Tag: rick adelman

  • NBA, analisi Northwest Division. Thunder in rampa di lancio

    NBA, analisi Northwest Division. Thunder in rampa di lancio

    I favoriti d’obbligo della Northwest Division sono gli Oklahoma City Thunder. Gli ex Seattle Sonics hanno mantenuto un’andatura continua durante tutta la regular season 2010/2011 (quarto posto dietro a Spurs, Lakers e Mavs nella Western Conference) per poi avere una crescita esponenziale (o per meglio dire esplodere) sul finire del campionato quando ai playoff hanno raggiunto le Finali di Conference inchinandosi solo a Dallas che poi ha vinto il titolo. Sulla base di quanto già fatto vedere è naturale pensare che i Thunder (team molto giovane tra l’altro) possano ambire non solo a ripetere i risultati già ottenuti, ma forse anche a migliorarli andando così a fine stagione a giocarsi il titolo NBA. Un gradino sotto troviamo i Denver Nuggets di Danilo Gallinari ed i Portland Trail Blazers falcidiati da infortuni e ritiri. Minnesota potrebbe essere la sorpresa non solo della divisione ma anche della Lega se coach Adelman saprà gestire bene (come ha già fatto in carriera con Portland, Sacramento e Houston) un potenziale gruppo di giovani campioni. Poche speranze di primeggiare per Utah, che da febbraio ha avviato il processo di ricostruzione cedendo la stella Deron Williams e ponendo le basi di un luminoso (si spera) futuro.

    Danilo Gallinari & Kevin Durant | © Doug Pensinger/Getty Images

    DENVER NUGGETS: La squadra di Danilo Gallinari non avrà problemi a procurarsi il pass per la post season ma è probabile che poi la sua corsa si fermi a quel punto. Infatti altre squadre sembrano più attrezzate per la corsa al titolo. Era importante rifirmare il centro Nenè, cosa che è avvenuta, ma potrebbero pesare gli addii di Kenyon Martin, J.R. Smith e Wilson Chandler, bloccati in Cina da contratti firmati senza clausole d’uscita (come fatto invece da molti atleti che per il lockout hanno giocato momentaneamente in Europa). La loro assenza priva il roster della necessaria profondità a cui si è cercato di ovviare con gli acquisti di Rudy Fernandez e Corey Brewer. E’ arrivato Andre Miller dai Blazers, scambiato con Felton per dare spazio al talentuso Ty Lawson come playmaker (Miller farà il rincalzo, cosa che Felton non accettava). Danilo Gallinari ha ricevuto l’investitura di coach Karl come prima opzione offensiva del team quindi tutti i palloni passeranno dalle sue mani e vedremo finalmente il “Gallo” cosa saprà fare nelle nuove vesti di uomo franchigia. Molto importante anche la conferma di Afflalo che nel ruolo di guardia è una sicurezza. C’è poca copertura invece nel ruolo di ala grande dove probabilmente verrà spostato Nenè con Mozgov a fare il centro oppure Karl si affiderà ad un quintetto basso con Gallinari a fungere da power forward. Una citazione particolare la meritano i 2 rookie Kenneth Faried e Jordan Hamilton: se esplodono non ci sarà bisogno di pensare al ritorno dei già citati Smith, Chandler e Martin.

    ROSTER DENVER NUGGETS

    MINNESOTA TIMBERWOLVES: La chiave della stagione dei “Lupi” del Minnesota passa necessariamente da quello che il nuovo coach Rick Adelman (rilasciato dai Rockets e corteggiato dai Lakers ma che ha scelto i Timberwolves per sposare il progetto) saprà insegnare ai tanti giovane presenti nel roster: il talento non manca ed ogni ruolo pare ben coperto ragion per cui nessuno ha il posto assicurato (fatta eccezione per il leader Kevin Love, straordinario nella scorsa stagione). Il ruolo di play sarà diviso tra Ridnour, Barea (arrivato da Dallas con l’anello di campione al dito) e dal talentuoso spagnolo Ricky Rubio, finalmente pronto a giocare nella NBA dopo essere stato parcheggiato per 2 anni al Barcellona. In guardia invece ci saranno ad alternarsi Wes Johnson, Ellington e Webster, tutti atleti che per stazza potrebbero ricoprire anche il ruolo di ala piccola. Ed in questo ruolo probabilmente partirà titolare un potenziale fenomeno dalla testa però troppo “calda” ovvero Michael Beasley. Qualora l’ex Heat dovesse avere i suoi momenti di black out ecco pronta la seconda scelta assoluta Derrick Williams, un giocatore dal potenziale spaventoso. Love ha il posto assicurato in ala grande e per farlo rifiatare si alterneranno Randolph e Tolliver ed in alcune situazioni potremmo anche vedere il già citato Williams prenderne il posto e Michael Beasley pronto ad alternarsi con lui per dare pochi punti di riferimento agli avversari, vista la duttilità delle 2 ali a disposizione di Adelman. Come centro Darko Milicic parte favorito su Pekovic e Brad Miller (uomo di fiducia di Adelman che se lo porta in ogni squadra dove approda). Un roster di talento e molto profondo quello di Minnesota ma con un potenziale tutto da scoprire: è per questo che i T-Wolves potrebbero sia essere la sorpresa della stagione (magari approdando ai playoff) che rimanere ancora una squadra incompiuta. Sarà tutto nelle mani, ma soprattutto nella testa, di Rick Adelman, coach che in passato ha fatto meraviglie dal nulla. Figurarsi con tanto talento a disposizione…

    ROSTER MINNESOTA TIMBERWOLVES

    OKLAHOMA CITY THUNDER: Basterebbe solamente avere a disposizione Kevin Durant (futuro dominatore della Lega) per rendere qualsiasi squadra NBA come contendente al titolo. In più i Thunder aggiungono al proprio asso una roster giovane, pieno di talento e molto attrezzato in ogni reparto. La chiave della stagione di Oklahoma City sarà però Russell Westbrook: se l’atletico playmaker si metterà a disposizione del fenomeno Durant allora pare lecito poter sognare. Se invece il regista di OKC si ostinerà a giocare per conto suo come ha già fatto nella Finale di Western Conference dello scorso torneo contro Dallas allora si dovranno prendere le relative contromisure dato che in quell’occasione i Thunder furono spazzati via con un secco 4-1 lasciando la strada spianata verso il titolo ai Mavs. Avendo a disposizione un talento come Durant, Westbrook dovrà capire che deve lasciargli tutto lo spazio che necessita visto che il vincitore delle ultime 2 classifiche dei marcatori è uno dei pochissimi atleti in grado di fare la differenza in una partita. Se il play comprenderà di essere il suo gregario allora le cose potranno mettersi davvero bene per la più giovane franchigia della NBA che potrebbe bruciare le tappe e portarsi già a casa il titolo a giugno. Per il resto Perkins (notevolmente dimagrito per non accusare più problemi al ginocchio derivanti dall’eccessivo peso) è una sicurezzaa centro area, formando una coppia di difensori eccezionale con l’altro gioiellino Ibaka. Sefolosha aggiungerà altra difesa nel ruolo di guardi ma Harden preme per prenderne il posto in squadra avendo mostrato miglioramenti incredibili. Dalla panchina tanta sostanza con i lunghi Collison, Aldrich e Mohammed, Cook avrà l’arduo compito di far rifiatare Durant in ala piccola mentre Maynor sarà il ricambio di Westbrook. Dopo la Finale di Conference dell’ultima stagione i Thunder puntano decisamente a migliorarsi e nel mirino ora c’è la Finale NBA dove Durant vorrà dimostrare la sua superiorità su LeBron James (dato che gli Heat sono i favoriti dell’altra Conference) per diventare il giocatore numero 1 della Lega.

    ROSTER OKLAHOMA CITY THUNDER

    PORTLAND TRAIL BLAZERS: Se esistesse una realtà alternativa, dove la sfortuna non fosse contemplata, probabilmente i Blazers avrebbero già vinto almeno un titolo NBA negli ultimi 2 anni e in questa stagione proverebbero a riconquistarlo, partendo come favoriti d’obbligo. E’ la sfortuna infatti che ha segnato il progetto di Portland fin dalla nascita, anno 2006, con le scelte al Draft di Brandon Roy e LaMarcus Aldridge a cui si è aggiunta la chiamata del centro Greg oden nel 2007. Considerando le potenzialità non ci sarebbe stata squadra in grado di opporsi, anche vedendo poi negli anni seguenti le ottime scelte in sede di mercato per completare il roster. Invece in Oregon ogni mattina ci si sveglia con il timore di dover combattere quotidianamente con qualsiasi tipo di disgrazia. Poche settimane fa la stella della squadra Roy ha annunciato il suo ritiro a soli 27 anni, Greg Oden ha dichiarato di dover saltare la sua quarta stagione nella Lega (sulle 5 totali da quando è entrato a farne parte, anche lui in odore di ritiro a soli 23 anni!) ed Aldridge, unica star rimasta ai Trail Blazers, soffre di alcuni problemi cardiaci che potrebbero costringerlo a fermarsi non si sa quanto in futuro (vedere per questo anche il caso Jeff Green dei Celtics). Per ora il lungo di Portland è ritornato a giocare ma la situazione è in via di definizione e nulla pare certo. Nonostante tutto i biancorossoneri hanno una formazione da playoff (dovrebbero assestarsi attorno alla settima posizione ad Ovest), con Felton in cabina di regia, Matthews in guardia, Batum in ala piccola, Gerald Wallace ala grande e proprio Aldridge come centro. Se il numero 12 dovesse dare forfait sono pronti a sostituirlo i veterani Camby e Thomas (però sempre più in parabola discendente). Sesto uomo di lusso sarà Jamal Crawford che ha scelto i Blazers nel mercato di questi giorni per riavvicinarsi alla sua Seattle, città in cui è nato. Servirà l’apporto di tutti per sopperire alla sfortuna e quindi ci si aspettano dei progressi dal gran tiratore Luke Babbitt, mentre Craig Smith sarà il ricambio per i lunghi. Playoff alla portata dunque ma probabilmente non si andrà oltre il primo turno. Sperando che in un futuro non troppo lontano tutta la sfortuna patìta in questi anni possa controbilanciarsi e regalare tante soddisfazioni ai tifosi di Portland.

    ROSTER PORTLAND TRAIL BLAZERS

    UTAH JAZZ: Utah probabilmente chiuderà la Division all’ultimo posto: dopo 22 anni consecutivi alla guida tecnica della squadra (dal 1988, la permanenza più lunga di un allenatore su una panchina di un team di uno sport americano) Jerry Sloan ha lasciato tutti nello scorso febbraio, lasciando la conduzione al vice Tyrone Corbin. Sloan ha rinunciato all’incarico perchè le intenzioni della dirigenza di Salt Lake City erano quelle di ricostruire da 0 una franchigia dal futuro vincente, opzione che però non era gradita all’esperto head coach (autore di 15 partecipazioni consecutive ai playoff con i Jazz dal 1989 al 2003) che ha ringraziato cordialmente e si è fatto da parte. Stagione da lottery per Utah che spera di accaparrarsi un’altra scelta alta al prossimo Draft e continuare la ricostruzione. Le potenzialità del gruppo sono notevoli ma bisognerà lasciare maturare i tanti giovani con calma e senza pressione. Solo così potranno essere rinverditi i fasti dell’era Stockton-Malone (2 Finali NBA di fila perse contro i Bulls di Michael Jordan). I nomi interessanti nel roster dei Jazz sono quelli di Davin Harris (buon playmaker), di Derick Favors (ala grande dall’indiscusso talento), di Gordon Hayward (incredibile tiratore) e dei veterani Paul Millsap ed Al Jefferson. Dall’ultimo Draft è arrivato il turco Enes Kanter lungo di cui si dice un gran bene, a cui è stato aggiunto Alec Burks, talento notevole utilizzabile in diversi ruoli nel backcourt. C.J. Miles avrà ancora il ruolo di sesto uomo di lusso mentre gli esperti Josh Howard e Raja Bell porteranno esperienza ad un team giovane e di prospettiva.

    ROSTER UTAH JAZZ 

    Leggi anche:

  • NBA: Mike Brown nuovo allenatore dei Lakers, Ettore Messina sarà il suo assistente

    NBA: Mike Brown nuovo allenatore dei Lakers, Ettore Messina sarà il suo assistente

    Mike Brown, ex allenatore dei Cleveland Cavaliers di LeBron James, è il nuovo head coach dei Los Angeles Lakers di Kobe Bryant.
    Brown prende il posto di Phil Jackson che per il momento ha preso un pò di tempo per restare fuori dal giro e dedicarsi ai suoi problemi fisici.
    Una scelta arrivata un pò a sorpresa dato che secondo le indiscrezioni i favoriti alla panchina gialloviola erano Bryan Shaw, primo assistente proprio di Phil Jackson in questi anni, e Rick Adelman, fatto fuori a Houston nonostante ottimi risultati ottenuti con una squadra poco competitiva per via di numerosi infortuni che hanno menomato il potenziale dei Rockets.
    La scelta rappresenta una chiusura con il passato recente dato che Brown è famoso per la sua predilezione alla difesa rispetto all’attacco.
    Inoltre per il nuovo capo allenatore ci saranno subito le prime grane da risolvere dato che nello spogliatoio dei Lakers non regna più l’armonia da qualche tempo per via di screzi fra i giocatori nella vita privata.

    Ma la notizia che più ci riguarda direttamente è che sarà probabilmente Ettore Messina il suo vice nel nuovo incarico. L’allenatore italiano accetterà l’offerta proprio di Brown (nelle prossime ore?) che conosce Messina dal 2007 quando l’ex coach dei Cavs gli fece visita per studiare il suo metodo di lavoro. Un metodo di cui Brown sarebbe rimasto entusiasta e proprio per questo avrebbe fatto richiesta esplicita al suo nuovo team di affidare i movimenti offensivi e difensivi all’ex allenatore di Treviso, Bologna, Real Madrid e CSKA Mosca.
    Nei prossimi giorni se ne saprà di più ma le fonti parlano di quasi certezza per il tecnico italiano.
    Los Angeles intanto si prepara al mercato sperando di ringiovanire e potenziare una squadra che vuole subito tornare grande e dimenticare il brutto sweep subito in questa post season dai Dallas Mavericks.

  • NBA: Rivers resta a Boston per 5 anni! I dubbi di Phil Jackson sul suo futuro.

    NBA: Rivers resta a Boston per 5 anni! I dubbi di Phil Jackson sul suo futuro.

    Dal mondo NBA arrivano 2 notizie molto importanti: la prima è che Doc Rivers, coach dei Boston Celtics, ha prolungato il suo contratto per altri 5 anni. Il nuovo contratto ancora non è stato firmato dato che c’è ancora qualche piccolo dettaglio da sistemare ma pare proprio che l’attuale allenatore abbia preso la decisione di proseguire l’avventura con i “Verdi”. Sarebbero 7 i milioni di dollari all’anno garantiti a Rivers, cifra che lo ha fatto desistere dai suoi propositi di lasciare Boston e dedicarsi alla famiglia come inizialmente sembrava dovesse fare.
    A proposito del futuro dei Celtics ha parlato il G.M. Danny Ainge dopo l’eliminazione subìta dai Miami Heat:

    • Dobbiamo sicuramente fare dei cambiamenti, dato che con questo roster non riusciremmo a competere per il titolo il prossimo anno. Saremo infatti un anno più anziani, mentre squadre come Miami possiedono delle stelle più giovani delle nostre. Se dovesse arrivare una giusta offerta, potrei anche prendere in considerazione l’ipotesi di vendere uno tra Pierce, Allen e Garnett, mentre non è nei nostri piani cedere Rondo. Sicuramente offriremo a Jeff Green un nuovo contratto, perchè vogliamo tenerlo con noi e crediamo che ci potrà dare un ottimo contributo! Se ho qualche rimpianto per la stagione appena passata? Sì, dovevo fare di più per trattenere Tony Allen!

    La seconda riguarda sempre il mondo degli allenatori: in molti davano il grande Phil Jackson sulla via del ritiro. Ma da quanto emerge dalle sue ultime dichiarazioni la storia potrebbe anche non essere così:

    • Oggi vi dico che sono sicuro della mia decisione, e che la partita di domenica contro i Dallas Mavericks è stata l’ultima della mia carriera. Ma non so cosa potrà succedere da qui a sei mesi. Riguardo all’ultima stagione, non mi era mai capitato di allenare una squadra così. I miei giocatori hanno talento, ma sono entrati in un momento di difficoltà e non sono stati capaci di uscirne. Non hanno imparato dai loro errori, non sono riusciti a cambiare, ed è una cosa che non mi era mai capitata nella mia carriera

    E sempre a proposito di allenatori, i Lakers intanto guardano avanti e, come abbiamo già riportato qualche tempo fa, anticipando le indiscrezioni attuali, potrebbe essere Rick Adelman a prendere il posto di Jackson sulla panchina gialloviola (leggi l’articolo). Una mossa ottima per la dirigenza dei Lakers dato che Adelman è uno dei migliori coach in giro per la NBA.

  • NBA: Adelman out a Houston, sarà il prossimo coach dei Lakers?

    NBA: Adelman out a Houston, sarà il prossimo coach dei Lakers?

    Salta la prima panchina dopo la conclusione della regular season NBA.

    Gli Houston Rockets (record in stagione di 43 partite vinte e 39 perse) hanno deciso di non estendere il contratto di Rick Adelman rinunciando ai suoi servizi per il prossimo anno. A dare l’annuncio è stato il G.M. dei Rockets Daryl Morey che ha sancito al consensuale separazione dopo 4 anni di collaborazione.

    Il record dell’ex allenatore di Houston è comunque notevole (193 vinte e 135 perse) e lascia un pò perplessi sulla decisione della dirigenza di fare a meno di un coach così esperto e preparato che riesce a trarre il meglio dai suoi giocatori anche nelle situazioni di difficoltà.
    Sebbene infatti i Rockets siano rimasti fuori dai playoff per il secondo anno di fila, Adelman ha dimostrato di poter competere a livelli altissimi soprattutto in considerazione che il progetto iniziale prevedeva l’impiego, per puntare al titolo, 2 All-Star di primo livello che però a causa di infortuni non hanno potuto dare il loro contributo in questi 4 anni. Stiamo parlando di Tracy McGrady e Yao Ming, l’asse centrale su cui i Rockets ed Adelman avrebbero dovuto incentrare il loro gioco ma che è rimasto in verità un sogno nel cassetto: McGrady è stato ceduto lo scorso anno dato che i problemi fisici lo hanno purtroppo relegato ad un giocatore di secondo piano, Yao ha invece avuto 2 fratture da stress ai piedi in periodi diversi che ne stanno mettendo a rischio la carriera.
    Tuttavia senza queste 2 “Stelle” il ruolino di marcia di Adelman è eccellente come dimostra il record, ancora di più se si considera che la squadra non ha una vera e propria super star ma si basa su un gioco corale e di squadra che risulta uno dei migliori della Lega.

    Adelman in passato ha portato Portland a 2 finali NBA nei primi anni 1990, ed è stato licenziato dopo la stagione 1993-94. Ha passato 2 stagioni a Golden State con record perdente, prima di costruire a Sacramento una delle squadre più forti della Western Conference di quegli anni (2000-2006).

    Adelman, che ha 64 anni e in 1561 panchine di regular season da head coach ha vinto 945 partite nella Lega (è stato allenatore dell’anno nel 2007-2008), non sembra comunque intenzionato a smettere, e si rimetterà sul mercato diventando uno dei prezzi pregiati tra gli allenatori NBA. Su di lui sembrano esserci le mire dei Los Angeles Lakers per il dopo Phil Jackson (che a meno di clamorosi ripensamenti è all’ultimo anno sulla panchina gialloviola), ma mezza NBA è pronta a fare carte false per accaparrarsi l’ex allenatore dei “Razzi”. Anche i Knicks sembrano in prima fila, volendo fare di Adelman il coach del futuro per puntare al titolo.

    I Rockets invece devono decidere quale strada intraprendere: i sogni si chiamano Mike Brown e soprattutto Stan Van Gundy (che però è sotto contratto con Orlando, ma potrebbe cambiare area in caso di flop ai playoff), ma tra i candidati ci sono anche gli assistenti Elston Turner e Jack Sikma per non parlare dell’assistente di coach Gregg Popovich agli Spurs ovvero Mike Budenholzer.

  • NBA: I Los Angeles Lakers vincono gli Houston Rockets solo all’overtime

    NBA: I Los Angeles Lakers vincono gli Houston Rockets solo all’overtime

    Kobe BryantAl “Toyota center” di Houston era di scena il big match della notte NBA, che vedeva giocare contro, per la prima volta dopo gli ultimi playoff, i Rockets padroni di casa e i campioni in carica dei Los Angeles Lakers.
    Se lo scorso anno, nella post season che portava al trofeo NBA, i Rockets, benchè falcidiati dagli infortuni, sono stati probabilmente l’unica squadra a mettere in vera e profonda difficoltà i futuri campioni (4-3 il risultato di una serie molto sudata per i gialloviola), anche quest’anno la musica non sembra essere cambiata. I californiani la spuntano 103-102 dopo un overtime, ma soprattutto facendo ancora una fatica immensa per battere i texani, che hanno ancora fermi ai box sia McGrady che il centrone Yao Ming (fuori per tutta la stagione per la frattura ad un piede subita proprio in gara 2 dei playoff passati contro L.A.).

    C’è anche una sfida nella sfida in questo incontro, ovvero Trevor Ariza contro Ron Artest. Ariza lo scorso anno era a Los Angeles, Artest era invece il beniamino incontrastato di Houston. Questa estate il doppio cambio di maglia ha ribaltato le cose: ora Trevor è il leader dei Rockets, Ron è una parte fondamentale del gioco losangelino.
    La sfida finisce praticamente con cifre molto simili e, quindi, sostanzialmente in parità: 15 punti ciascuno. A fare la differenza è invece il solito Kobe Bryant che mette a referto ben 41 punti. Andrew Bynum è un’ottima spalla e chiude con una doppia-doppia da 17 punti e 17 rimbalzi.
    Per i Rockets solita prova corale e di grande cuore, ma quando l’infermeria annovera nomi importanti, sul campo, inevitabilmente, qualcosa si perde. Sei uomini in doppia cifra per i biancorossi: Brooks 15 punti, Hayes chiude con 14 più 14 rimbalzi, Scola 16 e 13 rimbalzi, Battier ne mette altri 14. Inoltre dalla panchina Landry da il suo apporto con 20 punti (oltre al già citato Ariza).

    Los Angeles sta mostrando qualche difficoltà più del previsto (anche ieri vittoria all’overtime sui non irresistibili Thunder), Houston sta facendo vedere a tutta la NBA che con il gioco, il cuore e un allenatore preparato e meticoloso nei particolari (come lo è Rick Adelman), si può sopperire alle assenze importanti e cercare di costruire un campionato sicuramente degno di nota.

    Guarda gli highlights di Los Angeles Lakers – Houston Rockets