Il passato Viola resta una pagina importante della sua carriera durata ben sette stagioni, ma Riccardo Montolivo a margine della presentazione per il lancio del suo sito ufficiale edalla vigilia del match fra il suo presente ed il suo passato – Milan-Fiorentina, in programma domani alle ore 15 – rimane concentrato sull’attuale, sul rossonero, con la consapevolezza di “aver fatto la scelta giusta di cui non mi sono pentito nemmeno per un secondo” dal suo punto di vista nel decidere di chiudere la sua esperienza con la Fiorentina, con l’unico rammarico di non aver avuto la possibilità di discuterne con la proprietà, limitandosi ad alcuni incontri con la dirigenza con la quale, in quel periodo, era subentrato qualche problema. Inoltre, il suo divorzio dal club Viola è stato tutt’altro che dolce soprattutto per le modalità con cui si è consumato, con l’annuncio di non voler rinnovare il contratto in scadenza a fine stagione e con i contestuali risultati negativi della squadra in campo, dei quali veniva “additato” come principale responsabile, come lui stesso riconosce: “le colpe venivano date sempre a me ma io ho sempre dato il massimo per quella maglia”.
Il passato, però, è comunque un bagaglio importante, che merita assoluto rispetto ed è per questo che il centrocampista afferma con decisione che, nel caso in cui dovesse far gol, non esulterà per rispetto nei confronti di quella che è stata la mia esperienza Viola: un “ritornello” poco originale, considerando che la scelta di non celebrare i gol degli ex è spesso abusata ma che, nel suo caso, ha delle ragioni profonde considerando il legame con l’intero ambiente che ha contraddistinto i suoi anni a Firenze, nei quali ha indossato anche la fascia da capitano. Per tal ragione, Riccardo Montolivo non ha smesso di seguire con attenzione l’attuale squadra allenata da mister Vincenzo Montella ed è contento che la Fiorentina sia finalmente rinata, perchè “la città di Firenze merita una squadra forte”.
La Viola gli è rimasta nel cuore ma, com’è ovvio che sia, il suo desiderio è ora quello di vincere al Milan che lui stesso definisce “una grande squadra, forse la più grande, dove gioco nello stadio più bello del mondo”. L’inizio di stagione del campionato rossonero non è stato dei più felici ma, secondo Montolivo, la squadra possiede ampi margini di miglioramento che ha già iniziato a mostrare nelle ultime partite dove si sono compiuti importanti passi avanti che gli infondono fiducia per il proseguio della stagione, perchè la squadra rossonera “merita una classifica diversa da quella che abbiamo”. Alla luce dei tanti cambiamenti in organico, secondo Montolivo era necessario un tempo per il giusto assestamento del lavoro di mister Allegri, alla ricerca di nuovi equilibri e meccanismi in campo e, dunque, i miglioramenti registrati nelle ultime prestazioni devono essere letti positivamente, come un segnale connesso all’aver trovato qualche punto fermo importante, che possa essere d’aiuto per proseguire in tale direzione, in particolar modo in un mese molto duro in cui i rossoneri sono attesi ad importanti banchi di prova, contro Fiorentina, Napoli e Juventus.
L’anticipo serale della nona giornata di Serie A Milan-Genoa termina 1-0 in favore dei rossoneri. Match deciso dal gol di El Shaarawy al 77′ su cross di Abate. Allegri scaccia le streghe con tre punti che consentono al Diavolo di respirare. In classifica il Milan si porta a quota 10 punti, superando lo stesso Genoa che rimane fermo a 9 punti. In attesa delle partite di questo pomeriggio i rossoneri approdano all’ottavo posto, in coabitazione con la Sampdoria. E’ la terza vittoria del Milan in campionato, la terza contro una squadra dai colori sociali rossoblu (Genoa, Cagliari, Bologna). La squadra di Allegri è andata meglio nella ripresa, dopo un primo tempo piuttosto abulico. Protagonista assoluto del match Stephan El Shaarawy, uomo ovunque e sempre più capocannoniere del Milan.
POVERI– L’infortunio di Boateng nell’immediata vigilia della partita costringe Allegri a rivedere il 3-4-2-1 pensato dopo la trasferta di Malaga e schiera i suoi ancora con il 3-4-3, proponendo Emanuelson largo a destra, con Abate e Antonini esterni. Il primo tempo scivola via senza troppe emozioni. Gli ospiti guidati da Gigi Del Neri mostrano grande compattezza in fase difensiva, con due linee molto strette che chiudono ogni spazio alla manovra dei rossoneri. Il centrocampo del Genoa sovrasta nettamente quello dei padroni di casa, dove il solo Montolivo mantiene alto l’onore. Per il resto la prima frazione di gioco non regala alcun sussulto agli spettatori di San Siro, se si esclude l’episodio del calcio di rigore ai danni di Pato per la trattenuta di un difensore avversario. L’arbitro Mazzoleni decide di far proseguire tra le proteste dei giocatori del Milan.
FARAONE – Al rientro dagli spogliatoi la squadra di Allegri dà l’impressione di avere più ritmo rispetto ai primi 45′. Dall’altra parte invece gli uomini di Delneri si abbassano pericolosamente nella propria area, senza più riuscire ad imbastire un’azione degna di nota a centrocampo. Si rende protagonista subito Pato, autore di un lampo abbagliante in una serata piuttosto buia. La partita continua a farla il Milan ma il gol stenta ad arrivare. Al 25′ della ripresa Allegri sceglie la carta Pazzini al posto di Pato, accentrando maggiormente Emanuelson per le incursioni di Abate. Dopo pochi minuti la mossa tattica dell’allenatore rossonero porta al gol del vantaggio. E’ il 77′ quando Abate riceve palla sulla corsia di destra prima di crossare verso il centro dove El Shaarawy si fa trovare pronto all’appuntamento del gol. Sesta rete in nove partite per il Faraone, che dimostra anche contro il Genoa di essere il vero trascinatore di quest’anno.
DEBUTTO GRIGIO – Per Delneri una sconfitta al ritorno su una panchina di Serie A dopo un’assenza di quasi due anni. Non era facile esordire contro un Milan in cerca di riscatto. Il Genoa si è fatto apprezzare specialmente nel primo tempo, dove ha offerto un’ottima prestazione dal punto di vista difensivo, senza rischiare mai nulla. Nella ripresa invece la squadra rossoblu è retrocessa con il proprio baricentro, consegnando di fatto al Milan il pallino del gioco. L’assenza di Borriello lì davanti si è fatta, con Immobile sembrato troppo solo nonostante due esterni offensivi come Jankovic e Antonelli.
MILAN-GENOA 1-0
MARCATORE: Stephan El Shaarawy al 32′ s.t.
MILAN (3-4-3): Amelia; Zapata, Bonera, Yepes; Abate, De Jong, Montolivo, Antonini (41′ Constant); El Shaarawy, Emanuelson (42′ s.t. Constant), Pato (26′ s.t. Pazzini). In panchina: Abbiati, Gabriel, Mexes, Acerbi, Ambrosini, Flamini, Bojan. Allenatore: Allegri
El Shaarawy 8: strepitoso per intensità, continuità, sacrificio, determinazione, autorevolezza. Fin qui il Milan è stato solo El Shaarawy. Abate 6,5: Allegri ha cambiato modulo per sfruttare al meglio Abate e Antonini sugli esterni. Ieri l’assist per il gol del Faraone e tante discese. Yepes 6,5: non si capisce perché Allegri non lo schieri in tutte le partite. Anche ieri dimostra di avere il carisma e la personalità nel guidare la difesa rossonera. Montolivo 6,5: è uno dei pochi centrocampisti, se non l’unico, di qualità. Se c’è uno che deve accendere la luce quello è il viola. Pato 5,5: qualche sprazzo, due per l’esattezza, prima di essere sostituito da Pazzini. Quanto basta per ricevere l’insufficienza mista a speranza.
VIDEO MILAN-GENOA 1-0 (27-10-2012)
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L’Italia va. Una vittoria secca, 3-1 contro la Danimarca e primato in classifica confermato. Anzi, visto il contemporaneo pareggio nel match Repubblica Ceca-Bulgaria 0-0, gli azzurri iniziano una mini fuga, staccandosi di ben 4 punti dal secondo posto, occupato dai bulgari. Ok, siamo solo alla quarta giornata e il cammino verso la qualificazione al Mondiale brasiliano del 2014 è ancora lungo, ma abbiamo dimostrato che siamo i padroni assoluti del Gruppo B, anche se non sempre brillantissimi, siamo ancora imbattuti. Cesare Prandelli a fine partita si dice soddisfatto per la prova dei suoi ragazzi, capaci di far loro il gioco. Unica nota stonata di Italia-Danimarca è Osvaldo, che si fa espellere dopo 16” dall’inizio della ripresa.
LA PARTITA – Buona prova degli azzurri, che subiscono le sfuriate offensive dei danesi nei primi minuti, prima di prendere le misure e lasciarli nella propria metà campo. I due gol in rapida successione di Montolivo e De Rossi al 33′ e al 37′ sembrano chiudere la partita già nel primo tempo, ma nell’ultimo secondo di recupero, Kvist, trova il gol che accorcia le distanze, sfruttando al meglio una pallone deviato che gli consente di calciare al volo da fuori area. La seconda frazione di gioco inizia con l’incredibile espulsione di Osvaldo che allarga troppo il braccio in un contrasto di gioco, vedendosi sventolare il cartellino rosso dall’arbitro Skomina. L’Italia si organizza e lascia il solo Balotelli davanti, a far reparto da solo. Dopo dieci minuti di sofferenza, Pirlo illumina la scena con un lancio dei suoi a smarcare l’attaccante del Manchester City che supera il portiere danese in uscita disperata con un leggero colpo di piatto al volo. La Danimarcadecide di aumentare il baricentro, ma non crea grossi problemi alla non brillantissima difesa italiana, se non con qualche tiro dalla distanza che impensierisce De Sanctis.
In vista di Juventus-Napoli, da segnalare l’infortunio alla spalla di Marchisio, costretto ad uscire al 74′.
PAGELLE ITALIA-DANIMARCA
De Rossi 8: Nonostante le continue voci su un suo litigio con Zeman e la probabile cessione già a gennaio, Daniele si carica e sfodera l’ennesima prestazione di grande livello. Elemento chiave del centrocampo italiano. Al secondo gol consecutivo, sempre di testa. Montolivo 7: In Nazionale sembra quasi trasformarsi. Allegri dovrebbe osservare e pensare di dargli la possibilità di giocare da trequartista anche nel club. Dimostra dinamismo e grande spirito di sacrificio. Fantastico il gol del vantaggio azzurro. Pirlo 7: Sembra nascosto, marcato e braccato dagli avversari. Poi gli bastano due palloni giocabili ed ecco che mette a segno un doppio assist. Prima il solito tiro fintato dalla fascia per mettere al centro un cross pennellato sulla testa di De Rossi, poi il lancio millimetrico per lo scatto di Balotelli. Speriamo Verratti stia osservando e rubando i segreti a questo immenso campione. Balotelli 7.5: Quando nei primi minuti vedi SuperMario tornare fino alla propria area ed aiutare i compagni in difficoltà, capisci che è in giornata positiva. Decisivo nell’azione del gol di Montolivo. Subisce falli, si lamenta ma senza reagire. Nel secondo tempo riesce a far reparto da solo. Giocasse sempre così… Bendtner 6: Forse un po troppo falloso. Con il suo fisico cerca di sfruttare al meglio i palloni alti, ma non mette in grossa difficoltà i compagni di club Barzagli e Chiellini che, conoscendolo riescono a prendergli facilmente le misure. Eriksen 6.5: Bel giocatore. Classe ’92, buona tecnica e precisione di passaggio. Prova anche il tiro dalla distanza, senza molta fortuna. San Siro potrebbe essere la sua nuova casa. Capito Milan? Kjaer 6: Per la gara in se, meriterebbe 5, massimo 5.5. Solita gara con parecchie sbavature e di deconcentrazione. La sufficienza la raggiunge per il gol salvato sulla linea al 19′ su conclusione a botta sicura di Marchisio.
Classifica Gruppo B: Italia 10 (4); Bulgaria 6 (4); Repubblica Ceca 5 (3); Armenia 3 (3); Danimarca 2 (3); Malta 0 (3). (tra parentesi le gare disputate)
Video dei gol della partita
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Arriva ad una settimana dall’inizio del campionato il più classico dei tornei estivi italiani. Il trofeo Berlusconi in programma alle 21 a San Siro tra Milan e Juventus però sarà parecchio diverso dall’ultima edizione. E forse si può anche affermare che mai come nell’ultimo anno di cose, tra un’edizione e l’altra del memorial intitolato al padre del presidente milanista Luigi, ne sono cambiate. Innanzitutto per ciò che riguarda la differenza con la passata stagione: dodici mesi fa infatti l’ambiente rossonero, reduce da quello scudetto che ha interrotto la lunga egemonia dell’Inter, era molto carico, e sognava in grande per l’Italia e l’Europa.
Dall’altro lato vi era una Juventus piccola piccola, incapace pochi mesi prima di qualificarsi perfino in Europa League, e che vedeva alla guida un Antonio Conte alla prima avventura con una grande squadra. Insomma qualche piccola speranza c’era, ma minore rispetto ai grandi timori causati dalle annate precedenti. Tra fine 2011 e inizio 2012 è successo quello che tutti sanno, ovvero la Juventus capace di ritornare sul tetto d’Italia e il Milan secondo che in estate ha praticamente smantellato una squadra, non solo per via delle clamorose cessioni di Thiago Silva e Ibrahimovic, ma anche causa l’addio di tanti veterani, sovvertendo cosi quella che era la situazione dell’anno precedente. Stavolta infatti è la Juventus che sembra avere qualcosina in più, almeno sulla carta.
Ma non sempre, storicamente, ciò viene considerata una cosa positiva al trofeo Berlusconi: nel corso degli anni infatti ha preso piede una questione scaramantica. Tantissime volte infatti chi ha perso questo incontro, ha poi vinto il campionato. E’ successo perfino la scorsa stagione, quando la Juventus usci sconfitta nonostante il gol di Vucinic, grazie ai gol rossoneri di Boateng e Seedorf. Per ciò che riguarda la condizione delle due squadre vi è da dire che sarà un match dove non ci saranno alcuni dei protagonisti più attesi. Nella squadra bianconera infatti out Chiellini, Caceres, Isla, Pirlo e Buffon. Va meglio ad Allegri che deve fare a solo di Ambrosini e Mexes.
Al rientro dopo l’esperienza con la nazionale brasiliana Pato, ma ci sarà spazio anche per Constant e Zapata, quest’ultimo osservato speciale in vista della stagione che comincerà presto. Esordio a San Siro anche per Montolivo, mentre non ci sarà, almeno dall’inizio Cassano. Nella Juventus invece la curiosità dei tifosi è rivolta verso Pogba, talentuoso francese chiamato a sostituire Pirlo.
Situazione paradossale invece per Matri, il quale scenderà in campo con la maglia bianconera ma che presto potrebbe trovarsi a vestire quel rossonero che in serata affronterà d’avversario. Spazio anche per un ritrovato De Ceglie oltre che per Lichtsteiner, negli ultimi giorni nel mirino del Paris Saint Germain. Per le due compagini sarà la prima volta sul campo in sintetico-misto di San Siro che l’Inter ha voluto già collaudare. Per Conte invece le ultime prove tecniche di collegamento con la panchina sulla quale siederà Massimo Carrera.
Milan – Juventus, le probabili formazioni:
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Bonera, Zapata, Antonini; Flamini, Montolivo, Constant; Boateng, Robinho, Pato. Allenatore: Allegri
JUVENTUS (3-5-2): Storari; Lucio, Bonucci, Barzagli; Lichtsteiner, Vidal, Pogba, Asamoah, De Ceglie; Vucinic, Matri. Allenatore: Carrera
Di seguito le pagelle della sfida Italia-Inghilterra. Tra gli Azzurri tantissimi voti alti, e non poteva essere altrimenti vista la grande prova profusa, ad eccezione di qualche uomo apparso un po’ in ombra, leggasi Cassano. Tra gli inglesi sono pochi quelli che si salvano, in particolare ci si aspettava molto di più da Gerrard e Rooney. Positivo invece Terry.
PAGELLE ITALIA Buffon 7: La parata ad inizio gara su Johnson è il preludio ad una serata positiva che passa dalla punizione di Gerrard sulla quale non si fa sorprendere e soprattutto dal rigore parato a Young. Abate 6,5: Nel primo tempo quasi non crede ai propri occhi vedendo l’autostrada che ha davanti. Nella ripresa invece comincia a spingere come un dannato e solo un guaio fisico lo ferma. Barzagli 7: Intavola duelli dai quali esce sempre vincente, chiunque sia l’avversario. Una prova maiuscola la sua che guida veramente in maniera impeccabile la difesa. Bonucci 7: C’era un po’ di timore fra i tifosi Azzurri alla vigilia del match, ma lui ha spazzato via ogni ombra con una prova perfetto. Anticipa, chiude e sui calci piazzati si fa trovare sempre in avanti. Impeccabile. Balzaretti 7: E’ una costante spina nel fianco per gli inglesi. Tanti cross, tanta corsa, si danna l’anima per una gara intera. Prova generosa e di qualità la sua. Marchisio 7: Maiuscola la sua prova in mezzo al campo. Sembra non patire la stanchezza e soprattutto nello stretto fa girare palla che è una bellezza. Serve due assist d’oro a De Rossi che non li sfrutta. Pirlo 7,5: Quel rigore, più che stilisticamente, è stato bello per la scossa che ha dato alla squadra in un momento di grossa difficoltà. Per compiere una pazzia ci vuole personalità, e lui ne ha da vendere. Durante la gara sbaglia poco o nulla. De Rossi 7: Fosse entrato quel gol al 3’, di sicuro sarebbe entrato in lizza per la marcatura più bella dell’Europeo. E invece nella ripresa fallisce uno dei gol più facili della competizione, ma ciò non offusca la splendida prova che offre in mezzo al campo. Abbandona il terreno solo per infortunio. Montolivo 6,5: Il rigore sbagliato, sebbene importante, non inficia un’ottima prestazione. Più volte smarca Balotelli davanti al portiere, ma se deve dare una mano ai compagni in difesa lo fa senza problemi. Resiste 120’, e ciò è già una notizia visto che non era pienamente in condizione. Balotelli6: La porta la centra solo ai calci di rigore, quando non sbaglia di fronte al suo compagno Hart. Tra le occasioni fallite però rilevante appare essere solo la prima quando si appisola e permette a Terry di rientrare. Ma è l’unico azzurro, De Rossi a parte, a calciare verso la porta avversaria. Cassano 5,5: Dopo tre gare di buon livello incappa nella classica giornata storta. Si fa vivo due volte a fine primo tempo, ma è troppo poco per uno come lui. Maggio 6,5: Gioca i supplementari ma si dimostra degno sostituto di Abate con un paio di spunti veramente ottimi. Peccato solo per quel giallo, ingiusto, che gli farà saltare la gara di Varsavia. Nocerino 7: Un peperino nei 40’ in cui è in campo. Corre in lungo e soprattutto in largo quando Prandelli lo sposta a sinistra. Diamanti 7: Scatenato. Da quando entra in campo svaria dappertutto e centra un palo che per poco non permetteva di chiudere il match in anticipo. Segna il rigore decisivo: di sicuro troverà più spazio contro la Germania. Prandelli 8: L’artefice della splendida gara azzurra è sua. Azzecca i tre sostituti più che le sostituzioni visto che due di queste sono obbligate. Ma è l’atteggiamento della squadra a convincere appieno.
PAGELLE INGHILTERRA Hart 6: Si trova bombardato di conclusioni ma di miracoli ne può fare pochi, aiutato com’è dalla fortuna. Si fa vedere in particolare sul tiro di Cassano a fine primo tempo. Non pervenuto ai rigori. Johnson 6,5: Tra i pochi a salvarsi, l’unico a spingere in avanti e a dare un po’ di verve ai suoi. Solo un grande Buffon gli nega la gioia del gol. Certo è che dietro deve faticare per tenere a bada Balzaretti. Terry 6,5: In un modo o nell’altro una pezza lui ce la mette sempre. Si fa spazio con l’esperienza ed è decisivo in particolare nel primo tempo su Balotelli. Lescott 6: Soffre tanto la dinamicità di SuperMario, tanto che tenta più volte di usare il corpo per fermarlo. Cole 5,5: Soffre la dinamicità di Abate quando difende, e non punge quasi mai. Dal dischetto calcia molto male. Milner 5: Sembra partire bene, ma piano piano si spegne e diventa un oggetto misterioso.
Gerrard 5,5: Stanco, non in serata. Dovrebbe trascinare i suoi, dare cambi di direzione, qualità. Ed invece è chiamato solo al lavoro sporco. Parker 6: Il meno peggio dei suoi in mezzo al campo, l’unico che prova a mettere i bastoni tra le ruote alle manovre azzurre. Young 5: Potrebbe fare veramente tanto ed invece punge praticamente mai e per non farsi mancare nulla manda anche un rigore sulla traversa. Rooney 5: Un eremita li davanti. Dopo la palla gol di inizio gara evapora, con Barzagli e Bonucci che lo annullano. Welbeck 5: Assente ingiustificato. Si fa vivo solo sul finire di primo tempo ma una prestazione cosi è davvero sottotono. Walcott 5: Con la sua velocità sembrava dovesse fare sfracelli ed invece l’area di rigore italiana sembra essere solo un miraggio per lui. Carroll 5: Spizza qualche pallone, commette qualche scorrettezza. In concreto però, dalle parti di Buffon non c’è mai. Hodgson 4,5: Si chiude a riccio nel tentativo di riuscire da allievo, a superare il maestro. Ma se ne torna a casa facendo una figuraccia.
Se è vero che le vittorie sofferte sono le più belle, quella conquistata dall’Italia contro l’Inghilterra, che vale la semifinale contro la Germania, è stata veramente stupenda. Sofferenza, ovviamente, legata al fatto di non essere riusciti in 120’ a forzare il fortino inglese, complici legni, difetti di mira e quanto altro. Sofferenza anche per essere finiti sotto ai calci di rigore, per aver intravisto una grande beffa pari a quella che subì l’Olanda nell’Europeo del 2000 proprio contro l’Italia. E invece no, una volta tanto ha vinto chi ha meritato, chi ha giocato per quasi due ore ad una porta. Insomma, in Italia-Inghilterra si è visto veramente di tutto.
I Leoni hanno forse esasperato l’atteggiamento all’italiana, non vedendo mai la porta azzurra dopo un paio di occasioni iniziali. Merito di una Nazionale, quella di Prandelli dalla feroce generosità e dalla classe superba che ha messo alle corde gli inglesi, i cui timori della vigilia possiamo dire fossero veramente fondati. Gerrard che gira a vuoto e impallidito nella morsa dei centrocampisti azzurri, Rooney che non vede una palla contro Barzagli e Bonucci.
Chiari segnali questi, di come la squadra di Prandelli abbia demolito i britannici, duri però a morire, forse perché assistiti dalla dea bandata. Ma alla fine i rigori hanno dimostrato la vera essenza dell’Italia, in tutti i sensi. Il tiro fuori di Montolivo aveva fatto precipitare gli Azzurri, ma la follia di Pirlo, con un cucchiaio che tanto ricorda quello di Totti nella già citata Italia-Olanda del 2000 e la parata di Buffon su Cole segnano la svolta che poi diventa apoteosi al gol di Diamanti. L’Italia c’è e se la stanchezza non farà brutti scherzi contro la Germania ne vedremo delle belle.
INIZIO PALPITANTE – Prandelli e Hodgson non cambiano nulla rispetto a quanto preventivato alla vigilia. Negli Azzurri c’è Montolivo al posto di Thiago Motta. L’avvio vede un’Italia spumeggiante e già dopo un paio di giri di lancette potrebbe passare grazie a De Rossi che con una sventola dalla distanza fa tremare i pali della porta inglese. I britannici si scuotono, capiscono che nonostante il loro atteggiamento palesemente difensivo non possono difendere per tutti i 90’. E allora cominciano a spingere grazie anche alle sovrapposizioni costanti dei terzini, tanto che sfiorano il gol con Johnson il quale non sfrutta un’ottima palla gol in area azzurra grazie anche al bell’intervento di Buffon e Rooney che di testa manda di poco alto. Il momento d’oro degli inglesi finisce qui.
SAGRA DEGLI ERRORI – Da questo momento in poi è solo Italia. Tanto possesso palla grazie anche ad un centrocampo devastante, con De Rossi e Marchisio schegge impazzite, Montolivo a tutto campo e Pirlo solito regista, un esterno di difesa assai ficcante come Balzaretti, ma i varchi sono veramente pochi visto che l’Inghilterra è letteralmente asserragliata. Dunque tocca provare a scavalcarla e cosi ci pensa Pirlo che lancia sul filo del fuorigioco Balotelli il quale quasi incredulo di cotanta grazia si lascia rimontare da Terry che partiva alle sue spalle. Un film già visto contro la Spagna.
Il giocatore del City si potrebbe rifare poco dopo su una geniale imbeccata di Montolivo ma da posizione centrale calcia in bocca ad Hart. E Cassano? Per mezz’ora buona è il fantasma di se stesso. Esce dal torpore dopo mezz’ora abbondante quando di testa apparecchia per Balotelli che, tanto per cambiare, si fa anticipare. Quindi Fantantonio si mette in proprio con un bel tiro dalla distanza: Hart ci mette i guantoni. L’Inghilterra dal guscio ci esce una sola volta Welbeck ma i risultati non sono confortanti. Insomma un primo tempo che si chiude con il rammarico per le tante palle gol sprecate.
LA MUSICA NON CAMBIA – Nella ripresa l’Italia comincia come aveva finito il primo tempo. L’assedio continua e la prima ghiotta palla gol capita a De Rossi che servito da Marchisio spara fuori da posizione più che invitante. Intanto Abate comincia a spingere come non aveva fatto nel primo tempo e aumentano i grattacapi per Hodgson. Balotelli e Montolivo sprecano due grandi occasioni, il secondo a porta quasi vuota ma in equilibrio precario. Insomma l’Italia c’è, ma il gol non arriva.
SI CAMBIA – Hodgson capisce che cosi non va, perché non solo in difesa si soffre e solo un buon Terry tiene in piedi la baracca, ma in avanti Rooney e Welbeck sono oggetti misteriosi. Colpa anche di un centrocampo abulico, con un Gerrard totalmente irriconoscibile. L’allenatore britannico prova a dare la scossa con il gigante Carroll, chiamato a fare sponde (e falli) e lo sgusciante Walcott. Ma non cambierà, di fatto, proprio nulla. Dall’altra parte Prandelli lancia Diamanti al posto di un Cassano stanco. E’ questo l’unico cambio del tecnico azzurro che poco dopo si vede costretto a sostituire anche De Rossi e Abate con Nocerino e Maggio. I tre nuovi si riveleranno molto utili, con Diamanti che si affianca a Montolivo dietro l’unica punta Balotelli nello schema ad albero di Natale. Ma il risultato non cambia.
ULTIMI SFORZI AZZURRI – Nei supplementari Prandelli rimodula i suoi con il 4-4-2, con Nocerino largo a sinistra. Si continua ad attaccare a tutto spiano, con Diamanti che colpisce un altro palo su tiro cross e Nocerino che va in gol ma la sua gioia viene frenata dal guardalinee che sventola la bandierina: è fuorigioco. Intanto Maggio si becca, ingiustamente, un giallo pesante: essendo diffidato salterà la gara con la Germania. Finisce cosi 0-0, si va ai rigori.
DALL’INCUBO ALL’APOTEOSI – Solitamente chi domina nei tempi regolamentari viene beffato ai calci di rigore. E cosi sembra quando Montolivo, dopo i centri di Balotelli e Gerrard, calcia fuori. Un incubo per il centrocampista che scoppia in lacrime. Rooney legittima il vantaggio dei suoi aumentando la paura degli Azzurri che hanno un sussulto quando Pirlo si inventa un cucchiaio che tiene tutti con il fiato sospeso. Un gesto che forse scuote l’Italia e innervosisce gli inglesi. Young centra in pieno la traversa e le cose si rimettono in sesto. Nocerino non sbaglia a differenza di Cole che calcia male e Buffon non può far altro che bloccare la sfera. Il penalty decisivo capita sui piedi di Diamanti che spiazza Hart e fa esplodere l’apoteosi azzurra: l’Italia c’è, anche dagli undici metri. L’incubo di quattro anni fa con la Spagna è scacciato. Game over invece per l’Inghilterra. Con un cuore grande cosi nemmeno la corazzata Germania fa poi così tanta paura.
Italia-Inghilterra, le immagini:
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Sarà Italia-Inghilterra di questa sera a chiudere il quadro dei quarti di finale di Euro 2012. Sulla carta il più equilibrato, considerando che negli altri c’è stata una squadra che è riuscita ad imporsi sia per gioco che per risultato sull’altra. Stasera a Kiev però dovrebbe essere diverso: da una parte un’Italia che ha riacquisito brio e vitalità dopo il match con l’Irlanda e la qualificazione con brivido grazie al mancato biscotto tra Spagna e Croazia, dall’altra un’Inghilterra che o per scarsa autoconvinzione o per pretattica sembra affrontare questo match con un po’ di timore.
Fatto sta che anche i bookmakers, nonostante il buon cammino dei britannici nel girone eliminatorio, chiuso dai Leoni d’oltre Manica al primo posto, danno gli Azzurri favoriti. Un match indubbiamente affascinante tra due squadre che da più partite sono state considerate simili per il modo di giocare. Incontro del tutto particolare per Mario Balotelli, non tanto per lo sfogo della vigilia ma anche e soprattutto perché gioca in Inghilterra e si troverà davanti alcuni dei suoi compagni di squadra al Manchester City, Lescott su tutti. Ma sarà sfida a distanza, o se preferite derby di Manchester, con Wayne Rooney. Due grandi talenti vogliosi di ben figurare anche in nazionale. Formazioni quasi fatte, anche se c’è un dubbio che attanaglia Cesare Prandelli e forse lo farà fino a poche ore prima dell’inizio del match: è quello legato a Thiago Motta.
Il giocatore si è allenato a parte negli ultimi giorni e non appare al top, tanto che alla fine potrebbe sedere in panchina. Due i possibili sostituti: Nocerino e Montolivo. Quest’ultimo sembra essere favorito, anche perché più abituato a giocare dietro le punte a differenza dell’altro. Per il resto formazione confermata con Chiellini unico indisponibile causa infortuno. Nel 4-3-1-2 di Prandelli davanti a Buffon difesa formata da Bonucci e Barzali centrali mentre sulle corsie laterali sono confermati Abate e Balzaretti che bene hanno fatto contro l’Irlanda. Il trio di centrocampo è quello composto da Marchisio, Pirlo e De Rossi mentre Montolivo dovrebbe agire alle spalle di Cassano e Balotelli, con Di Natale che partirà dalla panchina ma che probabilmente troverà spazio nel corso del match.
Dall’altra parte invece Hodgson non cambierà il 4-4-2 che l’ha portato sin qui grazie al pareggio con la Francia e alle vittorie su Svezia e Ucraina. In porta ci andrà Hart. Davanti a lui Terry e Lescott con Johnson e Cole che avranno il compito di presidiare le corsie laterali. In mezzo al campo regia affidata a Gerrard e Parker con Milner e Young chiamati a spingere a supporto delle due punte Welbeck e Rooney, quest’ultimo autore di un gol all’esordio contro l’Ucraina.
Italia-Inghilterra, le formazioni: ITALIA (4-3-1-2): Buffon; Abate, Barzagli, Bonucci, Balzaretti; Marichisio, Pirlo, De Rossi; Montolivo, Balotelli, Cassano. In panchina: Maggio, Giaccherini, Di Natale, De Sanctis, Sirigu, Ogbonna, Thiago Motta, Diamanti, Nocerino, Borini, Giovinco. Allenatore: Prandelli INGHILTERRA (4-4-2): Hart; Johnson, Terry, Lescott, Cole; Milner, Gerrard, Parker, Young; Rooney, Welbeck. In panchina: Green, Butland, Jones, Baines, Jagielka, Kelly, Downing, Henderson, Oxlade Chamberlain, Walcott, Carroll, Defoe. Allenatore: Hodgson
Dopo la triste giornata per gli addi dei senatori Pippo Inzaghi, Gennaro Gattuso, Alessandro Nesta, Gianluca Zambrotta e, forse, anche Clarence Seedorf, per il Milan è tempo di guardare avanti verso la stagione che verrà dopo aver concluso questa a zeru tituli. Le esigenze di bilancio impongono un mercato all’insegna del low cost, cercando di individuare in Italia e in giro per l’Europa elementi validi il cui costo del cartellino è contenuto o ancor meglio senza effettuare alcun tipo di esborso economico.
Il primo dei parametri zero a sbarcare a Milanello è Riccardo Montolivo, regista della Fiorentina che ha rifiutato tutte le proposte di rinnovo presentategli dal club viola facendo uno sgarbo alla società per il quale ha militato per 7 anni di cui ne era il capitano pur di approdare al Milan. Il centrocampista della Nazionale ha sostenuto oggi, e continuerà domani, le visite mediche prima di apporre la firma sul nuovo contratto legandosi con i rossoneri per 4 anni fino al 30 giugno del 2016 e andando a percepire all’incirca 2 milioni di euro netti a stagione.
Montolivo quindi sarà il primo rinforzo e andrà a rimpolpare un centrocampo che di recente ha perso Gattuso e Van Bommel con l’incognita Seedorf che sta valutando varie offerte provenienti sia dall’Europa sia dal Brasile, in particolare il Botafogo. Il regista ormai ex Fiorentina andrà a raccogliere quella pesante eredità lasciata da Pirlo in mezzo al campo in una annata in cui per l’undici rossonero è emersa più volte nell’arco della stagione e in particolari momenti di gara la necessità di avere un “cervello” nella zona nevralgica del campo e non solo i muscoli come ha preferito il tecnico Allegri rinunciando al play basso più forte al mondo, di fatto scaricandolo e lasciandolo andare alla Juventus poi laureatasi campione d’Italia anche e soprattutto grazie alle sue giocate, sbagliando non una bensì due volte.
Con Montolivo il Milan spera di essersi assicurato il regista del futuro considerato che ha ancora davanti a sè ancora tanti anni ad alti livelli essendo un classe ’85. Il giocatore dopo la firma raggiungerà il ritiro di Coverciano mettendosi a disposizione del ct della nazionale Cesare Prandelli per preparare gli Europei di Polonia e Ucraina in programma tra meno di un mese.
E’ il tempo degli addii a Milanello, forse troppi addii che generano grande tristezza nell’ambiente rossonero impreparato a dover salutare contemporaneamente tanti giocatori simbolo dell’ultimo decennio milanista. Domani nell’ultima partita stagionale che il Milan giocherà contro il Novara, si prevede il tripudio di San Siro per un pezzo di Milan che se ne va.
Dopo l’annuncio di Alessandro Nesta nella conferenza stampa tenutasi giovedì scorso, ieri è arrivata un pò a sorpresa la notizia dell’addio di Gennaro Gattuso , il quale dopo un incontro con Adriano Galliani ha deciso di porre fino alla sua avventura rossonera durata ben 13 anni. Ma non finisce qua, perchè sempre nella giornata di ieri, sul sito ufficiale del Milan è apparsa una lettera di addio da parte di Filippo Inzaghi. Il 38enne ex Juventus lascia il Milan dopo 125 goal in rossonero e dopo aver vissuto una stagione da separato in casa per via dei suoi rapporti non idilliaci con il tecnico Allegri. A completare il quadro degli addii ci hanno pensato Clarence Seedorf, Gianluca Zambrotta e Mark Van Bommel.
PARLA GATTUSO – Dopo aver annunciato la decisione di lasciare il Milan, Gennaro Gattuso ha tenuto oggi una conferenza stampa nella quale ha voluto ringraziare tutto il mondo rossonero. Ecco alcune sue dichiarazioni: “E’ stato un sogno indossare la maglia che sogni fin da bambino. Speriamo che per prima cosa non mi si abbassi più l’occhio: ho ancora voglia di battagliare e far vedere che non sono morto calcisticamente. Dentro di me sentivo il bisogno di lasciare, così come ha fatto lo zoccolo duro della squadra. Non mi voglio sentire un peso, la società non mi ha fatto sentire tale” . E a chi gli chiede dove andrà ecco la risposta di “ringhio” – “Non andrei mai alla Juventus e all’Inter: per l’amore che ho per questa società e per questi colori. Non mi vogliono loro e non ci andrei io”. Poi un’ultima domanda sul futuro: “Il mio sogno è indossare la maglia dei Glasgow: ora però c’è una brutta situazione. Non è una questione di soldi. Sono andato via a 19 anni dalla Salernitana. Mi son fatto conoscere grazie al Glasgow: ci son diversi casini là a livello economico. Penso sarebbe una scelta di cuore e bella. Voglio partire da dove sono partito”.
VAN BOMMEL TORNA AL PSV – Non sarà un addio paragonabile a quelli di Gattuso, Nesta e gli altri ma comunque è una perdita poco gradita per la squadra di Allegri. Mark Van Bommel lascia dopo 2 stagioni il Milan per tornare in Olanda. L’olandese commenta così: “Lascio anch’io, dopo un anno e mezzo. Anche se non è come Pippo o Sandro che lasciano dopo 10 anni, non è facile lasciare questo grande gruppo. Voglio fare i complimenti a Galliani per avermi portato qui, ho fatto tutto per questa squadra. Abbiamo vinto lo scudetto lo scorso anno, purtroppo questa stagione è andata male. Non potevo dire di no a questa grande squadra. Ora torno in Olanda con la mia famiglia: vado al PSV e poi voglio fare l’allenatore. Comunque questo è un arrivederci, magari tornerò qui come allenatore”
Intanto oggi è arrivata una notizia lieta (era nell’aria da tempo) per i milanisti, Riccardo Montolivo giocherà l’anno prossimo nel Milan dopo aver rifiutato nei mesi scorsi il rinnovo proposto dai Della Valle. E’ stato proprio MassimilianoAllegri ad annunciarlo durante la conferenza stampa: “L’anno prossimo arriverà Montolivo che è un giocatore molto bravo, con molta tecnica. Comunque il Milan resterà competitivo anche l’anno prossimo, dobbiamo continuare il lavoro iniziato l’anno scorso. Bisognerà ripartire con grande entusiasmo”
Ci risiamo. Per la prossima stagione il Milan starebbe seriamente pensando all’acquisto di Gaby Mudingayi, centrocampista 30 enne del Bologna che va in scadenza di contratto a giugno del 2013. Prosegue quindi la rivoluzione low cost dei rossoneri per un reparto come quello del centrocampo che l’anno prossimo dirà addio a numerosi calciatori. Oltre al centrocampista del Bologna infatti, anche Traoré del Nancy e Montolivo sono in procinto di approdare nel club rossonero durante la finestra di mercato estiva, entrambi a parametro zero. Acquisti che vanno ad aggiungersi all’arrivo di Muntari nel mese di gennaio. Galliani sogna di ripetere l’affare Nocerino, arrivato a 10 gol in campionato grazie alla rete realizzata contro il Siena la scorsa domenica.
Milan Mudingayi un sogno da bambino – Fin da piccolo Gaby Mudingayi ha sempre sognato di vestire un giorno la maglia del Milan. Dopo quasi 8 anni dal suo arrivo in Italia, il desiderio del nazionale belga può trasformarsi in realtà. Come annunciato dal sito di Datasport infatti, la società di Via Turati avrebbe messo gli occhi sul robusto mediano rossoblu, che quest’anno in Serie A vanta 26 presenze. Gaby è al Bologna dal 2008-2009. In tutta la sua carriera ha realizzato cinque reti in 333 incontri. Anche lui riuscirà a beneficiare della cura Milanello? Da segnalare anche l’interesse nelle ultime settimane da parte del Napoli di De Laurentiis. Gli azzurri però appaiono sfavoriti in un’ipotetica corsa a due con il Milan, considerata la voglia del calciatore di giocare con i colori del Diavolo.
SULLE ORME DI NOCERINO – Milan Mudingayi una trattativa che ha come obiettivo principale quello di emulare la stagione dell’ex rosanero Antonio Nocerino. Acquistato a un milione di euro da Galliani nelle ultime ore del 31 agosto 2011, il centrocampista di origini campane ha stupito anche i più scettici, offrendo un contributo particolarmente “pesante” sotto porta, diventando il secondo miglior marcatore del Milan dietro allo svedese Ibrahimovic.
PARAMETRO ZERO – Che la politica del Milan sia quella del low cost (meglio se a parametro zero) è ormai un dato consolidato. Per giugno, in attesa di Mudingayi, sono attesi già due arrivi a costo zero. Dalla Francia sbarcherà Bakaye Traoré , mediano del Nancy di 27 anni. Da Firenze invece il gioiello viola Riccardo Montolivo, che quasi sicuramente andrà a rimpiazzare Alberto Aquilani, che farà ritorno in Inghilterra, sponda Liverpool.