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  • Gioia Blanca, il Real Madrid conquista la Champions

    Gioia Blanca, il Real Madrid conquista la Champions

    Il Real Madrid alza al cielo di San Siro la Champions League 2015/16, la Undecima nella storia dei Blancos. 

    La storia si ripete e l’Atletico di Diego Simeone non riesce a vendicarsi del k.o. subito a Lisbona nel 2014 e forse stasera fa ancora più male. Se due anni fa infatti i Colchoneros avevano subito la beffa del pareggio nel recupero, crollando poi nei supplementari contro un Real che comunque aveva fatto a tratti la gara, in questa finale l’Atletico è andato sotto, ha fallito un rigore, ha rimontato un avversario non certo irresistibile ma poi si è arreso ai calci di rigore con il legno colpito da Juanfran che ha consegnato sui piedi di un acciaccato Cristiano Ronaldo il match point ed ovviamente Cr7 non ha fallito.

    Zinedine Zidane entra così nel ristretto cerchio di quei tecnici capaci di aver vinto la Champions sia da calciatore che da allenatore.

    Veniamo al racconto della gara.

    Nessuna sorpresa per Zidane che schiera i suoi con il 4-3-3 con Ramos-Pepe coppia centrale, con Casemiro a centrocampo insieme a Kroos e Modric e con la classica BBC, Bale, Benzema e Cr7, in attacco. Simeone sciogli gli ultimi ballottagi dando una maglia da titolare a Savic e Augusto Fernandez. In avanti la coppia d’oro Griezmann-Torres.

    La partenza del Real è ottima e dopo una parata di Oblak su Benzema al 5°, i Blancos passano con il tocco sottoporta, in posizione dubbia, di Sergio Ramos, ancora lui, al quarto d’ora. La reazione dei colchoneros è blanda e gli uomini di Zidane controllano la prima frazione di gioco.

    Nella ripresa Simeone inserisce Ferreira Carrasco per un Fernandez decisamente negativo. Passano solo due minuti e Pepe commette un fallo ingenuo su Torres, Clattenburg fischia il rigore ma Griezmann centra la traversa. L’Atletico Madrid però ha tutt’un altro spirito e si getta alla ricerca del pareggio, rischia tantissimo specialmente al 78°, con un salvataggio sulla linea, ma poi al 79° trova il pari con Carrasco bravo a trovare il tap-in vincente. Si va ai supplementari.

    Cr7 non sta bene ma il Real non ha più cambi, l’Atletico ha più freschezza ma il risultato non cambia e così per decidere il vincitore servono i calci di rigore.

    Dal dischetto i primi 4 rigoristi per squadra sono perfetti, poi tocca a Juanfran che colpisce il palo. Il rigore decisivo è sui piedi di Cristiano Ronaldo, il portoghese riscatta l’opaca serata andando a gonfiare la rete alle spalle di Oblak, regalando la gioia a tutti i tifosi del Real Madrid. 

     

    REAL MADRID – ATLÉTICO MADRID 6-5 d.c.r. (1-1 d.t.s 15° Ramos (R), 78° Carrasco (A))

    Real Madrid (4-3-3): Navas; Carvajal (52° Danilo), Pepe, Ramos, Marcelo; Kroos (72° Isco), Casemiro, Modrić; Bale, Benzema (77° Lucas Vazquez), Ronaldo.

    Allenatore: Zidane.

    Atlético Madrid (4-4-2): Oblak; Juanfran, Godín, Savic, Filipe Luís (109° Lucas Hernández); Saúl Ñíguez, Gabi, Augusto Fernández (46° Carrasco), Koke (116° Partey); Griezmann, Torres.

    Allenatore: Simeone.

    Arbitro: Clattenburg (Inghilterra)

    Ammoniti: Carvajal (R), Navas (R), Casemiro (R), Ramos (R), Danilo (R), Pepe (R), Torres (A), Gabi (A).

    Sequenza rigori: Lucas Vazquez (R) GOL, Griezmann (A) GOL, Marcelo (R) GOL, Gabi (A) GOL, Bale (R) GOL, Saúl Ñíguez (A) GOL, Ramos (R) GOL, Juanfran (A) PALO, Ronaldo (R) GOL.

  • Italia-Croazia finisce in parità, a San Siro è 1-1

    Italia-Croazia finisce in parità, a San Siro è 1-1

    Alla fine le squadre si spartiscono il bottino, un pareggio che sostanzialmente accontenta entrambe in un match non certamente spettacolare ed interrotto nel secondo tempo per un continuo lancio di fumogeni dei tifosi ospiti. I croati hanno sostanzialmente fatto la gara, gli uomini di Conte hanno avuto la bravura di saper concretizzare la prima occasione avuta nel primo tempo ma il difetto di regalare subito il pareggio per un errore di Buffon. Nota positiva El Shaarawy che dal suo ingresso in campo ad inizio secondo tempo ha dato vivacità alla squadra. C’è da lavorare perchè a tratti la Croazia ha costretto l’Italia a schiacciarsi sulla difensiva, al primo vero impegno l’Italia di Conte non si può definire promossa ma nemmeno bocciata, si può e si deve migliorare se si vuole provare a costruire un gruppo vincente che riesca attraverso il gioco ad imporsi su qualsiasi avversario.

    Veniamo al racconto del match.

    Conte schiera la formazione sostanzialmente annunciata, un 3-5-2 con Darmian nel trio di difesa e De Sciglio-Pasqual sugli esterni. Coppia d’attacco Zaza-Immobile. 

    Kovac risponde con il 4-2-3-1 che vede inizialmente Kovacic in panchina con Modric-Brozovic in mediana, Perisic-Rakitic-Olic sulla trequarti alle spalle di Mandzukic.

     

    I primi 10 minuti sono un totale monologo croato con la squadra di Kovac che controlla la partita e si rende molto insidiosa su azione da corner. Poi, sostanzialmente dal nulla, arriva il vantaggio azzurro con Candreva che riceve il tocco di Zaza e da poco fuori area piazza la conclusione precisissima nell’angolo basso. Il gol sembra stordire le Croazia che non riesce a girar palla come ad inizio gara. Al 15° però è un errore di Buffon a rimettere in corsa gli ospiti, il tiro di Perisic non sembra insidioso ma il portiere azzurro si fa sorprendere e la palla finisce in rete per il pareggio. Il gol ribalta la situazione psicologica e la Croazia torna a comandare gioco. Al 27° i tecnici sono costretti ad un cambio per due distinti infortuni, nell’Italia Pasqual deve lasciare il posto a Soriano, nella Croazia entra l’interista Kovacic per Modric. I cambi sembrano pesare più per la Croazia che vede la manovra inceppata, l’Italia dopo la mezz’ora cresce e con un paio di cross ben piazzati spaventa la retroguardia biancorossa. Brivido per gli uomini di Conte nel primo dei quattro minuti di recupero, Mandzukic anticipa Buffon, che chiede il fallo, la palla finisce ad Olic che colpisce a botta sicura ma Ranocchia quasi sulla linea salva in corner. Si va al riposo sul 1-1.

    Il fumo generato dai fumogeni lanciati dai tifosi croati
    Il fumo generato dai fumogeni lanciati dai tifosi croati

    Si riparte senza cambi e con il copione che non cambia, sono sempre i croati a far la gara con l’Italia che si fa vedere solo con una conclusione di Zaza bloccata dal portiere. L’Italia è in difficoltà, la Croazia tiene palla con un continuo palleggio che non lascia respiro agli azzurri che non riescono mai a ripartire. Come nel primo tempo, dal nulla arriva una bella giocata azzurra ma la conclusione di El Shaarawy al 67° esce di poco sopra la traversa. Al 75° per il continuo lancio di fumogeni da parte dei tifosi croati l’arbitro Kuipers è costretto a sospendere momentaneamente la gara. Dopo circa 10 minuti di stop si riparte ed è l’Italia ad avere una migliore ripartenza con El Shaarawy che prova a trascinare i suoi compagni con una serie di conclusioni. Al 88° brividi per gli azzurri, Perisic s’invola verso l’area, lascia partire il diagonale che esce di un soffio. Le due squadre paiono accontentarsi del pareggio e nei minuti di recupero non si assiste ad emozioni, a San Siro Italia-Croazia finisce 1-1.

     

    ITALIA – CROAZIA 1-1 (1-1) (11° Candreva (I), 15° Perisic (C))

    ITALIA (3-5-2): Buffon; Darmian, Ranocchia, Chiellini; De Sciglio, Candreva, De Rossi, Marchisio, Pasqual (27° Soriano); Zaza (63° Pellè), Immobile (52° El Shaarawy).

    Allenatore: Conte.

    CROAZIA (4-2-3-1): Subasic; Srna, Corluka, Vida, Pranjic; Brozovic, Modric (27° Kovacic); Perisic, Rakitic, Olic (68° Kramaric); Mandzukic.

    Allenatore: Kovac.

    Arbitro: Kuipers.

    Ammoniti: Kovacic (C), Immobile (I), Perisic (C)

  • Nuovo Stadio Milan, ecco il progetto

    Nuovo Stadio Milan, ecco il progetto

    Berlusconi scatenato: prima offre 700 milioni a SKY per i diritti della Champions League dal 2015 al 2018, poi Barbara dà il via al progetto per un nuovo stadio Milan: (altro…)

  • San Siro pronto ad ospitare la Finale Champions League 2016

    San Siro pronto ad ospitare la Finale Champions League 2016

    Il calcio italiano può tornare a sorridere. Nonostante i vari problemi sul fronte stadio, la Uefa avrebbe preso una decisione, per ora solo in via ufficiosa, sull’assegnazione della Finale Champions League 2016, favorendo lo stadio San Siro di Milano. L’ufficialità arriverà tra febbraio e marzo ma nel capoluogo lombardo possono già iniziare i preparativi per il grande evento. Sarà la quarta finale della massima competizione per club a livello europeo che si giocherà al Giuseppe Meazza, dopo quelle del 1965 (Inter-Benfina), del 1970 (Feyenoord-Celtic) ed infine quella del 2001 che ha visto sfidarsi Valencia-Bayern Monaco con la vittoria dei bavaresi ai rigori. Mentre in tutta la penisola si sono giocate ben otto finali, l’ultima all’Olimpico di Roma nel 2009 con la vittoria del Barcellona sul Machester United.

    LO SLITTAMENTO – Inizialmente il Comune di Milano, avrebbe voluto avanzare la propria candidatura per la Finale del 2015, in concomitanza con l’Expoche verrà ospitato proprio nella città meneghina. Alla fine si è preferito far slittare di un anno l’arrivo dell’ex Coppa dei Campioni, in modo tale da poter gestire meglio le risorse per migliorare la qualità dell’impianto milanese. Oggi a Losanna verranno definiti gli ultimi dettagli per la candidatura e per i lavori da effettuare.

    San Siro
    San Siro ospiterà la Finale di Champions 2016 © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    LE FINALI 2013-2015 – Prima dell’arrivo della finalissima di Champions League in Italia, sarà il turno di Wembley (2013), Lisbona (2014) e Berlino (2015).

    LO STADIO – Nonostante le problematiche che da tempo colpiscono gli stadi in Italia, San Siro rimane pur sempre la Scala del Calcio. Un impianto a cui il Milan non vuole rinunciare, al contrario dell’Inter,  pronta a traslocare in un nuovo stadio. Nel corso degli ultimi anni, il Giuseppe Meazza ha subito varie limitazioni, come il divieto di vendere biglietti in alcuni settori dello stadio, limitandone quindi la capienza. Ma la problematica maggiore è sempre stata il manto erboso, poco esposto al sole a causa dell’imponente struttura che permette ai raggi solari di riscaldare il campo solamente a mezzogiorno.

    Al momento, la sala stampa di San Siro si riduce in un container posto all’esterno dello stadio e soprattutto, i giornalisti stranieri sono rimasti spesso scandalizzati dalla poca efficienza del wi-fi presente in tribuna stampa. Piccoli miglioramenti previsti entro il 2016. Il calcio italiano ha bisogno di buona visibilità e la Uefa sembra pronta a darci fiducia. Ora non bisogna deluderli!

  • Maledizione San Siro, il sintetico unica attenuante per Allegri

    Maledizione San Siro, il sintetico unica attenuante per Allegri

    La maledizione di San Siro. Se l’inizio di stagione di Milan e Inter non è stato del tutto brillante la causa sembra risiedere essenzialmente nelle partite interne delle due squadre. Da quando sono stati svolti i lavori, con il sintetico misto ad erba naturale, le due milanesi non sono riuscite a vincere nemmeno una partita all’interno del proprio impianto. Un pareggio e ben quattro sconfitte in partite ufficiali, dato che potrebbe ingrandirsi considerando anche il trofeo Berlusconi dove la Juventus ha superato nettamente il Milan.

    Una casualità piuttosto curiosa, tanto che nessuno sin qui se l’è sentita di addebitare la colpa di tutto ciò al nuovo terreno. D’altronde infatti è una novità per tutte le squadre che lo calcano e non solo per le due formazioni di casa. Trattarsi dunque di coincidenza peraltro piuttosto particolare considerando che, Roma e Juventus a parte, a San Siro ancora non sono arrivate avversarie insuperabili. A subire la prima sconfitta è stata l’Inter contro i croati dell’Hajduk Spalato: 0-2 nel preliminare di Europa League e nerazzurri salvi a causa del roboante successo dell’andata.

    Seconda sconfitta in casa per il Milan | © Claudio Villa / Getty Images

    Nel turno successivo la sconfitta era veramente ad un passo per la squadra di Stramaccioni, ma contro i modesti avversari rumeni del Vaslui il gol del 2-2 è arrivato appena prima del fischio finale. Ci ha pensato il Milan poi ha proseguire questo trend tutt’altro che invidiabile: prima il ko per 3-2 nel trofeo Luigi Berlusconi, poi il clamoroso scivolone alla prima di campionato contro la Sampdoria. Passano appena sette giorni ed ecco che l’Inter crolla contro la Roma (1-3) e allunga questa sequela negativa proseguita sabato sera dal Milan contro l’Atalanta.

    La curiosità sta poi nel fatto che sin qui le due milanesi sono state invincibili fuori casa: l’Inter infatti ha battuto l’Hajduk Spalato in campo avverso 3-0, il Vaslui 2-0, il Pescara 3-0 e il Torino 2-0 mentre il Milan ha violato Bologna per 3-1. Adesso ci sarà una doppia possibilità per sfatare questo tabù nel giro di due giorni: domani infatti il Milan riceve i belgi dell’Anderlecht nella prima giornata del girone eliminatorio di Champions League, giovedì invece l’Inter ospiterà i russi del Rubin Kazan. Sarà la volta buona?

  • Inter addio a San Siro con il progetto stile Emirates.

    Inter addio a San Siro con il progetto stile Emirates.

    L’Inter e Massimo Moratti hanno deciso: i nerazzurri saluteranno presto San Siro per un nuovo e moderno stadio di proprietà. L’ingaggio di Marco Fassone, e la visita in terra cinese con l’incontro del presidente di una settimana fa, con i vertici  della China Railway Construction sono senza dubbio i primi indizi e al tempo stesso le prime conferme di una seria intenzione dell’Inter di cambiare ‘casa’.  Le indiscrezioni arrivano dal quotidiano nazionale ‘Il Corriere dello Sport’ che nell’edizione odierna anticipa i piani di Moratti nel voler realizzare un impianto nuovo di zecca, presentando i progetti entro quest’estate.

    L’idea di lasciare la Scala del Calcio è ben radicata nella mente del presidente nerazzurro da lungo tempo, ma complice la crisi economica, la dirigenza aveva accantonato il progetto. L’idea fu ripresa con forza subito dopo l’annata storica del Triplete, con un gruppo di finanziatori del Qatar intenzionati ad aiutare il club nerazzurro nella costruzione di un nuovo impianto, ma anche in questo caso non ci fu nulla di concreto.

    Stadio San Siro © GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

    MODELLO INGLESE- Secondo il quotidiano romano la palla ora passerebbe nelle mani di Fassone, già in grado di realizzare le basi del moderno e fruttuoso Juventus Stadium, con l’avallo della importante società di costruzione cinese, aprendo in questo modo le porte del fiorente mercato economico della Cina al brand Inter. L’obiettivo è quello di costruire un nuovo impianto nell’arco di quattro anni, emulando il modello dell’attuale Emirates Stadium, l’impianto di proprietà dell’Arsenal, con una capienza di circa 55-60 mila spettatori. Proprio sulla capienza ridotta si punterà in modo forte, per incentivare il sold out ad ogni match casalingo, riempiendo lo stadio e forzando la corsa al biglietto con un numero di tagliandi minori.

    La costruzione del nuovo impianto resta comunque subordinata alla scelta di una zona dove inizieranno il prima possibile i lavori, con la discriminante maggiore rappresentata dalla presenza della metropolitana nei paraggi. Dopo una scrematura iniziale, rimangono cinque le zone papabili per il nuovo impianto:  Rogoredo, Gratosoglio, Rozzano, Pioltello e Settimo Milanese.

    ADDIO SAN SIRO- Abbandonare il vecchio e glorioso San Siro a questo punto è più che una semplice suggestione. Considerando come Milan e Inter incassino circa 28 milioni di euro annuali dal botteghino con un canone annuo di 8 milioni a testa da versare al comune di Milano, ( di cui se ne spende il 70 % per opere di ammodernamento che lo stadio necessita), il nuovo impianto a questo punto sembra quasi un obbligo dal punto di vista economico. Il costo della nuova opera si aggirerà intorno ai 200-250 milioni di euro, ma si prevede che con un introito medio di 60 milioni annui, l’ammortamento della spesa verrà spalmato in quattro cinque anni. Oltre alla struttura sportiva c’è l’intenzione di realizzare un’opera commerciale a 360 gradi, con musei interni, ristoranti, zone adatte alle famiglie e soprattutto spazi più idonei ai tifosi come spesso è già ben visibile in Inghilterra.

    A questo punto San Siro resterebbe nelle mani del Milan che dovrebbe pagare per intero la quota del canone annuo, calcolabile in 16 milioni di euro, con un possibile sconto da parte del comune di Milano. In attesa del nuovo stadio le due società quest’estate inizieranno i lavori di rifacimento del nuovo manto erboso, nello stile del Wembley Stadium, risolvendo una volta per tutte le problematiche relative a un campo definito da tutto il mondo (vedere le critiche del Barcellona) ‘un campo di patate’.

  • San Siro si rifà il look, Inter e Milan accontentate

    San Siro si rifà il look, Inter e Milan accontentate

    San Siro è pronto a rifarsi il look. D’accordo, ci vorrà un po’ di tempo, ma ormai il dado è tratto. Manca ancora l’ufficialità, però da quanto si apprende sulle pagine della Gazzetta dello Sport, la Scala del calcio fra un paio d’anni non sarà più la stessa. Da tempo le società di Inter e Milan avevano minacciato il comune del capoluogo lombardo di trasferirsi in un nuovo stadio qualora non fossero state apportate sostanziali modifiche. Pericolo scongiurato a meno di imprevisti dell’ultima ora. I tifosi nerazzurri e rossoneri potranno godere di un impianto decisamente più moderno e fruibile, sia per coloro che si recano allo stadio da soli che per tutte le famiglie vogliose di trascorrere una domenica nel pallone.

     

    DEMOCRACY – Spazio alla democrazia, o almeno così dovrebbe essere. Il progetto iniziale, che questa mattina verrà mostrato al presidente del Milan Silvio Berlusconi, prevede l’apertura di un ristorante dove sarà possibile per ciascun tifoso scegliere quale specialità del giorno mangiare prima o dopo la fine di una partita. In questi anni è stata una esclusiva vip, al termine dei lavori invece ci sarà posto per tutti. Oltre al ristorante, verrà installato un nuovo store, un museo e tre sky lounge.

    san siro | © OLIVIER MORIN/AFP/GettyImages

    Insomma, ce ne sarà per tutti i gusti. Lo scopo neanche troppo celato è quello di avvicinare San Siro a impianti come l’Old Trafford o l’Emirates, modelli inglesi che ogni giorno vengono sognati da milioni da tifosi in Italia. Tre anni ancora e il sogno diventerà realtà.

    PRATO VERDE – Non solo l’estetica e la riorganizzazione della struttura, ma anche un nuovo prato, che nelle idee dei dirigenti di Inter e Milan dovrebbe migliorare sensibilmente l’emergenza infortuni, oltre ovviamente ad alzare il livello qualitativo del gioco di entrambe le squadre, per buona pace sia dei calciatori che dei tifosi. Il terreno sarà pronto fin dall’inizio della prossima stagione. San Siro, diventerai davvero lo stadio che i tuoi tifosi sognano?

  • Sintetico a San Siro, Milan e Inter trovano l’accordo

    Sintetico a San Siro, Milan e Inter trovano l’accordo

    Sintetico a San Siro , il sogno è diventato realtà. La rivoluzione è attesa per la stagione 2012-2013, . Milan e Inter infatti hanno trovato l’accordo per il nuovo manto erboso dello stadio meneghino. Il sintetico verrà innestato sotto il prato verde, attraverso una soluzione che nel calcio è conosciuta con il nome di erba naturale rinforzata. I lavori inizieranno al termine del campionato in corso, durante la pausa estiva. Con ogni probabilità il sintetico sarà pronto pochi giorni prima dell’inizio della nuova stagione. Una decisione attesa da tempo, preannunciata da Adriano Galliani nel post partita di Milan Barcellona, sfida valida per l’andata dei quarti di Champions League di quest’anno, dopo la quale la società blaugrana denunciò all’Uefa il campo di San Siro.

    ADDIO CAMPO DI PATATE – Saranno stati in tanti questa mattina a salutare in maniera trionfale l’annuncio dato dalla Gazzetta dello Sport. Era impensabile che Milan e Inter continuassero a giocare su un terreno simile, paragonabile più a un’area agricola dissestata piuttosto che un campo di calcio, sopratutto se questo è destinato al torneo continentale più prestigioso.

    stadio san siro | © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

    Non solo lo spettacolo beneficerà del sintetico, ma anche tutti quei calciatori che possono definirsi vittime di San Siro. Certo, ciò non significa che dal prossimo anno gli infortuni cesseranno in maniera miracolosa, però un piccolo passo avanti in tal senso verrà compiuto.

    ESTETI – In ogni caso sarà proprio lo spettacolo in campo a “resuscitare”, con i tifosi di entrambe le squadre pronti a godersi nuove trame di gioco e azioni più divertenti. Calciatori come Cassano, Ibrahimovic, Sneijder potranno esaltarsi al massimo con il sintetico a San Siro. Le denunce all’Uefa da oggi in poi saranno soltanto un lontano ricordo, e proprio il presidente francese Michel Platini potrebbe scegliere San Siro come stadio della finale di Champions League dell’edizione 2015-2016.

  • Il Barcellona denuncia San Siro, Galliani difende il Milan

    Il Barcellona denuncia San Siro, Galliani difende il Milan

    All’indomani del pareggio a reti inviolate nell’andata dei quarti di Champions League, Milan Barcellona continua a far parlare di sé. Non tanto per la spettacolarità dell’incontro, quanto per alcune decisioni arbitrali che non sono state accettate dai blaugrana ma sopratutto per le condizioni del terreno di gioco, giudicate improponibili sia dal Barca che dagli stessi dirigenti rossoneri. Galliani ha espresso l’intenzione di apportare una modifica sostanziale, trasformando San Siro da un campo di patate a un terreno di nuova concezione. Ha precisato inoltre che attende una risposta definitiva dai cugini dell’Inter, che insieme al Diavolo detiene il 50% dello stadio. Nel frattempo fa discutere la denuncia presentata all’Uefa da parte del Barcellona in merito al terreno di San Siro.

    Indignados, questo il sentimento espresso dalla stampa iberica il giorno dopo la sfida europea contro il Milan. Indignados per il rigore non concesso dall’arbitro svedese Eriksson nel corso del 16′ minuto del primo tempo, quando Abbiati ha travolto in area Alexis Sanchez lanciato a rete. Il direttore di gara ha fatto cenno al blaugrana di rialzarsi, e l’azione è poi proseguita senza ulteriori patemi d’animo per la difesa rossonera. Un altro episodio, forse meno pubblicizzato rispetto a quello dell’ex Udinese, è stato quello che ha coinvolto Lionel Messi durante il finale di gara. L’argentino è stato bloccato a sandwich dal doppio intervento dei centrali difensivi del Milan, anche in questa occasione l’arbitro non ha intravisto gli estremi per un penalty in favore della squadra blaugrana.

    Già nel mirino dei giocatori catalani nel corso della partita, con un Dani Alves letteralmente furibondo contro il manto erboso di San Siro, e messo sotto accusa nel post partita anche da Guardiola, il campo rossonero è stato ufficialmente denunciato dal Barcellona. La società spagnola ha sporto reclamo all’Uefa per le condizioni ritenute proibitive del terreno di gioco. Non si è fatta attendere la risposta del Milan, attraverso un comunicato ufficiale pubblicato sul sito ufficiale della società nel primo pomeriggio:

    adriano galliani | © ALBERTO LINGRIA/AFP/Getty Images

    In riferimento alla protesta ufficiale inoltrata alla Uefa dal FC Barcellona relativamente alle condizioni del campo di San Siro, AC Milan comunica che:
    1) L’innaffiatura del campo, da farsi entro un’ora prima dell’inizio della partita come concordato nella riunione organizzativa di ieri mattina e come da Regolamento della Uefa Champions League al punto 14.15, non è stata effettuata viste le condizioni di elevata umidità del campo stesso;
    2) Le condizioni generali del campo, sul quale il FC Barcellona si era regolarmente allenato la sera prima senza sollevare alcun problema, sono state ritenute idonee sia dagli arbitri sia dai Delegati Uefa nel corso del sopralluogo di ieri mattina.

    Infine anche Galliani è voluto intervenire in merito al terreno di gioco di San Siro. Nel corso dell’intervista ai microfoni di Mediaset Premium, l’ad rossonero ha svelato che la società del Milan ha già inviato una richiesta formale all’Inter per eliminare definitivamente il problema di un campo troppo spesso teatro di spiacevoli infortuni e magre figure a livello internazionale. Queste le parole di Galliani: “L’idea è quella di passare ad un terreno di gioco naturale sopra e sintetico sotto. Stiamo aspettando un ok dell’Inter che non è ancora arrivato”. A tal proposito il dirigente rossonero ha chiuso con una battuta affermando che qualora i nerazzurri non avvallassero la proposta, il Milan sarebbe disposto ad installare il sintetico nella metà campo della Curva Sud, quella dei tifosi del Diavolo.

    Tutto Milan Barcellona

    Milan Barcellona 0-0, video e pagelle
    Il tiki taka non paga, Milan Barcellona a reti bianche

  • Finale Champions a Milano nel 2016, allo Juventus Stadium l’Europa League

    Finale Champions a Milano nel 2016, allo Juventus Stadium l’Europa League

    Manca solo il comunicato della Uefa per rendere ufficiali due date importanti per il calcio italiano. Secondo la Gazzetta dello Sport, il massimo organismo europeo ha scelto infatti come sede della finale di Champions League 2016 Milano mentre Torino due anni prima ospiterà quella di Europa League.

    San Siro quindi ospiterà l’atto conclusivo della competizione più importante a livello europeo a distanza di 15 anni. La finale di Champions infatti manca dalla ‘Scala del calcio’ dal 2001 quando a vincere il prestigioso trofeo fu il Bayern Monaco guidato da Ottmar Hitzfeld che ebbe la meglio soltanto dopo la lotteria dei calci di rigore il Valencia di Hector Cuper dopo che i tempi regolamentari e quelli supplementari erano finiti sull’1-1 con due penalty trasformati da Mendieta per gli spagnoli ed Effenberg per i tedeschi.

    San Siro

    In realtà la città meneghina avrebbe voluto anticipare tale data prenotando la finale del 2014 o quella del 2015, giacchè quella di quest’anno e quella del 2013 sono state già assegnate all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, casa del Bayern, e al Wembley di Londra, l’Uefa ha rigettato la richiesta poichè in concomitanza rispettivamente con la finale di Europa League a Torino e con l’Expo che si terrà nel capoluogo lombardo tra 3 anni.

    Lo Juventus Stadium sarà il teatro della finale di Europa League 2014, il nuovissimo impianto torinese, il primo in Italia di proprietà di un club, infatti non possiede i requisiti richiesti dalla Uefa in termini di capacità minima per ospitare una finale di Champions League (necessari 50 mila posti a sedere mentre lo ‘Stadium’ ha una capienza massima di 42 mila spettatori, ndr) dovendosi accontentare così della finalissima della “sorella minore”. Nonostante tutto un bel traguardo per la nuova casa bianconera dal momento che è stata designata dalla Uefa ad ospitare la finale di Europa League del 2014, la prima in assoluto, a soli pochi mesi dalla sua inaugurazione avvenuta lo scorso 8 settembre 2011.