, ragazzo di Haiti che sembrava scrivere una favola da dedicare alla popolazione del paese centoamericano, in questi giorni messo in ginocchio dalle terribili conseguenze di un terremoto altamente distruttivo. Ma la favola dei Colts era destinata a durare poco perchè nel secondo quarto tutto ciò che erano stati i biancoblu dell’Indiana, ad un cert punto lo erano diventati i nero e oro della Louisiana che andavano vicini al touchdown venendo murati sul limite e realizzavano 2 field goal che accorciavano le distanze all’intervallo sul 10-6, segnature per le quali si deve ringraziare il kicker Garrett Hartley.

    Nell’intervallo Payton richimava i suoi a proseguire sulla retta via, mentre forse coach Caldwell non si rendeva conto del pericolo imminente e mandava in campo i giocatori quasi allo sbaraglio, forse contando troppo sulla guida esperta e sapiente di Manning. I risultati si sono visti subito chiaramente: l’aggressività dei Saints ha portato il recupero del pallone già sul primo possesso e in seguito la segnatura da touchdown di Pierre Thomas che operava il primo (ma non ultimo) sorpasso della gara sul 13-10. Indy reagiva e con Joseph Addai operava il controsorpasso sul 17-13, in parte rimarginato da New Orleans da un calcio piazzato del solito Hartley per il 17-16. Il capolavoro dei Saints e di coach Payton è stato l’ultimo periodo: un 15-0 che ha annichilito gli avversari dato da un touchdown importantissimo di Jeremy Shockey (con relativa conversione da 2 punti da parte di Lance Moore, un vero capolavoro per come ha preso la palla ovale e l’ha trattenuta, così difficile che prima non era stata concessa la conversione e in un secondo tempo data giustamente dopo la chiamata del challenge da parte di coach Payton), e da un intercetto a 3 minuti dalla fine (costato molto caro a Manning e compagni) riportato in touchdown da Tracy Porter. Da questo momento in poi la partita è stata virtualmente chiusa con i Saints che hanno controllato le ultime sfuriate biancoblu.

    Indubbiamente la vittoria è stata meritatissima per New Orleans che, come già detto, ha saputo reagire e travolgere gli avversari che hanno dato l’impressione di superficialità, quasi credendo che la superiorità meritatasi con ottime prestazioni su tutti i campi della NFL, anche oggi avrebbe dovuto condurli alla vittoria quasi senza faticare, dimenticando che la gara in questione era “LA GARA”, la finale e la partita che tutti gli appassionati di football sognerebbero di poter giocare.
    Ora la stagione NFL chiude i battenti e dà l’appuntamento al prossimo anno, in attesa di vedere se con la nuova stagione ci sarà l’emergere di nuove squadre e di nuovi rapporti di forza o se le “big” riusciranno a restare sempre sulla cresta dell’onda.

    Guarda gli highlights di New Orleans Saints – Indianapolis Colts