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  • Caso Mauri, settimana chiave per riciclaggio in Svizzera e calcioscommesse

    Caso Mauri, settimana chiave per riciclaggio in Svizzera e calcioscommesse

    Si decideranno questa settimana le sorti di Stefano Mauri, indagato per riciclaggio in Svizzera e nell’ambito dell’inchiesta calcioscommesse.

    Martedì mattina il giocatore laziale sarà infatti a Berna, in Svizzera, accompagnato dalla madre per essere ascoltato come testimone e chiarire la propria posizione alle autorità elvetiche; venerdì invece sarà la volta del consulto Di Martino-Palazzi, relativamente all’inchiesta di Cremona.

    In primis il giocatore dovrà spiegare alle autorità elvetiche le motivazioni del conto aperto in una banca svizzera e soprattutto da dove siano provenuti i soldi fatti transitare e ivi depositati: ascoltato come testimone, Mauri dovrà sostenere un interrogatorio orale e svolgere un test scritto, in cui dovrà emergere in pratica la propria versione dei fatti relativamente alla vicenda del presunto riciclaggio, e fornire argomentazioni sufficienti a fugare ogni dubbio circa un suo coinvolgimento in eventuali traffici.

    Stefano Mauri
    Stefano Mauri © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Berna infatti ha avuto accesso agli atti della Procura di Cremona, mettendo inizialmente in relazione la vicenda del conto corrente bancario con la pista italiana del calcioscommesse, pur arenandosi su delle incongruenze di tipo temporale (le partite della Lazio finite sotto l’osservatorio degli inquirenti sono successive alla data dell’ultimo accredito di denaro sul conto svizzero in questione): i riferimenti sono oramai gli “storici “ match Lazio – Genoa e Lecce – Lazio, giocatesi nel maggio del 2011 , mentre l’ultimo deposito sul conto risalirebbe addirittura all’anno precedente, il 2010.

    E’ al vaglio degli inquirenti svizzeri quindi un’altra possibilità, vale a dire che il conto bancario in questione possa fungere da “polmone” di raccolta di capitali in “nero”, operando di fatto come un centro di riciclaggio.

    Venerdì sarà invece la volta dell’inchiesta calcioscommesse: il pm Di Martino riceverà il procuratore Figc Palazzi per ricevere il materiale raccolto in sede penale: possibile il deferimento per Stefano Mauri, che a riguardo dell’inchiesta “italiana” ha da sempre dichiarato e sostenuto la propria estraneità ai fatti.

  • Calcioscommesse, Stefano Mauri dietro il tesoro svizzero?

    Calcioscommesse, Stefano Mauri dietro il tesoro svizzero?

    Ulteriori importanti sviluppi e nuovi scenari nell’inchiesta calcioscommesse che acquista, così, dimensioni internazionali estendendo i suoi confini fino alla Svizzera, dove sarebbe “conservata” una cospicua somma alimentata dai flussi di giocate e combine. La Procura di Berna, in tal senso, ha avviato accertamenti per individuare l’eventuale coinvolgimento della criminalità organizzata in tali operazioni transnazionali finalizzate al riciclaggio di tali somme depositate su diversi conti segreti elvetici. Inoltre, a rendere ulteriormente intricata la vicenda vi sarebbe il diretto coinvolgimento di un calciatore “importante”, così come definito dalle fonti investigative , che non sarebbe “nuovo” a coinvolgimenti di tal specie, essendo già indagato dalla Procura di Cremona con il reato di “associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva”. Il nome in questione, in un primo momento non era ancora stato reso noto in maniera ufficiale inducendo a formulare svariate ipotesi sull’identità del giocatore coinvolto ma, nella giornata di oggi, il “mister X” ha assunto finalmente un nome e cognome: Stefano Mauri, centrocampista della Lazio. 

    Stefano Mauri sarà interrogato Venerdì a Cremona | © ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

    Il calciatore biancoceleste, già arrestato a margine della seconda parte dell’ inchiesta condotta dalla Procura di Cremona – ma attualmente tornato regolarmente in campo – sarà ascoltato Venerdì  21 Settembre a Cremona dal gip Guido Salvini alla presenza del procuratore Roberto Di Martino, dopo che il calciatore ha richiesto uno slittamento dell’interrogatorio (fissato inizialmente per Giovedì, ndr) a causa del match di Europa League della Lazio, a Londra contro il Tottenham.

    L’importanza dell’interrogatorio di Mauri, dunque, diventa più che cruciale considerando che la stessa procura della capitale Svizzera ha già richiesto una rogatoria internazionale per acquisire gli atti dell’inchiesta italiana e far luce sugli eventuali (ed a questo punto più che probabili, ndr) contatti fra le due inchieste. Se tale ipotesi fosse confermata, dunque, potrebbe essere chiarito definitivamente il meccanismo a doppio canale che per lega l’Italia e la Svizzera: dal nostro Paese, infatti, partirebbero gli input connessi alla possibilità di combinare i risultati indirizzandoli su quanto scommesso, con la complicità di calciatori tanto corruttibili quanto indispensabile per garantire il “buon esito” delle operazioni, ed in Svizzera finirebbero, poi, i flussi di denaro, segregati in conti ad hoc e, poi, riciclati con la diretta partecipazione della criminalità organizzata.

    Nella specifica fattispecie che coinvolge il “giocatore importante tuttora in attività”, il conto svizzero – non cifrato – sarebbe stato intestato ai genitori di Stefano Mauri, in veste di “prestanome” ma conterrebbe proprio le ingenti somme (centomila euro, ndr) derivanti dall’ incasso di un bonifico a seguito delle combine. Il passo successivo, quello del “riciclaggio”, resta da accertare e, per tal motivo, si è resa necessaria la rogatoria e la richiesta di interrogatorio del calciatore, anche perchè la Procura di Cremona mira ad individuare ulteriori somme “sospette” nei conti correnti elvetici.

    Da Venerdì, dunque, dopo l’interrogatorio di Stefano Mauri, la sua posizione potrebbe ulteriormente essere aggravata, anche se il suo legale Matteo Melandri ha mostrato sdegno ed indignazione per le notizie circolate in questi giorni circa il suo assistito, precisando che “la nostra difesa è in fase di organizzazione” e che la convocazione in procura del suo assistito è soltanto in veste di “persona informata sui fatti”, in qualità di testimone per conto dell’autorità giudiziaria svizzera.

  • Calcioscommesse, colletta Sampdoria per vincere il derby

    Calcioscommesse, colletta Sampdoria per vincere il derby

    Nuovi sviluppi e nuovi scenari sulla vicenda calcioscommesse, ed in particolar modo a proposito del “derby della Lanterna”, come si suole definire, fra Genoa e Sampdoria, dell’ 8 Maggio 2011: sulla partita in questione, infatti, sono piovuti sospetti di combine.

    L’aspetto più inquietante, in tal senso, riguarderebbe il fatto che i promotori dell’ iniziativa sarebbero stati gli stessi giocatori blucerchiati, i quali avrebbero organizzato una vera e propria colletta per raccogliere la somma di ben 350 mila euro e farla, poi, recapitare ai cugini genoani nell’immediata vigilia del derby in prossimità del finale di stagione per tentare di “comprare la vittoria”.

    Un derby che era realmente essenziale per le speranze di salvezza dei doriani ma che la Sampdoria perse contro un Genoa già salvo, dopo aver raggiunto il pareggio per 1 a 1, facendosi superare proprio nei minuti di recupero: una sconfitta che fu un passo decisivo verso la retrocessione in serie B ma che, ora, se la “colletta Sampdoria” venisse confermata, potrebbe avere conseguenze ben più gravi di quelle già negative del campo.

    Il tutto è emerso, come spesso accade, proprio da un’intercettazione telefonica che ha coinvolto il capo ultras della curva del Genoa, Massimo Leopizzi, anch’egli indagato con l’accusa di associazione per delinquere e frode sportiva: nell’intercettazione in questione, infatti, Leopizzi parla con un terzo interlocutore riferendosi esplicitamente ad un derby “comprato” dietro pagamento della somma in questione, precisando che la sua fonte informativa in merito sia stato proprio un giocatore del Genoa. Dopo l’interrogatorio che lo ha coinvolto a Cremona martedì scorso, però, il capo ultrà rossoblu avrebbe minimizzato la problematica, riferendosi ad una semplice “sensazione” nata dopo aver assistito alla gara di Marassi, simile alla stessa percezione degli altri ventimila spettatori presenti allo stadio.

    Procuratore Roberto Di Martino | OLIVIER MORIN/AFP/GettyImages

    Fra i presunti coinvolti ci sarebbe anche Mimmo Criscito, ex difensore del Genoa escluso dagli Europei dopo il blitz della Polizia a Coverciano, ed iscritto dalla Procura nel registro degli indagati, anche se in merito a tale vicenda la sua posizione dovrà essere ancora verificata. Nell’interrogatorio di Leopizzi però, pare siano emersi “a favore” dell’attuale difensore dello Zenith, considerando che il capo ultrà ha sottolineato come l’ormai famosa riunione cui parteciparono alcuni giocatori del Genoa – e, appunto, Criscito – insieme al trafficante Safet Altic: l’incontro, nel ristorante “il coccio” secondo Leopizzi, era finalizzato a “fare il culo a Criscito perchè non aveva esultato dopo il gol alla Sampdoria”  e, dunque, sarebbe da escludere in tal senso un riferimento alle scommesse.

    La questione combine legata al derby genovese, però, non è affatto secondaria ed, a tal proposito, il procuratore di Cremona Roberto Di Martino, a margine dell’interrogatorio di Omar Milanetto dopo l’arresto del calciatore, avrebbe rivolto all’ex rossoblu una specifica domanda in merito, riferendosi a quel derby come ad una gara che potrebbe avere “effetti devastanti”, aggiungendo che la vicenda legata alle combine sul derby “sarà la peggiore fra quelle connesse a questa inchiesta”.

    Al momento, però, i dubbi restano vivi, sia perchè la gara in questione – nonostante la presunta combine – terminò comunque con la vittoria del Genoa, sia perchè, secondo gli inquirenti, la cifra di 350 mila euro sarebbe troppo alta. Gli interrogativi da risolvere restano ancora molteplici.

    Video Sampdoria Genoa dell’ 8 maggio 2011:

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  • Sfogo Buffon “Vergogna, stampa sapeva dei blitz”. Di Martino “Non lo convoco”

    Sfogo Buffon “Vergogna, stampa sapeva dei blitz”. Di Martino “Non lo convoco”

    Gigi Buffon dice sempre quel che pensa dimostrando, in più di un’occasione, di non conoscere il significato della parola ipocrisia. Proprio per la sua sincerità il portiere e capitano della Nazionale aveva ricevuto una pioggia di critiche da più fronti con una gran parte di addetti ai lavori, tifosi e semplici appassionati di questo sport che hanno condannato fermamente le sue ultime uscite (non quelle da portiere, ndr) addirittura chiedendo al ct Cesare Prandelli di toglierli la fascia di capitano, in particolare sull’ammissione pubblica che non avrebbe aiutato l’arbitro segnalando la regolarità dell’ormai famoso gol di Muntari in Milan – Juve neanche se se ne fosse accorto e le esternazioni, più recenti, «Meglio due feriti che un morto» riferendosi ai “biscotti” tra due squadre le quali indirizzano le gare, senza combinarla illegalmente, verso un determinato risultato che stia bene ad entrambe.

    Dichiarazioni queste ultime che hanno fatto drizzare le orecchie anche ai pm della Procura di Cremona che stanno indagando sul male che attualmente sta travolgendo il calcio italiano, lo scandalo del calcioscommesse, e che proprio in questi giorni hanno effettuato diversi blitz che hanno portato all’arresto del capitano della Lazio Stefano Mauri e del centrocampista del Padova ex Genoa Omar Milanetto, inviando avvisi di garanzia, tra gli altri, a Mimmo Criscito, raggiunto dalle forze dell’ordine nel ritiro della Nazionale poco prima che il ct Cesare Prandelli diramasse la sua lista definitiva per Euro 2012, Antonio Conte, Sergio Pellissier, Giuseppe Sculli, Christian Vieri e Leonardo Bonucci per il quale però ancora non è stata resa formale, al punto in cui il pubblico ministero Roberto Di Martino aveva espresso la volontà di convocare Buffon per interrogarlo come persona informata sui fatti.

    Un fiume in piena ieri il numero 1 dell’Italia e della Juventus che ha parlato in conferenza stampa a Coverciano, senza peli sulla lingua, molto infastidito dalla stampa che sa sempre tutto e prima dei diretti interessati su vicende delicate come queste e dal modus operandi di chi all’interno della Procura fa filtrare parte del contenuto delle deposizioni dei vari interrogati immediatamente dopo gli interrogatori. A chi gli chiede se pensa che i magistrato lo chiameranno a deporre replica seccamente: «Ditemelo voi – riferendosi alla stampa – Tanto lo sapete sempre prima degli interessati. Quella è una vergogna. Non è normale che dopo 10 minuti si sappia cosa si è detto a un pm o che notizie sulle inchieste escano 3 o 4 mesi prima del dovuto. La notte del “blitz”, le tv stavano fuori da Coverciano alle 6 di mattina. Strano. Ma sia ben chiaro che nessuno voleva spettacolarizzare. Stavo dormendo, conoscendo Mimmo (Criscito, ndr) per lui non è stata una bellissima sveglia, credo che non la si debba augurare a nessuno. Non credo che la Federazione fosse a conoscenza di qualcosa».

    Lo sfogo di Gigi Buffon © GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

    Per le dichiarazioni che hanno irritato i benpensanti: «Mi prendo, come sempre, le mie responsabilità tuttavia ho avuto la conferma che una persona perbene, con la coscienza a posto e senza scheletri nell’armadio, non può dire quello che pensa. Non era il caso di dirlo in pieno scandalo scommesse? Me lo dovete dire voi quando è il caso? Quando tocchi certi argomenti non c’è mai il momento giusto ma che gente che segue il calcio da millenni mi abbia fatto la paternale è il massimo. Nel caos non si è capita la mia distinzione tra i comportamenti discutibili, ma solo antisportivi, e quelli truffaldini con alle spalle le organizzazioni criminali che lucrano sulle scommesse. Esempio. Semifinale di Champions: Bayern e Real giocano 90 minuti alla morte poi nei supplementari non prendono rischi e aspettano i rigori. È un illecito? Vogliamo chiamare la magistratura per questo? E se due squadre cui serve un punto lo ottengono si grida al pareggio annunciato ma se una perde e retrocede chi glielo spiega ai 300 tifosi che l’aspettano? Il biscotto di Danimarca – Svezia all’Europeo? Non ero arrabbiato, solo stupito».

    «Se ci sarà giustizia? Ho piena fiducia anche perché non ci sarebbe niente di peggio che speculare sulle vite altrui. Dopo l’errore con il Lecce un giornalista mi disse che sul web pensano che l’abbia fatto apposta per scommettere. Se qualcuno è così tarato da crederlo possibile, la cosa mi offende e mi disarma. E’ uno scandalo peggiore del 2006? Allora al 95 per cento si incentrava su una società, qui in effetti è coinvolto tutto il nostro movimento. Sono sorpreso che si sia arrivati a questo punto».

    Infine chiusura sull’auspicio, più che proposta, lanciata da Monti durante il vertice italo-polacco dell’altro ieri: «È il presidente del Consiglio, dunque sarà una persona intelligente e di buon senso. La risposta giusta l’ha data Abete: in quel modo punirebbe l’80-85 per cento dei calciatori onesti che perderebbero il lavoro. Io forse troverei un posto all’estero ma tanti altri resterebbero, senza colpa, a casa».

    Intanto il pm Di Martino ha annunciato che non convocherà Buffon in Procura «perchè non esistono i presupposti» ma lo invita indirettamente a presentarsi davanti ai magistrati di sua spontanea volontà qualora si sentisse in dovere di dire qualcosa.

  • Calcioscommesse, Mauri e Milanetto negano accuse

    Calcioscommesse, Mauri e Milanetto negano accuse

    Due ore di interrogatorio nella serata di ieri e “nessuna ammissione” per Stefano Mauri, centrocampista della Lazio arrestato lunedì scorso con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed alla frode sportiva a margine del nuovo filone di inchiesta New Last Bet. Il gip di Cremona Guido Salvini ha ascoltato il calciatore biancoceleste, giunto in procura con il volto coperto dal cappuccio di una felpa nera, con particolare riferimento alle combine legate alle gare Lazio-Genoa e Lecce-Lazio ma, a tal proposito, non c’è stata alcuna rivelazione. I legali del calciatore hanno, poi, precisato che il loro assistito ha fornito “una versione assolutamente plausibile“, precisando di non aver mai avuto alcun rapporto con l’ormai famigerato gruppo degli zingari.

    Tuttavia, Stefano Mauri non ha negato i contatti con Zamperini, il calciatore arrestato che lo ha direttamente chiamato in causa in riferimento alle combine sulle due partite sopracitate: in tal senso, però, secondo i legali di Mauri i rapporti fra i due sarebbero stati di semplice amicizia e, pertanto, i contatti frequenti sarebbero da ricondurre esclusivamente a questo perchè “Mauri non sapeva nulla dell’attività di Zamperini legata alle scommesse”. Infine, a proposito della scheda telefonica intestata a Samanta Romano ma utilizzata da Mauri per le telefonate inerenti le combine, non sono ancora emersi elementi utili a capire meglio in che modo tale elemento possa essere considerato dal gip: l’avvocato Matteo Melandri, a tal proposito, si è limitato a commentare che“Mauri ha chiarito e dato spiegazioni che saranno ora oggetto di verifiche”.

    Stefano Mauri | © ALBERTO PIZZOLI/AFP/GettyImages

    Oltre a Mauri, il gip di Cremona ha sentito anche Omar Milanetto, ex capitano del Genoa ed attualmente in forza al Padova ed, in tal caso, è emerso qualche elemento di maggiore interesse, anche se il calciatore ha negato ogni suo presunto coinvolgimento nelle combine: secondo quanto sostenuto nell’interrogatorio di garanzia, però, pare che “ci siano altre partite” da porre sotto la lente di ingrandimento ed, a tal proposito, Milanetto potrebbe essere risentito nei prossimi giorni.

    Al termine delle due ore di interrogatorio, il suo avvocato Mattia Grassani ha precisato che il suo assistito ha chiarito ogni questione inerente la sua posizione, ed in particolare quella relativa alla conoscenza di Sergio Altic (bosniaco attualmente detenuto, ndr) e della riunione a Modena nell’hotel in cui avrebbe incontrato Stefano Mauri, fornendo una documentazione di ben 79 pagine e smentendo, inoltre, la sua presenza presso l’hotel “Una Tocq” di Milano lo scorso 15 Maggio 2011 insieme agli autori delle combine di Lazio-Genoa perchè “la data e l’ora sarebbero incompatibili”. Il legale, inoltre, ha precisato che nella giornata odierna sarà presentata richiesta di scarcerazione,  mostrando un cauto ottimismo proprio in riferimento alla revoca della misura cautelare, ritenuta un provvedimento “ingiusto e pesante”.

    Al contrario di quanto sostenuto dalla difesa, secondo il pm Roberto Di Martino la deposizione di Omar Milanetto non avrebbe convinto in pieno e non sarebbe stata “particolarmente brillante” perchè non è stata caratterizzata da alcuna ammissione e, dunque, ciò potrebbe condurre ad un nuovo interrogatorio in quanto “c’è un aspetto particolare che non è stato ancora possibile inquadrare ed è su questo che intento risentirlo”.

  • “Meglio due feriti che un morto” Buffon da Di Martino

    “Meglio due feriti che un morto” Buffon da Di Martino

    La schiettezza ed il parlare senza peli sulla lingua, a volte, può non essere riconosciuto come un pregio ma, al contrario, avere delle conseguenze affatto positive. In particolare, nell’attualità calcistica di questi giorni concitati, considerando il clima di grande tensione nell’intero ambiente, fra perquisizioni, interrogatori, arresti, illazioni ed, ultima in ordine di tempo, la provocazione del presidente del consiglio Mario Monti, che ha proposto “2-3 anni di sospensione del calcio” per far pulizia su tali fenomeni indegni.

    Le parole pronunciate spontaneamente da Gigi Buffon, ancor prima che l’ondata di blitz ed arresti prendesse il via, potrebbero costargli, infatti, una convocazione dalla Procura di Cremona da parte del pm Roberto Di Martino per essere ascoltato come persona “informata sui fatti”, quindi come semplice testimone senza la necessaria presenza degli avvocati ed, in particolare, riguardo alla posizione del mister juventino Antonio Conte iscritto nel registro degli indagati in riferimento alla sua guida del Siena nel campionato 2011.

    L’ipotesi di una possibile convocazione in procura del capitano della spedizione Azzurra prima della partenza per gli Europei – secondo quanto trapela in queste ore – si riferirebbe, dunque, alla necessità di render conto della sua frase “E’ chiaro che le partite si giocano per essere vinte, ma in alcuni casi meglio due feriti che un morto”, riferita agli scenari delle gare di fine campionato, in cui in alcuni casi, le squadre in campo tenderebbero a non farsi male a vicenda, facendo gli opportuni calcoli finalizzati ad “un patto di non belligeranza” nel caso in cui, ad esempio, il pareggio fosse un risultato che accontenti entrambe: una circostanza che, secondo Buffon, sarebbe una pratica consolidata nel calcio, ma ben lungi dalle combine-scommesse e dal coinvolgimento della malavita organizzata.

    La frase in questione, però, secondo gli uomini della Procura di Cremona potrebbe essere letta anche come una sorta di difesa d’ufficio nei confronti di Antonio Conte e, per tal motivo, potrebbe essere chiesto a Buffon di renderne conto, così come lo stesso pm Di Martino ha accennato nella giornata di ieri: “Non ci ho ancora pensato ma non lo escludo”.  

    Gigi Buffon | © ALBERTO LINGRIA/AFP/GettyImages

    A tal proposito appare chiaro come l’approccio del procuratore alle dichiarazioni di Buffon sia mutato, considerando che – fino a due giorni fa – Di Martino aveva preferito non commentare le parole del portiere, sostenendo che “ognuno può dire quello che vuole” anche se, tra le righe, era parso che non le avesse affatto gradite.

    Resta da capire, dunque, quali siano le effettive motivazioni alla base del cambio di impostazione da parte della Procura, anche se – secondo i rumors – potrebbe essere finalizzata a comprendere il reale significato delle parole di Gigi, per appurare se siano state “mosse” da una sua eventuale conoscenza dei fatti legati all’indagine oppure dalla semplice volontà di esprimere un suo punto di vista sincero su un argomento di estrema attualità e che coinvolge direttamente persone a lui vicine, come Leonardo Bonucci ed Antonio Conte.

    Al momento, in attesa dell’eventuale convocazione a Cremona, Gigi Buffon appare tranquillo e sereno nel ritiro della Nazionale Azzurra, al punto da scherzare e sdrammatizzare sul campo di allenamento, insieme a Balotelli e Cassano, proprio sull’argomento scommesse. Nel primo pomeriggio di oggi, inoltre, il portiere Azzurro parlerà in conferenza stampa e, probabilmente, lancerà altri spunti interessanti sulla questione.

  • Calcioscommesse: interrogato Carobbio, l’inchiesta si allarga

    Calcioscommesse: interrogato Carobbio, l’inchiesta si allarga

    Sembra non finire più la vicenda legata al Calcioscommesse. Dopo l’ufficialità del verbale di Gervasoni, dove venivano coinvolti nello scandalo Mauri, Benassi e Sculli, ieri pomeriggio, a Cremona, è stato interrogato Filippo Carobbio, ex terzino del Siena, squadra incriminata negli ultimi giorni.

    Dopo la stagione trionfale del 2010/2011, la squadra toscana e alcuni dei suoi massimi interpreti, sono finiti sotto accusa della procura di Cremona. Prima Antonio Conte, citato come potenziale uomo-combine della “bisca”, ma mai chiamato in causa dalla stessa, poi il presidente Mezzaroma, schifato dall’andamanto delle indagini della procura e infine Carobbio, ex terzino del Siena, dove l’anno scorso ha collezionato ben 25 presenze.

    Filippo Carobbio © Maurizio Lagana/Getty Images

    E’ proprio quest’ultimo a farsi avanti come potenziale “pentito” dell’organizzazione-calcioscommesse. Carobbio è considerato una figura fondamentale per queste indagini, poichè prima di trasferirsi a Siena giocava proprio nel Bari, altra squadra sotto accusa. L’ex terzino di Bari e Siena dunque, conosce Angelo Iacovellli, massaggiatore della squadra pugliese, arrestato lo scorso 4 febbraio. Lo conosce benissimo, al punto che in occasione del suo trasferimento dalla società pugliese a quella toscana, fu proprio Iacovelli ad occuparsi di tutto, nel minimo dettaglio. Quando nel finale di stagione il Bari decise di vendersi alcune partite, Iacovelli si rivolse  proprio a Carobbio, nel tentativo di immischiarlo nella “grande combine”. Successivamente, da quel che si vocifera, sarebbe stato proprio Carobbio a presentare il gruppo degli zingari a Iacovelli.

    La Procura di Cremona ha parlato chiaro, in quanto fino ad ora sono circa  150 gli indagati, 50 le partite sospette, comprese tra Serie A e Serie B. Sicuramente, già dai prossimi giorni aumenteranno il numero degli indagati, e con loro si teme anche il coinvolgimento di altre partite finora “ignorate”. Tutto il mondo del calcio continua a tremare quindi!  Carlo Gervasoni, finora il calciatore italiano più collaborativo secondo il pm Roberto Di Martino, ha aperto i parametri di indagine a nuovi scenari. La Procura di Cremona si augura di scovare il marcio già dai prossimi giorni, dichiarando di aver visto finora pochissimi “pentiti” per quanto riguarda le ultime vicende del calcioscommesse.

  • Calcioscommesse, Manganelli fa tremare la Serie A

    Calcioscommesse, Manganelli fa tremare la Serie A

    Lo scandalo del calcioscommesse è pronto ad andare nuovamente in onda con una trama difficilmente immaginabile fino all’estate scorsa. A darne l’annuncio è nientemeno che il capo della Polizia Manganelli, il quale ha anche rigettato qualsiasi ipotesi di amnistia ventilata nei giorni scorsi. Lo spettacolo non riguarderà soltanto i giocatori di seconda e terza fascia, gli attori principali saranno gli stessi calciatori della Serie A, tra cui alcuni nomi eccellenti. Non ci resta che aspettare la presentazione del casting, che con tutta probabilità avverrà nei prossimi giorni.

    PUGNO DURO – Manganelli ha voluto lanciare un chiaro segnale a tutto il mondo del calcio, quando ieri mattina ha parlato dell’inchiesta sul calcioscommesse durante il primo seminario sulla legalità nello sport, tenutosi all’interno della Scuola di formazione della Polizia di Stato a Roma. Ha esplicitamente affermato che presto ci saranno importanti novità, chiarendo come le indagini siano giunte ad un momento cruciale. Riguardo l’amnistia paventata dallo stesso pm di Cremona Roberto Di Martino la scorsa settimana, Manganelli ha dichiarato che non ci sarà alcun provvedimento in questa direzione, rilanciando con forza il concetto di fermezza.

    SERIE A COINVOLTA – Fino ad oggi il calciatore più famoso finito in manette è stato Cristiano Doni. Entro breve però il centrocampista dell’Atalanta potrebbe essere in buona compagnia. I nomi che circolano in queste ultime ore stanno facendo tremare il campionato di Serie A. La prossima stagione i tifosi italiani rischiano di fare i conti con una raffica di asterischi affianco ciascuna squadra della massima serie. Secondo il sito di Sportmediaset, rischiano grosso le tifoserie di Lazio, Chievo e Bologna. Sarebbero infatti finiti nel mirino degli investigatori il vice-capitano biancoceleste Stefano Mauri, il leader gialloblu Pellissier e il difensore degli emiliani Portanova. In oltre gli stessi Bonucci e Almiron, per la loro precedente esperienza a Bari, sarebbero coinvolti nell’inchiesta soprannominata Last Bet.

    daniele portanova | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    PORTANOVA SI TIRA FUORI – Il centrale difensivo del Bologna si è presentato ieri presso la procura di Bari volontariamente per dichiarare la sua estraneità all’intera vicenda. Secondo il quotidiano Il resto del Carlino, Portanova avrebbe confermato agli inquirenti di aver ricevuto tre giorni prima del match Bologna Bari (ultima partita del campionato scorso, conclusosi con il risultato di 4-0 in favore dei pugliesi) la telefonata di Andrea Masiello (ora in forza all’Atalanta), specificando però come sia normale per ex compagni di squadra telefonarsi alla vigilia di una gara che li vede avversari. Ha inoltre dichiarato di aver ricevuto la visita di alcuni parenti dell’ex difensore del Bari, verosimilmente per convincerlo ad attuare la combine, chiarendo di averli mandati via senza che neanche potessero finire il discorso.

    IACOVELLI – Il nome di Portanova era stato riferito agli inquirenti da Angelo Iacovelli, l’infermiere che avrebbe fatto da mediatore tra i giocatori del Bari e i clan locali, il cui scopo era quello di servirsi delle scommesse per riciclare denaro. Durante il suo interrogatorio, Iacovelli affermò di aver avuto rassicurazioni da Masiello riguardo Bologna Bari, per via dell’accordo raggiunto con il difensore del Bologna.