Tag: scommessopoli

  • Conte, audizione da Palazzi: la storia non si ripete

    Conte, audizione da Palazzi: la storia non si ripete

    Il rapporto tra il tecnico della Juventus Antonio Conte ed il procuratore federale Stefano Palazzi non è nato, di certo, tra i migliori auspici nella calda estate 2012 targata dallo scandalo Scommessopoli, sfociata poi nella lunga squalifica per il tecnico juventino accusato di “omessa denuncia” in riferimento alla sua esperienza in panchina a Siena, e costretto a scontare un lungo stop lontano dai campi e dalla propria panchina, dal 10 Agosto al 9 Dicembre 2012. Un rapporto ovviamente conflittuale tra Conte e la Procura, reso ancor più aspro dal temperamento caldo e impulsivo del tecnico salentino, evidenziato perfettamente dalla conferenza stampa del 24 Agosto scorso, al fianco del suo avvocato Giulia Bongiorno e del suo vice Angelo Alessio, quando mister Conte ripetè con forza e decisione le parole “Agghiacciante”, “E’ una vergogna” in riferimento alla conduzione dell’inchiesta Scommessopoli ed ai suoi esiti finali che lo condannavano. Una conferenza stampa che, tra l’altro, diede grandi spunti anche al comico Maurizio Crozza che studiò con attenzione quell’invettiva di mister Conte e riuscì poi a riproporla nei suoi sketch ironici, con tanto di “chapeau” finale.

    Conte audizione da Palazzi | © Valerio Pennicino/ Getty Images Sport
    Conte audizione da Palazzi | © Valerio Pennicino/
    Getty Images Sport

    Come se tutto ciò non bastasse, mister Conte nella giornata di ieri è tornato in Procura per essere ascoltato nuovamente, proprio dal procuratore federale della Federcalcio Stefano Palazzi, che contrariamente alle sue abitudini ha svolto personalmente un’audizione con un tesserato, durata ben tre ore. Un tempo molto lungo, ovviamente, che non può non scatenare grande curiosità circa i contenuti della discussione tra i due, anche se all’uscita dalla Procura le parole del tecnico salentino sono state perlopiù orientate ad un sostanziale ottimismo circa i risvolti futuri: “non temo in alcun modo un nuovo deferimento”.

    E’ bene precisare che la nuova convocazione di mister Conte fa riferimento alla necessità di chiarimenti in merito alla sua esperienza sulla panchina del Bari (antecedente a quella sulla panchina del Siena), quando alcuni suoi giocatori promosero le ormai note combine per concordare i risultati delle gare contro Treviso e Salernitana. Una circostanza della quale mister Conte ha negato durante la suddetta audizione di essere mai venuto a conoscenza, precisando che il rapporto all’interno dello spogliatoio con i suoi calciatori è sempre stato orientato a essere di tipo “formale” e, per questo, il tecnico salentino non vive le questioni dello spogliatoio che riguardano i rapporti tra calciatori in maniera diretta, tranne che nei momenti propriamente legati alla preparazione delle partite.

    Per questo, e sommando gli altri pezzi del mosaico che si riferiscono alla posizione di Antonio Conte in merito alla sua esperienza sulla panchina del Bari, questa volta non dovrebbe esserci realmente nulla da temere, e lo spettro dell’omessa denuncia non sembra aleggiare come accaduto nella scorsa estate poichè gli elementi in mano alla Procura federale non sembrano essere affatto sufficienti a configurare un reato sportivo per Antonio Conte. D’altronde, lo stesso attuale tecnico della Juventus ha voluto ribadire la serenità del suo stato d’animo, evidenziando di non aver provato imbarazzo nel trovarsi nuovamente di fronte agli uomini della procura dopo le parole forti espresse in estate, perché “quando uno parla con il cuore non può provare imbarazzo”.

  • Scommessopoli: Gianello patteggia e inguaia il Napoli

    Scommessopoli: Gianello patteggia e inguaia il Napoli

    Se sul campo il Napoli di Walter Mazzarri si è rivelato la principale avversaria della Juventus per la lotta allo scudetto, considerando le difficoltà dell’Inter delle ultime partite in attesa dell’importante scontro diretto contro i nerazzurri che si giocherà domani a San Siro, il verdetto del tribunale potrebbe complicare la corsa tricolore dei partenopei a causa dell’ormai nota vicenda scommessopoli che coinvolge direttamente l’ex portiere di riserva del Napoli, Matteo Gianello. 

    L’ex portiere del Napoli, infatti, in un primo momento aveva negato con forza le proprie responsabilità ma, poi, dopo un lungo interrogatorio aveva confessato la tentata combine prima di Sampdoria-Napoli del 16 Maggio del 2010 (finita poi 1-0, ndr) proposta ai due compagni di squadra Paolo Cannavaro e Grava che, però, si rifiutarono categoricamente di portare avanti la combine, pur non denunciando il compagno di squadra e, proprio per tale omessa denuncia loro due rischiano una squalifica. Gianello, invece, avendo ormai confessato ha scelto di patteggiare proprio per “attenuare i danni”. In ogni caso, il tutto verrà deciso nel processo che inizierà lunedì prossimo, nel quale il patteggiamento e la conseguente “ammissione di colpa” di Matteo Gianello farà sì da coinvolgere in maniera automatica il Napoli con responsabilità oggettiva.

    Scommessopoli, Gianello patteggia e Napoli rischia -2 in classifica
    Scommessopoli, Gianello patteggia e Napoli rischia -2 in classifica | © Giuseppe Bellini/Getty Images/Getty Images

    Tale scenario che va a crearsi, porterà in primo grado con tutta probabilità alla penalizzazione dei partenopei, che rischiano di perdere due punti in classifica, mentre nel secondo grado di giudizio ed in quelli successivi, il Napoli potrà poi scegliere di percorrere due diverse strategie difensive: patteggiare o meno.

    La prima è quella di decidere per il patteggiamento e, dunque, vedere ridotta la penalizzazione in classifica ad un solo punto; la seconda alternativa, invece, è quella di portare avanti la causa della propria estraneità ai fatti, rifiutando di patteggiare, e puntare all’annullamento dei due punti di penalizzazione nei gradi di giudizio seguenti, sulla falsa riga della strategia portata aventi da Antonio Conte e dalla sua difesa che, sempre nell’inchiesta scommessopoli, ha rifiutato il patteggiamento ed ha visto ridotta dal terzo grado di giudizio – quello del Tnas – la sua squalifica da dieci a sei mesi: in tal senso, l’auspicio del Napoli è quello di cavarsela in terzo grado con una maxi multa e nessuna conseguenza sulla classifica.

    La strada più probabile sembra essere proprio quella del rifiuto del patteggiamento anche perchè patteggiare significa ammettere, in sostanza, la propria responsabilità: la società di De Laurentiis, invece, punta ad uscire “senza macchia” da una situazione che la vede coinvolta indirettamente per colpa di un proprio tesserato. Tuttavia, tale impostazione difensiva avrà probabilmente delle conseguenze del cammino del Napoli in questo campionato, se non altro perchè – alla luce dei tempi protratti della giustizia ed, in particolare, per le tempistiche finora mostrate nell’inchiesta scommessopoli – sarà difficile stabilire quando, in caso di esito positivo del giudizio, il Napoli potrà riappropriarsi dei punti di penalizzazione.

    Pertanto, tale incertezza legata a scommessopoli non può non condizionare il cammino degli uomini di Walter Mazzarri che, dunque, in caso di penalizzazione dovranno “caricare a testa bassa” cercando di non perdere punti per strada, consapevoli che il loro destino in campionato non dipende soltanto da loro ma anche dalla decisione della giustizia che, però, non è dato sapere quando arriverà.

  • Calcioscommesse, annullata penalità al Pescara. Sconti per Novara e Reggina

    Calcioscommesse, annullata penalità al Pescara. Sconti per Novara e Reggina

    Tanti sconti da parte della Corte di giustizia federale in merito alla vicenda Calcioscommesse. Gioisce il Pescara, che dopo aver raggiunto la Serie A a distanza di diversi anni non dovrà partire con il segno meno in classifica come precedentemente previsto. Annullati i due punti di penalizzazione previsti dalle sentenze di primo grado emesse dalla Commissione Disciplinare Nazionale e dunque solo una multa di 30 mila euro per gli abruzzesi. Piccolo sconto in Serie B anche per Novara e Reggina: i due club erano stati penalizzati di 4 punti, ora abbassati a 3.

    Se la cava anche l’Albinoleffe, che dal -15 passa al -9, mentre un piccolo passo in avanti in Lega Pro lo fa anche il Monza, da -5 a -4. Sconti anche fra i tesserati, con Franco De Falco che passa da 3 anni e 9 mesi a 1 anno e 30 mila euro di ammenda e Gianluca Nicco che da 3 anni passa a 1 anch’esso con un’ammenda di 30 mila euro. Nulla da fare invece per Siena, Spezia, Empoli, Sampdoria e Padova, oltre a tutti gli altri tesserati, che si sono visti respingere i vari ricorsi presentati.

    Esultanza Pescara © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Inammissibili invece quelli di Nocerina, Vicenza e Barletta mentre sono stati giudicati in parte inammissibili e in parte respinti quelli di Cesena e Gubbio. Al procedimento in questione, le cui udienze si sono tenute tra lunedì e martedì scorsi, hanno preso parte solo 10 dei 14 club coinvolte, con la sole eccezioni di Avesa, squadra dilettantistica che ha rinunciato al ricorso, Ancora, Piacenza e Ravenna ormai fallite. Per quanto riguarda i tesserati hanno presentato ricorso in 30 su 33, con le eccezioni relative a Cossato, Paoloni e Santoruvo condannati in primo grado. Nel complesso i ricorsi presentati sono stati 47, visto che diverse parti terze e associazioni di consumatori e tifosi hanno deciso di dichiararsi parti lese.

    Sconti che dunque potrebbero indurre molto presto ad altre confessioni: staremo a vedere nei prossimi giorni se vi saranno ulteriori novità in tal senso.

  • Futuro di Prandelli: addio alla Nazionale? Ecco i motivi

    Futuro di Prandelli: addio alla Nazionale? Ecco i motivi

    Questa sera Cesare Prandelli vivrà il suo appuntamento con la Storia, nello stadio di Kiev, affrontando la Nazionale campione d’Europa e del Mondo in carica, dopo aver condotto gli Azzurri laddove nessuno, alla vigilia di questo Europeo, aveva pronosticato, neppure nel migliore degli auspici. Eppure, la sua gestione complessiva di questo biennio era stata positiva, con una qualificazione raggiunta in scioltezza e qualche buon risultato nelle amichevoli di primo piano, come la vittoria contro la stessa Spagna nel match di Bari, e di qualche momento buio, come la sconfitta in amichevole contro l’Irlanda del Trap, e contro la Russia pochi giorni prima del via della competizione continentale. Per gli Azzurri, però, le amichevoli da sempre non sono un “indicatore reale” che consenta di testarne la reale forza e, dunque, la valutazione del “corso Prandelliano” dev’essere effettuata alla luce delle partite ufficiali, dove il bilancio è nettamente in positivo.

    Ha saputo valorizzare due giocatori dal potenziale immenso ma dalle difficoltà caratteriali, Balotelli e Cassano, superando gli ostacoli che il suo predecessore Marcello Lippi aveva deciso di non affrontare, ha saputo compattare un gruppo in fase di ricambio generazionale, puntando sulle certezze regalate dal campionato – il gruppo Juventus – ed inserendo qualche elemento di spicco con le giuste motivazioni di chi gioca per la prima volta una competizione tanto importante. Ha avuto il coraggio di scommettere sul suo pupillo Viola, Riccardo Montolivo, nonostante fosse reduce da una stagione tribolata, ed è stato ripagato con buone prestazioni, ha affidato il polso dello spogliatoio ad un leader naturale come Gigi Buffon, ed ha trovato una guida sicura e determinata, ha cementificato gli umori di un gruppo turbato dalle vicende scommessopoli scavando nell’orgoglio personale di ognuno, ma sempre con equilibrio, pacatezza, eleganza, un rivoluzionario in giacca e cravatta, con la forza delle idee, della non retorica.

    Cesare Prandelli è un signore e, per questo, non si scompone di fronte a nulla, mostrandosi sempre impeccabile, coerente con il suo “codice etico“, portatore di valori positivi, di idee di calcio propositive, lasciando i veleni in secondo piano. Eppure, qualche malumore lo ha vissuto anche lui, per le accuse “gratuite” ricevute in fase di preparazione di questo Europeo, così come per le polemiche che hanno anticipato la partenza per gli Europei: segnali di screzi, nuvole scure all’orizzonte che potrebbero incrinare il suo futuro in Azzurro, da questa sera in poi.

    In conferenza stampa il ct ha usato parole moderate in tal senso, com’è nel suo stile: “Io non ho parlato di divorzio, ma faccio le mie riflessioni sulla qualità della vita”. Qualità della vita che significa tanto, perchè porta con sè la serenità necessaria per lavorare al meglio, senza inutili tensioni, come quelle legate alle “accuse di nepotismo” nei confronti del ct, legate alla sua scelta di coinvolgere nell’entourage Azzurro suo figlio Nicolò: “sassolini che tengo nelle scarpe, ma mi ha fatto male leggere certe cose”.

    Polemiche cui si aggiunse la sua frase provocatoria, di evitare la partecipazione dell’Italia agli Europei per “evitare di dar fastidio”: un’esternazione che fu una semplice provocazione, legata al blitz della Polizia a Coverciano, ed alle frasi del premier Monti circa la necessità di chiudere il calcio, ma che diede fastidio a molti, probabilmente anche ai piani alti del nostro sistema calcio. I rapporti con le istituzioni calcistiche sono, poi, un altro “punto caldo” per Cesare Prandelli, alla luce della difficoltà della Nazionale a ritagliarsi un proprio spazio nel corso della stagione, in un calendario fitto di impegni dei club che hanno sempre la priorità, fagocitando ogni spazio, lasciando solo le briciole.

    Cesare Prandelli | © Handout/UEFA via Getty Images

    Per ora, dunque, il futuro di Prandelli è all’insegna dell’incertezza, lasciando ogni valutazione al “dopo”, a mente fredda: “Non pongo alcuna condizione, il rapporto con la Figc è ottimo. Nessuno vuole andare via, ma la qualità della vita degli ultimi due mesi mi porta qualche riflessione. Che cosa mi ha dato più fastidio? Parliamone con sincerità tra qualche giorno, quando sarà finito l’Europeo”.

    Parole che lasciano puntini sospensivi su quello che sarà, da domani in poi il futuro di Prandelli: restare o andar via? Accettare la sfida di continuare la sua rivoluzione, in campo e fuori, rispettando il suo contratto fino al Mondiale 2014, o abbandonare la nave, magari con una soddisfazione in tasca, come fece Marcello Lippi nel 2006?

    Qualche indiscrezione di mercato annuncia che, sulla sua decisione, potrebbe pesare la corte di un grande club, che potrebbe far leva proprio sulla sua voglia di lavoro quotidiano sul campo: dall’Inter, in caso di fallimento di Stramaccioni, alla “sua” Juventus, in caso di allontanamento di Conte nell’ipotesi di processo sportivo.

    Per ora, però, ogni energia del tecnico di Orzinuovi è sulla finalissima di Kiev: l’appuntamento con la Storia non può attendere.

  • Calcioscommesse sentenze Disciplinare. Per il Siena “solo” una multa

    Calcioscommesse sentenze Disciplinare. Per il Siena “solo” una multa

    Arrivano puntuali i verdetti della Disciplinare sul caso calcioscommesse. E in parte la stessa conferma quelle che sono le richieste della Procura Federale, con qualche sconto solo con riferimento alle società più colpite. In Serie A partirà con due punti di penalizzazione il neopromosso Pescara, punito per responsabilità oggettiva di un proprio tesserato, nella fattispecie Nicco, colpevole di aver alterato unitamente a Gervasoni l’esito di Piacenza Pescara del 9 aprile 2011. In Serie B invece -4 per il Novara che tuttavia potrà partecipare alla Coppa Italia. Sempre tra i cadetti penalizzazione di la Reggina, anch’essa costretta a partire da -4 e che come il Novara ha ricevuto uno “sconto” di 2 punti.

    Padova -2 ed Empoli -1, proprio come da richiesta della Procura Federale, le altre penalizzazioni. In Lega Pro l’Albinoleffe, nonostante la richiesta iniziale di -27, partirà da -15, e ciò è dovuto ai danni ricevuti dalla società per gli illeciti commessi dai propri tesserati.. Colpite ma con qualche riduzione anche Piacenza (da -19 a -11), Ancona (da -10 a -8), Monza (da -6 a -5) mentre solo -1 per Ravenna e Avesa. Sempre in tema di società solo un’ammenda per Sampdoria, Siena e Spezia, colpevoli solamente di avere in rosa giocatori che compirono illeciti negli anni passati. Una decisione singolare e che farà discutere proprio quest’ultima.

    In tema di tesserati invece confermare le richieste di radiazione unitamente a cinque anni di squalifica per Alessandro Zamperini, Mario Cassano, Luigi Sartor e Nicola Santoni. Per loro dunque l’avventura nel mondo del calcio potrebbe concludere qui: il primo viene condannato per “il ruolo di rilievo assunto nell’associazione a delinquere, la effettuazione di scommesse illecite e la partecipazione all’illecito sportivo relativo alla gara Cesena-Gubbio”; il secondo per “la violazione plurima degli articoli 6 e 7 del Codice di Giustizia Sportiva”; il terzo per “la sua funzione di collegamento con gli asiatici”; il quarto per “la pluralità degli illeciti commessi”, tra cui “l’alterazione effettiva del risultato di Padova-Atalanta del 26 marzo 2011”.

    Salvatore Mastronunzio © Giuseppe Bellini/Getty Images

    In totale quindi condannati in 33: 4 anni per Roberto Colacone, Alberto Comazzi, Luca Fiuzzi, Salvatore Mastronunzio, Marco Paoloni, Cesare Rickler, Mirko Stefani; 3 anni e 9 mesi per Franco De Falco, Riccardo Fissore, Andrea Iaconi; 3 anni e 6 mesi per Andrea Alberti, Davide Caremi, Federico Cossato, Alberto Fontana, Vincenzo Iacopino, Thomas Hervè Job, Mattia Serafini e Nicola Ventola; 3 anni e 3 mesi per Giuseppe Magalini, Gianni Rosati; 3 anni per Filippo Cristante, Nicola Ferrari, Ruben Garlini, Vincenzo Italiano, Maurizio Nassi, Gianluca Nicco e Daniele Vantaggiato; 9 mesi per Edoardo Catinali; 6 turni di squalifica per Vincenzo Santoruvo.  Prosciolti invece Luigi Consonni, Achille Coser, Maurizio Sarri e Rjiat Shala.

    Accettati tutti i patteggiamenti: (2 punti di penalizzazione e 25 mila euro di ammenda); Modena (2 punti); Livorno (15 mila euro di ammenda); Ascoli (1 punto di penalizzazione e 20 mila euro di ammenda); Grosseto (6 punti di penalizzazione, e 40 mila euro di ammenda); Frosinone (1 punto); Cremonese (1 punto di penalizzazione e 30 mila euro di ammenda). Cristiano Doni (2 anni di squalifica), Carlo Gervasoni (1 anno e 8 mesi), Filippo Carobbio (1 anno e 8 mesi), Kewullay Conteh (1 anno e 8 mesi), Alex Pederzoli (1 anno e 4 mesi, oltre a 10 mila euro di ammenda), Francesco Ruopolo (1 anno e 4 mesi), Antonio Narciso (1 anno e 3 mesi), Dario Passoni (1 anno e 2 mesi), Mirco Poloni (1 anno), Juri Tamburini (10 mesi), Andrea De Falco (6 mesi), Alfonso De Lucia (5 mesi), Marco Cellini (4 mesi), Vittorio Micolucci (4 mesi), Nicola Mora (4 mesi) e Gianfranco Parlato (2 mesi).

  • Italia a rischio biscotto, meglio un morto che due feriti

    Italia a rischio biscotto, meglio un morto che due feriti

    Il nemico numero uno degli Azzurri, dopo il pareggio di ieri contro la Croazia, si chiama “Biscotto”. Un deja-vù di otto anni, ritornando all’Europeo 2004, quando la nostra Nazionale era guidata da Trapattoni e venne eliminata dalla competizione nonostante la vittoria contro la Bulgaria nell’ultima giornata, resa vana proprio dal biscotto scandinavo fra Danimarca e Svezia, che pareggiarono per 2 a 2, risultato che – già alla vigilia – si sapeva avrebbe eliminato gli Azzurri.

    Ora la situazione è pressocchè identica, considerando che se Spagna e Croazia dovessero pareggiare per 2 a 2, la Nazionale di Prandelli tornerebbe a casa anche se vincesse contro l’Irlanda, allenata proprio dal Trap. I conti sono presto fatti: Spagna e Croazia andrebbero, infatti, a 5 punti in classifica, così come l’Italia e, data la parità, si guarderebbe la classifica avulsa ed i punti negli scontro diretti (finiti tutti e tre in parità) e poi alla differenza reti (che, in caso di 2 a 2 sarebbe 0 per tutte), e poi, ancora, alle reti segnate negli scontri diretti fra Italia, Spagna e Croazia considerando che l’Italia si troverebbe con 2 gol fatti e 2 subiti, mentre con l’eventuale 2 a 2 la Spagna e la Croazia andrebbero a 3-3, superando, quindi, gli Azzurri.

    Nel caso di un pari per 1 a 1 fra Spagna e Croazia, invece, i calcoli sarebbero ben più complessi, poichè, a parità di punti e reti negli scontri diretti, si guarderebbe alla differenza reti generale, che vedrebbe la Spagna a +4, la Croazia a +2, mentre l’Italia (attualmente a 0) dovrebbe vincere con tre gol di scarto o con due, ma da 4 a 2 in su. Se, invece, l’Italia vincesse per 3 a 1 la situazione sarebbe in totale parità e, dunque, si ricorrebbe ai coefficienti calcolati sul rendimento di Italia e Croazia dagli Europei 2008, ai Mondiali 2010 alle qualificazioni Euro 2012: si qualificherebbe la Croazia, grazie al suo coefficiente 2,23 superiore rispetto a quello Azzurro, pari a 2,20.

    Calcoli a parte, l’aspetto più singolare di questa situazione è proprio lo spettro del “biscotto”, che piomba sugli Azzurri e sul calcio italiano proprio in prossimità dello scandalo scommessopoli e delle combine emerse. Un modo per ricordarci che l’onestà e la sportività non devono mai esser viste come un optional, perchè “la ruota gira” ed, ora, ci troviamo a sperare nella correttezza degli altri, con l’ansia di chi, conoscendo tali meccanismi distorsivi, teme che possano essere messi in atto. Sarebbe una beffa, soprattutto per Gigi Buffon, che dopo aver sostenuto “meglio due feriti che un morto” – riferendosi a situazioni “fisiologiche” nel calcio – nel post-partita di ieri si è detto sicuro della sportività degli Spagnoli che, se giocassero al massimo delle loro potenzialità, non dovrebbero temere la Croazia che, gol del pari a parte, ieri contro gli Azzurri non ha costruito particolari pericoli.

    Gianluigi Buffon | © Jamie Mc Donald/Getty Images

    Ora, dunque, il capitano Azzurro preferirebbe “un morto” fra Spagna e Croazia piuttosto che due feriti, una situazione che, con la contestuale vittoria italiana, ci promuoverebbe ai quarti.

    Buffon mostra sicurezza in tal senso e motiva così la sua impressione: “Se Spagna e Croazia fanno 2 a 2 ride tutto il mondo, e io non credo a questa possibilità perchè la Spagna è campione d’Europa e del Mondo ed i suoi campioni non vorranno essere ricordati per una cosa del genere, al contrario di Svezia e Danimarca che erano due squadre mediocri, con l’unico obiettivo di passare il turno”.

    Impressioni cui fa eco il ct spagnolo Del Bosque, che promette sportività da parte delle Furie Rosse che giocheranno per vincere contro la Croazia. Agli Azzurri, dunque, non resta che pensare alla partita contro l’Irlanda di Trapattoni, con l’imperativo della vittoria, puntando a dare il massimo ed evitando imbarazzanti cali fisici nella ripresa, onorando la promessa fatta da capitan-Buffon ad un bambino di Mirandola: “faremo il possibile per rendervi orgogliosi di noi”.

  • Moggi a Chiambrettopoli difende Buffon e attacca Moratti

    Moggi a Chiambrettopoli difende Buffon e attacca Moratti

    Di tanto in tanto lo spettro di Luciano Moggi si riaffaccia sull’attualità calcistica, intervenendo con le sue osservazioni in merito alle vicende che riguardano il mondo del pallone di cui, fino a sei anni fa, era uno degli uomini più potenti e influenti: le circostanze, dopo il ciclone Calciopoli, sono cambiate, ma Moggi continua a esprimere il suo punto di vista (da molti considerato ancora autorevole). Ultima in ordine cronologico, l’intervento rilasciato al programma radiofonico di Piero Chiambretti, “Chiambrettopoli”, in onda su Radiodue fino al termine degli Europei di Polonia ed Ucraina.

    L’argomento principe di cui parla l’ex dg della Juventus è lo scandalo scommessopoli, difendendo in tal senso Gigi Buffon, capitano della Nazionale messo sotto la lente d’ingrandimento a causa di una sua amicizia con il proprietario di una tabaccheria-ricevitoria di Parma, cui avrebbe affidato delle somme importanti: le indagini ed i rilievi effettuati non hanno rinvenuto, però, anomalie nei flussi di gioco e, dunque, il potenziale scandalo del pre-Europei si è sgonfiato rapidamente. Ecco, quindi, che non è difficile per Moggi esprimere il suo punto di vista sulla vicenda: “Io vorrei escludere una cosa del genere, hanno tirato in ballo Gigi Buffon, un giocatore che tutto può fare tranne che scommettere e lo dimostra in partita”.

    Oltre a Buffon, poi, Luciano Moggi “si schiera” anche al fianco di Antonio Conte, a proposito delle combine legate al periodo in cui sedeva sulla panchina del Siena, motivando la sua posizione in riferimento all’indole-guerriera del mister bianconero, sempre proiettato verso la volontà di vincere. La domanda di Chiambretti, in tal senso, è ben precisa: “Conte sapeva di Bari, Atalanta, Siena?” cui Moggi risponde: “Non so rispondere, ma posso dire quel che penso conoscendolo. Conte tira sempre a vincere e non guarda mai in faccia a nessuno, neanche agli zingari”.

    Luciano Moggi | ©GIULIO PISCITELLI/AFP/Getty Images

    Piero Chiambretti continua, poi, a stuzzicare Moggi, definendolo “ex burattinaio del calcio italiano”, a voler sottolineare ironicamente il suo potere di comando esercitato per lunghi anni, e chiedendo un confronto fra la vicenda attuale dello scandalo scommesse e la vicenda calciopoli, che – secondo Moggi – è stato un “omicidio senza morto”. Un modo colorito per sottolineare la sostanziale differenza fra la vicenda passata e quella attuale: “le motivazioni dei due processi, quello sportivo e penale, hanno detto che nel campionato del 2004, era tutto regolare, nessuna partita alterata, invece è stato dato l’ergastolo a delle persone per non aver commesso il fatto, praticamente un omicidio senza il morto

    Chiambretti riporta, poi, la discussione su un tema “caldo” della polemica, riportando il punto di vista di Massimo Moratti, presidente interista, il quale ha sempre affermato che lo scandalo calciopoli è stato ben più grave perchè coinvolgeva i dirigenti. In tal senso, Moggi ribatte riferendosi anche al nome dello scomparso Giacinto Facchetti, ex dirigente merazzurro, e attaccando duramente il presidente Moratti: “la differenza è che siccome Moratti usufruì di questo frangente per vincere i campionati, per indebolire gli avversari e distruggere la Juve, certamente per lui è  di gran lunga  peggiore questo, ma quando parla di alti dirigenti, deve rendersi conto che il procuratore federale ha scritto che l’Inter era passibile di illecito sportivo, prescritto, guarda caso…”

  • Calcioscommesse Napoli coinvolto? Europa League a rischio

    Calcioscommesse Napoli coinvolto? Europa League a rischio

    Deferimento a titolo di responsabilità oggettiva. E’ questo quanto rischia il Napoli secondo il quotidiano La Repubblica con riferimento alla scommessopoli che sta coinvolgendo il mondo del calcio italiano. Secondo quanto riferito dal sito dallo stesso giornale i pm partenopei starebbero per chiudere il cerchio riguardo al caso che coinvolge la società campana. La gara sotto la lente d’ingrandimento sarebbe quella relativa all’ultima giornata della stagione 2009/2010 allorquando i campani fecero visita alla Sampdoria.

    Quel match, tra le altre cose, ebbe grossa rilevanza per i genovesi, che grazie al successo ottennero il pass per i preliminari di Champions League. Con riferimento a quell’incontro il 15 giugno 2011 è stato sentito dalla Procura l’ex terzo portiere dei partenopei Matteo Gianello, indagato per frode sportiva, e il quale ha sempre negato di aver scommesso con riferimento al match con la Sampdoria, pur ammettendo di aver ricevuto delle avances da parte dell’ex compagno ai tempi del Chievo Verona Silvio Giusti, il quale chieste all’estremo difensore di offrire del denaro ad alcuni compagni di squadra al fine di addomesticare il risultato in favore dei liguri.

    Sampdoria-Napoli © Massimo Cebrelli/Getty Images

    Secondo Gianello la proposta sarebbe stata avanzata nei confronti di Paolo Cannavaro e Gianluca Grava che avrebbero rifiutato, ma i due difensori, che comunque non sono indagati, hanno negato di aver affrontato discorsi del genere con Gianello. C’è da dire che questo è l’unico episodio per il quale il Napoli sembra rischiare qualcosa: non sembrano infatti sussistere elementi in grado di confermare eventuali combine in Napoli-Parma 2-3 del 2009/2010 e Lecce-Napoli 2-1 e Napoli-Inter 1-1 del 2010/2011, match in un primo momento attenzionati e considerati interessanti. Si rischierebbe infatti solo la responsabilità presunta per Napoli-Sampdoria 4-0 della stagione 2010/2011.

    Ma quali sanzioni rischia la società partenopea, qualificata alla prossima Europa League? Se si considera la responsabilità oggettiva si rischia la penalizzazione di 2 o più punti e l’esclusione dalle competizioni europee, in caso di responsabilità presunta potrebbe esserci solo un’ammenda.

     

    Video Napoli Sampdoria 4-0 la partita sotto accusa nello scandalo calcioscommesse
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  • Convocati Italia, ecco perchè Bonucci si e Criscito no

    Convocati Italia, ecco perchè Bonucci si e Criscito no

    Leonardo Bonucci è tra i convocati Italia di Prandelli e pronto a partire per gli Europei di Polonia ed Ucraina, Mimmo Criscito invece è tornato a casa. In molti si sono chiesti il perché di questa disparità di trattamento tra il giocatore juventino e quello dello Zenit San Pietroburgo, escluso ieri dal tecnico della Nazionale Cesare Prandelli dopo l’avviso di garanzia della Procura di Cremona giunto direttamente a Coverciano intorno alle sei e trenta di ieri mattina. Il motivo è presto detto: all’esterno di difesa, come detto, è stato notificato l’avviso di garanzia e dunque si ha certezza di un’indagine che lo riguarda, mentre quelle uscite su Bonucci sono ancora delle indiscrezioni e nei suoi confronti, probabilmente, l’avviso di garanzia potrebbe scattare in un secondo momento, anche perché il Pm è ancora alle prese con le indagini preliminari dell’inchiesta.

    Sta dunque qui la motivazione della disparità di trattamento tra i due. Al momento dunque Bonucci non è ufficialmente indagato, tanto che Prandelli lo ha incluso nei 23 che faranno parte della spedizione di Polonia e Ucraina, ritenendo allo stesso tempo che l’ex giocatore del Bari abbia quella tranquillità che invece mancava a Criscito, colpito direttamente e in maniera certa nella vicenda. E’ probabile anche che i vertici della Figc non abbiano voluto rischiare nulla, poiché presentarsi con un giocatore ufficialmente indagato ad una competizione come l’Europeo di certo non avrebbe dato una bella immagina alla Nazionale azzurra, specie viste le pesanti accuse rivolte a Criscito, ovvero associazione per delinquere finalizzata alla truffa sportiva. Per quanto riguarda Bonucci invece è stato proprio il ct Prandelli a smorzare ogni polemica sul nascere ieri.

    Leonardo Bonucci © Maurizio Lagana/Getty images

    «A noi non risulta assolutamente nulla di quelle cose che stanno uscendo sui siti, siamo assolutamente tranquilli. Trenta secondi fa ho parlato con lui, ha fatto la sua deposizione e non possiamo parlare dei se e dei ma» ha dichiarato. E il difensore della Juventus su Facebook ha commentato così. «In partenza per Parma con un pò di tristezza per quello che è accaduto stamani, ma purtroppo si deve guardare avanti. Consci che la verità verrà a galla e chi non ha colpe ne uscirà più forte di prima». Al momento dunque Bonucci resta con il gruppo. In caso di ulteriori sviluppi nelle prossime ore, non sarebbe da escludere una sostituzione in extremis con Ranocchia.

    Euro 2012 I convocati Italia di Prandelli
    Tutte gli aggiornamenti sul calcioscommesse

  • Criscito le immagini lo incastrano, Prandelli lo esclude

    Criscito le immagini lo incastrano, Prandelli lo esclude

    E’ probabilmente il giorno più brutto della sua carriera. Lo ricorderà a lungo questo 28 maggio Mimmo Criscito , che stamani all’alba, nel ritiro della Nazionale a Coverciano, ha ricevuto la visita della Polizia, arrivata per notificargli un avviso di garanzia della Procura di Cremona riguardo alla vicende delle scommesse che sta travolgendo il mondo del calcio. Lo hanno svegliato all’improvviso e sino alle 9:15 è rimasto a colloquio con gli agenti.  Un colpo durissimo per il giocatore dello Zenit San Pietroburgo, punto fermo della Nazionale di Cesare Prandelli il quale, dopo un confronto con la Figc, ha invece deciso di escludere l’ex giocatore del Genoa dalla lista dei ventitre che si giocheranno il titolo europeo in Polonia e Ucraina nel mese di giugno.

    Una scelta, quella del commissario tecnico, legata più che altro al fatto di voler garantire massa tranquillità ad un gruppo che stamani si allenato al completo eccezion fatta proprio per Criscito, il quale è rimasto in camera al fine di evitare un evidente imbarazzo. “Voglio essere sentito al più presto dai pm di Cremona, anche domani, per chiarire tutto“. Vuole chiarire subito la propria posizione l’esterno di difesa che di colpo si è trovato catapultato in una sorta di vortice inimmaginabile. I fatti risalgono a due stagioni fa, quando Criscito militava ancora nel Genoa.

    A coinvolgere nel calcioscommesse Criscito alcuni scatti della Polizia che lo ritraggono, il 10 maggio del 2011 ovvero pochi giorni prima della partita contro la Lazio, insieme a Giuseppe Sculli e ad altri soggetti fuori dal ristorante genovese “Osteria del Coccio”. Davanti alle serrande abbassate del locale insieme ai due calciatori e ai proprietari della stessa attività, ovvero Luca e Stefano Pollicino, ci sono anche il pregiudicato bosniaco Safet Altic, attualmente in carcere e seguito già allora dalla Polizia, Massimo Leopizzi, esponente di spicco della tifoseria genoana, Fabrizio Fileni, anch’esso supporter dei rossoblu e Kujtim Qoshi, soggetto albanese legato al già citato Altic, il quale all’epoca viveva a Genova e secondo quanto riferito dalla Polizia aveva dei contatti con alcuni giocatori genoani.

    In quell’occasione, secondo quanto affermato dalla stessa Polizia, gli otto stavano parlando della sfida tra Genoa e Lazio che si sarebbe tenuta di lì a qualche giorno. Intanto sulla questione è intervenuto anche l’agente di Mimmo Criscito, ovvero Andrea D’Amico, il quale a Tgcom24 ha affermato l’assoluta estraneità del proprio assistito ai fatti che gli vengono contestati dalla Procura di Cremona. “Ho sentito Mimmo questa mattina ed è assolutamente tranquillo. E’ caduto dalle nuvole perché è totalmente estraneo a qualsiasi vicenda – ha dichiarato D’Amico –. Mimmo auspica di essere sentito al più presto perché è prontissimo a spiegare qualsiasi cosa che possa avere gettato la lente di ingrandimento su di lui. I legali – conclude il procuratore del giocatore – stanno lavorando affinché la magistratura possa ascoltarlo al più presto perché, non dimentichiamoci, che il nostro è un sistema garantista e sarebbe veramente un peccato se dovesse rinunciare agli Europei e poi magari, fra quindici venti giorni, tutto si risolvesse in una bolla di sapone. Il nostro auspicio e’ che possa essere chiarito tutto velocemente“.

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