Tag: scudetto

  • Scudetto Napoli, 25 anni dopo il trionfo

    Scudetto Napoli, 25 anni dopo il trionfo

    Sono passati 25 anni dal quel 10 Maggio 1987. Data storica per il popolo napoletano che decretò per la prima volta l’ accoppiata scudetto Napoli sul gradino più alto del calcio italiano. Il primo scudetto è un po’ come il primo amore, non si scorda mai. Di fatto ecco a distanza di 25 anni ricordare ancora  le gesta dell’ opera d’arte partenopea.

    25 anni fa il Napoli viveva sotto il dominio totale delle squadre del Nord, Juventus, Inter e Milan. Il 1987 , sotto questo punto di vista, fu l’anno della svolta, della rivincita, del riscatto. Con la vittoria del tricolore, il Napoli si scrollò di dosso questo pesante senso di inferiorità che da quel giorno sparì totalmente.

    Diego Armando Maradona © Simon Bruty Getty Images Sport

    Il 10 Maggio 1987 , il Napoli ospitava la Fiorentina al San Paolo. Ai partenopei bastava un pareggio per la matematica assegnazione del titolo. Gli azzurri si portarono in vantaggio con Carnevale, ma nella ripresa vennero raggiunti da una strepitosa rete dell’ allora sconosciuto Roberto Baggio. Al triplice fischio finale si scatenò una vera e propria festa sia sul terreno di gioco, sia nelle strade della città. Si portò in trionfo l’ immagine di Diego Armando Maradona, vero e proprio artefice del successo Napoletano.

    Ma cos’ è cambiato 25 anni dopo? Cos’ è cambiato da quel 10 Maggio 1987? Il Napoli di oggi vive un momento di leggero sbandamento dovuto alla strepitosa stagione coronata dalla partecipazione in Champions League. E’ chiaro che partecipare su tre competizioni destabilizza le energie dell’ intero organico. Ma nulla ancora è perduto. I Partenopei si giocheranno la qualificazione alla Champions League all’ ultima giornata di campionato. Nella peggiore delle ipotesi rimarrà comunque una strepitosa stagione coronata dal secondo anno europeo in caso di qualificazione all’ Europa League, senza dimenticare che il Napoli giocherà contro la Juventus la finale di Coppa Italia il prossimo 20 Maggio. Che lo scudetto del 1987  sia di buon auspicio per questa parte finale di stagione?

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  • Terza stella Juventus, Agnelli preannuncia grandi sorprese

    Terza stella Juventus, Agnelli preannuncia grandi sorprese

    Conquistato il titolo con una giornata di anticipo, in casa Juventus, oltre che alla finale di Coppa Italia che si giocherà domenica 20 contro il Napoli, l’attenzione è rivolta verso un altro discorso che da mesi cattura l’attenzione dei tifosi bianconeri. Parliamo ovviamente dell’ormai famosa terza stella sulla maglia che simboleggerebbe i trenta scudetti conquistati sul capo dalla Juventus. Discorso questo che nel corso delle ultime ore ha scatenato una schermaglia a distanza tra i tifosi della Vecchia Signora da una parte e quelli delle milanesi dall’altra, specie a livello di social network.

    Un discorso iniziato già qualche mese fa ma che si era fermato dopo il pareggio del Lecce allo Juventus Stadium. Adesso che vi è la certezza dello scudetto l’attesa è tanta per capire cosa succederà. E la formazione bianconera, per bocca del suo presidente Andrea Agnelli, è intervenuta sulla questione direttamente dalla sede della Lega Serie A di Milano.

    Andrea Agnelli | © ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images

    «Gli scudetti vinti sul campo sono sicuramente 30 e nessuno ce li può togliere. Se guardo anche alle attività giudiziarie, da Napoli hanno detto che non è stato alterato il campionato 2004/05 e quello 2005/06 non è neanche stato investigato. La Juventus continua a battersi per avere la parità di trattamento, nella giustizia sportiva, nella giustizia ordinaria e nell’ambito della nostra vita. La parità di trattamento è un tema caro alla società tutta. Le tre stelle sulla maglia? I nostri tifosi avranno delle belle sorprese». Queste le parole del patron bianconero.

    Quelle belle sorprese hanno suscitato le curiosità di tanti tifosi. In molti però l’hanno interpretata come una sorta di possibilità di aggirare l’ostacolo inserendo una stella sul logo della squadra che si andrebbe a sommare alle due già presenti. Ma le stelle, addirittura, potrebbero essere quattro: e sì perché, in caso di conquista della Coppa Italia, la Juventus sarebbe la prima squadra a conquistare il decimo trofeo di questa competizione fregiandosi dunque di un’ulteriore simbolo. La diatriba continua dunque, ma le sorprese di Agnelli incuriosiscono, e non poco, i tifosi.

  • Del Piero e lo scudetto del “Noi c’eravamo”

    Del Piero e lo scudetto del “Noi c’eravamo”

    Le gioie più grandi sono quelle che partono da lontano, quelle che si attendono, che si sognano, che sembrano utopie: per Alessandro Del Piero questo trentesimo scudetto vinto sul campo è stato tutto ciò. E’ stato una rincorsa partita da Rimini, dal campionato 2006-2007, dal pomeriggio che Alessandro ricorda per “l’odore di pop corn e di piadina attorno allo stadio” e che, in campo, segnò l’inizio di una scalata durata sei anni, fra pendii ripidi e pareti scivolose. Sensazioni che può comprendere solo chi le ha vissute e che, insieme al Capitano, è passato dall’esultanza di un Mondiale vinto al sacrificio della serie B: Gigi Buffon e Mauro Camoranesi, ma anche David Trezeguet, Pavel Nedved e tutti gli altri comprimari che hanno partecipato alla caduta “senza sapere che fine avremmo fatto” e che, quando l’hanno saputo, insieme al tecnico Deschamps, “l’hanno accettato lottando per rialzarsi”.

    Un vero Capitano non dimentica nessuno e, soprattutto, non chi ha corso al suo fianco, in questo percorso ad ostacoli costellato di momenti in cui l’orizzonte della rinascita sembrava offuscato da nubi plumbee, che rendevano quasi impossibile “ritrovare la strada”. Quella strada che, dopo la promozione dalla serie B conquistata in scioltezza nonostante i punti di penalizzazione, sembrava agevole da percorrere e che, invece, ha nascosto tante insidie e difficoltà, soprattutto dopo il buon terzo posto del primo campionato di Ranieri, cui sono seguiti cambi di allenatori (Ranieri, Ferrara, Zaccheroni, Del Neri), campionati deludenti, esclusioni dalle competizioni europee.

    D’improvviso, però, le luci dell’alba hanno iniziato a rischiarare il cielo, fin dall’inizio di questo campionato 2011-2012, partito con l’emozione dell’inaugurazione della “Casa bianconera”, con i due simboli della Storia juventina al centro del campo dello Juventus Stadium, seduti su una panchina a rievocare il momento della nascita della Vecchia Signora: Giampiero Boniperti ed Alessandro Del Piero, il passato ed il presente, per ritrovare – da dentro – l’essenza di questa maglia, lo spirito dell’essere vincenti. Uno spirito mostrato fin da subito, grazie alla grinta di Antonio Conte in panchina, che ha permesso di ritrovare la via maestra: una guida pragmatica, che ha incarnato fin dall’inizio i valori che servivano a questo gruppo, ossia l’unione di intenti e lo spirito di squadra. Con mister Conte allenatore, dopo le prime partite di inizio campionato, Alessandro Del Piero ha accettato di sedere in panchina, accontentandosi delle “briciole” dei minuti finali, mentre fuori dal campo il presidente annunciava all’Assemblea degli azionisti il suo addio a fine stagione.

    Alessandro Del Piero | © Giuseppe Bellini/Getty Images

    E’ rimasto nel silenzio più composto e dignitoso, da vero capitano, trovando dentro di sè la forza per continuare a esser presente fino alla fine, dando il suo contributo proprio nel momento topico della stagione, ponendo la sua firma nella partita contro l’Inter e, poi, sulla punizione che ha regalato la fondamentale vittoria contro la Lazio nei minuti finali. La sua esultanza, la sua linguaccia, la sua corsa liberatoria di quella sera di Aprile hanno significato tanto, hanno racchiuso le sensazioni di un uomo che ha portato nel cuore questi colori per tutta la vita, che ha deciso di vivere la Juventus in tutto e per tutto, che ha fatto dello stile Juve il suo stile: ecco perchè, dopo la serata emozionale del 6 Maggio, Alessandro Del Piero scrive sul suo sito che “questa è la nostra festa, conquistata fino all’ultima goccia di sudore”, rivolgendosi anche ai tifosi, quelli veri, che sono rimasti vicini alla squadra nonostante le difficoltà, e che hanno esultato per un gol in serie B così come per il gol scudetto. Le sue parole vengono da lontano, e sono il simbolo di un cerchio che si chiude nel migliore dei modi: “Io c’ero, voi c’eravate. Noi c’eravamo. E ci siamo, finalmente”. Anche se, a ben guardare, i tempi verbali adoperati sono solo il passato ed il presente, senza alcun riferimento al futuro, al domani così incerto per lui.

    Dopo una tale gioia il momento dei saluti e degli “Arrivederci” appare ancora lontano anche se, ad oggi, è distante solo due partite, la prossima contro l’Atalanta e la finale di Coppa Italia: la tristezza non deve prendere il posto della gioia incontenibile di queste ore, anche se i segnali della proprietà non sembrano rassicurare coloro che sperano ancora in un prolungamento, in un’altra firma “nero su bianco” del Capitano, considerando che il Presidente Agnelli lo ha definito uno dei simboli della Storia Juventina, augurandogli di concludere la sua ventennale avventura anche con la conquista della Coppa Italia, lasciando poco spazio alle illusioni di chi spera in un suo gesto che, oggi più che mai, sembra assolutamente dovuto.

    Ecco perchè il tempo più importante, come Alessandro stesso ha ricordato, è solo il presente, per non lasciare che nulla possa rovinare l’intensità di questa gioia tanto agognata, assaporando al massimo ogni momento, per lasciarlo impresso nella memoria, per sempre.

  • Juventus campione d’Italia, tifosi in delirio nelle piazze di Torino

    Juventus campione d’Italia, tifosi in delirio nelle piazze di Torino

    E’ esplosa al triplice fischio finale la gioia del popolo bianconero. Juventus campione d’Italia per la trentesima volta (28 esima per chi vede la questione sotto un’altra ottica). E’ il trionfo di un gruppo solido, di un allenatore che ha saputo trasmettere la sua impronta di gioco, il suo carisma, la sua passione per i colori bianconeri. Un trionfo meritato se si guardano i numeri di questa stagione : 41 gare senza sconfitte, 16 goal subiti (miglior difesa d’ Europa), prima squadra europea come conclusioni verso lo porta avversaria. Insomma tanto di cappello a questa Juventus.

    I tifosi bianconeri accorsi a Trieste, hanno capito che il sogno avrebbe preso forma quando Milito ha gelato le speranza rossonere con il goal del 3-2, derby poi suggellato dal 4-2 di Maicon. 2-0 e 4-2, per gli amanti delle statistiche e delle fatalità, sono i medesimi risultati del 5 maggio 2002. Festa bianconera quindi. Giocatori entusiasti al triplice fischio finale, Chiellini e De Ceglie portati in trionfo dai tifosi sul terreno di gioco.

    Grande atmosfera anche a Torino. Migliaia di tifosi presenti all’ aeroporto di “Caselle” hanno atteso  i Campioni d’ Italia al rietro da Trieste. Il primo a sfilare nel “sentiero umano” è stato il mister Antonio Conte, osannato dai propri tifosi con il solito coro “Alè Alè Alè Antonio Conte, senza di te non andremo lontano, Antonio Conte il nostro capitano”. Brividi, emozioni, lacrime di gioia, tutti i giocatori hanno sfilato dinanzi ai propri supporters, accolti dal boato e dal calore umano.

    Anche le piazze della città sono state prese d’assalto dai tifosi bianconeri. Piazza San Carlo e Piazza Castello hanno fatto registrare il tutto esaurito. Fiumi di spumante, caroselli, il popolo juventino ha così festeggiato quel momento atteso 6 lunghi anni. Dalla Serie B alla terza stella. C’ è tutto in questi festeggiamenti andati avanti per tutta la nottata. Da segnalare nessuna nota stonata per quel che riguarda l’ ordine pubblico, e questo è un grande segnale sia per il calcio italiano, sia per tutti quelli che credono fortemente nel tifo “sano e pulito”. Che la festa continui…

    Il video dei festeggiamenti dei tifosi nelle piazze

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  • Inter, vincere o perdere il derby? Il tifo nerazzurro si spacca

    Inter, vincere o perdere il derby? Il tifo nerazzurro si spacca

    In un modo o nell’altro il derby tra Inter e Milan sarà nuovamente decisivo per le sorti scudetto. Rispetto allo scorso anno i nerazzurri hanno 20 punti in meno rispetto ai cugini. Però anche in questa stagione hanno l’opportunità di estromettere dalla lotta per il primo posto la squadra di Allegri, tornata incredibilmente in corsa per il titolo dopo il mezzo passo falso della Juventus mercoledì notte contro il Lecce. Nelle ultime ore il web sta vivendo accesi dibattiti all’interno del tifo nerazzurro se sia meglio lasciare la vittoria al Diavolo piuttosto che vedere la Vecchia Signora trionfare il giorno del derby stesso. Divisi anche gli stessi fan bianconeri. L’unica cosa certa è che fra 48 ore la Serie A vivrà la sua domenica più importante.

    VINCIAMO – I tifosi vip della Beneamata sembrano avere pochi dubbi: vincere. Nessuna alleanza con i cugini, nessun tipo di favore a chi vive sull’altra sponda del Naviglio. Un desiderio che percorre lungo le strade della Pinetina. Vuoi perché la stagione non è ancora finita (il terzo posto è difficile ma ancora possibile), vuoi perché il derby è sempre il derby. D’altra parte qualora l’Inter uscisse battuta domenica, e la Roma vincesse all’Olimpico, la qualificazione alla prossima Europa League sarebbe a rischio. C’è poi un’altra chiave di lettura. Se anche gli uomini di Stramaccioni perdessero il derby, ciò non darebbe alcun vantaggio ai rossoneri, che rimarrebbero sempre a un punto di distacco se la Juve vincesse in quel di Trieste.

    inter-milan | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    NO, PERDIAMO – Decisamente più contrastanti gli umori all’interno dei tifosi di strada, quelli che forse rappresentano meglio il cuore di qualsiasi squadra. Sono in tanti infatti a evidenziare come tra Milan e Juventus il male “minore” sia la squadra di Allegri. Troppo profondo l’odio nei confronti dei bianconeri, sentimento coltivato negli anni precedenti a Calciopoli, esploso successivamente nell’estate del 2006 e tornato in auge quest’anno, ora che gli uomini di Conte sono tornati ad essere i primi della classe. A gettare ulteriore benzina sul fuoco nello scontro tra Juve e Inter sono state le recenti dichiarazioni dell’ex juventino Tacconi, che ha parlato con orgoglio della terza stella.

    PARADOSSO – In tutto questo c’è il paradosso del tifoso bianconero. Fermo restando che la squadra è ancora davanti al Milan, potendo contare su un punto di vantaggio a due gare dal termine, nell’ambiente Juventus c’è chi sta iniziando a cedere difronte all’eventualità di tifare Inter qualora per assurdo dovesse arrivare un risultato negativo dalla trasferta di Trieste contro il Cagliari di Ficcadenti. Ma Inter e Juventus non si odiavano un tempo? Che confusione.

  • Inter arbitro dello scudetto. Chi scegli tra Juve e Milan?

    Inter arbitro dello scudetto. Chi scegli tra Juve e Milan?

    Sfumato definitivamente il sogno Champions League, con i tre minuti d’incubo contro il Parma che hanno frenato bruscamente la rincorsa al terzo posto in classifica, l’ Inter di Stramaccioni in questo finale di stagione passa dal ruolo di comparsa a quello di attore protagonista, decidendo proprio domenica nel derby le sorti dello scudetto 2012. La sfida con gli eterni rivali del Milan, avrebbe avuto un sapore diverso se i nerazzurri non avessero trovato un ottimo Parma sulla loro strada (capace di inanellare cinque vittorie di fila) considerando inoltre come gli evidenti errori difensivi, sia di Lucio sia di Samuel siano ormai un deja vu della stagione horribilis nerazzurra.

    Stramaccioni non si arrende, anche se in cuor suo sa che l’obiettivo stagionale fissato nel terzo posto è di fatto sfumato, e l’Inter dovrà virare e centrare ‘almeno’ un posto in Europa League, sprona i suoi a onorare la maglia cercando di scendere in campo per dare il massimo e chiudere la stagione con onore.

    Mauro Zarate © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/GettyImages

    NIENTE COLPE – Moratti in merito alla sconfitta di ieri contro il Parma, non addossa particolari colpe al tecnico Stramaccioni, spiegando come ci sia in effetti stato un po’ di autolesionismo, rivedendo le immagini del match. L’obiettivo del terzo posto era alla portata, e soprattutto ad esclusione del Napoli, il discorso Champions era nelle mani dell’  Inter , che avrebbe dovuto affrontare la sfida contro il Parma con maggiore attenzione e concentrazione, soprattutto a livello di retroguardia. Oltre agli errori macroscopici difensivi, tra cui l’eccessiva superficialità di Lucio su Giovinco, e il pessimo posizionamento di entrambi i centrali sul lancio lungo per la Formica Atomica, rimane anche la sfortuna di una porta (quella del Parma) come stregata. Prima Pazzini da due passi che spara alto dimostrando il pessimo momento personale, poi Lucio murato da una splendida parata del portiere degli emiliani, e poi nel finale anche il salvataggio sulla linea da parte di Lucarelli a confermare come la dea bendata abbia dimenticato i colori nerazzurri.

    Stramaccioni dovrà ripartire da zero e alla svelta perché il derby contro il Milan, classifica a parte mostrerà comunque un’occasione importante per i nerazzurri di dimostrare l’attaccamento alla maglia e la voglia di ben figurare davanti ai loro tifosi nella stracittadina milanese.

    JUVE O MILAN? –  Il derby è sempre una partita particolare, e lo dimostra il fatto che all’andata nonostante l’ Inter fosse nettamente inferiore in termini di classifica, le motivazioni di una stracittadina sono sempre avulse da punti o obiettivi stagionali. Ed è proprio su questo fattore che il giovane Andrea Stramaccioni cercherà di motivare la sua squadra, bastonata e ferita dopo la sconfitta di Parma. Ovviamente rimane il dubbio, soprattutto quello che serpeggia nei tifosi, sul fatto di regalare uno scudetto agli acerrimi nemici juventini, nel caso di vittoria contro i cugini rossoneri. Lo stesso presidente Massimo Moratti si è detto indeciso su chi favorire, spiegando come quest’anno in ogni caso nel post derby una tra Juve e Milan gioirà del risultato, potendosi magari fregiare del titolo di campione d’Italia, o magari nel caso dei rossoneri continuare la rincorsa fino all’ultimo match di campionato. Per la serie tra i due litiganti c’è sempre il terzo a godere.

  • Juve terza stella, Moratti e Zanetti al veleno

    Juve terza stella, Moratti e Zanetti al veleno

    Il primo posto quando mancano appena quattro giornate alla fine sta facendo sognare i tifosi della Juventus. Supporters che da tempo ormai si chiedono cosa accadrà, in caso di successo finale, alle famose stellette sulla maglia, visto che ogni dieci scudetti conquistati le società possono fregiarsi di uno di questi simboli. La Juventus, sul campo, di tricolori ne ha conquistati 29, ma dopo Calciopoli due gli sono stati tolti e dunque sarebbero 27.

    Cosa che ai tifosi bianconeri, come risaputo, non è mai andata giù e più volte, come nel caso del match casalingo di quest’anno contro l’Inter, hanno esposto striscioni ed intonato cori per ribadire che per loro gli scudetti conquistati sono 29. E di conseguenza un altro titolo farebbe scattare la terza stella. Una cosa non vista di buon occhio da chi uno di quegli scudetti se lo è visto assegnare a tavolino, ovvero l’Inter.

    E non sono mancate le considerazioni sul fatto da parte del capitano dei neroazzurri Javier Zanetti e del presidente Massimo Moratti. Il primo, a chi gli chiedeva della questione riguardante la Juve terza stella ha risposto così: “Se la mettono, contenti loro, che lo facciano pure, è inutile commentare”. A stretto giro di ore poi è arrivata anche la dichiarazione di Massimo Moratti: “Quelle che ha detto Zanetti sono parole sagge. Vediamo se la Figc accetta la provocazione, a quel punto liberi tutti, è questione di buon senso. E’ una cosa che ha poca logica, per il momento mi sembra solo una provocazione”.

    Massimo Moratti © Julian Finney/Getty Images

    Parole più velenose dunque quelle di Moratti, al quale evidentemente la scelta della Juve di fregiarsi di questo simbolo non va giù. Nelle scorse ore tuttavia è arrivata anche la dichiarazione in merito alla questione del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete. “La terza stella? La Figc è attenta al sistema delle regole e le fará rispettare. Il campionato è ancora aperto e non mi sembra opportuno e corretto che questo problema sia oggetto di riflessione ora. Inoltre – ha poi proseguito – nessuno ha posto questo problema. Se sarà fatta una domanda ovviamente sarà data una risposta. La federazione fará rispettare le regole, ma per ora questo non è un problema: se qualcuno lo porrà, risponderemo“.

  • Juventus Vucinic determinante per lo scudetto

    Juventus Vucinic determinante per lo scudetto

    Difeso da Conte che l’ha sempre reputato fondamentale per il proprio gioco e molto spesso criticato dagli addetti ai lavori, insomma Mirko Vucinic, al solito croce e delizia di ogni squadra in cui ha militato.

    Il montenegrino doveva essere l’arma in più di questa nuova Juve, che puntava e punta forte su di lui come sostituto naturale dell’immenso capitano bianconero Alex Del Piero, tornato alla ribalta in questo ultimo periodo per i suoi gol fondamentali per alimentare un sogno chiamato scudetto. A sprazzi, Vucinic  ha mostrato lampi di pura genialità,(vedi partita contro il Milan), ed è un po’ quello che tutti i tifosi juventini si aspettano da lui, troppo spesso intervallati da partite anonime concluse spesso con la sostituzione.

    Anche se la forza del nuovo corso bianconero è quello di non dover dipendere da nessun singolo, siamo certi che mister Conte, in questo periodo cruciale della stagione si aspetta dall’attaccante ex Roma quel qualcosa in più che possa condurre la propria squadra alla conquista di quel ambito trofeo che da tanto, troppo, tempo manca dalla bacheca della società di Corso Galileo Ferraris.

    Mirko Vucinic | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Quale miglior occasione per il montenegrino se non quella che lo vedrà affrontare domenica sera, nella bolgia dello Juventus Stadium, i suoi ex compagni della Roma. Una partita fondamentale per la Vecchia Signora che dovrà superare l’ostacolo giallorosso per continuare a mantenere la vetta della classifica.
    Juventus Vucinic nella capitale non ha lasciato un buon ricordo, soprattutto per la sua forte insofferenza alle critiche dei tifosi, che nel suo ultimo periodo all’ombra del cupolone non gli avevano perdonato di essere troppo discontinuo e poco incisivo nei meccanismi della squadra. Dal canto suo il montenegrino anche in una recente intervista non si è lasciato andare a smielati “Amarcord”, anzi, ha sottolineato che a Torino la sua vita soprattutto calcistica è notevolmente migliorata. Sente la fiducia dell’ambiente e dell’allenatore che anche nei periodi meno brillanti l’ha difeso a spada tratta reputandolo, come detto, fondamentale per il proprio impianto di gioco, a prescindere dal modulo adottato, infatti, il numero 14 è sempre sceso in campo.

    Adesso tocca a lui dimostrare che la fiducia è stata ben riposta e trascinare la Juventus in quest’ultima volata che potrebbe portare sotto la Mole, lo Scudetto, che ad inizio stagione sembrava essere una meravigliosa utopia.

  • Anticipi e posticipi Serie A, la Juve dopo il Milan solo alla 37esima

    Anticipi e posticipi Serie A, la Juve dopo il Milan solo alla 37esima

    La Lega Calcio ha ufficializzato gli anticipi e posticipi Serie A dalla 34esima alla 37esima giornata utili a capire come si protarrà il duello a distanza tra Juventus e Milan impegnate nella lotta scudetto. Tra il gruppone che va dalla Lazio all’Inter e comprende Udinese, Roma e Napoli per la volata al terzo posto valido per la Champions League e di conseguenza anche per i posti in Europa League. E infine grazie al Lecce di Cosmi l’interessante volata salvezza che coinvolge anche Genoa, Fiorentina e Cagliari.

    Il Milan che in questo mese ha sempre giocato prima della Juventus lo continuerà a fare anche domani nell’anticipo contro il Genoa e nella prossima settimana quando la Juventus è impegnata nel posticipo domenicale contro la Roma di Luis Enrique. Nella 35esima e 36esima le due pretendenti al titolo giocheranno in contemporanea, mentre il Milan giocherà la sua prima partita sapendo il risultato della Juve solntanto alla trentasettesima, quando sarà impegnato nel derby contro l’Inter.

    Anticipi e posticipi Serie A 34esima giornata:
    Sabato 21 aprile 2012 ore 18.00
    CHIEVO – UDINESE
    Sabato 21 aprile 2012 ore 20.45
    NAPOLI – NOVARA
    Domenica 22 aprile 2012 ore 12.30
    FIORENTINA – INTER
    Domenica 22 aprile 2012 ore 20.45
    JUVENTUS – ROMA.

    Anticipi e posticipi Serie A 35esima giornata
    Sabato 28 aprile 2012 ore 18.00
    CAGLIARI – CHIEVO
    Sabato 28 aprile 2012 ore 18.00
    PALERMO – CATANIA
    Sabato 28 aprile 2012 ore 20.45
    ROMA – NAPOLI
    Domenica 29 aprile 2012 ore 12.30
    BOLOGNA – GENOA
    Domenica 29 aprile 2012 ore 15
    INTER – CESENA
    Domenica 29 aprile 2012 ore 20.45
    UDINESE – LAZIO

    Anticipi e posticipi Serie A 36esima giornata
    Martedi’ 1 Maggio 2012 ore 18.00
    CHIEVO-ROMA
    Martedi’ 1 Maggio 2012 ore 20.45
    NAPOLI-PALERMO

    Anticipi e posticipi Serie A 37esima giornata
    Sabato 5 maggio 2012
    ore 18.00 LECCE – FIORENTINA
    Sabato 5 maggio 2012
    ore 20.45 ROMA – CATANIA
    Domenica 6 maggio 2012
    ore 12.30 SIENA – PARMA
    Domenica 6 maggio 2012
    ore 20.45 INTER – MILAN

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  • Conte carica la Juve “Scudetto? Il Milan deve sputare sangue”

    Conte carica la Juve “Scudetto? Il Milan deve sputare sangue”

    E’ Conte show nel ritiro della Juventus a Vinovo per la preparazione dell’importante trasferta di Palermo di sabato prossimo. Con le doti carismatiche e da grande “ammaliatore” il tecnico ha radunato la squadra in mezzo al prato prima dell’allenamento per ribadire ancora una volta il concetto: vuole vincere lo scudetto. Per farlo sa che è fondamentale lo sprint finale in queste giornate conclusive della stagione.

    La vittoria di domenica sera contro il Napoli ha “rosicchiato” al Milan due punti importanti in questa fase del campionato, e quello che diventa fondamentale ora è mantenere alta la concentrazione, perchè i rossoneri – spiega Conte – sono favoriti ma non intoccabili.

    Questo il discorso di Conte alla squadra:

    Dobbiamo guardare chi ci sta davanti perché abbiamo raggiunto una maturità tale che noi adesso ce la possiamo giocare fino alla fine. Come vi ho detto prima devono vincere lo scudetto? Allora devono sputare sangue fino all’ultima partita. L’imbattibilità, di cui si parla poco, forse dà un po’ fastidio. Ma che non sarà facilmente ripetibile. Per fare questo, però, non voglio atteggiamenti superficiali, non voglio cali di tensione, non saranno tollerati

    Il riferimento ai cali di tensione è alla partita contro il Milan e soprattutto quella con il Chievo, due risultati che al tecnico bianconero non sono andati a genio.

    Al termine dell’allenamento Antonio Conte era atteso allo Juventus Store di Area12, per partecipare alla prima videochat della stagione con i Member bianconeri. Circondato da affetto dai tutti i presenti ha esposto il suo segreto per trasmettere la mentalità vincente alla squadra.

    Sono arrivato alla Juventus nel ‘91 da una realtà piccola come Lecce e sono riuscito a rimanere per 13 anni in maglia bianconera, a diventare capitano della squadra, ad avere la fortuna e la bravura, concedetemelo, di segnare un ciclo vincente. La Juventus mi ha insegnato a vincere ed è questo l’unico modo per acquisire la mentalità giusta e riuscire a trasmetterla. E poi, quando uno inizia a vincere, non vorrebbe smettere mai…

    E poi i riferimenti all’imbattibilità e gli elogi verso i suoi ragazzi:

    Siamo riusciti a far provare di nuovo orgoglio ai nostri tifosi e a non far gioire nessun avversario e questo è merito dei ragazzi che stanno portando avanti una stagione straordinaria e che fin dal primo giorno hanno dimostrato grande disponibilità. Dopo pochi mesi, battere Milan in casa 2-0 o l’Inter a San Siro e riuscire subito a dare risposte importanti sul campo è stato straordinario, così come il fatto che siamo imbattuti. Se ne parla poco, perché forse dà un po’ fastidio, ma per noi è motivo di grandissimo orgoglio. La squadra deve anche rispecchiare il carattere dell’allenatore, ma da questo punto di vista non ho mai avuto difficoltà, perché ho trovato giocatori di grande temperamento. Ecco perché è stato facile, tra virgolette, far nascere questa squadra. Lo spirito era già innato e ho solo dovuto tirarlo fuori. Questa è una squadra indomita, che mi ricorda molto la Juventus di quando giocavo, e che ha voglia di stupire. Non sono 11 leoni, sono 24 perché tutti sono importanti. E poi ci sono i tifosi che in questo stadio, standoci molto più vicini, rappresentano davvero il dodicesimo uomo in campo. Entrare in campo e sentirli cantare l’inno è entusiasmante e vederli andare via soddisfatti dopo la partita, non solo per il risultato, ma anche per la prestazione della squadra, ci riempie di orgoglio. Quando per strada la gente ti ferma e ti ringrazia per quanto stai facendo è la cosa più bella“.

    Antonio Conte © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    Dopo la prestazione contro il Napoli, un elogio non poteva che non essere rivolto a Vidal, grande combattente e trascinatore di questa Juventus:

    L’acquisto di Arturo è stato molto importante. E’ arrivato all’ultimo, dopo aver partecipato alla Coppa America, e un conto è vedere un calciatore all’opera in cassetta, un conto è vederlo da vicino… E’ stato anche il suo acquisto a spingermi a provare nuove soluzioni, perché o cambiavamo o uno tra Marchisio Pirlo e Vidal sarebbe stato di troppo. Abbiamo allora lavorato su una diversa situazione tattica e ci siamo accorti subito della qualità e dell’intensità che Arturo riesce a darci

    E infine, immancabile, un pesiero su Del Piero:

    Da parte nostra c’è sempre stato un occhio particolare verso il settore giovanile. Spesso mi capita, a fine allenamento, di correre attorno a Vinovo, per dimostrare ai giovani che la 1°squadra gli è vicina. Siamo tornati a investire molto. Abbiamo vinto il Viareggio. Perso la coppa Italia. Baroni è un grande. La nostra speranza è quella di trovare un Marchisio, un De Ceglie (non cito Del Piero perchè era nelle giovanili del padova). Bisognerebbe, come in Del Piero, prendere giocatori di primavera di altre squadre e portarli da noi. Però del piero penso sia unico, bisognerebbe clonarlo“.

    IL VIDEO DEL DISCORSO DI ANTONIO CONTE ALLA SQUADRA

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