Calciomercato Juve, Van Persie diventa l’obiettivo principale della dirigenza bianconera per la prossima stagione. Tutti i tabloid inglesi (Daily Mirror in testa) riferiscono dell’incontro tra l’entourage dell’attaccante olandese e il ds juventino Paratici, avvenuto la settimana scorsa a Londra. Secondo quanto riporta il Mirror, Paratici avrebbe proposto un contratto quadriennale da 5 milioni di sterline per il giocatore dell’Arsenal. Un investimento decisamente importante per un calciatore di 28 anni (ad agosto ne compie 29), che qualora firmasse per i bianconeri si ritroverebbe a percepire 6 milioni di euro all’età di 33 anni. In casa Juve è arrivato il momento di compiere quello step decisivo per diventare nuovamente il club che sul finire degli anni ’90 riusciva a dominare in Italia e nel mondo.
FAME VAN PERSIE – Nonostante abbia quasi 30 anni, il fuoriclasse olandese non ha ancora ottenuto nessun successo importante a livello internazionale, se si esclude la Coppa Uefa vinta nella stagione 2000-2001 con il Feyenoord. Dal suo arrivo a Londra infatti, Van Persie ha alzato in cielo soltanto due trofei (Community Shield e FA Cup). Anche per quest’anno l’Arsenal ha deluso ampiamente le aspettative, rimanendo sempre lontana dalle due squadre di Manchester. Fuori dalla Champions per opera del Milan, l’ambiente dei Gunners inizia a essere “stretto” per il calciatore olandese.
IN SCADENZA – Quale migliore occasione quindi per salutare la Premier e provare una nuova esperienza all’estero? L’Arsenal ha praticamente le mani legati, dal momento che il contratto dell’orange scade a giugno del 2013, e c’è il forte rischio che Wenger possa perdere a parametro zero il giocatore più rappresentativo della squadra (dopo la partenza di Fabregas la scorsa estate). In questo senso l’offerta della Juventus è ancora più interessante, perché 25 milioni di euro per un 29 enne in scadenza non sono affatto pochi.
ATTACCO STERILE – Van Persie andrebbe a sopperire la sterilità che ha colpito gli attaccanti juventini quest’anno. Sono infatti soltanto 18 (delle 57 totali) le reti arrivate dal reparto avanzato, se prendiamo in esame Matri, Del Piero, Vucini e Borriello. Il migliore è proprio l’ex cagliaritano, che da solo ha realizzato 10 gol, mentre Borriello è ancora fermo al palo.
Il Wigan batte a sorpresa in casa il Manchester United e riapre la corsa al titolo, oltre ad assicurarsi punti salvezza fondamentali. I Latics stendono i Red Devils con una partita fatta di generosità, grinta e tanta velocità messa in mostra dal tridente di attacco formato da Di Santo, Moses e Maloney.
Lo United parte con Rooney ed Hernandez in avanti come preannunciato alla vigilia, e in mezzo al campo al fianco di Carrick c’è Ryan Giggs e larghi sulle fasce Valencia e Young. Il match inizia e il Wigan prende subito l’iniziativa con gli uomini di Ferguson che non riescono a prendere il controllo del gioco e del pallone e iniziano a soffrire il movimento dell’attacco del Wigan. I padroni di casa nonostante la mole di gioca espressa riescono a rendersi pericolosi solo con una conclusione da fuori area di Maloney. Ferguson dopo 25 minuti abbassa Rooney sulla linea dei centrocampisti, zona del campo dove i suoi iniziavano a soffrire un po’ troppo e isola in avanti uno spento Hernandez. Al 28′ Moses si conquista un corner, dalla bandierina Maloney calcia una parabola a rientrare sulla quale lo stesso Moses si avventa e segna un gol apparentemente regolare che l’arbitro convalida ma il guardalinee annulla per una presunta carica ai danni di De Gea. Il primo tempo finisce sullo 0-0 e nel secondo si vede in campo Cleverley per lo United al posto di Young per dare un po’ la scossa, ma dopo appena 4 minuti dal rientro in campo il Wigan trova il gol del vantaggio con Maloney che segna un gran gol dal limite dell’area con un tiro a giro. Lo United è stordito e non reagisce, Ferguson prova a togliere un irriconoscibile Rooney per Nani e mette Welbeck per Hernandez ma il risultato non cambia, e il Wigan porta infondo una vittoria vitale per la propria classifica.
Roberto Mancini aveva dichiarato, dopo la sconfitta contro l’Arsenal, di crederci ancora e che lo United dopo 11 vittorie in 12 partite si doveva fermare prima o poi. E così è stato, e con la vittoria della sua squadra con un rotondo 4-0 contro il West Bromwich Albion si riporta a meno 5 dalla vetta e ancora con lo scontro diretto da giocare il 30 aprile in casa all’Etihad Stadium. Contro il WBA si rivede in campo dal primo minuto Carlitos Tevez a fare da partner di attacco al Kun Aguero e per il resto la formazione è confermata con i Silva e Nasri alle loro spalle. I Citizens tornano ad esprimersi dopo tanto tempo a buoni livelli e a trovare di nuovo la rete con facilità andando in vantaggio Aguero già al 5′ con una botta da fuori. La squadra di Mancini controlla il gioco e dopo una conclusione alle stelle di Tevez, trova il raddoppio ancora con Aguero che al 54′ imbeccato da Nasri mette il pallone alle spalle del portiere per il 2-0 segnando il suo diciannovesimo gol in campionato. La partita è ormai chiusa e dopo 5 minuti arriva il gol più atteso, quello di Tevez che servito da Aguero calcia di interno destro per il 3-0, e dopo appena 3′ arriva il quarto e ultimo gol dell’incontro con Silva che di fronte al portiere lo supera con un delizioso scavetto. Ora la seconda squadra di Manchester è a un virtuale meno 2 in classifica se vince lo scontro diretto in casa, ridando incertezza a un campionato che già domenica scorsa sembrava chiuso.
Le altre due gare in programma erano Wolverhampton-Arsenal e QPR-Swansea. I Gunners vincono facile al Molineux per 3-0, con reti di Van Persie che calcia un rigore con il cucchiaio, Walcott e Benayoun con un tiro secco dal limite. Gli uomini di Wenger sono riusciti nell’intento di staccare di 5 punti il Tottenham raggiungendo quota 64 punti in classifica, e condannando a una non matematica ma molto probabile retrocessione il Wolverhampton. A proposito di salvezza il QPR vince una partita fondamentale in casa contro lo Swansea e riesce a tirarsi fuori dalla zona caldissima grazie ai gol di Barton, Mackie e Buzsaki.
Si conclude stasera il quadro completo della trentatresima giornata di Premier League. Il calendario mette di fronte la capolista Manchester United sul campo del Wigan ed è quasi un testacoda con i Latics che galleggiano al penultimo posto in classifica con 28 punti. I Red Devils cercheranno di mantenere la distanza di sicurezza dal City schierando un 4-4-2 con in attacco Chicharito Hernandez e ovviamente l’insostituibile Rooney, già autore di 22 reti in campionato, e sugli esterni Young e Valencia, mentre in difesa Phil Jones dovrebbe essere ancora fuori lasciando spazio ad Evans al fianco di Rio Ferdinand.
I cugini del City sono impegnati in casa con il West Bromwich Albion di Roy Hodgson reduce dal 4-0 del weekend scorso contro il Sunderland. Roberto Mancini deve fare ovviamente a meno di Mario Balotelli che rischia una squalifica da record, e come sempre schiererà il suo 4-2-3-1 con Aguero solo in attacco con in appoggio Silva, Nasri e Johnson. Mancini ha dichiarato di crederci ancora e i Citizens proveranno a vincere tutte e sei le gare a disposizione conquistando 18 punti, che saranno sufficienti per vincere il campionato solo se lo United raccoglierà 9 punti da oggi alla fine della stagione, situazione che sembra pura utopia.
In chiave Champions League l’Arsenal sarà protagonista sul campo del Wolverhampton che sembra già sulla via della retrocessione, staccato di sette punti dalla salvezza e in piena crisi di risultati. I Gunners si trovano al terzo posto in classifica dopo il sorpasso al Tottenham e stasera proveranno ad allungare a più cinque sul quarto posto e per poter affrontare il finale di stagione con un po’ più di tranquillità dopo questa stagione fatta di alti e bassi. Wenger reduce dalla vittoria con il City ovviamente affiderà l’attacco a capitan Van Persie affiancato da Walcott e probabilmente Yossi Benayoun. L’altra partita in programma a chiudere la giornata sarà QPR, altro match decisivo per la salvezza con i Ranger alla disperata ricerca di punti.
Nel giorno di Pasqua probabilmente e’ stata messa la parola fine alla corsa al titolo di Premier League. I Red Devils volano a +8 in classifica con la vittoria odierna contro il QPR all’Old Trafford per 2-0, risultato che arriva in concomitanza con la sconfitta dei cugini sul campo dell’Arsenal.
Lo United si prende i tre punti schierando dal primo minuto Rooney, Young e Welbeck e tenendo fuori Hernandez e Phil Jones mentre per la vittima di turno QPR sono ancora indisponibili due pedine fondamentali come Helguson e Cisse’. Il Manchester prende il pallino del gioco da subito e Rooney scalda subito le mani al portiere ospite al 7′. Subito dopo al minuto 14 Young innescato in netta posizione di fuorigioco viene spinto da Derry, con seguente calcio di rigore ed espulsione del difensore ospite. Grave svista arbitrale e Rooney segna il suo ventiduesimo gol in stagione avvicinandosi a Van Persie per la classifica marcatori.
Il match gia’ in discesa undici contro undici ora diventa una passeggiata per lo United che e’ padrone del gioco in ogni reparto controllando il possesso palla e il QPR si fa vedere solo con qualche timida ripartenza. La ripresa si apre sotto il solito copione con i ragazzi di Ferguson che vanno vicini al raddoppio in piu’ di un’occasione, prima con Rooney al 55′, poi Rafael al 59′ si mangia un gol fatto sparando addosso al portiere e ancora Welbeck al 62′. Pochi minuti piu’ tardi ci pensa Scholes, il migliore “acquisto” di questa stagione, a chiudere la partita con una botta da 30 metri e a far esplodere l’Old Trafford.
Passando al match di Londra, il Manchester City si presenta all’Emirates Stadium in piena crisi di risultati e a meno 5 punti dalla vetta. Mancini butta nella mischia dal primo minuto Balotelli e la sua squadra produce come nell’ultimo mese e mezzo una prova incolore, incapace di esprimere il gioco brillante e fluido fatto vedere per piu’ di meta’ stagione. A decidere il match e’ lo Spagnolo Arteta al 87′ che dopo un errore di Pizarro scarica un gran destro da fuori sul quale Hart non puo’ arrivare. Il risultato potrebbe essere anche piu’ rotondo con il palo di Van Persie e il salvataggio sulla linea su conclusione di Vermaelen. Da sottolineare anche l’ennesima espulsione di Mario Balotelli, la quarta stagionale e terza in Premier.
Il netto calo dei Citizens e’ sicuramente da imputare allo scarso apporto proposto dai suoi uomini migliori, con il rendimento di Silva, Dzeko e Aguero che e’ andata sempre piu’ diminuendo con il passare del tempo. Il Manchester United con la sua maggiore esperienza e la sua maggiore compattezza di squadra e di spogliatoio e’ riuscito ad avere continuita’ e adesso con 8 punti a 6 giornate dal termine Ferguson ha praticamente il titolo in mano, l’ennesimo da mettere in bacheca.
Risultati
Swansea-Newcastle 0-2
Sunderland-Tottenham 0-0
Bolton-Fulham 0-3
Chelsea-Wigan 2-1
Liverpool-Aston Villa 1-1
Norwich-Everton 2-2
WBA-Blackburn 3-0
Stoke-Wolverhampton 2-1
Manchester UTD-QPR 2-0
Arsenal-Manchester City 1-0
Alexandre Pato fatica a trovare la luce in fondo al tunnel in cui è sommerso dalla scorsa stagione. La frequenza degli infortuni del Papero è un qualcosa di impressionante, inspiegabile. Un esempio più unico che raro quello dell’attaccante del Milan, che in due anni si è fermato per 10 volte ai box, sempre a causa di problemi muscolari. Arrivati a questo punto sembrano chiariti almeno due aspetti dell’intera vicenda Pato, ovvero l’assoluta innocenza del campo di San Siro e il motivo per il quale Galliani, in accordo con il tecnico Allegri, aveva deciso di vendere il brasiliano quando ancora poteva esserci una plusvalenza in favore dei rossoneri. Forse ora è troppo tardi.
STOP SENZA FINE – Tutto ebbe inizio nella stagione 2009-2010, con Leonardo sulla panchina del Milan. Pato disputò quasi l’intero girone d’andata, segnando anche un discreto numero di reti (8), per poi infortunarsi alla 17^ giornata contro la Fiorentina alla vigilia di Natale. Trascorsero quasi due mesi prima di rivedere il Papero in campo, ma l’attesa venne ripagata subito con un gol da parte dell’asso brasiliano nell’incontro casalingo contro l’Udinese. L’infortunio però era di nuovo dietro l’angolo, e dopo tre partite un nuovo stop di un mese. Rientra alla 29^ giornata nella sfida contro il Napoli e dopo appena 16′ minuti è costretto a tornare negli spogliatoi per l’ennesimo infortunio muscolare. Stagione praticamente finita per Pato, che tornerà soltanto due mesi più tardi a campionato ormai concluso, lasciando la sua firma contro la Juventus, in quella che fu l’ultima partita di Leonardo sulla panchina del Milan. Nel corso di quell’anno l’attaccante rossonero disputò 23 partite in Serie A, mettendo a referto 12 gol.
PRIMO ANNO ALLEGRI – E’ la stagione del 18° scudetto del Milan, e nonostante sia costretto ad arrendersi per tre volte a causa degli stessi infortuni dell’anno precedente, Pato riesce a scrivere un pezzo fondamentale del cammino trionfale della squadra di Allegri, migliorando addirittura la media realizzativa del 2009-2010 (25 presenze, 14 gol). Un primo stop di un mese ad inizio settembre, dopo la sfortunata trasferta di Cesena. Segue poi un filotto di sei partite consecutive nelle quali realizza quattro reti. Quando tutto sembrava tornato alla normalità, Pato ricade nell’ennesimo infortunio muscolare della sua giovane carriera, salterà due mesi. Rientra nella penultima gara d’andata, e da lì continua la sua marcia inarrestabile fino alla 33^ giornata, quando ricade nuovamente nel match casalingo contro la Sampdoria. Lo stop dura poco meno di un mese. Ha così il tempo di partecipare alla festa scudetto insieme ai suoi compagni di squadra nella trasferta di Roma. Nessuno però si sarebbe immaginato che la stagione successiva diventasse una reale Via Crucis per il brasiliano.
ANNO MALEDETTO – I numeri di quest’anno sono impietosi nei confronti di Pato . Undici presenze totali in campionato, sette da titolare, con unsolo gol all’attivo. E’ stato in campo due mesi, dall’altra parte cinque mesi fermo. Quattro infortuni, sempre al bicipite femorale. Il primo durante la 4^ giornata, quando esce dopo 21′ minuti per lasciare spazio a El Shaarawy nella sfida contro l’Udinese. Torna a fine novembre, totalizza sei presenze prima di infortunarsi nuovamente nella partita di Coppa Italia contro il Novara, nella quale segna il gol che porta i rossoneri ai quarti. Rientra esattamente un mese più tardi nell’andata degli ottavi di Champions contro l’Arsenal. Dieci giorni dopo si riferma nel big match di San Siro contro la Juventus. Ciò che segue è storia recente, il viaggio negli Usa, il miracolo tanto decantato ai media nazionale, rivelatosi poi un autentico flop. Al Camp Nou i muscoli di Pato tengono 14′ minuti prima di rompersi nuovamente. E’ la fine?
CESSIONE – L’affare costruito a gennaio dalla mente di Galliani, cessione di Pato al Psg e con il ricavato assegno agli sceicchi del City per Tevez, è improponibile nel prossimo futuro. I 40 milioni di euro offerti dal club parigino sono difficilmente ipotizzabili all’apertura del mercato estivo, e se davvero il Milan volesse ancora l’Apache, dovrà cercare di fare cassa in un altro modo. Magari vendendo Robinho, che ha ampiamente deluso le aspettative nella sua seconda stagione in rossonero, perché la doppietta in Champions contro l’Arsenal non può cancellare la miseria di 5 gol fatti fin qui in campionato.
A Pato gli estimatori non mancano, dal suo maestro Carlo Ancelotti, ad Arsene Wenger dell’Arsenal, fino allo stesso Roberto Mancini del City. Una domanda però nasce spontanea, chi ancora crede in lui? Chi potrebbe investire in un calciatore di 22 anni che negli ultimi 2 anni ha subito infortuni che l’hanno costretto ai box per quasi 12 mesi? Fino a tre anni fa Pato era considerato una promessa del calcio mondiale. A distanza di 36 mesi stridono le profezie di Ancelotti prima e Leonardo poi, che avevano affermato di vedere il Papero prossimo Pallone d’oro, con un potenziale maggiore a quello del suo vecchio compagno di squadra Kaka. La carriera di Pato è destinata a concludersi nel modo più assurdo oppure una nuova luce investirà il numero 7 rossonero?
La vittoria sull’Inter nel derby d’Italia ha dato una dose di carica emotiva in più alla Juventus che non ha neanche il tempo per festeggiare il secondo successo stagionale e il quinto del dopo Calciopoli sulla rivale storica (2 quelli dell’Inter e 3 i pareggi, ndr) che è già tempo di proiettarsi alla prossima delicata sfida di campionato contro il Napoli allo ‘Stadium’, ennesimo banco di prova per i bianconeri guidati da Conte che poi incroceranno i partenopei nuovamente il 20 maggio prossimo per la finale di Coppa Italia.
Nella gara con l’Inter è emerso nuovamente un dato statistico che deve far riflettere i dirigenti in prospettiva della prossima stagione, ovvero la sterilità degli attaccanti e il basso rapporto tra gol e occasioni da rete prodotte nell’arco dei 90 minuti di gara. Basti pensare che domenica scorsa è stato un difensore, Caceres, a sbloccare il risultato mentre poi era stato necessario l’intervento di Alessandro Del Piero, uno che sbaglia raramente quando si tratta di metterla dentro, per mettere il risultato al sicuro.
Il miglior realizzatore è Alessandro Matri con 10 centri stagionali tutti in campionato, anche l’ex bomber del Cagliari però recentemente è stato colpito dal “mal di gol”, non va a segno da oltre un mese, dal 25 febbraio quando fu autore del pareggio importantissimo ai fini della corsa scudetto ai danni del Milan a San Siro. Poi soltanto una serie di prestazioni sotto la sufficienza, per ultima quella contro l’Inter nella quale ha avuto diverse occasioni per sbloccarsi non sfruttate per imprecisione sottoporta. Il secondo marcatore della squadra, a quota 8, è Claudio Marchisio seguito poi da Mirko Vucinic che, dopo tanti flop, è riuscito ad andare in gol con una certa continuità nelle ultime uscite con Bologna, Fiorentina e Milan di Coppa Italia, risultando decisivo in particolar modo contro i rossoneri siglando la rete decisiva ai supplementari per la qualificazione alla finale. Male invece Fabio Quagliarella, due reti all’attivo per lui e tanti gol sbagliati, ancora peggio ha fatto Marco Borriello, mai andato in rete quando è stato chiamato in causa al contrario di Del Piero se si considera che il numero 10 è l’attaccante che è stato utilizzato di meno (a parte Borriello che però è arrivato a Torino solo a gennaio) di quelli presenti in rosa.
E considerando come l’anno prossimo la Juventus tornerà, quasi certamente, a respirare aria europea, Marotta dovrà reperire sul mercato un attaccante, il tanto declamato top player, che possa curare questa “malattia”: in cima alla lista del dg ci sono sempre due nomi, uno è Gonzalo Higuain l’altro è Luis Suarez il quale a fine stagione molto probabilmente lascerà il Liverpool perchè desideroso di giocare la Champions League il prossimo anno. Dei due sicuramente è l’uruguagio che ha le più alte probabilità di indossare la maglia bianconera, sia per l’abbordabile costo del cartellino (27-28 milioni rispetto ai 40 di Higuain) sia perchè difficilmente il Real Madrid si priverà dell’attaccante argentino.
Ma negli ultimi giorni nella “volata” per l’attacco bianconero si è intromesso anche quell’Edin Dzeko fortemente corteggiato nell’estate di due anni fa dal club di Corso Galieo Ferraris e che a fine stagione potrebbe essere scaricato da Roberto Mancini. Un ritorno di fiamma quello per il centravanti bosniaco che a Manchester è chiuso da Balotelli, Aguero, Silva, Nasri e il rientrante Tevez. Più fredde invece le piste che portano a Robin Van Persie dell’Arsenal, sul quale è forte l’interesse proprio di City e Real, e Leandro Damiao dell’Internacional di Porto Alegre.
Non è mai troppo presto per parlare di calciomercato, neppure a Marzo, nel periodo clou della stagione giocata, considerando che le trattative vere e proprie si apriranno solo in estate. Tuttavia, i club più importanti sono sempre “sul pezzo”, pronti a monitorare e sondare le piste che conducono ai giocatori cui sono interessati. In questi giorni, in particolare, l’attenzione sembra essere puntata su Robin Van Persie, il gioiellino olandese dell’Arsenal che piace a mezza Europa ed, in particolare, a Milan, Real Madrid e Juventus, e che quest’anno sta dimostrando tutto il suo valore, mettendosi in luce come uno dei più interessanti attaccanti del panorama europeo e mondiale.
Per tale ragione, dunque, l’Arsenaldi Wenger vorrebbe trattenerlo, o almeno tentare di farlo, provando a blindarlo con un contratto di primissimo livello, offrendogli ben otto milioni stagionali ed un ulteriore bonus di sei milioni di euro al momento della sigla del contratto: uno stipendio da top player che, però, potrebbe non bastare a trattenerlo alla corte di Wenger, soprattutto se sulle tracce dell’olandese ci sono club di primissimo livello ed, in particolare, il Real Madrid di Mourinho che, si sa, non bada a spese.
Le merengues, infatti, potrebbero offrire all’Arsenal la cifra tonda di trenta milioni di euro per il cartellino del giocatore: una cifra che, naturalmente, appare inarrivabile per la Juventus ed il Milan che verrebbero, dunque, di fatto tagliate fuori dalle trattative, anche perchè, nel caso in cui l’affare con le merengues non dovesse andare in porto (circostanza davvero improbabile al momento, ndr) pare sia già pronto anche il Manchester City di Mancini, pronto ad “agguantare la preda”, offrendogli un contratto da nababbo, pari a circa 12 milioni di euro a stagione, ben 4 milioni in più rispetto all’ offerta dei Gunners, una cifra da capogiro, che induce i bookmakers d’oltremanica a ritenere il trasferimento al City ancor più probabile di quello al Real Madrid.
Al Milan tiene banco il caso Pato. Il brasiliano lunedì volerà negli Usa dove verrà seguito da un nuovo guru del settore. Nonostante le rassicuranti esternazioni di Adriano Galliani, il futuro del Papero appare lontano da Milanello. L’ad rossonero non ha fatto nulla per nascondere la propria ammirazione per Carlos Tevez, tornato a giocare in Premier e subito protagonista nel match vinto contro il Chelsea di Di Matteo. Oltre all’Apache il Milan segue da vicino anche l’evolversi della situazione Van Persie, il cui contratto scade a giugno del 2013. In ogni caso Galliani avrebbe già allacciato i discorsi con il Catania per completare l’acquisto di Maxi Lopez quest’estate. Tra il Milan e Pato sarà ancora amore?
PATO – Gli infortuni che hanno colpito il numero 7 rossonero rappresentano un vero e proprio rebus, e nonostante l’intervento dei più grandi specialisti l’attaccante brasiliano continua a restare fermo ai box. In questa stagione ha totalizzato soltanto 11 presenze in campionato, realizzando un solo gol. Da quando è approdato in Italia, il 22 enne ha subito 13 infortuni gravi, quasi tutti a livello muscolare. Il miglior Pato è stato proprio quello della stagione 2008-2009, l’ultima che ha visto Carlo Ancelotti sedere sulla panchina del Milan, quando venne schierato in 36 occasioni realizzando 15 gol (fin qui il miglior score del brasiliano in Serie A). Dall’arrivo di Leonardo all’avvento di Allegri, il Papero in quasi 3 anni ha disputato meno di 60 incontri in campionato, praticamente la metà di quelli disponibili.
Sebbene la carta d’identità induca a riflettere bene prima di una cessione avventata, in Via Turati non hanno avuto particolari remore nell’imbastire la duplice trattativa che avrebbe permesso l’arrivo di Tevez in rossonero e l’approdo di Pato a Parigi, dove ad aspettarlo a braccia aperte c’era il maestro Ancelotti insieme a Leonardo. L’affare saltò a causa dell’intervento presidenziale, con Berlusconi primo tifoso del “genero” e preoccupato dalle bizze dell’argentino. Da gennaio ad oggi il verdeoro si è bloccato per altre due volte, disputando la miseria di due incontri, quanto basta per convincere anche il tifoso più scettico. Il viaggio negli Usa del Papero è da leggersi in chiave mercato, perché al Milan c’è l’assoluta necessità di mostrare un Pato sano per l’ultima parte di stagione, affinché l’interesse e il prezzo del giocatore rimangano alti. Il Psg rimane alla finestra.
TEVEZ – La punta del City rimane in cima alla lista dei desideri di Galliani. L’assist per Nasri nell’ultimo incontro di campionato sarà stato tuffo al cuore per l’ad rossonero, da sempre estimatore dell’argentino. Il flirt tra Tevez e il Milan potrebbe sbocciare nuovamente in estate, quando i rossoneri avranno la possibilità di presentarsi adeguatamente al cospetto della dirigenza inglese, forti della sempre più probabile cessione di Pato al Psg.
VAN PERSIE – Non è però tramontata nemmeno l’ipotesi Van Persie. L’olandese dell’Arsenal non ha ancora rinnovato il proprio contratto (in scadenza nel 2013 ndr) con i Gunners, e qualora il club londinese non dovesse centrare la qualificazione alla prossima edizione della Champions League, l’attaccante olandese potrebbe salutare Londra e offrirsi ad una nuova squadra. Su Van Persie non c’è soltanto il Milan. La stagione fin qui straordinaria del giocatore ha suscitato l’interesse dei più grandi club europei, fra cui Real Madrid e lo stesso City di Roberto Mancini.
MAXI LOPEZ – Da non sottovalutare infine il futuro dell’ex Barcellona. L’argentino sta facendo di tutto per conquistare la considerazione di mister Allegri, e le ottime prestazioni fin qui disputate (Udine, Torino) sembrano aver convinto Galliani nell’acquistare a titolo definitivo il cartellino dell’etneo, potendo contare sugli ottimi rapporti con la società del Catania e il direttore sportivo Lo Monaco.
Trentadue reti in 37 partite, quasi un gol ogni 90′, di cui 25 in Premier e 5 in Champions. Numeri che rendono l’annata 2011-2012 di Robin Van Persie la migliore in assoluto della sua carriera e che se non fosse per il marziano Messi (ieri il 50esimo gol in stagione, ndr) sarebbe il candidato a vincere la Scarpa d’Oro 2012. Il 29enne attaccante olandese sta trascinando, a suon di gol, l’Arsenal alla conquista del terzo posto dopo l’avvio shock in campionato con 4 sconfitte nei primi 7 turni che hanno costretto i Gunners ad una difficile risalita dalle retrovie della classifica.
Nonostante il tecnico dell’Arsenal Arsene Wenger abbia ribadito più volte, l’ultima l’altro ieri, l’incedibilità del proprio giocatore a costo di perderlo a parametro zero (il contratto dell’olandese scade a giugno 2013, ndr) “E’ nostra intenzione trattenerlo anche se arriverà un altro giocatore. Robin è il leader del nostro gruppo“, è noto ormai a tutti che Van Persie sia finito nel mirino dei più grandi club europei: il Real Madrid segue da tempo le gesta dell’attaccante che, dopo la partenza da Londra dell’istituzione Henry, ne ha raccolto l’eredità al centro dell’attacco tanto da meritarsi anche la fascia di capitano, in Italia Robin ha in Juve e Milan gli estimatori più interessati mentre l’ultima in ordine cronologico a muoversi sul giocatore della nazionale Orange è l’opulento Manchester City.
Il club di Roberto Mancini, secondo quanto scrive il Daily Mirror, avrebbe bussato alla porta del procuratore pronto a ricoprire d’oro l’olandese mettendo sul tavolo una proposta faraonica, trovando un accordo sulla base di oltre 10 milioni di sterline a stagione. L’intento dello sceicco Mansour è quello di rinforzare la rosa e renderla competitiva più di quanto non lo sia ora per sferrare l’assalto alla prossima edizione della Champions League.
Milan e Juve, che ultimamente si erano avvicinate sensibilmente a Van Persie, non hanno la forza economica per competere con i petroldollari dello sceicco e dovranno confidare nel maggior appeal che rossoneri e bianconeri possono offrire al numero 10 dei Gunners. Il Milan aveva approfittato dello scontro negli ottavi con l’Arsenal per chiedere informazioni sul giocatore con Ibrahimovic che aveva dato la propria benedizione all’operazione. La Juve è alla continua ricerca del top player in attacco in grado di farle compiere quel salto di qualità per raggiungere il livello delle avversarie in Italia, il ritorno in Chanpions league (obiettivo che deve essere centrato ad ogni costo) può portare denaro fresco nelle casse societarie che, insieme agli introiti derivanti dallo stadio e dal merchandising, verranno reinvestiti nel mercato estivo per portare allo Juventus Stadium il campione chiesto a gran voce dalla tifoseria per far fronte alla scarsa vena realizzativa dell’attacco bianconero.
Per Van Persie è forte anche la concorrenza del Real Madrid che fino a qualche giorno fa, prima dell’inserimento del City, i bookmakers davano per favorito quotando un suo trasferimento nella capitale spagnola a 3.00, la più bassa in assoluto. Sarà difficile anche per una superpotenza come il Real competere sul piano economico con i Citizens.
Quel che è certo è che chiunque riesca a mettere le mani su Van Persie, all’apice della sua carriera, si assicuri un bomber di sicuro affidamento.
Per quest’anno all’Emirates Stadium, teatro perfetto ieri notte di un match indimenticabile, non risuonerà più la musichetta della Champions League. Tra Arsenal e Milan è stata partita vera, con i Gunners che hanno strapazzato per tutto il primo tempo i rossoneri, i quali hanno avuto il merito di rientrare nella ripresa con un’altra mentalità e salvare una qualificazione ai quarti che dopo l’incontro dell’andata sembrava un discorso chiuso. Ibrahimovic ha confermato di non essere un calciatore da grandi sfide (sopratutto in campo europeo) steccando per l’ennesima volta nella sua carriera uno degli appuntamenti più importanti della stagione rossonera. Per fortuna del Diavolo in porta c’era San Abbiati, che ha salvato la barca quando ormai stava affondando.
Arsenal Milan 3-0, le pagelle.
ARSENAL Szczesny 6,5: buona la prestazione del portiere polacco classe ’90, l’uscita su Ibrahimovic all’inizio del secondo tempo permette ai suoi compagni di squadra di credere nell’impresa fino all’ultimo secondo. Sagna 7: il terzino destro dell’Arsenal è un moto perpetuo, frequenti le sovrapposizioni con Walcott, Mesbah dall’altra parte non ci capisce niente. Koscienly 7: autore del gol che accende le speranze dei Gunners, lasciato incolpevolmente solo da Van Bommel. Rispetto all’andata sembra un altro giocatore, bene in difesa. Vermaelen 6,5: l’ex difensore dell’Ajax tiene alta la linea della difesa inglese, rischiando in più di un’occasione l’imbarcata. In ogni caso se la cava piuttosto bene durante tutto il match. Gibbs 6,5: il terzino sinistro dell’Inghilterra se la deve vedere con Abate, e i due danno vita a un duello entusiasmante. Meglio in fase offensiva che quella di difesa. Song 6,5: un primo tempo che per intensità e corsa ha pochi paragoni nel calcio moderno. Cala nella ripresa come il resto della squadra. Rosicky 7,5: il centrocampista ceco è il migliore dei suoi. Realizza il secondo gol dell’incontro sfruttando l’errore di Thiago Silva. Corre per due e dispensa assist ai propri compagni lanciando contropiedi pericolosissimi. Chamberlain 7: la giovane ala inglese con le sue folate mette in continua apprensione la retroguardia rossonera, procurando anche il calcio di rigore firmato da Van Persie per il 3-0 alla fine del primo tempo. Mexes e compagni ringraziano quando nella ripresa esce sfinito. (30′ s.t. Chamakh 5) Walcott 7: riscatta la deludente prestazione di due settimane fa a San Siro, ridicolizza Mesbah fino a quando rimane in campo. (39′ s.t. Park s.v.) Gervinho 7: ottima prova dell’ivoriano, capace di mandare in tilt il centrocampo rossonero in più di un’occasione. Dialoga a meraviglia con i propri compagni di reparto, resta una spina nel fianco per tutti i 90′. Van Persie 6: il voto finale è la media fra l’8 per la prestazione maiuscola offerta e il 4 meritato per il gravissimo errore del 56′. Se avesse realizzato il 4-0 sarebbe stata un’altra partita e un altro voto.
MILAN Abbiati 8: sceso in campo con la fascia da capitano si immola ad eroe della patria. Nel primo tempo vola all’incrocio per togliere un pallone destinato in rete calciato da Van Persie. E’ prodigioso nella ripresa quando nel giro di 5 secondi prima a Gervinho e poi a Van Persie nega il quarto gol ai Gunners che avrebbe consentito agli avversari di andare ai supplementari. Abate 7: dimostra di essere a suo agio sull’erba inglese, ingaggia un bellissimo duello con Gibbs dal quale esce vincitore. Quando lo vedono correre i compagni capiscono che è ora di scendere in campo anche con la testa. Mexes 7: nel primi 45′ minuti subisce le offensive dell’Arsenal, ma nella seconda frazione è l’ultimo ad alzare bandiera bianca. Una sua scivolata nel finale evita guai ben maggiori rispetto al 3-0 finale. Thiago Silva 6,5: sul match del brasiliano pesa l’errore in occasione del secondo gol dei Gunners, quando consegna direttamente sui piedi di Rosicky il pallone del 2-0. Dopo una mezzora da incubo si riprende e insieme a Mexes e Van Bommel si erge a muro invalicabile. Mesbah 4: l’algerino non è ancora pronto per calcare questi palcoscenici. Resta in balia di Walcott per 85′, insieme a Nocerino provoca il rigore del 3-0, viene infilato ripetutamente anche da Sagna. Nel finale Allegri lo sostituisce con Bonera (s.v.), confidando nella maggiore esperienza dell’ex giocatore del Parma.
Van Bommel 7,5: è uno dei pochi a salvarsi nel primo tempo da incubo vissuto dalla squadra, diventa il totem rossonero quando nella ripresa insegue e ferma chiunque passi per la sua strada. Nocerino 5: spaesato, incapace di contenere la furia agonistica degli inglesi per tutto il primo tempo. Clamorosa l’occasione che fallisce nella ripresa, quando a due passi dalla linea di porta consegna il pallone a Szczesny. La cosa più bella del centrocampista è quando nel finale fa scatenare i tifosi del Diavolo che esultano come se avesse segnato un gol. Emanuelson 4: nel post-partita chiede scusa a tutti i tifosi rossoneri su Twitter per la gara da infarto. L’olandese ci mette molto del suo per rendere il ritorno con l’Arsenal un match da cuori forti. El Shaarawy 6: inspiegabile come mai Allegri sostituisca nel secondo tempo il Faraone, fin lì l’attaccante più pericoloso dei rossoneri, e non Robinho. Poco prima di uscire per lasciare posto ad Aquilani fa una corsa palla al piede che rimane l’azione più bella di tutta la squadra (25′ s.t. Aquilani 6) Robinho 4,5: il brasiliano visto all’Emirates ieri sera è lontano parente rispetto al calciatore brillante che solo due settimane prima aveva realizzato una doppietta ai Gunners. Perde tutti i duelli fisici, è imbarazzante come i difensori inglesi lo superino sistematicamente in velocità per tutta la partita. Ibrahimovic 4: da un candidato al Pallone d’oro ci si aspetta sicuramente di più. Lo svedese ha quasi paura di ricevere il pallone, quando lo chiede è sempre in fuorigioco (otto alla fine, roba da Inzaghi), ancora una volta sparisce nelle partite che contano. I tifosi del Diavolo si augurano che ai quarti l’attaccante svedese dimentichi di essere in Champions League.
HIGHLIGHTS ARSENAL MILAN 3-0 [jwplayer config=”240s” mediaid=”127283″]