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  • Calcio Femminile: gioia Verona, è SCUDETTO

    Calcio Femminile: gioia Verona, è SCUDETTO

    Si sono dovuti attendere gli ultimi minuti ma alla fine il verdetto è arrivato, il Verona è Campione d’Italia 2014/15 di calcio femminile.

    Un successo maturato grazie alla vittoria delle scaligere contro il San Zaccaria, che ha reso inutile l’uno a zero del Brescia in casa della Res Roma. Le gialloblù, in testa da sole dalla 17° giornata, hanno saputo difendersi dal ritorno delle Leonesse che anche oggi sino al 88°, minuto in cui Panico ha messo a segno il definitivo 1-3, hanno sperato di poter fare il sorpasso e riconfermarsi campionesse. Così non è stato ed è giusto celebrare il Verona che oltre al titolo ha chiuso la stagione con il miglior attacco (110 gol segnati) e con il capocannoniere, Patrizia Panico con i suoi 34 gol.

    Questa la rosa del Verona Campione d’Italia:

    Portieri: Ohrstrom e Toniolo

    Difensori: Squizzato, Ledri, Salvai, Di Criscio, Marconi, Fasoli

    Centrocampisti: Ramera, Maendly, Sipos, Del Bianco, Baldo, Grazioli, Carissimi,

    Attaccanti: Bonetti, Gabbiadini, Panico, Gelmetti, Fuselli, Cutarelli

    Allenatore: Longega.

     

    Il Verona Campione d'Italia
    Il Verona Campione d’Italia | © logo Agsm Verona

    Veniamo al racconto delle gare di giornata.

    SAN ZACCARIA – VERONA

    Un Verona con la voglia di festeggiare contro un San Zaccaria con la testa già ai playout, con queste premesse è scontata la super partenza del Verona che in 10 minuti piazza un uno-due con Bonetti prima e Gabbiadini poi che sa di festa anticipata. Gaburro al 33° prova a complicare i piani del Verona accorciando con un pallonetto. Nella ripresa le gialloblu premono ma non riescono a trovare il gol sicurezza, almeno sino al 88° quando Panico segna la rete che cuce lo scudetto sulle maglie del Verona.

    RES ROMA – BRESCIA 

    Il Brescia espugna Roma ma non basta. Una tosta Res, con una Pipitone in versione super, chiude tutti i possibili spazi alle Leonesse. Nella ripresa, con le orecchie tese attendendo buone nuove da San Zaccaria, il Brescia rimane in 10 per il rosso a Bonansea ma non demorde e al 70° sblocca la gara con Girelli. E’ un gol però amaro perchè nonostante il successo il Verona rimane avanti di un punto.

    MOZZANICA – PINK SPORT TIME BARI

    Il Mozzanica con la solita inarrestabile Giacinti non lascia scampo ad una Pink Bari che regge il primo tempo ma poi deve arrendersi alla scatenata bomber delle bergamasche. Giacinti apri le marcature al 56°, poi raddoppia dopo due minuti dal dischetto e completa la tripletta al 69° con il suo 21 gol stagionale.

    FIRENZE – OROBICA

    Firenze ed Orobica prima del calcio d'inizio
    Firenze ed Orobica prima del calcio d’inizio

    C’è aria da ultimo giorno di scuola a San Marcellino, l’Orobica gioca per l’orgoglio, il Firenze per un quarto posto che avrebbe un sapore dolcissimo. Si parte e le viola trovano il vantaggio al minuto numero 8 con una bella girata di Orlandi. Le padrone di casa attaccano e con Guagni prima, dribbling sul portiere e palla in gol, e Vigilucci poi, dopo la ribattuta del portiere, chiudono il primo tempo avanti sul 3-0. Ad inizio ripresa uno sfortunato tocco di Zamboni nella propria porta, regala il 4-0 alle viola. Sussulto d’orgoglio delle bergamasche che con un bell’inserimento di Bianchi al 52° accorciano. Pochi minuti e dopo un rigore fallito da Rinaldi, arriva il 5-1 firmato dal rasoterra di Vicchiarello. Al 64° cross perfetto di Rodella e da due passi Rinaldi segna il 6-1. Al 70° Asperti sfrutta una difesa viola disattenta e sigla il 2-6. Nel finale c’è tempo per la doppietta di Rinaldi che gira in gol un cross di Guagni. Finisce 7-2 e con la contemporanea caduta del Tavagnacco il Firenze conquista il 4° posto.

    RIVIERA DI ROMAGNA – TAVAGNACCO

    Il Tavagnacco cade in casa del Riviera di Romagna e perde il 4° posto. Protagonista dell’incontro è stata Patrizia Caccamo che ha sbloccato la gara al 63° con uno scatto e dribbling sul portiere. Il Tavagnacco reagisce e pareggia con Zuliani servita da Sardu. Caccamo però non ci sta e al 80° da posizione difficile sigla il gol del definitivo 2-1, un buon viatico per i playout.

    COMO – TORRES

    In una sfida con poche emozioni, Como e Torres chiudono la stagione con un pareggio. La gara la sblocca il Como con Cama che al 25° gira in rete un cross dal fondo. La Torres cerca una reazione e nella ripresa colpisce una traversa con Domenichetti. Al 83° però arriva il gol del pari grazie a Pinna che dopo il servizio di Serrano batte Piazza.

    PORDENONE – CUNEO

    Partita divertente tra Pordenone e Cuneo, per due squadre che non avevano più niente da chiedere al campionato. Il primo tempo. nonostante diverse occasioni, si chiude sullo 0-0. Nella ripresa il Cuneo, probabilmente a conoscenza del successo del Como, che la sorpasserebbe in classifica, accelera e nel finale con Librandi prima e Sodini poi, infilano i due gol del definitivo 0-2.

     

     

    RISULTATI 26° E ULTIMA GIORNATA

    COMO – TORRES 1-1 (25° Cama (C), 83° Pinna (T))

    FIRENZE – OROBICA 7-2 (8° Orlandi (F), 34° Guagni (F), 38° Vigilucci (F), 47° aut. Zamboni (O), 52° Bianchi (O), 56° Vicchiarello (F), 64°, 84° Rinaldi (F), 70° Asperti (O))

    MOZZANICA – PINK SPORT TIME BARI 3-0 (56°, 58° rig. 69° Giacinti)

    PORDENONE – CUNEO 0-2 (80° Librandi, 87° Sodini)

    RES ROMA – BRESCIA 0-1 (70° Girelli)

    RIVIERA DI ROMAGNA – TAVAGNACCO 2-1 (63°, 80° Caccamo (R), 73° Zuliani (T))

    SAN ZACCARIA – VERONA 1-3 (2° Bonetti (V), 10° Gabbiadini (V), 33° Gaburro (S), 88° Panico (V))
    CLASSIFICA FINALE

    Verona 67 CAMPIONE D’ITALIA, Brescia 66, Mozzanica 56, Firenze 48, Tavagnacco 47, Torres 45, Res Roma 38, Riviera di Romagna 35, San Zaccaria 28, Cuneo 24, Como 22, Pink Sport Time Bari e Pordenone 15, Orobica 8
    CLASSIFICA MARCATORI

    1- Panico (Verona) 34
    2- Girelli (Brescia) 28
    3- Brumana (Tavagnacco) 22
    4- Sabatino (Brescia) e Giacinti (Mozzanica) 21
    6- Bonetti (Verona) 19
    7- Gabbiadini (Verona) 18
    8- Sipos (Verona) 15
    9- Tarenzi (Brescia) e Iannella (Mozzanica) 14

  • Scudetto nato da un trauma e vinto in “Allegri-a”

    Scudetto nato da un trauma e vinto in “Allegri-a”

    La Juventus diventa campione d’Italia per la sua trentatreesima volta nella sua storia, 31 per l’albo della Federcalcio a causa delle sentenze di Calciopoli nel 2006, poco importa se lo Scudetto ha il numero giusto o sbagliato, resta il fatto che la Signora del calcio italiano per la quarta volta consecutiva porta a casa il titolo tricolore.

    Scudetto che, se non è stato inatteso, è stato certamente il più difficile da prendere. La stagione per la Juventus iniziava non bene. l’inizio del ritiro di preparazione era stato funestato dalle dimissioni di Antonio Conte e dalla scelta della società di puntare su Massimiliano Allegri. La piazza era furiosa, i giocatori sfasati e delusi dalle parole dell’ex-mister che li definiva “spompati” e la società spiazzata per un mercato condotto all’insegna dei vecchi schemi con acquisti importanti che potevano saltare. Tutti si ricorderanno di Evra e Morata, per esempio, che erano attesi a Torino per le visite mediche e che rimandarono l’arrivo per avere chiarimenti dal nuovo corso tecnico.

    Arturo Vidal festeggia dopo la rete alla Sampdoria | Foto Twitter
    Arturo Vidal festeggia dopo la rete alla Sampdoria | Foto Twitter

    Allegri è arrivato, ha subito la contestazione della piazza, ha accettato le vie percorse della società in fase di mercato e fatto un patto con i giocatori. Il successo suo dipendeva da loro e la fine loro portava alla fine sua, una storia di sport già vista che può portare al tracollo ma che se va a buon fine porta alla costruzione di un gruppo solido, omogeneo, compatto ed invincibile. Avversari e pubblico avverso sono stati spazzati e conquistati, poi c’è stato il capolavoro, l’intuizione di iniziare a modulare la squadra con un’ambiente ed una nota di fiducia maggiore e qui la Juventus ha compiuto l’accelerazione che l’ha portata via dal gruppo delle inseguitrici. Dopo la sconfitta di Genova, la prima in stagione, poteva essere buttato tutto all’aria ed invece con la stessa calma dell’inizio di stagione il tecnico ha saputo ricucire lo strappo senza perdere di vista l’idea. Questo ha portato i Campioni d’Italia a saper giocare con la difesa a tre e con la difesa a quattro con la stessa tranquillità, cosa non da poco anche per il percorso in Europa.

    E’ in questa fase che Allegri vince e fa vincere la sfida alla Juventus, squadra martellante con Antonio Conte e diventata intelligente con Allegri, ne sono la dimostrazione le due partite esterne con la Roma e con il Napoli per non parlare del match in Grecia con l’Olympiacos e a Torino con l’Atletico Madrid in Champions. Adesso i bianconeri assaporano sfide affascinanti perché il confine che era stato tracciato con quel “spompati” da Conte è stato cancellato e la squadra è rinata avendo piena convinzione di cosa può fare ma senza sapere quanto ancora può fare.

    Massimiliano Allegri sollevato nei festeggiamenti dalla squadra a Marassi | Foto Twitter
    Massimiliano Allegri sollevato nei festeggiamenti dalla squadra a Marassi | Foto Twitter

    Poi ci sono le storie personali, quelle fatte dai campioni, quella di Bonucci, ormai centrale di difesa insostituibile, quella di Marchisio capace di ricoprire tutti i ruoli a centrocampo con la stessa sostanza, quella di Vidal partito con guai al ginocchio e che non si è mai risparmiato, quella di Tevez che oggi è diventato un fenomeno vero in grado di cambiare le partite, quella di Morata, ragazzino del Real venuto a mostrarsi al mondo in bianconero, quella di Pereyra autentica rivelazione della stagione per non parlare di quella di Pogba, ormai un campione su cui la Juventus dovrà riflettere molto in estate, ma questa è un’altra storia.

    Poi c’è la Juventus, sempre lei, quella che con lo Scudetto da del “tu“, nella sua storia madama ha vinto tanto poi si è assopita, a volte sembrava vecchietta altre volte incompleta ma sempre bella viva e battagliera, il DNA di quella maglia e di quella società è tutta in questa fame incredibile di vittorie, come un mostro iracondo mai sazio che trasforma i Cuccureddu, i Torricelli, i Conte, i Di Livio e gli Sturaro in guerrieri indomabili. Per avere un’istantanea della fame bianconera basta vedere all’84° della partita di oggi Bonucci che s’inferocisce con l’arbitro per un calcio d’angolo non assegnato su un suo colpo di testa e presumibilmente deviato, tutto ciò quando bastava un punto per lo Scudetto e la Juventus stava già vincendo 0-1.

    La Juventus rinasce ancora una volta quando tutti ad inizio anno la davano per spacciata, adesso per il bene del calcio italiano, sarebbe utile che si aggiunga di competitività che si ritrovino Milan e Inter, che faccia un salto di qualità la Fiorentina e diventino più solide Napoli, Roma e Lazio, allora sì che si potrebbe tornare a parlare di campionato più bello del Mondo come anni fa.

  • Juventus in festa, Vidal firma il gol Scudetto

    Juventus in festa, Vidal firma il gol Scudetto

    Festa doveva essere, e festa è stata. A Marassi, campo che con i colori blucerchiati era imbattuto nella stagione, basta un gol di Vidal nel primo tempo per battere la Sampdoria e conquistare con 4 turni d’anticipo, il 4 scudetto consecutivo.

    In realtà bastava un pareggio ma i bianconeri sono andati oltre, conquistando 3 punti. Uno Scudetto conquistato con un buon anticipo, una sfida al tricolore che, con il calo della Roma da gennaio in poi, non è parso praticamente mai in discussione. Stasera però sarà solo festa per i tifosi perchè i calciatori dovranno rimanere concentrati per la sfida al Real Madrid che può rendere ancora più storica questa stagione.

    La Sampdoria, buona la reazione nel finale, cade in casa e vede complicarsi la corsa europea, Genoa, Torino, Fiorentina ed Inter proveranno ad approfittarne. Sarà comunque un finale di stagione intenso.

    Veniamo al racconto della gara.

    Mihajlovic decide di puntare sul 4-3-1-2 schierando Muriel ed Eto’o in attacco, supportati da Soriano alle loro spalle. In difesa scelto Mesbah al posto di Regini.

    Allegri sostanzialmente non fa turnover e schiera il 4-3-1-2 con Padoin al posto dello squalificato Evra e con Llorente in attacco a fianco di Tevez.

    Si parte con la Sampdoria che prova ad essere aggressiva ma poi è la Juventus a prendere in mano la gara cercando di rendersi pericolosa. La prima conclusione però è di marca blucerchiata ed arriva al 10° con Obiang, fuori non di molto. I bianconeri, guidati da un ottimo Sturaro, tornano a prender in mano la gara cercando di creare problemi alla retroguardia di casa. La Juventus attacca e al 32° passa con il colpo di testa di Vidal su perfetto cross di Lichtsteiner. La Sampdoria a questo punto cerca di alzare i ritmi ma non costruisce niente di pericoloso dalle parti di Buffon, fatta eccezione per una ripartenza insidiosa di Muriel con tiro sul fondo di Soriano. Il primo tempo si chiude con la Juve avanti per 1-0.

    Arturo Vidal | Foto Twitter
    Arturo Vidal | Foto Twitter

    Si riparte senza cambi ma con una Sampdoria decisamente più aggressiva e vogliosa di trovare il pari. La Juventus fa possesso palla e al 59° Viviano è strepitoso a deviare in corner una conclusione di Tevez. Al 64° brutta palla persa a metà campo da Vidal, Eto’o serve Bergessio ma Bonucci è strepitoso e devia in corner. I bianconeri hanno il pallino del gioco e provano con una paio di conclusioni a spaventare Viviano che però blocca sempre. La Samp offensiva messa in campo da Mihajlovic ci prova, spinge alla ricerca di un punto che sarebbe fondamentale per la corsa europea. Gli uomini di Allegri controllano, il tiro di Muriel fuori di poco al 91° è il segno della resa blucerchiata, vince la Juventus che festeggia con 4 giornate d’anticipo, il 4° scudetto consecutivo.

     

    SAMPDORIA – JUVENTUS 0-1 (32° Vidal)

    Sampdoria (4-3-1-2): Viviano; De Silvestri, Silvestre, Romagnoli, Mesbah (35° Regini); Obiang (73° Duncan), Palombo, Rizzo (54° Bergessio); Soriano; Eto’o, Muriel.

    Allenatore: Mihajlovic.

    Juventus (4-3-1-2): Buffon; Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Padoin; Vidal, Marchisio, Sturaro; Pereyra (73° Chiellini); Tevez (72° Morata), Llorente (80° Coman).

    Allenatore: Allegri.

    Arbitro: Valeri.

    Ammoniti: Obiang (S), Sturaro (J), De Silvestri (S), Soriano (S), Romagnoli (S)

  • Juve-Conte ad un bivio, sarà divorzio?

    Juve-Conte ad un bivio, sarà divorzio?

    La notte della festa della Juventus per il terzo scudetto consecutivo conquistato dai bianconeri a suon di record è stata parzialmente guastata dalle parole rilasciate dal tecnico Antonio Conte sulla sua possibile permanenza sulla panchina della Juventus anche nella prossima stagione.

    Ci confronteremo con Andrea, con il direttore, valuteremo questi 3 anni, lo abbiamo fatto anche l’anno scorso, ora c’è un anno in più che è stato molto dispendioso per me e per i miei calciatori.
    Faremo delle valutazioni necessarie per il bene della Juventus, in maniera molto serena. Adesso godiamoci questa gioia, che è una gioia incredibile. Ieri io ho pianto di gioia, non mi vergogno a dirlo, perché so quello che abbiamo fatto per vincere quest’anno.

    Questo quindi quanto detto da  Conte in risposta ad una domanda sul suo futuro nella conferenza stampa al termine di Juventus-Atalanta,  parole che lasciano un po’ di amaro in bocca e diversi dubbi ai tifosi juventini.

    Difficile se non impossibile migliorare, lo dico a cuore aperto, in un mondo che non perdona niente, perché comunque sembra tutto dovuto. Abbiamo un handicap importante che si chiama storia della Juventus, lo avevamo in Italia e adesso lo passiamo alla Juventus che verrà, perché quello che abbiamo fatto noi, per tre anni in Italia, è qualcosa di storico e di straordinario.
    In Europa c’è un handicap importante perché c’è la storia, che pesa come un macigno, però oggi quella storia non può essere supportata. A me dispiace dire le cose come stanno, le aspettative sono di vincere la Champions, sinceramente non mi sento di prometter niente.

    Antonio Conte
    Antonio Conte

    Un Conte rassegnato e sul piede di partenza o un Conte che lancia segnali alla società per chiedere quei rinforzi tali a rendere la Juventus competitiva e vincente anche oltre ai confini nazionali? Proviamo ad analizzare le due ipotesi.

    La stanchezza psicologica dopo un triplo scudetto e la ricerca di nuove motivazioni e nuove sfide, calcolando la ancora più difficile impresa di ottenere il quarto titolo in Italia e un qualche successo europeo nell’immediato con la Juventus, potrebbero spingere Conte a guardarsi intorno e buttando un occhio in Premier League c’è quella panchina vacante di un Manchester United da ricostruire nel post Moyes che potrebbe far gola al tecnico salentino.

    Valutando la seconda ipotesi, quella di Conte ieri potrebbe essere una richiesta, nemmeno tanto mascherata, di maggiori sforzi ed investimenti da parte della società. Conte sa benissimo che al momento la Juventus, nonostante  un quarto di finale di Champions ed una semifinale di Europa League nelle due sue campagne europee, è ancora distante dai Top Club quali Real, Barcellona, Bayern Monaco, e soltanto una serie di acquisti mirati per rinforzare la rosa potrebbe permettere di limare le distanze garantendo al tecnico di puntare verso quegli obiettivi sognati dai tifosi.

    Il rapporto tra Juventus ed Antonio Conte pare quindi essere giunto dinanzi ad un bivio, i prossimi giorni e gli incontri con Agnelli e Marotta saranno decisivi per capire se sarà divorzio oppure se anche per la prossima stagione il tecnico rinnoverà la promessa di matrimonio fatta 3 stagioni fa alla Vecchia Signora.

     

     

     

     

  • Il Milan non sa più vincere. La Juventus a -4

    Il Milan non sa più vincere. La Juventus a -4

    Il Milan si ferma ancora. Adesso la Fiorentina è praticamente dietro l’angolo e i rossoneri possono sentire il fiato della squadra di Vincenzo Montella sul loro collo. (altro…)

  • Juventus-Milan, le formazioni del big match

    Juventus-Milan, le formazioni del big match

    Juventus-Milan può essere considerato il classico del nostro campionato. In Spagna c’è Barcellona-Real Madrid, in Inghilterra Manchester United-Manchester City e da noi, la sfida tra le due squadre più blasonate a livello di vittorie, storia e fama internazionale è proprio quella fra rossoneri e bianconeri. (altro…)

  • Verso Juventus-Inter, la sfida scudetto è già iniziata

    Verso Juventus-Inter, la sfida scudetto è già iniziata

    Si aspettava da anni un Juventus-Inter che contasse davvero qualcosa. Domani sera in quel di Torino, nella casa bianconera andrà in scena la supersfida scudetto (anche se è un po’ prematuro chiamarla così) tra le rivalità storiche di Inter e Juventus. Il derby d’Italia, quest’anno avrà realmente un’atmosfera diversa, riportando il confronto tra le due tifoserie a un clima decisamente incandescente dopo lo scandalo di Calciopoli.

    Infatti dopo l’Annus horribilis 2006, con la retrocessione in B e la seguente risalita nella Serie A della gloriosa ‘Vecchia signora’, la sfida tra le due squadre ha avuto sempre un sapore particolare, per l’astio tra le due tifoserie, ma senza avere una reale importanza a livello di classifica. L’Inter dopo aver sofferto gli sfottò interminabili del 5 maggio e i sempre presenti cori del ‘non vincete mai’ ha iniziato il suo ciclo vincente dominando per cinque anni di fila (quattro togliendo lo scudetto assegnato a tavolino) in Italia e chiudendo il suo ciclo con il Triplete. La Juve nel frattempo iniziava a gettare le fondamenta per la sua ricostruzione cercando di tornare a primeggiare in Italia. Nella scorsa stagione i bianconeri hanno raccolto i frutti di quanto seminato, vincendo un campionato meritatissimo, mentre l’Inter complici pessime scelte societarie (troppi allenatori e scelte di mercato sbagliate) ha chiuso il campionato al sesto posto. Questi i principali motivi di una partita che aveva di fatto perso quel fascino particolare. Domani sera però la storia sarà diversa. La posta in palio non sarà solo l’onore, con l’obiettivo di entrambe le squadre di lanciare un segnale chiaro per definire la possibile protagonista di un campionato iniziato da poco ma già incandescente.

    VERSO JUVENTUS-INTER

    Verso Juventus Inter © Claudio Villa/Getty Images

    I Bianconeri hanno frantumato ogni record possibile, allungando ulteriormente la striscia di risultati utili consecutivi. Questa Juventus è senza ombra di dubbio un rullo compressore: 10 partite giocate nove vinte, un pari con 22 gol all’attivo e solo 5 incassati. Numeri che fanno venire i brividi. Una roccaforte difficilmente scardinabile. Pochi gol che arrivano dall’attacco, ma moltissime reti da assegnare da un centrocampo che ha davvero pochi eguali in Europa. Marchisio, Asamoah, Vidal e ‘Le Roi’ (concedetemi il gioco di parole, parafrasando Platini) Pirlo saranno le frecce che la Juventus potrà utilizzare nel corso del match. Si pensava inoltre che con l’aggiunta della competizione europea e le fatiche della Champions, la Juventus potesse mollare qualche briciola in campionato, mentre in realtà la squadra di Conte ha saputo fare addirittura meglio della stagione passata, dimostrando in qualche modo di avere le motivazioni e una voglia di vincere ancora intatte.

    I nerazzurri guidati da Stramaccioni, dopo aver lasciato qualche segnale di intoppo sulla loro strada (vedi Roma e Siena) sembrano aver trovato una quadratura di gioco, che ha nella malleabilità tattica il suo vero cardine. 3-4-3, 3-4-1-2 o 3-5-2 non ha più importanza, l’Inter che Stramaccioni fa scendere in campo, sa sempre come giocare e soprattutto rispetto al recentissimo passato, sa come vincere. Gli addii illustri e i nuovi innesti hanno di fatto dato il via a un progetto partito con un anno buono di ritardo, dimostrando che alcuni giocatori bocciati l’anno passato non fossero ancora bolliti (Cambiasso), e che alcune scelte di mercato (vedi Juan Jesus) siano stati colpi azzeccatissimi. Con un Palacio in più, un Cassano che con i colori nerazzurri ha trovato quel feeling che forse nemmeno nella sua migliore stagione alla Samp avesse, e un Milito in super forma, rimane da capire con questo big match, se i nerazzurri possano realmente ambire al ruolo di unica e vera anti-juventus, o continuare a macinare punti per tornare in Champions nel minor tempo possibile.

    Un curioso particolare, nonostante l’invito del presidente Andrea Agnelli, Massimo Moratti non siederà in tribuna allo Juventus Stadium, per evitare polemiche con la tifoseria bianconera. Le scorie di Calciopoli sono ancora ben evidenti.

    Come finirà Juve-Inter?

    • Vince l’Inter (55%, 63 Voti)
    • Vince la Juve (33%, 38 Voti)
    • Finisce in parità (12%, 13 Voti)

    Totale Votanti: 114

  • Edinson Cavani sogna scudetto e record di Maradona

    Edinson Cavani sogna scudetto e record di Maradona

    E’ un momento intenso ed importante per El Matador uruguaiano Edinson Cavani che, dopo la decisione di legarsi ancora a lungo al Napoli (con tanto di irraggiungibile clausola rescissoria, ndr) punta ad ottenere importanti risultati e soddisfazioni con la maglia del club partenopeo, sia a livello individuale che di squadra. In tale direzione vanno le sue parole, con una lunga intervista rilasciata all’emittente radiofonica ufficiale del Napoli, in cui analizza il momento positivo del club, sia in campionato – viaggiando a punteggio pieno ed in testa alla classifica – sia in Europa League dopo l’importante vittoria ottenuta contro l’Aik Solna giovedì scorso.

    Con premesse tanto positive, dunque, è difficile non sognare, soprattutto vivendo in una città che fa del calore, della passione e dell’entusiasmo la sua etichetta distintiva: ecco perchè per Cavani la parola tricolore non è più un tabù e l’uruguaiano sogna di lasciare il segno contribuendo al raggiungimento di un traguardo importante, per permettere alla città di rivivere le emozioni del primo scudetto raggiunto con Diego Armando Maradona che, come il napoletano Paolo Cannavaro ha raccontato al Matador, “fu qualcosa di incredibile”. 

    Edinson Cavani punta allo scudetto e a superare gol di Maradona | & copy; CARLO HERMANN,CARLO HERMANN/AFP/GettyImages

    Secondo Edinson Cavani vincere al Napoli avrebbe un sapore speciale, diverso dagli altri ed, in particolare, avrebbe il gusto della rivincita contro la Juventus per rimediare alla cocente delusione di Pechino, nella finale di Supercoppa Italiana dello scorso 11 Agosto, cercando di “rifarsi” già dal prossimo scontro diretto di campionato in calendario il prossimo 20 Ottobre.

    Indipendentemente dalla rivalità  con la Signora, il Napoli ha compiuto, finora, un cammino praticamente impeccabile, con ben 14 reti segnate in cinque partite disputate, con il nuovo tridente Hamsik-Cavani-Pandev che sta reggendo bene il confronto con quello formato nelle scorse stagioni dai “tre tenori”, con Ezequiel Lavezzi al posto del macedone, ma com’è ovvio che sia, nel trio offensivo attuale la parte preponderante è svolta da Edinson Cavani, l’uomo che fa la differenza, che fa reparto, che segna e rientra in fase difensiva perchè “ho sempre fatto così, perciò mi definiscono un attaccante moderno”.

    Domenica nella gara contro il Catania al Massimino, Cavani raggiungerà il traguardo importante delle cento presenze in maglia azzurra, un obiettivo che lo inorgoglisce molto, perchè questa società gli ha consentito di crescere molto, soprattutto grazie a chi gli ha concesso fiducia e lo ha messo al centro del progetto, facendolo sentire importante. In tal senso, è inevitabile il riferimento al tecnico Walter Mazzarri, che “mi ha messo nelle condizioni di giocare al meglio”. 

    Ecco che, dunque, in un clima tanto stimolante, è quasi d’obbligo porsi obiettivi sempre più importanti ed ambiziosi, anche a livello individuale, arrivando ad avvicinarsi al “totem” per eccellenza della storia di questo club, ossia Diego Armando Maradona, puntando a superare il numero di gol realizzati dal Pibe de Oro: un’impresa che gli consentirebbe di rimanere per sempre nel cuore di una “città che non dimentica”, che sa amare ed esser grata a chi ricambia il suo calore, “così potrò raccontare ai miei figli quello che ho fatto a Napoli”.

    Non c’è che dire, tali parole suonano proprio come una  dichiarazione d’amore.

  • Il Lucio che non ti aspetti “sono 30 gli Scudetti della Juve”

    Il Lucio che non ti aspetti “sono 30 gli Scudetti della Juve”

    Neanche fosse l’ultima moda estiva, il cambio di maglia con dichiarazioni al veleno o i baci sulla nuova casacca (Ibra docet), arrivano con la puntualità di uno svizzero (nonostante il giocatore in questione sia brasiliano) le parole infuocate di Lucio nella prima conferenza stampa dopo l’approdo in casa Juventus. L’addio con l’Inter non sembrava aver lasciato fratture o rancori sopiti da ambo le parti, con la società di Corso Vittorio Emanuele da una parte che necessitava di un taglio al monte ingaggi e alla soglia anagrafica di una difesa fin troppo avanti con l’età, e dall’altra lo stesso Lucio che rivendicava nuovi stimoli dopo aver vinto praticamente tutto con i colori nerazzurri. La rescissione consensuale del contratto sembrava prevedere un lieto fine per entrambi, con tanti saluti e l’approdo al Fenerbaçhe, quando nessuno poteva aspettarsi una manovra di mercato con l’ombra della Juventus pronta all’ingaggio a costo zero di un validissimo elemento. A questo punto a sentire le parole di Lucio viene da chiedersi come si possa in una decina di giorni cambiare completamente opinione sulla propria ex squadra e appoggiare la causa bianconera in modo totale, con una puzza di paraculismo (scusate il termine) fin troppo evidente.

    Lucio © Claudio Villa Getty Images Sport

    È lecito farsi delle domande su quanto determinati calciatori manchino di rispetto prima che ai colori delle società calcistiche agli stessi tifosi che cantano a squarciagola i loro nomi, come quando lo svedese più innamorato del denaro che del pallone, posava baciando la nuova maglia del Barcellona dichiarando ai quattro venti di essere prima juventino, poi interista, poi azulgrana, milanista e infine qatariota sin da bambino.

    Bene il tempismo di Lucio lascia quasi a bocca aperta sbaragliando tutti. Alla domanda (quasi inevitabile) che si pone a un ex nerazzurro, “Quanti scudetti ha vinto la Juve?’, il brasiliano senza nemmeno esitare un secondo risponde: “La penso esattamente come il nostro presidente, sono 30”. E anche il tifoso più scettico a questo punto sente che c’è qualcosa che non va, perché a stessa domanda, posta solo qualche giorno indietro siamo tutti sicuri che la risposta sarebbe stata un’altra.
    Lucio non contento, magari anche nella speranza di ottenere consensi popolari nel nuovo ambiente rincara la dose:

    “Dopo la scorsa stagione all’Inter avevo deciso di voltare pagina – ha voluto spiegare il difensore brasiliano dal ritiro a Chatillon dei bianconeri -, ora sono felice di essere qua: la Juventus è una grande squadra. Ho scelto questo club perché credo nel progetto e volevo continuare a giocare ad alto livello. Sono uno che onora sempre la maglia e spero di dare il massimo .Se dovessi fare un gol all’Inter esulterei? Come ho detto prima, adesso dipendo dalla Juve, è la mia squadra e sicuramente per me è una situazione normale…. esultare non è un problema”.

    Per la serie ‘sputo nel piatto dove ho appena finito di mangiare’. I tifosi nerazzurri sono belli che vaccinati a queste tipologie di situazioni, dopotutto con il passaggio di Ronaldo nell’altra sponda del naviglio, il tradimento calcistico è un affare ben metabolizzato, ma sinceramente il voler prendere in giro i tifosi, con questi atteggiamenti sicuramente poco eleganti fa capire come nel calcio il rispetto e la riconoscenza siano un concetto noto solo a pochi eletti.

  • Juventus Campione d’Italia, le pagelle scudetto

    Juventus Campione d’Italia, le pagelle scudetto

    E’ il trentesimo nel cuore e nella testa di tutti gli juventini, è quello più bello e inaspettato, quello che segna la rinascita dopo l’inferno della Serie B e dopo annate segnate da risultati molto deludenti, è quello che chiude il cerchio e riporta la Vecchia Signora sul trono più alto d’Italia, quello che per rango e blasone le spetta di diritto, prima con 84 punti e senza mai subire l’onta della sconfitta. Merito di un lavoro costante, di una società che c’ha messo un po’ ad ingranare, ma che ha avuto la giusta intuizione nello scegliere un bianconero puro, mettendolo alla guida di una squadra ben costruita, certo con qualche errore, ma ideata con un mix di giovani e veterani, affamati e vogliosi di prendersi quello che da troppo tempo mancava all’ombra della Mole.

    Le Pagelle

    Marotta-Paratici-Nedved 8: la nuova triade nata sotto l’egida di un Agnelli, ha avuto grosse difficoltà al suo primo anno dovendo ricostruire una squadra vecchia e stanca. Specie il duo ex-sampdoriano ha portato quell’esperienza che era mancata alla precedente dirigenza per far risorgere dalle ceneri la gloriosa maglia bianconera. Il terzo elemento aggiuntosi in seguito è colui che ha permesso ai dirigenti di capire cos’è la Juve, cosa vuol dire vivere e indossare determinati colori e combattere per essi.

    Andrea Agnelli 9: ha ripreso da dove Calciopoli aveva interrotto, al suo arrivo ha cancellato quanto fatto nelle annate precedenti e si è accollato il peso di decisioni talvolta impopolari che gli sono però valse il rispetto di tutto il popolo della Vecchia Signora. Ha voluto Conte, ha voluto Nedved in società e ha voluto continuare il progetto dello stadio per regalare una casa alla sua Juventus, una casa dove poter arricchire la propria bacheca.

    Antonio Conte | © ALBERTO PIZZOLI/AFP/GettyImages

    Antonio Conte 10: voto massimo per il condottiero della Juve, è riuscito nell’impresa di rinvigorire giocatori che sembravano non essere da grande squadra, ha riportato la juventinità nello spogliatoio e dopo aver conquistato la qualificazione in Champions ha realizzato un capolavoro che neanche ai suoi maestri era riuscito prima, vincere al primo anno senza perdere neanche una partita, un’impresa che rimarrà impressa negli annali della storia bianconera e non solo. Oltre a questo ha regalato alla squadra un’identità ed un gioco che da molti anni non si vedevano alla corte bianconera.

    Gianluigi Buffon 9: è il portiere numero uno in Italia e in Europa da anni, troppe volte messo in discussione e criticato anche dallo stesso popolo bianconero con la memoria troppo corta, quest’anno molto spesso le sue pagelle sono state un s.v. perchè quasi mai è stato chiamato in causa per fare ciò che meglio gli riesce, ha reso più interessante, diciamo così, il finale di campionato con quell’errore di piede nella partita casalinga contro il Lecce che è valso il pareggio dei salentini, ma negli anni a venire nessuno ricorderà quella gaffe. SUPERMAN

    Marco Storari 7: secondo silenzioso e mai invadente, del resto quando a rubarti il posto è un certo signor Buffon, non puoi mica pretendere tanto. Ha sempre risposto presente quando è stato chiamato in causa ed è anche merito suo se la squadra dopo aver vinto lo scudetto potrà giocarsi una preziosa finale di Coppa Italia. GREGARIO DI LUSSO

    Alexander Manninger 6: ha vissuto nottate di gloria in maglia bianconera come quella del Bernabeu espugnato con doppietta del capitano, quest’anno ha lavorato in silenzio godendo dei frutti del sudore altrui. ONORE AL MERITO

    Andrea Barzagli 9: una forma spettacolare, preciso negli interventi, mai fuori tempo ha disputato un campionato su livelli da Campione del Mondo ed è certamente uno dei migliori acquisti della gestione Marotta-Paratici. Anche Prandelli sarà stato felice di vederlo così. THE WALL

    Giorgio Chiellini 9: ha cominciato da centrale, poi è passato esterno sinistro, poi terzo di sinistra della difesa a 3, una duttilità tattica e una grinta figlia di chi ha vissuto quel periodo con una gran voglia di rivalsa, con la fame e la rabbia di voler tornare a certi livelli. Giorgione ci mette l’anima e la testa come quando a Roma pareggia con una zuccata il momentaneo vantaggio di De Rossi. KING KONG

    Leonardo Bonucci 8: rinato, risorto e tornato a nuova vita anche in una stagione decisamente con alti e bassi per lui, ha il merito però di credere in se stesso, di riprendersi una maglia da titolare, di siglare gol importanti come quello a Palermo e di fornire l’assist del gol scudetto a Vucinic. LAZZARO

    Stephan Lichtsteiner 8,5: arrivato in estate per una cifra ragguardevole, il laterale svizzero va subito a segno alla prima giornata, su una schema che molto spesso si ripeterà in stagione e che lo porterà a siglare un’altra rete a Bergamo. Sempre presente in attacco e difesa, un motorino inarrestabile. PENDOLINO

    Paolo De Ceglie 7,5: è sempre stato un oggetto del mistero per tutto il popolo bianconero, ma quest’anno non ha mai sbagliato una gara quando è stato chiamato in causa. SBOCCIATO

    Martin Caceres 7,5: ha fortemente rivoluto la maglia bianconera e la dirigenza ha rinunciato a Guarin per poterlo riaccogliere tra le proprie fila, una scelta decisamente azzeccata visto che appena arrivato ha messo a segno da terzino una doppietta a San Siro contro il Milan in Coppa Italia, ipotecando di fatto la finale. MATURATO

    Andrea Pirlo 10: l’uomo in più di quest’anno, metronomo di un centrocampo perfetto direttore d’orchestra di una squadra che sotto i suoi passaggi ha composto musica. Dato per finito troppo presto dal Milan ha avuto la sua personale rivincita in maglia bianconera. GENIO

    Arturo Vidal 9,5: arrivato come oggetto misterioso del mercato bianconero, ha convinto Conte a cambiare modulo e dire che la mossa è stata azzeccatissima è dire poco, una stagione di altissimo livello quella del Guerriero bianconero, recupera palloni su palloni a centrocampo e non disdegna di siglare gol esteticamente meravigliosi, vedi gol contro il Napoli. RE ARTU’

    Claudio Marchisio 9,5: la stagione della consacrazione per il capitano bianconero del futuro, gol di alta scuola come quello al Parma e prestazioni spettacolari come quella casalinga contro il Milan, dove lascia il segno per ben due volte. PRINCIPINO

    Simone Pepe 8: rinvigorito dalla cura Conte, più libero di agire anche in zona gol e si vede, meglio la prima parte della stagione che la seconda. Fondamentale quello che vale il pareggio contro il Napoli. SOLDATINO

    Emanuele Giaccherini 7,5: Voluto fortemente da mister Conte e difeso a spada tratta dallo stesso tecnico bianconero che ha più volte ribadito che se il ragazzo fosse stato brasiliano non ci si sarebbe sorpresi più di tanto di vederlo indossare la maglia della Juventus. GIACCHERINHO

    Marcelo Estigarribia 7: vera rivelazione della Coppa America è stato un ottimo gregario, nobilita la sua stagione mettendo la firma nella decisiva rimonta di Napoli. EL CHELO

    Elijero Elia-Milos Krasic 6: poche apparizioni per entrambi ma una rete all’attivo per il serbo importante ai fini del risultato. Un unico lampo in una stagione incolore che l’ha visto poi finire ai margini della squadra, probabile il suo addio a fine stagione. Stesso discorso per il vero oggetto del mistero della campagna acquisti bianconera il giovane olandese ha avuto pochissime occasioni di mettersi in mostra e sarà ricordato come una meteora negli annali juventini visto che ha già annunciato di voler lasciare la squadra. DESAPARECIDOS

    Luca Marrone-Simone Padoin 6: entrambe ricorderanno a lungo questa stagione, sempre pronti quando sono stati chiamati in causa, hanno mostrato di essere sempre a disposizione della squadra. Entrambi si levano anche lo sfizio di entrare nel tabellino dei marcatori, il secondo nella gara contro la Fiorentina mentre il primo con un bolide nell’ultima di campionato ieri contro l’Atalanta. GREGARI

    Marco Borriello 7,5: arrivato a Gennaio c’ha messo un po’ per entrare nel cuore dei tifosi bianconeri, ma il gol contro il Cesena, fondamentale per la corsa scudetto gli ha facilitato molto il compito. OPPORTUNISTA

    Fabio Quagliarella 7,5: l’anno scorso fino al suo infortunio la Juventus viaggiava spedita, quest’anno Conte ha dovuto aspettarlo e dosarlo per fargli recuperare fiducia in se stesso, l’allenatore è stato ripagato con prestazioni sempre molto sufficienti. SCUGNIZZO

    Alessandro Matri 8: in molte partite ha tirato avanti la carretta di un attacco che appariva sterile, nelle ultime partite ha perso un po’ di smalto sotto porta, anche per il grosso lavoro di sponde che richiede il mister, ha avuto il merito di siglare forse il gol più importante della stagione, quello del pari a San Siro contro il Milan. UTILE

    Mirko Vucinic 9: doveva essere il top player tanto invocato durante il mercato acquisti, il montenegrino è genio e sregolatezza, ma quest’anno alla corte della Vecchia Signora ha mostrato, specie nella seconda parte di stagione, molta più maturità e costanza nelle prestazioni, suo il gol scudetto. FENOMENO

    Alessandro Del Piero 110 e lode: Laurea summa cum laude per i suoi 19 anni in maglia bianconera, coronati da una vittoria tanto bella quanto inaspettata, in molti sperano che rimanga ancora, ma nel frattempo si godono le giocate che il capitano è ancora in grado di regalare, chiedere a Marchetti in campionato e Stekelenburg in Coppa Italia. Per parlare di Alex servirebbero pagine intere e speriamo che quelle pagine non si concludano il 20 maggio a Roma. INFINITO