Tag: scudetto

  • Milan Juventus la prima decisiva post Calciopoli

    Milan Juventus la prima decisiva post Calciopoli

    Che Milan Juventus non sia mai stata una partita come le altre è cosa risaputa, anche se negli ultimi 5 anni le due squadre hanno lottato per obiettivi totalmente diversi, con i bianconeri a barcamenarsi fra posizioni poco nobili della classifica e i rossoneri a cercare di contrastare, fino alla scorsa stagione inutilmente, lo strapotere dei cugini interisti. L’ultima volta che la sfida fra le due squadre ha rappresentato un vero e proprio match point per il campionato era il lontano maggio del 2005, in quell’occasione gli uomini di Capello s’imposero per 1-0 grazie ad un gol di Trezeguet che sfruttò al meglio un assist splendido in rovesciata di capitan Del Piero. L’anno successivo a San Siro l’undici bianconero subì una pesante sconfitta che però non pregiudicò la vittoria finale in campionato. Sappiamo poi che quegli scudetti non rimasero a lungo nella bacheca della Vecchia Signora, che dopo un anno di purgatorio in serie B, a seguito delle sentenze di Calciopoli, tornò in serie A speranzosa di riconquistare il posto che una società del proprio rango meritava.
    Purtroppo per le due squadre però a far da padrone in quegli anni in campionato e lo schiacciasassi interista e alle due nobili del nostro calcio non restava che spartissi le briciole, nel primo incontro post-calciopoli il risultato fu uno sciatto 0-0 a San Siro.  A fine anno la Juventus riuscirà a precedere il diavolo (solo quinto) in classifica piazzandosi al terzo posto e qualificandosi per la Champions.

    L’anno successivo fu ancora un pareggio nella sfida a Milano fra le due squadre con Iaquinta e Seedorf autori dei due gol della serata.
    Il risultato ancora una volta però non cambierà il corso del campionato che rimarrà a Milano, sponda nerazzurra e che vedrà juventini e milanisti accontentarsi rispettivamente di secondo e terzo posto.

    Video Milan Juventus Iaquinta e Seedorf
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    Quella del 2009-2010 è la peggiore stagione del post calciopoli per la squadra torinese, conclusasi con un misero settimo posto e che nello scontro diretto con i rossoneri l’ha vista soccombere in entrambe le gare per mano soprattutto di Ronaldinho che sia a Torino sia a Milano punì la squadra allora guidata da Ferrara e Zaccheroni.

    Milan Juventus, Ronaldinho protagonista
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    Nella scorsa stagione quella del primo scudetto non interista dopo il 2006, gli scontri fra le due squadre si sono chiusi alla pari, con una splendida vittoria bianconera in casa del diavolo, grazie alle reti di Quagliarella e di Capitan Del Piero, vittoria che però ha illuso la squadra di corso Galileo Ferraris, che a fine stagione chiuderà nuovamente al settimo posto rimanendo fuori dalle coppe e vedrà i milanisti guidati dall’ex Ibrahimovic e dal neo tecnico Allegri, conquistare lo scudetto, il 18 della propria storia.

    Milan Juventus, Quagliarella e Del Piero illudono la Vecchia Signora
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    Quest’anno però finalmente sembra che per la Juventus sia arrivato l’ora di cominciare a lottare per piazze più importanti di settimi posti e la sfida contro l’attuale capolista Milan, rappresenta un crocevia importante per il proseguo della stagione. La squadra di Conte arriva carica e motivata al big match di San Siro, aspettando di conoscere se Ibra sarà della gara e dall’alto della propria imbattibilità in campionato, senza contare che nei due incontri precedenti, l’ultimo in coppa Italia, i bianconeri hanno dimostrato di essere più affamati di vittoria, sopperendo così ad un minore tasso tecnico. Dal canto loro gli uomini di Allegri hanno recuperato da un periodo di parziale appannamento e dopo la vittoria di Udine, in rimonta e quella fenomenale in Champions arrivano alla sfida carichi e con qualche arma in più, come il recupero di Pato che potrebbe sopperire all’eventuale assenza del grande ex Ibrahimovic. Di sicuro ci sarà da divertirsi sperando in qualche altra prodezza come questa:

    Il gol scudetto di Trezeguet su assist di Del Piero
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  • L’Inter mette la “sesta”, lo scudetto non è più un miraggio. Il miracolo di Ranieri

    L’Inter mette la “sesta”, lo scudetto non è più un miraggio. Il miracolo di Ranieri

    Dopo l’appellativo di normalizzatore, Ranieri conferma l’etichetta di uomo derby, riportando la vittoria nella Milano nerazzurra dopo quasi due anni. Proprio perché l’ultimo trionfo in una stracittadina per l’Inter porta la data 24 gennaio 2010, con in panchina Mou, il sapore di questa vittoria esalta in maniera particolare il popolo dei tifosi interisti. Nel mezzo l’era Benitez, Leonardo e quella di Gasperini, avevano palesato la supremazia dei colori rossoneri, spegnendo le luci nerazzurre a San Siro. L’arrivo di Ranieri serviva appunto a riportare quell’entusiasmo e quei risultati che mancavano ad una squadra che nei primissimi turni di campionato aveva un rullino di marcia da zona retrocessione.

    Claudio Ranieri | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    SERIE B – Solo due mesi fa l’Inter ristagnava nelle ultime posizioni della classifica, con le serie preoccupazioni di Moratti e soci per la difficile rincorsa al posto nella prossima Champions League. L’arrivo di Claudio Ranieri aveva inizialmente sortito buoni effetti, prima contro il Bologna in campionato e poi contro il Cska di Mosca in Champions League. Successivamente esaurita la carica motivazionale il tecnico ha dovuto fare i conti con i numerosissimi acciacchi e una squadra rimaneggiata a centrocampo. Le sconfitte interne contro Napoli e Juventus sono state le più difficili da digerire per il popolo interista e sono corrisposte a una sterilità sottorete delle punte, con Milito in primis capace di sbagliare gol impossibili e aggiudicarsi il Bidone d’oro della stagione. Ranieri, nel frattempo con la sua esperienza e la sua calma serafica, continuava a ripetere ai suoi giocatori e ai giornalisti che lo criticavano di avere pazienza e di vedere nonostante gli scarsi risultati, una squadra in notevole crescita sotto l’aspetto fisico.

    6 VITTORIE – Sor Claudio sapeva di avere una fuoriserie in mano, ma comprendeva anche i limiti derivanti dalla partenza di una stella come Eto’o e un preparazione fisica e soprattutto tattica sbagliata ad inizio stagione, che aveva scombussolato molti equilibri all’interno della rosa nerazzurra. Il problema maggiore è stato proprio trovare la quadratura di uno dei reparti più forti degli ultimi anni: la difesa. Julio Cesar, Lucio, Samuel e Maicon sono state le colonne portanti del triplete e in questa stagione proprio la retroguardia nerazzurra era il reparto messo più sotto accusa per le troppe reti incassate. Il tecnico romano con il nuovo modulo 4-4-2 ha saputo riportare alla compattezza di un tempo un reparto colabrodo, supportato ovviamente dal doppio scudo composto da Thiago Motta e Cambiasso in appoggio alla difesa. Meriti anche per l’esplosione di Alvarez, che nonostante la prova non brillantissima nel derby ha saputo svegliarsi e cambiare il passo rispetto alle sue prime apparizioni. L’arma in più è stata sicuramente ritrovare e far rinascere come l’araba fenice un bomber di razza come il Principe Milito, capace, grazie al gol vittoria nel derby di andare a segno per tre turni consecutivi, ritrovando quel feeling col gol che gli mancava da troppo. Questi gli ingredienti principali con cui Ranieri ha costruito la sua scalata ai piani alti della classifica. Dati alla mano l’Inter mette a segno la sesta vittoria consecutiva, recuperando 9 punti dalla capolista in sei giornate, e portandosi a tre punti dal terzo posto dell’Udinese. Non c’è dubbio: la cura Ranieri funziona!

    SNEJDER, TEVEZ, FORLAN – Ora le incognite maggiori rimangono su come Ranieri riuscirà a far incastrare l’ingresso di Sneijder e Forlan nel nuovo modulo di gioco, scegliendo chi verrà sacrificato. Lo stesso tecnico non si dice preoccupato, scongiurando il problema dell’abbondanza. Volendo fare un pensiero anche al mercato in entrata, il possibile forfait di Stankovic per l’operazione che lo terrà fuori un paio di mesi, si traduce nella necessità di rinforzare il centrocampo più che l’attacco. Quindi l’acquisto di uno come Tevez pare allontanarsi secondo le stesse parole di Ranieri:

    “Tevez? Gli equilibri si sono compattati, nelle difficoltà questa squadra si è coesa di più e questo mi è piaciuto molto. La domanda è ‘quanto può dare questo ragazzo che non gioca da tanto tempo?’. Cercheremo con il presidente di analizzare al meglio la situazione”.

  • Ranieri: “Credo ancora nello scudetto, non al tavolo della pace”

    Ranieri: “Credo ancora nello scudetto, non al tavolo della pace”

    Il “normalizzatore” Claudio Ranieri sta preparando al meglio i suoi uomini in vista della gara di domani sera a San Siro della sua Inter contro il nuovo Cagliari di Davide Ballardini dopo l’esonero, a sorpresa, di Massimo Ficcadenti.

    Claudio Ranieri | © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Il tecnico nerazzurro dovrà però fare il conto con assenze pesanti, oltre ai soliti indisponibili Maicon, Nagatomo, Forlan e Viviano si è aggiunto anche il nome di Lucio che si è fermato nella rifinitura rimediando un trauma al ginocchio sinistro che non destra particolari preoccupazioni dal momento che il difensore brasiliano verrà recuperato per la gara di Champions contro il Trabzonspor.

    Nella consueta conferenza stampa Ranieri ha voluto parlare anche del momento delicato che sta attraversando l’Inter in campionato in questo momento, credendo nelle potenzialità della sua squadra e in una incredibile rimonta scudetto:

    Per quale motivo bisognerebbe credere in un’Inter da scudetto? Per quello che ha fatto. Qui ci sono dei fenomeni, ci mancano quei punti che danno fiducia per dire che siamo la vera Inter, ma io credo nella rimonta perché la mia squadra non molla mai e se vuole può farlo” e sulla gara con i sardi aggiunge – “Vogliamo battere il Cagliari: la partita più difficile è sempre quella più vicina e quindi è quella di domani. E non dimentichiamoci che per noi ora sono tutte finali“.

    Non solo calcio giocato ma anche un pensiero per le note vicende extracalcistiche che riguardano le battaglie e le lotte della Juventus che rivendica da diverso tempo parità di trattamento con coloro i quali hanno tenuto gli stessi comportamenti degli ex dirigenti juventini giudicati colpevoli nel processo sportivo che ha spedito il club bianconero in Serie B nel 2006 e nel processo penale Calciopoli nel quale Luciano Moggi, in primo grado, è stato condannato a 5 anni e 4 mesi. Ranieri non crede molto nel cosiddetto “tavolo della pace” invocato dal presidente della Juventus Andrea Agnelli nei giorni scorsi, per evitare di fare ricorso al Tar, e che ha riscosso parere favorevole nel presidente del CONI Gianni Petrucci, nel presidente federale Giancarlo Abete e nel presidente dell’Inter Massimo Moratti:

    Sono molto scettico, credo che ci sia solo il nome tavolo della pace, staremo a vedere, sarei contento se una volta per tutte si mettesse la parola fine a una cosa bruttissima per il calcio italiano e mondiale. E’ ora di finirla tutti quanti, Inter, Juventus e FIGC. Più se ne parla, più fuori dall’Italia ridono di noi“.

  • Gasp ambizioso:”Voglio la Champions”

    Gasp ambizioso:”Voglio la Champions”

    E’ un Gasperini ambizioso quello che si presenta alla festa coi tifosi a Pinzolo. Le idee sono chiare: l’imperativo è vincere: “Il primo pensiero da allenatore dell’Inter? Che ora bisogna vincere”. E le vittorie passano per un gioco offensivo:”Il mio calcio è sempre stato offensivo è vero, e vorrei portare la mia idea anche all’Inter visto che mi ha sempre dato risultati. E’ chiaro che difesa a tre o quattro è un luogo comune, giochiamo a tre quando gli avversari hanno due punte e a quattro quando gli avversari ne avranno tre.”

    Gasperini fa poi una riflessione sulla possibilità di avere un organico di livello superiore rispetto alle sue passate esperienze:”Ci sono campioni che hanno vinto tutto e sanno muoversi al meglio, con esperienza. Sono campioni abituati a sopportare varie tensioni, quello che mi colpisce è la loro voglia di rinnovarsi nel voler vincere“.

    E alla fine svela il suo sogno nel cassetto: “Ad essere sincero sarebbe quello più ambito, la Champions League. Ma in questo momento è importantissimo anche il campionato”

  • Lassini “imbucato” alla festa scudetto del Milan. E’ polemica

    Lassini “imbucato” alla festa scudetto del Milan. E’ polemica

    I tantissimi tifosi rossoneri accorsi in piazza Duomo e lungo il percorso disegnato dal Milan per festeggiare lo scudetto non hanno nascosto la presenza sul pulmann dei “vip” del candidato del Pdl diventato famoso per gli ormai noti manifesti contro i pm.

    Lassini afferma ai microfoni di TMNews “Mi sono imbucato volevo festeggiare il Milan e ora sto andando a vedere la partita”. Alla inevitabile domanda se sulla sua presenza fosse dettata da motivi elettorali, il candidato del Pdl ha risposto: “Ma non scherziamo, adesso non posso nemmeno andare a festeggiare”. “Mi sento quasi un perseguitato”.

    Ultima domanda sulla presenza di Berlusconi a San Siro e sulla possibilità di incontrarlo “Ma no, non credo. Però magari vado a cercarlo…”.

    LE IMMAGINI DELLA FESTA SCUDETTO

  • Milan, il giorno della feste e delle sorprese

    Milan, il giorno della feste e delle sorprese

    Il caso Gattuso, la disfatta di Palermo nelle semifinali di Coppa Italia, i rumors e le indiscrezioni di calciomercato sembravano avessero far fatto passare in secondo piano lo scudetto e la conseguente festa che la Milano rossonera aspetta da ben sette stagioni. La truppa agli ordini di Allegri oggi si regalerà un grandissimo bagno di folla percorrendo un mini tour su pulmann scoperto per le vie di Milano con prima tappa in piazza Duomo dove ci sarà il momento più intenso della festa.

    IL PERCORSO : partenza alle 17.15 circa da Via Turati, proseguimento per via Manzoni, Piazza della Scala, Via Santa Margherita e Via Mengoni. Da qui raggiungà Piazza Duomo alle 17.45.

    FESTA E SORPRESE Come abbiamo già detto in precedenza i giocatori rossoneri si fermeranno in piazza Duomo per salutare i tifosi e da quanto annunciano le agenzie di stampa la dirigenza rossonera ha preparato una prima sorpresa per il popolo rossonero che terrà compagnia ai rossoneri per tutta l’estate, poi il trasferimento a San Siro, la partita con il Cagliari, la premiazione e il consueto giro di campo anche questo corredato tante altre sorprese.

    LA PARTITA
    Allegri convoca tutti per il giorno della grande festa ma nonostanteil clima euforico vuol evitare brutte figure contro la squadra che lo ha lanciato nel grande calcio “Indipendentemente da chi giochi dovrebbe essere una festa per tutti, bisognerebbe giocare 31 contro 31. Vogliamo fare bene con il Cagliari e anche con l’Udinese, che è in lotta per il quarto posto, dovremo fare il nostro dovere”.

    PROBABILI FORMAZIONI
    MILAN:
    Abbiati; Abate, Yepes, Thiago Silva, Zambrotta; Gattuso, Ambrosini, Pirlo; Seedorf; Ibrahimovic, Pato. In panchina: Amelia, Bonera, Papasthatopoulos, Van Bommel, Flamini, Robinho, Cassano.
    CAGLIARI: Agazzi; Perico, Canini, Astori, Agostini; Biondini, Conti, Nainggolan; Cossu, Lazzari; Acquafresca. In panchina: Pelizzoli, Ariaudo, Magliocchetti, Missiroli, Laner, Ceppelini, Ragatzu.

  • 1000 volte Javier Zanetti, il capitano nell’Olimpo del calcio

    1000 volte Javier Zanetti, il capitano nell’Olimpo del calcio

    1000 volte Javier Zanetti! E’ ormai partito il conto alla rovescia per la  sfida  di stasera contro la Roma per la semifinale di Tim Cup,  dove il capitano nerazzurro Javier Zanetti taglierà il traguardo storico delle 1000 partite giocate. Il terzino argentino che veste la maglia nerazzurra dall’estate del1995,  entrerà di diritto nell’Olimpo del calcio, in un gruppo ristretto di grandissimi campioni, dove è possibile trovare giocatori del calibro di Peter Shilton, Ray Clemence , Pat Jennings, Alan Ball, David Seaman, Paolo Maldini, Andoni Zubizarreta, Roberto Carlos e Tommy Hutchinson. Tutti, verranno ricordati da una speciale fascia celebrativa che Zanetti  indosserà stasera per la partita di coppa tra Inter e Roma. Giocatore infinito che si appresterà nella prossima stagione a togliere anche il record di presenze con la maglia nerazzurra allo Zio Bergomi, fermo a quota 758, con Zanetti staccato di soli 10 presenze. Lo Zio capirà, nessuno meglio di Zanetti potrebbe rappresentare l’Inter nella storia.

    EMOZIONI – Il capitano nerazzurro in occasione del traguardo delle 1000 partite, ha voluto raccontare le sue emozioni in un’intervista rilasciata a Inter Channel: “Sono orgoglioso di arrivare a questa cifra, 1000 partite molto sentite tutte quante, e arrivare a questo traguardo è per me davvero importante. Finora ho collezionato 33 presenze con il Talleres, che è stata la mia prima squadra, 66 con il Banfield, 12 con l’Under 23, 140 con la Nazionale maggiore e 748 con l’Inter: totale 999. Se dovessi giocare contro la Roma arriverei appunto a 1000, un traguardo importante. Nella mia carriera ho fatto sempre tutto con passione, il calcio mi ha sempre dato tanto e io ho cercato sempre di rendermi utile ogni volta che ne ho avuto un’opportunità. Arrivare a questa cifra è anche importante perché non ci sono tanti giocatori che ci arrivano, sono solo nove, io sarei il decimo, e i loro nomi sono tutti molto importanti. Essere fra loro è un motivo di orgoglio”.

    RICORDI– Javier Zanetti leggendo i nomi dei giocatori millenari, ne cita due in particolare, evidenziandone la sua ammirazione, soprattutto per un simbolo dell’altra Milano, quella rossonera:  “Roberto Carlos e Paolo Maldini, due persone che ho sempre ammirato molto: poterli raggiungere mi rende felice. Maldini ha dato tantissimo al calcio mondiale e da quando sono arrivato in Italia l’ho sempre stimato per la carriera che ha fatto e per la persona che è. I derby con lui come avversario sono sempre stati molto sentiti ma anche molto leali, ho dei grandi ricordi”. Paolo Maldini, volendo ricordarlo  si è ritirato con 1041 partite sulle spalle, quindi se Zanetti dovesse continuare con questa media di 50 partite all’anno l’anno prossimo ci sarebbe anche il sorpasso a un mostro sacro come Paolo.

    COMPORTAMENTO- Per il terzino nerazzurro quello che conta davvero nella vita è il  giusto modo di comportarsi, dentro ma anche fuori dal campo: “Mi sono comportato sempre per quello che sono, cerco sempre di essere me stesso, che è la cosa che mi interessa di più”. Comportamento che viene apprezzato non solo dai propri tifosi ma anche da quelli di altre squadre: “Mi fa un enorme piacere incontrare persone che magari non sono tifosi dell’Inter eppure mi fanno i complimenti, questo è un grande riconoscimento.”

    ROMA E ANCORA– Parlando della partita contro la Roma, Zanetti si augura di vincere per poter festeggiare al meglio questo importantissimo traguardo. Aggiungendo come per il momento lui stesso non si ponga limiti per il futuro: “Sarò un momento importante per noi domani, perché si tratta della semifinale di Coppa Italia contro una grande avversaria come la Roma, speriamo di poter festeggiare in pieno. E dopo… voglio continuare, facendo 1001, 1002, etc, finché arriverà il momento che dirò basta”.

    SCUDETTO- Ovviamente arrivano anche da lui i complimenti al Milan per la conquista del 18esimo titolo, ma con i primi avvertimenti per la prossima stagione: “Il Milan ha vinto meritatamente, è stata la più continua, però noi abbiamo tanta voglia di far bene e di tornare a vincere il tricolore già dal prossimo anno”.

    GRAZIE AI TIFOSI- Infine, un ringraziamento alle persone che lo amano e lo incitano a continuare ogni domenica: “Grazie a tutti i tifosi che ho avuto, che mi hanno sempre dimostrato tanto affetto e questo non si dimentica”.

    (Fonte: Fc Inter News.it)

  • Leonardo attende risposte da Gattuso e dal Milan

    Leonardo attende risposte da Gattuso e dal Milan

    Come mai Berlusconi nel definire Balotelli un giocatore non adatto a vestire i colori rossoneri, perché il giovane italiano non avesse le caratteristiche ideali per rappresentare il fantomatico ‘stile Milan’, adesso non ha ancora fatto una tirata di orecchie pubblicamente al suo capitano Gennaro Gattuso? La convinzione che quelle immagini del centrocampista rossonero intento a cantare “Leonardo uomo di m…’ abbiano dato più fastidio di tutti proprio al presidente rossonero. Non è affatto facile saper perdere con eleganza, come ha fatto il presidente Moratti, che ha inviato i migliori auguri e i complimenti ad Adriano Galliani per lo scudetto meritatamente conquistato, ma non è facile nemmeno sapere vincere con eleganza come ha dimostrato Gattuso. È  infatti quello stile Milan, nelle gesta dell’eroico condottiero milanista, che nonostante il giorno dopo la pubblicazione del video non ammette scuse e anzi si giustifica in un modo poco cortese: “Ho fatto dieci cori chissà come parlate solo di quello. Non ho cominciato io, certo, gli sono andato dietro per un po’. Ma era il decimo coro che facevano. Devo chiedere scusa per averlo seguito?”

    Aggiungendo in seguito ulteriori particolari del rapporto avuto con Leonardo quando quest’ultimo era alla guida del Milan: “Nono posso raccontare tutto, ma di certo non ce l’ho con Leonardo perché non mi faceva giocare. Tutti sapete quello che penso di Leonardo. E un giorno vi dirò perché la penso così.”

    Il presidente nerazzurro Massimo Moratti a margine della cerimonia di apertura di Inter Campus in Italia, che inaugura il primo programma a Milano con il CeAs, il Centro Sociale di Solidarietà Onlus, in collaborazione con la Fondazione Casa della Carità di Don Virginio Colmegna ha voluto rispondere alle domande giornalisti presenti, commento in questo modo il comportamento di Gennaro Gattuso durante i festeggiamenti allo stadio “Olimpico” di Roma per la conquista dello scudetto: “Quello che credo abbia gradito di meno sia stato Leonardo. Ci è rimasto molto male e rimanerci male, in questi casi, è normale. Sull’argomento, dirà sicuramente qualcosa lui stesso. Non do nessun giudizio perché la cosa si commenta da sola. Una cosa che non rappresenta il Milan, ma la persona, anche se credo che il club qualcosa l’abbia già fatta per uscire da questo imbarazzo. Non c’è nessuna polemica, sono cose che capitano per eccesso di esaltazione, anche perché era da tanto tempo che al Milan non capitava di celebrare una festa del genere e per questo c’è stato qualche eccesso”.

    Anche il tecnico interista Leonardo  che non aveva voluto rispondere al centrocampista rossonero, oggi attraverso il sito ufficiale nerazzurro www.inter.it, ha voluto far sentire la sua voce in merito all’esultanza poco giustificabile di Gattuso:
    “Gattuso, il giorno in cui ho preso la decisione di lasciare il Milan, si è rivolto a me dicendomi che almeno ero stato coerente nella mia scelta. Oggi, invece, su molti quotidiani ho letto che desidera ancora raccontare le sue verità. Mi piacerebbe, quindi, proprio sapere quali sarebbero le cose che avrebbe ancora da dire visto che, nè telefonicamente nè di persona, è stato mai possibile”.
    “Inoltre
    – conclude Leonardo – mi farebbe piacere anche conoscere la posizione ufficiale della società AC Milan in merito a quanto accaduto”.

    Sono attese repliche. Il derby non è mai finito.

    (Fonte: Inter.it- Gazzetta dello Sport)

  • Gattuso e Abate cantano con la sud. Il coro contro Leonardo. Video

    Gattuso e Abate cantano con la sud. Il coro contro Leonardo. Video

    L’euforia scudetto in casa rossonera ha contaggiato proprio tutti, ieri spopolava in rete il video di Oddo alle prese con i 400 metri a petto nudo e scalzo, oggi, invece è il turno di Gattuso e Abate ripresi a cantare con i tifosi della curva sud nel post partita contro la Roma. I cori ovviamente contro i cugini nerazzurri, hanno però in Leonardo un altro inevitabile soggetto e ovviamente adesso scatteranno le polemiche.

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  • Scudetto milanese. Le due facce di Milano: Moratti e Galliani

    Scudetto milanese. Le due facce di Milano: Moratti e Galliani

    QUI CASA NERAZZURRA: MASSIMO MORATTI

    È un Massimo Moratti comunque sorridente quello intervistato dai microfoni di Sky Sport nonostante la sua squadra scenda in campo contro la Fiorentina dopo 5 anni per la prima volta da vice campione d’Italia. Come ci si sente a veder vincere e festeggiare l’altra squadra di Milano?: “Sono un milanese illuminato…– scherza il presidente nerazzurro- ma a parte tutto, mi sembra che il Milan si sia meritato questo scudetto, ha avuto continuità, ci ha creduto, non ha commesso ingenuità e si e’ rinforzato molto, è giusto così.

    Altra battuta senza polemica sui festeggiamenti rossoneri: “Festeggiamenti fastidiosi? Immagino il fastidio che hanno avuto loro per cinque anni”,mentre sembra davvero infastidito dalle dichiarazioni di Fabio Capello che aveva definito questo il primo vero campionato dopo Calciopoli: “Diciamo che mette tutto al proprio posto, fa capire come stavano le cose prima di Calciopoli e dopo”.

    BERLUSCONI- Ancora una battuta ma questa volta molto pungente in risposta a quanto detto dal presidente rossonero Berlusconi, sull’ipotesi di accontentarsi di vincere uno scudetto a testa all’anno: “Beh – ha allargato le braccia Moratti – veramente siamo 5-1…”.

    LEONARDO-“Leonardo da me ha avuto tutte le rassicurazioni”. Massimo Moratti si sbilancia in maniera evidente anche sul futuro dell’attuale tecnico brasiliano sulla panchina interista spiegando come Pep Guardiola sia per il momento un’ipotesi di fantamercato giornalistico: “Nel calcio si sbaglia a pensare troppo lontano, io preferisco concentrarmi sull’anno prossimo” ha puntualizzato il presidente interista, allargando il discorso già esposto da Leonardo nella conferenza stampa di sabato e riguardanti l’indisponibilità di molti grandi allenatori a venire ad allenare in Italia “è un problema che riguarda il campionato italiano, dove in effetti non arrivano allenatori a frotte dall’estero”.

     

    QUI CASA ROSSONERA: ADRIANO GALLIANI

    Diverse le emozioni in casa rossonera per uno scudetto che mancava da 7 anni, e che ha fatto tornare il Milan nel posto che gli compete in Italia. Certamente il presidente Berlusconi, soddisfatto per il primato italiano, adesso chiederà anche la conquista della Champions  per la prossima stagione. Adriano  Galliani ai microfoni di Sky Sport spiega i progetti futuri per la squadra rossonera: “Qualcosa va fatta, ma non dimentichiamo che quest’anno non potevamo schierare giocatori come Van Bommel, Cassano ed Emanuelson che giocavano in campionato. Oltre a loro qualcosa faremo, ci proveremo, ma sarà sempre più difficile competere con le big da 400 milioni di fatturato”.

    SCUDETTO- Alla domanda se avesse mai temuto di vedersi sfuggire lo scudetto Galliani risponde con assoluta sincerità: “L’unico momento in cui ho temuto qualcosa è in occasione del derby di ritorno: vinto quello ho capito che ormai non poteva fermarci nessuno, è stato il momento decisivo della stagione”. Con l’aggiunta dei ringraziamenti al presidente nerazzurro Moratti in occasione di una chiamata tra ‘amici’: “ Voglio ringraziare Moratti che stamattina mi ha telefonato complimentandosi ed è stato molto carino e cortese.”


    MERCATO– Un punto fermo del prossimo mercato rossonero? Ganso? No è Ibrahimovic! Lo svedese non si muove da Milano è ovvio: “Lo teniamo e cercheremo di vincere con lui la Champions League” Galliani si avventura nel discorso dei giocatori in scadenza di contratto, come nel caso di Andrea Pirlo che secondo molte alcune indiscrezioni si sarebbe già accordato con la Juventus per il prossimo anno: “Sono sicuro che nessuno dei nostri giocatori ha firmato per nessun’altra squadra, aspettiamo la partita di martedì sera a Palermo, poi dalla settimana prossima cominceremo a parlare con i nostri 9 giocatori senza contratto. C’era da scegliere se fare una distinzione tra figli e figliastri o se lasciare tutti nella stessa situazione, ho optato per questa seconda ipotesi”.

    (Fonte: Eurosport- Corriere dello Sport)