Tag: real madrid

  • Mou, sgarbo Real “Di Stefano? Sono io che alleno”

    Mou, sgarbo Real “Di Stefano? Sono io che alleno”

    Dicono che ogni uscita di Mourinho sia studiata a tavolino, che ogni sua parola segue un disegno ben preciso e lo aiuta ad arrivare sempre al traguardo che si è prefissato. Sicuramente ad inizio stagione il tecnico portoghese aveva come obiettivo quello di entrare nella storia del Real Madrid, di sbarrare la strada al dominio del Barcellona del rivale Guardiola ed esser il primo allenatore a vincer la Champions League con tre club differenti.

    Questi mesi nella Liga sono però stati difficilissimi per via dei diverbi interni con Valdano e il presidente Perez spesso contrario ad alcune esternazioni di Mou. Per poi continuare con i giornalisti e adesso con una leggenda del calcio madrileno come Alfredo Di Stefano. Se a questo aggiungiamo le indiscrezioni sulla scuola dei figli e il contatto con il personale che lavorara nella sua residenza milanese, lo schema dello Special One potrebbe aver una lettura… il divorzio dalla merengue e un ritorno in nerazzurro.

    Intanto non rinuncia alla polemica e nella conferenza stampa del secondo Clasico consecutivo ribatte a Di Stefano e ovviamente ai giornalisti “La partita di domani non c’entra niente con la gara di sabato e con le semifinali di Champions League – ha detto Mourinho alla vigilia – Non ci sono favoriti, le due squadre hanno le stesse possibilità e mi aspetto che tutto vada bene sugli spalti. Ho giocato molte finali contro squadre inferiori e le gare sono sempre state equilibrate. Lo stesso è accaduto quando ho giocato contro formazioni più forti”

    Il presidente onorario del Real Alfredo Di Stefano ha evidenziato la superiorità del Barcellona nel match di sabato. “Di Stefano è un pezzo di storia del Real Madrid, io non sono nulla. Bisogna solo rispettare le sue parole, non commentarle. Io sono l’allenatore e io decido”. Le critiche ricevute dalla stampa: “Domani giocheremo con 4 difensori, 3 centrocampisti e 3 attaccanti. Quando gli avversari avranno il pallone, ci difenderemo da squadra: vale a dire, in 11. Voi eravate abituati a una squadra che si difendeva in 6”.

  • Real – Barcellona: il Clasico delle polemiche, Iniesta, Messi e l’erba

    Real – Barcellona: il Clasico delle polemiche, Iniesta, Messi e l’erba

    La finale di Coppa del Re di questa sera al Mestalla non sarà immune dalle polemiche, come è giusto che sia per un Real Madrid – Barcellona. Dopo la conferenza stampa “muta” di Mou alla vigilia del match di campionato di sabato scorso, le polemiche di questi giorni riguardano l’ammonizione del blaugrana Iniesta (che era diffidato) rimediata nel match valido per l’andata dei quarti di Champions League contro lo Shaktar, finalizzata a scontare la squalifica nella gara di ritorno (dato il rassicurante 5 a 1 dell’andata che assicurava al Barca una facile partita di ritorno) ed essere disponibile, poi, per la semifinale, che si disputerà il 27 Aprile ed il 3 Maggio contro il Real Madrid.

    L’episodio dell’ammonizione ottenuta da Iniesta è stato contestato dall’Uefa, tacciando il centrocampista di aver adottato una condotta non regolamentare e non appropriata, poichè avrebbe volontariamente cercato l’ammonizione, non rispettando una distanza su un calcio di punizione durante il secondo tempo della gara di andata con gli ucraini di Lucescu.

    Iniesta, ora, rischierebbe una giornata di squalifica ulteriore, che potrebbe essere ufficializzata domani dalla commissione disciplinare dell’Uefa, ed il provvedimento gli farebbe saltare la semifinale di andata con il Real Madrid. Il Barcellona, però, ha già annunciato di voler presentare ricorso, puntando sulla buona fede del giocatore, e contestando la natura sproporzionata della sanzione.

    Un altro episodio, accaduto nella partita di Liga di sabato scorso, sarebbe al centro dell’attenzione dei due club, in una guerra continua di nervi tesi che avrebbe coinvolto anche un calciatore dall’animo placido come Leo Messi:  nel finale di gara al Bernabeu, la Pulce non riesce a controllare un pallone sulla fascia sinistra e, deluso, scaraventa il pallone in fallo laterale colpendo uno spettatore in prima fila. L’ arbitro Muñiz Fernández, però, comemttendo un errore di valutazione non ammonisce l’argentino, suscitando l’ira delle merengues ed, in particolare, di Pepe, che si avvicina a Messi con aria minacciosa “dandogli del matto”.

    Ma le polemiche non finiscono qui: il protagonista dell’ultima “questione” pre Clasico è, come spesso accade, Josè Mourinho, accusato di aver ordinato agli addetti del Bernabeu di non tagliare l’erba del Santiago Bernabeu prima della sfida di sabato, e di non bagnare il campo fino a due ore prima della gara, per provare a contrastare con l’abile trucchetto il palleggio rapido del Barcellona. Molti calciatori del Barca hanno ravvisato l’anormalità del manto erboso poichè i ciuffi d’erba risultavano di tre o quattro centimentri più alti del normale, ma, nonostante l’accortezza il Barca ha ottenuto ugualmente l’ 80% del possesso palla.

    La stregoneria di Mou, dunque, non ha avuto riscontri positivi, così come accadde quando allo Stamford Bridge – negli ottavi di finale della Champions 2006 – il Barcellona sfidò il suo Chelsea: anche in quel caso non servì aver ordinato di irrigare il campo fino al limite del normale perchè i blaugrana si imposero ugualmente per 2 a 1.

    Nella finale dell Mestalla di Valencia, inoltre, Mou non potrà ricorrere allo stratagemma del campo poichè l’erba del Mestalla sarà tagliata per sette volte fino al giorno della finale,per non avere fili d’erba che superino è i 25 mm di lunghezza. Pertanto, bisogna attendersi che Mou studierà qualche altro diversivo: tattico, grottesco o altro?

    Bisognerà attendere domani per scoprirlo.

  • Real Madrid – Barcellona: il bis del Clasico per la Coppa del Re

    Real Madrid – Barcellona: il bis del Clasico per la Coppa del Re

    Il giorno del bis sarà domani, mercoledì 20 Aprile, allo stadio Mestalla di Valencia, per disputare la finale di coppa del Rey. Il “bis” in questione è il Clasico, Real Madrid – Barcellona, a soli quattro giorni di distanza dal pareggio nella Liga per 1-1 al Santiago Bernabeu di Madrid. Lo stadio di Valencia ospita la finale a 21 anni di distanza dall’ultima occasione e si preannuncia tutto esaurito per la finale del primo trofeo stagionale in Spagna.

    La partita secca, però, è sempre un’altra storia, soprattutto con Mourinho in panchina, abilissimo nel caricare i suoi per le grandi sfide dal punto di vista psicologico. In casa Barcellona, Pep Guardiola lo sa bene e per questo mette i suoi in guardia dalle capacità delle merengues, non fidandosi dell’avversario apparso sottotono. “Il Real Madrid può giocare diversamente. Non ha giocato tutta la stagione come sabato scorso. Non parliamo di cosa abbiamo fatto l’altro giorno, ma di cosa faremo domani”.

    Il match di sabato scorso non ha regalato particolari emozioni con le due squadre che hanno deciso di studiarsi e di non scoprirsi eccessivamente, puntando sui propri punti di forza: il Barcellona sul palleggio, il Real su qualche folata verticale. Anche lo scontro fra le due “punte di diamante”, Messi e Cristiano Ronaldo si è concluso in perfetta parità: entrambi autori degli unici gol del match, entrambi segnati su calcio di rigore. Per la partita di domani, dunque, ci si attende un maggiore pathos, anche se è plausibile ritenere che le due squadre possano esprimere il massimo del proprio potenziale nelle due sfide decisive, quelle di Champions, valide per le semifinali in programma il 27 Aprile ed il 3 Maggio.

    Come in tutte le finali, non è secondario analizzare i precedenti delle due squadre in campo. Il Barcellona è la compagine che si è aggiudicata la Coppa del Re per un maggior numero di edizioni, ben 25, mentre il Real Madrid è terzo nella classifica del trofeo Nazionale con 17 vittorie, tenendo conto anche delle 19 finali perse, dietro all’Athletic Bilbao con 23 trofei. Nella scorsa stagione la finale fu insolita, Siviglia – Atletico Madrid, vinta dagli andalusi per 2-0 con reti di Capel e Navas.

    Quest’anno, invece, la coppa Nazionale ha ritrovato gli onori della cronaca grazie alla blasonatissima finale, ed è certo che entrambe le squadre faranno di tutto per assicurarsi il trofeo, oltre che per incutere timore all’avversario in vista dei prossimi decisivi due match di Champions League. Finora la marcia di avvicinamento in Coppa del Rey alla finalissima è stata impetuosa per entrambe con il Real che ha eliminato in semifinale il Siviglia (detentore del trofeo), vincendo in trasferta per 1-0 ed al Bernabeu per 2-0. Il Barcellona, invece, aveva liquidato la pratica Almeria vincendo per 5-0 al Nou Camp e per 3-0 in trasferta.

    Per quanto riguarda le formazioni, entrambi gli allenatori sembrano intenzionati a riproporre gli undici titolari visti sabato scorso in campo. Pep Guardiola sceglierà certamente il consolidatissimo duo Villa – Messi, supportati da Pedro, e lo schieramento tattico sarà un 4-3-3 con i seguenti uomini: Valdes; Dani Alves, Piqué, Puyol, Adriano; Busquets, Xavi, Iniesta; Pedro, Messi,Villa.

    Mourinho, invece, schiererà Casillas; Sergio Ramos, Ricardo Carvalho, Arbeloa, Marcelo; Pepe, Khedira, Xabi Alonso; Di María, Cristiano Ronaldo, Özil lasciando inizialmente in panchina sia Benzema che Adebayor.

    Una nota curiosa a margine dell’incontro sarà relativa all’esecuzione dell’inno nazionale Spagnolo, la marcia reale, che – come accadde durante la finale di due anni fa Barcellona – Athletic Bilbao – potrebbe essere fischiato sonoramente dai tifosi catalani. In quell’occasione i tecnici televisivi dovettero adoperarsi per evitare di trasmettere la protesta plateale in diretta televisiva, alla presenza del re Juan Carlos.

    Questa volta la protesta potrebbe ripetersi da parte dei tifosi blaugrana, ma i madrileni potrebbero contestare la protesta dei catalani fischiandoli a loro volta: l’inno, però, non avendo parole non potrà essere cantato.

  • Roma, spunta Mancini. Ancelotti al Real per il dopo Mou

    Roma, spunta Mancini. Ancelotti al Real per il dopo Mou

    E’ in atto un autentico valzer delle panchine che rischia di sconvolgere gli equilibri del calcio europeo rivoluzionando gli scenari tattici e tecnici dei migliori campionati europei. Al momento tra le big sicuri di rimanere in sella alle proprie squadre ci sono solo Allegri in Italia, Ferguson al Manchester United e Wenger all’Arsenal per il resto è pura bagarre.

    Iniziamo dalla trattativa più suggestiva: il ritorno di Mourinho all’Inter, come vi abbiamo detto questa mattina l’ipotesi non è più remota anche se è ancora presto per capire i margini di riuscita. Il Real però sarebbe già corso ai ripari e approfittando della voglia di cambiamento di Abramovic, Florentino Perez vorrebbe coronare il sogno di portare Carlo Ancelotti alla guida del Real Madrid. In Inghilterra danno la trattativa per cerca con i Blue pronti a dar una chance in panchina a Van Basten con Hiddink nel ruolo di direttore tecnico.

    In Italia poi oltre l’Inter che comunque segue anche Villas Boa a cambiare cercano un allenatore la Roma americana e la Juventus. I bianconeri sono all’ennesimo bivio e stanno decidendo per un rinnovo di fiducia a Del Neri o affidarsi a Van Gaal con la super regia di Raiola.

    La scelta più interessante è quella della Roma perchè farà capire le reali intenzioni di DiBenedetto e Pallotta. I giallorossi in un primo momento sembravano orientati su Ancelotti ma la titubanza del tecnico ha aperto nuovi scenari che potrebbero riportare in Italia Roberto Mancini stimato da Baldini e alleato all’epoca di Calciopoli nel rivendicare gli illeciti di Moggi.

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  • Mourinho all’Inter, c’è un altro indizio

    Mourinho all’Inter, c’è un altro indizio

    Conoscendo il modo di pensare di Mourinho mi vien difficile da credere un ritorno di Josè Mourinho a Milano. Il tecnico portoghese, ambizioso e calcolatore, dimostrerebbe per una volta di lasciar spazio anche ai sentimenti e per uno che si definisce Special potrebbe esser sintomo di debolezza. Come sarebbe una sconfitta lasciare il Real Madrid da sconfitto, senza riuscire a vincere la Liga e la sua terza Champions League.

    Proprio la vittoria della Champions potrebbe esser il nulla osta del tecnico portoghese per un ritorno in Italia e all’Inter dove gode di stima ed affetto incondizionato. La Gazzetta dello Sport oggi riporta però una nuova indiscrezione che avalla ancor di più la teoria di un accordo tra Moratti e Mourinho per ricominciare insieme il restyling nerazzurro.

    Dopo la domanda di iscrizione dei figlia alla scuola di Lugano (poco più di 30 km da Appiano Gentile) pare infatti che Josè Mourinho abbia contattato il personale che lavorava nella sua dimora milanese. Certo, è ancora poco. Ma due indizi iniziano ad esser una prova.

  • Messi, pallonata sui tifosi del Real. Video

    Messi, pallonata sui tifosi del Real. Video

    E’ ancora scontro tra i tifosi del Real Madrid e quelli del Barcellona. Oltre alle accuse lanciate da Mourinho che vorrebbero i catalani maggiormente tutelati dagli arbitri sul web i tifosi madrileni protestano contro un brutto gesto di Lionel Messi durante il Clasico di sabato scorso.

    La Pulce non riesce a recuperare un pallone e sfoga tutta la sua rabbia calciando il pallone sugli spalti infiammando i tifosi che adesso invocano l’intervento della giustizia federale spagnola e la successiva squalifica per un gesto considerato antisportivo.

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  • Inter dal Paradiso all’Inferno. Terzo posto a rischio

    Inter dal Paradiso all’Inferno. Terzo posto a rischio

    Adesso è allarme in casa nerazzurra. Dopo la sconfitta di Parma e l’addio definitivo alle possibilità di rincorsa scudetto, le notizie peggiori arrivano dalla parte bassa della classifica, con la vittoria della Lazio contro il Catania. La società di Lotito, adesso è a quota 60 punti, a soli 3 punti di distacco dai nerazzurri. Paradossale pensare che in due settimane siano totalmente cambiati gli obiettivi stagionali interisti, con un -2 dalla vetta i primi giorni del mese di Aprile, un quarto di finale più che abbordabile e la sfida in Coppa Italia contro la Roma come ciliegina sulla torta. Tutto cambiato una volta perso il derby, fuori dall’Europa contro lo Schalke 04, e oggi con la  paura-possibilità di perdere il terzo posto proprio ai danni della Lazio, finendo quarti in classifica con l’obbligo di un’estate breve in vista dei preliminari di Champions.

    Leonardo ha collezionato 4 sconfitte nelle ultime 5 gare ufficiali (sconfitta nel derby, contro lo Schalke, vittoria col Chievo, altre sconfitta in Germania e a Parma), un periodo nero che non capitava ai nerazzurri da addirittura 11 anni: durante la gestione Lippi nel 2000. Il tecnico che aveva saputo rimotivare e ricaricare i suoi condottieri dopo la gestione Benitez, adesso sta vivendo il suo peggior momento alla guida dell’Inter. La felicità e l’allegria che contraddistinguevano il suo modo di allenare sono apparse meno chiare nelle pesanti esclusioni di Maicon e Thiago Motta contro il Parma. Senza contare l’uso a metà di Sneijder a Parma privando una squadra stanchissima degli unici giocatori in grado di risolvere le partite anche da soli.

    Per la sfida di Roma in Coppa Italia si dovranno inoltre verificare le condizioni dei giocatori apparsi più stanchi e acciaccati fisicamente, quindi Lucio, Ranocchia per i suoi continui problemi al ginocchio e Chivu per una contusione rimediata a Parma.

    Centrocampo stanco, difesa vulnerabile e attacco sterile, queste sono i più grandi limiti apparsi in maniera evidente nelle ultime uscite stagionali della squadra guidato dal tecnico brasiliano. Poche soluzioni dalla panchina e poche cose da inventare nel modulo. C’è da stingere i denti e provare a gestire le forze per questo sprint finale.  Maicon e Thiago Motta dovrebbero comunque essere disponibili per la sfida di Coppa Italia contro la Roma. In campionato in quest’ottica la sfida contro la Lazio diventa una sfida spareggio, e la panchina di Leonardo in caso di sconfitta traballerebbe, con le prime indiscrezioni su un possibile affidamento della rosa in mano a Beppe Baresi, già vice ai tempi di Mourinho.  Preparando in questo modo la strada per un eventuale ritorno del vate di Setubal in terra nostrana, dopo le notizie giornalistiche sull’iscrizione dei suoi figli alla scuola di Lugano distante soltanto una ventina di minuti dalla Pinetina.

    L’amore di Mourinho per il nerazzurro è  sempre stato evidente agli occhi di tutti e ulteriori conferme di questo attaccamento arrivano dalle frasi riportate sulla Gazzetta dello Sport  durante la sfida tra Real Madrid e Barcellona, dove il portoghese avrebbe domandato cosa avesse fatto l’Inter a Parma, e alla notizia della sconfitta avrebbe risposto con un “vaffa”.

    Dallo spogliatoio arrivano comunque le parole del capitano Javier Zanetti (intervenuto nella trasmissione Staio Sprint) a voler dimostrare come la squadra sia unita e fortemente in sintonia con Leonardo: “Leo sta svolgendo un buon lavoro, non sarebbe corretto condannarlo per questo brutto momento”. Lanciando al tempo stesso parole al miele per un eventuale ritorno dello Special One sulla panchina nerazzurra: “ Mourinho? Per lui le porte saranno sempre aperte, dopo le straordinarie imprese compiute.”

    Il primo amore non si scorda mai, e Mourinho di certo non è stato solo una cotta per tutti i tifosi nerazzurri, giocatori compresi.

  • Mou replica ai giornalisti “parlo solo con il direttore”. Video

    Mou replica ai giornalisti “parlo solo con il direttore”. Video

    La decisione di non parlare nella conferenza stampa della vigilia del Clasico causò la protesta da parte dei giornalisti, lo Special One però si è preso l’ultima parola non rispondendo alla domanda dell’inviato di As motivando la decisione con la mancanza di rispetto nei confronti del suo secondo Karanka. Lo Special One ha risposto alla domanda del giornalista dicendo di voler parlare solo con il direttore visto che lui si è rifiutato di parlar con il suo secondo.

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  • Real Madrid – Barcellona: le probabili formazioni

    Real Madrid – Barcellona: le probabili formazioni

    Il “Clasico” di questa sera alle 22.00 al Santiago Bernabeu di Madrid sarà la prima di quattro sfide ravvicinate, alimentando la rivalità continua dei due club spagnoli, Real Madrid e Barcellona. Una gara che si ripeterà anche mercoledì 20 nella finale della Coppa del Rey, e poi nelle semifinali di Champions, ma che questa sera riguarderà solo, si fa per dire, il discorso Liga.

    Il club blaugrana è in testa alla classifica, con 8 punti di vantaggio sulle merengues, che se vincessero questa sera potrebbero portarsi a cinque punti, con 6 giornate al termine: un’ impresa ardua quella di tentare di fermare la vittoria del Barca. Mourinho, però, non ha digerito la sconfitta per 5 a 0, la celebre “manita” subita il 29 Novembre nel match di andata, ed è certo che di adopererà per caricare a mille i suoi giocatori per compiere, fra le mura amiche, il riscatto di quell’umiliante smacco.

    Il clima è teso, oltre che per la consueta rivalità fra i due club, che si alimenta tutti i giorni dell’anno, e che discende dalla storica rivalità fra le città che rappresentano, anche per le questioni legate al campo. In particolare, nella conferenza stampa di ieri di presentazione del match, il “comunicatore per eccellenza”, Josè Mourinho ha scelto la via provocatoria del silenzio, presentandosi in sala stampa ma lasciando la parola al suo vice, Aitor Karanka, con il conseguente disappunto dei giornalisti presenti che, per protesta, hanno lasciato la sala. Una provocazione quella di Mourinho che ha suscitato i malumori di tutta la stampa spagnola, considerata una vera e propria mancanza di rispetto, motivata dalla volontà di Josè di “non ingigantire la tensione e di non esprimersi per evitare di creare equivoci”, in risposta alle accuse che gli vengono frequentemente rivolte di surriscaldare l’ambiente. Ma più realisticamente, sembra un espediente ideato per alleggerire la tensione dalle questioni di campo, puntando i riflettori ed i commenti su di se per sollevare un po’ di pressione dalle spalle dei suoi giocatori, anche in vista dei futuri incontri. Resta da vedere se la tattica funzionerà, e se la sua squadra riuscirà nell’impresa di ostacolare l’armata blaugrana nella conquista della 21 esima Liga spagnola, o almeno di frenarla nell’obiettivo di agguantare il secondo Triplete nel giro di tre anni: se così non fosse Mourinho rimarrebbe a “zeru tituli” dopo le innumerevoli vittorie degli anni precedenti.

    In casa blaugrana, invece, il clima appare molto più disteso, lontano dalla provocazioni lanciate dal tecnico merengues. Il Barca ha una situazione di classifica invidiabile, oltre che equilibri di gioco più che consolidati, ed al Bernabeu potrebbe accontentarsi anche di un pareggio: la filosofia Barca, però, non consente di andare in campo difendendosi e, quindi, come solitamente accade, con la squadra di Guardiola in campo sarà spettacolo, coralità, palleggio. Al “Mucha boca” (molte parole) di Mou, Pep Guardiola risponderà con “Mucho futbol” (molto calcio). Per questo, nella conferenza stampa della vigilia, non è caduto nella “trappola provocatoria” della polemica.

    Per quanto concerne le formazioni, appare scontato lo scontro fra i due massimi esponenti del calcio attuale, Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, 88 gol in stagione, 48 la pulce argentina, 40 il portoghese, entrambi in grado di decidere in qualsiasi momento il match.

    In campo, però, si preannunciano tanti altri scontri oltre al “duello” appena citato, nella contrapposizione fra il calcio orizzontale del Barcellona ed il calcio verticale del Real Madrid. Le merengues dovrebbero schierare un 4-2-3-1 con Casillas in porta, Ramos, Carvalho, Pepe e Marcelo sulla linea difensiva; Xabi Alonso e Khedira a far da cerniera a centrocampo; Di Maria, Ozil e Ronaldo dietro l’unica punta Adebayor.

    Guardiola, invece, si affiderà certamente al suo consolidatissimo 4-3-3  con Victor Valdes in porta, Dani Alves, Piquet, Puyol, Keita, Xavi Hernandes, Andres Iniesta, Busquets, Pedro, Leo Messi, David Villa.

    Le previsioni dei bookmakers non si sbilanciano a favore di una delle due squadre, quotando la vittoria di entrambe a 2,55 ed il pareggio a 3,50, mentre un’altra “manita” del Barca è quotata a 20,00.

  • Real – Barcellona: il primo round del “Clasico”. Sfida di campo, ma non solo

    Real – Barcellona: il primo round del “Clasico”. Sfida di campo, ma non solo

    Alla fine dei quattro incontri, forse, la sensazione più comune sarà la noia, per una replica continua del Clasico dei Classici, proposta e riproosta in tutte le varianti. Questa sera, però, è la “prima”, e come ogni “prima” che si rispetti porta con se l’adrenalina del primo round, della grande sfida e degli incroci, in campo ed in panchina.

    Nel giro di 18 giorni circa, saranno per ben 4 volte l’una di fronte all’altra le due grandi del calcio spagnolo, oltre che le due grandi (insieme al Manchester United) del calcio Europeo e, dunque, Mondiale: Real Madrid – Barcellona.

    La partenza di questa sera è al Bernabeu, per lo scontro diretto di campionato: data la situazione di classifica, però, il match non pare realmente decisivo, in quanto in caso di vittoria, il Real Madrid si porterebbe a meno cinque dalla squadra blaugrana capoclassifica, con sole sei giornate al termine della Liga. Nonostante la situazione di classifica non consenta di etichettare questo match come “decisivo”, resta il fascino dell’incontro, e resta soprattutto la curiosità di vedere se le marengues riusciranno a riscattare in casa propria la terribile onta della “manita” della gara d’andata del 29 Novembre scorso al Camp Nou, un perentorio 5-0 che Mourinho di certo non ha ancora digerito, una delle sconfitte più pesanti della sua carriera.

    Inoltre, date le successive gare ravvicinate fra le due squadre, non bisogna sottovalutare l’aspetto psicologico che la gara potrà avere, in termini di risvolti emotivi, soprattutto per la vincente del primo confronto di questa sera. Una vittoria nella “prima”, infatti, darebbe uno slancio particolare per affrontare i successivi e decisivi incontri, ossia la finale di Coppa del Re (che si disputerà al Mestalla di Valencia Mercoledì 20 Aprile) e, soprattutto, il doppio confronto di Champions League, valido per le semifinali del torneo, che si disputerà il 27 Aprile ed il 3 Maggio e che consegnerà una delle due Big iberiche alla finalissima europea del prossimo 28 Maggio nella cornice di Wembley.

    Una sfida infinita, dunque, fra le due “Superbig”, diverse in tutto e per tutto. Il confronto, pertanto, va aldilà degli aspetti tecnici e di campo, ma attiene due città da sempre rivali, due mentalità differenti, due orientamenti politici contrapposti, due anime della stessa Nazione.

    Castilla contro Catalogna, Castigliano contro Catalano, la squadra del “potere”, storicamente vicina al regima franchista e quindi di destra, contro la squadra della Catalogna, ossia la regione che da sempre ha contrastato il regime franchista. Una contrapposizione totale, dunque, che divide il Paese anche nelle istituzioni politiche: il presidente socialista Zapatero non ha mai nascosto la sua fede blaugrana, il suo precedessore Aznàr, invece, tifa “blanco”. La regione Catalana con mire indipendentiste, in accordo con lo slogan “Catalogna is not Spain”, contro la città capitale, sede della famiglia reale, con in testa il re Juan Carlos, da sempre tifosissimo delle merengues.

    Finora lo scenario, il contesto, la cornice. Ma il contenuto della sfida non è da meno ed, anche in questo caso, non è difficile riscontrare i punti di contrapposizione fra le due squadre. In primis, la personalità dei due allenatori: l’imprevedibile egocentrismo e la spavalderia di Josè Mourinho contro la placida sicurezza, la calma e l’umiltà di Pep Guardiola.

    Entrambi vincenti, ma in modo totalmente differente, due filosofie contrapposte di interpretare il calcio, sia dentro che fuori dal campo. Il primo punta alla vittoria ad ogni costo, esclusivamente al risultato, senza badare a spese, alla ricerca del colpo ad effetto e dell’innesto in squadra solo di giocatori “già fatti”, grande motivatore ma anche grande polemizzatore. Il secondo, invece, in pieno accordo con la filosofia blaugrana, punta sulla coralità del gioco, e sulla valorizzazione della prolifica Cantera, che negli anni ha sfornato talenti di primissimo piano.

    E poi gli straordinari interpreti in campo, il patinato Cristiano Ronaldo contro il low profile di Lionel Messi: ben 88 gol in due in stagione. Basterebbe solo questo per giustificare il prezzo del biglietto. Ma Real Madrid – Barcellona è molto di più.