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  • Inter, addio Mancini. De Boer pronto a sostituirlo

    Inter, addio Mancini. De Boer pronto a sostituirlo

    La notizia che già circolava negli ultimi giorni, e che andava a rinforzare tutti i “mal di pancia” estivi, ha avuto nella mattinata di oggi l’ufficialità: Roberto Mancini e l’Inter si dicono addio con la consensuale rescissione del contratto.

    E’ stata la stessa Inter, con un comunicato apparso sul proprio sito ufficiale, ad annunciare il divorzio consensuale con il tecnico di Jesi.

    “F.C. Internazionale Milano comunica di aver trovato l’accordo per la risoluzione consensuale del contratto con l’allenatore Roberto Mancini.

    La società desidera ringraziare Roberto per il lavoro svolto da quando ha accettato l’incarico nel novembre 2014″. 

    Dal canto suo Roberto Mancini ha risposto immediatamente tramite twitter, augurando il meglio alla società nerazzurra.

    I Tweet dal profilo twitter ufficiale di Roberto Mancini
    I Tweet dal profilo twitter ufficiale di Roberto Mancini

    Un addio che ha, oltre ad un’estate di dissapori e pesanti sconfitte in amichevole, come causa principale il rinnovo di contratto sino al 2019 proposto dall’Inter a Mancini che però pare avesse alcune clausole che non avrebbero permesso al tecnico di avere voce in capitolo sugli acquisti di mercato. Il tecnico non sarebbe stato d’accordo su queste clausole e quindi lo strappo, e la conseguente rescissione, sono stati inevitabili.

    Il Mancini bis all’Inter, iniziato il 14 novembre 2014, non è stato il successo tanto atteso e sperato da Thohir. Mancini ha ottenuto un ottavo, con pesante eliminazione in Europa League, nel 2014/15 ed un quarto posto nello scorso campionato che nonostante la qualificazione ai gironi di Europa League ha avuto il sapore della delusione del mancato raggiungimento della Champions League visti sopratutto gli investimenti sul mercato, effettuati dalla società con l’acquisto dei calciatori richiesti dal tecnico.

    Il nome del successore di Roberto Mancini sembra già scritto, sarà molto probabilmente l’allenatore olandese ex Ajax Frank De Boer, vincitore con i lancieri di 4 campionati in 6 anni ma con la beffa subita nella scorsa stagione di una Eredivisie persa all’ultima giornata a causa di un pareggio contro il Graafschap che ormai non aveva più obiettivi e pensava già agli spareggi salvezza.

    L’ufficialità di De Boer dovrebbe arrivare nelle prossime ore visto che la missione di sabato scorso di Ausilio a Londra ha accelerato le pratiche per portare l’olandese a San Siro.

     

  • Mancini e l’Inter schiacciano la Roma 2-1

    Mancini e l’Inter schiacciano la Roma 2-1

    Il 32° turno di Serie A mette in anticipo serale del sabato un match che sarebbe potuto essere, secondo i pronostici di inizio stagione, una partita scudetto ed invece confronta due compagini in cerca di definire la propria stagione mettendo sul piatto della bilancia, secondo l’ultimo andamento di Inter e Roma, più rischi che traguardi.

    Così si avvicinano a questa sfida affascinante lombardi e laziali, ospiti demoliti e tritati dalla Juventus nella lotta scudetto prima, poi centrifugati dalla furia del Bayern in Champions ed infine estromessi dalla Fiorentina prima in Coppa Italia e poi in Europa League, il resoconto di una stagione che dirà alla fine zero trofei ma che potrebbe anche dire zero Champions League l’anno prossimo in quanto i cugini della Lazio hanno sorpassato ed ora c’è un Napoli che ha ricominciato a correre dietro.

    L’Inter è sempre la “pazza Inter” di sempre, nomi interessanti, prospettive buone ma risultati altalenanti, da Mazzarri  a Mancini, da Palacio a Podolski passando per Shaqiri non si è mai trovata la quadratura del cerchio, come se ci fosse sempre il solito blocco psicologico che mette i ceppi ai talentuosi piedi nerazzurri.

    Il tiro di Hernanes che porta l'Inter in vantaggio | Foto Twitter
    Il tiro di Hernanes che porta l’Inter in vantaggio | Foto Twitter

    Le due squadre iniziano il match guardinghe ma sostenendo un buon ritmo, non c’è una delle due compagini che sembra prendere in mano la gara, tuttavia entrambe non affondano fino al 15° quando i padroni di casa su un’invenzione di Hernanes si portano in vantaggio. Palacio serve il brasiliano al limite dell’area ed il centrocampista nerazzurro tira mirando l’angolino basso a destra di De Sanctis gonfiando la rete per l’1-0.

    Quattro minuti dopo Ibarbo potrebbe pareggiare l’incontro, ma il suo tiro di controbalzo colpisce solo il palo sinistro. Poi fio alla mezz’ora del primo tempo il pallino del gioco torna in mano all’Inter che mantiene il possesso limitando le velleità giallorosse. Poco altro per il resto della frazione se non qualche tiro a fuori sballato e qualche bella trama che avrebbe potuto concludersi con miglior sorte ma le due difese sono attente.

    La ripresa inizia come si è concluso il primo tempo, al 52° Icardi non concretizza bene un bel passaggio filtrante che lo mette in condizione di calciare verso la porta avversaria indisturbato, il pallone termina alto non di molto. E’ un campanello d’allarme che illumina Garcia, il quale toglie Francesco Totti inserendo Keita, mossa che permette alla Roma di essere più coperta in caso di rush finale giallorosso.

    Da questo momento la partita cambia inerzia, ora la Roma ha più equilibrio e si fa sotto con più insistenza e pericolosità. Pjanic al 58° serve in area Florenzi per un’occasione d’oro ma il tiro dell’esterno finisce alto di poco. Sarà un caso ma con l’uscita del Capitano giallorosso Pjanic inizia una partita fatta di più spazi e maggiore incisività.

    E’ proprio Pjanic a servire l’assist per Nainggolan per il pareggio della Roma, questo avviene al 63° quando il belga calcia di prima in girata verso la porta in modo impeccabile e rimettendo il risultato sulla parità.

    Nainggolan contrastato timidamente tira pareggiando l'incontro | Foto Twitter
    Nainggolan contrastato timidamente tira pareggiando l’incontro | Foto Twitter

    La reazione del Inter è immediata, al 66° Guarin con un gran tiro da fuori impegna De Sanctis che respinge. E la Roma non è da meno perché cinque minuti dopo ancora con Pjanic va vicina al vantaggio con una stupenda punizione dove solo Handanovic poteva intervenire deviando in angolo.

    La mossa di Mancini non si fa attendere perché vuole i tre punti e al 79° inserisce Shaqiri al posto di Fredy Guarin, nel tentativo di aggiungere imprevedibilità al suo attacco, i frutti si vedono all’85° quando Icardi supera tutta la difesa giallorossa ma da posizione molto favorevole tira alto. Tre minuti dopo l’Inter si riporta in vantaggio. Mauro Icardi viene servito da Lukas Podolski in area e con un perfetto rasoterra segna il 2-1. Garcia cerca disperatamente di recuperare inserendo Doumbia, ma è tutto vano, sarà ancora l’Inter ad andare vicina alla terza rete con Palacio.

     

    INTER-ROMA 2-1 (1-0) – 15° Hernanes (I), 63° Nainggolan (R), 88° Icardi (I)

    Inter (4-3-1-2): Handanovic 6; D’ambrosio 6, Ranocchia 6,5, Vidic 6, Juan 5,5; Guarin 6 (dal 78° Shaqiri 6), Gnoukouri 6 (dal 86° Podolski S.V.), Brozovic 5,5 (dal 71° Kovacic 6,5); Hernanes 6,5; Palacio 5,5, Icardi 7.

    All.: Roberto Mancini 7

    Roma (4-3-3): De Sanctis 5,5; Florenzi 6, Manolas 5,5, Yanga-Mbiwa 5,5, Holebas 6; Nainggolan 6,5, De Rossi 5,5 (dal 89° Doumbia S.V.), Pjanic 6,5 (dal 79° Iturbe 5); Ibarbo 6, Totti 5,5 (dal 52° Keita 6), Gervinho 5.

    All.: Rudi Garcia 6

    Arbitro: Daniele Orsato 5,5

    Ammoniti: Palacio (I), Yanga-Mbiwa (R), Brozovic (I), Juan (I), Ranocchia (I), Gnoukouri (I), De Rossi (R), De Sanctis (R), Nainggolan (R), Handanovic (I) Espulsi:

  • Higuain all’ultimo respiro, Napoli in semifinale

    Higuain all’ultimo respiro, Napoli in semifinale

    Quando tutto sembra finito, quando ormai, in una gara sostanzialmente equilibrata, ci si prepara ad assistere ai tempi supplementari, arriva la zampata del campione che regala alla propria squadra il successo. Con queste parole si può sintetizzare la gara tra Napoli ed Inter decisa al 93° da una giocata di Higuain che, dopo una rimessa laterale di Ghoulam, ha beffato un Ranocchia totalmente in ritardo ed ha spedito in rete la palla della vittoria.

    Gonzalo Higuain | Foto Twitter
    Gonzalo Higuain | Foto Twitter

    Benitez può essere contento del successo ma magari dovrà apportare qualche piccola modifica ad una squadra che nel primo tempo ha ben giocato con la consueta qualità davanti ma che nella ripresa ha commesso diversi errori ed ha impensierito poco l’Inter concedendo qualche occasione ai nerazzurri.

    Mancini, dovendo mandare giù la delusione dell’errore finale costato l’eliminazione, può comunque vedere dei lati positivi in quella che è parsa, probabilmente, la migliore Inter della sua gestione.

    Veniamo al racconto della gara.

    Benitez effettua un turnover piuttosto leggero, sostanzialmente rispetto alla formazione base il tecnico spagnolo sostituisce solo il portiere, gioca Andujar, e l’esterno di difesa, Maggio infatti ha dato forfait all’ultimo ed è stato sostituito da Koulibaly.

    Mancini invece cambia ben 8 giocatori rispetto alla formazione scesa in campo dal primo minuto domenica contro il Sassuolo. Subito in campo l’ultimo acquisto Santon, oltre a lui dentro il giovane Puscas in attacco al fianco di Icardi e Brozovic titolare a centrocampo con Hernanes e Medel. C’è Shaqiri panchina per Podolski.

    Parte meglio il Napoli che nei primi minuti prova a rendersi insidioso con Higuain. Al 13° però ghiottissima occasione per l’Inter con Icardi che si libera e lascia partire una conclusione che colpisce il palo. L’occasione carica i nerazzurri che provano a rendersi pericolosi poco dopo con un tiro di Shaqiri che però risulta centrale e facile per Andujar. Il Napoli pian piano riprende il comando delle operazioni e al 27° Hamsik ha una buona occasione ma il suo tiro finisce alto, subito dopo occasione anche per Higuian che vince un duello con Ranocchia ma non riesce a superare Carrizo. Le occasioni per i partenopei aumentano e poco dopo la mezz’ora il Pipita non riesce a ribadire in gol una corta respinta di Carrizo su tiro di Hamsik. I padroni di casa danno l’impressione di poter trovare il gol in qualsiasi momento e al 43° Koulibaly colpisce oltre la traversa da pochi passi. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.

    La ripresa parte senza cambi e nei primi minuti si assiste ad una gara equilibrata con buon ritmo ma senza grandi lampi. Al 62° Icardi s’inventa una finezza di tacco per Puscas, il giovane attaccante calcia ma Albiol e poi Andujar salvano in corner. Passano 5 minuti ed è Hernanes ad avere una buona chance dal limite ma la difesa del Napoli devia in angolo. L’Inter sembra più sicura mentre il Napoli non pare la stessa squadra del primo tempo, gli azzurri sono imprecisi e lenti rispetto alla prima frazione. Benitez inserisce Mertens e Gabbiadini ed il Napoli ne guadagna subito in intensità nella zona offensiva. Quando ormai i supplementari sembrano ad un passo Higuain, servito da una rimessa laterale di Ghoulam, beffa Ranocchia, si presenta davanti a Carrizo e lo batte. Non c’è più tempo in semifinale contro la Lazio va il Napoli.

     

    NAPOLI – INTER 1-0 (0-0) (93° Higuain)

    Napoli (4-2-3-1): Andujar; Koulibaly, Albiol, Britos, Strinic; David Lopez, Gargano; De Guzman (84° Ghoulam), Hamsik (75° Gabbiadini), Callejon (72° Mertens); Higuain.

    Allenatore: Benitez.

    Inter (4-3-1-2): Carrizo; Nagatomo, Ranocchia, Juan Jesus, Santon (85° Dodò); Hernanes (74° Guarin), Brozovic, Medel; Shaqiri; Puscas, Icardi

    Allenatore: Mancini.

    Arbitro: Massa.

    Ammoniti: Shaqiri (I), Juan Jesus (I), Medel (I), Gargano (N), Puscas (I), Ranocchia (I)

  • Calciomercato, quando il tecnico conta più della squadra

    Calciomercato, quando il tecnico conta più della squadra

    Il calcio mercato è nella fase centrale del suo mini-percorso invernale e vive di trattative serrate, repentine che possono stravolgere il panorama dell’attuale Serie A. Nel vedere come e cosa si sta muovendo ci sono alcuni spunti che fanno riflettere e meritano un’analisi, per esempio i casi emblematici di Inter e Sampdoria ma anche di Juventus e Napoli.

    Lo svolgimento del calciomercato di queste quattro squadre merita un approfondimento perché sta avvenendo in modo diverso rispetto a quello a cui eravamo abituati ma potrebbe esserci una spiegazione molto logica che spiegherebbe anche il trend negli ultimi anni legato alla scelta della guida tecnica dei team.

    Partendo proprio dai partenopei, ma poi il discorso si legherà ai nerazzurri, si può notare come il Napoli nella stagione 2012/13 con alla guida Mazzarri aveva in rosa i “tre tenori” quali elementi di spicco, tenuti a forza dal presidente De Laurentiis e coadiuvati da una buona squadra. La cessione di Cavani al termine della stagione è vero che portò molti liquidi nelle casse partenopee e permise l’acquisto di nomi di altro spessore, tuttavia secondo voi sarebbero arrivati lo stesso Higuain, Callejon, Mertens, Albiol e quest’anno Koulibaly e Strinic se non fosse stato per la presenza di Rafa Benitez?

    Roberto Mancini, tecnico dell'Inter | Foto Twitter
    Roberto Mancini, tecnico dell’Inter | Foto Twitter

    Una risposta a questa domanda la potrebbe dare proprio l’attuale esperienza nerazzurra. L’Inter in fase di mercato estiva, e così la scorsa stagione, ha aperto strade di mercato di rincalzo piazzando qualche buon colpo ma nulla più rispetto a nomi più blasonati che stanno arrivando nel calciomercato invernale e allora dov’è la differenza? Alla guida dell’Inter la scorsa stagione all’inizio di questa  c’era Walter Mazzarri mentre oggi c’è Roberto Mancini. Ecco quindi che viene da pensare che i grandi nomi come Podolski e Shaqiri possono pensare di fare sacrifici economici e abbassarsi l’ingaggio per venire in Italia se alla guida del progetto tecnico c’è un nome di spicco internazionale come quello del Mancio. Eppure le casse nerazzurre sono solo un po’ più snelle di quelle di quest’estate ma nulla più e se, come si deduce, arriveranno anche Lucas Leiva e Mario Suarez l’Inter avrà concluso in meno di tre settimane un upgrade considerevole e di tutt’altro lignaggio rispetto a quello tentato da Mazzarri in un anno e mezzo.

    Un’altra risposta a questa riflessione la possono dare Sampdoria e Juventus. La prima fino al passaggio societario da Garrone a Ferrero vedeva movimenti di calciomercato solo legati all’auto finanziamento, ovvero con l’incasso della cessione di uno entrava un altro giocatore, quindi anche se la guida tecnica era legata allo stesso Sinisa Mihajlovic i nomi che potevano circolare restavano abbastanza “normali”. Con l’avvento di Massimo Ferrero e quindi disponibilità ignota per fare mercato già da quest’estate circolavano nomi importanti che ancora oggi continuano a presentarsi nelle liste del calciomercato. Duncan per esempio è un giovane di buona prospettiva che è arrivato alla Samp proprio grazie al buon rapporto tra Mihajlovic e l’Inter detentrice del cartellino. I nomi di Daniel Osvaldo quest’estate e Samuel Eto’o in questi giorni si sarebbero potuti fare se non ci fosse una personalità così forte in panchina? Così come il neoacquisto Samp, Luis Muriel che proprio attraverso Sinisa Mihajlovic crede in un proprio rilancio.

    Calciatori e tecnici di squadre diverse si sentono e spesso l’intervento dell’allenatore è determinante per la buona riuscita delle trattative di calciomercato. Lo sa bene anche Massimiliano Allegri che quest’estate convinse al telefono Alvaro Morata e Patrice Evra dopo la dipartita repentina di Conte, la sua nomina e nonostante entrambe le trattative della Juventus fossero già concluse da tempo. In pratica solo il nuovo tecnico, nonostante i parametri economici fossero concordati, ha potuto dare la svolta presentandosi ai calciatori. Oggi il calciomercato della Juventus è in fase di stallo evidente, i nomi accostati ai bianconeri vengono inseguiti e poi presi dagli altri, Shaqiri per esempio. Eppure le casse della Juventus vivono, anche grazie al passaggio agli ottavi di Champions League, un momento florido e quindi la possibilità di investire su qualche nome di spicco internazionale c’è, e allora perché nonostante la comprovata bravura di Beppe Marotta questo non succede?

    Possibile che il tecnico influisca in modo determinante sull’esito di una trattativa e sulla decisione del giocatore, pur restando nei parametri economici del calciomercato? A vedere quanto sta accadendo pare di sì, pare proprio che la squadra, il suo nome e la sua storia possa essere meno influente di quanto lo sia la sua guida tecnica. Pensiamo per esempio a Roberto Mancini, mentre era disoccupato di lusso girava in continuazione a vedere tornei e partite internazionali prima e dopo l’esperienza al Galatasaray tenendo sempre in piedi il suo appeal, aggiornando le sue conoscendo e rimanendo sempre dentro al vivo del sistema. Allegri, se non invitato a qualche trasmissione sportiva, nel tempo che è rimasto fuori dai campi di allenamento è stato solo nominato per la panchina della Nazionale e poi per quella della Juve.

    Viene da pensare che oggi i tecnici debbano tenere la loro immagine sempre viva, proprio perché questo aiuta loro poi ad ottenere il credito necessario per avere la fiducia dei calciatori che vorrebbero nelle loro squadre. Cosa ne pensate?

  • Icardi rimonta Tevez, Juve-Inter finisce 1-1

    Icardi rimonta Tevez, Juve-Inter finisce 1-1

    La Juventus domina per quasi un’ora la gara ma non concretizza. L’Inter riesce a reagire, trova il pareggio con il solito Icardi, spesso giustiziere dei bianconeri, e nel finale con una Juve lanciata in avanti, sfiora anche il successo.

    Una Juventus che è parsa stanca dopo una partenza super, l’Inter invece dopo un primo tempo davvero brutto è cresciuta concludendo anche fisicamente meglio degli avversari.

    Un pareggio che permette alla Juventus di rimanere in testa, con un solo punto sulla Roma. Un punticino invece che non cambia molto la classifica dell’Inter ma che certamente dà morale ai nerazzurri.

    Veniamo al racconto della gara.

    Allegri sceglie la migliore formazione con Tevez e Llorente di punta, supportati da Vidal. Mancini, che non può schierare Palacio influenzato, schiera Hernanes e Kovacic dietro ad Icardi, panchina per il nuovo arrivato Podolski.

    Partenza super della Juventus che al 2° ha un’occasione ma la conclusione di Marchisio, piuttosto libero, finisce a lato non di molto. Il gol è solo rimandato perchè al 4° Vidal s’inventa una gran giocata di tacco, poi serve in mezzo Tevez che da due passi segna il gol del vantaggio. La reazione dell’Inter non si vede ed al 12° D’Ambrosio è bravo a salvare su un tiro piuttosto insidioso di Vidal. A questo punto la squadra di Mancini prova a crescere specialmente in intensità ed aggressività. Al 27° Handanovic, dopo l’ennesimo errore in disimpegno della difesa nerazzurra, è bravo a salvare sul tiro da fuori di Vidal. Al 35° il portiere sloveno è ancora protagonista con un vero e proprio miracolo su Pogba, autore di una giocata geniale. L’Inter accusa la pressione della Juventus e non riesce mai a rendersi pericolosa, il primo tempo si chiude sul 1-0 per i bianconeri.

    Mauro Icardi | Foto Twitter
    Mauro Icardi | Foto Twitter

     

    La ripresa parte con equilibrio, l’Inter cerca l’aggressività ma la gestione della palla dei nerazzurri rimane complicata. Al 53° Mancini si gioca la carta Podolski, che va a sostituire Kuzmanovic spostando in avanti il baricentro nerazzurro. Al 64° un lampo dell’Inter vale il pareggio, palla in profondità per Icardi che entra in area e piazza il diagonale che vale il pareggio. Al 69° ancora Handanovic che si lancia a salvare una punizione di Pirlo. La Juventus cresce ma è l’Inter ad avere un’occasione clamorosa non sfruttata da Icardi in contropiede. Poco dopo è Buffon a sfoderare una gran parata su tiro di Icardi. La Juve vuole vincere ma si scopre, Icardi spreca, Osvaldo si infuria. Al 86° Kovacic prende il rosso diretto lasciando i suoi in 10. Gli uomini di Allegri ci provano ma non riescono a sfondare, l’Inter regge e Handanovic salva proprio all’ultimo secondo. Non c’è più tempo finisce 1-1.

     

    JUVENTUS – INTER 1-1 (1-0) (4° Tevez (J), 64° Icardi (I))

    Juventus (4-3-1-2): Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo, Pogba; Vidal (77° Pereyra); Tevez, Llorente (63° Morata).

    Allenatore: Allegri.

    Inter (4-3-2-1): Handanovic; Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus, D’Ambrosio; Guarin, Medel, Kuzmanovic (53° Podolski); Kovacic, Hernanes (85° Osvaldo); Icardi (89° M’Vila).

    Allenatore: Mancini.

    Arbitro: Banti.

    Ammoniti: Icardi (I), Ranocchia (I), Morata (J), Juan Jesus (I), Bonucci (J), Medel (I)

    Espulsi: Kovacic (I)

  • Inter, visite mediche per Lukas Podolski

    Inter, visite mediche per Lukas Podolski

    Finalmente si chiude un importante acquisto per l’Inter, è atteso a Milano dopo una serrata trattativa con l’Arsenal, Lukas Podolski. Atteso l’annuncio ufficiale dalla società nerazzurra che verrà fatto dopo il passaggio delle formalità mediche, il giocatore approda alla corte di Roberto Mancini attraverso la formula del prestito oneroso (2,5 milioni di Euro) ed un riscatto a giugno fissato per una cifra intorno ai 6 milioni di Euro. Un ottimo colpo in rapporto qualità/prezzo.

    E’ stato il D.T. Ausilio a chiudere l’affare, grazie anche allo stesso giocatore che ha abbassato le sue pretese in merito all’ingaggio. Mancini aveva appoggiato l’acquisto già in precedenza ricordando a tutti che con la maglia nerazzurra i tedeschi non hanno mai fallito.

    Lukas Podolski | Foto Twitter
    Lukas Podolski | Foto Twitter

    Nel momento in cui Podolski ha chiesto una cifra inferiore rispetto a quella iniziale l’entourage interista ha messo la sua parte per andare incontro all’Arsenal, colmando la differenza di 1,5 milioni che c’era tra la domanda dei Gunners e l’offerta. Passate le visite mediche è molto probabile che l’Inter faccia di tutto per tesserare il calciatore ed averlo a disposizione in tempo per la gara contro la Juventus.

    Dal 2006 in pianta stabile nel clan della Nazionale, Lukas Podolski fa parte di quel programma iniziato, ormai una decina di anni fa, con la naturalizzazione di molti calciatori nati all’estero e poi inseriti nel giro della rappresentativa tedesca, infatti il giocatore è nato in Polonia. Si è laureato Campione del Mondo quest’estate pur giocando poco ma dando comunque il suo contributo nella fase finale di Brasil 2014 vinto dalla Germania ai tempi supplementari con al rete di Mario Goetze. In carriera le prestazioni migliori le ha offerte con la maglia del Colonia, ma i successi maggiori li ha ottenuti con la casacca del Bayern Monaco. Il primo anno all’Arsenal ha fruttato 11 reti in 33 gare disputate, rispecchiando la sua media da attaccante, infatti Lukas Podolski in 301 partite giocate in carriera in campionato ha realizzato 113 reti. Purtroppo l’anno successivo ed il corrente non sono stati continui, sia per presenze che per prestazioni complici anche piccoli fastidiosi infortuni, quest’anno infatti ha giocato con la maglia dei Gunners sette partite di Premier da titolare ma nessuna rete.

    L’Inter cercava un attaccante di peso, anche a livello di blasone ora l’ha trovato, ma siamo certi che il mercato nerazzurro non si chiuderà qui.

  • Menez ed Obi, il Derby di Milano finisce in parità

    Menez ed Obi, il Derby di Milano finisce in parità

    Entrambe le squadre volevano portare a casa i tre punti, per il prestigio, per il morale e per la classifica. Alla fine nel Derby della Madonnina è uscito fuori un pareggio, sostanzialmente giusto, che alla fine però non pare servire molto a nessuna delle due compagini.

    Il Milan di Pippo Inzaghi, non ha saputo sfruttare il vantaggio maturato nel primo tempo e anche dopo aver subito il pareggio ha avuto un’occasione clamorosa per ritrovare il successo.

    La prima dopo il ritorno di Mancini sulla panchina nerazzurra tutto sommato è stata positiva anche se l’Inter con il nuovo modulo a tratti è parsa in difficoltà, in particolare Kovacic che non è quasi mai entrato in partita.

    Veniamo al racconto della gara.

    Inzaghi scegli un 4-4-1-1 con Mexes al centro della difesa, Rami terzino, Bonaventura ed El Shaarawy sugli esterni, Torres di punta supportato da Mexes.

    Mancini invece schiera i suoi con un 4-3-3 che vede Juan Jesus e Ranocchia centrali di difesa, Kuzmanovic-Obi-Guarin in mediana, Kovacic-Icardi-Palacio a formare il tridente d’attacco.

    Jeremy Menez
    Jeremy Menez

    La gara parte su buoni ritmi su entrambi i fronti, al 8° l’Inter ha una super occasione con l’errore di Muntari che permette ad Icardi di presentarsi davanti a Diego Lopez, il portiere del Milan salva. I rossoneri avrebbero potenziali occasioni ma Torres sbaglia totalmente i passaggi e allora è ancora l’Inter a farsi vedere al 11° con una conclusione di Guarin bloccata dal portiere in due tempi. Al 23° la gara si sblocca, perfetta ripartenza dei rossoneri, palla ad El Shaarawy che crossa in mezzo, arriva la girata di Menez che batte Handanovic. Il gol aumenta le sicurezze del Milan e blocca un po’ l’Inter che sostanzialmente non riesce quasi mai a rendersi pericolosa. Nel finale di tempo i nerazzurri provano a rialzare i ritmi ma senza mai trovare occasioni, si va al riposo sul 1-0 per il Milan.

     

    Joel Obi
    Joel Obi

    Si riparte senza cambi e la prima occasione è per il Milan al 52° con la conclusione, deviata, di Bonaventura che esce di pochissimo. L’Inter risponde con un bello schema da corner, al 55°, ma la palla dopo un pericoloso batti e ribatti in area finisce ad Icardi che calcia altissimo. Al 61° arriva il pareggio, Nagatomo corre sulla fascia, riceve e mette subito il cross basso, Zapata respinge male ed Obi, dopo aver controllato dal limite, lascia partire un rasoterra non potente ma preciso. Le due squadre provano ad alzare i ritmi ma commettono tanti errori nei passaggi. Al 75° El Sharaawy si trova dinanzi ad Handanovic ma il suo tiro incoccia la traversa. Passano 4 minuti e l’occasione capita all’Inter con Icardi che servito da Guarin pizzica la parte alta della traversa. La gara sembra indirizzata verso il pareggio senza emozioni ma al 94° Poli ha la palla buona, lascia partire il tiro che però dopo una deviazione della difesa, finisce sul fondo. Non c’è praticamente più tempo, il Derby finisce in parità.

     

    MILAN – INTER 1-1 (1-0) (23° Menez (M), 61° Obi (I))

    Milan (4-4-1-1): Diego Lopez; Rami, Zapata, Mexes, De Sciglio; Bonaventura, Essien, Muntari (75° Poli), El Shaarawy; Menez; Torres (72° Honda).

    Allenatore: Inzaghi.

    Inter (4-3-3): Handanovic; Nagatomo, Ranocchia, Juan Jesus, Dodò; Guarin, Kuzmanovic, Obi (72° Hernanes); Kovacic (94° M’Vila), Icardi (88° Osvaldo), Palacio.

    Allenatore: Mancini.

    Arbitro: Guida.

    Ammoniti: Mexes (M), Obi (I), Bonaventura (M), Juan Jesus (I).

  • Inter-Mancini, affare o altro buco in bilancio?

    Inter-Mancini, affare o altro buco in bilancio?

    Ormai è ufficiale e tanti tifosi nerazzurri si stanno ancora lustrando gli occhi, Inter-Mancini è fatta. Walter Mazzarri in nerazzurro con il suo credo calcistico fatto di equilibrio e piccoli passi è naufragato questa mattina ed al suo posto ritorna colui che nel pre-calciopoli mise le basi e nel post-calciopoli vinse riportando l’Inter di Moratti ai vertici del calcio italiano.

    Il club di Erik Thohir e Roberto Mancini stanno limando in queste ore gli ultimi dettagli ma la base della trattativa è piazzata con cifre importante si parla di circa 4 milioni di euro a stagione (compenso – più bonus) e insieme al tecnico arriveranno i collaboratori David Platt, Attilio Lombardo e Adani anche loro con compensi previsti piuttosto alti.

    Già in estate e poi nelle settimane scorse avevamo sottolineato le difficoltà della squadra meneghina sia a fare mercato che a programmare in modo virtuoso il proprio futuro in quanto il presente non è affatto roseo ed è figlio delle immense spese che hanno portato sì a vincere uno storico triplete, ma anche a dissanguare e dilapidare il patrimonio di una famiglia che poi si è ritrovata nella costrizione di dover cedere la società ad Erik Thohir.

    Roberto Mancini | Foto Twitter
    Roberto Mancini | Foto Twitter

    Nelle settimane scorse poi, come se non bastasse, è arrivato il monito della U.E.F.A. che per effetto delle regole del Fair Play finanziario  controlla i bilanci delle società per verificare che le squadre partecipanti alle competizioni europee spendano in proporzione a quanto ricavano. Inter e Roma su queste indagini sono risultate in difetto ed il club nerazzurro in particolare.

    Inevitabile riflettere quindi sul fatto che l’esonero di Walter Mazzarri ed il suo staff, salvo accordi su buone uscite, porterà ad un ulteriore perdita per il club. I conti si fa presto a farli visionando il bilancio dell’Inter, alla voce “Costi del personale tesserato” si evince che nella scorsa stagione sono stati spesi 11.938.000 Euro lordi, in estate Mazzarri e l’Inter hanno rinnovato di due anni il contratto a cifre leggermente ribassate. In pratica in due anni la società dovrà sborsare comunque per il tecnico di San Vincenzo ed i suoi collaboratori una cifra superiore a 19.000.000 di Euro perché pur non considerando i quattro mesi fatti in questa stagione (dal rinnovo ad oggi) gli emolumenti per lo staff tecnico esonerato saranno di 8.000.000 Euro per il 2014/15 e di 11.500.000 Euro per la stagione successiva.

    Se inoltre consideriamo i 3.500.000 di Euro previsti (più bonus) che sono stati garantiti a Mancini con un contratto di due anni e mezzo (scadenza 30 giugno 2017) porteranno in questa stagione ad alzare la suddetta voce a bilancio per oltre 20 milioni di Euro e nella stagione 2015/16 addirittura sopra ai 30 milioni.

    L’effetto dell’affare Inter-Mancini certamente nell’immediato riporterà i tifosi nerazzurri allo stadio con entusiasmo e interessanti varianti tecniche sul campo, ma se le previsioni di bilancio ed il conseguente movimento sul calciomercato non mentono non sarà facile per l’Inter spiegare all’U.E.F.A. a dicembre come i costi non siano solo non diminuiti ma anzi aumentati e ai tifosi spiegare il perché se c’era la possibilità di spendere cifre del genere non si sia pensato ad investire sul mercato puntando ad altri nomi?

  • Inter colpo di scena, esonerato Mazzarri, in arrivo Mancini?

    Inter colpo di scena, esonerato Mazzarri, in arrivo Mancini?

    Un vero e proprio colpo di scena si è avuto questa mattina in casa Inter, il presidente Erick Thohir avrebbe deciso di esonerare il tecnico Walter Mazzarri, il suo sostituto, secondo le indiscrezioni che circolano, potrebbe essere Roberto Mancini che farebbe così il suo ritorno sulla panchina nerazzurra.

    Non si può parlare certamente di un fulmine a ciel sereno, in quanto le prestazioni fornite dall’Inter di Mazzarri non avevano certo entusiasmato e più volte si era parlato di ultimatum o ultima spiaggia ma almeno sino a ieri sera sembrava che il presidente avesse deciso di dare fiducia al tecnico di San Vincenzo almeno per altre due sfide di campionato, quelle delicatissime con il Milan e la Roma.

    Al momento non è arrivato alcun comunicato ufficiale da parte dell’Inter però le indiscrezioni che giungono dai colleghi di SkySport, sono piuttosto certe e parlano di una svolta da parte di Thohir giunta nella notte e che Mazzarri sarebbe già stato informato della fine del rapporto.

    Walter Mazzarri, incassa il primo esonero in carriera e conclude la sua stagione in nerazzurro lasciando l’Inter al nono posto in classifica a quota 16 punti e con un bilancio di 4 partite vinte, 4 pareggi e 3 sconfitte.

    Walter Mazzarri e Roberto Mancini
    Walter Mazzarri e Roberto Mancini

    Come già detto il nome del sostituto di Mazzarri pare già designato, addirittura c’è già chi si sbilancia parlando di un contratto di due anni e mezzo che sarebbe firmato in serata, si tratta di Roberto Mancini che tornerebbe così sulla panchina dell’Inter dopo le quattro stagioni, dal 2004/2005 al 2007/2008 nelle quali conquistò un 3° posto e 3 scudetti consecutivi.

    Mancini potrebbe tornare a vestire il ruolo dell’allenatore dell’Inter e avrebbe come prima sfida proprio il delicatissimo incontro con il Milan nel Derby di Milano. Dopo questa notizia tornano alla mente le parole rilasciate proprio da Mancini a MilanInterTv dopo Cesena-Inter, gara che il tecnico di Jesi aveva assistito in tribuna al Manuzzi, che sembrano quasi profetiche:

    L’Inter ha un tecnico bravo, ma da qui all’estate può succedere di tutto. Tornare ad allenare a San Siro? Mah, nel calcio mai dire mai…

    Il compito di Mancini non sarà certo semplice, dovrà provare a trasformare i fischi sentiti nelle ultime prestazioni a San Siro in applausi e dimostrare che le minestre riscaldate possono essere anche molto saporite.

  • Zdenek Zeman a 360°: da Tavecchio a De Laurentiis passando per Conte e Nazionale

    Zdenek Zeman a 360°: da Tavecchio a De Laurentiis passando per Conte e Nazionale

    Uno Zdenek Zeman a tutto tondo quello che ha parlato in un’intervista rilasciata alla “Gazzetta dello Sport”.

    Il Boemo, che divide i tifosi e gli addetti ai lavori, o lo si ama o lo si odia, come sempre è stato un vero e proprio show toccando diversi argomenti, tra cui quello del momento, ovvero l’infelice battuta del candidato alla presidenza della Figc Carlo Tavecchio sulle banane. Zeman però è andato controcorrente esprimendo il proprio pensiero sulla vicenda:

    La sua è stata un’uscita inopportuna e che non può non essere censurata. Però, tolta la forma, nella sostanza ha ragione. Uno dei grandi mali del calcio italiano è la presenza di troppi stranieri. Bisogna tornare a puntare sui nostri ragazzi. Tavecchio l’uomo giusto per rilanciare il calcio in Italia? Il problema non sono gli uomini, sono i programmi. Serve un cambiamento profondo. Ma con un mandato di appena due anni, Tavecchio o un altro, cosa può fare?

    Zdenek Zeman
    Zdenek Zeman

    Zeman poi critica anche l’idea del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che aveva proposto l’opportunità di tenere aperto il calciomercato per tutto l’anno:

    Chi dice che il calciomercato deve rimanere aperto tutto l’anno non capisce nulla di calcio. Per me il mercato dovrebbe chiudersi prima che le squadre partano per i ritiri.

    Un’ altra notizia di quest’estate è stato senza dubbio l’addio di Antonio Conte dalla panchina della Juventus, ed il Boemo si è dimostrato diretto e schietto nei confronti dell’allenatore salentino:

    Senza di lui la Juve non perde nulla perché ha una storia e un organico che prescindono dall’allenatore. In quanto alle dimissioni il rapporto si era logorato, la decisione andava presa prima.

    Capitolo nazionale, Zdenek Zeman dice la sua sponsorizzando la candidatura di Roberto Mancini:

    Roberto è stato un giocatore di alto livello, da tecnico ha vinto sia in Italia sia all’estero, conosce le lingue. Sarebbe la persona giusta al posto giusto.

    Nell’intervista al tecnico del Cagliari c’è ovviamente spazio per un commento sulla sua avventura in terra sarda e sull’addio alla maglia rossoblù del difensore Davide Astori:

    Ho scelto il Cagliari perché qui c’è una società nuova, fatta di persone perbene, che ha voluto puntare su di me. Questo basta e avanza per iniziare una nuova avventura. Stiamo lavorando bene. L’obiettivo è essere pronti per la prima giornata. Purtroppo il mercato aperto condiziona il nostro lavoro. Non ho provato a trattenere Astori. Era giusto che cercasse altrove le motivazioni che al Cagliari non aveva più. Trattenere un giocatore contro la sua volontà è sempre controproducente.