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  • I Thunder umiliano i Lakers

    Vittoria meritata e schiacciante quella ottenuta dagli Oklahoma City Thunder sui campioni in carica dei Los Angeles Lakers.
    La “banda” di ragazzini di coach Scott Brooks mette a dura prova i Lakers fin dalle prime battute, dimostrando al mondo intero di poter giocare contro chiunque avversario senza nessun timore riverenziale. Primo quarto pessimo dei gialloviola che chiudono con un ritardo di 12 punti (29-17). L’energia dei Thunder è troppo straripante per essere contenuta da L.A. ed è perciò facile mantenere sempre il vantaggio in doppia cifra, cosa che accade anche alla fine del primo tempo (55-42). Nel terzo quarto ci si aspetterebbe la reazione dei Lakers, ma a dominare sul parquet sono sempre i giocatori di Oklahoma che spingono forte sull’acceleratore ben sapendo che i ritmi alti sono mal digeriti dai loro avversari e arrivano alla pausa per l’ultimo periodo in vantaggio 86-64. Risultato incredibile che permette a coach Brooks di dare riposo ai suoi giovani fenomeni e proporre sul parquet tutte le riserve, mentre dall’altra parte Phil Jackson già pensa alle contromisure da prendere, nella prossima partita, ad una squadra che sta dando più preoccupazioni del previsto. Termina 110-89 l’incontro che più che per la vittoria di Oklahoma City, stupisce per il largo risultato, che sicuramente non era preventivato, sia per la scioltezza con cui è venuto, sia per la facilità di gioco che ha avuto la neonata franchigia degli Stati Uniti, al cospetto di giocatori esperti e navigati come quelli di Los Angeles.
    Le chiavi dell’incontro sono state i contropiedi dove i Thunder hanno realizzato tanti punti (24-2), lo strapotere a rimbalzo (50-43), l’energia e la frescheza atletica, e infine l’enorme divario nei tiri liberi (42 centri su 48 tentativi per Oklahoma, 17 su 28 per i Lakers).
    La forbice tra le 2 squadre ha assunto proporzioni gigantesche quando nel terzo quarto, a pochi minuti dalla fine del periodo, gli ex Seattle Sonics si sono trovati in vantaggio di ben 29 punti! Non è facile dare questi distacchi ai campioni in carica ma Durant e compagni stanno mettendo sul parquet tutte le armi che possiedono per dare battaglia e cercare di allungare la serie il più a lungo possibile.
    A proposito di Kevin Durant, 22 punti per lui in soli 30 minuti di gioco (ultimo quarto di riposo in panchina in buona compagnia), Westbrook continua il dominio sullo sventurato Fisher (che non riesce a capire cosa deve fare per limitare il numero 0 arancioblu) e piazza 18 punti, Green ne mette 15, Harden altrettanti con soli 6 tiri. Buone le prove a rimbalzo e in difesa dei lunghi Collison, Krstic e Ibaka. Per Los Angeles nessuno sopra i 13 punti (Gasol e Bynum) 12 per Odom e Bryant. Poi il nulla. Unica nota positiva è proprio il giovane centro Andrew Bynum che oltre ai 13 punti prende 10 rimbalzi conditi anche da 3 stoppate.
    Ora i thunder prendono l’aereo per la California consapevoli che possono giocarsi questa serie. Certamente la squadra favorita resta sempre quella gialloviola e molto probabilmente staccherà il pass per il turno successivo. Ma i “ragazzini terribili” la loro vittoria l’hanno ottenuta, dimostrando che nella vita niente è impossibile, anche le cose che sembrano , a prima vista, più ardue. Martedì 27 aprile i Thunder, con l’euforia di chi va a giocarsi una gara 5 con zero pressioni e tanta leggerezza, scenderanno in campo allo Staples Center.

    Oklahoma City Thunder – Los Angeles Lakers 110-89
    –> Okl: Durant 22, Westbrook 18, Green 15, Harden 15 – Lak: Gasol 13, Bynum 13, Bryant 12, Odom 12

    LE SERIE DEL PRIMO TURNO:

    Cavs – Bulls 2-1
    Hawks – Bucks 2-1
    Celtics – Heat 3-0
    Nuggets – Jazz 1-2
    Lakers – Thunder 2-2
    Magic – Bobcats 3-0
    Mavs – Spurs 1-2

    Suns – Trail Blazers 2-2

    Guarda gli highlights di Oklahoma City Thunder – Los Angeles Laker:

  • NBA playoff 2010, primo turno: Impresa Thunder, sorpresa Bulls

    La straordinaria prestazione di Jason Richardson da 42 punti (8/12 da 3) con 8 rimbalzi permette a Phoenix di riappropiarsi del vantaggio del fattore campo nella serie contro Portland. Suns subito in palla che mettono le cose in chiaro fin dai primi minuti di gioco. Batum, in dubbio fino all’ultimo per guai alla spalla che hanno costretto il francese a saltare le prime 45 gare di stagione regolare, è in campo ma deve arrendersi dopo 9 minuti di gioco e abbandonare il campo per nuovi problemi. Il primo quarto porta Phoenix a +18, il secondo è sulla stessa falsariga del primo e si chiude con un eloquente 66-37 che fa capire chi vincerà l’incontro. Richardson 21 punti è solo a metà del suo fatturato. I Blazers sfoderano l’orgoglio e riescono a portarsi sul -11 a 5 minuti dal termine dell’incontro grazie ad una serie di triple di Fernandez (ben 3 in 58 secondi!) ma i Suns piazzano un parziale di 12-0 che chiude la pratica e dà la tranquillità necessaria per giocare gara 4 in programma sempre a Portland sabato 24 aprile.

    Sorpresa da Chicago dove i Bulls, pur con una fatica immane, riescono a battere i Cavs di LeBron James. Chicago gioca bene per 3 quarti di gara toccando il +21, ma da quel momento in poi arriva la riscossa di Cleveland che riesce ad arrivare a soli 2 punti di svantaggio quando sul cronometro mancano 4 minuti alla fine del match. Rose (31 punti) si prende in mano la squadra ma l’ultimo minuto è vietato ai deboli di cuore: sul 102-96 Bulls James compie un fallo in attacco e perde un pallone nell’azione successiva, Chicago segna e va sul 104-96. Con 30 secondi da giocare Williams mette la tripla del 104-99. Fallo sistematico su Hinrich che sbaglia tutti e 2 i liberi. James accorcia ulteriormente con un’altra bomba per il 104-102, fallo su Rose che mette solo uno dei 2 liberi: 105-102 e partita incredibilmente riaperta a 10 secondi dalla fine. Coach Del Negro ordina il fallo per non far tirare Cleveland da 3 e Varejao sbaglia un libero di importanza capitale. A quel punto Brad Miller mette la partita in cassaforte con 2 bersagli dalla lunetta per il 107-103. Finisce però 108-106, una partita molto vibrante che Chicago porta a casa, ma LeBron (quasi tripla doppia per lui con 39 punti, 10 rimbalzi e 8 assist) e compagni hanno fatto capire che possono riemergere da situazioni impossibili. Gara 4 è in programma sempre a Chicago domenica 25 aprile. I Bulls sono avvertiti.

    Tutto esaurito (18.342 presenti al Ford Center di Oklahoma) per la prima partita in casa nella storia dei playoff per i Thunder. Festeggiamenti nel prepartita per Scott Brooks, neo allenatore dell’anno in NBA, con i suoi giocatori ad omaggiarlo per la grande stagione disputata. L’inizio però non è dei migliori per i padroni di casa con i Lakers che vanno subito sul 10-0, Oklahoma cerca di restare in partita ma non riesce mai a mettere il naso avanti. Primo tempo che finisce 50-43 per i campioni. Il secondo tempo però presenta un altro registro con i giovani Thunder in crescita netta e continua che approfittano della situazione quando Kobe Bryant va in panchina ed il finale del terzo periodo è tutto di marca arancioblu con un fulmineo 8-0 di parziale che regala la parità ai padroni di casa dopo una poderosa schiacciata di Westbrook in faccia ad uno stralunato Odom e con le triple di Harden e Durant. A questo punto Brooks pesca il jolly che permetterà di vincere la partita: dirotta il fenomeno Kevin Durant sulle tracce di Bryant e il numero 24 sbaglierà 7 conclusioni di fila per la marcatura asfissiante del talento in maglia 35, beccandosi anche una super stoppata che farà molta fatica a digerire e dimenticare. Durant si prende la squadra sulle spalle nel quarto quarto e segna 11 punti ben assistito da Westbrook (Fisher ridicolizzato per la terza gara di fila) e Green che mettono i titoli di coda per un’impresa poco pronosticabile da molti addetti ai lavori. Kevin Durant incredibile con 29 punti e 19 rimbalzi, Westbrook ne aggiunge 27, Harden ne piazza 18 con un ottimo 3/4 da 3 punti, Green glaciale ai tiri liberi ne segna 10 e Air Congo, ovvero Serge Ibaka, produce 6 punti e 6 rimbalzi annullando in difesa i lunghi di L.A.
    Bryant, partito bene, si è eclissato con la marcatura di Durant (24 punti con 29 tiri!), a dargli man forte il solito Gasol con 17 punti e 15 rimbalzi ma oggi non sono bastati per espugnare un campo dove sabato 24 i campioni in carica dovranno dimostrare di non esserlo diventati, lo scorso anno, per caso.

    Risultati NBA del 22 aprile 2010

    Portland Trail Blazers – Phoenix Suns 89-108
    -> Por: Aldridge 17, Webster 14, Bayless 14 – Pho: Richardson 42, Stoudemire 20, Nash 13
    Chicago Bulls – Cleveland Cavaliers 108-106
    –> Chi: Rose 31, Hinrich 27, Deng 20 – Cle: James 39, Williams 21, Jamison 19
    Oklahoma City Thunder – Los Angeles Lakers 101-96
    –> Okl: Durant 29, Westbrook 27, Harden 18 – Lak: Bryant 24, Gasol 17, Fisher 17

    LE SERIE DEL PRIMO TURNO:

    Cavs – Bulls 2-1
    Hawks – Bucks 2-0
    Celtics – Heat 2-0
    Nuggets – Jazz 1-1
    Lakers – Thunder 2-1
    Magic – Bobcats 2-0
    Mavs – Spurs 1-1
    Suns – Trail Blazers 2-1

  • NBA: Scott Brooks allenatore dell’anno

    Sctt Brooks, allenatore degli Oklahoma City Thunder, ha vinto il premio come allenatore dell’anno in NBA.
    Brooks ha battuto il coach di Milwaukee, Scott Skiles, che è finito secondo.
    Importante riconoscimento per questo giovane allenatore che non è neanche al suo secondo anno tra i professionisti, avendo rilevato la panchina dei Thunder lo scorso anno solo a campionato iniziato sostituendo il disastroso P.J. Carlesimo partito con un orrendo 1-14 (solo una vittoria a fronte di ben 14 sconfitte).
    Brooks lo scorso anno ha guidato Oklahoma per 67 partite vincendone 22 e perdendone 45. Quest’anno invece l’esplosione di squadra che ha permesso ai Thunder di issarsi nell’elite del basket che conta raggiungendo i playoff, vincendo ben 50 partite e perdendone 32. L’impresa è ancor più evidente se si considera che la Western Conference è molto più competitiva rispetto alla Eastern (anche se qui ci sono i Cavaliers di James), visto che molte squadre si sono giocate un posto per la post season mentre ad Est la situazione era molto chiara fin da subito e dalle prime partite.
    Brooks è stato avvantaggiato dal fatto di avere in squadra una super stella come Kevin Durant che solo al terzo anno nella Lega ha vinto il titolo di capocannoniere stagionale diventando il più giovane atleta in NBA a riuscirci (solo 21 anni!). Molti già lo accostano al livello di LeBron James e Kobe Bryant e la facilità con cui questo ragazzino infila il canestro a ripetizione è veramente spaventosa. In più il coach è stato aiutato dall’avere una squadra giovanissima che corre per tutti i 48 minuti sul parquet non mollando mai niente: giocatori come Russell Westbrook, Jeff Green, James Harden, Serge Ibaka, tutti poco più che ventenni e talentuosissimi danno ad Oklahoma (se il nucleo resterà intatto senza perdite e cessioni) la possibilità già dal prossimo anno di puntare a gareggiare per il titolo NBA. I risultati si vedono già ora perchè pur essendo in svantaggio 2-0 nella serie del primo turno playoff contro i campioni dei Los Angeles Lakers, i gialloviola stanno sudando le proverbiali 7 camicie per riuscire a domare gli ex Seattle Sonics.

    Nota anche su coach Scott Skiles che poteva meritare il riconoscimento visto che a livello di talento la sua squadra è molto più povera ma ha sfiorato le 50 vittorie: Milwaukee ha trovato nelle motivazioni date dal suo allenatore una grande risorsa e il futuro per Skiles è molto luminoso.
    Se si fanno 2 conti infatti i più esperti tra gli addetti ai lavori ritenevano Milwaukee una delle 5 peggiori squadre nella Lega e invece i Bucks sono arrivati addirittura ai playoff, e neanche da ultimi ma convincendo sempre di più partita dopo partita. Forse un piccolo miracolo sportivo.

  • NBA, playoff 2010, primo turno: Los Angeles Lakers – Oklahoma City Thunder

    La sfida tra i campioni NBA in carica, i Los Angeles Lakers, e gli Oklahoma City Thunder sulla carta sembrerebbe segnata e scontata a favore dei gialloviola. Ma alcuni spunti fanno pensare ad una serie meno facile del previsto per Los Angeles.
    Iniziamo dicendo che Oklahoma City è una squadra in piena evoluzione fisica e tecnica, quindi i miglioramenti dei giocatori avvengono partita per partita e questa potrebbe essere la prima difficoltà per i campioni 2009 (i Thunder sono passati dalle sole 23 vittorie della stagione passata alle 50 di quella attuale, segno che la crescita esponenziale dei suoi giovani è costante ma anche imprevedibile).
    Secondo punto di riflessione è il periodo non proprio brillantissimo di Los Angeles che nelle ultime 10 partite ha collezionato 4 vittorie a fronte di 6 sconfitte. Una striscia di partite non esaltante che ha minato in parte le certezze della franchigia Californiana, anche perchè l’obiettivo di arrivare seconda nell’intera Lega era a portata di mano ma Orlando ha scavalcato sul filo di lana Bryant e compagni.
    Terzo aspetto da analizzare è il fattore infortuni che al momento vede Oklahoma City al completo nel suo roster mentre per i Lakers c’è l’incognita Andrew Bynum (e più in là si capirà quanto il giovane centro risulti decisivo contro i Thunder).
    Il punto a favore per la truppa di coach Phil Jackson è la grande esperienza maturata nei playoff: i Lakers sono i campioni in carica, tutti i giocatori del roster hanno avuto più di una esperienza all’interno dei playoff ed insieme hanno vinto il titolo 2009 (ad eccezione di Ron Artest, che ha però all’interno del suo curriculum 44 partite di playoff, giocate con tre squadre diverse). Jackson annovera 10 titoli NBA nel suo palmarès, Brooks è alle prime stagioni come Head Coach di basket. Il numero delle partite di post season giocate dal solo Artest è addirittura superiore a quelle giocate da tutta la rotazione dei Thunder, che si ferma a 35. Sono solo 3 infatti i giocatori che prima di quest’anno hanno avuto esperienze post regular season: Nenad Krstic (15 partite con i Nets), Nick Collison (11 con gli allora Seattle Sonics) e Thabo Sefolosha (9 con i Bulls).
    Questo è uno dei grandi vantaggi dei Lakers, il fatto di esserci già passati più e più volte e di sapere che tipo di atmosfera e partite li aspetta. Per i Thunder sarà tutta un’esperienza nuova, starà alla bravura del loro allenatore Scott Brooks fare in modo che i giocatori restino sempre concentrati e non si facciano trascinare dalle emozioni che per forza di cose li colpiranno. E questo fattore spesso risulta decisivo per avanzare e fare strada fino ad arrivare al titolo.

    In stagione gli scontri tra le 2 squadre sono 3-1 per Los Angeles ma si sono verificate situazioni molto interessanti: 2 match si sono decisi sulla sirena (3 novembre dopo un tempo supplementare e 22 dicembre super prestazione di Bryant da 40 punti per domare gli ex Sonics). Gli altri 2 si sono conclusi con scarti più ampi ma ciò che ha sorpreso è stata proprio l’ultima partita: il 26 marzo i Thunder hanno letteralmente demolito i Lakers vincendo 91-75 permettendosi il lusso di tenere tutti i titolari a riposo nell’ultimo quarto (che i gialloviola hanno dominato ovviamente con un parziale di 28-11 per quantomeno dimezzare i 30 punti di svantaggio). Proprio in questa partita molto sofferta è mancato Andrew Bynum e qui si capisce l’importanza che il giovane centro potrebbe rivestire nell’economia della serie. Nelle tre sfide giocate, il centro di Los Angeles ha chiuso con 16 punti e 8 rimbalzi di media, costringendo coach Brooks ad utilizzare spesso Serge Ibaka per cercare di arginare il suo strapotere fisico. Ad oggi non è ancora però ben chiaro quali siano le condizioni di Bynum, che soffre di un problema al tendine d’achille. La sua presenza per gara 1 non è ancora stata confermata.

    Ci sarà anche una sfida nella sfida ovvero Kobe Bryant contro Kevin Durant che rappresentano le 2 franchigie: il passato e il presente Kobe, il futuro luminoso Durant. In effetti il progetto dei Thunder, partito dalla lontana Seattle è sicuramente il migliore in NBA visto che assieme ai Grizzlies gli ex Sonics sono i più giovani per età media dell’intera Lega. Al momento l’unica lacuna è colmare un pò il buco sotto canestro nel ruolo di centro (che sicuramente il G.M. Sam Presti si preoccuperà di fare già nel prossimo draft per rendere Oklahoma veramente insidiosa per chiunque) visto che in quel ruolo non ci sono campioni ma solidi mestieranti. Los Angeles è completa in ogni ruolo ma a fare paura è il talento offensivo di Kevin Durant: l’ex Texas Longhorns a soli 21 anni si è laureato cannoniere stagionale con una media di 30.1 punti per gara diventando l’atleta più giovane nella storia della Lega a riuscire nell’impresa. Offensivamente mostruoso, Durant può segnare in qualunque modo ed ha un arsenale di soluzioni praticamente illimitato che ricorda molto quello di Kobe. La differenza la fa il fisico visto che il numero 35 è un’ala piccola di 210 centimetri scarsi con braccia lunghissime per tirare sulla testa di ogni avversario o batterlo dal palleggio per andare a schiacciare a canestro. Insomma un nuovo fenomeno nel mondo del basket d’oltreoceano che arriverà molto probabilmente secondo al solo LeBron James nella corsa al titolo di MVP.

    Lakers che scenderanno in campo con Derek Fisher e Kobe Bryant come guardie, Ron Artest e Lamar Odom come ali e Pau Gasol come centro. In attesa del rientro del centro Bynum che manderà Gasol a fare l’ala e Odom in panchina, ci sarà bisogno di Farmar e Brown.
    Oklahoma risponderà con Russell Westbrook e Thabo Sefolosha come guardie, Kevin Durant e Jeff Green come ali e Nenad Krstic come centro. La collaborazione dalla panchina partirà con il sesto uomo di lusso James Harden, poi Eric Maynor Serge Ibaka e Nick Collison a dare sostanza.

    Ovviamente le chiavi della serie sono solo per i Thunder in quanto se i Lakers giocano normalmente spediscono a casa i giovani avversari con un secco 4-0.
    Partiamo dal playmaker dove Westbrook dovrà sovrastare Fisher. Questo è il primo punto. Poi Sefolosha dovrà difendere su Bryant come ha sempre fatto (Kobe ha sempre detto che il miglior difensore che incontra in NBA è proprio il numero 2 di Oklahoma). Durant dovrà sobbarcarsi il peso offensivo della sua squadra sulle spalle cercando di mettere in cattiva luce le doti difensive di Ron Artest. Green dovrà limitare lo strapotere di Pau Gasol in mezzo all’area e lo stesso dicasi per Krstic nei confronti di Odom oppure di Bynum. Insomma sarebbero tanti i tasselli da mandare al posto giusto per sovvertire il pronostico e compiere il miracolo. Tutto molto difficile ma non impossibile.

    Gara 1 è in programma domenica alle 3.00 pm, le 21 italiane e in Italia la partita sarà visibile su Sportitalia. Questo il programma completo della serie:
    Gara 1: Oklahoma City Thunder @ Los Angeles Lakers domenica 18 aprile 3.00 pm (21.00 italiane)
    Gara 2: Oklahoma City Thunder @ Los Angeles Lakers martedì 20 aprile aprile 10.30 pm (4.30)
    Gara 3: Los Angeles Lakers @ Oklahoma City Thunder giovedì 22 aprile 9.30 pm (3.30)
    Gara 4: Los Angeles Lakers @ Oklahoma City Thunder sabato 24 aprile 9.30 pm (3.30)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Los Angeles martedì 27 aprile
    Gara 6: @ Oklahoma City venerdì 30 aprile
    Gara 7: @ Los Angeles domenica 2 maggio