Il patron Della Valle vuole chiarezza e i continui rifiuti accompagnati dal sarcasmo di Massimo Moratti non fa che alzare il tono dello scontro andando nella direzione opposta da quella auspicata dal presidente Abete. La Fiorentina subì un processo e pagò nel 2006 altri, pur coinvolti, non furono tirati in causa tuona Della Valle che auspica adesso un passo verso il chiarimento dell’Inter.
Il comportamento di Moratti è inopportuno in quanto lo stesso presidente dell’Inter è stato considerato colpevole di un comportamento scorretto, sportivamente parlando, e avrebbe dovuto essere giudicato per questo se non fosse sopraggiunta una prescrizione arrivata con la precisione di un cronometro… Questi sono i fatti che nessun atteggiamento sprezzante e supponente può cancellare. Queste sono ombre, o più che ombre macigni, che Moratti – così Della Valle – ha sopra la sua reputazione…
Moratti accetti un confronto leale prima che cominci il campionato in modo che si possa tentare di mandare allo stadio i tifosi con uno stato d’animo più sereno… Apsettiamo adesso una nuova puntata…
Andrea Agnelli sceglie la prestigiosa vetrina del New York Times per continuare la sua crociata contro i misteri dell’inchiesta a Calciopoli che nella sentenza del 2006 tolse due titoli alla Juventus e la costrinse a ripartire dalla serie B.
“Gli scudetti sono 29 e non 27. Vogliamo tornare in possesso dei titoli preferibilmente attraverso la struttura della lega, ma, se necessario, attraverso i tribunali”.
Com’era prevedibile dunque la Juventus percorrerà ogni strada utile a far chiarezza e stabile se nel 2006 ci fu disparità di trattamento alla luce delle nuove incertazzioni portati alla luce dai periti della difesa. Dobbiamo essere certi che vi sia stato pari trattamento per tutti.
L’intervista passa poi allo stadio e agli obiettivi che la Juve pensa di riuscire a raggiungere dal suo sfruttamento “È un punto d’orgoglio essere i primi proprietari privati di una struttura completamente moderna per ospitare le partite ed essere aperta sette giorni su sette per scopi “.
“D’altra parte, i nostri concorrenti sono i club internazionali, e questo è un elemento che ci permette di colmare una lacuna importante come fonte di entrata”.
I bianconeri a New York per la tournee a stelle e strisce nella notte hanno superato il Club Nacional grazie ad una bella rete di Pasquato. (video highlights)
Dopo la relazione di Palazzi la famiglia Facchetti pur covando rabbia e delusione per l’inserimento di Giacinto nello scandalo intaccandone l’immagine aveva deciso di chiudersi nel più totale silenzio evitando di commentare. Oggi però Barbara Facchetti impegnata nel ritirare un premio in memoria del padre non ha resistito e con forza ha ribadito la volontà della famiglia di tutelare l’immagine do uomo ancor prima di sportivo del proprio caro.
“Come famiglia in questi anni, abbiamo fatto tutto il necessario per vigilare sulle strumentalizzazioni intorno alla sua figura. Non arretreremo di un passo, continueremo a farlo con forza, con la lucidità e il sorriso che ci ha lasciato in eredità”.
Le indiscrezioni che girano intorno al turbolento vortice inscenato dal nuovo filone dell’inchiesta parlano di qualche frizione tra la famiglia Facchetti e l’Inter proprio per la volontà di quest’ultima di non tenere a dimostrare la propria estrenietà e di conseguenza quella dell’allora presidente Facchetti.
Ferma intenzione dunque da aprte della famiglia di vigilare e mantenere pulita la memoria dell’ex presidente nerazzurro e al vaglio dei legali pare ci sia anche una diffida nei confronti di Palazzi. Barbara Facchetti chiude poi con una stoccatina all’Inter “Quel che è giusto tenere a mente è che lo spazio di azione principale in questa vicenda resta nelle mani dell’Inter”, non un indice puntato come Della Valle ma pur sempre un invito a far chiarezza.
Il patron della Fiorentina Diego Della Valle dopo la decisione del Consiglio Federale di non prender posizione sul secondo filone dell’inchiesta a Calciopoli e valutare il coinvolgimento dell’Inter, torna ad invocare un tavolo chiarificatore.
Dopo l’invito ad Auricchio l’invito questa volta è esteso direttamente a Massimo Moratti. Della Valle esorta il patron dell’Inter ad accettare l’invito e a spiegare la sua posizione sullo scandalo Calciopoli e sulla disparità di trattamento su società apparentemente allo stesso modo coinvolte.
“Sarebbe per me, e non solo per me – spiega il patron della Fiorentina – sicuramente importante sapere cosa Moratti pensa di quello che abbiamo dovuto subire ingiustamente. Tutto questo servirebbe a riportare tranquillità ad alcune tifoserie e soprattutto a dare fiducia alla gente, dimostrando che i valori veri esistono ancora e che nessuna ambiguità o ipocrisia li può cambiare. Spero che Moratti non perda questa occasione perchè non è in discussione la reputazione di una società seria come l’Inter, che nulla c’entra con il comportamento degli individui, ma è in discussione la sua reputazione personale. Si parla spesso di voler rifondare il calcio riportandolo ai valori veri dello sport; questa potrebbe essere per noi due l’occasione di dare un ottimo contributo a questo obiettivo”.
Nel pomeriggio intanto a prender la parole sull’ormai famigerato scudetto 2006 è stata Milly Moratti, moglie di Massimo, definendo un mostro giuridico il coinvolgimento di Giacinto Facchetti nell’inchiesta Calciopoli “un mostro giuridico trattare una questione che vede protagonista chi non può spiegare quello che è successo. E sottolineo spiegare, anziché difendersi, perché Giacinto Facchetti non ha fatto nulla per cui difendersi -e continua – ricordo ancora quello che è avvenuto in passato – ha proseguito – ricordo l’atterramento di Ronaldo e tanto altro. Quello è stato un periodo terribile per il calcio e terribilissimo per noi”
Decisione ampiamente annunciata il COnsiglio Federale decide di farsi legare le mani dagli avvocati e decide di non decidere demandando ad altri l’onere di una decisione fondamentale per ridare dignità e credebilità ad un sistema che stenta a mantenersi in piedi. Se il maggior organo del calcio non si prende il diritto di decidere di una materia cosi calda e scottante che senso ha averlo? Che senso ha avere un presidente federale come Giancarlo Abete? Un presidente che lascia decidere la prescrizione al procuratore federale, che si lascia consigliare da un pool di avvocati non arrogandosi nessuna decisione?
L’apoteosi il presidente Abete l’ha poi compiuta al momento della conferenza stampa spiegando i motivi percui non è potuto intervenire lanciando però una stoccata all’Inter per non aver rinunciato alla prescrizione o ancor meglio per non aver deciso di riconsegnare lo scudetto. Come dire, io non lo faccio ma se lo fate voi… siamo tutti più contenti.
“Si è deciso di rispettare le regole e dato che la Figc non può andare a fare una valutazione di merito nell’impossibilità di intervenire giuridicamente, anche in presenza di una titolarità, la posizione del presidente federale, contenuta nella relazione politica e condivisa all’unanimità da tutto il Consiglio federale, non ci sarebbe stata la proposta di revoca dello scudetto all’Inter. Anche se ci fosse stato un atto amministrativo a monte, la proposta del presidente federale sarebbe stata la non revoca dello scudetto”.
“Mi sarei augurato una rinuncia della prescizione da parte dell’Inter – ha dichiarato ancora – L’etica non è mai andata in presrizione. Noi ci siamo attenuti alle regole vigenti. Se le norme sono tali da non soddisfare qualcuno ci può stare. Comprendo la complessità delle situazioni e l’importanza delle tifoserie”. Nessuna preoccupazione infine da parte della Figc per eventuali ricorsi della Juventus. “Non credo che la strada dei tribunali sia la scelta migliore, ma la rispetto. La credibilità del sistema è legata al rispetto delle regole”.