Tag: saragozza

  • Scandalo Liga, il biscotto tra Rayo e Granada fa retrocedere il Villareal

    Scandalo Liga, il biscotto tra Rayo e Granada fa retrocedere il Villareal

    Un altro scandalo sconvolge il mondo del calcio. Stavolta non siamo in Italia ma bensì in Spagna dove nell’ultima giornata della Liga è avvenuto ciò che non dovrebbe mai accadere in un campo di calcio. Infatti un giocatore del Rayo Vallecano, squadra che doveva vincere per salvarsi, avrebbe chiesto agli avversari di far segnare la propria squadra e subito dopo è arrivato il goal richiesto. A pagare per questa combine è stato il Villareal, che retrocede in seconda divisione dopo la sconfitta con l’Atletico. Ma riavvolgiamo il nastro a prima che iniziassero le partite.

    LOTTA SALVEZZA – Prima dell’inizio del 38esimo turno della Liga spagnola, la classifica vedeva ben 4 squadre coinvolte nella lotta salvezza e stiamo parlando nell’ordine di Granada (42pt), Villareal (41pt), Saragozza (40pt) e Rayo Vallecano (40pt). Di queste 4 squadre solo una sarebbe retrocessa come terzultima accompagnando in seconda divisione le altre due squadre già matematicamente retrocesse ovvero Santander e Sporting Gijon.

    Villareal retrocede © JOSE JORDAN/AFP/GettyImages

    Ma dallo scandalo che è balzato fuori, possiamo tranquillamente dire che a retrocedere non è stato chi se lo meritava (Rayo Vallecano) ma il Villareal di Giuseppe Rossi. Il sottomarino giallo, autore di una stagione deludente che lo ha visto ai nastri di partenza dell’ultima Champions, non è riuscito a vincere nell’ultima partita di campionato contro l’Atletico Madrid che si è imposto 1-0 con il solito Falcao a due minuti dal novantesimo. Il Saragozza ha legittimato la sua salvezza andando a vincere 2-0 a Getafe.

    SALVEZZA SU RICHIESTA – Ed ecco che arriviamo alla partita incriminata, Rayo Vallecano – Granada, punteggio bloccato sullo 0-0 fino ad un paio di minuti dal termine. Con il pareggio il Granada sarebbe salvo così come il Villareal, ma a questo punto entra in scena Michu: “L’Atletico ha segnato, fateci fare un gol così ci salviamo insieme“, queste le parole pronunciate dal centrocampista del Rayo per convincere i difensori avversari a farli segnare. Lo stesso Michu ha ammesso di aver richiesto l’aiutino degli avversari. E che aiutino visto che subito dopo la richiesta arriva il gol del Rayo firmato Raul Tamudo. Il biscotto è servito. Entrambe le squadre salve a discapito del sottomarino giallo che dopo anni gloriosi retrocede in seconda divisione.

  • Liga: passo falso del Barca, Mourinho a +7

    Liga: passo falso del Barca, Mourinho a +7

    Dopo l’ennesima eliminazione rimediata nei confronti diretti con il blaugrana, per il Real Madrid di Josè Mourinho la 21esima giornata della Liga ha in serbo una bella sorpresa, probabilmente insperata, ossia un mezzo passo falso da parte del Barcellona, impegnato contro i “sottomarini gialli” del Villareal, al Madrigal, che non è riuscito ad andare oltre il pareggio a reti inviolate, soprattutto per merito della grande unità difensiva del Villareal, che è riuscito a chiudere bene gli spazi ai blaugrana, limitandone così l’immenso potenziale offensivo.

    Un pareggio che potrebbe costare molto caro alla truppa di Guardiola in vista dell’obiettivo rimonta in classifica, soprattutto perchè – con l’imminente ritorno della Champions League – e con gli impegni in Coppa del Re (prossima sfida contro il Valencia, ndr) sarà più difficile concentrare le energie fisiche e mentali sulla Liga.

    La partita con il Villareal è stato, così, il solito testa-coda con tanto di insidia, che ha mandato fuoristrada il Suv blaugrana. Il Barca, però, qualche occasione importante l’ha costruita nel corso della gara: già dopo tre minuti dal fischio d’ inizio, Dani Alves si era ritrovato a tu per tu con il portiere del Villareal, ma senza successo. Nel corso del primo tempo, poi, altre occasioni per Messi, con un delizioso pallonetto che esce di pochissimo, ma anche per i gialli che si rendono pericolosi in alcune circostanze, senza troppi timori reverenziali nei confronti dei campioni d’Europa: al 27′, Piquè in azione difensiva sfiora il clamoroso autogol su colpo di testa, al 35′ si registra una bella conclusione di Marcos Senna, deviata da Victor Valdes, e poi al 37′ Gonzalo Rogriguez trova il gol per il Villareal, ma viene annullato per posizione di fuorigioco.

    Nel secondo tempo, le due squadre ritornano in campo con meno brio ed intrensità di gioco, fattore sorprendente soprattutto per i blaugrana: le occasioni da gol sono poche, ma negli ultimi dieci minuti il Barcellona prova a scuotersi e trasforma gli ultimi minuti di gara in un vero e proprio assedio alla ricerca del gol del vantaggio. Al 79′ gran tiro di Fabregas, deviato però dal portiere del Villareal fino a colpire la clamorosa traversa; all’ 87′ azione da pallone d’oro di Lionel Messi che da solo dribbla tutta la difesa avversaria, tira in porta (ma il portiere respinge), e sulla deviazione Fabregas non riesce a segnare nonostante la porta sia sguarnita.

    pep guardiola | © KAZUHIRO NOGI/AFP/Getty Images

    Il Barcellona, così, porta a casa solo un punto dalla trasferta di Villareal, e vede allontanarsi la vetta della classifica, dove le merengues di Mourinho sono ora a +7, dopo la vittoria di ieri per 3-1 contro il Saragozza, ultimo in classifica. Una vittoria, quella dei Blancos, in pefetto “stile Mou”, giunta con grinta ed in rimonta: gol realizzati da Kakà, che pareggia il gol del Saragozza (Lafita al 10′ del primo tempo, ndr), e poi da Cristiano Ronaldo e dal tedesco Ozil.

    Un passo falso per gli uomini di Guardiola che in campo non hanno mostrato il solito mordente offensivo e che, anzi, si sono mostrati alquanto appannati e stanchi: fisiologico verrebbe da dire, soprattutto se si parla di una squadra che nelle ultime stagioni ha scritto realmente la storia del calcio, ma preoccupante per gli amanti del pallone, perchè la fine dell’epopea Barca significherebbe la fine di un sogno, di un capolavoro da Oscar.

    Fra gli interpreti blaugrana, su tutti Fabregas e Dani Alves hanno mostrato un rendimento inferiore ai soliti standard, con Fabregas, in particolar modo, responsabile di alcune clamorose occasioni da gol non concretizzate, ma sono state soprattutto le assenze importanti a penalizzare il rendimento della formazione di Guardiola che non può pretendere dal suo funambolico pallone d’oro, Lionel Messi, di risolvere da solo tutte le partite.

  • La Liga al collasso. Non è tutto oro quello che luccica

    La Liga al collasso. Non è tutto oro quello che luccica

    Tutto il Mondo è Paese. Un detto un po’ qualunquista per fotografare una situazione difficile per il mondo del calcio, soprattutto in Europa. Se l’Italia deve fare i conti con lo scandalo scommessopoli, ed i litigi fra Lega Serie A e Assocalciatori, in Spagna non sorridono, nonostante l’allure che pareva avesse avvolto la Liga spagnola negli ultimi anni, anche e soprattutto sulla scia dei successi targati Barcellona e sui miliardi di Florentino Perez presidente del Real Madrid, capace di non porre limiti ai suoi esborsi di calcio mercato.

    © Denis Doyle/Getty Images
    Come sostiene il quotidiano Marca, dietro al Real Madrid ed al Barcellona, però, emergono difficoltà finanziarie molto serie per l’intero campionato, sul baratro di una crisi finanziaria con oltre 4 miliardi di euro di debiti complessivi: Hercules, Saragozza, Rayo Vallecano, Betis Siviglia, Granada e Maiorca le più in difficoltà. Ma nel complesso 21 società, fra prima e seconda divisione, sono state costrette a ricorrere alla cosiddetta Ley Concursal, la legge che consente di sospendere i pagamenti dei debiti senza essere però dichiarati formalmente in bancarotta, e ciò gli consente di “galleggiare”, senza incorrere in punizioni in termini di punteggi in classifica o di retrocessioni. Inoltre, oltre 300 calciatori hanno denunciato di essere in arretrato con gli stipendi ed il sindacato di categoria minaccia uno sciopero – che potrebbe causare il blocco del campionato – se la questione degli stipendi non venisse regolarizzata. La fotografia della Liga è, quindi, ben differente dall’immagine patinata degli stadi sempre pieni, della giocate ad effetto, del calcio spettacolo: dietro Real e Barca che, seppur con un debito di circa 1 miliardo ottengono introiti superiori, esiste un baratro in cui l’intero movimento calcistico spagnolo rischia di cadere, anche perchè – a causa della crisi – non si può più contare su aiuti esterni degli enti locali. Le norme Fifa sul fair play finanziario potrebbero, in qualche modo, essere un incentivo per risolvere la situazione ma intanto si profila un’ “estate molto calda”.

  • Mourinho sbatte la testa, in panchina. Video

    Mourinho sbatte la testa, in panchina. Video

    Il Real Madrid dopo il cocente ko contro il Barcellona di due domeniche fa ha ripreso la sua marcia verso la Liga sbarazzandosi con facilità delle avversarie. Anche la partita di ieri per alla “Romaneda” contro il Saragozza non ha riservato particolari insidie ma Josè Mourinho la ricorderà a lungo per una capocciata tirata al tetto della panchina. Dopo le cure del medico e una smorfia di dolore lo Special One è tornato ad esser quello di sempre.

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  • Da “Nuovi Maradona” a “Nuovi Borghi”: Pablo Aimar

    Da “Nuovi Maradona” a “Nuovi Borghi”: Pablo Aimar

    El Payaso“, il pagliaccio. Questo soprannome dice già molto sulle qualità di Pablo César Aimar Giordano, nato a Buenos Aires il 3 Novembre 1979.L’esordio nel campionato argentino arriva prestissimo, a soli 16 anni, dopo una breve trafila nelle giovanili del River Plate.

    Dotato di classe sopraffina, ha nel dribbling e nell’ultimo passaggio le sue maggiori qualità. Salta avversari come birilli, con la palla sempre attaccata ai piedi; specializzato nella rabona con la quale effettua splendidi passaggi smarcanti e riesce addirittura a segnare. Sul finire degli anni novanta è, insieme a Riquelme, tra i più forti giovani intercontinentali e mezzo mondo si mette sulle sue tracce. Durante i 6 anni in Argentina realizza 21 gol in 83 presenze, non poche per “un dieci” classico.

    Nel Gennaio 2001 il Valencia di Hector Cuper, si aggiudica le sue prestazioni, ritenendolo il giocatore ideale per regalare qualità al centrocampo valenciano. Diventa subito un titolare fisso, componendo un trio stellare con Rubén Baraja e David Albelda. E’ in campo anche durante la finale di Champions League persa dal Valencia ai rigori contro il Bayern Monaco.

    E’ titolare anche nel Valencia di Rafa Benitez e contribuirà fortemente ai successi della squadra, nella prima metà degli anni 2000. Ma il fisico di Aimar non è forse adatto ad un calcio a così alti livelli. Iniziano infortuni a catena e la pubalgia ne limita l’esplosione. In seguito, una forma di meningite lo allontanerà per parecchio tempo dai campi di gioco. Viste le continue defezioni e nonostante le 162 partite quasi sempre da protagonista, il Valencia decide di sbarazzarsi del payaso, che viene ceduto al Real Saragozza per la stagione 2006/07 dove non riesce ad imporsi come in passato. Nelle due stagioni trascorse in maglia bianco-blu totalizza 53 partite realizzando solamente 5 reti.

    Successivamente viene ceduto per soli 6,5 milioni di euro al Benfica, dove incrocerà nuovamente il suo destino con quello di un altro ex bambino prodigio: Javier Saviola. Anche in terra lusitana, dove attualmente gioca, non riuscirà a tornare ai livelli che competono alla sua classe. Avesse avuto un fisico più resistente, forse adesso racconteremmo un’ altra storia. Per molti della mia generazione, rimarrà comunque un grandissimo. El Payaso ci ha fatto davvero divertire.

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  • Da “Nuovi Maradona” a “Nuovi Borghi”: Andrés D’Alessandro

    Da “Nuovi Maradona” a “Nuovi Borghi”: Andrés D’Alessandro

    Di Andrés Nicolás D’Alessandro si iniziò a parlare un gran bene verso la fine degli anni ’90, quando con la sua “Boba” – finta di suola che culminava con un tunnel – irrideva gli avversari del suo River Plate. Abile calciatore di punizioni a giro e ottimo rifinitore, già a 18 anni era l’idolo del Monumental.

    Nato il 15 aprile 1981 a La Paternal, ma con chiare origini italiane, ha fatto tutta la trafila delle giovanili del River, esordendo in prima squadra a soli 17 anni. Nel 2002 arrivò l’investitura di Diego Armando Maradona: “È il giocatore che più mi assomiglia, l’unico che mi fa divertire guardando una partita di calcio“. Andrés aveva ancora 21 anni e una carriera che si prospettava luminosa.

    Come sempre accade ai giovani che si impongono in Sud America, iniziano a fioccare offerte dalle più prestigiose squadre d’Europa, con in testa la Juventus che, in più di una sessione di mercato, ha tentato di acquisire le sue prestazioni. Nell’estate del 2003 la spunta a sorpresa il Wolfsburg che, con soli 9 milioni di euro, si porta a casa il pezzo più pregiato del mercato sudamericano.

    Ma nel freddo della Wolkswagen Arena le sue immense qualità sembrano congelate. Nei tre anni passati in Germania El cabezón, questo il suo soprannome, disputa 61 partite, condite da soli 8 gol. Nonostante questo viene ricordato dai tifosi tedeschi per aver siglato, il 21 settembre 2005, il gol n° 4000 dalla creazione della Bundesliga. Memorabili sono anche i numerosi litigi avuti con gli allenatori che si sono susseguiti alla guida del Wolfsburg, su tutti l’ex milanista Gerets.

    D’Alessandro decide di provare nuove esperienze nel calcio europeo, prima al Portsmouth, dove rimase meno di un anno senza lasciare il segno, e successivamente al Real Saragozza. Neanche in Spagna riuscì a dimostrare le sue qualità e il calcio ormai aveva messo nel dimenticatoio la sua “Boba” e questo piccolo genio.

    Stanco ormai di girovagare per il mondo, Andrés torna in Argentina, dove gli estimatori non mancavano di certo. Nella stagione 2008 si accasa al San Lorenzo de Almagro, ma neanche il ritorno in patria rende giustizia al suo talento. 14 le presenze e 3 gol, senza mai essere decisivo.

    Sembrava ormai un giocatore finito, quando l’International di Porto Alegre, squadra brasiliana, decide di dargli un’altra chance. D’Alessandro, dopo un avvio difficile, torna a brillare e con lui i suoi dribbling, le sue punizioni e i suoi assist con il conta-giri, tanto da rientrare nel giro della Nazionale Maggiore, allenata proprio da Maradona. Con la squadra brasiliana riuscirà a vincere due Campionati Gaucho (2008 e 2009), una Copa Sudamericana (2008) ed una Copa Libertadores (2010) e sfiderà l’altra Internazionale, quella di Milano, nel prossimo Dicembre durante il Mondiale per Club.

    Molti ritengono che se non fosse mai andato nella fredda Wolfsburg, avrebbe avuto maggiori chance di sfondare nel calcio europeo. Non sempre le cose vanno come dovrebbero. Di lui rimangono sprazzi di immenso talento e quella particolare finta, rimasta il suo marchio di fabbrica. Chissà che non la riproponga ad Abu Dhabi in dicembre, tornando a colmarci gli occhi di meraviglia.

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  • Liga: Ronaldo 4, Messi 2 è già Real Madrid vs Barcellona. Video

    Liga: Ronaldo 4, Messi 2 è già Real Madrid vs Barcellona. Video

    Il sabato della Liga è stato impreziosito dai match di Barcellona e Real Madrid trascinati rispettivamente dagli uomini migliori, Messi e Cristiano Ronaldo, staccando le inseguitrici e iniziando lo spettacolare testa a testa che caratterizzerà la stagione.

    I blaugrana superano il Saragozza a domicilio grazie ad un incontenibile Lionel Messi autore di una doppietta, la prima nata grazie ad un super assist di Villa. Le Merengue rispondono surclassando con un netto 6-1 il Racing Santander, apre Higuian chiude Ozil ma nel mezzo c’è uno straordinario poker di CR9.

    Cade il Valencia in casa sotto i colpi di Castro che trascina il suo Maiorca ad una straordinaria vittoria in trasferta.

    Highlights Real Madrid – Santander
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    Highlights Saragozza – Barcellona
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  • Ander Herrera, l’Inter sul clone di Iniesta

    Ander Herrera, l’Inter sul clone di Iniesta

    Il quotidiano catalano il Mundo Deportivo questa mattina svela l’interesse dell’Inter per il baby fenomeno del Real Saragozza Ander Herrera, considerato il clone di Iniesta per la la sua enorme tecnica e capacità di giocare negli spazi.

    Herrera, 21 anni, è l’ultimo prodotto del florido vivaio spagnolo e viene considerato un investimento sicuro. Su di lui si erano mosse in estate l’Arsenal e il Valencia ma adesso sembra la società nerazzurra in vantaggio grazie al lavoro di Branca.

    Ormai è chiaro il nuovo modus operandi della società cara al presidente Moratti, alla corazzate dell’anno scorso andranno pian piano aggiunti giovani di talento e in prospettiva ed Herrera andrebbe ad aggiungersi ai giovani Mariga, Pandev, Biabiany e Coutinho. Il costo del cartellino si aggirerebbe sui 7 milioni di euro e il passaggio potrebbe venire già a gennaio.

  • Juve: Trezeguet tra Liverpool e Spagna

    A soli 6 giorni dall’inizio del campionato stagione 2010-2011, in casa Juve a tenere banco è ancora il mercato: mentre proprio in questi minuti Aquilani ha finito le visite mediche e domani metterà la firma sul nuovo contratto che lo legherà alla Vecchia Signora, Trezeguet sembra essere tornato sul mercato. Le opache prestazioni fornite nell’ultima parte di pre-campionato hanno convinto il tecnico Del Neri, che lo aveva blindato a parole, e la dirigenza a cedere il centravanti transalpino che andrà in scadenza di contratto a giugno del prossimo anno.

    Ma quale potrebbe essere la sua nuova destinazione? Per primo si è fatto avanti il Liverpool del nuovo allenatore Hodgson: le operazioni Poulsen e Aquilani hanno fatto si che tra i due club si instaurasse un rapporto di amicizia e per questo la cessione ai Reds è più che probabile. Sull’attaccante francese però sono piombate nelle ultime ore il Real Saragozza e l’Hercules come ha confermato l’agente del giocatore Caliendo:

    • Abbiamo delle richieste. Non solo dal Liverpool ma anche dalla Spagna dove l’interessamento di Saragozza e Hercules è forte. Stiamo valutando, oggi è una giornata di riflessione, domani ne sapremo di più“.
  • Calciomercato, gli affari conclusi del 27 gennaio. Il Napoli cede Contini al Real Saragozza

    Ultimi giorni di mercato ma anche oggi pochi gli affari conclusi: il Napoli ha ceduto in prestito con diritto di riscatto a fine stagione il difensore Contini al Real Saragozza; il difensore sta per essere presentato alla stampa spagnola e lascia il club partenopeo dopo 2 anni e mezzo; nelle ultime apparizioni con la maglia azzurra Contini non era stato all’altezza delle prestazioni dei suoi compagni non convincendo totalmente il tecnico Mazzarri.
    La Roma ha lasciato partire destinazione Grosseto l’esterno offensivo Esposito in scadenza di contratto con il club capitolino, in cui ha avuto poche occasioni per mettersi in mostra.
    Infine il Cagliari ha acquistato il giovane centrocampista belga Nainggolan in prestito con diritto di riscatto dal Piacenza. Il mediano è uno dei punti fermi della nazionale Under 21 del suo paese.

    Mercato estero: il giovane centrocampista brasiliano ex Barcellona Dos Santos passa in prestito dal Tottenham al Galatasara; il Blackburn invece mette a segno il colpo Basturk, proveniente dallo Stoccarda e che rimarrà in Premier League in prestito fino al termine della stagione.

    LA TABELLA DEGLI AFFARI CONCLUSI DEL 27 GENNAIO

    Giocatore A Da Formula/costo
    Contini Real Saragozza Napoli prestito
    Esposito
    Grosseto Roma definitivo
    Nainggolan Cagliari Piacenza prestito

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