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  • Riccardo Garrone, il ricordo del mondo del calcio

    Riccardo Garrone, il ricordo del mondo del calcio

    La Sampdoria piange ancora la morte di Riccardo Garrone, suo presidente, scomparso ieri all’età di 76 anni. Nella lotta contro un tumore il patron blucerchiato ha avuto la peggio e intorno alle 19:30 di lunedì si è spento dopo una lunga battaglia. Come riporta il sito della Gazzetta dello Sport, i funerali pubblici saranno svolti domani, proprio il giorno in cui Garrone avrebbe spento 77 candeline. Non solo la Sampdoria piange la scomparsa di Riccardo Garrone ma anche tutto il mondo del calcio e non: tifosi, calciatori, presidenti, sono tutti uniti nel ricordo dell’ex presidente dei blucerchiati. Garrone era diventato presidente della Samp nel lontano 2002 e al primo anno aveva conquistato la promozione in Serie A: la ciliegina sulla torta della sua presidenza è stata senz’altro l’annata 2009-2010, anno in cui la squadra arrivò quarta qualificandosi per i preliminari di Champions League. Il punto più basso, oltre alla sconfitta contro il Werder Brema proprio nei preliminari, è stata la retrocessione al termine di quella stagione in Serie B. In un anno la Sampdoria è però riuscita a risorgere e tornare nella massima serie. Un capitolo a parte meriterebbe il rapporto fra Garrone e Cassano, ex giocatore della Samp: la gestione del barese da parte del presidente, la furibonda lite fino alla cessione al Milan di Cassano e la pace siglata fra i due.

    Riccardo Garrone assieme a Palombo e Cassano | © Massimo Cebrelli/Stringer /Getty Images
    Riccardo Garrone assieme a Palombo e Cassano | © Massimo Cebrelli/Stringer /Getty Images

    TUTTI UNITI – La Sampdoria non è sola perchè a ricordare Garrone ci sono molti altri club. Tantissimi i messaggi di cordoglio all’indirizzo del presidente, considerato persona straordinaria da chi l’ha conosciuto. Dall’Atalanta all’Udinese, in ordine alfabetico ogni squadra di Serie A ha voluto ricordare Garrone. Un pensiero sincero, non certo fatto tanto per fare scena. In particolare Beppe Marotta, amministratore delegato della Juventus, ha parlato in prima persona del suo splendido rapporto con Garrone, una persona al quale deve tutto perchè è anche grazie a lui che è arrivato dov’è ora. Dall’altra parte del globo arriva puntuale anche il cordoglio di Alessandro Del Piero che si rammarica per la scomparsa di un uomo di valore e di un grande presidente. Il presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta ha voluto sottolineare non solo la passione di Garrone per il calcio ma anche la sua capacità lavorativa, le tante intuizioni che lo hanno fatto essere un imprenditore di successo e che hanno aiutato molto l’economia italiana.

    SAMPDORIA – Vediamo adesso come Riccardo Garrone è stato ricordato dall’ambiente “interno” ovvero dalla sua Sampdoria o dagli uomini legati ad essa. In primis, da riportare le parole di Antonio Cassano, croce e delizia del patron blucerchiato.  Le parole del nerazzurro sono apparse sul sito dell’Inter e, in modo breve e preciso, hanno espresso  dolore ma anche affetto nei confronti di Garrone. Anche Giampaolo Pazzini, attaccante che ai tempi della Sampdoria formava un super attacco assieme a Cassano, ha rimarcato le tante qualità del presidente che verranno a mancare al mondo del calcio. Altri messaggi particolarmente toccanti sono quelli di Fabio Bazzani, ex giocatore della Samp che ricorda Garrone nel 2002 il giorno della promozione in A per aver festeggiato a suo fianco, e di Francesco Flachi, perdonato dal presidente nonostante i suoi problemi ai tempi di Genova. Da segnalare anche il caldo contributo offerto dai tantissimi tifosi doriani che domenica promettono di riempire lo stadio per onorare il loro amato e indimenticabile presidente.

  • Addio Riccardo Garrone, la Sampdoria piange il suo presidente

    Addio Riccardo Garrone, la Sampdoria piange il suo presidente

    Lutto per la città di Genova e per la squadra della Sampdoria: nella serata di ieri si è spento all’età di 76 anni il presidente della Sampdoria, oltre che presidente onorario dell’Erg, Riccardo Garrone, dopo una lunga malattia. Un uomo che mancherà al mondo del calcio oltre che alla sua società, che ha amato come se ne fosse innamorato da quando nel 2002 ne rilevò la proprietà salvandola, anche in virtù della sua grande amicizia con l’ex presidente Mantovani. La squadra perde una figura carismatica, garbata e distinta, ma anche impulsiva al tempo debito, come nel caso “Cassano” – divenuto suo “figlioccio” ai tempi della sua militanza blucerchiata – con cui ebbe l’ormai celebre lite furibonda del 2010 a seguito di un suo rifiuto nel seguire il presidente a Sestri Levante ad una cerimonia di premiazione: nonostante ciò, un anno dopo la lite ed il successivo trasferimento al Milan, tra i due avvenne la riappacificazione ed è per questo che Antonio Cassano, che a Riccardo Garrone ed alla sua famiglia deve la sua rinascita calcistica dopo il periodo buio di Madrid, nel giorno della scomparsa del presidente gli rivolge un ultimo saluto molto commosso, che esprime il legame forte che li aveva uniti: “Un dolore straziante, oggi è uno dei giorni più brutti e tristi della mia vita. Rimarrai nel mio cuore e ti vorrò bene per sempre”. 

    Riccardo Garrone, la Sampdoria piange il suo presidente | © : Massimo Cebrelli/Getty Images Sport
    Riccardo Garrone, la Sampdoria piange il suo presidente | © : Massimo Cebrelli/
    Getty Images Sport

    Come Antonio Cassano, anche l’attuale amministratore delegato juventino Beppe Marotta aveva un rapporto molto forte con il presidente Riccardo Garrone consolidato negli anni di Marotta da dirigente blucerchiato, che hanno “lanciato” lo stesso Marotta come dirigente di primo piano del nostro calcio, portandolo alla corte di Andrea Agnelli. E’ per questo che, dunque, Marotta esprime tutta la sua riconoscenza al presidente scomparso, elogiandone la sua grande spinta etica e la sua moralità, oltre che la passione civile: “Riccardo Garrone non era un grande intenditore di calcio, lo diceva lui stesso, ma era una persona ricca di valori”.  

    Ma nel giorno della sua scomparsa non è solo chi lo ha conosciuto da “dipendente” a volergli tributare un ricordo o un pensiero, e questo lascia intendere la portata della sua figura, che andava oltre i colori sportivi, essendosi guadagnato una stima ed una considerazione trasversale. Così, il portiere della Juventus e della Nazionale Gigi Buffon sottolinea come “il calcio abbia perso una figura positiva, realmente uno dei pochi personaggi del panorama calcistico che stimavo, pur non conoscendolo”; e poi, naturalmente, i messaggi di cordoglio da parte di tutte le squadre di serie A, dall’Inter all’Udinese, dal Milan alla Juventus al Napoli ed alla Fiorentina, solo per citarne alcune.

    Molto sentito, poi, anche il ricordo di tutta la tifoseria blucerchiata che, nonostante qualche screzio “terreno”, nel giorno della sua scomparsa gli tributa un ringraziamento “per tutte le esultanze e per tutte le lacrime”, mostrandogli grande riconoscenza per il fatto che “se non ci fossi stato tu, chissà se esisterebbe ancora la Sampdoria”, riferendosi appunto al salvataggio della società dal fallimento da parte del presidente Riccardo Garrone, confermando in quell’occasione la sua figura di grande imprenditore (che gli era valso il titolo di Cavaliere del Lavoro) ma, soprattutto, di uomo legato alla sua Genova.

    Ora, il club rimarrà nelle mani della sua famiglia, (il presidente lascia sei figli), con il primogenito Edoardo (già presidente Erg) che, negli anni della malattia del padre, aveva ricoperto il ruolo di vicepresidente operativo della Sampdoria e che, ora, proverà a sostituirlo, ma non sarà facile: come hanno testimoniato molti protagonisti del calcio, il vuoto che lascia è davvero incolmabile.

  • Derby Sampdoria-Genoa, ultimo appello per Ferrara e Del Neri

    Derby Sampdoria-Genoa, ultimo appello per Ferrara e Del Neri

    Il derby è sempre il derby, e sotto la lanterna Sampdoria-Genoa è la partita più sentita, più importante, da vincere a tutti i costi ed in qualsiasi modo.

    Ancor di più dato l’attuale momento difficile attraversato dalle due squadre che, in due, hanno inanellato ben dodici sconfitte consecutive, e dai rispettivi allenatori che sentono sempre più in bilico la loro posizione: in casa Sampdoria, Ciro Ferrara è reduce da sette stop consecutivi e, pertanto, appare più che probabile che l’”apertura di credito” ricevuta dal presidente Garrone potrà concludersi in caso di un altro risultato negativo, per di più nel match contro i cugini-rivali. Da buon napoletano, Ciro Ferrara sembra intenzionato a tentarle tutte pur di contrastare la sfortuna che sta accompagnato questo difficile periodo, con episodi in gara e numerosi infortuni importanti tra cui quello del brasiliano Eder che lo costringerà a saltare la stracittadina: per la serie “non è vero ma ci credo”, Ciro porterà una manciata di sale in panchina a mò di gesto scaramantico, in puro stile Trapattoniano. Quel che è certo, però, è che la tegola dello stop di Eder lo costringerà a modificare il modulo provato in settimana, passando dal 4-4-2 al 4-3-3 con il tridente leggero formato da Icardi, Estigarribia – reduce dall’impegno con la Nazionale Paraguayana – e Kristicic.

    In casa Genoa, invece, il friulano Gigi Del Neri non dovrebbe adottare particolari accorgimenti scaramantici ma anche la sua posizione non sembra delle più rosee: dal suo arrivo, la squadra ha sempre perso. Quattro sconfitte consecutive, che si aggiungono all’ultimo stop della precedente gestione De Canio. Almeno stando ai numeri, la cura Del Neri non è stata affatto “assorbita” dai rossoblu ed, in particolare dopo la sconfitta di domenica scorsa contro il Napoli per 2-4 sono emerse anche alcune crepe all’interno dello spogliatoio con lo stesso Del Neri che ha accusato il giovane Ciro Immobile di essere “troppo egoista” in campo.

    Ciro Ferrara impegnato nel posticipo delle 20.45 nel derby Sampdoria-Genoa | © Valerio Pennicino/Getty Images

    L’aspetto più curioso è, dunque, che una partita tanto importante e delicata già di suo, giunga in calendario nel momento più buio per il calcio del capoluogo ligure e che, dunque, con tutta probabilità potrà cambiare le sorti dell’avventura di uno dei due tecnici accomunati da un preoccupante comune denominatore: entrambi hanno allenato la Juventus ed entrambi non hanno raggiunto i risultati sperati in casa bianconera e, dopo tale esperienza, anche le successive non sono state particolarmente brillanti.

    In tal senso, però, c’è un aspetto positivo da considerare: comunque finirà Sampdoria-Genoa, si interromperà la striscia negativa di una delle due squadre ed, ovviamente, in caso di pareggio si muoverebbe la classifica di entrambe. Quel che più ci si augura, però, è che questo Derby della Lanterna possa svolgersi all’insegna dello sport, senza violenze e tensioni: il questore di Genova Massimo Maria Mazza ha “dato fiducia” alla città e ai tifosi, confermando l’orario del fischio d’inizio inizialmente stabilito dalla Lega: 20.45, posticipo della tredicesima giornata.

    La gara in notturna, si sa, ha sempre un fascino in più e ci si augura che la città possa goderne in pieno, considerando la stracittadina come una festa ed , in tal senso, si sono espressi anche i due presidenti Garrone e Preziosi che hanno promosso anche l’iniziativa del “derby dei piccoli” fra le formazioni giovanili dei due club, che prenderà il via alle ore 18.15 sempre allo stadio Luigi Ferraris: una lodevole iniziativa per restituire ad una partita troppo spesso condita da eccessiva tensione, la giusta dimensione.

  • Debiti Serie A: Moratti ha speso 1160 milioni per l’Inter

    Debiti Serie A: Moratti ha speso 1160 milioni per l’Inter

    Debiti Serie A. Mondo del calcio in piena crisi, fair play finanziario alle porte e presidenti italiani che tagliano le spese. Il periodo che sta attraversando la serie A non è dei migliori e un’inchiesta della Gazzetta dello Sport ha sottolineato come i dieci patron delle maggiori società della massima serie abbiano speso di tasca loro circa 2.5 miliardi di euro! Cifre da capogiro che fanno capire quanto possa essere difficile gestire un club, puntando più sui soldi che sulle idee. Ora è arrivato il tempo del “taglio dei costi” causato soprattutto della crisi mondiale che ha causato una notevole riduzione dei guadagni nelle maggiori attività dei vari presidenti italiani. Pochi giorni fa Zamparini, presidente del Palermo, ha dichiarato che ormai ha speso tutto nel calcio.

    Ultimamente voci di possibili cessioni societarie sono aumentate a dismisura. Lo stesso patron siciliano aspetta l’arrivo degli arabi per poterlo aiutare negli investimenti in società. Anche il Milan di Silvio Berlusconi sta trattando (nonostante le varie smentite) la cessione del club che comanda dal lontano 1986 ed infine Moratti, presidente dell’Inter, colui che detiene il record di investimenti personali in un club, valuta la possibilità di inserire imprenditori cinesi in società. Periodo difficile, sotto tutti i punti di vista, dai risultati in campo europeo, ai guadagni sempre più bassi e infine all’appeal in discesa rapida.

    Maurizio Zamparini
    Zamparini, presidente del Palermo © Tullio M. Puglia/Getty Images

    Nonostante tutto, il calcio rimane lo sport più seguito in Italia, nonché quello che fa girare il maggior numero di soldi. Il problema è il modo di investire sbagliato, spesso portato avanti per la voglia di vincere o di provare a vincere (dipende dai casi) e in alcuni casi anche per interessi personali che ben si uniscono con il mondo pallonaro. In questa inchiesta sono state scelte le dieci società con i presidenti più spendaccioni: Fiorentina, Genoa, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Palermo, Sampdoria e Udinese.

    FIORENTINADiego Della Valle – Il patron viola, proprietario dell’industria Tod’s (azienda di calzature), ha investito in dieci anni di presidenza nella società toscana ben 165 milioni di euro di capitali privati per poter rilanciare il club (acquistato nell’estate 2002 dopo il fallimento) nelle zone nobili della Serie A, con una risalita lampo dalla ex C2 fino alla massima serie.

    GENOAEnrico Preziosi – E’ il re dei giocatoli per bambini. Grazie alla sua azienda “Giochi Preziosi”, ha potuto investire importanti somme personali nel mondo del calcio, a volte senza successo (vedi Saronno e Como fallite). Il presidente rossoblu, dal 2003 proprietario del Genoa, ha speso ben 64 milioni di euro di tasca propria per le varie ricapitalizzazioni.

    INTERMassimo Moratti – Amministratore delegato della Saras (raffinazione del petrolio) di cui il fratello è presidente (dopo aver ereditato l’industria dal padre). E’ al momento il presidente più spendaccione della Serie A con i suoi 1160 milioni di euro investiti personalmente nella società, riuscendo a centrare importanti vittorie solo nell’ultimo periodo. Ora ha deciso di chiudere la cassaforte, entrando nell’ottica delle idee di un autofinanziamento societario (così come richiedere il fair-play finanziario).

    JUVENTUSAndrea Agnelli – Uno dei più “giovani” (per esperienza) dei presidenti di serie A. Ha ereditato dal padre la gestione della Fiat e dal 2010 la presidenza della società bianconera. In soli due anni ha speso 141 milioni di euro in capitali personali, che però gli sono valsi uno scudetto e soprattutto la costruzione del nuovo Juventus Stadium che porterà notevoli benefici nel corso degli anni al club juventino.

    LAZIOClaudio Lotito – Imprenditore nel campo dei servizi di pulizia, manutenzione e sanificazione. Acquista la società biancoceleste nel 2004, ad un passo dal fallimento, investendo 21 milioni di euro (ma questi soldi non vengono conteggiati nel calcolo dei 2.5 miliardi di euro dell’inchiesta). Il patron laziale è uno dei pochi presidenti a non aver utilizzato capitali propri nella gestione del club.

    MILANSilvio Berlusconi – Magnate milanese nel settore della televisione. Acquista la società rossonera nel 1986 investendo parecchi capitali personali. Circa 600 milioni di euro che sono serviti a vincere tanto nel calcio (sia in ambito nazionale che europeo) che in politica, visto che spesso le sue campagne elettorali coincidevano con qualche colpo a sorpresa del club. Con la crisi mondiale i suoi guadagni sono calati, tanto da far pensare ad una cessione societaria.

    NAPOLIAurelio De Laurentiis – Il produttore cinematografico, presidente della società partenopea dal 2005, in seguito al fallimento del club con conseguente partenza dall’ex C1. E’ riuscito, grazie ad un’ottima gestione dei ricavi, ad investire poco o nulla, tanto da far diventare nel giro di pochi anni, il Napoli un modello da imitare sotto il punto di vista dell’organizzazione e delle spese.

    PALERMOMaurizio Zamparini – Imprenditore immobiliare commerciale. Costruisce e avvia grandi centri commerciali per poi rivenderli. Dal 2002 è presidente della società siciliana, rilevata dai Sensi per 15 milioni di euro. In dieci anni ha rimesso quasi 60 milioni di euro di fondi personali, tanto da “denunciare” la sua impossibilità a continuare questa avventura, cercando nuovi acquirenti per il club.

    SAMPDORIARiccardo Garrone – Presidente dell’azienda petrolifera ERG, acquista la Sampdoria nel 2002. Nonostante sia chiamato dai liguri “braccino corto” per il suo modo di operare in fase di mercato, il buon Garrone ha investito privatamente ben 181 milioni di euro per il rilancio del club blucerchiato. Risultati? Una qualificazione ai preliminari di Champions League e poco altro.

    UDINESEGiampaolo Pozzo – Imprenditore nella lavorazione del legno, acquistò l’Udinese nel luglio 1986. Dopo i primi anni di assestamento, con conseguenti investimenti personali (circa 20 milioni in totale nei 26 anni di presidenza) è riuscito ad organizzare al meglio la società, permettendo di farla “vivere” senza bisogno di ricapitalizzazioni. Negli ultimi anni, grazie a questo modo di lavorare, ha potuto acquistare anche due società straniere (Granada e Watford).

  • Sampdoria Benitez fumata nera, spunta ipotesi Giampaolo

    Sampdoria Benitez fumata nera, spunta ipotesi Giampaolo

    L’accordo sembrava vicino, le premesse lasciavano intendere un esito positivo ma, nella trattativa Sampdoria Benitez sembra che qualcosa sia andato storto e, dunque, le possibilità di vedere il tecnico spagnolo sedere sulla panchina blucerchiata nella prossima stagione in serie A sono improvvisamente sfumate. L’incontro fra le due parti si era tenuto a Londra, nei giorni scorsi, e poi i contatti erano proseguiti ininterrottamente fino a ieri, il giorno della “fumata nera”, quando la Sampdoria ha comunicato sul suo sito ufficiale che, con gran dispiacere di entrambe le parti, “la scrivente e il tecnico iberico hanno convenuto che i tempi per una collaborazione non sono ancora maturi”.

    Una formula che lascia intendere che, forse, in un prossimo futuro potrebbe esserci un nuovo spiraglio, oppure un altro riavvicinamento fra le parti ma per ora, nulla di fatto. Pare che i motivi alla base del mancato accordo siano stati legati alle divergenze sulla politica di calciomercato da impostare, considerando che Rafa Benitez avrebbe chiesto rinforzi importanti come “condicio sine qua non” per accettare l’incarico, mentre la Sampdoria avrebbe risposto di non poter sopportare ingenti esborsi di mercato nella prima stagione del ritorno in serie A, dicendosi pronta a qualche sacrificio ma non ad una rivoluzione.

    La Sampdoria dovrà, dunque, tornare in pista per individuare un’alternativa a Benitez e, pertanto, potrebbe tornare in auge la soluzione Didier Deschamps che, come annunciato, sta vivendo un momento non felice sulla panchina dell’ Olympique Marsiglia, considerando la politica di austerity voluta dal presidente del club francese, che impone grande oculatezza sul mercato e, dunque, limita al massimo ogni velleità di rinforzi per la prossima stagione, nonostante la squadra, reduce dal decimo posto in Ligue 1, ne abbia effettivo bisogno. Il discorso Deschamps dovrebbe, però, essere affrontato dalla Sampdoria in tempi molto stretti, anche perchè sembra che sia in corso una trattativa fra lo stesso tecnico e la federazione francese, che lo avrebbe scelto come possibile successore di Laurent Blanc: in tal caso, quindi, appare difficile che possa decidere di preferire l’avventura in blucerchiato.

    Marco Giampaolo, possibile scelta per la Sampdoria | © Mario Carlini/Iguana Press/Getty Images

    Per tal ragione, il club del presidente Garrone avrebbe deciso di vagliare anche altre soluzioni, come quella che porta a Marco Giampaolo. Di certo, il paragone non regge con i nomi altisonanti di Benitez e Deschamps e si tratterebbe, dunque, di una scelta molto coraggiosa ma che pare esser gradita ai Garrone: i tempi, comunque, stringono perchè il ritiro della squadra per l’inizio della preparazione estiva è fissato per il 15 Luglio a Bardonecchia ed, in quella data, la situazione-panchina dovrà essere già sistemata.

    Intanto, il tecnico della promozione, Beppe Iachini, commenta con una punta di fastidio le numerose voci di toto-allenatore che circolano in questi giorni, precisando che – finora – è ancora lui il tecnico della Sampdoria, anche perchè il club non lo ha ancora informato delle sue future intenzioni: “non ho sentito nessuno dalla Sampdoria. A oggi, per contratto, il tecnico dei blucerchiati sono ancora io, aspetto che mi chiamino poi vedremo cosa succede”. Il contratto di Iachini, infatti, prevedeva il rinnovo automatico in caso di promozione in serie A e, dunque, in ogni caso il tecnico dovrà essere contattato a breve dalla dirigenza doriana per discutere il da farsi in merito.

  • Incontro Sampdoria Benitez, ma spunta alternativa Deschamps

    Incontro Sampdoria Benitez, ma spunta alternativa Deschamps

    Il rilancio della Sampdoria neopromossa in serie A passa dalla scelta del tecnico per la prossima stagione, ricercando un allenatore di peso, di esperienza e di prestigio, che possa tranquillizzare la piazza blucerchiata, ispirando fiducia al popolo doriano dopo una lunga stagione di sofferenze in serie B.

    Il primo nome sul taccuino del presidente Garrone e del suo entourage, da alcuni giorni, è quello di Rafa Benitez, ex tecnico del Liverpool (di successo) e dell’Inter (parentesi assolutamente negativa), che possiede le caratteristiche e le qualità giuste per garantire una gestione di primo livello. Il nodo da sciogliere, però, riguarda l’aspetto “rinforzi”, ossia le trattative di calciomercato in entrata: Benitez, infatti, vorrebbe le garanzie di una rosa competitiva, quantomeno di medio livello, per poterla, poi, plasmare e guidare con le giuste motivazioni.

    Il tecnico spagnolo, infatti, pare non aver posto alcun tipo di vincolo o condizione circa il suo ingaggio (aspetto lodevole considerando i suoi precedenti standard) essendo consapevole dei mezzi a disposizione del club blucerchiato, ed accettando l’offerta ricevuta di due milioni a stagione più eventuali bonus-rendimento, ma vorrebbe qualche certezza maggiore circa le strategie di mercato in programma. In tal senso, secondo quanto riportato dal giornale di Genova “Il Secolo decimonono” quest’oggi è in programma un incontro Sampdoria Benitez proprio per definire al meglio tali aspetti, anche se comunque le premesse per un prossimo “matrimonio” sembrano essere positive, e l’aspetto “determinante” sarebbe proprio la grande voglia di Benitez di tornare a misurarsi in un’esperienza in panchina in Italia, considerando la sua inattività dal 2010, in coincidenza con l’addio all’Inter. In tal senso, lo stesso presidente Garrone si è “sbottonato”, affermando che “Benitez è una delle possibilità, i contatti ci sono stati, è in progress”.

    Rafael Benitez | ©MARWAN NAAMANI/AFP/Getty Images

    In tali circostanze, però, le certezze non esistono ed i cambiamenti degli scenari possono essere repentini e, per tal ragione, la Sampdoria ha il dovere di sondare anche altre piste alternative rispetto a Benitez, nel caso in cui qualcosa dovesse “andar storto”: la prima opzione alternativa, in tal caso, sarebbe Didier Deschamps, ex tecnico della Juventus ed attuale allenatore del Marsiglia, con un contratto in scadenza nel 2014 ma che, secondo quanto riporta l’autorevole “Equipe” potrebbe non presentarsi al raduno della squadra in programma lunedì prossimo, a causa di alcuni forti screzi con la società ed, in particolare, con il direttore sportivo Anigo causati da “visioni” diverse sui programmi della società, impostati all’assoluto contenimento dei costi deciso dal presidente Labrune.

    Una divergenza che potrebbe spingere il tecnico francese a lasciare l’Olympique Marsiglia perchè, alla luce della scarsa competitività della rosa e dell’oggettiva difficoltà a migliorare il decimo posto in classifica della scorsa stagione, verrebbero meno i giusti stimoli e ciò potrebbe far decidere al tecnico francese di esercitare la clausola del suo contratto che gli consente di chiudere il rapporto con il Marsiglia ad ogni scadenza annuale dietro pagamento di una sorta di “penale” fissata per 3,5 milioni di euro.

    Se la trattative con Benitez dovesse incrinarsi, dunque, per i blucerchiati sarebbe pronta un’alternativa di tutto rispetto, ma da cogliere al volo, considerando i numerosi “corteggiatori” del tecnico francese.

  • Sampdoria, Benitez il sogno per la panchina

    Sampdoria, Benitez il sogno per la panchina

    La Sampdoria, fresca di promozione in serie A, sta lavorando per allestire una squadra all’altezza della massima serie. Il nucleo forte della squadra sarà riconfermato ma qualche colpo verrà effettuato per assicurare alla piazza blucerchiata una stagione tranquilla che non riservi gli incubi vissuti nell’ultima esperienza in serie A datata due anni fa. Prima di impostare le strategie di rafforzamento della rosa però va sistemata la questione allenatore. Beppe Iachini, attuale allenatore doriano nonostante la grandiosa cavalcata culminata con la vittoria dei playoff, non risulta essere la prima scelta e lo si è capito dall’interessamento della dirigenza blucerchiata nei confronti di Mauricio Pochettino, allenatore dell’Espanyol che nella giornata di ieri ha rifiutato le avances della Samp. Incassato il no dell’allenatore argentino, la Samp potrebbe confermare lo stesso Iachini, il quale però non deve aver gradito molto il fatto di non essere stato riconfermato subito dopo aver fatto estremamente bene il suo dovere ovvero riportare i doriani in A dopo aver assunto la guida di una squadra che gravava in posizioni ben lontane dalla zona playoff.

    Rafa Benitez © MARWAN NAAMANI/AFP/Getty Images

    Per adesso la conferma di Beppe Iachini come allenatore della Sampdoria è solo una delle soluzioni insieme all’idea Gasperini, ex tecnico del Genoa. Infatti nelle ultime ore sono sempre più insistenti le voci di un interessamento della Samp nei confronti di un altro tecnico straniero. Trattasi di Rafa Benitez, vecchia conoscenza del campionato italiano vista la sua breve e infelice parentesi all’Inter di due anni fa conclusasi c’è da dire con la conquista di due trofei (Supercoppa italiana 2010 e Mondiale per Club 2010). La dirigenza blucerchiata punta a fare grandi cose nella massima serie e il sogno per la panchina è rappresentato dall’ex tecnico del Liverpool. Lunedì prossimo è previsto un incontro tra la dirigenza e l’allenatore spagnolo che prenderà atto del progetto doriano. Non sarà facile far sedere sulla panchina doriana un tecnico del calibro di Benitez ma il presidente Garrone ci proverà in tutte le maniere mettendo in conto però che il tecnico spagnolo potrebbe molto probabilmente rifiutare con cortesia dato che ha rifiutato già una squadra blasonata come l’Atletico Madrid.

    Unica molla che potrebbe convincere Rafa Benitez ad accettare la guida della Samp è rappresentata dalla voglia di rivalsa nei confronti di un calcio italiano che non l’ha saputo apprezzare fino in fondo e soprattutto verso chi gli affidato la patata bollente dell’Inter post-Triplete senza però garantirgli un mercato all’altezza. Questo va detto a discolpa di un grande allenatore (vincitore tra l’altro di 2 Liga con il Valencia e una Champions League con il Liverpool) che nonostante non sia stato messo nelle condizioni di vincere è riuscito in sei mesi nerazzurri a vincere due trofei e a lasciare comunque un segno positivo nella storia del club nerazzurro. Dalla fine dell’avventura interista avvenuta nel dicembre 2010, l’allenatore spagnolo non ha più allenato ma conta di ritornare a farlo al più presto preferibilmente in una squadra top europea. Nel frattempo l’allenatore spagnolo si sta cimentando nel commentare Euro 2012 per il canale Eurosport in attesa che un’offerta a lui gradita lo faccia ritornare a fare il suo vero mestiere. E se fosse la Samp una destinazione gradita? I tifosi doriani per adesso possono sperare anche perchè a Genova non si sta poi così male.

  • La Sampdoria sogna di ricomporre la coppia Cassano Pazzini

    La Sampdoria sogna di ricomporre la coppia Cassano Pazzini

    L’ultima volta fu il 9 febbraio dello scorso anno: amichevole Germania Italia a Dortmund. Partirono da titolari anche se non trovano la via del gol. A distanza di oltre un anno la coppia che ha fatto le fortune della Sampdoria sino all’inizio della stagione 2010/2011 potrebbe ricomporsi, proprio in blucerchiato: parliamo di Antonio Cassano e Giampaolo Pazzini. I due, trasferitisi a Milano nel gennaio del 2011, arrivano da una stagione tribolata per diversi motivi: il pugliese per via dei motivi di salute poi fortunatamente risolti che gli hanno permesso di rientrare in campo prima della fine del campionato con la maglia del Milan e di giocarsi attualmente l’Europeo con la maglia della Nazionale, Pazzini invece a causa di un’annata in chiaroscuro con la casacca dell’Inter che gli è costata cara visto che ha perso la Nazionale.

    Gli indizi che farebbero presagire una ricomposizione della coppia sono tanti, alcuni dei quali addirittura precedenti alla promozione in Serie A della Sampdoria avvenuta appena pochi giorni fa. Quando ancora erano in corso i play off di Serie B infatti Cassano si è recato al campo degli allenamenti della Sampdoria, previo permesso chiesto, e accordato, da Garrone. Si è così ricomposta quella frattura nata alla fine del 2010 e che causò l’allontanamento di Fantantonio.

    Giampaolo Pazzini e Antonio Cassano © Massimo Cebrelli/Getty Images

    Un segno di apertura colto come un assist dal barese che proprio nella tanto discussa conferenza stampa di due giorni fa, complice anche la possibile cessione di Thiago Silva al Paris Saint Germain, ha dichiarato di non escludere la sua partenza da Milano, aggiungendo che la Sampdoria gli è rimasta nel cuore. E dall’altra parte la risposta non si è fatta attendere, con Iachini che si è detto pronto, qualora venisse riconfermato, ad accogliere a braccia aperte il numero 10 della Nazionale.

    Di Pazzini invece si era già detto qualche giorno fa: ha voglia di riscattarsi e riprendersi anche lui la maglia Azzurra, e un suo ritorno alla Sampdoria appare ancora più vicino rispetto a quello di Cassano, visto che anche lui è rimasto nel cuore di tifosi e società. Insomma, la coppia Cassano Pazzini che ha portato i doriani ai preliminari di Champions potrebbe clamorosamente ricomporsi in blucerchiato. Regalo più bello per la promozione in Serie A, forse, non ci poteva essere.

  • Samp contestata. I tifosi chiedono la testa di Sensibile

    Samp contestata. I tifosi chiedono la testa di Sensibile

    Crisi e contestazione. Comincia peggio di com’era finito quello precedente l’anno della Sampdoria. Il ko in casa contro il Varese ha fatto esplodere la contestazione dei tifosi che hanno assediato il Ferraris subito dopo la fine delle incontro facendo uscire i blucerchiati dall’impianto solo dopo due ore dalla fine della partita.

    Sampdoria | foto Sky

    Una contestazione pacifica e senza grosse tensioni, almeno fuori dallo stadio. Visto che al triplice fischio del match perso contro i lombardi il direttore sportivo dei doriani, Pasquale Sensibile, è stato aspramente contestato in tribuna. Già prima dell’inizio del match i supporters liguri avevano protestato nei confronti della dirigenza facendo ingresso in gradinata sud dopo un paio di minuti dall’inizio dell’incontro. La squadra però sembra non avere minimamente reagito come dimostra il ko patito successivamente contro il Varese.

    Tifosi che dunque chiedono la testa di Sensibile e soprattutto interventi in questo mercato di gennaio che in qualche modo diano una svolta, magari permettendo alla squadra di risalire in zona play off, obiettivo minimo alla luce di quelle che erano le premesse della vigilia. A fine gara ieri il tecnico Giuseppe Iachini ha chiesto pubblicamente scusa ai tifosi. Il suo score, da quando siede sulla panchina dei genovesi, è tutt’altro che esaltante: in sette partite ha raccolto la miseria di quattro punti, frutto di altrettanti pareggi. Poi tre sconfitte, l’ultima delle quali ieri nello scontro diretto con il Varese. E se si sommano le ultime due gare nelle quali la squadra era guidata da Atzori, ecco che l’astinenza dai tre punti tocca quota dieci gare. L’ultima gioia infatti risale al match vinto con il Crotone. Un’eternità insomma.

    Adesso in molti attendono la reazione di Garrone: solleverà dall’incarico Sensibile? Andrà avanti con lo stesso ed interverrà in maniera forte sul mercato? Staremo a vedere, ma intanto i tifosi pretendono non solo spiegazioni ma anche e soprattutto fatti dopo un 2011 da incubo.

  • Mustafi, Sampdoria un occhio al futuro

    Mustafi, Sampdoria un occhio al futuro

    Colpaccio a parametro zero per la Sampdoria del presidente Garrone che ingaggia il 19enne difensore Shkodran Mustafi. Già nel giro della Nazionale tedesca Under 20 (con la quale ha anche segnato un gol all’Italia), ma di origine albanese, può vantare un bel bagaglio di esperienza nonostante sia un classe 1992.

    Shkodran Mustafi alla Sampdoria | ©Pete Norton/Getty Images
    Il giocatore infatti arriva dalla Premier League, precisamente dell’Everton dove era in scadenza di contratto a giugno, ma è cresciuto in Germania nelle giovanili dell’Amburgo. E può vantare anche un’esperienza nelle coppe europee: due anni fa infatti giocò con la maglia degli inglesi contro il Bate Borisov in Europa League. Dotato di buon fisico, 184 centimetri per 82 kg, è considerato uno dei più importanti difensori tedeschi in proiezione futura. Già nelle prossime ore il calciatore sarà a Genova per sostenere le visite mediche e per firmare un contratto valido per i prossimo quattro anni e mezzo.

    Si tratta del terzo colpo messo a segno da Pasquale Sensibile dopo quelli concernenti i due bresciani Berardi e Juan Antonio. Ma non è finita qui. La rivoluzione della Sampdoria proseguirà ancora e la priorità adesso sembra essere l’attacco. E sono diversi i nomi che circolano. In primis quello di Eder, attaccante del Cesena. Ma anche quello di Cacia del Padova. Per cercare di arrivare al brasiliano ex Empoli i genovesi avrebbero messo sul piatto Semioli, ma i bianconeri preferirebbero Pozzi. Per Cacia invece c’è un discorso aperto con il Padova per uno scambio con Piovaccari, indubbiamente tra i più deludenti sin qui. In uscita invece molto delicate le questioni riguardanti i due big: Palombo e Maccarone. Sul primo pare ci siano numerose società di A, comprese alcune molto prestigiose quali Juventus e Roma. Ma al momento nessuna offerta sembra aver convinto la dirigenza ligure. Sul secondo invece ci sarebbe qualche sondaggio, ma nulla di più. La sensazione però è che alla fine partiranno entrambi.