Tag: San Antonio Spurs

  • NBA, Miami supera San Antonio. Denver ko

    NBA, Miami supera San Antonio. Denver ko

    Soltanto due le sfide nella notte Nba, che ha visto di scena i Miami Heat campioni in carica contro i San Antonio Spurs all’American Airlines Arena, e i Golden State Warriors che ospitavano i Denver Nuggets di Danilo Gallinari.

    Succede di tutto all’Oracle Arena, teatro di un finale thriller che vede la franchigia californiana piegare di un solo punto Denver, decisamente sprecona dopo aver gettato al vento un vantaggio di 16 punti accumulato a metà del terzo quarto. Gallinari e compagni sfoderano una grande prestazione ma un black-out totale della squadra ospite rimette in carreggiata i Warriors, trascinati dall’ottima vena offensiva di David Lee, autore di 31 punti, e dalle giocate del solito Stephen Curry, che oltre a segnare 18 punti, ha aggiunto 10 assist al suo tabellino personale. Il “Gallo”, 20 punti e 9 rimbalzi, e Iguodala (22 punti) tengono in partita i Nuggets fino all’ultimo respiro, quando proprio l’ex Sixers si guadagna un fallo da 3 a pochi secondi dalla fine grazie all’ingenuo fallo speso da Jarret Jack: l’ala di Springfield mette a segno i primi due e sbaglia il terzo, vanificando così la possibile parità e il prolungamento del match all’overtime, ma l’ulteriore possesso decretato a loro favore dagli arbitri dopo un’azione confusa in area piccola dà l’opportunità al numero 9 di Denver di scaricare a pochi decimi dalla sirena una bomba che va a segno e che gela per pochi minuti il pubblico di Oakland: ma gli arbitri decidono di avvalersi dell’istant replay per chiarire se Iguodala avesse tirato a tempo scaduto e in effetti le immagini mostrano come il pallone sia stato scaricato subito dopo il suono della sirena, per cui canestro annullato e vittoria ai Warriors che fa esplodere di gioia i tifosi californiani.

    San Antonio Spurs v Miami Heat
    Miami vince contro San Antonio © Mike Ehrmann/Getty Images

    San Antonio scende sul parquet di Miami senza le sue stelle Duncan, Parker e Ginobili per scelta tecnica, in quanto Popovich ha concesso loro un turno di riposo in vista della gara contro i Memphis Grizzlies. Orfani anche di Leonard e Stephen Jackson, le seconde linee degli Spurs sfoderano una prova stratosferica contro James, Wade e compagni, arrendendosi soltanto a pochi secondi dal termine della gara quando la tripla di Ray Allen riporta avanti gli Heat. Gary Neal prova un ultimo disperato tentativo ma gli ospiti non ne hanno davvero più, e la possibile tripla del sorpasso viene vanificata dall’ottima pressione difensiva esercitata da James e Haslem sulla guardia nero argento. Miami vince in volata contro le riserve di San Antonio che senza le loro stelle hanno sfiorato il colpaccio sul parquet della franchigia campione in carica, vittoria che sarebbe stata meritata dopo il dominio texano per lunghi tratti della gara.

    Risultati NBA 29 Novembre

    Miami Heat – San Antonio Spurs 105-100
    Mia: James 23, Allen 20, Wade 19
    Sas: Neal 20, Splitter 18, De Colo 15

    Golden State Warriors – Denver Nuggets 106-105
    GS: Lee 31, Thompson 21, Curry 20
    Den: Iguodala 22, Gallinari 20, Lawson 17

  • Nba,Toronto con un Bargnani da dimenticare, i Nuggets di Gallinari ok

    Nba,Toronto con un Bargnani da dimenticare, i Nuggets di Gallinari ok

    Nelle sei partite andate in scena nella notte in Nba troviamo la vittoria dei Denver Nuggets di Danilo Gallinari e la sconfitta dopo due tiratissimi overtime dei Toronto Raptors contro i San Antonio Spurs, con un Andrea Bargnani in ombra e davvero poco incisivo durante la gara. Vincono facile i Knicks contro Detroit, Philadelphia supera i Phoenix Suns, Brooklyn s’impone sui Portland Trail Blazers mentre Boston piega all’overtime gli Orlando Magic sul parquet della franchigia della Florida.

    Bargnani (4 punti per l’azzurro) spento ma i Raptors danno comunque del filo da torcere agli Spurs: sono stati necessari due overtime ai texani per avere la meglio all’Air Canada Center e vanificare una possibile impresa della squadra di casa trascinata dalle giocate di De Rozan e all’apporto offensivo  notevole del lituano Valanciunas, cui si è aggiunto un ottimo Kyle Lowry, che hanno confezionato 71 punti dei 106 totali della squadra canadese. Alla lunga cestisti del calibro di Tony Parker, Tim Duncan e Manu Ginobili sono capaci di risolvere le partite più complicate da soli, e nonostante i due tempi supplementari hanno trascinato la franchigia texana al successo. Anche per le tre stelle nero-argento 71 punti, ma il playmaker francese, fenomenale come sempre, ha spezzato l’equilibrio del match regalando l’undicesima vittoria stagionale agli Spurs.

    Passa senza non troppi problemi New York che si sbarazza dei Detroit Pistons grazie ad una grande prestazione di squadra ma soprattutto di Carmelo Anthony, top scorer di serata con 29 punti, e al solido contributo del ritornato Rasheed Wallace, autore di 15 punti, e ad una verve offensiva micidiale di Novak, autore di 18 punti con un 5/7 da 3 punti. Per i Pistons buona prova di Knight che ha totalizzato 21 punti, e di Charlie Villanueva (17 punti), ma è davvero poco per impensierire questi Knicks.

    Andrea Bargnani | © Ronald Martinez / Getty Images

    Vittoria a domicilio dei Nuggets contro gli Hornets: Gallinari mette a referto 9 punti ma la scena è tutta per Andre Iguodala, grande trascinatore della serata con 23 punti. Denver inanella così la quarta vittoria consecutiva senza troppe difficoltà, complice anche la grande difesa su Ryan Anderson, limitato a soli 16 punti tutti totalizzati nel primo tempo. New Orleans, orfana di Anthony Davis, cade ancora e subisce la settima sconfitta di fila.

    I Celtics passano all’overtime contro dei buoni Magic che dopo due vittorie consecutive si arrendono alla franchigia biancoverde. Strepitoso come al solito Rajon Rondo, autore di 15 punti e 16 assist, ben coadiuvato dall’ottimo apporto in fase realizzativa di Garnett e Pierce, autori rispettivamente di 24 e 23 punti. Ad Orlando non sono bastati i punti dei due playmaker Redick e Nelson, entrambi sopra i 20 punti, e del solito Glen Davis, che ha totalizzato 15 punti contro la sua ex-squadra.

    Brooklyn vola con Deron Williams e Joe Johnson, schianta i Blazers con un secco 98-85 e arriva a otto vittorie in campionato. I Nets, sempre padroni del match, seppur con qualche insidia, scappano via ad 8′ dal termine del match con un parziale di 15-4 che ha di fatto chiuso la gara. I Blazers senza Aldridge hanno comunque portato 5 uomini in doppia cifra, con un Wes Matthews in grande spolvero autore di 20 punti ma non sufficienti ad indirizzare l’incontro a favore dei suoi.

    Show di Jrue Holiday al Wells Fargo Center di Philadelphia: il playmaker 22enne ha sfoderato una prestazione monster nella vittoria dei suoi 76ers contro i Phoenix Suns per 104-101, nella quale ha totalizzato 33 punti e 13 assist, firmando il suo career-high e onorando alla grande il rinnovo contrattuale di 4 anni con la franchigia della Pennsylvania. Nonostante ciò i Suns sono rimasti in partita grazie alla prova di Beasley(21 punti) che ha fallito la tripla del possibile sorpasso a 2 secondi dalla fine permettendo a Philadelphia di portare a casa il risultato.

    Risultati NBA 25 Novembre

    Toronto Raptors – San Antonio Spurs 106-111 (2 overtime)
    Tor: De Rozan 29, Valanciunas 22, Lowry 20
    Sas: Parker 32, Duncan 26, Ginobili 15

    New York Knicks – Detroit Pistons 121-100
    NY: Anthony 29, Novak 18, Smith 15
    Det: Knight 21, Villanueva 17, Singler 16

    Brooklyn Nets – Portland Trail Blazers 98-85
    Bro: Johnson 21, Lopez 15, Williams 15
    Por: Matthews 20, Hickson 19, Lillard 13

    Philadelphia 76ers – Phoenix Suns 104-101
    Phi: Holiday 33, Turner 16, Allen 11
    Phx: Beasley 21, Gortat 18, Telfair 12

    Orlando Magic – Boston Celtics 110-116 (overtime)
    Orl: Redick 21, Nelson 20, Davis 15
    Bos: Garnett 24, Pierce 23, Rondo 15

    Denver Nuggets – New Orleans Hornets 102-84
    Den: Iguodala 23, Lawson 17, Faried 14
    NO: Roberts 17, Anderson 16, Lopez 14

  • NBA, esordio amaro per D’Antoni. Lakers ko con gli Spurs

    NBA, esordio amaro per D’Antoni. Lakers ko con gli Spurs

    Anche se non ancora in panchina, Mike D’Antoni bagna la sua prima da head coach dei Los Angeles Lakers con una sconfitta interna. Gli Spurs infatti sbancano lo Staples Center per 84-82 grazie ai soliti Tony Parker, autore di 19 punti e 7 assist a referto, e Tim Duncan (18 punti e 9 rimbalzi). Ma il canestro decisivo a pochi secondi dalla sirena lo mette Danny Green, una tripla che consente a San Antonio di superare i gialloviola e di incrementare il proprio record stagionale arrivato a 7 vittorie e una sola sconfitta con una striscia di 3 successi consecutivi. Non bastano i 28 punti di Kobe Bryant e i 13 di Dwight Howard (15 i rimbalzi per il centro ex Magic).

    Continuano a macinare vittorie su vittorie i New York Knicks di Mike Woodson, giunti ad un record nell’Atlantic Division della Eastern Conference di 5 successi unica franchigia NBA a non aver ancora perso, che battono sul parquet dell’Amway Center i padroni di casa degli Orlando Magic 99-89. Sugli scudi ancora una volta Carmelo Anthony con 25 punti e 8 rimbalzi, decisivi anche gli apporti di Raymond Felton e J.R. Smith con 21 punti a testa. Per i Magic buona la prestazione di J.J. Redick che mette 18 punti.

    Ottimo l’avvio dei Brooklyn Nets che nel nuovissimo Barclays Center portano a casa la quarta W stagionale trascinati da Deron Williams. L’ex play degli Utah Jazz mette a referto 26 punti conditi da 10 assist, cifre che permettono di battere i Cleveland Cavaliers. Ottimi gli apporti di Joe Johnson (25 punti e 6 assist) e di Brook Lopez (23 punti e 7 rimbalzi). Per la franchigia dell’Ohio a nulla servono le prestazioni eccellenti di Anderson Varejao (35 punti e 18 rimbalzi) e Kyle Irving (34 punti e 8 assist).

    San Antonio Spurs v Los Angeles Lakers
    Bryant in azione © Harry How/Getty Images

    Vincono per un soffio i Toronto Raptors di Andrea Bargnani che si fanno rimontare il cospicuo vantaggio di 11 punti accumulato nella gara nell’ultimo periodo dagli Indiana Pacers che poi mancano del sorpasso definitivo: 74-72 per la franchigia canadese in una gara segnata dalle basse percentuali al tiro di entrambe le squadre (36.1% per i Raptors, 32% per i Pacers). Bargani non brilla e chiude con soli 8 punti e 2 rimbalzi in quasi mezzora di gara.

    Infine vittorie agevoli per Portland e Charlotte: i Trail Blazers espugnano il parquet dei Sacramento Kings 103-86 mandando 5 uomini in doppia cifra per quanti riguarda la realizzazione di punti mentre i Bobcats battono i Washington Wizards per 92-76 grazie a Ramon Sessions autore di 21 punti. Lo strappo decisivo alla gara nel secondo periodo che consente alla franchigia di Michael Jordan di portare il proprio record in parità (3-3).

    RISULTATI NBA 14 novembre 2012

    Charlotte Bobcats – Washington Wizards 92-76
    Cha: Sessions 21, Walker 17, Kidd-Gilchrist 15
    Was: Ariza 19, Booker 8, Okafor 8, Beal 8

    Orlando Magic – New York Knicks 89-99
    Orl: Redick 18, Afflalo 13, Vucevic 12, Moore 12
    NY: Anthony 25, Felton 21, Smith 21

    Indiana Pacers – Toronto Raptors 72-74
    Ind: Hill 18, George 12, West 11
    Tor: DeRozan 15, Calderon 13, Kleiza 10

    Brooklyn Nets –  Cleveland Cavaliers 114-101
    Bro: Williams 26, Johnson 25, Lopez 23
    Cle: Varejao 35, Irving 34, Thompson 14

    Sacramento Kings – Portland Trail Blazers 86-103
    Sac: Johnson 16, Thornton 14, Fredette 13
    Por: Lillard 22, Aldridge 19, Matthews 18

    Los Angeles Lakers – San Antonio Spurs 82-84
    Lak: Bryant 28, Howard 13, World Peace 12
    SA: Parker 19, Duncan 18, Green 11

  • NBA Western Conference, Thunder e Lakers davanti a tutti

    NBA Western Conference, Thunder e Lakers davanti a tutti

    Dopo aver esaminato la Eastern Conference, passiamo in rassegna i team della Western Conference che da molti anni ormai si rivela molto più competitiva ed equilibrata rispetto a quella delle squadre poste ad Est della NBA. Questa l’analisi delle Division e delle franchigie che si apprestano a giocare nel campionato 2012/2013.

    SOUTHWEST DIVISION

    Dallas Mavericks: Gli ex campioni NBA si apprestano a disputare una stagione completamente (o quasi) rinnovati. Squadra più giovane ed inserimenti mirati come Darren Collison in regia, Kaman al centro dell’area, Elton Brand lungo di lusso dalla panchina e O.J. Mayo nel ruolo di guardia sperando che possa esplodere. L’avvio non sarà facile visto che i Mavs dovranno fare a meno per un pò di tempo del leader tedesco Nowitzki per alcuni problemi al ginocchio. Tuttavia Dallas può essere tranquillamente annoverata tra le squadre che parteciperanno ai playoff.

    Houston Rockets: Chi farà più fatica a conquistare un posto per la post season è Houston che al momento pare meno attrezzata per raggiungere questo obiettivo. Le fortune dei Rockets passeranno dalle mani di Jeremy Lin, fantastico nella scorsa annata ai Knicks fino a quando non si è infortunato. Ma il resto del team è troppo giovane ed inesperto per poter puntare in alto. Forse sarebbe meglio perdere qualche partita in più e puntare ai primi posti della Draft Lottery per poter continuare il processo di costruzione.

    Memphis Grizzlies: Squadra come al solito molto interessante e completa, che però potrebbe pagare la cessione di Mayo che dalla panchina portava sempre il suo discreto contributo (un pò come Harden ai Thunder). Memphis ha un grande settore lunghi e un back court completo e con la giusta dose di fortuna nessun traguardo pare vietato preventivamente. Rudy Gay è chiamato alla stagione della sua definitiva consacrazione.

    New Orleans Hornets: Gli Hornets sono in piena ricostruzione e tutto pare andare a gonfie vele visto che in un Draft ricco di talenti come quello del 2012 il team della Louisiana ha scelto davvero bene: Anthony Davis (il giocatore più simile a Dwight Howard) come prima scelta assoluta, a completare l’opera è arrivato Austin Rivers, figlio di Doc (coach di Boston) che ha già fatto intravedere lampi del suo talento. Anche il resto della squadra non è male e già in questo primo anno di rilancio si potranno avere buoni risultati. Ovviamente i playoff appaiono lontani ma gli Hornets, mattone dopo mattone, cercheranno di rientrare nei piani alti del basket NBA.

    San Antonio Spurs: Ultima grande occasione per i texani che proveranno ancora una volta l’assalto al titolo. Le potenzialità per vincere ci sono tutte ma vista l’alta età media dei giocatori chiave ci sarà bisogno del contributo di tutti per dare modo a Ginobili, Duncan e Parker di poter riposare ed essere più freschi al momento della post season. La squadra è molto competitiva e possiede una panchina profonda e lunga, vedremo molto presto cosa riusciranno a fare i neroargento.

    PACIFIC DIVISION

    Golden State Warriors: Team molto interessante questi Warriors, il quintetto titolare è di gran livello con Curry in regia, Thompson guardia tiratrice (atteso a progressi notevoli), il rookie Barnes come ala piccola (che se trova la mano dalla distanza diventa inarrestabile) e la coppia di lunghi David Lee-Andrew Bogut che potenzialmente appare devastante. Non c’è molto talento in panchina (a parte 2/3 cambi) e per questo Golden State probabilmente non potrà ambire ai playoff. Ma il futuro sorride a questa squadra dopo qualche anno al di sotto delle previsioni.

    Los Angeles Clippers: La squadra meno blasonata di Los Angeles dovrà provare ad alzare l’asticella degli obiettivi. Lo scorso anno fu semifinale di Conference ad Ovest con conseguente sconfitta pesante contro gli Spurs. Ora Chris Paul, Blake Griffin e compagni dovranno cercare di ottenere un risultato migliore ma non sarà facile nell’agguerrita Western Conference. Il talento c’è per poter puntare in alto, esperienza e gioventù si fondono in un bel mix ma servirà anche avere i nervi saldi nei momenti di difficoltà. Solo così si potrà arrivare in alto.

    Los Angeles Lakers: I gialloviola dopo la grande campagna acquisti del mercato estivo sono la più seria candidata della Western Conference (assieme ai Thunder ovviamente) alla Finale NBA: sono arrivati in rapida sequenza uno dei migliori playmaker del momento e della storia NBA come Steve Nash, un grande ricambio in panchina come Jamison ed il centro più forte della lega, ovvero Dwight Howard. Questi giocatori vanno a rinforzare un gruppo che già può contare sul fenomeno indiscusso Kobe Bryant, su Pau Gasol (una delle ali grandi più forti della NBA) e su World Peace (alias Ron Artest) rendendo il roster dei Lakers uno dei miglior e più competitivi. Non sarà facile battere Oklahoma City nel testa a testa che si svilupperà nella stagione ma Los Angeles ha dato un segnale forte alla NBA, chi vorrà vincere dovrà fare i conti (necessariamente) con questi Lakers che puntano decisamente al titolo dopo un paio di stagioni non all’altezza del loro blasone.

    Phoenix Suns: Restyling in casa Suns con i viola-arancio che si presentano ai nastri di partenza come una delle possibili sorprese della stagione. La squadra non ha delle vere e proprie “Stelle” considerando l’addio di Nash, ma un gruppo solido e valido in ogni reparto che potrà dare molto fastidio a tutti. L’obiettivo è quello di arrivare ai playoff, cosa non così sicura ma neanche impossibile. Beasley dovrà far vedere il suo vero potenziale, finora molto nascosto. Attenzione al rookie Marshall, playmaker che potrà diventare uno dei migliori della Lega.

    Sacramento Kings: La mina vagante della Western Conference. Finalmente, dopo una decina di anni di Draft Lottery, a Sacramento ci sono le basi per far bene.  La squadra è molto interessante ma soprattutto giovane e futuribile. A dare man forte sotto canestro ad un potenziale fenomeno come Cousins è arrivato Thomas Robinson dal Draft. In cabina di regia gran colpo con l’acquisto di Aaron Brooks che assieme ad Evans e Thornton promette scintille. Fredette dovrà elevare il suo rendimento, per completare questa squadra e renderla perfetta per l’approdo ai playoff serve un’ala piccola di livello, capace di segnare e difendere al tempo stesso. Ma a Sacramento possono guardare con fiducia al futuro, anche se il rischio di perdere la franchigia incombe sempre, dato che i Maloof (i proprietari dei Kings) non vogliono sborsare molti soldi per i rinnovi dei giocatori e per la costruzione della nuova Arena e da Seattle premono forte per acquistare una squadra talentuosa ed in rampa di lancio per ricreare i tanto rimpianti SuperSonics.

    Nba | foto tratta dal web

    NORTHWEST DIVISION

    Denver Nuggets: Il team di Danilo Gallinari punta deciso ai traguardi più alti ed in effetti nulla pare precluso a priori. Il “Gallo” ha attorno a sè compagni di alto livello come il play Ty Lawson, l’ala grande Faried (la vera sorpresa della scorsa stagione), il centro McGee (dal potenziale enorme ma dalla testa deficitaria), in più dai Sixers è arrivato un top player come Andre Iguodala (sacrificando un onesto comprimario come Afflalo ora ad Orlando). Chiaro dunque che le potenzialità dei Nuggets appaiono illimitate, considerando anche la panchina lunga, da sempre punto di forza della franchigia del Colorado. Per Denver sarebbe possibile anche l’approdo alla Finale di Conference se tutto procederà nel verso giusto.

    Minnesota Timberwolves: Reduci da una buona stagione nello scorso torneo, i Timberwolves sono chiamati a migliorarsi ed a centrare (dopo molti anni) la post season. L’obiettivo non pare poi così irraggiungibile anche se a Minneapolis la partenza sarà ad handicap visto l’infortunio alla mano di Kevin Love (che salterà sicuramente il primo mese di regular season) e la degenza di Rubio (che sta recuperando dall’infortunio al ginocchio che lo ha messo KO nello scorso campionato con i Timberwolves in lotta per un posto playoff). I loro recuperi saranno fondamentali per le fortune di Minnesota che in Estate ha completato il roster con le acquisizioni di Kirilenko e Brandon Roy, tornato nel grande basket dopo aver annunciato solo 12 mesi fa il suo ritiro dalla scena a soli 27 anni.

    Oklahoma City Thunder: Assieme ai Lakers la grande favorita dell’Ovest. Squadra giovanissima ma già vincente, assetto collaudato, talento a bizzeffe, a questi Thunder non manca proprio nulla per aggiudicarsi il titolo di campioni NBA. E’ cambiato poco rispetto all’ultima (quasi) trionfale annata (vista la sconfitta in Finale contro i Miami Heat di LeBron James), è arrivato Perry Jones III dal Draft, giocatore molto simile a Jeff Green, l’unico pezzo importante perso per strada del progetto vincente partito da Seattle nel 2007. Il gruppo è rimasto intatto e si sente unito e pronto a togliersi finalmente grandi soddisfazioni. Con un asso come Kevin Durant, al momento il secondo giocatore più forte della lega dopo James, nulla è precluso. Ibaka ha rinnovato il contratto ed a centro area dispenserà ancora una volta le sue stoppate, l’incognita è Harden che invece ha il contratto in scadenza e per esigenze di salary cap potrebbe essere piazzato a qualche altra squadra anche in corso di campionato per non perderlo a zero a luglio. Ma per il resto la corazzata Thunder è pronta a (ri)scrivere la storia.

    Portland Trail Blazers: Portland è in una fase delicata, di ricostruzione, e per questo non ci si potrà aspettare molto dai giovani Blazers. Tutto ciò che arriverà in questo campionato sarà solo un guadagno, in attesa di vedere una squadra vincente nell’immediato futuro. Attenzione al rookie Damian Lillard, un playmaker moderno dalle capacità illimitate.

    Utah Jazz: I progressi dei Jazz sono evidenti, la forza della squadra è indubbiamente il settore lunghi, con Jefferson, Millsap, Kanter e Favors che rappresentano quasi il meglio che si può trovare sotto canestro. Meno completo il back court. Ma le fortune della squadra dello Utah dovranno essere costruite nelle gare in trasferta, da sempre punto debole di questa franchigia, vista invece la difficoltà degli altri team a giocare a Salt Lake City, parquet quasi inespugnabile. Lotteranno per aggiudicarsi l’ultimo posto playoff.

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  • NBA, San Antonio travolge la Montepaschi Siena. Bene Gallinari e i Nuggets

    NBA, San Antonio travolge la Montepaschi Siena. Bene Gallinari e i Nuggets

    Prosegue la preseason NBA: nella notte i San Antonio Spurs hanno battuto nettamente la Montepaschi Siena nella prima delle 2 amichevoli che la formazione italiana giocherà in territorio statunitense. Punteggio finale impietoso, 106-77 in favore dei texani con la squadra di coach Banchi capace di restare in partita solo per pochi minuti prima di essere letteralmente travolta.

    Dura solo metà del primo quarto la resistenza dei toscani, poi gli Spurs si scatenano guidati da Duncan e Ginobili: doppia cifra di vantaggio e difesa senese che incassa 29 punti in appena 10 minuti. La situazione peggiora in apertura di seconda frazione (40-25 dopo appena 2 minuti del secondo quarto),  San Antonio è troppo forte e continua a martellare il canestro toscano con Parker ed i suoi campioni. Il match si chiude definitivamente alla fin del primo tempo con l’11-0 per il  provvisorio +26 (59-33), poi la ripresa serve solo per dare spazio alle riserve. 20 punti per Bobby Brown ma con 5/17 al tiro, e 15 di Benjamin Eze, mentre l’ex seconda scelta degli Spurs Viktor Sanikidze si mette in luce con 11 rimbalzi. La squadra di Banchi trova punti anche da Janning (9) e Hackett (7) ma il divario fisico contro una squadra NBA è davvero troppo elevato e condanna i toscani a percentuali dal campo irrisorie (intorno al 29%). Gary Neal e Manu Ginobili (11 punti a testa) top scorer degli Spurs. Siena si trasferisce ora verso l’Ohio, dove domani notte (all’1 ora italiana) giocherà a Cleveland contro i Cavaliers.

    Felice invece il ritorno a casa per Dirk Nowitzki. Alla O2 World Arena di Berlino, i Dallas Mavericks hanno battuto 89-84 l’Alba nella loro prima tappa dell’NBA Europe Live Tour 2012. Dopo la sconfitta dei Boston Celtics ad Istanbul contro il Fenerbahce, i texani vanno vicini ad imitare i biancoverdi, ma alla fine riescono ad evitare la sconfitta (seppur con fatica) contro una formazione che non fa parte dell’élite continentale. Solo 8 punti per l’acclamatissimo Nowitzki; brillano invece, con 14 punti ciascuno, Vince Carter, Darren Collison e Chris Kaman. All’Alba Berlino non sono bastati i 20 punti del pivot Deon Thompson e 15 della guardia bosniaca (ed ex Roma) Nihad Djedovic. I Mavericks torneranno in campo martedì prossimo a Barcellona, prima di rientrare negli U.S.A.

    Danilo Gallinari, Denver Nuggets | © Doug Pensinger Getty Images

    Bene anche i Memphis Grizzlies che hanno la meglio contro il Real Madrid per 105-93. Per gli spagnoli 16 punti di Rudy Fernandez (nella NBA fino alla scorsa stagione) e 14 di Nikola Mirotic. Per i Grizzlies protagonisti Rudy Gay (27 punti), Mike Conley (18) e il catalano Marc Gasol, autore di una doppia doppia da 16 punti e 16 rimbalzi.

    Infine parte bene la stagione dei Denver Nuggets di Danilo Gallinari che nell’ultimo match in programma hanno battuto i Los Angeles Clippers in quello che potrebbe poi essere anche uno scontro playoff al termine della regular season. 106-104 il risultato finale con il layup decisivo di Ty Lawson (8 punti complessivi) allo scadere che decide la partita, ma Danilo Gallinari realizza 4 dei suoi 15 punti nell’ultimo minuto di gara. Per i Nuggets, anche 18 punti di Faried, 17 di Jordan Hamilton e 16 di Corey Brewer con 7/8 al tiro, per i californiani 25 punti di uno scatenato Eric Bledsoe, in quintetto al posto di Chris Paul, tenuto a riposo assieme a Billups e Grant Hill. Solo 22 minuti di gioco per il fenomeno losangelino Blake Griffin autore di 6 punti e 7 rimbalzi.

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  • Marco Belinelli verso i Clippers. I Lakers insidiano i Nets per Howard

    Marco Belinelli verso i Clippers. I Lakers insidiano i Nets per Howard

    Marco Belinelli è finito nel mirino dei Los Angeles Clippers: a sponsorizzare l’arrivo della guardia Azzurra sarebbe stato il suo ex compagno di squadra, ai New Orleans Hornets, Chris Paul. Belinelli tornerebbe in California (è stato scelto dai Golden State Warriors nel Draft del 2007) per colmare il vuoto lasciato da Nick Young accasatosi ai Philadelphia 76ers. I losangelini vorrebbero offrire a Belinelli un contratto con la “mid level exception”. L’altro scenario prevede invece un sign and trade con gli Hornets con il coinvolgimento dell’ala Ryan Gomes. In attesa di vedere se si concretizzerà il passaggio del “Beli” a Los Angeles, i Clippers stanno costruendo una grande squadra per la prossima stagione: rinnovato il fenomeno Blake Griffin (la prima scelta assoluta al Draft 2009 si metterà in tasca 95 milioni di dollari nelle prossime 5 stagioni), sono arrivati a dare man forte a Chris Paul (in attesa anche lui di firmare il rinnovo contrattuale) Lamar Odom e Jamal Crawford.

    Tim Duncan, 36 anni, ha trovato l’accordo per giocare altre 3 stagioni nei San Antonio Spurs: per lui 36 milioni di dollari complessivi che lo terranno alla corte di coach Gregg Popovich probabilmente fino a fine carriera. Duncan è arrivato a San Antonio nel 1997 come prima scelta assoluta al Draft. I movimenti degli Spurs non finiscono qui, infatti è stato anche raggiunto l’accordo per il ritorno di Boris Diaw (biennale da oltre 9 milioni) e Danny Green (triennale da 12 milioni). San Antonio pesca anche in Spagna: il 25enne francese Nando De Colo, negli ultimi 3 anni al Valencia, ha annunciato attraverso il sito del club spagnolo che giocherà negli Spurs le prossime 2 stagioni.

    L’altra notizia di giornata è la complicazione dell’affare Dwight Howard tra Brooklyn Nets e Orlando Magic. L’affare sembrava in dirittura d’arrivo, la trade doveva essere la seguente con 4 squadre coinvolte (oltre a Magic e Nets anche Cavaliers e Clippers): a Brooklyn sarebbero finiti, oltre ad Howard, anche Jason Richardson ed Earl Clark. Ai Magic sarebbero andati Brook Lopez, Damion Jones, Shelden Williams (dai Nets), Luke Walton (da Cleveland) e ben 3 scelte future (tutte da primo giro). Per i Cavaliers pacchetto composto da Quentin Richardson (in arrivo da Orlando) da Kris Humpries, da Sundiata Gaines (provenienti da Brooklyn), oltre ad una prima scelta e 3 milioni di dollari dai Nets. I Clippers invece avrebbero rilevato il contratto della guardia MarShon Brooks. Cleveland però ora si sarebbe tirata indietro, Brooklyn ha provato a convincere Orlando a mandare lo scambio in porto anche senza i Cavs ma non c’è stato nulla da fare. Ed allora sono entrati in gioco i Los Angeles Lakers che hanno inserito come terza parte dell’accordo gli Houston Rockets. In breve Howard finirebbe ai Lakers, Bynum a Houston (visto che il centro non vuole andare assolutamente ad Orlando) e i Magic riceverebbero una miriade di scelte future al Draft per poter ricostruire la squadra. In più pare che i pesanti contratti di Turkoglu e Jason Richardson, che gravano nel monte salari del team della Florida, potrebbero essere assorbiti proprio dai californiani e dai texani che prenderebbero un giocatore ciascuno. Tuttavia lo scambio appare ancora molto “fumoso”, alcuni analisti dicono addirittura che comunque la strada che porterebbe Howard ai gialloviola sia morta, dato che il giocatore firmerà il nuovo contratto (in scadenza a giugno 2013) solo quando approderà ai Brooklyn Nets, voluti fortemente dal centro. Staremo a vedere l’evoluzione della trattativa.

    Marco Belinelli © Doug Pensinger/Getty Images

    Secondo fonti ben informate i New York Knicks nelle prossime ore pareggeranno l’offerta dei Rockets fatta a Jeremy Lin (restricted free agent) e tratterranno il playmaker nella Grande Mela.

    Rashard Lewis firma un biennale con i Miami Heat: Lewis raggiunge in Florida l’ex compagno di squadra Ray Allen ai Seattle Supersonics.

    Atlanta sostituisce Joe Johnson (andato a Brooklyn) con Louis Williams, in uscita da Philadelphia. Il corteggiatissimo Courtney Lee (nell’ultimo anno agli Houston Rockets) vuole andare a Boston (per il grande rapporto di amicizia che lo lega a coach Doc Rivers ed alla sua famiglia) ma su di lui c’è l’interesse di almeno altre 7-8 squadre.

    Il 39 enne Grant Hill è pronto a raggiungere l’amico Steve Nash ai Lakers, il russo Shved approda ai Minnesota Timberwolves (triennale da 10 milioni complessivi), Dorell Wright va dai Golden State Warriors ai Philadelphia Sixers. Bayless, lasciato libero dai Raptors, trova la sua  nuova casa ai Grizzlies.

  • La Montepaschi Siena sfiderà Cleveland Cavaliers e San Antonio Spurs

    La Montepaschi Siena sfiderà Cleveland Cavaliers e San Antonio Spurs

    Per la prima volta nella sua storia la Montepaschi Siena sfiderà alcune delle squadre più forti della NBA: in Autunno, precisamente ad ottobre, la squadra vincitrice degli ultimi 6 campionati nazionali si cimenterà contro San Antonio Spurs (in Texas il giorno 6) e successivamente volerà a Cleveland per sfidare i Cavaliers (8 ottobre).

    Dopo l’Olimpia Milano (McDonald’s Open del 1987 a Milwaukee con i biancorossi sconfitti 123-111) e Treviso (Naismith Cup nel 2004 a Toronto, gara persa dai veneti per 86-83), è la terza volta che un team italiano vola negli Stati Uniti per giocare contro i professionisti del basket a stelle e strisce.

    Nel tour d’oltreoceano assieme alla Montepaschi saranno impegnate anche Maccabi Tel Aviv e Real Madrid. Il tutto si inserisce nel progetto dell’American Tour, ovvero l’iniziativa congiunta (che va avanti dal 2006) tra Eurolega e NBA che vede squadre europee andare negli Stati Uniti, e squadre NBA giocare in Europa (ad esempio la sfida tra Milano e Boston fa parte dell’NBA Europe Live Tour e saranno i Celtics a giocare nel Vecchio Continente). La notizia non è ancora confermata, ma sono in via di definizione gli ultimi dettagli, mentre sono già noti da tempo gli impegni del Maccabi Tel Aviv in casa di Golden State (11 ottobre) e poi di Minnesota (16 ottobre).

    Bo McCalebb, Montepaschi Siena | © DANI POZO/AFP/Getty Images

    Un appuntamento importante per la squadra toscana che dovrà portare in alto i nostri colori benchè si tratti di gare amichevoli. Vincendo gli ultimi 6 scudetti del nostro campionato la Montepaschi Siena ha rafforzato la sua reputazione all’estero e proprio per questo motivo ha ricevuto l’invito della NBA.

    Sarà una tappa fondamentale nel processo di crescita dei biancoverdi che, perso l’allenatore Simone Pianigiani (accasatosi al Fenerbahce), ripartono con nuovi stimoli sotto la guida di coach Banchi. Niente di meglio che una trasferta negli U.S.A. per cementare il gruppo in vista di nuovi traguardi da raggiungere nella stagione.

  • Spurs ancora KO, Oklahoma City Thunder in Finale NBA

    Spurs ancora KO, Oklahoma City Thunder in Finale NBA

    Contro questi Thunder c’è poco da fare: Oklahoma City batte per la quarta volta consecutiva i San Antonio Spurs, si aggiudica gara 6 e chiude i conti della Finale di Western Conference vincendo la serie per 4-2. I neo campioni dell’Ovest sono la prima squadra a qualificarsi per la Finale NBA dei playoff 2012, un risultato che dopo le prime 2 partite della sfida vinte dai texani sembrava quasi sfumato. Ma il talento, la forza fisica e mentale, la determinazione del team di coach Scott Brooks alla fine sono emerse prepotentemente e non hanno lasciato scampo ai neroargento che si sono dovuti inchinare al cospetto degli avversari.

    Si tratta della prima Finale NBA nella storia della giovane franchigia dell’Oklahoma, nata nel 2008 dalle ceneri dei Seattle SuperSonics, la quarta complessiva (un titolo vinto nel 1979) se si considera invece la storia unificata delle 2 città (l’ultima dei Sonics risale alla stagione 1996 conro i Chicago Bulls di Michael Jordan persa per 4-2). E proprio come il grande M.J. che fece grandi quei Bulls, ora è il turno di Kevin Durant a prendersi lo scettro di “Re” della NBA, un talento puro, un fenomeno che alla guida dei giovani Thunder rischia seriamente di usurpare il trono di sua altezza Jordan. A soli 23 anni (classe 1988, compirà 24 anni a fine settembre), nessuno nella Lega può mettersi al pari del numero 35 di Oklahoma City che sembra proprio destinato a dominare la NBA nelle prossime 10 stagioni.

    Il match è in sostanza una sintesi della serie: gli Spurs scappano via nei primi 2 quarti ma vengono ripresi e poi superati nella ripresa. Tony Parker in avvio è scatenato ed in 12 possessi texani firma 7 canestri e 5 assist, guidando i suoi compagni al provvisorio +18 (48-30), prima di andare al riposo lungo in vantaggio di 15 punti (63-48). I neroargento giocano bene, Duncan è il perno a centro area e Stephen Jackson è chirurgico dalla distanza (9/15 nelle triple per gli ospiti alla fine del primo tempo) e la truppa di coach Popovich sembra essersi ritrovata dopo i 3 KO di fila.

    Il secondo tempo però è un monologo dei Thunder e di Durant: dopo aver concesso 63 punti in 24 minuti, nei successivi 24 la difesa di Oklahoma City tiene a soli 33 punti dal campo l’attacco neroargento, K.D. inizia a segnare da ogni posizione ed in ogni modo, sciorinando il suo vasto repertorio di attaccante di razza, semplicemente inarrestabile per qualsiasi difensore. Il primo parziale in avvio di terzo periodo fa capire quanto le cose siano cambiate: 11-2 Thunder per ritornare a contatto, solo 18 punti per San Antonio nel terzo quarto ed il punteggio torna in equilibrio (81-80 per gli ospiti).

    Match punto a punto fino a 3 minuti dalla sirena, poi Harden e Fisher portano l’inerzia dalla parte dei padroni di casa, con 2 triple, per il provvisorio +6. A 75 secondi dalla fine Parker firma il 99-103 che restituisce qualche speranza agli uomini di Popovich, che però sbagliano i 3 tiri successivi (tra cui una tripla di Jackson, perfetto fino a quel momento dalla lunga distanza con uno stupefacente 6/6). E così Perkins, con una schiacciata a 24 secondi dal termine, può sigillare il trionfo dei Thunder (107-99 il risultato).

    Kevin Durant, Oklahoma City Thunder | © Michael Heiman/Getty Images

    M.V.P. del match senza ombra di dubbio è Kevin Durant autore di 34 punti, 14 rimbalzi 5 assist 2 stoppate con 9/17 al tiro, 4-8 da 3 e 12-15 ai liberi, ma i numeri non riescono neanche a spiegare la sua bravura, la sua completezza tecnica (superiore) ed il suo essere sempre decisivo nei momenti cruciali della partita, una caratteristica che lo accomuna ancora di più con il suo illustre predecessore Jordan! Il segreto del suo successo sta nella testa, un ragazzo dal cuore d’oro, educato e disponibile, legato profondamente alla mamma (come sempre a bordo campo per ogni sua gara) con la quale ancora vive assieme. Non siamo di fronte al solito “esaltato” giocatore NBA, ma ci troviamo davanti ad una persona che non gradisce le luci della ribalta se non quelle del parquet, il suo habitat naturale. A dare supporto al numero 35 dei Thunder ci pensano i soliti Westbrook (25 punti) ed Harden (16), ma importanti sono anche i 10 punti di Ibaka (e la sua difesa) ed i 9 punti di Fisher. Agli Spurs non basta Parker (29 punti e 12 assist), nè Duncan (25 punti e 14 rimbalzi) e neanche un chirurgico Jackson (23 punti e 6/7 da 3), opaco Ginobili con soli 10 punti.

    Oklahoma City diventa campione della Western Conference, un trionfo meritato (anche se ora va completata l’opera) che parte da lontano, esattamente da Seattle, anno 2007, con la fortunata Lottery che assegna ai SuperSonics la scelta numero 2 al Draft, spesa per chiamare Kevin Durant (ad oggi i Blazers si mangiano le mani per aver chiamato con la numero 1 assoluta Greg Oden). Nell’anno seguente a Seattle arrivano le scelte di Westbrook ed Ibaka (il congolese è lasciato un altro anno a giocare in Spagna), il team si trasferisce tra mille polemiche (ancora non completamente finite, e forse non finiranno mai!) ad Oklahoma City ed aggiunge un’altro talento grazie al Draft, quello di James Harden. Sam Presti, il G.M., costruisce una vera e propria corazzata, il resto è storia recente. Ed a Seattle (per la franchigia) e in maniera minore a Portland (per Durant), lo sconforto è grande e lascia solo l’amaro in bocca. Non ad Oklahoma City dove la gente è completamente innamorata ed impazzisce per questi Thunder da 10 e lode.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 6 giugno:

    Oklahoma City Thunder-San Antonio Spurs 107-99
    Okl: Durant 34, Westbrook 25, Harden 16
    S.A.: Parker 29, Duncan 25, Jackson 23

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-3 Celtics

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-4 Thunder (Oklahoma City accede alla Finale NBA)

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Thunder ad un passo dalla Finale NBA, Spurs KO in casa

    Thunder ad un passo dalla Finale NBA, Spurs KO in casa

    Colpaccio esterno degli Oklahoma City Thunder che in gara 5 della Finale di Western Conference dei playoff NBA 2012 battono in Texas i San Antonio Spurs e ribaltano l’esito della serie che dopo le prime 2 partite vedeva i neroargento in vantaggio per 2-0. La situazione infatti ora è sul 3-2 per la squadra di coach Brooks che è veramente ad un passo dalla prima Finale NBA della sua giovane storia, dato che per gara 6 i Thunder potranno sfruttare il sostegno del pubblico amico di Oklahoma City.

    E’ con ogni probabilità la partita della svolta, questa gara 5, anche perchè mai in questa stagione gli Spurs avevano subìto 3 KO consecutivi (anzi erano reduci da 20 vittorie di fila), un dato rilevante e che deve far riflettere coach Popovich, che negli ultimi 3 incontri è stato dominato dal collega Brooks, in grado di portare (dopo le prime 2 sconfitte della sua squadra) gli aggiustamenti necessari per sovvertire l’esito della serie.

    Per dare un segnale forte Popovich fa partire Ginobili titolare e dopo 6 minuti i texani sono sul 13-6, ma la rimonta di Oklahoma City è inesorabile ed il primo quarto va in archivio sul 26-21 per gli ospiti.

    Un immnso Ginobili prova a trascinare la sua squadra ma la forza fisica dei Thunder è impressionante e con facilità Durant e compagni riescono ad andare al riposo lungo sul +8 (52-44).

    Ad inizio ripresa Ginobili sembra aver messo indietro le lancette del tempo di 10 anni e grazie ai suoi canestri i texani riassaporano la leadership dell’incontro (57-56 dopo 4 minuti di gioco nel corso del terzo periodo). E con triple a ripetizione l’argentino guida un super parziale che porta San Antonio sul 67-61. A riportare sotto i Thunder ci pensa Kevin Durant con alcune giocate magistrali ed a 2 minuti dalla fine della terza frazione ecco il controsorpasso Oklahoma City (72-71). I ragazzi di Brooks continuano a premere l’acceleratore ed arrivano a toccare il provvisorio +9 alla fine del quarto (81-72).

    Gregg Popovich, San Antonio Spurs | © Tom Pennington/Getty Images

    Il cuore dei neroragento però è grande e minuto dopo minuto, azione dopo azione, Duncan, Ginobili e Parker trascinano il team neroargento a sole 2 lunghezze di distanza dagli avversari (103-101) quando sul cronometro mancano solo 50 secondi. A spezzare le gambe alla rimonta dei padroni di casa è la tripla di James Harden (106-101) a 28 secondi dalla sirena. Gli Spurs provano con la forza della disperazione quantomeno a pareggiare il match per andare in overtime ma sul 106-103 la tripla di Ginobili (dopo un recupero di palla di Leonard ai danni di Sefolosha) non va abuon fine ed i Thunder chiudono i conti con i tiri liberi del definitivo 108-103.

    Ancora una volta Kevin Durant è monumentale con 27 punti ed il 52% al tiro, a dare una grande mano al leader di Oklahoma City sono i soliti Westbrook (23 punti e 12 assist) e James Harden (20 punti e 3 triple assassine nei momenti caldi del match). Agli Spurs non bastano i 34 punti, 6 rimbalzi e 7 assist di un Ginobili in stato di grazia, Parker tira male ma piazza comunque 20 punti mentre Duncan segna 11 dei suoi 18 punti totali nell’ultimo periodo chiudendo in doppia doppia (per lui infatti anche 12 rimbalzi). Non serve neanche la buona prova difensiva di Leonard, nè i 13 punti di Jackson dalla panchina,

    L’impressione è che San Antonio non abbia più nè le forze, nè le energie per contrastare i più giovani ed atletici Thunder. Troppa la differenza di età tra le colonne portanti dei giocatori di Oklahoma City (Durant-Westbrook-Ibaka-Harden) e quelle dei texani (Duncan-Ginoibili-Parker). La neonata franchigia dell’Oklahoma riesce a piazzare la vittoria esterna nel momento migliore ed ora può chiudere tranquillamente i conti in casa nella bolgia della Chesapeake Arena domani notte, dove quasi 20mila persone accorreranno in massa per essere testimoni della probabile pagina di storia NBA scritta dai loro beniamini. Impresa disperata per gli Spurs, apparsi sconfortati e quasi arresi alla fine di questa gara 5 al cospetto del talento dei Thunder.

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 4 giugno:

    San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder 103-108
    S.A.: Ginobili 34, Parker 20, Duncan 18
    Okl: Durant 27, Westbrook 23, Harden 20

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-2

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-3 Thunder

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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  • Thunder alla riscossa, ora San Antonio trema

    Thunder alla riscossa, ora San Antonio trema

    In gara 4 della Finale di Western Conference dei playoff NBA 2012, i Thunder battono gli Spurs con il risultato di 109-103 e pareggiano la serie (ora sul 2-2). Una vittoria che fa decisamente andare l’inerzia della sfida dalla parte di Oklahoma City, ed ora San Antonio trema davvero dopo aver perso molto male queste 2 partite in trasferta.

    I texani provano a stare davanti in avvio di match (13-5), ma i padroni di casa riordinano le idee e riescono a chiudere il primo quarto in parità (26-26) anche grazie all’apporto di Kendrick Perkins autore di 10 punti, cosa inconsueta per il centro dei Thunder che predilige la difesa all’attacco.

    Nel secondo periodo si assiste al repeat di gara 3: gli Spurs vanno subito in difficoltà e segnano solo 5 punti in 7 minuti di gioco ed Oklahoma City si prende la leadership del risultato arrivando sul +12 all’intervallo lungo (55-43) dopo un canestro da 3 punti annullato giustamente a Leonard che rilascia il pallone quando il tempo è ormai scaduto.

    I Thunder portano il divario sul +15 ad inizio ripresa (68-53) poi, dal baratro, i neroargento riemergono prepotentemente piazzando un parziale di 18-5 (frutto di una bella sfuriata in panchina di coach Popovich durante un timeout) che li porta sul -2 (73-71).

    Kevin Durant, Oklahoma City Thunder | © Ronald Martinez/Getty Images

    Gli ospiti però devono ancora fare i conti con il talento di Kevin Durant: il 23enne fenomeno dei Thunder nell’ultimo quarto segna la metà dei suoi punti totali (18 sui 36 complessivi) rintuzzando ogni volta le residue chance degli Spurs di pareggiare l’incontro o quantomeno di restare in scia per piazzare la zampata finale. Durant segna 16 punti consecutivi per Oklahoma City (in appena 7 minuti) diventando letteralmente immarcabile e punendo la difesa texana con canestri tutti diversi tra loro che mettono ancora più in evidenza la sua capacità di segnare da ogni posizione ed in ogni modo. Inutili così le triple finali di Leonard che servono solo per avere un margine di scarto in punti molto minore di quanto in realtà avrebbe dovuto essere quello reale.

    Durant domina la gara segnando 36 punti ed aggiungendo anche 6 rimbalzi ed 8 assist, a sorpresa a contribuire al successo ci sono le prestazioni mostruose di Perkins ed Ibaka autori rispettivamente di 15 e 26 punti (per il congolese di passaporto spagnolo è career high) che sopperiscono alle mancanze di Westbrook (solo 7 punti) ed Harden (11 punti). Gli Spurs vengono spazzati via nonostante un Tim Duncan da 21 punti ed un positivissimo Leonard che ne piazza 17. Prestazioni anonime invece per Parker e Ginobili ( 12 punti per il francese, 13 per l’argentino), apparsi però non al meglio.

    La serie si sposta a San Antonio per gara 5 che può essere considerata davvero cruciale per il prosieguo della sfida: gli Spurs dovranno necessariamente proteggere il vantaggio del fattore campo, con ogni mezzo ed in ogni modo, i Thunder invece sembrano aver preso in mano l’inerzia della serie e sono favoriti per l’accesso alla Finale NBA, ma dovranno portare via il successo dal parquet dei neroargento. Gara tutta da vedere e da vivere fino in fondo!

    RISULTATI FINALI CONFERENCE NBA PLAYOFF 2012, 2 giugno:

    Oklahoma City Thunder-San Antonio Spurs 109-103
    Okl: Durant 36, Ibaka 26, Perkins 15
    S.A.: Duncan 21, Leonard 17, Ginobili 13

    LE SFIDE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Eastern Conference:

    2) Miami Heat vs 4) Boston Celtics serie 2-1 Heat

    Western Conference:

    1) San Antonio Spurs vs 2) Oklahoma City Thunder serie 2-2

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 5:

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