Capello – Chelsea ci siamo. L’ex tecnico della nazionale inglese è pronto a sposare il progetto dei blues, i quali hanno già deciso di dare il benservito a Di Matteo al termine della stagione. L’affare pare esser già in via di definizione, mancherebbero solo pochi dettagli per l’ufficilità.
Il presidente Abramovich, dopo il “no” secco di Guardiola, ha deciso di puntare sul tecnico ex Milan e Juventus per accrescere il potere europeo e nazionale dei Blues. Fabio Capello dal canto suo, non ha esitato un attimo a dire “si”. Grande motivatore, esperto allenatore e grande caratura internazionale, perfetto identikit dell’allenatore perfetto. La trattativa pare esser già ben avviata. Si parla di un contratto faraonico per il tecnico friulano. 8 milioni di euro a salire per 3 stagioni. Il progetto blues affascina tantissimo Capello, pronto a confrontarsi con la realtà inglese, stavolta sotto il “profilo club”. Il matrimonio dovrebbe chiudersi già nei prossimi giorni, salvo colpi di scena improvvisi.
Ma come mai Abramovich ha deciso di bocciare a prescindere Roberto Di Matteo? Il tecnico italiano non infiamma l’entourage del Chelsea. Anche in caso di vittoria in ChampionsLeague, Di Matteo verrebbe comunque allontanato, forse in modo immeritato. Perchè non dare una possibilità all’emergente tecnico, tra l’altro artefice di un finale di stagione pressochè perfetto sulla panchina dei blues? Forse perchè Di Matteo non vanta un bagaglio d’esperienza notevole è chiaro, ma potrebbe comunque maturare stando ancora alla guida di questo Chelsea.
Abramovich non vuol sentire ragioni e sulla panchina dei blues sogna un tecnico esperto, carismatico e vincente. Ecco quindi delinearsi il profilo di Fabio Capello, sogno concreto del plurimilionario russo. Non di certo un atteggiamento da applausi quello mostrato dalla dirigenza inglese verso Di Matteo, che dal canto suo, tenterà in maniera professionale di portare a casa la Champions League, pur sapendo già, che quella sarà la sua ultima partita sulla panchina del Chelsea.
La storia d’ amore Di Matteo Chelsea è destinata a finire al termine di questa stagione. A rivelarlo pare siano state alcune indiscrezioni interne allo stesso ambiente dei blues. Il patron Roman Abramovich non rinnoverà dunque il contratto al tecnico italiano per la stagione 2012/2013, anche in caso di vittoria in finale in Champions League.
La notizia ha dell’ incredibile. Roberto Di Matteo in pochi mesi ha rigenerato il Chelsea dopo il disastroso capitolo Villas Boas. Quando ormai tutti davano per spacciati i blues, sia a livello nazionale che europeo, il tecnico ha riacceso le speranze della compagine londinese attraverso una grandissima iniezione di fiducia. Ciniche e decisive alcune scelte in organico da parte del tecnico italiano. Su tutte l’ idea di rilanciare Didier Drogba nell ‘undici titolare a discapito di Fernando Torres, scelta risulta azzeccata visti i successivi risultati.
Perchè bocciare allora a priori un progetto che potrebbe decollare già dalla prossima stagione? Lo stesso Di Matteo pare non abbia digerito “serenamente” la notizia. Gli stessi giocatori sono stati colti di sorpresa. Ma siamo sicuri che sia una mossa azzeccata quella di dare il ben servito al tecnico italiano in un momento così importante della stagione? Che sia stato un clamoroso autogoal da parte della dirigenza dei blues?
Di fatto non c’è alcuna possibilità che Abramovich torni su i suoi passi e confermi Di Matteo, anche nel caso di conquista della Champions League vera chicca della società londinese. Ma quale è il reale motivo? Pare che il Presidente non sia entusiasta del gioco espresso dalla sua squadra e reputa i successi ottenuti, frutto di improvvisazione e tanta fortuna. Abramovich ha fatto capire di non essere un amante del “catenaccio” e quindi ha ufficialmente deciso di voltare pagina e guardare al futuro, a prescindere dal risultato finale della tanto attesa finale di Champions League del 19 maggio. Riprovaci ancora Roberto Di Matteo…
5 Maggio 2012. Data memorabile per Roberto Di Matteo, che nella giornata di ieri ha trionfato nella finale di FA Cup battendo il Liverpool 2-1 davanti a 90000 spettatori presenti nel nuovo Wembley. Da notare che per il terzo anno consecutivo un allenatore italiano trionfa in FA Cup, dopo i successi dei due anni precedenti targati Mancini e Ancelotti. Per il Chelsea quarta affermazione in FA Cup negli ultimi sei anni e primo trofeo stagionale in attesa della finale di Champions League che vedrà i londinesi sfidare il Bayern Monaco il prossimo 19 maggio.
PRIMO TEMPO – Parte subito forte il Chelsea che trova il vantaggio dopo appena 10 minuti grazie a Ramires che con un tiro violento finalizza al meglio il contropiede dei blues nato da un errore in fase di impostazione dei reds. Dopo aver trovato il vantaggio il Chelsea prova a raddoppiare ma non crea particolari problemi a Reina, portiere dei reds. Sul finire del primo tempo si segnala l’unico tiro in porta del Liverpool ad opera di Luis Suarez.
SECONDO TEMPO – Il Liverpool prova a partire forte, ma a colpire è ancora il Chelsea, che dopo 5 minuti trova il raddoppio grazie al gol di Didier Drogba, ottavo goal in una finale di FA Cup per l’ivoriano. A questo punto Kenny Dalglish, tecnico del Liverpool, si gioca la carta Andy Carroll e dopo 10 minuti, il giovane attaccante della nazionale inglese lo ripaga nel migliore dei modi siglando il goal che riapre la finale. L’ultima mezz’ora di gioco vede il Liverpool assediare la metà campo dei blues, che difendono bene il goal di vantaggio grazie al solito affidabile Cech. Nei minuti finali il Liverpool molla la presa e il Chelsea, trascinato dal solito Drogba, va vicino per ben due volte al 3-1. A Wembley finisce 2-1 in favore del Chelsea, prima vittoria da allenatore per Roberto Di Matteo.
FAVOLA DI MATTEO – Sono passati solo 2 mesi da quel 4 marzo 2012, giorno in cui Roberto Di Matteo venne nominato allenatore ad interim del Chelsea e siamo già a parlare del primo trofeo incamerato dal giovane tecnico italiano. Successo importante per Di Matteo e per il Chelsea, squadra autrice di una stagione mediocre in patria (attualmente è sesto in Premier League) ma capace di spingersi fino alla finale di Champions League dopo aver eliminato in semifinale i titani del Barcellona. Adesso a Londra c’è voglia di Champions e Di Matteo è pronto ad accontentare i tifosi blues che ancora non hanno dimenticato la finale persa a Mosca nel 2008. Il prossimo 19 maggio c’ è la finale europea da giocare all’Allianz Arena di Monaco e Roberto Di Matteo proverà a centrare il double, impresa riuscita sia a Mourinho che ad Ancelotti ma mai vincendo la Champions League. In caso di doppietta, il patron del Chelsea, Ramon Abramovic non avrebbe dubbi nel confermare il giovane tecnico italiano e sicuramente non avrebbe voglia di strapagare un altro tecnico dopo l’esperienza infelice vissuta con Andrè Villas Boas.
L’impresa è compiuta. Il Chelsea impatta al Camp Nou di Barcellona ed approda alla finalissima di Champions League edizione 2011/2012. Saranno gli inglesi di Roberto Di Matteo dunque a sfidare la vincente della sfida Real Madrid – Bayern Monaco nella finale che si disputerà proprio all’Allianz Arena, stadio della società tedesca. Il 2 a 2 maturato in Catalogna è arrivato al termine di una gara ricca di emozioni, gol, cartellini e quant’altro. Non è mancata nemmeno la paura, causa un bruttissimo scontro tra Valdes e Piquè ma quest’ultimo, dopo qualche attimo di incertezza sulle sue condizioni, si è ripreso.
Recrimina con se stesso il Barcellona che di fatto aveva la qualificazione in tasca dopo il 2 a 0 maturato grazie alle segnature di Busquets e Iniesta ed essere rimasto in superiorità numerica per quasi un’ora a causa del rosso rifilato dall’arbitro a Terry. Strada in discesa aveva pensato Guardiola ed invece un fantastico gol di Ramires aveva fatto pendere l’ago della bilancia in favore degli inglesi, forti dell’1-0 dell’andata. Nella ripresa gli assedi del Barca sembravano pronti a dare i loro frutti quando Messi ha potuto usufruire di un calcio di rigore, ma la traversa ha infranto i suoi sogni di gloria, cosi come ha fatto il palo nuovamente di li a poco.
Torres poi ha di fatto chiuso i conti e per il Chelsea arriva una finale che tuttavia non promette di buono visto che ci saranno ben quattro squalificati, ovvero Terry, Meireles, Ivanovic e Ramires, con Cahill e David Luiz infortunati. Ma tant’è, gli inglesi avranno la possibilità di giocarsela la Champions, gli spagnoli invece incassano la seconda delusione in tre giorni, sempre nel proprio stadio, dopo quella con il Real Madrid che è valsa la Liga.
Tutto come previsto per quanto riguarda formazioni e schieramenti tattici. Guardiola in avanti inserisce il giovane Cuenca mentre dietro torna Pique. Dall’altra parte atteggiamento difensivo con Drogba unico terminale. Ma nel giro di pochi minuti i piani dei due tecnici si scombussolano causa gli infortuni di Cahill e Piquè. Dentro Bosingwa e Dani Alves. Barcellona comunque subito pericoloso con un tiro di Messi su assist di Fabregas, ma Cech è bravo ad opporsi. Al 35’ però l’equilibrio si rompe: Dani Alves imbecca Cuenca il quale crossa in mezzo per Busquets che riesce a battere a rete portando i suoi in vantaggio.
A complicare le cose per il Chelsea ci pensa Terry che in un attimo di follia colpisce con una ginocchiata a gioco fermo Sanchez: rosso diretto per lui. Il Barcellona approfitta immediatamente della superiorità numerica e assesta il secondo colpo con Iniesta abile a sfruttare un assist di Messi e a battere Cech. Il Barcellona, avanti di due gol e di un uomo, si sente praticamente in finale. Ma gli inglesi come si sa sono restii a morire e prima del 45’ tornano in gara: Lampard innesca Ramires che con uno splendido pallonetto batte Valdes. Il 2 a 1 qualificherebbe il Chelsea.
Nella ripresa subito Barcellona all’attacco e Fabregas, smarcato in area, viene steso da Drogba. Per l’arbitro è rigore e dal dischetto va Messi il quale però incoccia la traversa. Non si disunisce la formazione catalana che ci prova ancora con Sanchez ma il muro del Chelsea regge. Kalou intanto subentra a Mata mentre Tello sostituisce Cuenca. Mossa disperata, nel finale, quella di Guardiola che schiera Keita come centravanti mentre Di Matteo risponde con Torres al posto di Drogba. Ed è solo il palo a dire di no a Messi su un bel sinistro. Nel recupero la beffa per i blaugrana con Torres che lanciato in contropiede fa secco Valdes e insacca. La festa è solo del Chelsea.
Le pagelle di Barcellona Chelsea: Iniesta 6,5: Sigla il gol che sembra suggellare il passaggio del turno. Ed invece alla fine si rivelerà inutile. Busquets 6,5. Bravo a sbloccare l’incontro ma come Iniesta alla fine gli rimarrà solo il rammarico. Messi 5: Nel giro di due settimane, quelle decisive, si scioglie come neve al sole. Sarà il giocatore più forte del mondo, ma la differenza doveva farla proprio ora.. Cech 7: Attentissimo tra i pali compie alcuni grandi interventi Drogba 7: Si danna l’anima per 90’ arretrando anche a fare il difensore se è il caso. Dopo anni dunque riscatta quella maledetta semifinale in cui a fine gara si mostrò imbufalito davanti alle telecamere. Ramires 7,5: Un gol fantastico in un momento difficilissimo. E poi tanto sacrificio in mezzo al campo. Terry 4: Uno gesto scellerato, non da un giocatore della sua esperienza. Fortuna sua che la squadra va lo stesso in finale. Ma lui la osserverà dalla tribuna.
Il tabellino: BARCELLONA (3-3-3-1): Valdes 5,5; Mascherano 6, Piqué sv (26′ pt Dani Alves 5,5), Puyol 6; Busquets 6,5, Xavi 6, Iniesta 6,5; Fabregas 6 (29′ st Keita sv), Messi 5, Cuenca 6 (23′ st Tello 5,5); Sanchez 6. In panchina: Pinto, Adriano, Thiago, Pedro. Allenatore: Guardiola 6 CHELSEA (4-2-3-1): Cech 7; Ivanovic 6,5, Cahill sv (12′ Bosingwa 6), Terry 4, Cole 6; Mikel 6,5, Meireles 7; Lampard 6,5, Mata 5,5 (13′ st Kalou 6), Ramires 7,5; Drogba 7 (34′ st Torres 7). In panchina: Turnbull, Sturridge, Essien, Malouda. Allenatore: Di Matteo 7
VIDEO BARCELLONA – CHELSEA 2-2
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Novanta minuti da dentro o fuori. Una finale di Champions League in palio partendo da quell’1 a 0 che all’andata premiò un Chelsea arcigno contro un Barcellona impreciso e sfortunato. Stasera si gioca al Camp Nou, il tempio dei catalani. Ed è anche sul fattore ambientale che fa affidamento Guardiola per cercare di ribaltare la beffarda sconfitta dell’andata arrivata per opera del gol messo a segno da Drogba a fine primo tempo. Dal canto loro gli inglesi ci sperano, e come dargli torto: il successo ottenuto nei primi 90’ consente di poter giocare per due risultati su tre. E forse anche più visto che, in caso di ko di misura con gol, sarebbero i ragazzi di Di Matteo a prendere la strada di Monaco di Baviera, sede designata per la finalissima.
Guardiola ha deciso di non fare più esperimenti: dentro tutti i big tranne Fabregas che ancora una volta dovrebbe partire dalla panchina. Il tecnico catalano, a parte gli infortunati Afellay e David Villa non ha problemi di formazione. Nel suo 4-3-3 davanti a Valdes ci sarà una difesa formata da Piquè e Mascherano centrali con Dani Alves e Puyol esterni. Solo panchina dunque per Adriano. In mezzo al campo il trio formato da Xavi, Busquets e Iniesta mentre il trio d’attacco è quello composto da Sanchez, Messi e Pedro. Due i diffidati che dovranno prestare massima attenzione per non essere costretti, in caso di qualificazione, a saltare la finale: si tratta di Puyol e Mascherano.
Un solo indisponibile tra le file del Chelsea: si tratta di David Luiz. Di Matteo schiererà i suoi con un prudente 4-2-3-1. In porta c’è Cech. Davanti a lui una linea difensiva formata da Cahill e Terry centrali con Ivanovic e Cole laterali. Davanti alla difesa agiranno Mikel e Meireles mentre toccherà al trio Lampard, Mata, Ramires supportare l’unica punta Drogba, preferito a Torres. Tanti i giocatori diffidati e a rischio squalifica tra gli inglesi in vista di una possibile finale: si tratta di Ivanovic, Cole, Meireles e Ramires
Il successo che Roberto Di Matteo sognava alla vigilia. Una vittoria senza subire gol che mette in condizione il Chelsea di poter affrontare la sfida di ritorno del Camp Nou con due risultati su tre e qualcosina in più visto che si potrebbe anche perdere con un gol di scarto. Opportunisti gli inglesi, abili a trasformare in gol con Drogba l’unica vera palla gol della partita. Tanto rammarico invece per gli spagnoli che tengono in mano il pallino del gioco per 90’ ma che non riescono a trovare il pari, sfiorandolo specie nel recupero con un palo colpito da Pedro.
Un match tutto cuore e sacrificio quello del Chelsea, arroccato sin dall’inizio nella propria difesa e affidatosi a veloci ripartenze. Poche ma letali, come quella che ha portato al gol vittoria. Il muro eretto da Di Matteo è stato solido e per la seconda volta di fila in una trasferta di Champions il Barcellona non riesce a trovare la via della rete.
Nel corso della prima frazione di gioco le occasioni per i blaugrana non mancano: al 9’ è Sanchez con un delizioso pallonetto a centrare in pieno la traversa. Un episodio che sembra mettere paura ai padroni di casa che stentano a creare palle da gol e in due casi con Fabregas rischiano seriamente di finire sotto, ma Cech e la difesa salvano. Quando il primo tempo sembra destinato a concludersi sullo 0 a 0 ecco che da una palla persa da Messi e recuperata da Ramires nasce il gol del Chelsea: merito di Drogba abile a centro area a depositare in rete il pallone appena servitogli dal compagno di squadra.
Ad inizio ripresa ricomincia l’assalto del Barcellona con Sanchez che al minuto 11 ha palla del pari su assist di Fabregas ma sbaglia clamorosamente. Guardiola decide cosi di togliere l’ex giocatore dell’Udinese inserendo Pedro. Cambia poco perché il team iberico continua a spingere ma non trova molti spazi. Specie Messi è molto limitato dal solido muro inglese che trema però proprio prima del gong: prima Cech si fa trovare pronto su una deviazione di Puyol a seguito di un calcio piazzato di Messi, poi al 93’ ecco che Pedro raccoglie una palla vagante in area di rigore e con un bel tiro a giro centra il palo, sulla sfera si avventa Busquets che spara alto. Finisce così con il successo del Chelsea.
Chelsea Barcellona, le pagelle: Terry 7: Se per la sesta volta contro di lui Messi non va a segno un motivo c’è. Guida alla grande una difesa che riesce a contenere efficacemente ogni offensiva blaugrana. Drogba 7: Eccolo il grande attaccante: decisivo in gare come queste quando tocca un pallone e lo trasforma in oro. Un gol preziosissimo il suo che potrebbe valere tanto nel ritorno. Lampard 7: E pensare che fino a qualche mese fa era stato accantonato. Può dare ancora tanto ai blues. Mascherano 5: Sul gol sembra assente visto che Drogba è tutto solo al centro dell’area. Una leggerezza che rischia di pesare molto. Messi 5: Imbecca la classica serata no. Perde palla dando il via al gol del Chelsea e in più non riesce mai a concludere pericolosamente dalle parti di Cech. Sanchez 5,5: Ha il merito di farsi pericoloso in più occasioni, ma se non la metti dentro ti serve veramente a poco.
Chelsea (4-3-3): Cech 6,5; Ivanovic 6,5, Cahill 6,5, Terry 7, Cole 6,5; Mikel 6,5, Meireles 6,5, Lampard 7, Mata 5,5 (27′ st Kalou 6), Drogba 7, Ramires 7 (43′ st Bosingwa sv). In panchina: Turnbull, Essien, Sturridge, Malouda, Torres. Allenatore: Di Matteo 7. Barcellona (4-3-3): Valdes 5,5; Dani Alves 5,5, Mascherano 5, Puyol 6, Adriano 5,5; Xavi 6 (42′ st Cuenca sv), Busquets 5,5, Iniesta 6; Sanchez 5,5 (21′ st Pedro 6), Messi 5, Fabregas 5,5 (34′ st Thiago Alcantara sv). In panchina: Pinto, Piqué, Bartra, Keita. Allenatore: Guardiola 5,5.
La video sintesi della partita:
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I primi 90’ di una doppia sfida quasi scontata per gli allibratori, tutta da giocarsi invece per i protagonisti delle due squadre. Stasera Chelsea e Barcellona scenderanno in campo per la seconda semifinale di Champions League. Due squadre che arrivano a questa sfida dopo cammini differenti: il Chelsea con qualche piccola difficoltà, vedi il ko del San Paolo di Napoli e la conseguente vittoria nel match di ritorno arrivata dopo i supplementari e il match sofferto nei quarti contro il Benfica.
Il Barcellona sin qui ha viaggiato un po’ sul velluto, incontrando come unico intoppo il gol del milanista Nocerino. Blaugrana favoriti dunque, ma il Chelsea ci vuole provare. Ma come ha detto Roberto Di Matteo a Stamford Bridge ci vorrà una prova impeccabile condita da una vittoria, magari senza subire reti. Perché uno 0 a 0, come nel caso del Milan, potrebbe servire a poco.
Il tecnico italiano avrà a disposizione l’intera rossa ad eccezione di David Luiz. Nel suo 4-2-3-1 Di Matteo schiera, davanti al portiere Cech, una difesa formata da Ivanovic e Cole esterni, Cahill e Terry centrali. Davanti alla difesa agiranno Mikel e Lampard con il trio Ramires, Mata, Kalou ad agire giusto alle spalle di Drogba. Solo panchina dunque per Essien, Malouda e Torres, i quali potrebbero tornare utili a gara in corso.
Dall’altro lato Guardiola, che deve fare a meno del solito Villa, non cambierà il suo 4-3-3. Davanti a Valdes difesa formata da Piqué e Mascherano centrali, con Dani Alves e Puyol che avranno il compito di spingere sulle corsie laterali. Il trio davanti alla difesa sarà formato da Xavi, Busquets e Iniesta con Sanchez e Fabregas che agiranno accanto al fenomeno Messi.
Chelsea Barcellona, le probabili formazioni:
CHELSEA (4-2-3-1): Cech; Ivanovic, Cahill, Terry, Cole; Mikel, Lampard; Ramires, Mata, Kalou; Drogba. In panchina: Turnbull, Bosingwa, Essien, Raul Meireles, Malouda, Sturridge, Torres. Allenatore: Di Matteo
Chelsea e Real Madrid raggiungono Barcellona e Bayern Monaco in semifinale di Champions. Questo l’esito della doppia sfida dei quarti di finale, se per le merengues il discorso qualificazione era stato già archiviato dopo il 3-0 rifilato all’Apoel conquistato nel match d’andata giocato a Cipro, i londinesi hanno dovuto faticare più del previsto al cospetto di un Benfica che non si è mai arreso anche quando sotto di un gol è stato costretto a giocare in inferiorità numerica per oltre un tempo per l’espulsione del capitano Maxi Pereira.
I Blues di Di Matteo passano con al 21′ con Lampard, freddo nel trasformare il penalty concesso dal direttore di gara Skomina per una spallata di Javi Garcia su Cole, l’arbitraggio poi ha scatenato le proteste del ds delle Aquile Rui Costa al termine della gara, nonostante l’uomo in meno e i due gol da recuperare nel computo tra punteggio della gara d’andata e il primo tempo di quella del ritorno, i lusitani non si perdono d’animo e si gettano in avanti alla ricerca del gol del pari che avrebbe potuto riaprire i giochi concedendo tanti varchi per gli attaccanti del Chelsea, in particolar modo con Fernando Torres.
La rete del pari, meritata, arriva un pò tardi a 4 minuti dallo scadere dei 90 minuti regolamentari con Javi Garcia che sugli sviluppi di un corner anticipa tutti di testa compreso Cech, la squadra di Jesus crede nell’impresa e si riversa tutta in avanti ma al 92′ a punire troppo severamente un Benfica generosissimo ci pensa l’ex Porto Meireles che in contropiede, uno contro uno, scaglia la sfera sotto l’incrocio dei pali. Per il Chelsea si tratta della quarta semifinale nelle ultime sei stagioni e la sesta nelle ultime nove edizioni della Champions League. Ora ci sarà il proibitivo confronto con il Barcellona, per Di Matteo l’esame Guardiola: l’andata si giocherà allo Stamford Bridge il 18 aprile mentre il match di ritorno sei giorni più tardi, il 24, nell’inviolabile Camp Nou.
Finisce in goleada l’altro quarto di finale, al Bernabeu. L’Apoel ne prende 5 dal Real ma è comunque vincitore morale del match, essendo riuscito a violare la porta difesa da Casillas per ben due volte, e della competizione per essere arrivato fino ai quarti di finale contro ogni aspettativa. Con il discorso qualificazione già praticamente chiuso, Ronaldo e compagni si divertono in un vero e proprio “tiro a segno”, la squadra di Mourinho va al riposo sul 2-0 con le reti dell’asso portoghese e di un ritrovato Kakà. Nella ripresa esce fuori l’orgoglio dei ciprioti che trovano un gol storico con Manduca al 67′ che fa esplodere di gioia gli oltre 3 mila supporters arrivati al Bernabeu ma CR7 poco più tardi punisce ancora l’Apoel con un calcio di punizione delizioso a giro imparabile per il portiere facendo 3-1. Il Real non è sazio e cala il poker con Callejon a 10 dal termine, gli ospiti accorciano nuovamente le distanze grazie al penalty di Esteban Solari, fratello di Santiago che giocò nelle fila del Real dal 2000 al 2005. Non è ancora finita qui perchè c’è ancora il tempo per il 5-2 definitivo di Di Maria che beffa il portiere Chiotis con un pallonetto. Ad attendere il Real Madrid in semifinale il Bayern Monaco che aveva eliminato il Marsiglia con due 2-0. Le due gare di semifinale con i tedeschi (andata all’Allianz Arena il 17 aprile e ritorno al Bernebeu il 25) e l’eventuale finale dividono Mourinho dalla storia, lo Special One potrebbe essere infatti il primo tecnico a conquistare 3 Champions League alla guida di 3 club diversi dopo averla alzata al cielo con Porto nel 2004 e Inter nel 2010.
Stasera con Chelsea – Benfica e Real Madrid – Apoel cala il sipario sui quarti di finale di Champions League. Le gare di andata hanno premiato entrambe le squadre che una settimana fa hanno giocato in trasferta ma mentre per il Real quella di stasera al Bernabeu sarà una semplice passeggiata forte del 3-0 ottenuto in Cipro per i londinesi il discorso qualificazione non è ancora chiuso anche se la rete di vantaggio siglata da Kalou al Da Luz che attualmente fa pendere l’ago della bilancia dalla parte dei Blues è di un’importanza rilevante dal momento che costringerà i lusitani a scoprirsi sin dalle battute iniziali di gara. La squadra allenata da Roberto di Matteo, unico italiano rimasto in Champions dopo l’eliminazione del Milan di ieri, potrà avere così a disposizione praterie per poter colpire con velocissime ripartenze.
Il tecnico italiano, che ha preso il posto dell’esonerato Villas Boas , in un mese di lavoro è riuscito a ricompattare il gruppo recuperando i senatori dello spogliatoio come Lampard, Drogba e Terry portando quei risultati che erano mancati con il suo predecessore: la grandiosa rimonta contro il Napoli dall’1-3 dell’andata ha ridato nuova linfa agli inglesi che in quest’ultimo scorcio di stagione si giocheranno la quarta semifinale nelle ultime sei stagioni e la qualificazione in Champions del prossimo anno. Di Matteo non avrà a disposizione il difensore più in forma del momento e grande ex del match David Luiz infortunatosi alla caviglia, al suo posto al fianco di Terry e davantia Cech dovrebbe esserci Cahill, a sinistra agirà Cole mentre a destra il ballottaggio è tra gli ex Porto Bosingwa e Paulo Ferreira; in mediana il trio è composto da un altro ex Porto Meireles, Ramires e Lampard, in avanti a sostegno di Fernando Torres ci saranno Mata e Sturridge con Drogba che partirà inizialmente dalla panchina.
Il Benfica arriva allo Stamford Bridge consapevole della difficoltà della gara ma non per questo partirà già da sconfitto: il tecnico Jorge Jesus vuole riportare le Aquile in semifinale di Champions a distanza di 22 anni dall’ultima volta e sa che per centrare l’obiettivo servirà la partita perfetta affidandosi alle doti tecniche di Aimar e confidando nelle doti realizzative di Oscar Cardozo. In difesa Emerson scalerà al centro della difesa a far coppia con Luisao con l’inserimento a sinistra di Capdevila con Maxi Pereira sulla corsia opposta, a centrocampo il belga Witsel con Gaitan e Javi Garcia e l’ex Roma Artur tra i pali. Al Benfica servirà vincere con almeno due gol di scarto oppure uno segnando più di una volta, con lo 0-1 si va ai supplementari. Chi passa il turno alla semifinale si “regala” il Barcellona.
PROBABILI FORMAZIONI CHELSEA – BENFICA
CHELSEA (4-3-3): Cech; Bosingwa, Cahill, Terry, Cole; Ramires, Meireles, Lampard; Sturridge, Torres, Mata.
Panchina: Turnbull, Ivanovic, Paulo Ferreira, Essien, Mikel, Kalou, Drogba.
Allenatore: Di Matteo.
BENFICA (4-3-1-2): Artur; Maxi Pereira, Luisao, Emerson, Capdevila; Gaitan, Javi Garcia, Witsel; Aimar; Rodrigo, Cardozo.
Panchina: Eduardo, Luis Martins, Matic, Nolito, Saviola, Bruno Cesar, Nelson Oliveira.
Allenatore: Jesus.
Al Santiago Bernabeu il discorso qualificazione è già chiuso, la rivelazione di questa edizione della Champions League Apoel aveva resistito per 70 minuti nella gara d’andata giocata a Nicosia prima di inchinarsi al Real andato in gol con Benzema per due volte e Kaka. Proprio l’ingresso in campo del brasiliano ex Milan, insieme al connazionale Marcelo, cambiò il volto ad un match rivelatosi complicato servendo prima l’assist per l’attaccante francese e poi raddoppiando mettendo al sicuro il risultato. Stasera Kaka sarà in campo dal primo minuto, il tecnico Josè Mourinho inoltre concederà spazio a diversi elementi che hanno giocato poco, come Altintop in difesa. Torna titolare anche Di Maria che giocherà sul settore avanzato di destra con Cristiano Ronaldo a sinistra, Benzema sarà il centravanti mentre Xabi Alonso sarà affiancato da Granero con Sahin che si accomoderà in panchina così come Fabio Coentrao. Ad attendere le merengues in semifinale c’è già il Bayern Monaco che ha eliminato il Milan. Per l’Apoel la serata del Bernabeu sarà il giusto premio per aver disputato una inaspettata quanto sorprendente Champions cercando di chiudere nel migliore dei modi questa favola.
PROBABILI FORMAZIONI REAL MADRID – APOEL NICOSIA
REAL MADRID (4-2-3-1): Casillas; Altintop, Pepe, Ramos, Marcelo; Granero, Xabi Alonso; Di Maria, R. Kaka, Ronaldo; Benzema.
Panchina: Adan, Albiol, Coentrao, Sahin, Callejon, Ozil, Higuain.
Allenatore: Mourinho.
Il Manchester City inciampa nuovamente nella corsa al titolo, e stavolta lo fa in casa dove fino ad ora aveva vinto 15 partite su 15. La truppa di Mancini pareggia in casa contro il Sunderland e si avvicina a meno 2 dallo United che però ha una partita in meno, da disputare nel monday night in casa del Blackburn. Il Sunderland di O’Neill sta disputando una stagione da incorniciare dal punto di vista del gioco, e oggi ha sorpreso il City con una squadra cortissima e giocando di rimessa con ripartenze velocissime.
Il Mancio mette in campo dal primo minuto Balotelli e Dzeko a sostituire Aguero infortunatosi in settimana a un piede, e in mezzo alla difesa si rivede capitan Kompany. Inizia il match e il City controlla il gioco con il possesso palla ma inizia a soffrire da subito i contropiedi del Sunderland, con Sessegnon che è imprendibile e Bendtner che è bravo a tenere palloni e far salire i suoi. Fino al 30′ succede un po’ poco fino a quando il Sunderland trova il gol del vantaggio con Larsson che dal limite dell’area piazza un piattone nell’angolino sul quale Hart non può fare niente. A questo punto il City si sveglia un po’ e inizia a pressare più forte e al 42′ Dzeko cerca lo slalom in area, e dopo aver saltato il primo uomo non fa niente per evitare il secondo andando chiaramente a cercare il contatto, per l’arbitro è rigore e Balotelli con freddezza spiazza il portiere. Il primo tempo sembra finito, ma al terzo minuto di recupero il Sunderland batte una punizione veloce, il City dorme e Bendtner sovrasta Richards e insacca di testa per il 2-1.
Inizia il secondo tempo e Mancini sostituisce subito Richards con Johnson, ma il cambio non paga e il Sunderland al 54′ trova il gol del 3-1 con un contropiede fulmineo, in tre passaggi i Black Cats vanno in porta su l’asse Sessegnon, Bendtner e Larsson autore della doppietta personale. A questo punto il City inizia a riversarsi nella metà campo avversaria senza però creare niente di pericoloso, con una manovra lunga e disordinata. La tensione sale e la regia inglese regala una ripresa di Mancini sconsolato in panchina, con la partita all’84’ che sembra ormai finita, ma SuperMario Balotelli riceve palla largo sulla sinistra, salta due uomini e piazza un bolide in rete per il 2-3 e per la speranza Citizens. Passa appena un minuto e il City è ancora in avanti, e dopo un paio di rimpalli Pizarro apre sulla sinistra per Kolarov che dai venticinque metri spara un missile a pelo d’erba che si insacca in rete per il 3-3 finale.
Il Manchester City si è fatto “mangiare” dal punto di vista atletico e dalla grinta del Sunderland, messo in campo perfettamente da O’Neill che stavolta ha vinto lo scontro tra manager a livello tattico. Il City deve anche ringraziare un regalo dell’arbitro sul gol dell’1-1, quando Dowd regala il rigore a Dzeko, proprio nella settimana delle lamentele di Viera sui sospetti favoritismi per il Manchester United.
Il Chelsea di Roberto di Matteo espugna il Villa Park per 2-4, in una partita dai mille colpi di scena. Il manager italiano schiera ancora Torres dal primo minuto affiancato da Mata e da Sturridge. I Blue vanno in rete subito con Sturridge al 9′, dopo che Torres si è fatto murare a due metri dalla porta su assist di Mata. Il primo tempo scorre veloce, da segnalare solo un miracolo di Cech su conclusione ravvicinata di Aghbonlahor. Succede poi tutto nella ripresa, con il Chelsea che raddoppia al 50′ con il bomber aggiunto Ivanovic, che su un calcio d’angolo di Mata è il più lesto di tutti e insacca. Il match sembra scorrere per una comoda vittoria per il Chelsea, quando al 76′ l’Aston Villa accorcia le distanze con Collins di testa su assist diretto da rimessa laterale e dopo soli tre giri d’orologio i Villans pareggiano con Lichaj. Di Matteo non crede ai suoi occhi ma all’85’ i suoi vanno ancora avanti ed è di nuovo Ivanovic a segnare, questa volta di testa ancora su assist di Mata. L’Aston Villa si riversa in avanti e al 92′ il Chelsea trova il 4-2, finalmente con Fernando Torres, che interrompe un digiuno in campionato lungo una vita per un campione come lui.
Il Chelsea si porta a quota 53 a meno 2 dal Tottenham in campo domani, e a meno 5 dall’Arsenal che oggi ha perso il derby con il QPR per 2-1 con reti di Taarbat e Diakitè per i Rangers e Walcott per l’Arsenal. In chiave salvezza è il Bolton vince in trasferta contro il Wolverhapton per 2-3, condannando forse i Wolves alla retrocessione ora a meno 6 dalla zona salvezza con 7 partite alla fine, e il Wigan ha battuto in casa lo Stoke tenendo vive le proprie speranze di salvezza. Gli altri risultati sono Fulham-Norwich 2-1 ed Everton-Wba 2-0.