Atletico Madrid Real Madrid 1-4. E’ questo il risultato finale del derby della capitale spagnola. Ritorna a sorridere Josè Mourinho ritornato a +4 punti sui nemici Blaugrana.
Prima frazione di gioco sostanzialmente equilibrata, con il Real più incisivo. Come da copione partono a mille le Merengues, consapevoli che si gioca solo per un risultato: la vittoria! Mourinho segue attentamente la sua squadra dalla panchina, carica i suoi uomini e cerca di partecipare attivamente ad ogni azione di gioco. L’Atletico Madrid, dal canto suo, impegnata ancora in Europa League, prova a complicare i piani del ct portoghese, rendendosi subito pericoloso con Falcao. Il Real Madrid attacca a testa bassa, l’Atletico prova a difendersi, ma non può nulla a ridosso della mezz’ora di gioco, quando su calcio di punizione Cristiano Ronaldo fa urlare al goal i tifosi madrileni, 1-0 Real. Grande gesto balistico dell’asso portoghese, traettoria perfetta! Mourinho predica calma, sa che la partita è ancora lunga. L’Atletico prova ancora a spaventare Casillas, ma la conclusione di Diego termina abbondantemente a lato. Termina così la prima frazione di gioco. Atletico Madrid Real Madrid 0-1.
La ripresa vede subito un Atletico Madrid spavaldo e al 55′ minuto, Falcao supera di slancio Sergio Ramos e batte Casillas con un perentorio colpo di testa, 1-1! Mourinho accusa il colpo e rimane impassibile dinanzi alla propria panchina. Il Barcellona è ora momentaneamente a -2. Ma servono solo 25 minuti a Cristiano Ronaldo per suggellare un goal capolavoro. E’ il minuto 68′, quando il portoghese da circa 27 metri , a ridosso del lato corto dell’area di rigore,lascia partire un destro-collo di rara potenza e precisione, che termina la sua corsa alle spalle del portiere Courtois, 2-1 Real! L’Atletico Madrid accusa definitivamante il colpo e affonda di li a poco sui colpi dei cugini madrileni. Il portoghese non è ancora sazio e all ’82’ trasforma il calcio di rigore che vale l’odierna tripletta, il 40° goal nella Liga e la momentanea leaderschip tra cannonieri. Il finale serve solo per il sigillo definitivo di Callejon, che al minuto 88′ timbra il goal del 4-1 riportando le Merengues a + 4 sul Barcellona.
Video & Highlights di Ateltico Madrid Real Madrid 1-4
Nella sfida del Camp Nou fra Barcellona e Getafe, valida per la 33esima giornata della Liga, i blaugrana hanno archiviato facilmente la pratica, con un sonoro 4 a 0 inflitto agli ospiti, ed in attesa di conoscere il risultato del derby madrileno di questa sera, si avvicinano alla vetta, ad un punto di distacco dalle merengues di Mourinho. L’impegno del Real Madrid, al Vicente Calderòn contro i cugini dell’Atletico Madrid allenati da Diego Simeone, non sarà di certo così agevole, anche se gli uomini dello Special one – che ieri ha disertato la conferenza stampa di presentazione della gara – avranno l’obbligo di conquistare i tre punti, essenziali per cercare di “mantenere le distanze” dal Barca, almeno fino al prossimo 21 Aprile, data in cui è in programma il prossimo “Clasico” al Camp Nou.
Intanto, ieri sera nel match del Camp Nou i blaugrana hanno mostrato la solita autorevolezza nel possesso palla e nelle manovre offesive, mandando in gol per due volte el Nino Maraviglia Alexis Sanchez, autore dell’ 1 a 0 e del 3 a 0, ed il solito Lionel Messi, autore del 2 a 0, (trentanovesimo gol in campionato per lui, ndr), oltre che Pedro, che ha chiuso il punteggio con il suo quarto gol.
Gli uomini di Pep Guardiola, dunque, con il perentorio risultato hanno riscattato nettamente il passo falso del girone d’andata contro gli uomini di Garcia Plaza, provando a metter pressione ai madridisti, che potrebbero sentire il “fiato sul collo” dei diretti avversari per il titolo.
Inoltre, nella bella serata blaugrana, da sottolineare il bellissimo gesto del pubblico del Camp Nou, che al minuto 22 del primo tempo ha tributato una commovente standing ovation in onore di Eric Abidal, (che indossa la maglia numero 22 del Barca, ndr), sottopostosi proprio nella giornata di ieri al delicato trapianto di fegato, durato ben nove ore: un modo per far sentire al difensore francese la vicinanza del suo pubblico in un momento tanto difficile. Un gesto d’affetto che ha indotto nella giornata odierna la moglie di Abidal a ringraziare, su richiesta dello stesso Eric sulla sua pagina Facebook, tutti i tifosi per il “sostegno e la forza trasmessa”.
Real Madrid Valencia 0-0, è questo il finale dal Bernabeu; questa Liga non finisce mai! Dopo il vantaggio massimo di 10 punti raggiunto dai madrileni questo inverno, i punti di distacco aggiornati ad oggi sono solo 4, con un Barcellona motivato a centrare il sogno “remuntada”.
Grande atmosfera al Bernabeu. Madrileni a caccia del successo che garantirebbe tranquillità a poche giornate dalla fine. Il Valencia, dal canto suo, lotta per un posto in Champions League e per questo motivo la partita appare subito entusiasmante. Parte a mille il Real. Cristiano Ronaldo dopo pochi minuti “incendia” Guaita dalla distanza, ma il suo tiro si infrange sul palo. Feghouli risponde al portoghese, spaventando Casillas con un tiro da fuori area che esce abbondantemente a lato. Il Real aumenta il ritmo, il Valencia si limita sostanzialmente al contropiede e si affaccia dalle parti di Casillas in altre due occasioni, ma i risultati sono praticamente nulli. Ozil prova ad infiammare il Bernabeu, ma la sua conclusione ravvicinata è facile preda di Guaita. Nente da fare per i padroni di casa. Il primo tempo va così in archivio.
La ripresa vede Mourinho cimentarsi subito in un cambio: fuori Higuain dentro Di Maria. La gara continua su ritmi elevati. Il copione è sempre lo stesso, padroni di casa all’attacco e ospiti pronti ad agire di rimessa. Ma è il Valencia ad andare vicino al goal con Tino Costa che centra l’incrocio dei pali della porta difesa da Casillas. Grande spavento per il popolo madrileno. Benzema prova ad accendere la luce, ma il suo doppio tapin al minuto 78′ è sventato ancora una volta da super Guaita, vero e proprio eroe della serata. Il Real si innervososce, rischiano grosso Di Maria e il solito Pepe ma l’arbitro li grazia. Il finale è di marchio ospite. Jordi Alba, lanciato a rete da Soldado si presenta dinanzi a Casillas, che prontamente devia in corner. Il finale è un vero e proprio assedio Merengues: prima Di Maria poi Benzema provano a battere Guaita, ma il portiere del Valencia dice ancora no.
Finisce 0-0 e Liga potenzialmente riaperta. Il Barcellona ora insegue a -4.
Chelsea e Real Madrid raggiungono Barcellona e Bayern Monaco in semifinale di Champions. Questo l’esito della doppia sfida dei quarti di finale, se per le merengues il discorso qualificazione era stato già archiviato dopo il 3-0 rifilato all’Apoel conquistato nel match d’andata giocato a Cipro, i londinesi hanno dovuto faticare più del previsto al cospetto di un Benfica che non si è mai arreso anche quando sotto di un gol è stato costretto a giocare in inferiorità numerica per oltre un tempo per l’espulsione del capitano Maxi Pereira.
I Blues di Di Matteo passano con al 21′ con Lampard, freddo nel trasformare il penalty concesso dal direttore di gara Skomina per una spallata di Javi Garcia su Cole, l’arbitraggio poi ha scatenato le proteste del ds delle Aquile Rui Costa al termine della gara, nonostante l’uomo in meno e i due gol da recuperare nel computo tra punteggio della gara d’andata e il primo tempo di quella del ritorno, i lusitani non si perdono d’animo e si gettano in avanti alla ricerca del gol del pari che avrebbe potuto riaprire i giochi concedendo tanti varchi per gli attaccanti del Chelsea, in particolar modo con Fernando Torres.
La rete del pari, meritata, arriva un pò tardi a 4 minuti dallo scadere dei 90 minuti regolamentari con Javi Garcia che sugli sviluppi di un corner anticipa tutti di testa compreso Cech, la squadra di Jesus crede nell’impresa e si riversa tutta in avanti ma al 92′ a punire troppo severamente un Benfica generosissimo ci pensa l’ex Porto Meireles che in contropiede, uno contro uno, scaglia la sfera sotto l’incrocio dei pali. Per il Chelsea si tratta della quarta semifinale nelle ultime sei stagioni e la sesta nelle ultime nove edizioni della Champions League. Ora ci sarà il proibitivo confronto con il Barcellona, per Di Matteo l’esame Guardiola: l’andata si giocherà allo Stamford Bridge il 18 aprile mentre il match di ritorno sei giorni più tardi, il 24, nell’inviolabile Camp Nou.
Finisce in goleada l’altro quarto di finale, al Bernabeu. L’Apoel ne prende 5 dal Real ma è comunque vincitore morale del match, essendo riuscito a violare la porta difesa da Casillas per ben due volte, e della competizione per essere arrivato fino ai quarti di finale contro ogni aspettativa. Con il discorso qualificazione già praticamente chiuso, Ronaldo e compagni si divertono in un vero e proprio “tiro a segno”, la squadra di Mourinho va al riposo sul 2-0 con le reti dell’asso portoghese e di un ritrovato Kakà. Nella ripresa esce fuori l’orgoglio dei ciprioti che trovano un gol storico con Manduca al 67′ che fa esplodere di gioia gli oltre 3 mila supporters arrivati al Bernabeu ma CR7 poco più tardi punisce ancora l’Apoel con un calcio di punizione delizioso a giro imparabile per il portiere facendo 3-1. Il Real non è sazio e cala il poker con Callejon a 10 dal termine, gli ospiti accorciano nuovamente le distanze grazie al penalty di Esteban Solari, fratello di Santiago che giocò nelle fila del Real dal 2000 al 2005. Non è ancora finita qui perchè c’è ancora il tempo per il 5-2 definitivo di Di Maria che beffa il portiere Chiotis con un pallonetto. Ad attendere il Real Madrid in semifinale il Bayern Monaco che aveva eliminato il Marsiglia con due 2-0. Le due gare di semifinale con i tedeschi (andata all’Allianz Arena il 17 aprile e ritorno al Bernebeu il 25) e l’eventuale finale dividono Mourinho dalla storia, lo Special One potrebbe essere infatti il primo tecnico a conquistare 3 Champions League alla guida di 3 club diversi dopo averla alzata al cielo con Porto nel 2004 e Inter nel 2010.
Stasera con Chelsea – Benfica e Real Madrid – Apoel cala il sipario sui quarti di finale di Champions League. Le gare di andata hanno premiato entrambe le squadre che una settimana fa hanno giocato in trasferta ma mentre per il Real quella di stasera al Bernabeu sarà una semplice passeggiata forte del 3-0 ottenuto in Cipro per i londinesi il discorso qualificazione non è ancora chiuso anche se la rete di vantaggio siglata da Kalou al Da Luz che attualmente fa pendere l’ago della bilancia dalla parte dei Blues è di un’importanza rilevante dal momento che costringerà i lusitani a scoprirsi sin dalle battute iniziali di gara. La squadra allenata da Roberto di Matteo, unico italiano rimasto in Champions dopo l’eliminazione del Milan di ieri, potrà avere così a disposizione praterie per poter colpire con velocissime ripartenze.
Il tecnico italiano, che ha preso il posto dell’esonerato Villas Boas , in un mese di lavoro è riuscito a ricompattare il gruppo recuperando i senatori dello spogliatoio come Lampard, Drogba e Terry portando quei risultati che erano mancati con il suo predecessore: la grandiosa rimonta contro il Napoli dall’1-3 dell’andata ha ridato nuova linfa agli inglesi che in quest’ultimo scorcio di stagione si giocheranno la quarta semifinale nelle ultime sei stagioni e la qualificazione in Champions del prossimo anno. Di Matteo non avrà a disposizione il difensore più in forma del momento e grande ex del match David Luiz infortunatosi alla caviglia, al suo posto al fianco di Terry e davantia Cech dovrebbe esserci Cahill, a sinistra agirà Cole mentre a destra il ballottaggio è tra gli ex Porto Bosingwa e Paulo Ferreira; in mediana il trio è composto da un altro ex Porto Meireles, Ramires e Lampard, in avanti a sostegno di Fernando Torres ci saranno Mata e Sturridge con Drogba che partirà inizialmente dalla panchina.
Il Benfica arriva allo Stamford Bridge consapevole della difficoltà della gara ma non per questo partirà già da sconfitto: il tecnico Jorge Jesus vuole riportare le Aquile in semifinale di Champions a distanza di 22 anni dall’ultima volta e sa che per centrare l’obiettivo servirà la partita perfetta affidandosi alle doti tecniche di Aimar e confidando nelle doti realizzative di Oscar Cardozo. In difesa Emerson scalerà al centro della difesa a far coppia con Luisao con l’inserimento a sinistra di Capdevila con Maxi Pereira sulla corsia opposta, a centrocampo il belga Witsel con Gaitan e Javi Garcia e l’ex Roma Artur tra i pali. Al Benfica servirà vincere con almeno due gol di scarto oppure uno segnando più di una volta, con lo 0-1 si va ai supplementari. Chi passa il turno alla semifinale si “regala” il Barcellona.
PROBABILI FORMAZIONI CHELSEA – BENFICA
CHELSEA (4-3-3): Cech; Bosingwa, Cahill, Terry, Cole; Ramires, Meireles, Lampard; Sturridge, Torres, Mata.
Panchina: Turnbull, Ivanovic, Paulo Ferreira, Essien, Mikel, Kalou, Drogba.
Allenatore: Di Matteo.
BENFICA (4-3-1-2): Artur; Maxi Pereira, Luisao, Emerson, Capdevila; Gaitan, Javi Garcia, Witsel; Aimar; Rodrigo, Cardozo.
Panchina: Eduardo, Luis Martins, Matic, Nolito, Saviola, Bruno Cesar, Nelson Oliveira.
Allenatore: Jesus.
Al Santiago Bernabeu il discorso qualificazione è già chiuso, la rivelazione di questa edizione della Champions League Apoel aveva resistito per 70 minuti nella gara d’andata giocata a Nicosia prima di inchinarsi al Real andato in gol con Benzema per due volte e Kaka. Proprio l’ingresso in campo del brasiliano ex Milan, insieme al connazionale Marcelo, cambiò il volto ad un match rivelatosi complicato servendo prima l’assist per l’attaccante francese e poi raddoppiando mettendo al sicuro il risultato. Stasera Kaka sarà in campo dal primo minuto, il tecnico Josè Mourinho inoltre concederà spazio a diversi elementi che hanno giocato poco, come Altintop in difesa. Torna titolare anche Di Maria che giocherà sul settore avanzato di destra con Cristiano Ronaldo a sinistra, Benzema sarà il centravanti mentre Xabi Alonso sarà affiancato da Granero con Sahin che si accomoderà in panchina così come Fabio Coentrao. Ad attendere le merengues in semifinale c’è già il Bayern Monaco che ha eliminato il Milan. Per l’Apoel la serata del Bernabeu sarà il giusto premio per aver disputato una inaspettata quanto sorprendente Champions cercando di chiudere nel migliore dei modi questa favola.
PROBABILI FORMAZIONI REAL MADRID – APOEL NICOSIA
REAL MADRID (4-2-3-1): Casillas; Altintop, Pepe, Ramos, Marcelo; Granero, Xabi Alonso; Di Maria, R. Kaka, Ronaldo; Benzema.
Panchina: Adan, Albiol, Coentrao, Sahin, Callejon, Ozil, Higuain.
Allenatore: Mourinho.
Dopo la vittoria contro l’Apoel nell’andata dei quarti di Champions League, Mourinho si è soffermato sul delicato momento che sta attraversando l’Inter. L’ex allenatore nerazzurro si è detto più che disponibile ad un suo ritorno in Italia, lasciando però un grande punto interrogativo circa l’arco temporale designato per il rientro alla Pinetina.
Non è la prima volta che il tecnico portoghese pronuncia testuali parole. Quando se ne andò dal Porto, quando venne esonerato da Abramovich, quando lasciò l’Inter dopo la finale del Bernabeu, Mourinho non ha mai perso l’occasione di lanciare un messaggio di affetto o qualcosa di più verso i suoi ex tifosi. Una promessa rimasta tale dal 2004.
Dopo il 3-0 rifilato all’Apoel, Mou è stato intervistato dal giornalista di Mediaset Premium Bruno Longhi, il quale ha riportato al tecnico del Real Madrid le domande di Lele Oriali, seduto in studio accanto al presentatore Marco Foroni. L’ex dirigente nerazzurro ha domandato se pensasse che il ciclo dell’Inter sarebbe terminato così presto (triplete 2009-2010 ndr) e se fosse possibile un suo ritorno all’Inter. Questa la risposta del vate di Setubal:
Ritornare a casa è sempre possibile, l’Inter è casa mia come casa sua (riferendosi ad Oriali), e per questo io penso che Gabriele debba ritornare. Ai tifosi dico che sono uno di loro, sono triste però ho sempre la speranza che tutto andrà migliorando e che la prossima stagione sarà diversa. La stagione che abbiamo fatto nel 2009-2010 è una stagione indimenticabile, irripetibile, e per questa ragione io penso che sia un peso difficile per i nuovi allenatori e per i nuovi giocatori.
Gli stessi tifosi dell’Inter però avranno iniziato a prendere con le molle tali dichiarazioni, le quali ritornano ciclicamente fin dalla conferenza inaugurale di Mourinho da neo allenatore del Real Madrid. Dichiarazioni uguali a quelle rilasciate al suo approdo in Italia, quando il portoghese volle assicurare i tifosi del Chelsea che un giorno sarebbe tornato in Inghilterra. Immancabile anche il riferimento al Porto, il suo primo amore. A giugno mancano poco meno di 3 mesi, Mourinho manterrà la promessa che da anni ripete ormai con una frequenza quasi mensile?
Due vittorie esterne nelle prime due sfide dei quarti di finale di Champions League. Se per il Real Madrid la trasferta nella capitale cipriota Nicosia era una pura formalità, quella del Chelsea in terra lusitana rappresentava un impegno insidioso poichè il Benfica in casa concede poco o nulla all’avversario (chiedere al Manchester United per credere, ndr).
APOEL – REAL MADRID – L’urna di Nyon aveva servito su un piatto d’argento la qualificazione alla semifinale a Mourinho, il Real si era ritrovato infatti sorteggiato con la squadra cenerentola della Champions ma, allo stesso tempo, autentica rivelazione per aver terminato in testa il proprio girone davanti a Zenit San Pietroburgo e Porto prima ed eliminato poi agli ottavi il più quotato Lione: l’Apoel. Lo splendido colpo d’occhio dei 23 mila del Neo GSP Stadium di Nicosia è di certo la nota più bella della serata, spinti dall’entusiasmo dei supporters il fortino dell’Apoel resiste per ben 70 minuti: i ciprioti tengono bene il campo nel primo tempo ma Mourinho nella ripresa indovina i cambi inserendo Kaka e Marcelo che si renderanno determinanti: l’ex Milan sale in cattedra pennellando prima il cross per la testa di Benzema e siglando poi la rete del raddoppio merengues dopo una discesa sulla sinistra proprio del connazionale terzino, rete che tramortisce i giocatori dell’Apoel in campo ma non i tifosi sugli spalti che continuano imperterriti nei loro cori. Lo 0-3 finale con il quale si chiude il match è di Benzema che firma la sua personale doppietta per il suo settimo centro in questa edizione della Champions League mettendo in cassaforte la qualificazione alla semifinale, improbabile, per non dire impossibile, infatti che nella gara di ritorno al Bernabeu il sorprendente Apoel di Ivan Jovanovic, che comunque vada a finire è stata protagonista indiscussa in Champions, riesca a recuperare le tre reti di svantaggio e a ribaltare addirittura il risultato.
BENFICA – CHELSEA – Al da Luz di Lisbona c’è il pubblico delle grandi occasioni, 60 mila “cuori rossi” per trascinare al successo il Benfica che vede la possibilità di centrare la semifinale di Champions che manca da 22 anni. Le Aquile però devono fare i conti con un Chelsea rivitalizzato dalla cura Di Matteo e che pare ormai aver voltato pagina dopo l’esperienza insoddisfacente in panchina di Villas Boas. Primo tempo equilibrato e giocato a ritmi bassi da entrambe le squadre senza particolari sussulti, nella ripresa, dopo la fase di studio preliminare, i padroni di casa alzano il ritmo alla ricerca della rete che servirebbe per giocare il ritorno con maggiore tranquillità concedendo però in questo modo ai londinesi veloci e pericolose ripartenze soprattutto con l’indiavolato Ramires. Ed è proprio grazie ad una sua accelerazione ad un quarto d’ora dal termine che il Chelsea trova il gol, lanciando in profondità sull’out di destro Fernando Torres il quale è bravo a resistere alla carica di un avversario e a servire al centro per Kalou che non deve far altro che spingere la sfera in rete alle spalle di Artur ipotecando la semifinale. Nonostante l’assalto finale, il Benfica non impegna mai seriamente Cech ritrovandosi così a giocarsi il tutto per tutto tra sette giorni a Stamford Bridge.
Questa sera è di scena l’andata dei quarti Champions League con le prime due sfide in programma tra Apoel Nicosia – Real Madrid e Benfica – Chelsea. La squadra cipriota, rivelazione di questa competizione, dopo aver eliminato il Lione agli ottavi questa sera affronterà i Galacticos di Josè Mourinho in una sfida tutta da seguire. Galvanizzati dal prestigioso riconoscimento di essere tra le prime otto squadre d’Europa, l’allenatore Ivanovic punta sul fare risultato tra le mura amiche per poi giocarsela a Madrid e sperare in uno storico passaggio in semifinale.
La squadra di Mourinho, capolista in Liga, si presenta al GSP Stadium con la possibilità di poter chiudere il discorso qualificazione sin da subito. La differenza tra i due club è abissale, ma il tecnico delle Merengues è sicuro che per la qualificazione alle semifinali sarà decisiva la gara di ritorno. Queste le sue parole:
non si può paragonare l’Apoel al Real Madrid, ma lo rispettiamo molto. Abbiamo studiato i loro progressi, sarà una partita difficile. Difficile che la qualificazione si decida già domani; è chiaro che noi proveremo a vincere, ma le mie sensazioni sono che domani sarà una partita difficile e che tutto si deciderà al Bernabeu.
Quarti Champions League: Apoel Real Madrid Probabili formazioni:
APOEL NICOSIA (4-2-3-1): Chiotis; Poursaitidis, Oliveira, Paulo Jorge, Boaventura; Morais, Sousa; Charalabides, Solari, Manduca; Almeida.
REAL MADRID (4-2-3-1): Casillas; Arbeloa, Sergio Ramos, Pepe, Marcelo; Khedira, Granero; Benzema, Oezil, Cristiano Ronaldo; Higuain
L’altra sfida in programma questa sera è tra Benfica e Chelsea due squadre consolidate da anni nel palcoscenico europeo e vogliose di arrivare fino in fondo alla competizione.
Il Chelsea, del neo allenatore Di Matteo, arriva a questa sfida dopo aver eliminato il Napoli allo Stamford Bridge ribaltando il risultato dell’andata vogliosi di riscattarsi dopo le prestazioni altalenanti in Premier League. l’idolo dei tifosi Frank Lampard suona la carica:
Dobbiamo rimetterci in carreggiata prima occupandoci del Benfica e poi degli impegni in campionato. Abbiamo perso partite che avremmo dovuto vincere, ma ora dobbiamo affrontare le prossime come delle sfide ad eliminazione diretta
Non ha tutti i torti il capitano dei Blues consapevole che la Champions rimane l’unico obiettivo sul quale puntare a causa del grosso distacco con le squadre di Manchester in campionato.
Il Benfica di Jorge Jesus, battuto lo Zenit di Spalletti, affronta la squadra inglese con la consapevolezza che servirà una partita perfetta. In casa i portoghesi sono molto forti chiudono gli spazi e ripartono in contropiede.
Dovremo essere ispirati sia in difesa che in attacco; dovremo essere perfetti per vincere. In casa siamo forti ma affrontiamo una squadra esperta, abituata alle fasi calde della Champions League. La sfida non si deciderà a Lisbona, è solo il primo tempo.
Non è stato un inizio di primavera dei più semplici per Mourinho. Se non bastasse l’accenno di remuntada del Barcellona nella Liga, il tecnico portoghese deve fare i conti con una insubordinazioneReal. Infatti i giocatori della squadra madrilena sarebbero stufi delle continue polemiche contro gli arbitri, innescate spesso e volentieri dal vate di Setubal. Un sentimento esploso all’indomani della partita contro il Villareal, durante la quale il pubblico del Madrigal ha assistito alla corrida blanca, con Mourinho in versione torero. A Madrid però c’è chi si è stufato di indossare perennemente il piglias cornates, quel telo rosso tanto conosciuto nelle arene quanto odiato dal toro. E se alla fine della fiera fosse Mou a cadere tra gli olè della torsida catalana?
MEGLIO GIOCARE – Nel post partita di Villareal, il tecnico avrebbe ordinato ai suoi uomini di criticare apertamente l’operato del fischietto di gara, un “invito” che non è stato raccolto dalla squadra, la quale ha inviato un messaggio chiaro al proprio tecnico: “basta arbitri, noi pensiamo a giocare”. Un coro quasi unanime, con Cristiano Ronaldo e Pepe che non hanno voluto partecipare alla sinfonia dei Blancos, forse per solidarietà nei confronti del loro connazionale.
MOU, GAME OVER? – L’immagine del generale Mourinho vacilla. Il gruppo del Real corre verso l’ammutinamento, un’onta difficile da digerire per chi come il portoghese ha sempre affermato l’importanza del rapporto fra allenatore e calciatori. Un concetto fondamentale, la base di tutti i più grandi successi dell’era mourinhiana. Dalla vittoria in Champions con il Porto fino al trionfo nerazzurro, passando attraverso Stamford Bridge, dove a distanza di 5 anni nessuno lo ha dimenticato, stadio compreso. Un’empatia forse mai sbocciata dal suo arrivo in Spagna, dirompenti critiche agli arbitri che hanno logorato di giorno in giorno lo stato nervoso dei Blancos, giunti ormai all’esasperazione, tanto da proclamare l’autogestione.
Il quadro dipinto non è certo dei migliori, una situazione che pare irreversibile, tanto da spingere Mourinho a cercare di nuovo casa in Inghilterra. Non senza prima aver lasciato il segno indelebile del suo passaggio nella capitale spagnola, perché il portoghese non si trova a Madrid in gita. Liga o Champions League? Entrambi gli obiettivi sono affascinanti. Se vincesse la Liga, l’allenatore Blancos sarebbe uno dei pochi a vantarsi di aver vinto i campionati di Inghilterra, Italia e Spagna. Qualora vincesse la Champions invece, scriverebbe per sempre il suo nome nel libro della manifestazione, perché nessuno è ancora riuscito a vincere tre Coppe Campioni con tre squadre diverse. Mourinho lontano da Madrid sì, ma a modo suo, da vincente.
Non è mai troppo presto per parlare di calciomercato, neppure a Marzo, nel periodo clou della stagione giocata, considerando che le trattative vere e proprie si apriranno solo in estate. Tuttavia, i club più importanti sono sempre “sul pezzo”, pronti a monitorare e sondare le piste che conducono ai giocatori cui sono interessati. In questi giorni, in particolare, l’attenzione sembra essere puntata su Robin Van Persie, il gioiellino olandese dell’Arsenal che piace a mezza Europa ed, in particolare, a Milan, Real Madrid e Juventus, e che quest’anno sta dimostrando tutto il suo valore, mettendosi in luce come uno dei più interessanti attaccanti del panorama europeo e mondiale.
Per tale ragione, dunque, l’Arsenaldi Wenger vorrebbe trattenerlo, o almeno tentare di farlo, provando a blindarlo con un contratto di primissimo livello, offrendogli ben otto milioni stagionali ed un ulteriore bonus di sei milioni di euro al momento della sigla del contratto: uno stipendio da top player che, però, potrebbe non bastare a trattenerlo alla corte di Wenger, soprattutto se sulle tracce dell’olandese ci sono club di primissimo livello ed, in particolare, il Real Madrid di Mourinho che, si sa, non bada a spese.
Le merengues, infatti, potrebbero offrire all’Arsenal la cifra tonda di trenta milioni di euro per il cartellino del giocatore: una cifra che, naturalmente, appare inarrivabile per la Juventus ed il Milan che verrebbero, dunque, di fatto tagliate fuori dalle trattative, anche perchè, nel caso in cui l’affare con le merengues non dovesse andare in porto (circostanza davvero improbabile al momento, ndr) pare sia già pronto anche il Manchester City di Mancini, pronto ad “agguantare la preda”, offrendogli un contratto da nababbo, pari a circa 12 milioni di euro a stagione, ben 4 milioni in più rispetto all’ offerta dei Gunners, una cifra da capogiro, che induce i bookmakers d’oltremanica a ritenere il trasferimento al City ancor più probabile di quello al Real Madrid.