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  • Rio 2016: eroi, gioie e delusioni olimpiche

    Rio 2016: eroi, gioie e delusioni olimpiche

    L’emozionante cerimonia di chiusura, sotto una pioggia battente, ha mandato in archivio le Olimpiadi di Rio 2016.

    Sedici giorni di sfide, combattimenti, partite, corse che hanno eletto gli eroi olimpici ma che hanno anche saputo toccare ogni singola emozione, dalla gioia alla tristezza, dal trionfo alla beffa atroce.

    Il medagliere è stato dominato dagli Usa che hanno conquistato 121 medaglie suddivise in 46 ori, 37 argenti e 38 bronzi. Alle spalle degli Stati Uniti si è piazzata la Gran Bretagna che ha proseguito sulla positiva scia di Londra 2012. Terza la Cina. Nono posto per l’Italia che ha conquistato, come a Londra, 28 medaglie (8 ori, 12 argenti ed 8 bronzi).

    Se dovessimo scegliere l’atleta copertina di questo Rio 2016 in sfida andrebbero certamente Usain Bolt, Michael Phelps, Katie Ledecky e Simone Biles.

    Il giamaicano ha mostrato il suo solito show fatto di sorrisi e danze, dimostrandosi per la terza volta l’uomo più veloce del mondo andando a vincere con estrema facilità 100 metri, 200 metri e la staffetta 4×100, portando così a 9 il bottino di medaglie d’oro olimpiche.

    Bolt ha annunciato il suo addio olimpico, stesso commiato anche per il fantastico nuotatore a stelle e strisce Michael Phelps, che però ha anche comunicato anche il suo definitivo ritiro. Phelps però non poteva lasciare i Giochi Olimpici senza il botto e così a Rio 2016 l’americano ha ottenuto l’oro nei 200 misti e nei 200 farfalla, ed è stato protagonista dei tre successi delle staffette 4 x 100 stile, 4 x 200 stile e 4 x 100 mista.

    Sempre dal nuoto, e sempre dagli Stati Uniti si è abbattuto su Rio 2016 l’uragano Katie Ledecky. La 19enne americana ha trionfato nello stile libero sui 200, sui 400 e sugli 800 metri. Al suo bottino si aggiungono un oro ed un argento nelle staffette.

    5 medaglie le ha conquistate anche la giovanissima ma super talentuosa ginnasta americana Simone Biles. I suoi salti complessi, i suoi movimenti precisi hanno incantato la giuria e tutto il pubblico.

    Veniamo ad analizzare l’Olimpiade azzurra che ha visto tantissime luci ma anche qualche ombra decisamente inaspettata.

    Sugli scudi va il tiratore toscano Niccolò Campriani, già oro a Londra, che a Rio 2016 ha fatto ancora meglio vincendo due medaglie del materiale più prezioso, nella carabina 10 metri e nella carabina tre posizioni 50 metri. Male invece la compagna di Campriani Petra Zublasing, arrivata in Brasile da favorita, è tornata a casa con un quarto ed un 33° posto.

    Se il tiro a segno ha registrato l’exploit di Campriani, il tiro a volo ha regalato gioie enormi alla pattuglia azzurra: l’oro di Rossetti nello skeet maschile, la doppietta oro ed argento di Diana Bacosi e Chiara Cainero nello Skeet femminile, l’ennesimo argento di Pellielo nel Trap maschile e la medaglia dello stesso metallo di Innocenti nel Double trap maschile.

    La scherma ci ha probabilmente abituato troppo bene e il bottino di un oro, Garozzo nel fioretto maschile, gli argenti di Rossella Fiamingo e Elisa Di Francisca rispettivamente nella spada e nel fioretto femminile, e quello della squadra maschile di spada, sembrano davvero un risultato deludente. Sicuramente rimane l’amaro in bocca per la prestazione negativa di Arianna Errigo praticamente subito fuori nel fioretto femminile.

    Gioie e dolori anche dalle piscine di Rio de Janeiro, entrambe le squadre di pallanuoto sono arrivate a medaglia, argento per il Setterosa inchinatosi solo alle invincibili americane, bronzo per il Settebello che dopo il ko in semifinale con la Serbia s’è imposto nella finale per il 3°-4° posto contro il Montenegro.

    Strepitosa la prestazione di Gregorio Paltrinieri, dominatore dei 1500 stile libero, il ragazzo di Carpi ha completato il percorso di successi, adesso manca solo il record del mondo di Sun Yang che non pare così irraggiungibile. A far sorridere l’Italia nel nuoto in vasca ci ha pensato anche Gabriele Detti che si è portato a casa un doppio bronzo nei 400 stile e in quei 1500 già citati per Paltrinieri. Le gioie per il nuoto in corsia finiscono sostanzialmente qua, la tanto attesa medaglia di Federica Pellegrini non è arrivata e la campionessa italiana ha dovuto masticare amaro per il 4° posto nei 200 stile. Per il resto troppe poche finali raggiunte, il nuoto italiano ha molto da lavorare per presentarsi alla grande a Tokyo 2020. 

    Tania Cagnotto ce l’ha fatta, alla sua ultima olimpiade, e dopo la cocente delusione londinese, la campionessa bolzanina ha conquistato la prima medaglia olimpica, mettendosi al collo l’argento insieme a Francesca Dallapè nei tuffi sincronizzati dal trampolino 3 metri. La Cagnotto però non si è limitata e nel trampolino 3 metri ha conquistato uno straordinario 3° posto alle spalle delle inarrivabili cinesi.

    Una medaglia è arrivata anche dal nuoto di fondo, argento per Rachele Bruni nella 10 km femminile, mentre le ragazze del nuoto sincronizzato hanno ottenuto un ottimo 5° posto.

    Successi e tanta sfortuna nel ciclismo azzurro. Elia Viviani si è ripreso quello che aveva perso a Londra 2012 e nella massacrante gara dell’Omnium su pista si è messo al collo la medaglia d’oro. Vincenzo Nibali ha visto invece scivolare via, a causa di una caduta in discesa a pochi km dall’arrivo, una medaglia quasi certa. A riportare il sorriso in casa Italia ci ha pensato Elisa Longo Borghini con il bronzo nella gara in linea femminile e con una cronometro che ha fatto sognare tutta Italia per molti chilometri. Non bene la Mountain Bike.

    Non saranno più i tempi dei fratelli Abbagnale, ma il canottaggio è da sempre fornitore di medaglie per la spedizione italiana. A Rio 2016 sono arrivati due bronzi con il due di coppia e con il quattro.

    Anche gli sport di lotta hanno arricchito il medagliere, nel Judo Fabio Basile ha conquistato la medaglia d’oro che è stata poi la 200° nella storia olimpica azzurra. Odette Giuffrida ha invece vinto un prezioso argento. Un pizzico di delusione per Frank Chamizo nella lotta libera, visto il suo palmares recente ci si attendeva l’oro ed invece è arrivato un comunque buon bronzo.

    La Pallavolo ha mostrato due facce completamente diverse, gli azzurri di Blengini hanno disputato uno straordinario torneo pur non riuscendo a rompere la maledizione olimpica e cedendo in finale al Brasile. Disastrose invece le ragazze di Bonitta che sono state eliminate al primo turno con il misero bottino di una vittoria e cinque sconfitte.

    Si sono dovuti svegliare dal sogno, in una notte di pioggia violenta sulla spiaggia di Copacabana, il duo del Beach volley maschile Lupo e Nicolai. La coppia azzurra si è arresa solo al Brasile ma l’argento è comunque un risultato storico per il Beach italiano.

    L’atletica è stata semi disastrosa, all’infortunio di Tamberi si è aggiunta la squalifica di Schwarzer che ha praticamente azzerato le speranze di medaglie italiane. Sorrisi però arrivano da Trost e Rossit in finale nell’alto femminile e da Libania Grenot che ha conquistato la finale personale nei 400 metri ed ha trascinato all’ultimo atto la 4×100.

    Bocciature per il Tennis, si sperava nel duo Errani-Vinci fermatosi ai quarti, per il Tiro con l’Arco, solo un 4° posto per la squadra femminile e niente più, per il Triathlon che non ha proposto alcun azzurro nelle posizioni nobili, e per la Boxe che nonostante molte aspettative, è rimasta a secco.

    Amaro in bocca per la Ginnastica Artistica e per quella Ritmica, al 4° posto di Vanessa Ferrari nel corpo libero, s’aggiunge quello delle Farfalle, pochi centesimi di punto che hanno causato lacrime di tristezza anzichè di gioia.

    Lasciano intravedere un pizzico di sereno per il futuro la Canoa Velocità e la Canoa Slalom.

    Male anche la Vela, dove c’erano un paio di carte da medaglia, ed il Golf che non ha visto alcun azzurro protagonista.

     

  • Italbasket così fa male, a Rio va la Croazia

    Italbasket così fa male, a Rio va la Croazia

    Ancora una volta sono lacrime, e non certo di gioia, per l’Italbasket.

    Gli azzurri guidati da Ettore Messina perdono 84-78, dopo un tempo supplementare, contro la Croazia di Petrovic la finale del torneo preolimpico di Torino e devono così nuovamente rinunciare al sogno olimpico. Sarà la terza assenza consecutiva dopo lo splendido argento conquistato ad Atene 2004. 

    Una sconfitta che brucia, e anche tanto, perchè la Croazia era stata già affrontata e sconfitta nel gironcino da un’Italia poco fluida in attacco, come ieri sera, ma con una difesa asfissiante che non aveva lasciato tiri facili a Bogdanovic e compagni.

    Nella gara di ieri sera l’Italbasket ha dovuto quasi sempre rincorrere, il primo quarto, interrotto a lungo per un problema ai tabelloni, si è chiuso sul 19-12 per i croati e con gli azzurri caricati già di falli. Nel secondo quarto addirittura la Croazia ha allungato sul +10 ma l’Italia non è crollata, ha iniziato a difendere bene ed ha limitato i danni, riportandosi sul -1 prima del mini show finale di Bogdanovic per il 34-39 al 20°. La partenza del terzo quarto è stata pura illusione, con un parziale di 8-0 guidato da Gallinari, subito frustrata dai soliti problemi di falli e dalla precisione di Simon al tiro. La terza frazione l’ha chiusa una magia di Datome per il -2 azzurro. L’ultimo quarto ha visto un’altalena di emozioni con l’allungo croato, il rientro azzurro, l’uscita per falli di Datome e Gallinari, il punto a punto negli istanti finali con il botta e risposta ai liberi,  ed il tap-in definitivo di Melli che ha portato la sfida all”overtime. Negli ultimi cinque minuti il protagonista dell’Italbasket, purtroppo in negativo, è stato Alessandro Gentile. Il capitano della Ea7 Milano ha prima fallito il comodo canestro del -2 e, sull’azione successiva, ha sprecato il rimbalzo catturato dopo lo 0/2 ai liberi di Simon. Queste due azioni, sommate all’uscita per falli di Belinelli, hanno messo la definitiva pietra tombale sulle speranze azzurre, ha vinto la Croazia che così ha meritatamente conquistato un posto a Rio 2016, per l’Italia invece è il momento delle riflessioni.

    C’è da riflettere sul perchè, una squadra piena di tanto potenziale talento, non sia stata in grado di raggiungere alcun obiettivo in questi anni.

    Questo torneo preolimpico ha messo in luce tanti difetti: Bargnani non ha convinto, Gentile non si è dimostrato preciso e lucido nei momenti decisivi, Datome è apparso in uno stato di forma non certo ideale, Melli e Hackett hanno dato un buon contributo ma non possono bastare. Se a tutto questo aggiungiamo anche la poca abitudine a vincere, ecco che troviamo la ricetta per l’insuccesso.

    La speranza non deve morire mai, c’è un anno per lavorare bene e magari inserire qualche altro talento per tentare l’impresa di un grande Euro 2017. Certamente non cancellerà l’amarezza per l’assenza da Rio 2016 ma potrà metter le basi per cercare di esserci, e non solo da comprimari, a Tokyo 2020. 

    ITALIA-CROAZIA 78-84 D.1.T.S. (12-19, 34-39; 52-54, 70-70)

  • Federica Pellegrini per Philippe Lucas pronta a trasferirsi

    Federica Pellegrini per Philippe Lucas pronta a trasferirsi

    Nella giornata di ieri Federica Pellegrini si è presentata a Milano al meeting organizzato dallo sponsor Nilox agguerrita più che mai, dimostrando di aver voglia di tornare a vincere e di ripartire dopo la delusione rimediata ai Giochi Olimpici di Londra 2012. Dopo le svariate discussioni venute a galla tra la nuotatrice e la Federazione per la scelta di affidarsi nuovamente al tecnico francese Philippe Lucas, ad avere la meglio è stata l’atleta veneziana che è riuscita a spuntarla: nell’intervista di ieri infatti la Pellegrini ha dichiarato che stanno accordando le ultime precisazioni e poi si partirà con il lavoro in vista di Rio 2016.

    Si punta nuovamente in alto dunque in casa Magnini-Pellegrini dato che anche il nuotatore italiano, capitano della squadra azzurra, ha scelto di affidarsi all’ex tecnico di Laure Manaudou: per poter aggiudicarsi la sua guida i due sarebbero anche disposti a trasferirsi a Narbonne, solamente nel caso in cui Philippe avesse delle difficoltà nel trasferirsi a Verona, città in cui Federica ha sempre spiegato di trovarsi a suo agio.

    Federica Pellegrini Le Silla - Milan Fashion Week Womenswear S/S 2013
    Federica Pellegrini© Stefania D’Alessandro/Getty Images for Le Silla

    La scelta di tornare al passato, con Lucas la Pellegrini lavorò anche prima dei Mondiali di Shanghai 2011, è stata ben studiata dalla pluri campionessa Olimpica che ha spiegato di voler tornare ad essere tra le grandi nuotatrici del mondo: la fiducia verso il tecnico francese è dunque tanta ma, nelle dichiarazioni rilasciate ieri durante il meeting, Federica ha lasciato intendere che crede nel progetto e soprattutto in se stessa. Un progetto a lungo termine in quanto l’anno sabbatico è ancora ben fissato nella mente della giovane nuotatrice: in questi mesi infatti la Pellegrini preparerà solamente le gare per le staffette e si allenerà a quelle di delfino e di dorso, puntando ai Mondiali 2013 proprio con queste specialità.

    Grandi propositi per gli anni che verranno dunque per Federica Pellegrini che, nel finale dell’intervista, spiega di voler lavorare duramente per se stessa ma anche per coloro che anche dopo il flop di Londra 2012 le sono stati vicini e soprattutto per tutti quelli dell’ambiente che dopo i Giochi Olimpici le hanno parlato dietro le spalle. Una frecciatina lanciata verso precise persone senza fare nomi ne cognomi ma togliendosi molti sassi dalle scarpe, sperando di poter fare alzare ancora una volta più in alto di tutte la bandiera italiana.