Tag: river plate

  • Fiorentina e Napoli su Funes Mori, il nuovo Crespo

    Fiorentina e Napoli su Funes Mori, il nuovo Crespo

    Funes Mori vuole l’Italia (la Fiorentina lo segue da tempo) e il River Plate nella figura del presidente Daniel Passerella non si opporrà al volere del calciatore. Il talentuoso attaccante classe ’91 lascerà l’Argentina presumibilmente al termine dell’Apertura 2012, in tempo per ascoltare le richieste provenienti dall’Europa il prossimo gennaio. Le pretendenti non sono poche, come testimoniano gli ultimi rumors di mercato. In Italia Funes Mori è conteso da Fiorentina e Napoli, con i viola che al momento sembrano la squadra più vicina al calciatore dei Millionarios. Nell’ordine delle idee della dirigenza viola, Funes Mori dovrebbe essere quella punta centrale capace di risolvere definitivamente i problemi in fase realizzativa dell’undici di Montella, facendo respirare fra le altre cose lo stesso Jovetic. Ma chi è Funes Mori?

    FENOMENO DA REALITY– Rogelio Funes Mori nasce a Mendoza 21 anni fa. Con la famiglia si trasferisce negli Stati Uniti nel 2001. La terra e la televisione statunitense faranno da trampolino alla carriera del calciatore argentino. Sette anni più tardi infatti Funes Mori partecipa insieme al fratello al Reality Show “Sueno Mls”, risultando l’indiscusso protagonista e riuscendo a vincere il primo contratto da professionista con il Dallas. L’esperienza nelle giovanili del club americano dura solo poche settimane perché su Funes Mori ci sono adesso gli occhi di mezzo mondo. Il più lesto ad approfittare della situazione fu il River Plate. Scelta che nel giro di tre anni si rivelò quanto mai azzeccata.

    Argentina’s midfielder Rogelio Gabriel F
    Rogelio Funes Mori è il nuovo Hernan Crespo | ©CRIS BOURONCLE/AFP/Getty Images

    ALTALENA – Fa il suo esordio con i Millionarios nel 2009, al termine dell’Apertura, collezionando tre presenze e un gol, il primo della sua carriera, contro il Tigre. Nel Clausura 2010 il talento di Funes Mori sembra perdersi, ma dopo 11 giornate che vedono Rogelio in grande difficoltà arriva la svolta con una tripletta in 24′ al Velez. Da lì in avanti Funes Mori diventa sempre più protagonista del River, diventandone il terminale offensivo principe durante l’ultimo campionato di Primera (Serie B Argentina). Fondamentale nella rinascita del club, coincisa con la promozione in Serie A, Funes Mori sta dando un contributo importante anche in questo torneo d’Apertura, con 10 presenze condite da 4 reti (due doppiette contro Estudiantes e Arsenal de Sarandì).

    CARATTERISTICHE – Il suo attuale tecnico ed ex compagno di squadra Matias Almeyda l’ha paragonato ad Hernan Crespo, autentico idolo del River e famosissimo anche qui in Europa. Funes Mori effettivamente ricorda molto da vicino il primo Crespo: attaccante mobile, veloce, forte fisicamente, eccellente nel gioco aereo e autentico bomber grazie all’innato fiuto per il gol. Tutte caratteristiche che lo portano ad essere uno dei migliori consigli per gli acquisti relativamente al nostro campionato. Gennaio è alle porte, Funes Mori è pronto. L’Argentina sta ormai stretta al baby-fuoriclasse del River Plate, il talento e la testa di Rogelio vogliono altro. Buenos Aires e Firenze (o Napoli) non sono mai state così vicine.

    SCHEDA FUNES MORI
    Nome: Rogelio Funes Mori
    Data di nascita: 3 maggio 1991, Mendoza
    Nazionalità: argentina
    Altezza: 185 cm
    Piede preferito: destro
    Squadra: River Plate
    Ruolo: attaccante
    Valore: 12 milioni di euro

    Fonte: Talenticalcio.it

  • Doppietta Trezeguet River Plate torna in Primera Division

    Doppietta Trezeguet River Plate torna in Primera Division

    Si è finalmente conclusa nella giornata di ieri la storia che ha visto il River Plate calcare per la prima volta i campi della seconda divisione nel campionato argentino. Con la vittoria di ieri per 2-0 sull’Almirante Brown, presso il Monumental davanti a 50.000 tifosi, la squadra biancorossa è riuscita a conquistare la promozione e ritornare a giocare nella massima serie argentina. Una vittoria importante grazie alla fantastica doppietta del ben noto David Trezeguet, sempre decisivo nel bene o nel male, che ha concesso al River di tornare nella massima serie dopo essere scivolati in seconda divisione dopo ben 111 anni di storia ai massimi livelli.

    Dopo aver riportato in Serie A la Juventus cinque anni fa, il trentaquattrenne calciatore francese, nonostante non sia più il giovane attaccante delle più grandi squadre, è stato uno dei protagonisti di questo campionato e soprattutto della risalita del River Plate, mettendo a segno 13 reti e rivelandosi vero leader della squadra. Durante il match contro l’Almirante Brown il francese ha sbloccato il risultato solamente all’inizio del secondo tempo con un gran tiro al volo che con il suo sinistro ha superato il portiere avversario. David Trezeguet però al 60′ sbaglia anche un calcio di rigore, ma nel finale si fa perdonare dai tifosi e dai compagni siglando la rete del 2-0 e il suo tredicesimo goal in diciannove gare disputate.

    David Trezeguet © ALEJANDRO PAGNI/AFP/GettyImages
    Il blasonato club di Buenos Aires, allenato dall’ex centrocampista Matias Almeyda, ha conquistato la promozione mettendo a segno venti vittorie, tredici pareggi e subendo anche 5 sconfitte, chiudendo l’anno sportivo con 73 punti, uno in più dell’altra squadra promossa, il Quilmes.

    David Trezeguet era approdato al River Plate solamente sei mesi fa, quando, superate le visite mediche per verificare se aveva superato l’infortunio subito nella stagione con il Baniyas, venne presentato dal ds della squadra biancorossa. Il francese ha spiegato ai giornalisti che la vittoria di oggi e la conseguente promozione nella massima serie è stata un traguardo più emozionante dell’Europeo conquistato nel 2000.

    I GOL

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  • Del Piero apre all’Argentina, Alex-Trezeguet di nuovo insieme?

    Del Piero apre all’Argentina, Alex-Trezeguet di nuovo insieme?

    Mentre tutti attendono la sua chiamata nel calcio a stelle e strisce della Major League Soccer, per calarsi in un’avventura dorata negli States che non ha mai nascosto di amare al punto da sceglierli come frequente meta delle sue vacanze, Alessandro Del Piero, in un’intervista rilasciata ad Espn apre la porta al calcio latino ed, in particolare, all‘Argentina, rispondendo a precisa domanda in proposito: “Giocare in Argentina? Perchè no, il calcio latino è anche il mio calcio”.

    Il discorso in questione rientra  in un’ottica ben più generale considerando il fatto che lo stesso ex capitano bianconero non ha ancora indicazioni precise circa il suo futuro e, dunque, preferisce rimanere in un’ottica “open mind“, senza alcun tipo di preclusione verso eventuali alternative che potranno presentarsi.

    In tal senso Alex si è soffermato sul caloroso apprezzamento che il popolo argentino gli ha sempre tributato, considerando che, in molti dei suoi numerosi viaggi, i tifosi argentini gli hanno manifestato ammirazione e stima, con particolare riferimento al suo gol segnato contro il River Plate nell’ormai storica finale di Coppa Intercontinentale giocata a Tokyo con la sua Juventus, nell’anno successivo alla conquista della Champions League, con Marcello Lippi in panchina. “Mi capita di viaggiare molto, tutti i tifosi del Boca vengono a salutarmi ricordando il mio gol al River Plate nella Coppa Intercontinentale. Boca e River sono il top”. 

    In particolare, se nella prossima stagione dovesse realmente concretizzarsi l’ipotesi di un suo approdo in Argentina, e nello specifico proprio al River Plate, potrebbe ricomporsi suggestivamente la coppia gol bianconera dei primi anni duemila, quella dello storico scudetto del 5 Maggio 2002 per intenderci, una delle più prolifiche della storia juventina, ossia il binomio Del Piero-Trezeguet.

    Alessandro Del Piero | © GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages

    Alex e David di nuovo insieme, anche se con qualche anno di più, potrebbero realmente essere un bel tuffo nel passato, soprattutto per i nostalgici tifosi bianconeri che, in tal caso, potrebbero appassionarsi alle partite del River Plate: sulla questione, però, Del Piero ancora non si sbilancia, anche se si dichiara comunque possibilista, anche a proposito di un prossimo contatto telefonico proprio con il franco-argentino Trezegol, che Alex stima moltissimo e con il quale aveva un’intesa perfetta in campo. “Non ci siamo sentiti, magari mi chiamerà, se lo fa vi avviso. David è uno dei migliori goleador che abbia mai visto. Ha una grandissima capacità di coordinazione, riesce a tirare al volo da qualsiasi posizione ed ha un tempismo incredibile in area, riesce sempre a sapere dove andrà la palla”.

    Il discorso sul calcio latino non può esimersi dall’argomento Messi-Maradona, il presente ed il passato del calcio argentino, figli di epoche tanto differenti, così grandi entrambi ma così diversi nel carattere e nelle abitudini fuori dal campo: il saggio Alex non azzarda confronti in merito e, diplomaticamente, afferma come, in tempi differenti, siano entrambi da considerare dei numeri uno, capaci di “cose straordinarie con il pallone”.

    Diego è stato un mito per il Del Piero-bambino, che “rimaneva a bocca aperta” osservando le straordinarie gesta del Pibe de Oro; Lionel Messi, invece, è il numero uno della nostra epoca, “che ha vinto tanto e può vincere ancora tantissimo”. Se l’ipotesi-Argentina diventasse realtà, Alex avrebbe modo di conoscerli ancor più da vicino.

  • Recoba, il sinistro senza età. Video

    Recoba, il sinistro senza età. Video

    Alvaro Recoba torna a giocare con la maglia del Nacional e come avvenne nel lontano ’97 con quella dell’Inter mette subito in mostra il suo sinistro fulmineo. L’uruguaiano entrato nella partita contro il River nel secondo tempo sul risultato di 2-2 e dopo appena pochi minuti ha portato i suoi in vantaggio con un bolide dalla distanza, questa volta però non è valsa la vittoria ma tantissima soddisfazione per l’ex interista.

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  • Roma, Lamela ad un passo

    Roma, Lamela ad un passo

    Il ricordo della retrocessione del suo River Plate in serie B è ancora freschissimo, ma Lamela ha già voglia di voltare pagina per tuffarsi nell’esperienza giallorossa e del campionato italiano.

    © ALEJANDRO PAGNI/AFP/Getty Images
    Una volontà precisa del giovane cempioncino argentino, diciannove anni, e tanta voglia di dimostrare il suo valore, abbracciando la sfida di conquistare Roma e la Roma, come lui stesso ha dichiarato a Walter SabatinI: un punto a favore del club capitolino, in chiave trattativa con il River Plate che, in un momento tanto delicato della sua storia e di acredine con i tifosi che contestano ad oltranza non avendo ancora digerito la retrocessione, non vede di buon occhio la partenza di uno dei pochi talenti della squadra, e che – perlomeno – vorrebbe ricavare dalla sua cessione un introito considerevole. La trattativa non si preannuncia semplice, ma Daniel Crespo, manager del giocatore, appare fiducioso e conferma che la proposta della Roma è “seria ed interessante”. Inoltre, l’arrivo nella capitale dello stesso presidente Daniel Passarella, proprio per definire i margini del potenziale accordo, lascia ben sperare i tifosi romanisti: l’offerta giallorossa, per ora, parte da una base di 10 milioni di euro più bonus, e dalla concessione del 10% del cartellino in caso di futura cessione di Lamela: il River Plate, invece, vorrebbe maggiore liquidità nell’immediato, per poi investirla sul mercato e cercare di costruire una squadra adeguata a riconquistare già nella prossima stagione la Prima Divisione. La domanda e l’offerta dovrebbero incrociarsi intorno alla cifra proposta dalla Roma o al massimo per un prezzo di poco superiore, anche perchè la concorrenza del Napoli pare ormai superata, sia per un raffreddamento dell’interesse di De Laurentiis, sia per la chiara preferenza del calciatore per la Roma.

  • Almeyda allenatore del River Plate

    Almeyda allenatore del River Plate

    Dopo la caduta bisogna rialzarsi, assolutamente, soprattutto se la squadra in questione vanta 110 anni di storia, trofei Nazionali ed Internazionali ed un amore viscerale da parte del pubblico di Buenos Aires, fin troppo verrebbe da dire, date le degenerazioni violente del post- retrocessione.

    © ALEJANDRO PAGNI/AFP/Getty Images
    Il River Plate ha già deciso chi sarà il tecnico del nuovo corso, dell’inferno della seconda Divisione, con il compito – arduo – di riportare immediatamente la squadra laddove le compete. Dopo le dimissioni del tecnico Lopez, il presidente Daniel Passarella ha scelto l’ex di Lazio, Parma ed Inter, Matias Almeyda come allenatore che dovrà caricare sulle sue spalle la squadra e le sue incertezze, tramutando lo sconforto e la paura in rabbia e voglia di riscatto: Almeyda conosce alla perfezione l’ambiente, essendo stato il capitano della squadra, anche se domenica scorsa nella disfatta con il Belgrano non ha potuto partecipare alla gara del Monumental. Una decisione, quella del presidente Passarella, condivisa all’unanimità dalla dirigenza del River Plate che riconosce ad Almeyda doti umane e tecniche importanti, oltre che la capacità di essere un leader nello spogliatoio e l’amore per la squadra, dove nel 2009 decise di ritornare per chiudere la carriera proprio laddove la sua esperienza calcistica era iniziata. In un clima di estrema difficoltà e confusione interna arrivano le decisioni del giudice Gustavo Galante in merito agli scontri di Domenica scorsa: il primo provvedimento consisterà nella chiusura dell’impianto per almeno una settimana al fine di compiere i sopralluoghi necessari per capire se durante la gara fossero state rispettate le necessarie misure di sicurezza o se vi fosse un numero di spettatori superiore a quello consentito. Dopo gli accertamenti del caso, verranno presi i necessari provvedimenti da parte della magistratura: il River li attende ma soprattutto nel frattempo cercherà di riorganizzarsi al meglio anche dal punto di vista economico alla luce del pesante deficit di 30 milioni di dollari.

  • River Plate, rabbia e distruzione nella notte della retrocessione

    River Plate, rabbia e distruzione nella notte della retrocessione

    La rabbia e la delusione per la retrocessione del River Plate in serie B hanno tormentato la notte di Buenos Aires, fra scontri, feriti, violenze e tensioni. Un bilancio da guerriglia urbana, con sedici poliziotti feriti ed un tifoso in ospedale in gravi condizioni ed in pericolo di vita, oltre che sessantacinque feriti meno gravi fra i tifosi del River Plate. Un risultato sportivo pesante e “drammatico” sportivamente, con la prima retrocessione della storia per il club dopo 110 anni dalla sua fondazione, un esito difficile da accettare ma, nonostante ciò, la furia dei tifosi e gli atti vandalici procurati appaiono assolutamente ingiustificabili.

    © ALEJANDRO PAGNI/AFP/Getty Images
    Allo stadio “Monumental” gli scontri ed i disordini sono iniziati già prima del fischio finale della partita di ritorno dei play out contro il Belgrano, quando il risultato di 1-1 già lasciava presagire il funesto risultato finale, alla luce del 2-0 della partita di andata a Cordoba, e sono proseguiti al termine della gara quando all’esterno dello stadio la Polizia è stata costretta a sparare proiettili di gomma per tentare di disperdere la folla, ed a ricorrere anche agli agenti a cavallo. I danni al Monumental sono davvero molto seri, al punto che ora è a rischio la possibilità di adoperare l’impianto di Buenos Aires per la prossima Coppa America, in programma dal primo al 24 Luglio, e sono proseguiti nonostante la polizia avesse attivato gli idranti per placare la furia della folla: alla fine, i tifosi sono riusciti anche a colpire la storica bacheca dei trofei del River Plate ed i giocatori sono stati costretti ad essere scortati fuori dal campo dalle forze dell’ordine intervenute e mobilitate, con oltre 2 mila unità di agenti. Una guerriglia urbana che il giorno dopo lascia soltanto distruzione ed amarezza nel presidente Daniel Alberto Passarela, nei giocatori, e nei tifosi, quelli “veri” soprattutto.

  • Tracollo River, retrocessione e guerriglia al Monumental

    Tracollo River, retrocessione e guerriglia al Monumental

    Il risultato dell’andata e il clima di quasi rassegnazione avevano praticamente già scritto una nuova pagina, questa volta negativa, della gloriosa storia del River Plate. Lamela e compagni nonostante il calore dei 70 mila del Monumental non sono riusciti a ribaltare il 2-0 subito a Cordoba ad opera del Belgrano e per la prima volta in 110 anni subisce l’umiliazione della retrocessione.

    Sfottò dei tifosi del Boca | © JUAN MABROMATA/AFP/Getty Images
    La partita però si era messa subito bene per l’undici di casa andato in vantaggio dopo appena 5′ grazie a Pavone. Il primo tempo è di dominio del River, con tantissime potenziali occasione da gol non sfruttate però per troppa foga o per scarsa precisione. All’intervallo però il gol di vantaggio fa sperare ancora nella rimonta. La ripresa è però una doccia gelata per i Millionarios un grossolano errore in difesa consegna a Farrè un pallone facile facile che l’attaccante spedisce alle spalle di Carrizo. Il Monumetal perde le speranze e Pavone spreca il rigore che potrebbe alimentare la fiammella. Termina tra le lacrime dei giocatori in campo e il delirio degli ultrà pronti a sfidare i gendarmi sugli spalti e fuori preannunciando una notte di follia. [jwplayer config=”240s” mediaid=”83980″]

  • River Plate all’inferno. Ko, aggressione e il pugno di Lamela

    River Plate all’inferno. Ko, aggressione e il pugno di Lamela

    Il River Plate è sempre più vicino al baratro della serie B, uno spettro che aleggia sempre con maggiore insistenza per uno dei più importanti club argentini, finora mai retrocesso così come Independiente e Boca Juniors, ma che – soprattutto dopo la gara di ieri con il Belgrano – rischia realmente la retrocessione.

    la disperazione di Lamela | © Juan Mabromata/Getty Images
    Nella gara di andata, disputata a Cordoba, il Belgrano si è imposto per 2 a 0, con reti di Mansanelli su rigore al 25′ del primo tempo ed il raddoppio di Pereyra nella ripresa. Un clima di grandissimo nervosismo ha accompagnato le squadre in campo, dall’inizio alla fine dell’ incontro, con Lamela che, nel finale del match, quando era già stato ammonito, ha colpito con un pugno Rodriguez del Belgrano, anche se il direttore di gara e gli assistenti non hanno punito l’ episodio perchè non lo hanno visto: potrebbe esserci una sanzione da prova-tv ma pare, comunque, un’ipotesi remota. Il pugno di Lamela a Rodriguez [jwplayer config=”15s” mediaid=”83289″] I tifosi del River, poi, nel nervosismo generale, si sono resi protagonisti di un’ invasione di campo – tutt’ altro che pacifica – all’ ottavo minuto della ripresa, con aggressione ai danni di Roman. L’arbitro è stato costretto a sospendere la gara per circa venti minuti: un clima rovente, dunque, che potrebbe ripetersi nella gara di ritorno di domenica prossima al Monumental di Buenos Aires. L’invasione dei tifosi e gli scontri in campo [jwplayer config=”120s” mediaid=”83287″] In tale occasione, inoltre, aggiungendo difficoltà alle già notevoli difficoltà, il River Plate dovrà fare a meno di una pedina fondamentale come Almeyda, che sarà squalificato perchè  ammonito nella gara di ieri, ed era diffidato, oltre che di Roman e Ferrari. A completare il quadro di totale caos e di difficoltà per la squadra, anche nei rapporti con i tifosi, l’episodio avvenuto nella notte dopo la gara e che ha coinvolto il portiere Carrizo, che si è scontrato fisicamente con un tifoso, mentre altri lo apostrofavano come “venduto”. Domenica sera sarà la sfida decisiva, ma con l’handicap di un risultato da ribaltare e con un clima infernale con cui fare i conti. L’impresa da compiere, per il River Plate, sarà davvero ardua.

  • River Plate a rischio retrocessione

    River Plate a rischio retrocessione

    Nessuno avrebbe mai potuto immaginarlo ad inizio stagione, il River Plate rischia la retrocessione nella seconda divisione argentina. Il club più titolato d’Argentina con 33 titoli nazionali ha perso l’ultima gara di campionato del torneo Clausura 2-1 con il Lanus e per centrare la salvezza dovrà vincere lo spareggio con il la squadra di seconda divisione del Belgrano con gara d’andata mercoledì prossimo a Cordoba e ritorno domenica a al Monumental di Buenos Aires.  

    © ALEJANDRO PAGNI/AFP/Getty Images
    A fine gara i giocatori, contestatissimi dai tifosi, sono stati scortati negli spogliatoi dalle forze dell’ordine. Il River Plate, che annovera nelle proprie fila l’ex portiere della Lazio Carrizo, il centrocampista ex Lazio, Parma, Inter e Brescia Matis Almeyda e il talento sul quale hanno messo gli occhi Roma e Napoli Erik Lamela, nella sua lunghissima e gloriosa storia non è mai retrocessa in seconda divisione. Oltre ai 33 titoli nazionali, il River Plate può vantare anche 2 Coppe Libertadores, 1 Coppa Intercontinentale e 1 Supercoppa Sudamericana.