Il silenzio è stato rotto in quella che sarà la nuova casa della Juventus. C’era tanta attesa per conoscere la posizione della società bianconera dopo che il procuratore Stefano Palazzi nella sua relazione consegnata alla Figc in merito all’assegnazione dello scudetto del 2006 ha evidenziato come anche l’Inter, ai tempi di Calciopoli, si macchiò di illecito sportivo.
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Juve, Agnelli sullo scudetto 2006: “Vogliamo rispetto”
E chi meglio del presidente Andrea Agnelli a farsi portavoce del pensiero e dello stato d’animo del popolo bianconero. Dopo due giorni di bocche cucite quale occasione più adatta della presentazione delle nuove divise avvenuta nelle stanze del nuovo stadio a fare da cornice per affondare il colpo su chi nel 2006 decise di togliere il titolo ai bianconeri e assegnarlo ai nerazzurri. Il numero uno di Corso Galileo Ferraris ha così tuonato: “Abbiamo gli strumenti per muoverci anche fuori della giustizia sportiva, per ora aspettiamo. Il nostro esposto si base sulla parità di trattamento. Il nostro timore è che si decida di non decidere. Decidere di non decidere sarebbe deleterio in questo che è uno dei momenti più bassi del calcio italiano. Voglio rispetto verso la Juventus, verso i dirigenti, verso i calciatori. Questa società ha fatto la storia del calcio italiano nel mondo, ha una storia ultracentenaria. Abbiamo chiesto parità di trattamento dal 28 aprile 2010“. Agnelli ha poi parlato, ovviamente, anche di calciomercato, l’altro tema caldo di questa estate che si annuncia rovente per la Vecchia Signora: “Abbiamo acquistato Pirlo che è uno dei migliori centrocampisti al mondo e già con lui facciamo un grosso salto di qualità. Per quel che riguarda i prossimi acquisti, Marotta sta cercando giocatori di grandi qualità, ma noi non vogliamo partecipare ad aste, vogliamo acquistare i giocatori al giusto prezzo e con la giusta retribuzione. Ci saranno altre operazioni in entrata e in uscita, c’è ancora un mese e 20 giorni di tempo, operiamo quotidianamente. Si parla solo di due giocatori (Aguero e Rossi ndr), ma a noi piacciono anche Higuain, Sanchez e altri ancora, ma le condizioni devono essere le nostre. Rivincere sul campo significa chiudere il cerchio. E questo stadio ci darà un grosso vantaggio in termini economici e di ambiente“. Sulla questione sono intervenuti anche le due bandiere bianconere Alessandro Del Piero e Gianluigi Buffon che si sono prestati a fare i modelli per la presentazione delle nuove maglie: “Per lo scudetto 2006 aspettiamo sviluppi. C’è una situazione in atto che cambia, aspetto gli sviluppi definitivi della vicenda” dice il capitano “Sono passati tanti anni e abbiamo festeggiato sul campo con una bella festa la vittoria di quello scudetto che era più che meritata. Nel corso di questi 5 anni sono cambiate tantissime cose, c’è stato un evolversi della situazione e il fatto che adesso potremmo ritrovare quello scudetto che abbiamo vinto sul campo, sarebbe una bella soddisfazione” gli fa eco il portiere. Alla Juve ora non resta che attendere il verdetto della Federazione sulla questione scudetto che avverrà il 18 luglio prossimo.© Valerio Pennicino/Getty Images -
La Russa “Palazzi cavalca l’anti-interismo”
Tifoso interista doc il Ministro della Difesa Ignazio La Russa non poteva sottrarsi dal commentare il lavoro del procuratore federale Palazzi che ha inserito prepotentemente l’Inter nello scandalo Calciopoli.
“Da Palazzi mi sembra ci sia una vendetta postuma, la vendetta di alcuni ambienti che non hanno mai apprezzato il grande apporto dell’Inter in questi anni al calcio italiano: senza il “triplete” l’Italia avrebbe perso tante posizioni nel ranking internazionale”. Il coordinatore del Pdl accusa Palazzi di aver cavalcato l’onda antinterista del calcio italiano “È un atteggiamento di sottile anti-interismo di tutto il calcio italiano, persino peggiore dell’antiberlusconismo, perchè più sottile e invisibile” La Russa parla poi dello scudetto del 2006 “Premetto che io per quello scudetto non ho mai festeggiato, ma trovo veramente vergognoso l’attacco a Facchetti, una persona di grande onestà intellettuale e trasparenza. In quei giorni del 2006 – ricorda La Russa – Facchetti era disperato per il disonore di cui si era ricoperto il calcio italiano. Quando gli chiedevo perchè l’Inter aveva tante difficoltà a vincere, lui mi diceva che ‘combattiamo contro qualcosa che non si capisce, qualcosa di invisibilè. Se vuole, il Consiglio federale mi chiami pure”. Palazzi secondo La Russa esercita in maniera scorretta il proprio ruolo perchè emette un parere su qualcosa di prescritto e sul quale non ci può esser contraddittorio. Il ministro comunque ribadisce la sua solidarietà al patron Moratti anche se a suo dire ha votato Pisapia.Ignazio La Russa | © Roberto Serra/Getty Images -
La rivincita di Moggi “Moratti, ecco Calciopoli… Adesso la revisione”
Se le indagini hanno avuto seguito e la parte nascosta delle intercettazione che ha dato vita a Calciopoli 2 è venuta fuori sostanzialmente è per merito suo, Luciano Moggi, sin dal 2006, quando per tutti era il capo indiscusso della cupola lui sosteneva invece di un sistema consolidato e condiviso da più fronti. La relazione di Palazzi toglie la coltre di fumo sotto una vicenda nata male e condotta ancor peggio da chi era chiamato ad esser giusto ed imparziale.
Palazzi accusa l’Inter, Facchetti e Moratti di aver cercato di ottenere favori in cambio di imprecisati regalini e con l’utilizzo assiduo delle conversazioni telefoniche nelle ore pre e post la disputa dei match. Oggi è il giorno di Luciano Moggi e l’ex dg bianconero non perde l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Ecco l’intervista concessa a Tuttosport. Finalmente siamo riusciti a tirargliele fuori ste cose. La ritiene una sua vittoria? No, nessuna vittoria. Ci vuole ancora tempo per la vittoria come la intendo io. Per quello che mi hanno fatto e che hanno fatto alla Juventus ci vuole ben altro. Diciamo che ora finalmente mi godo il fatto che qualcuno mi ha ascoltato. Peccato che sia tardi… Io certe cose le dicevo nel 2006 Moratti deve rinunciare alla prescrizione? “Io al suo posto avrei evitato di andare in giro a dire che ero pulito e onesto per tutti questi anni, ora quelle frasi sono ancora più stridenti alla luce della relazione di Palazzi. E, comunque, se lui pensa di essere davvero così onesto, allora rinunci alla prescrizione! Ora penso a quelle immagini dei giocatori dell’Inter che cantano: “vinciamo senza rubare”. Mi sa che devono inventarsi un nuovo coro adesso” Questa nuova pagina di Calciopoli è uscita fuori per merito suo per chi l’ha fatta? Per me, è ovvio. Per i tifosi juventini che continuano a volermi bene e che meritavano qualcosa di meglio che una mancata difesa nel 2006. E per quei poveri diavoli di arbitri che sono finiti triturati in questa faccenda senza avere nessuna colpa. Gente che è stata rovinata senza alcuna colpa: Cassarà, Pieri, De Santis, Dattilo… E’ soprattutto per loro che voglio che venga ristabilita la verità. E’ buffo, dicevano che ero amico degli arbitri e non era vero, lo sono diventato adesso perché meritano giustizia Con queste telefonate nel 2006, le sentenze sarebbe state diverse? Beh, iniziamo a dire che la Juventus e il sottoscritto non hanno avuto nessun articolo 6 diretto, al contrario dell’Inter, almeno secondo quanto si legge nella relazione Palazzi… D’altra parte quando Cobolli Gigli dichiara, una volta dimesso da presidente, che Guido Rossi doveva colpire la Juventus. O quando l’assistente Coppola dice in tribunale che gli inquirenti respinsero la sua proposta di collaborare dicendogli: l’Inter non ci interessa. Insomma Lei vuol far capire che la mancata difesa della Juventus fa parte di quel disegno? No, non dico questo. Dico che siamo rimasti soli all’improvviso. E che la mancata difesa della Juventus ha sicuramente incoraggiato l’atteggiamento giustizialista dell’estate 2006. A questo punto lei continua nella sua battaglia: sta preparando la richiesta della revisione ex articolo 39? Assolutamente sì. Hanno voluto Calciopoli? Bene, ora se la prendano, ma tutta però, il pacchetto completo. Qualcuno piangerà, qualcuno dovrà spiegare, tutti devono stare attenti. Ma, dica la verità, si aspettava una relazione di Palazzi così dura nei confronti dell’Inter dopo tutto quello che la giustizia sportiva ha fatto in questi anni? Io ho sempre fiducia nella giustizia, ora finalmente ha letto bene le situazioni. Cinque anni fa le lesse male e poi perse troppo tempo. Ma io non mollo e alla fine la verità viene a galla. Effettivamente sono tante le battaglie che sta combattendo dal punto di vista legale. Oggi è a Napoli per l’ennesima udienza del processo penale, venerdì sarà a Roma davanti alla corte di giustizia federale per l’appello contro la radiazione… E’ sapete una cosa buffa. Io dopo cinque anni vengo radiato senza aver avuto nemmeno un articolo 6, Moratti con l’articolo 6 a carico dell’Inter dopo cinque anni viene prescritto! A ripensarci non è buffo: è kafkiano! A cosa penserà questa sera prima di addormentarsi? Che io ho ricevuto moltissimo dal mondo del calcio italiano e al mondo del calcio ho dato anche tantissimo, per esempio, una nazionale campione del mondo costruita con i miei giocatori. Insomma, è un pareggio. Alla fine vorrei pareggiare anche con la giustizia, quella sportiva e quella penale. Mi sembrerebbeMoggi con Giraudo e Capello | © Carlo Baroncini/Getty Images -
Facchetti non si tocca. La rabbia dell’Inter e di Moratti
E’ il periodo dei colpi di scena in casa Inter, lo è stato con Leonardo passato all’improvviso dalla panchina dei nerazzurri alla scrivania del Paris Saint Germain e lo è stato ancor di più ciò che ha scritto il procuratore Palazzi nelle 72 pagine di motivazioni con cui tira in ballo pesantemente Moratti, Facchetti accusandoli di aver violato l’articolo 1 e l’articolo 6 del codice di Giustizia Sportiva.
Il cauto ottimismo palesato venerdi dopo l’archiviazione per prescrizione è sfociato ieri in rabbia e amarezza tanto per il coinvolgimento dell’Inter in Calciopoli quanto e sopratutto per la pesante accusa a Giacinto Facchetti. Il patron nerazzurro lascia la sua amarezza in un comunicato apparso sul sito ufficiale dove appare una gigantesca fotografia di Facchetti “Il peso che dò io è brutto, perché mi sembra di essere tornato nel clima, nel bruttissimo clima, che vivevo quando c’era Calciopoli, quando nessuno lo sapeva o faceva finta di non saperlo. La trovo uguale come cosa. Queste accuse sono brutte. Sinceramente, ‘taglio’ la mia persona, che è di conseguenza, ma che Facchetti minimamente venga considerato così come è stato considerato è una cosa grave, offensiva, stupida. I tifosi dell’Inter lo conoscono perfettamente. I signori che saranno seduti attorno a quel tavolo per decidere, non so che cosa, lo conoscono perfettamente. Io credo che questa sia stata proprio… Non c’è nessun elemento nuovo, cose che altri avevano già giudicato come del tutto poco consistenti. Mi è sembrato un attacco molto grave, pesante, nei confronti della società: inaccettabile. Totalmente inaccettabile. E posso dire chiaramente: Palazzi si sbaglia. Si sbaglia proprio. Questo è un attacco del pm e, vabbè, senza processo, su questa cosa ognuno può dire ciò che vuole. Io non accetto nella maniera più assoluta, l’Inter non accetta questa cosa e quello che fa di tutto un cattivissimo gusto è il fatto che sia coinvolto Facchetti. E non lo faccio perché è un modo di dire, perché è stata coinvolta una persona che non c’è più, che io ammiro e stimo, per la sua onestà. Siccome, in questo momento, Facchetti viene visto diversamente, io non stimo per niente chi ha fatto questa cosa”. Come si muoverà adesso l’Inter? “Molto tranquillamente, non vi preoccupate”. Presidente, queste cose le fanno venire voglia di abbandonare questo ambiente? “Io lavoro per i miei tifosi, non per quella gente lì”. Pensa che la relazione di Palazzi possa avere conseguenze in merito all’esposto della Juventus? “No, quella è finita come cosa. Però adesso s’incontreranno quelli della Federazione e decideranno quello che vogliono”.Giacinto Facchetti | © inter.it -
E’ illecito sportivo. Inter e Moratti salvi per la prescrizione
Il cauto ottimismo manifestato venerdi da Massimo Moratti non era giustificato il procuratore federale Stefano Palazzi nella sua relazione infatti evidenzia la cattiva condotta di Giacinto Facchetti e Massimo Moratti. I due cercavano di condizionare l’esito delle partite facendo pressione sui designatori Bergamo e Paieretto e su altri componenti del mondo arbitrale.
“Questo Ufficio ritiene che le condotte fossero certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale FC, mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale”. La tanto decantata rete di rapporti del sistema moggiano viene ritrovata nei legami di Moratti e sopratutto Facchetti con i designatori “Dalle carte in esame e, in particolare, dalle conversazioni oggetto di intercettazione telefonica, emerge l’esistenza di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo”“La suddetta finalità veniva perseguita sostanzialmente attraverso una frequente corrispondenza telefonica fra i soggetti menzionati, alla base della quale vi era un consolidato rapporto di amicizia, come evidenziato dal tenore particolarmente confidenziale delle conversazioni in atti”. Secondo Palazzi, “assume una portata decisiva la circostanza che le conversazioni citate intervengono spesso in prossimità delle gare che dovrà disputare l’Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra”. A questo punto sembra scontato la revoca dello scudetto 2006 ma il mondo dello sport deve interrogarsi sul perchè questa parte dell’inchiesta è stata tenuta al coperto allora viziando sul nascere il nuovo campionato avvantaggiando l’Inter non solo nel 2006 ma anche nei campionati successivi. Scudetto 2006, Moratti rinunci alla prescrizione Leggi le 72 pagine della relazione di PalazziMaterazzi e Moratti festeggiano lo scudetto | © Giuseppe Cacace/Getty Images -
Revoca Scudetto 2006, Moratti rinunci alla prescrizione
Da quando è apparsa la nota sul sito della Figc con i risultati del lavoro di ricostruzione condotto dal procuratore federale Palazzi si è assistito ad un incredibile tam tam mediatico con notizie e titolone che attestavano tutto e il contrario di tutto. In casa Inter, per dirla con le parole di Moratti, si evince un cauto ottimismo avallato poi da un comunicato stampa di chi aveva fretta di chiudere la vicenda, dall’altro lato in casa bianconera dopo aver letto tra le righe la requisitoria di Palazzi è partito un monito alla Figc ricordando nel finale come il palmares non abbia prescrizione.
Da ieri mi domando e domando a chi mi sta vicino chi ne è uscito vincitore. Poi mi sono risposto, sicuramente Zamparini e Zanzi le cui posizioni sono state archiviate per non aver commesso il fatto, poi? Nessun altro. Chi ha voluto leggere tra le righe di Palazzi ha capito che la posizione di Moratti, dell’Inter e del compianto Facchetti non era cosi diversa da quella tenuta da Milan, Lazio, Fiorentina, Reggina e Juventus e se il materiale attuale fosse stato in possesso all’epoca della prima sentenza non solo Guido Rossi non avrebbe potuto assegnare lo scudetto “dell’onestà” ma i nerazzurri si sarebbero trovati a pagare in termini di punti e magari lo scudetto a questo punto sarebbe nelle mani della Roma. La prescrizione dell’Inter e di Moratti non permette alla Federazione di chiedere il deferimento e quindi i nerazzurri non dovranno scontare nessuna pena se non quella di esser ancora sotto giudizio per quel che può valere lo scudetto del 2006. La sensazione che si ha è quella che il 18 luglio il presidente Abete comunicherà la revoca dello scudetto con buona pace di Moratti e di chi in questi anni si attribuiva meriti di lealtà ed onestà. Voglio però chiudere con una provocazione. Perchè Moratti non rinuncia alla prescrizione?© Fabio Muzzi/Getty Images -
Archiviazione e prescrizione, le reazioni di Juve e Inter
Il giorno tanto atteso è arrivato e come era prevedibile ha riportato in auge rancori mal celati e uno nuovo stato di insoddisfazione nel mondo dei tifosi. L’archiviazione per prescrizione decisa da Palazzi non fa una grinza dal punto di vista della giustizia sportiva tanto che da più parti era stata paventata come ipotesi più ovvia, ma lede quel famigerato codice etico con cui Guido Rossi assegnò lo scudetto all’Inter nel 2006.
L’errore fatto da molti ieri è pensare infatti che l’archiviazione della posizione di Inter e di Moratti coincida con la non restituzione dello scudetto, in realtà per i titoli non vi è prescrizione e a decidere sarà il consiglio federale e il presidente Abete nelle sedute tra il 5 e il 18 luglio.
Le reazioni in casa Juve e Inter sono ovviamente contrastanti, le due società hanno riversato in due comunicati il proprio stato d’animo, quello dei nerazzurri, comunque cauto in attesa di leggere il lavoro di Palazzi, è orientato al cauto ottimismo e lo stesso Moratti si dice fiducioso anche dal dibattito che si scatenerà nel Consiglio.
La posizione ufficiale dei nerazzurri. “L’ F.C. Internazionale prende atto e comunica che la Procura Federale della Figc ha archiviato la posizione del club e dei suoi tesserati all’esito dell’indagine relativa ai fatti risalenti alla stagione 2004-2005. Resta quindi definitivamente confermato, che nessun procedimento disciplinare potrà essere promosso nei confronti dell’Inter e dei suoi tesserati per rilievi che, d’altra parte, non hanno mai trovato alcun riscontro in nessuna sede giudiziaria”. Infine Moratti ha chiuso parlando di persona: “La situazione è abbastanza definita sotto l’aspetto sostanziale, con tutto il rispetto la Federazione ne può discutere ma il caso dovrebbe essere chiuso perchè si tratta di un’archiviazione. Per me è normale, non soffro questo tipo di paure. Ho solo constatato come è andata”.
Ovviamente di tutt’altro tenore la reazione in casa bianconera il cui comunicato è arrivato in tarda serata proprio per studiare la formula giusta ed incisiva. La Vecchia Signora chiedendo di poter aver nel minor tempo possibile il lavoro di Palazzi per capire le motivazioni di tale prescrizione ricorda che “il palmares non si prescrive” parafrasando tra l’altro una frase del presidente Abete di qualche tempo fa “l’etica non ha prescrizione”.
Il cumunicato dei bianconeri. “Le archiviazioni disposte e notificate in data odierna dal Procuratore della Figc operano un’importante distinzione tra soggetti a vario titolo coinvolti nei fatti del 2006. Infatti per alcuni il provvedimento usa la formula di non sussistenza dei fatti contestati, mentre per altri sottolinea la non procedibilità o l’intervenuta prescrizione. In data odierna i legali della società hanno inoltrato richiesta di ricevere in via d’urgenza le motivazioni e gli atti sottostanti a tale provvedimento e inoltre di ricevere le motivazioni, gli atti e le indagini in relazione all’esposto presentato in data 10 maggio 2010. Solamente quando questi atti saranno resi noti, il Consiglio Federale e l’opinione pubblica potranno stabilire se, sulla base di una mera prescrizione, i motivi etici che furono alla base dell’assegnazione dello scudetto 2006 all’F.C.Internazionale hanno retto alla prova del tempo e delle circostanze, emerse stranamente molti anni dopo. Il palmares non si prescrive“.
Le disposizioni di archiviazione del procuratore Palazzi si differenziano per posizioni, per Zamparini e Zanzi ad esempio non viene citata la prescrizione, evidenziando la totale estraneità dalle accuse mosse. Quella dell’Inter e di Moratti invece, parla di archiviazione per sopraggiunta prescrizione, posizioni differenti che il procuratore pare abbia circonstanziato nella sua ricostruzione e che forse avvalorerà la decisione del presidente Abete.
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Archiviazione e prescrizione, per lo scudetto 2006 decide la Figc
Come ampiamente previsto il lavoro di Palazzi ha partorito l’archiviazione per prescrizione nei confronti di Inter e Massimo Moratti. Le norme federali in materia erano chiare e chiaro allo stesso modo era l’utilizzo alla lettera a cui il procuratore avrebbe fatto affidamento. Quel che non cambia però è l’assegnazione dello scudetto del 2006, anche se alcune testate sportive hanno infatti titolato con “lo scudetto resta nerazzurro” o simili non è cosi, la revoca dello scudetto non ha prescrizione e a tal proposito dovrà pronunciarsi il consiglio federale il prossimo 5 luglio per poi dare un esito nella seduta del 18.
Questo il comunicato apparso sul sito della Figc Il Procuratore federale, esaminati gli atti dell’indagine inerente alle trascrizioni delle conversazioni telefoniche depositate presso il Tribunale di Napoli nel noto processo penale in corso di svolgimento ed espletata la conseguente attività istruttoria in sede disciplinare, ha disposto l’archiviazione del procedimento, non essendo emerse dalle risultanze istruttorie e dai contatti telefonici in atti fattispecie di rilievo disciplinare procedibili, non coperte da giudicato ovvero non prescritte ai sensi dell’art. 18 del C.G.S. vigente all’epoca dei fatti. Pertanto, con provvedimento a parte, è stata disposta l’archiviazione degli atti: 1. nei confronti del presidente del Palermo sig. Maurizio Zamparini e della Società Palermo: perché non sussistono fatti di rilevanza disciplinare con riferimento alla condotta del presidente medesimo. 2. nei confronti del sig. Roberto Zanzi, all’epoca dei fatti, dirigente dell’Atalanta e della società Atalanta: perché non sussistono fatti di rilevanza disciplinare. 3. nei confronti del sig. Massimo De Santis, all’epoca dei fatti, arbitro internazionale della Can A e B: perché non sussistono fatti di rilevanza disciplinare. 4. nei confronti del presidente del Cagliari sig. Massimo Cellino e della società Cagliari: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 5. nei confronti del presidente del Chievo sig. Luca Campedelli e della società Chievo Verona: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 6. nei confronti del sig. Rino Foschi all’epoca dei fatti, dirigente del Palermo e della società Palermo: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti, con riferimento alla condotta del dirigente medesimo. 7. nei confronti del sig. Luciano Spalletti, all’epoca dei fatti, allenatore dell’Udinese e della società Udinese: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 8. nei confronti del sig. Sergio Gasparin, all’epoca dei fatti, dirigente del Vicenza e della società Vicenza: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 9. nei confronti del direttore sportivo sig. Nello Governato: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 10. nei confronti del presidente dell’Empoli sig. Fabrizio Corsi e della società Empoli: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 11. nei confronti del presidente del Livorno sig. Aldo Spinelli e della società Livorno: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 12. nei confronti dell’allora socio di riferimento dell’Internazionale sig. Massimo Moratti e della società Internazionale: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 13. nei confronti dell’allora presidente dell’Internazionale (deceduto l’anno 2006) sig. Giacinto Facchetti e della società Internazionale: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 14. nei confronti del presidente della Reggina sig. Pasquale Foti e della società Reggina: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili in quanto non coperte da giudicato. 15. nei confronti del sig. Leonardo Meani, all’epoca dei fatti, dirigente della società Milan e della società Milan: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili in quanto non coperte da giudicato e comunque non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti. 16. nei confronti dei sigg. Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, all’epoca dei fatti, Commissari Can A e B, del sig. Gennaro Mazzei, all’epoca dei fatti, Vice Commissario Can A e B e del sig. Tullio Lanese, all’epoca dei fatti, presidente dell’Aia: perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili in quanto non coperte da giudicato e comunque non prescritte ai sensi dell’art. 18 C.G.S., vigente all’epoca dei fatti.Stefano Palazzi | © Andreas Solaro/Getty Images -
Revoca scudetto e prescrizione, la Lega chiude Calciopoli?
Domani è un giorno cruciale per il calcio italiano, il procuratore Stefano Palazzi consegnerà infatti il suo lavoro di ricostruzione del secondo filone dell’inchiesta a Calciopoli nata dalle intercettazioni uscite nel corso del dibattimento nelle aule del Tribunale di Napoli.
Il nodo cruciale è l’assegnazione dello scudetto del 2006, l’esposto presentato un anno fa dalla Juventus per mano del suo presidente Andrea Agnelli mirava e spronava la Lega Calcio ad attuare il medesimo comportamento per tutte le squadre coinvolte nello scandalo e far chiarezza sul perchè questo ramo di intercettazioni non era venuto a galla. Ricordiamo, lo scdetto vinto sul campo dalla Juventus fu assegnato “a tavolino” da Guido Rossi commissario speciale della Lega Calcio che dopo aver consultato tre saggi decise di premiare i nerazzurri per “l’assoluta trasparenza etica”. Le nuove intercettazioni però dimostrano che la deprechevole abitudine, tra l’altro non vietata, di sentire i designatori e perchè no chiedere qualche aiutino era praticata anche dai dirigenti nerazzurri che stando alle indiscrezioni adesso dovrebbero venir penalizzati con la restituzione dello scudetto, ma allo stesso tempo tutelati dalla prescrizione. La gogna mediatica che però si abbaterebbe sulla società del patron Moratti, qualora si verificazzero le indiscrezioni, obbligherebbe questa volta l’Inter a rivolgersi all’Alta Corte di giustizia del Coni, al Tar del Lazio fino al Consiglio di Stato. Ambienti vicini ai nerazzurri svelano infatti la volontà di Massimo Moratti di cedere la presidenza al figlio come protesta e per tutelare l’Inter se lo scudetto dovesse esser riscucito. Qualsiasi decisione prenderà la Lega Calcio il 18 luglio Calciopoli continuerà ancora a lungo, di questo siamo certi.Giancarlo Abete | © Massimo Cebrelli/Getty Images -
Revoca Scudetto 2006, Moratti “un’ingiustizia togliercelo”
Domani o al massimo dopodomani il procuratore federale Stefano Palazzi consegnerà alla Federcalcio il lavoro d’indagine condotto sulle nuove intercettazioni salatate fuori nel processo a Calciopoli in corso a Napoli e che dimostrerebbero il coinvolgimento dell’Inter e di conseguenza l’ingiusta attribuzione dello scudetto del 2006.
Rumors indirizzano il lavoro di Palazzi verso la prescrizione per quanto riguarda le nuove società coinvolte mentre in risposta all’esposto della Juventus ci dovrebbe esser la nuova revoca e la consequenziale non assegnazione del titolo. Ipotesi però che il presidente Moratti non vuole nemmeno prender in considerazione e come ribadito ancora oggi all’uscita delle stanze della Lega Calcio reputa ingiusta”Non considero che possa succedere una cosa di questo genere” . Ambienti vicini al presidente però sembrano convinti che in caso di sentenza avversa ai nerazzurri il patron per protesta ma anche per defilarsi dall’inevitabile gogna mediatica possa abidicare in favore del figlio già parte integrante nella scelta di Gasperini come nuovo tecnico dell’Inter. la decisione definitiva seppur indirizzata dal responso di Palazzi dovrebbe arrivare nella seconda metà di Luglio probabilmente nel consiglio federale in programma il 18 di Luglio.Massimo e Giovanni Moratti | © Claudio Villa/Getty Images