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  • NBA: ancora down i Celtics ed up i Rockets. Reportage delle partite del 18/10/2017

    NBA: ancora down i Celtics ed up i Rockets. Reportage delle partite del 18/10/2017

    Nella seconda giornata della Season Regular NBA 2017/18, in cui Belinelli e i suoi Atlanta Hawks hanno battuto i Dallas Mavericks, si sono disputate altre dieci partite.

    San Antonio Spurs – Minnesota Timberwolves 107-99

    I San Antonio Spurs, orfani degli infortunati Tony Parker e soprattutto di Kawhi Leonard, debuttano in casa con l’obiettivo stagionale di confermarsi ancora una volta tra i pretendenti al titolo. Lo fanno incontrando i giovanissimi Minnesota Timberwolves, che invece vogliono mostrare di essere ormai esplosi e pronti a fare qualcosa di più grande.

    La vittoria va ai San Antonio Spurs, non senza difficoltà, guidati da un LaMarcus Alridge che realizza 25 punti e prende 10 rimbalzi, sicuramente motivato dal fresco rinnovo contrattuale. Logicamente è il sistema di Gregg Popovich che funziona sempre bene, e lo fa grazie ad un Danny Green da 17 punti (3/7 al tiro da 3 punti), ad un ottimo  esordio da titolare di Dejounte Murray con 16 punti, ad un panchinaro di eccellenza come Rudy Gay (14 punti e 5 rimabalzi), infine grazie all’esperienza in campo di Pau Gasol.

    I Minnesota Timberwolves dimostrano di saperci fare, seppur mancando ancora di certezze. Andrew Wiggins realizza 26 punti, con un inaspettato 4 su 6 al tiro da 3, al quale accompagna 5 rimbalzi.  Karl-Anthony Towns è sempre la, pronto ad essere il Centro del futuro, per lui i punti sono 18 e 13 i rimbalzi. Discreto l’esordio di Jimmy Butler autore di 12 punti.

    Destroit Pistons – Charlotte Hornets 102-90

    Nella notte in cui viene inaugurato da Eminem, Kid Rock e Big Sean, la Little Ceasars Arena, il nuovo campo da gioco dei Detroit Pistons, i padroni di casa festeggiano con una facile vittoria. A guidare la vittoria è Tobias Harris, che parte col botto realizzando nel primo quarto ben 17 punti, su quelli che poi saranno 27 totali, a cui agigungerà 10 rimbalzi. Buona prestazione di Andre Drummond, da 8 punti e 13 rimbalzi, ma per i padroni di casa è stato anche decisivo, oltre ai 10 assist di Reggie Jackson, i 16 punti di Langston Galloway e i 13 di Henry Ellenson.

    Per gli Charlotte Hornets limitato in attacco ma positivo l’esordio di Dwight Howard, che registra 10 punti, 15 rimbalzi e 2 stoppate, anche se il leader della squadra è indubbiamente Kemba Wlaker, autore di 24 punti e 6 rimbalzi. Hanno molti nomi ancora da schierare, ma avranno anche molto da lavorare.

    Indiana Pacers – Brookyln Nets 140-131

    Ad Indianapolis inizia l’era del Post-George, lo fa nel migliore dei modi, con una vittoria a piene mani, in cui ben 8 giocatori vanno a referto in doppia cifra. Si segna tanto gli Indiana Pacers sono quasi sempre avanti, top scorer della squadra di casa, ma per un pelo, è Victor Oladipo, autore di 22 punti a cui accompagna tra l’altro 4 palle rubate. Le doppie doppie si sprecano, segnano 21 punti sia Darren Collison che Myles Turner, il primo con 11 assist, il secondo con 14 rimbalzi e 4 stoppate. 11 i rimbalzi di Thaddeus Young il quale realizza anche 17 punti. Ottima anche la panchina per la squadra di casa, a partire dal figlio di Arvydas Sabonis, Domantas Sabonis segna 16 punti, gli stessi di Lance Stephenson.

    Si vedono belle cose anche da parte dei Brooklyn Nets, in particolare un D’Angelo Russel autore di 30 punti, è quasi invisibile Timofey Mozgov, mentre Trevor Booker va in doppia doppia con 20 punti e 10 rimbalzi. Vicino alla doppia doppia anche Demarre Carrol con 10 punti e 9 rimbalzi. Brutta tegola infine per gli ospiti, Jeremy Lin, autore fino a quel momento di 18 punti, si infortuna nell’ultimo quarto.

    Orlando Magic – Miami Heat 116-109

    Partita a fase alternata quella tra gli Orlando Magic ed i Miami Heat, dopo un primo tempo quasi tutto dominato dagli ospiti, con un Hassan Whiteside in stato di graziea, da 26 punti e 22 rimbalzi, sembra così aver trovato il suo posto nella NBA. Nel secondo vi è il dominio dei padroni di casa, in una vittoria corale, tra cui spicca Nikola Vucevic con 19 punti e 13 rimbalzi, oltre al top scorer Evan Fournier autore di 23 punti, che rimanda indietro l’attacco degli Heat e da la vittoria ai Magic.

    Probabilmente due squadre che nel campionato NBA avranno poco da dire.

    Washington Wizards – Philadelphia 76ers 120-115

    A Washington si è giocata la prima partita della scommessa dei giovani, con in campo nella stessa squadra le prime due prime scelte degli ultimi due anni: Ben Simmons e Markelle Fultz, che insieme a Joel Embiid fanno probabilmente, in prospettiva, il trio più temibile del futuro. A parte ciò, i Wizards incassano la prima vittoria stagione, con il solito John Wall, da 28 punti, 8 assist e 5 rimbalzi, con un Breadly Beal da 25 punti ed un Marcin Gortat da 17 rimnbalzi oltre che 11 punti. I 76ers hanno dimostrato già di voler dire la loro, con un Ben Simmons da 18 punti e 10 assist, il rookie Markelle Fultz da soli 10 punti, un Joel Embiid da 18 punti e 13 rimbalzi, ma soprattutto con l’exploit di un Robert Covington da 29 punti ed un pauroso 7/11 al tiro da 3 punti. Bella partita, chiusa in realtà solo a 15 secondi dalla fine con l’errore da 3 di J.J. Redick.

    Boston Celtics – Milwaukee Bucks 100-108

    Il campionato è iniziato da meno di due giorni e già non è un buon momento per i Boston Celtics che dopo la sconfitta con i Cleveland Cavaliers e l’infortunio di Hayward, subiscono già la prima sconfitta casalinga.
    I Celtics reggono bene, dopo un -7 riescono a far segnare anche un +5, ma è un finale tutto a favore dei Milwaukee Bucks, che guidati da Giannis Antetokounmpo autore nel totale di 37 punti, di cui 16 solo nell’ultimo quarto,  accompagnati da 13 rimbalzi, piazzano un parziale di 11-1 e chiudono definitvamente con il tiro da tre punti di Matthew Dellavedova, autore di 15 punti. Ottimo anche l’apporto di Malcom Brogdon che realizza 19 punti e di Khris Middleton che con 15 punti e 9 rimbalzi non va in doppia doppia per un pelo.
    Dal lato dei Boston Celtics deve ancora ambientarsi Kyrie Irving, 17 punti e solo 4 assist per lui, ma soprattutto un pessimo 7/25 al tiro. Jayson Tatum si trova meno a suo agio della gara d’esordio, mentre a guidare ancora una volta le fila è Jaylen Brown, miglior realizzatore dei suoi con 18 punti. Infine sembra ancora non esplodere Al Horford.

    Memphis Grizzlies – New Orleans Pelicans 103-91

    A Memphis ieri notte è stata evidenziata una certezza, a parte le due torri in casa Pelicans c’è il vuoto e non basta dominare il primo quarto per vincere una partita. Non bastano i 33 punti e 18 rimbalzi di Anthony Davis, nè o 28 punti, 10 rimbalzi e 7 stoppate di DeMarcus Cousins, non bastano se in due si segna più del resto della squadra e se dalla panchina arrivano in totale 8 punti, specie se Jrue Holiday segna 4 punti in tutto facendo 2/11 dal campo.
    Lo dimostrano i Grizzlies che danno la squadra in mano a Mike Conley, realizzatore di 27 punti con un ottimo 9/15 al tiro, ma che lo fanno accompagnare da Marc Gasol che produce una doppia doppia da 14 punti ed 11 rimbalzi, e fanno uscire dalla panchina un rookie come Dillon Brooks esordisce scrivendo nel suo taccuino 19 punti.

    Utah Jazz – Denver Nuggets 106-96

    I Nuggets incassano subito una sconfitta e lo fanno dopo una partenza a razzo ed un dominio quasi perenne tra secondo e terzo quarto, con un +9, sul 49-58, alla fine del primo tempo.
    Chi è che cambia le sorti in campo è Alec Burks, che tra il terzo ed il quarto quarto segna 12 dei suoi 16 punti totali. Chi invece regge per tutta la partita è Rudy Gobert, che va in doppia doppia con 18 punti e 10 rimbalzi, mentre all’esordio in maglia Jazz Ricky Rubio si fa notare per i suoi 10 assist.
    Da Denver si è visto un Willie Burton, 23 punti,  che diventa miglior realizzatore partendo dalla panchina, Nikola Jokic che tira male realizzando solo 7 punti, ma contribuisce con 12 rimbalzi e 8 assist, mentre Paul Millsap realizza 19 punti e prende 6 rimbalzi seppur ancora debba adattarsi.

    Phoenix Suns – Portland Trail Blazers 76-124

    E’ un massacro quello subito dai Phoenix Suns per mano dei Portland Trail Blazers, lo dicono i numeri e le giocate nel campo, lo dicono i 48 punti di scarto tra le due compagini, nuovo record per una sconfitta nella gara di esordio stagionale, lo dice il libro dei record negativi dei Suns. Tutto ciò, corredato dall’assenza di C.J. McCollum tra gli avversari, fa presagire una brutta annata per i Suns, una squadra nella quale i giocatori non sembrano per nulla essere a proprio agio tra di loro. La chiara dimostrazione arriva guardano Eric Bledsoe, che con soli 15 punti e soli 3 assist è il migliore in entrambe le statistiche.
    Dal lato di Portland invece le cose sembrano facili, il leader Damian Lillard scrive 27 punti, 5 rimbalzi e 5 assist, dalla panchina esce Pat Connaughton e fa il record in carriera con 24 punti, Al-Farouq Aminu raccoglie 12 rimbalzi, 11 come i punti sono quelli di Jusuf Nurkic. Oltre questo non c’è altro da dire, il risultato finale dice tutto.

    Sacramento Kings – Houston Rockets 100-105

    Non poteva essere migliore l’avvio di stagione degli Houston Rockets che dopo aver battuto i Golden State Warrios fanno registrare già la loro seconda vittoria, nonostante Chris Paul non tocchi il campo da gioco.
    A pensarci è sempre James Harden, nuovamente a segno con 27 punti, ma soprattutto con 3 pesantissime triple nell’ultimo quarto. Ancora una volta lo segue bene Eric Gordon, che realizza 25 punti con 4 triple, ed infine esce fuori Clint Capela che segna 22 punti e prende 17 rimbalzi.
    Ai Kings è mancata la convinzione di potercela fare, ma i due lunghi Willie Cauley-Stein autore di 21 punti e 10 rimbalzi e Skal Labissiere (12 punti e 10 rimbalzi) hanno dimostrato che in ottica futura nel reparto avranno qualcosa da dire. Buona la prestazione di Buddy Hield con i suoi 19 punti, ma soprattutto ottimo l’esordio del rookie De’Aaron Fox che segna nel suo tabellino 14 punti partendo dalla panchina.
    Gli Houston Rockets quest’anno ce la metteranno tutta, e batterli non sembra sarà così facile.

     

     

  • Italians do it better: Sacramento Kings

    Italians do it better: Sacramento Kings

    Cominciamo il nostro racconto della squadre Nba che vedono coinvolti i nostri portabandiera della palla a spicchi, analizzando la campagna acquisti e il roster di una formazione che saprà essere assoluta protagonista della lotta playoff: i Sacramento Kings.

    La squadra di Vlade Divac, il quale dopo le grandi stagione da giocatori si sta ritagliando un ruolo di assoluto valore come Gm nella lega, ha svolto un ruolo da assoluta protagonista portando in California molti pezzi pregiati della free agency 2015, uno di questi è senza dubbio Marco Belinelli.

    Quello che spesso è stato considerato il “meno dotato” dei tre fenomeni italiani, sicuramente al suo arrivo in Nba gli occhi erano puntati sulla prima scelta Bargnani e sull’impatto che stava già avendo a livello europeo Gallinari, si presenta alla corte di Coach George Karl con un esperienza da campione Nba vissuta in una franchigia come i che lo hanno fatto crescere diventando un autentica sentenza dall’arco dei 3 punti.

    Il contratto strappato in estate lo porterà ad essere uno dei punti fondamentali delle rotazioni Kings, sia partendo negli starting five sia uscendo dalla panchina; starà al nativo di San Giovanni Persiceto dimostrare che la crescita sotto la tutela degli speroni lo ha fatto diventare finalmente un elemento di spicco in questa franchigia.

    Il bombardiere italiano però non è la sola faccia nuova di una formazione che per ritornare ai fasti dei primi anni del millennio, quando il pubblico di Sacramento si emozionava per le giocata di Webber, Christie e Bibby. Si perché intorno al confermatissimo Cousin, il quale dovrà dimostrare di essere a pieno diritto uno dei migliori centri della lega tralasciando quei limiti caratteriali che troppo spesso  lo hanno coinvolto nei suoi anni in Nba, e il poliedrico e talentuoso Rudy Gay autentica stelle della squadra è arrivato un altro ex campione Nba Rajon Rondo.

    Per Rondo questa suona molto come l’ultima chiamata di rilancio di una carriera che dopo gli anni a Boston dove il play con il numero 9 aveva il compito di accendere le micce da fuoco di giocatori come Ray Allen, Paul Pierce e Kevin Garnett; ha visto un brusco ridimensionamento nella corta esperienza con i Mavs dove il talento di Rondo non è mai emerso e la squadra dal suo arrivo ha subito una crisi profondissima.

    rondo

    Rondo, Gay, Cousin, Belinelli e Maclemore sarebbe gia un quintetto ottimo in vista dei playoff ma Divac non ha finito qui e si è accaparrato le prestazioni di due ottimi comprimari come Caron Butler, capace di portare molti punti in uscita dalla panchina, e il greco Kosta Koufos lungo capace anche di giocare in posizione 4 e di creare una gran coppia sotto i canestri con il suddetto Cousin.

    Tanti giocatori d’esperienza e con tanti punti nelle mani ma probabilmente il più interessante nuovo arrivato in prospettiva è l’arrivo dal draft di Willie Cauley-Stein, un 4-5 con le mani dolci che potrà essere un ottimo alternativa nei giochi di Coach Karl.

    Un allenatore importante, un organico importante che mischia ardore giovanile ed esperienza con tanti punti nelle mani gli ingredienti per la lotta playoff ci sono tutti ora sta ai King riportare la postseason alla vecchia Arco Arena.

  • Nba, Prove da playoff tra Indiana e Miami. New York passa a Sacramento

    Nba, Prove da playoff tra Indiana e Miami. New York passa a Sacramento

    Nel loro terzo incontro stagionale Indiana vince il match contro Miami 84-83 dando un anticipo di quello che vedremo nei playoff NBA. La partita più che di qualità è stata un vero campo di battaglia senza esclusione di colpi dove le due squadre si sono affrontate soprattutto sotto l’aspetto fisico. Con la vittoria di ieri sera al Bankers Life Fieldhouse, Indiana conquista il suo secondo titolo consecutivo per la Central Divison cercando ora di chiudere la pratica per il primo posto che adesso si fa sempre più vicino.

    Era chiaro già dal pre-partita che il match non sarebbe stato un incontro “normale” e non poteva essere altrimenti: Paul George guardia dei Pacers porta in rialzo il punteggio con 23 punti, otto rimbalzi e quattro assist mentre con 21 punti Roy Hibbert ha avuto il suo miglior gioco offensivo di questo mese. Non dimentichiamo l’uomo partita David West che con 13 punti e nove rimbalzi ha portato i suoi Pacers alla vittoria a 50 secondi dalla fine con un 3-pointer. Per i Miami non è bastato un LeBron in forma strepitosa con 38 punti di cui quota 30 già nel terzo quarto(il suo 25° in partita per questa stagione). Neanche Dwyane Wade che ha lasciato la partita nei minuti finali per un problema fisico è riuscito a portare alla doppia cifra i suoi Heat senza contare le 6 palle perse ciascuno dalla coppia d’attacco.

    Indiana esulta dopo la vittoria|Foto Twitter
    Indiana esulta dopo la vittoria|Foto Twitter

    Per i New York Knicks reduci dalla sconfitta contro i Lakers 127-96 ci potrebbero essere possibilità di risalita nella classifica dopo la vittoria ieri sera in casa dei Sacramento Kings 107-99. Determinati alla vittoria i Knicks partono subito con JR Smith che porta in cassa 29 punti su 19 tiri ed eguaglia il record per il maggior numero di canestri da tre in una partita. New York nonostante il vantaggio di 63-48 alla fine del primo tempo rischia la beffa facendosi rimontare dai Kings con un +24 a nove minuti dalla fine del match sostenuti da un Cousins in serata speciale. Ma a differenza di martedì usciti dal timeout Smith & company danno le risposte dovute. Carmelo Anthony segna 8 dei suoi 36 punti proprio nel quarto tempo e mentre i Kings spengono definitivamente il loro gioco l’ennesima tripla di Smith e Stoudemire portano a casa una vittoria importantissima. Ora New York si trova a due lunghezze da Atlanta che perde la sua quarta partita di fila.

  • NBA: I Sacramento Kings presentano il nuovo Sport Center

    NBA: I Sacramento Kings presentano il nuovo Sport Center

    L’Arena dei Sacramento Kings sta finalmente prendendo forma, almeno virtualmente. Dopo sei mesi di workshop, municipi, open house, focus group e  molteplici  consultazioni ricevute da oltre  20.000 “Sacramentans” finalmente si è potuto vedere il primo rendering del nuovo Sport Center, ed il risultato è davvero innovativo.

    L’Arena si presenta con un design che celebra al meglio la città di Sacramento unito ad un misto di innovazione ambiente e tecnologia.L’esterno sarà composto da una serie di pannelli ondulati che daranno un’aspetto unico tra le varie sedi NBA, dove verranno utilizzati materiali che spazieranno dal vetro all’alluminio riciclato rappresentando in questo modo il “tessuto” della California del Nord.

    Sacramento Kings | ©  Scott Halleran / Getty Images
    Sacramento Kings | © Scott Halleran / Getty Images

    L’interno che sarà progettato da AECOM azienda numero nella progettazione  avrà un  enorme tabellone  simile a quello dello Houston Toyota Center e dell’ Indiana Bankers Life Fieldhouse, delle zone molto spaziose dove sarà possibile vedere comodamente il campo da gioco da ogni posizione. Vi sarà  un’ imponente entrata ad accogliere i visitatori  con dimensioni  50 x 150 metri molto simile allo stile di progettazione utilizzato per il Barclays Center di Brooklyn , NY. “Quando abbiamo comprato i Sacramento Kings , ci siamo impegnati  con la NBA e la gente di Sacramento per   la costruzione di una nuova arena ,  che fosse anche un luogo di intrattenimento a livello mondiale , un’arena pensata per il 21 ° secolo , ” ha detto il proprietario Kings Vivek Ranadive . La nuova Arena avrà un costo stimato sui 448 milioni di dollari  di cui 190 arriveranno dalla società di basket. I lavori inizieranno questa estate, con previsione di apertura della nuova sede per il 2016. Un progetto che celebrerà la città per  offrire un’esperienza unica ai fan dei Kings.

  • NBA: Gallinari all’ultimo secondo, Chicago ok

    NBA: Gallinari all’ultimo secondo, Chicago ok

    Sette le partite Nba giocate nella notte italiana. Come preventivato alla vigilia, Gallinari e Belinelli hanno entrambi portato a casa la vittoria. Se per Beli il compito contro Charlotte era comunque semplice, il Gallo ha dovuto aspettare gli ultimi cinque decimi dell’incontro prima di esultare, dopo aver messo a referto 27 punti. Negli altri incontri, vittoria facile dei Nets sui Magic, così come quella dei Warriors in trasferta sul parquet di Toronto. Ha invece stupito un po’ tutti la clamorosa affermazione esterna dei Rockets di James Harden contro Utah, che in stagione aveva perso in casa soltanto quattro volte. Successi esterni anche per i Grizzlies di Marc Gasol e Rudy Gay (battuti i Sixers), e i Kings, che ringraziano Isaiah Thomas per il canestro decisivo nella vittoria sui Wizards.

    Denver Nuggets – Indiana Pacers 102-101, Gallinari c’è

    Un finale di gara pazzesco ha visto Denver riuscire a superare Indiana grazie al tiro libero realizzato da Iguodala a cinque decimi dalla sirena. Protagonista in negativo per gli ospiti Paul George, che prima si fa soffiare da Iguodala il pallone dalle mani, e poi va a commettere fallo sullo stesso giocatore di Denver con il cronometro che segna cinque decimi, portando di fatto la sua squadra ad una sconfitta certa. Insieme a Iguodala, anche il nostro Danilo Gallinari ha recitato un ruolo fondamentale nel successo dei Nuggets di questa sera. Il Gallo è stato il top scorer dei suoi con 27 punti, nove in più di Ty Lawson, secondo miglior realizzatore di Denver.

    Chicago Bulls – Charlotte Bobcats 93-85, Noah come Rodman

    Vince ancora Chicago | ©Jared Wickerham/Getty Images
    Vince ancora Chicago | ©Jared Wickerham/Getty Images

    Nella facile vittoria di Chicago sui Bobcats si registra l’ennesima grande serata di Joakim Noah, che per la quarta partita di fila cattura almeno 15 rimbalzi. Chi fu l’ultimo giocatore dei Bulls a riuscirci? Un certo Rodman. Noah ha concluso la serata con 13 punti, 18 rimbalzi, 7 assist e 5 stoppate. Sempre nella sfida di stanotte il pubblico dello United Center ha riabbracciato Luol Deng, assente per cinque gare consecutive. Il rientro in campo di Luol è stato positivo, avendo giocato 31 minuti e segnato 12 punti. Ma bisogna parlare anche del career-high di Jimmy Butler con 19 punti messi a referto, a cui si aggiungono i 15 di Nate Robinson, mentre Carlos Boozer si ferma a 13. Per il nostro Marco Belinelli due canestri nei quindici minuti concessi da coach Thibodeau.

    Utah Jazz – Houston Rockets 80-125, Barbanera + squadra

    Pazzesca vittoria dei Rockets sul parquet dei Jazz, quest’ultimi reduci da 6 vittorie interne di fila. Impressionante prova di forza della squadra capitanata da James Harden, ancora una volta top scorer dei suoi con 25 punti. Ma stavolta a funzionare è tutto il collettivo. Dopo Harden infatti sono da contare i 19 rimbalzi di Asik, i sette assist di Jeremy Lin e le quattro triple a testa per Morris (16) e Delfino (14), entrambi partiti dalla panchina. Utah dovrà dimenticare in fretta questa pesante sconfitta, nella quale l’unico a salvarsi è stato Al Jefferson con 10 punti, 8 rimbalzi e 3 assist.

    Toronto Raptors – Golden State Warriors 102-114, bentornati

    Stavolta ai Raptors non riesce il miracolo e sono costretti a cedere di fronte al proprio pubblico contro avversari sulla carta più forti. Quegli avversari sono i Warriors di David Lee (21) e Stephen Curry (17), gli stessi che hanno battuto di recente Oklahoma e Clippers per poi perdere le ultime due partite contro Bulls e Bucks. Riprende quindi il cammino di Golden State, bloccatosi all’Oracle Arena il 24 gennaio scorso, consapevole che da qui fino al termine della stagione regolare non sono più ammesse pause di riflessione se l’obiettivo è quello di entrare nei play-off. Non è stata comunque una partita tutta rose e fiore per i Warriors, che hanno sì salutato il ritorno in campo di Andrew Bogut dopo un’assenza durata 38 gare, ma hanno anche dovuto fare i conti con l’uscita dal parquet per infortunio di Stephen Curry nel terzo quarto, che ha accusato un dolore alla caviglia destra. Al momento non si hanno notizie ulteriori in merito, ma  con ogni probabilità Curry dovrà saltare la prossima partita contro Cleveland. Da segnalare infine, tra i padroni di casa, il career high di Aaron Gray con i suoi 22 punti, a cui ha aggiunto anche 10 rimbalzi.

    Philadelphia 76 ers – Memphis Grizzlies 100-103, Rudy Gay

    Dopo il successo della notte prima contro i Knicks, i Sixers incappano subito in una nuova sconfitta. A Philadelphia infatti sono i Grizzlies a vincere, grazie al canestro decisivo di Rudy Gay (26) quando mancavano 13 secondi allo scadere. Prestazione da incorniciare anche per Marc Gasol, che mette a referto 27 punti, 7 rimbalzi e 7 assist, oltre ad una stoppata terrificante sul povero Nick Young, che aveva in mano il pallone del possibile sorpasso sulla sirena.

    Washington Wizards – Sacramento Kings 94-96, last second

    Battuta d’arresto per i Wizards, che perdono in casa a sorpresa contro i Kings. L’eroe della serata per gli ospiti è sicuramente Isaiah Thomas, autore del canestro decisivo all’ultimo secondo dopo una bella penetrazione da destra. Alla fine Thomas chiude con 22 punti e 7 assist, rendendo così inutile la maiuscola prestazione di Okafor e del suo season-best (23 punti, 15 rimbalzi), a cui vanno sommati anche i 19 punti di John Wall.

    Brooklyn Nets – Orlando Magic 97-77, Deron Williams

    Ritorno alla vittoria per Brooklyn. Come pronosticato alla vigilia, i Nets hanno avuto vita facile contro i Magic, giunti alla loro sesta sconfitta consecutiva. Con questo successo gli uomini di coach P.J. Carlesimo incrementano la striscia positiva casalinga ad otto gare. Questa sera ha giocato un ruolo fondamentale Deron Williams, autore di 20 punti e 9 assist. Brooklyn nel mese di gennaio ha vinto 11 partite, eguagliando così il record della franchigia, e mercoledì contro Miami può addirittura ritoccarlo.

    Classifica Eastern Conference

    1. Heat 28-13
    2. Knicks 27-15
    3. Bulls 27-17
    4. Nets 27-18
    5. Pacers 26-19
    6. Hawks 25-19
    7. Bucks 23-19
    8. Celtics 21-23
    9. Sixers 18-26
    10. Pistons 17-27
    11. Raptors 16-29
    12. Magic 14-30
    13. Cavaliers 13-32
    14. Wizards 11-32
    15. Bobcats 11-33

    Classifica Western Conference

    1. Spurs 36-11
    2. Thunder 34-11
    3. Clippers 33-13
    4. Grizzlies 29-15
    5. Warriors 27-17
    6. Nuggets 28-18
    7. Jazz 24-21
    8. Rockets 25-22
    9. Blazers 22-22
    10. Lakers 19-25
    11. Mavericks 19-25
    12. Timberwolves 17-24
    13. Kings 17-29
    14. Hornets 15-29
    15. Suns 15-30
  • NBA, Knicks ko a Indiana. Dallas torna alla vittoria, male Miami

    NBA, Knicks ko a Indiana. Dallas torna alla vittoria, male Miami

    PACERS – KNICKS 81-76: A Indianapolis mancava Carmelo Anthony, è vero,  ma New York e Pacers hanno giocatori tali da poter dire che l’assenza di Melo non si è poi fatta sentire così tanto, in termini di spettacolo si intende. Chiaro che i Knicks hanno perso qualcosa, se non di più, dalla squalifica del suo miglior giocatore, ma J.R. Smith  e Tyson Chandler potrebbero anche offendersi se glielo si dice. Senza parlare poi di Paul George, l’asso di Indiana, anche ieri protagonista assoluto con 24 punti (di cui 7 nel break 13-0 del quarto quarto, decisivo per il successo dei padroni di casa) e 11 rimbalzi, concludendo così in doppia doppia. Dicevamo comunque che chiaramente New York sentiva la mancanza di Anthony (secondo miglior realizzatore della lega), come testimonia d’altronde il risultato finale, con lo score più basso in questa stagione per i Knicks. Nonostante tutto, gli ospiti sono riusciti a rimanere aggrappati al match grazie ai 25 punti di J.R. Smith e i 15 rimbalzi di Chandler. Hanno giocato un fattore importante anche gli infortuni, con Marcus Camby costretto ad uscire nel secondo tempo dopo essersi infortunato nuovamente al piede sinistro, e Stoudemire frenato dai medici nel minutaggio (in campo solo 21 minuti). E’ anche vero però che a Indiana manca sempre Danny Granger. In classifica i Knicks conservano la seconda posizione (23-12) alle spalle degli Heat, mentre i Pacers si confermano terza forza (22-14) allungando il proprio vantaggio su Atlanta.

    Nel bene e nel male Vince Carter è l'uomo di Dallas | ©Stephen Dunn/Getty Images
    Nel bene e nel male Vince Carter è l’uomo di Dallas | ©Stephen Dunn/Getty Images

    KINGS – MAVERICKS 112-117 (OT): Nel bene e nel male è stata la grande serata di Vince Carter, protagonista nella rimonta di Dallas nel quarto periodo quando i Mavericks erano sotto anche di 11 punti, segnando dieci dei suoi 23 punti totali (il migliore dei suoi dietro solo O.J. Mayo con 24 punti). Proprio contro i Kings Carter ha anche scalato la classifica dei migliori finalizzatori di sempre, conquistando la 30^ piazza con oltre 21 mila punti, superando Hal Greer a quota 21,586. Ma non è tutto, perché Vince Carter ha fatto letteralmente impazzire DeMarcus Cousins sul perimetro, con il centro di Sacramento espulso ad inizio overtime per un pugno rifilato allo stesso Carter. I padroni di casa hanno dunque completato il perfetto suicidio sportivo, che nemmeno la tripla allo scadere di Thomas per il 101-101, la quale ha decretato l’overtime, è riuscita a scongiurare. Prestazione in fin dei conti positiva, nonostante le percentuali al tiro mediocri, quella di Dirk Nowitzki (17 punti 9 rimbalzi), con il tedesco che ha giocato oltre 40 minuti. Oltre a O.J. Mayo e Vince Carter, negli ospiti è da segnalare l’ottima prova di Shawn Marion, la cui freddezza al tiro libero è stata uno dei fattori che ha permesso a Dallas di interrompere la lunga serie di sconfitte. Esce invece a pezzi Sacramento, con i tifosi investiti dalla notizia di ieri secondo la quale la franchigia potrebbe essere trasferita a Seattle se Steve Ballmer completerà l’acquisizione dei Kings. I Kings in classifica restano dietro Dallas al terzultimo posto della Western Conference, con un record di 13-23.

    PORTLAND – MIAMI 92-90: Prosegue il momento no degli Heat, alla seconda L consecutiva (5-5 nelle ultime 10 partite), sebbene il primo posto nella Eastern Conference sia ancora il loro, anche grazie al ko dei Knicks ad Indianapolis. I Blazers invece confermano il momento di forma (7-3) particolarmente convincente, vincendo la loro 4 partita di fila, e scavalcando Denver nella Western Conference, che al momento li vede al settimo posto (20-15), immediatamente dietro Houston. A Portland termina anche la serie che vedeva LeBron James segnare almeno 20 punti da 54 partite consecutive (stasera il Prescelto si è fermato a 15 punti, nonostante abbia sfiorato la tripla doppia con 10 rimbalzi e 9 assist). Inutile una delle migliori prove stagionali di Chris Bosh, autore di 29 punti (13/18 da due), a cui si aggiungono anche i 18 punti di Wade e i 15 di Ray Allen dalla panchina. Per i padroni di casa fondamentale l’apporto di Batum (28 punti,  7 rimbalzi, 5 assist), che con un gioco da 3 punti ha impattato l’incontro sul 82-82 a quattro minuti dal termine. Con Portlando ancora sotto di 3 a un minuto dal termine, ci pensa poi Wesley Matthews a segnare la tripla del 88-88, per ripetersi a 26 secondi dalla fine con un altra bomba (91-90) riportando avanti i Blazers dopo la precedente schiacciata di Bosh. L’errore di Allen da tre a 10 secondi dal termine ed il tiro libero di Aldridge fanno il resto.

    NBA LA SCHIACCIATA DI J.R. SMITH A INDIANAPOLIS

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    NBA DEMARCUS COUSINS VS VINCE CARTER

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  • NBA, Lakers ko con Indiana. Houston demolisce Toronto

    NBA, Lakers ko con Indiana. Houston demolisce Toronto

    Nella notte NBA si sono disputate “solo” 5 gare. I Los Angeles Lakers incassano l’ottava sconfitta della stagione sul parquet amico dello Staples Center contro gli Indiana Pacers. Gialloviola sconfitti 79-77 nonostante i 40 punti di Kobe Bryant che segna più del resto dei compagni di squadra messi insieme catturando anche 10 rimbalzi. Black Mamba pareggia i conti con una tripla ma è George Hill (19 punti e 5 assist) poi a segnare il canestro della vittoria per i Pacers.

    Non basta un ottimo Andrea Bargnani da 21 punti e da 8/12 dal campo ai Toronto Raptors per evitare la sconfitta a Houston. I Rockets si impongono nettamente per 117-101 mandando in doppia cifra tutto il quintetto di partenza: in particolare doppia doppia per James Harden con 24 punti e 12 assist (e anche con 6 rimbalzi e 3 palle recuperate), per Jeremy Lin con 16 punti e 10 assist e per Omer Asik con 13 punti e 18 rimbalzi.Parsons e Patterson chiudono rispettivamente con 18 e 22 punti.

    Toronto Raptors v Houston Rockets
    Jeremy Lin e Andrea Bargnani © Scott Halleran/Getty Images

    Partita da punto a punto a Philadelphia dove i 76ers battono 100-98 i Dallas Mavericks grazie alle prestazioni maiuscole di Evan Turner (22 punti), Thaddeus Young (20 punti e 7 rimbalzi) e Jrue Holiday (18 punti e 7 assist). Per i texani, ancora orfani della sua stella Dirk Nowitzki, il top scorer è Chris Kaman (20 punti) seguito da Shawn Marion e Elton Brand (17 punti e 8 rimbalzi a testa). Infine vittorie esterne per i Phoenix Suns sul parquet dei Cleveland Cavaliers e dei Minnesota Timberwolves sul campo dei Sacramento Kings.

    RISULTATI NBA 27 NOV 2012

    Philadelphia 76ers – Dallas Mavericks 100-98
    Phi: Turner 22, Young 20, Holiday 18
    Dal: Kaman 20, Marion 17, Brand 17

    Cleveland Cavaliers – Phoenix Suns 78-91
    Cle: Varejao 20, Waiters 16, Gee 12
    Pho: Dragic 19, Beasley 15, Scola 14

    Houston Rockets – Toronto Raptors 117-101
    Hou: Harden 24, Patterson 22, Parsons 18
    Tor: Bargnani 21, Ross 19, Valanciunas 12, DeRozan 12, Calderon 12, Davis 12

    Sacramento Kings – Minnesota Timberwolves 89-97
    Sac: Cousins 20, Evans 20, Thornton 12, Thomas 12
    Min: Love 23, Ridnour 18, Pekovic 16

    Los Angeles Lakers – Indiana Pacers 77-79
    Lak: Bryant 40, Howard 17, Gasol 10
    Ind: Hill 19, West 16, George 12

  • NBA, cade New York i Lakers si rialzano

    NBA, cade New York i Lakers si rialzano

    Nella notte NBA i New York Knicks conoscono la loro prima sconfitta stagionale al FedEx Forum di Memphis. Dopo le 6 vittorie consecutive la franchigia della Grande Mela deve arrendersi 105-95 alla squadra che attualmente detiene il miglior record della Lega, i Grizzlies. Superlativi i due lunghi: il più giovane dei fratelli Gasol, Marc, e Zach Randolph che mettono a referto 24 punti e 7 rimbalzi e 20 punti e 15 rimbalzi a testa. Ai Knicks non bastano Melo Anthony e Raymond Felton.

    I Los Angeles Lakers del nuovo corso Mike D’Antoni (ancora non in panchina) si rialzano dopo la battuta d’arresto all’esordio contro i San Antonio Spurs. I californiani battono i Phoenix Suns 114-102 guidati dal solito Kobe Bryant autore di 31 punti coadiuvato dall’ apporto di Metta World Peace (22 punti) e dalle doppie doppie di Dwight Howard (18 punti e 12 rimbalzi) e Pau Gasol (16 punti e 10 rimbalzi).

    Kobe Bryant | © Brett Deering/Getty Images

    Riscatto immediato anche per gli Oklahoma City Thunder che sbancano New Orleans 110-95, sugli scudi Kevin Durant con 27 punti e 9 rimbalzi. Spettacolo tra Portland Trail Blazers e Houston Rockets: i texani sempre avanti durante i primi tre periodi costruiscono un buon vantaggio ma nell’ultimo quarto vengono ripresi dai padroni di casa grazie alle bombe (8/17 in due) di Batum (35 punti) e Lillard (27). Si va all’overtime con la franchigia dell’Oregon che mantiene il possesso di vantaggio. Ai Rockets non basta Harden autore di 29 punti, 6 rimbalzi e 6 assist). Vittorie anche per Philadelphia 76ers, Indiana Pacers, Orlando Magic, Golden State Warriors e Atlanta Hawks.

    RISULTATI NBA 16 novembre 2012

    Philadelphia 76ers – Utah Jazz 99-93
    Phi: Holiday 26, Richardson 20, Young 14
    Uta: Millsap 22, Jefferson 15, Carroll 17

    Indiana Pacers – Dallas Mavericks 103-83
    Ind: Hill 15, West 15, Hibbert 14, Young 14
    Dal: Mayo 19, Collison 10, Carter 10

    Detroit Pistons – Orlando Magic 106-110
    Det: Monroe 23, Prince 18, 14 Singler
    Orl: Redick 23, Afflalo 19, Davis 17

    New Orleans Hornets – Oklahoma City Thunder 95-110
    NO: Anderson 15, Lopez 12, Mason jr 11
    Okl: Durant 27, Martin 27, Ibaka 15

    Minnesota Timberwolves – Golden State Warriors 98-106
    Min: Williams 23, Shved 22, Kirilenko 18
    GS: Barnes 18, Lee 18, Curry 17

    Memphis Grizzlies – New York Knicks 105-95
    Mem: Gasol 24, Randolph 20, Gay 17
    NY: Anthony 20, Felton 18, Wallace 13

    Sacramento Kings – Atlanta Hawks 96-112
    Sac: Thompson 19, Thornton 17,  Evans 14
    Atl: Korver 22, Williams 21, Horford 20

    Portland Trail Blazers – Houston Rockets 119-117 (overtime)
    Por: Batum 35, Aldridge 29, Lillard 27
    Hou: Harden 29, Parsons 19, Asik 16, Morris 16

    Los Angeles Lakers – Phoenix Suns 114-102
    Lak: Bryant 31, World Peace 22, Howard 18
    Pho: Dragic 22, Scola 18, Beasley 14

  • NBA, esordio amaro per D’Antoni. Lakers ko con gli Spurs

    NBA, esordio amaro per D’Antoni. Lakers ko con gli Spurs

    Anche se non ancora in panchina, Mike D’Antoni bagna la sua prima da head coach dei Los Angeles Lakers con una sconfitta interna. Gli Spurs infatti sbancano lo Staples Center per 84-82 grazie ai soliti Tony Parker, autore di 19 punti e 7 assist a referto, e Tim Duncan (18 punti e 9 rimbalzi). Ma il canestro decisivo a pochi secondi dalla sirena lo mette Danny Green, una tripla che consente a San Antonio di superare i gialloviola e di incrementare il proprio record stagionale arrivato a 7 vittorie e una sola sconfitta con una striscia di 3 successi consecutivi. Non bastano i 28 punti di Kobe Bryant e i 13 di Dwight Howard (15 i rimbalzi per il centro ex Magic).

    Continuano a macinare vittorie su vittorie i New York Knicks di Mike Woodson, giunti ad un record nell’Atlantic Division della Eastern Conference di 5 successi unica franchigia NBA a non aver ancora perso, che battono sul parquet dell’Amway Center i padroni di casa degli Orlando Magic 99-89. Sugli scudi ancora una volta Carmelo Anthony con 25 punti e 8 rimbalzi, decisivi anche gli apporti di Raymond Felton e J.R. Smith con 21 punti a testa. Per i Magic buona la prestazione di J.J. Redick che mette 18 punti.

    Ottimo l’avvio dei Brooklyn Nets che nel nuovissimo Barclays Center portano a casa la quarta W stagionale trascinati da Deron Williams. L’ex play degli Utah Jazz mette a referto 26 punti conditi da 10 assist, cifre che permettono di battere i Cleveland Cavaliers. Ottimi gli apporti di Joe Johnson (25 punti e 6 assist) e di Brook Lopez (23 punti e 7 rimbalzi). Per la franchigia dell’Ohio a nulla servono le prestazioni eccellenti di Anderson Varejao (35 punti e 18 rimbalzi) e Kyle Irving (34 punti e 8 assist).

    San Antonio Spurs v Los Angeles Lakers
    Bryant in azione © Harry How/Getty Images

    Vincono per un soffio i Toronto Raptors di Andrea Bargnani che si fanno rimontare il cospicuo vantaggio di 11 punti accumulato nella gara nell’ultimo periodo dagli Indiana Pacers che poi mancano del sorpasso definitivo: 74-72 per la franchigia canadese in una gara segnata dalle basse percentuali al tiro di entrambe le squadre (36.1% per i Raptors, 32% per i Pacers). Bargani non brilla e chiude con soli 8 punti e 2 rimbalzi in quasi mezzora di gara.

    Infine vittorie agevoli per Portland e Charlotte: i Trail Blazers espugnano il parquet dei Sacramento Kings 103-86 mandando 5 uomini in doppia cifra per quanti riguarda la realizzazione di punti mentre i Bobcats battono i Washington Wizards per 92-76 grazie a Ramon Sessions autore di 21 punti. Lo strappo decisivo alla gara nel secondo periodo che consente alla franchigia di Michael Jordan di portare il proprio record in parità (3-3).

    RISULTATI NBA 14 novembre 2012

    Charlotte Bobcats – Washington Wizards 92-76
    Cha: Sessions 21, Walker 17, Kidd-Gilchrist 15
    Was: Ariza 19, Booker 8, Okafor 8, Beal 8

    Orlando Magic – New York Knicks 89-99
    Orl: Redick 18, Afflalo 13, Vucevic 12, Moore 12
    NY: Anthony 25, Felton 21, Smith 21

    Indiana Pacers – Toronto Raptors 72-74
    Ind: Hill 18, George 12, West 11
    Tor: DeRozan 15, Calderon 13, Kleiza 10

    Brooklyn Nets –  Cleveland Cavaliers 114-101
    Bro: Williams 26, Johnson 25, Lopez 23
    Cle: Varejao 35, Irving 34, Thompson 14

    Sacramento Kings – Portland Trail Blazers 86-103
    Sac: Johnson 16, Thornton 14, Fredette 13
    Por: Lillard 22, Aldridge 19, Matthews 18

    Los Angeles Lakers – San Antonio Spurs 82-84
    Lak: Bryant 28, Howard 13, World Peace 12
    SA: Parker 19, Duncan 18, Green 11

  • NBA Western Conference, Thunder e Lakers davanti a tutti

    NBA Western Conference, Thunder e Lakers davanti a tutti

    Dopo aver esaminato la Eastern Conference, passiamo in rassegna i team della Western Conference che da molti anni ormai si rivela molto più competitiva ed equilibrata rispetto a quella delle squadre poste ad Est della NBA. Questa l’analisi delle Division e delle franchigie che si apprestano a giocare nel campionato 2012/2013.

    SOUTHWEST DIVISION

    Dallas Mavericks: Gli ex campioni NBA si apprestano a disputare una stagione completamente (o quasi) rinnovati. Squadra più giovane ed inserimenti mirati come Darren Collison in regia, Kaman al centro dell’area, Elton Brand lungo di lusso dalla panchina e O.J. Mayo nel ruolo di guardia sperando che possa esplodere. L’avvio non sarà facile visto che i Mavs dovranno fare a meno per un pò di tempo del leader tedesco Nowitzki per alcuni problemi al ginocchio. Tuttavia Dallas può essere tranquillamente annoverata tra le squadre che parteciperanno ai playoff.

    Houston Rockets: Chi farà più fatica a conquistare un posto per la post season è Houston che al momento pare meno attrezzata per raggiungere questo obiettivo. Le fortune dei Rockets passeranno dalle mani di Jeremy Lin, fantastico nella scorsa annata ai Knicks fino a quando non si è infortunato. Ma il resto del team è troppo giovane ed inesperto per poter puntare in alto. Forse sarebbe meglio perdere qualche partita in più e puntare ai primi posti della Draft Lottery per poter continuare il processo di costruzione.

    Memphis Grizzlies: Squadra come al solito molto interessante e completa, che però potrebbe pagare la cessione di Mayo che dalla panchina portava sempre il suo discreto contributo (un pò come Harden ai Thunder). Memphis ha un grande settore lunghi e un back court completo e con la giusta dose di fortuna nessun traguardo pare vietato preventivamente. Rudy Gay è chiamato alla stagione della sua definitiva consacrazione.

    New Orleans Hornets: Gli Hornets sono in piena ricostruzione e tutto pare andare a gonfie vele visto che in un Draft ricco di talenti come quello del 2012 il team della Louisiana ha scelto davvero bene: Anthony Davis (il giocatore più simile a Dwight Howard) come prima scelta assoluta, a completare l’opera è arrivato Austin Rivers, figlio di Doc (coach di Boston) che ha già fatto intravedere lampi del suo talento. Anche il resto della squadra non è male e già in questo primo anno di rilancio si potranno avere buoni risultati. Ovviamente i playoff appaiono lontani ma gli Hornets, mattone dopo mattone, cercheranno di rientrare nei piani alti del basket NBA.

    San Antonio Spurs: Ultima grande occasione per i texani che proveranno ancora una volta l’assalto al titolo. Le potenzialità per vincere ci sono tutte ma vista l’alta età media dei giocatori chiave ci sarà bisogno del contributo di tutti per dare modo a Ginobili, Duncan e Parker di poter riposare ed essere più freschi al momento della post season. La squadra è molto competitiva e possiede una panchina profonda e lunga, vedremo molto presto cosa riusciranno a fare i neroargento.

    PACIFIC DIVISION

    Golden State Warriors: Team molto interessante questi Warriors, il quintetto titolare è di gran livello con Curry in regia, Thompson guardia tiratrice (atteso a progressi notevoli), il rookie Barnes come ala piccola (che se trova la mano dalla distanza diventa inarrestabile) e la coppia di lunghi David Lee-Andrew Bogut che potenzialmente appare devastante. Non c’è molto talento in panchina (a parte 2/3 cambi) e per questo Golden State probabilmente non potrà ambire ai playoff. Ma il futuro sorride a questa squadra dopo qualche anno al di sotto delle previsioni.

    Los Angeles Clippers: La squadra meno blasonata di Los Angeles dovrà provare ad alzare l’asticella degli obiettivi. Lo scorso anno fu semifinale di Conference ad Ovest con conseguente sconfitta pesante contro gli Spurs. Ora Chris Paul, Blake Griffin e compagni dovranno cercare di ottenere un risultato migliore ma non sarà facile nell’agguerrita Western Conference. Il talento c’è per poter puntare in alto, esperienza e gioventù si fondono in un bel mix ma servirà anche avere i nervi saldi nei momenti di difficoltà. Solo così si potrà arrivare in alto.

    Los Angeles Lakers: I gialloviola dopo la grande campagna acquisti del mercato estivo sono la più seria candidata della Western Conference (assieme ai Thunder ovviamente) alla Finale NBA: sono arrivati in rapida sequenza uno dei migliori playmaker del momento e della storia NBA come Steve Nash, un grande ricambio in panchina come Jamison ed il centro più forte della lega, ovvero Dwight Howard. Questi giocatori vanno a rinforzare un gruppo che già può contare sul fenomeno indiscusso Kobe Bryant, su Pau Gasol (una delle ali grandi più forti della NBA) e su World Peace (alias Ron Artest) rendendo il roster dei Lakers uno dei miglior e più competitivi. Non sarà facile battere Oklahoma City nel testa a testa che si svilupperà nella stagione ma Los Angeles ha dato un segnale forte alla NBA, chi vorrà vincere dovrà fare i conti (necessariamente) con questi Lakers che puntano decisamente al titolo dopo un paio di stagioni non all’altezza del loro blasone.

    Phoenix Suns: Restyling in casa Suns con i viola-arancio che si presentano ai nastri di partenza come una delle possibili sorprese della stagione. La squadra non ha delle vere e proprie “Stelle” considerando l’addio di Nash, ma un gruppo solido e valido in ogni reparto che potrà dare molto fastidio a tutti. L’obiettivo è quello di arrivare ai playoff, cosa non così sicura ma neanche impossibile. Beasley dovrà far vedere il suo vero potenziale, finora molto nascosto. Attenzione al rookie Marshall, playmaker che potrà diventare uno dei migliori della Lega.

    Sacramento Kings: La mina vagante della Western Conference. Finalmente, dopo una decina di anni di Draft Lottery, a Sacramento ci sono le basi per far bene.  La squadra è molto interessante ma soprattutto giovane e futuribile. A dare man forte sotto canestro ad un potenziale fenomeno come Cousins è arrivato Thomas Robinson dal Draft. In cabina di regia gran colpo con l’acquisto di Aaron Brooks che assieme ad Evans e Thornton promette scintille. Fredette dovrà elevare il suo rendimento, per completare questa squadra e renderla perfetta per l’approdo ai playoff serve un’ala piccola di livello, capace di segnare e difendere al tempo stesso. Ma a Sacramento possono guardare con fiducia al futuro, anche se il rischio di perdere la franchigia incombe sempre, dato che i Maloof (i proprietari dei Kings) non vogliono sborsare molti soldi per i rinnovi dei giocatori e per la costruzione della nuova Arena e da Seattle premono forte per acquistare una squadra talentuosa ed in rampa di lancio per ricreare i tanto rimpianti SuperSonics.

    Nba | foto tratta dal web

    NORTHWEST DIVISION

    Denver Nuggets: Il team di Danilo Gallinari punta deciso ai traguardi più alti ed in effetti nulla pare precluso a priori. Il “Gallo” ha attorno a sè compagni di alto livello come il play Ty Lawson, l’ala grande Faried (la vera sorpresa della scorsa stagione), il centro McGee (dal potenziale enorme ma dalla testa deficitaria), in più dai Sixers è arrivato un top player come Andre Iguodala (sacrificando un onesto comprimario come Afflalo ora ad Orlando). Chiaro dunque che le potenzialità dei Nuggets appaiono illimitate, considerando anche la panchina lunga, da sempre punto di forza della franchigia del Colorado. Per Denver sarebbe possibile anche l’approdo alla Finale di Conference se tutto procederà nel verso giusto.

    Minnesota Timberwolves: Reduci da una buona stagione nello scorso torneo, i Timberwolves sono chiamati a migliorarsi ed a centrare (dopo molti anni) la post season. L’obiettivo non pare poi così irraggiungibile anche se a Minneapolis la partenza sarà ad handicap visto l’infortunio alla mano di Kevin Love (che salterà sicuramente il primo mese di regular season) e la degenza di Rubio (che sta recuperando dall’infortunio al ginocchio che lo ha messo KO nello scorso campionato con i Timberwolves in lotta per un posto playoff). I loro recuperi saranno fondamentali per le fortune di Minnesota che in Estate ha completato il roster con le acquisizioni di Kirilenko e Brandon Roy, tornato nel grande basket dopo aver annunciato solo 12 mesi fa il suo ritiro dalla scena a soli 27 anni.

    Oklahoma City Thunder: Assieme ai Lakers la grande favorita dell’Ovest. Squadra giovanissima ma già vincente, assetto collaudato, talento a bizzeffe, a questi Thunder non manca proprio nulla per aggiudicarsi il titolo di campioni NBA. E’ cambiato poco rispetto all’ultima (quasi) trionfale annata (vista la sconfitta in Finale contro i Miami Heat di LeBron James), è arrivato Perry Jones III dal Draft, giocatore molto simile a Jeff Green, l’unico pezzo importante perso per strada del progetto vincente partito da Seattle nel 2007. Il gruppo è rimasto intatto e si sente unito e pronto a togliersi finalmente grandi soddisfazioni. Con un asso come Kevin Durant, al momento il secondo giocatore più forte della lega dopo James, nulla è precluso. Ibaka ha rinnovato il contratto ed a centro area dispenserà ancora una volta le sue stoppate, l’incognita è Harden che invece ha il contratto in scadenza e per esigenze di salary cap potrebbe essere piazzato a qualche altra squadra anche in corso di campionato per non perderlo a zero a luglio. Ma per il resto la corazzata Thunder è pronta a (ri)scrivere la storia.

    Portland Trail Blazers: Portland è in una fase delicata, di ricostruzione, e per questo non ci si potrà aspettare molto dai giovani Blazers. Tutto ciò che arriverà in questo campionato sarà solo un guadagno, in attesa di vedere una squadra vincente nell’immediato futuro. Attenzione al rookie Damian Lillard, un playmaker moderno dalle capacità illimitate.

    Utah Jazz: I progressi dei Jazz sono evidenti, la forza della squadra è indubbiamente il settore lunghi, con Jefferson, Millsap, Kanter e Favors che rappresentano quasi il meglio che si può trovare sotto canestro. Meno completo il back court. Ma le fortune della squadra dello Utah dovranno essere costruite nelle gare in trasferta, da sempre punto debole di questa franchigia, vista invece la difficoltà degli altri team a giocare a Salt Lake City, parquet quasi inespugnabile. Lotteranno per aggiudicarsi l’ultimo posto playoff.

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