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  • Buffon sogna la finale Champions: “serve fortuna”

    Buffon sogna la finale Champions: “serve fortuna”

    Dopo la convincente vittoria ottenuta contro il Celtic nel ritorno degli ottavi di Champions League ed il conseguente biglietto staccato per l’accesso ai quarti di finale che, di conseguenza, significano l’esser ritornati nel gotha europeo, tra le prime otto squadre del Continente, è il momento delle speranze e degli auspici, soprattutto in vista del cammino ancora da intraprendere, che verrà fuori dall’urna del prossimo 15 Marzo. Un cammino che, qualunque sia l’esito, non può ovviamente essere agevole, ma che stimola i sogni di chi quella coppa dalle grandi orecchie l’ha sempre rincorsa ma non l’ha mai sollevata. Gigi Buffon c’era anche nel lontano 2003, ben dieci anni fa, quando la Juventus approdò in finale con il Milan e nella notte di Manchester la coppa le sfuggì di mano ai calci di rigore. Per lui, raggiungere il tetto d’Europa sarebbe il coronamento di una carriera straordinaria, ancor di più se potesse farlo nel ruolo di capitano della Signora.

    Buffon sogna la finale Champions | © Valerio Pennicino/ Getty Images Sport
    Buffon sogna la finale Champions | © Valerio Pennicino/
    Getty Images Sport

    Per questo motivo, nel post gara di Juventus-Celtic le sue parole risultano essere orientate alla prudenza, ma senza nascondere il suo auspicio più grande: così, Gigi Buffon pronuncia la parola “finale” e analizza quelli che sono gli ingredienti necessari a raggiungerla, dall’alto della sua esperienza. Per ora, dunque, è bene assaporare la qualificazione ai quarti e poi analizzare attentamente le variabili che potranno influire sulla rincorsa al sogno Champions.

    Ovviamente, uno degli elementi più importanti è il cosiddetto “fattore C”, ossia la fortuna connessa a ciò che il sorteggio porterà con sé. Per Gigi Buffon il pericolo numero uno è rappresentato dal Real Madrid di Mourinho, che ha eliminato il Manchester United proprio ricorrendo a “quel pizzico di fortuna” che, in questa competizione, è indispensabile. Il “timore” di Buffon si fonda sulla legge dei grandi numeri, sottolineando che nel corso della sua carriera europea con la Juventus ha “buttato fuori per ben tre volte il Real Madrid”. Un modo forse scaramantico per scongiurare la possibilità di trovarsi di fronte nei quarti le merengues di Josè Mourinho, un tecnico che in questa competizione si sente “a casa”.

    Al momento, però, secondo capitan Buffon la Juventus deve continuare a mantenere la consapevolezza e la sicurezza nei propri mezzi finora mostrata, oltre che la consapevolezza del proprio gioco che si è rivelato indiscutibilmente l’arma più importante a sua disposizione, permettendole di superare ostacoli molto ardui, come i campioni d’Europa uscenti del Chelsea, oppure di ottenere un risultato importante nella tana dello Shakhtar di Lucescu, e ancora di eliminare il Celtic con un perentorio “aggregate” di 5-0.

    Per acquisire tale maggiore sicurezza nelle proprie potenzialità la Juventus, secondo Buffon, deve guardarsi indietro e comprendere “da dove è partita” e dove può attivare in termini di potenziale. Già così, guardandosi alle spalle, può trovare quel quid necessario affinchè la finale di Wembley non sia soltanto un sogno utopico: basterà pensare che, un anno e mezzo fa, la Juventus veniva da due settimi posti consecutivi in campionato oltre ad essere fuori dall’Europa, e che negli anni immediatamente precedenti era riuscita a collezionare soltanto smacchi internazionali, come ad esempio l’umiliante eliminazione dall’Europa League da parte del Fulham.

    Ora che, invece, Madama è tornata nei “piani alti” non sembra avere alcuna intenzione di scendere.

  • Barcellona in crisi, il Real Madrid tornerà la regina di Spagna?

    Barcellona in crisi, il Real Madrid tornerà la regina di Spagna?

    Barcellona e Real Madrid sono due delle squadre che nell’ultimo periodo hanno riscosso più successo in tutto il panorama calcistico mondiale. Anzi, a dire il vero non solo gli sportivi conosco le gesta dei vari Cristiano Ronaldo, Messi, Casillas e via dicendo: dalle fiamme del portoghese ai numeri della Pulce fino al famoso bacio in diretta fra il portierone delle merengues e la sua ragazza/giornalista e potremmo continuare all’infinito. Insomma tutti, quando parliamo di Real Madrid e Barcellona, sanno a cosa si allude. Di solito il Barça degli ultimi cinque anni è considerato il club calcistico più forte della storia: grazie a Pep Guardiola i catalani sono riusciti a costruire un club che, come dice lo slogan cucito sulle magliette, è Mas que un club. Gioco incantevole, talenti purissimi, spazio ai giovani: c’è tutto nelle vittorie del fantastico Barcellona di Guardiola. Il Real Madrid è sempre stato invece l’antagonista, l’altra faccia del calcio champagne che, a dire il vero, non sempre è risultato tale. La frustrazione dei madrileni nell’arrivare sempre dietro gli odiati catalani ha raggiunto livelli altissimi: sconfitte in Liga, in Champions, in Coppa del Re con Mourinho a cavalcare l’onda della polemica. Recentemente però questa tendenza sembra essersi invertita. Il Barcellona sembra aver finito il suo ciclo stra vincente mentre il Real, al contrario, potrebbe aprirne subito un altro.

    Real Madrid e Barcellona: la rivalità fra le due squadre è storica | © AFP/Stringer / Getty Images
    Real Madrid e Barcellona: la rivalità fra le due squadre è storica | © AFP/Stringer / Getty Images

    BARCELLONA IN DECLINO – Il Barcellona non sta affatto vivendo un bel momento di forma. Guardando la Liga, il vantaggio dei catalani sulla seconda è sempre molto ampio però, per una squadra capace di offrire uno spettacolo assoluto, fare una stagione del genere è paragonabile a un fallimento. Le prime crepe di un possibile tramonto sono arrivate a fine agosto durante la finale di Supercoppa di Spagna disputata contro il Real: i mdarileni riuscirono a sconfiggere fra andata e ritorno la squadra blaugrana. Proseguendo, ecco altri problemini nel girone di questa Champions League: in un accoppiamento abbordabilissimo i catalani hanno perso qualche punto di troppo con squadre di livello nettamente inferiore (la sconfitta contro il Celtic è un esempio). Storia ancora più recente (si parla di qualche settimana fa): il Barça è stato sconfitto nell’andata degli ottavi di Champions League dal Milan per 2-0 poi nella Liga e in semifinale di Coppa del Re sono arrivate due ko contro il Real Madid. Perchè questo declino? Intanto bisogna vedere se di declino effettivamente si tratta: semmai possiamo parlare di calo rispetto agli anni scorsi. E’ anche vero che a dirigere l’orchestra blaugrana non c’è più Pep ma Villanova – anzi, Roura per via della malattia dell’erede di Guardiola – ma i giocatori sono rimasti gli stessi. Mancanza di stimoli? Possibile. Nel Barcellona attualmente giocano atleti che hanno vinto tutto e di più e un calo ci può stare. Resta da vedere se si tratta di declino vero e proprio o solo di una leggera flessione.

    REAL ALLA RISCOSSA – Se Barcellona piange, Madrid ride. Ebbene, dopo essere stati considerati gli eterni secondi sotto il Barcellona, il Real Madrid è riuscito a strappare i riflettori alla squadra catalana.  Ripercorriamo questo tragitto. La Liga attualmente è un discorso chiuso ma, nonostante questo, Mourinho si è tolto lo sfizio di sconfiggere il Barça per 2-1 al Bernabeu. Prima del turno di campionato c’è stata anche l’eliminazione dalla semifinale di coppa del Re. Poi? Le merengues si sono qualificati ai quarti di finale di Champions League sconfiggendo il Manchester United mentre il Barcellona rischia di non passare il turno, Milan permettendo. L’occasione di scrollarsi di dosso l’etichetta di eterni secondi è arrivata: tocca a Mourinho e a tutto il Real Madrid cogliere l’attimo, carpe diem.

  • Champions League, l’arbitro e Ronaldo condannano il Manchester United

    Champions League, l’arbitro e Ronaldo condannano il Manchester United

    Impresa del Real Madrid all’Old Trafford nel match di ritorno degli Ottavi di Finale di Champions League. Il Manchester United saluta tra la delusione generale la competizione nonostante partisse dal pareggio rimediata all’andata al Santiago Bernabeu. Sfida fortemente segnata da un arbitraggio non all’altezza di una gara di questo calibro, soprattutto in occasione dell’espulsione di Nani. Alla fine le merengues si portano a casa vittoria e qualificazione con la rete decisiva dell’ex di turno, Cristiano Ronaldo, che in occasione del gol si è quasi scusato con i suoi vecchi tifosi. Per i Red Devils rimane l’amaro in bocca per aver visto sfuggire l’occasione di qualificarsi dopo il pareggio esterno e il vantaggio iniziale nei primi minuti di gioco del secondo tempo.

    Champions League, Mou batte Ferguson

    Ronaldo, quasi si scusa dopo la rete del vantaggio © Jasper Juinen/Getty Images
    Ronaldo, quasi si scusa dopo la rete del vantaggio © Jasper Juinen/Getty Images

    LA PARTITA – Una gara molto tirata nei primi minuti di gioco con il Real Madrid che fa la partita e il Manchester United che aspetta gli avversari per poi ripartire in contropiede. Esce fuori un primo tempo piuttosto opaco, non certo spettacolare. La seconda frazione di gioco invece ha regalato parecchie emozioni con il gol in apertura dei padroni di casa con l’autogol di Sergio Ramos che devia nella propria rete un cross teso dalla sinistra di Nani. Dieci minuti più tardi sale in cattedra l’arbitro che espelle inspiegabilmente l’esterno portoghese dei Red Devils per un fallo che vede solo lui. Lo United in dieci arretra tantissimo il baricentro e subisce il ritorno del Real Madrid che trova il pareggio al 65′ con il neo entrato Modric che piazza la palla con un tiro a giro di rara precisione che colpisce il palo ed entra in rete. Passano solamente quattro minuti ed arriva il sorpasso con la realizzazione di Cristiano Ronaldo abile a deviare in scivolata un tiro-cross di Higuain dalla destra. Il portoghese non esalta per rispetto nei confronti dei suoi ex tifosi. Il finale di gara vede protagonista il portiere degli ospiti, Diego Lopez che si esalta con quattro interventi decisivi ai fini del risultato finale che non cambia fino al triplice fischio dell’arbitro.

    PAGELLE MANCHESTER UNITED-REAL MADRID
    Ronaldo 7.5 – Nonostante i sonori fischi riservati dai suoi vecchi tifosi, il portoghese mostra la sua solita classe e realizza il gol del definitivo 1-2 che condanna lo United e permette al Real di volare ai Quarti di Finale.
    Diego Lopez 7 – Sostituisce l’infortunato (ma recuperato) Casillas e nel finale di gara si esalta con una serie di parate che salvano risultato e qualificazione.
    Van Persie 5.5 – In avvio su assist del sempreverde Giggs si rende pericoloso di una conclusione al volo che sbatte contro la difesa merengues, dopo di che sparisce dalla partita.
    Giggs 6.5 – Millesima presenza nel professionismo. Che dire? Lui c’è, è sempre nel vivo dell’azione e nonostante l’età mostra una resistenza invidiabile. Non ha la corsa degli anni d’oro, ma i piedi sono comunque ottimi e la semplicità con la quale fornisce palloni invitanti ai compagni è da pelle d’oca.

    TABELLINO MANCHESTER UNITED-REAL MADRID 1-2
    Manchester United (4-2-3-1): De Gea 6; Rafael 5 (87′ Valencia sv), Ferdinand 6.5, Vidic 6.5, Evra 6; Carrick 6.5, Cleverley 6 (73′ Rooney 6); Nani 6.5, Giggs 6.5, Wellbeck 6 (80′ Young sv); Van Persie 5.5.
    Real Madrid (4-2-3-1): Diego Lopez 7; Arbeloa 5.5 (59′ Modric 7), Varane 5.5, S. Ramos 5, Coentrao 5; Xabi Alonso 5.5, Khedira 5.5; Di Maria 5 (45′ Kakà 6), Ozil 5.5 (71′ Pepe sv), C.Ronaldo 7.5; Higuain 6.5.
    Marcatori: 48′ aut. Sergio Ramos (M), 65′ Modric (R), 69′ Cristiano Ronaldo (R)

  • Champions League, Ferguson o Mourinho chi uscirà di scena?

    Champions League, Ferguson o Mourinho chi uscirà di scena?

    Questa sera all’Old Trafford andrà in scena una sfida che si preannuncia epica tra Manchester United-Real Madrid, valida per il ritorno degli Ottavi di Finale della Champions League. Il match d’andata finì con un pareggio per 1-1 (con le reti di Welbeck e Cristiano Ronaldo) che al momento favorisce gli inglesi che partono quindi con il gol segnato in trasferta e con la possibilità di giocarsi la gara decisiva con il pubblico amico. Comunque vada la sfida, una delle due squadre dovrà lasciare la competizione e priverebbe la Champions di una protagonista assoluta per la conquista della Coppa. United-Real, una finale anticipata. E se siete alla ricerca di motivi per guardare la partita, vi basta la sfida Ferguson-Mou oppure il ritorno a casa di Cristiano Ronaldo nella squadra che l’ha reso grande?

    Champions League, United-Real. Il ritorno di Ronaldo…

    Ronaldo torna all'Old Trafford da ex © Jasper Juinen/Getty Images
    Ronaldo torna all’Old Trafford da ex © Jasper Juinen/Getty Images

    PERICOLO RONALDO – Alex Ferguson l’ha conosciuto, allevato e fatto diventare importante, ora se lo ritrova contro per la seconda volta ne giro di due settimane. Proprio il tecnico scozzese ha messo in allerta i suoi giocatori dell’importanza di bloccare da subito l’asso portoghese, in grado da solo di trascinare l’intera formazione spagnola. Cristiano Ronaldo, dopo aver segnato all’andata con un colpo di testa preceduto da uno stacco imperioso, vuole ripetersi all’Old Trafford, nello stadio che è stato suo per parecchi anni prima di provare l’avventura in Spagna. Sentirà la pressione dell’ex oppure ne uscirà rafforzato dai probabili fischi che riceverà dai suoi ex tifosi? Tra l’altro, nelle ultime ore si parla di un suo possibile ritorno allo United a partire dalla prossima stagione…

    IL VECCHIO E IL NUOVO – Il match odierno vedrà sfidarsi anche il vecchio (Ferguson) con il nuovo (Mourinho). Due filosofie diverse ma con una caratteristica in comune: la vittoria. Tra i due tecnici c’è stima reciproca, tanto che lo scozzese avrebbe suggerito alla proprietà dello United, quando avverrà il suo addio al calcio, di ingaggiare il portoghese. Dal canto suo, lo Special One, non ha mai nascosto il desiderio di prendere l’eredità di Sir Alex Ferguson e quindi sedersi sulla panchina dei Red Devils.

    PROBABILI FORMAZIONI MANCHESTER UNITED-REAL MADRID
    Manchester United (4-2-3-1): de Gea; Rafael, Ferdinand, Evans, Evra; Carrick, Cleverley; Rooney, Kagawa, Welbeck; van Persie. Allenatore: Ferguson
    Real Madrid (4-2-3-1): Diego Lopez; Arbeloa, Varane, Sergio Ramos, Coentrao; Khedira, Xabi Alonso; Di Maria, Ozil, Ronaldo; Higuain. Allenatore: Mourinho

  • Mourinho-Ferguson, sfida infinita

    Mourinho-Ferguson, sfida infinita

    Ancora una volta Alex Ferguson e Josè Mourinho incrociano i propri destini e le proprie lavagnette tattiche dalle parti dell’Old Trafford. I due tecnici al momento più quotati e vincenti del Vecchio Continente, alla guida rispettivamente del Manchester United e del Real Madrid, si giocano in un match come sempre vibrante l’accesso ai quarti di finale della Champions League. Mourinho ha perso soltanto 2 volte in ben 15 confronti al cospetto di Sir Alex, ma questo potrebbe non bastare nella tana dei red devils, dopo l’1-1 dell’andata al Bernabeu, che quantomeno garantisce i favori del pronostico agli inglesi.

    Il duello tra Sir Alex e lo Special One, comunque, ha conosciuto tanti capitoli di una storia affascinante e con non pochi colpi proibiti. I due allenatori si affrontarono per la prima volta inconsapevoli del loro futuro antagonismo nel 2004. E il giovane Mou confezionò uno sgarbo irriverente al tecnico degli inglesi proprio in Champions.

    Ferguson vs Mourinho la sfida infinita | © CARL DE SOUZA/AFP/Getty Image
    Ferguson vs Mourinho la sfida infinita | © CARL DE SOUZA/AFP/Getty Image
    Il Porto si era imposto per 2-1 tra le mura amiche e all’Old Trafford stava soccombendo per 1-0 e quindi eliminato in virtù di un gol di Scholes. Poi proprio allo scadere una conclusione non irresistibile di Costinha, complice una papera di Tim Howard, scaturì il pareggio per i dragoes, che passarono il turno. Mourinho avrebbe poi addirittura vinto quell’edizione della Champions con il suo Porto. Le sfide divennero poi più frequenti con il passaggio del lusitano sulla panchina del Chelsea ed anzi Ferguson patì particolarmente il tatticismo del portoghese, tanto da racimolare in 10 confronti diretti 5 sconfitte, 4 pareggi ed un solo successo. Oltretutto nel 2007 Mou ed il Chelsea vinsero la FA Cup con un gol nell’extra-time in finale di Drogba proprio ai danni del Man United.

    Una vera rivincita Ferguson riuscì ad afferrarla soltanto nella Champions del 2008/2009 con Mourinho che nel frattempo si era accasato sulla panchina dell’Inter. Nei sedicesimi della competizione Sir Alex questa volta riservò un brutto dispiacere al suo dirimpettaio, battendolo con un netto 2-0 all’Old Trafford. Mourinho ha fatto sempre soffrire Ferguson, ma in Champions non ha mai vinto all’Old Trafford, un dettaglio da considerare in un match in cui il Real dovrà cercare di vincere per forza.

    Ad ogni modo, Ferguson e Mourinho sposano due filosofie calcistiche diverse. Sir Alex siede sulla panchina dei red devils ormai dal 1986 e rappresenta il vero simbolo di un club vincente e capace ogni volta di rinnovarsi negli uomini e nelle ambizioni. Mourinho, invece, non conosce una dimora fissa e la sua missione calcistica è quella di vincere in ogni paese d’Europa, dal Portogallo all’Italia, passando per l’Inghilterra e la Spagna. Una missione portata quasi al termine, anche se in bacheca gli manca il grande acuto proprio con le merengues. Tuttavia, la sfida tra Manchester United e Real Madrid vivrà nel suo fascino più assoluto per i suoi condottieri e per il ritorno di un grande ex. Quel Cristiano Ronaldo che a Manchester ha infranto tanti cuori e si è affermato come uno dei migliori calciatori al mondo. Ma sarà sufficiente per rubare la scena al duello tra Sir Alex e Mou?

  • Il Real Madrid umilia il Barcellona 3-1: Messi sotto accusa

    Il Real Madrid umilia il Barcellona 3-1: Messi sotto accusa

    Barcellona-Real Madrid non è una partita come tutte le altre. Vuoi perchè in campo ci sono i migliori giocatori del mondo, vuoi per le tradizioni opposte che risiedono dietro gli stemmi delle due squadre, il Clasico è uno degli eventi sportivi più sentiti nell’intera Spagna e non solo. Da una parte il Barcellona, simbolo della Catalunia e delle spinte autonomiste, dall’altra il Real Madrid, formazione orgoglio della capitale spagnola e dell’ideologia politica opposta a quella blaugrana. Nella lontanissima storia iberica, il Real ha per larghi tratti dominato la scena fino a quando, con un’accurata gestione del settore giovanile, non è nato anche il mito del Barcellona che ha portato la squadra catalana a diventare la leggenda che conosciamo oggi. Nonostante questo sembrano ormai passati e sepolti gli anni della manita o della frustrazione del Real Madrid di Mourinho incapace di battere gli alieni del Barcellona. E’ vero che i blanocos sono nettamente distaccati nella Liga ma nella semifinale di Coppa del Re sono riusciti a eliminare i favoriti blaugrana. L’andata giocata qualche settimana fa al Bernabeu era finita 1-1 con gol di Fabregas e recupero finale madrileno con un colpo di testa di Varane. Dopo quel risultato la stampa spagnola era certa che il Barça avrebbe controllato facilmente la situazione e sarebbe approdato in finale senza troppi fronzoli. Previsione errata perchè nella sfida di ritorno al Camp Nou, tempio del Barcellona, il Real Madrid ha letteralmente umiliato i catalani sconfiggendoli per 3-1 davanti alla loro gente.

    Cristiano Ronaldo man of the match: due gol al Camp Nou | © Jasper Juinen / Getty Images
    Cristiano Ronaldo man of the match: due gol al Camp Nou e Barça eliminato| © Jasper Juinen / Getty Images

    FINE DI UN CICLO? – La sconfitta a San Siro contro il Milan è stato il primo campanello d’allarme per Roura. Squadra che non crea, che non segna e che trasforma il possesso palla, fino ad ora arma micidiale, in un qualcosa di fazioso e di inconcludente. La difesa, ormai evidentemente vecchia e logora, concede moltissimo agli avversari e in una formazione nettamente predisposta a un gioco offensivo, è un suicidio sportivo, un lusso che il Barcellona non può permettersi. Contro il Real Madrid ci sono stati dei flop clamorosi. Basti pensare al veterano Puyol, saltato come un giocatore qualunque da Di Maria nell’azione che ha portato i blancos a segnare la seconda rete della serata. Tutti nella metà campo madrilena, pallone allontanato dalla difesa di Mourinho e calciato in avanti dove la rapidità di Di Maria e Cristiano Ronaldo ha letteralmente fatto a fette la difesa di burro del Barça. La sensazione è che i fenomeni catalani abbiano intrapreso la via del declino. Sia chiaro, la qualità è sempre ai massimi livelli e le vittorie continueranno ad arrivare per un bel po’ ma dobbiamo scordarci della squadra di cannibali dell’era Guardiola. Adesso il Barcellona si può battere, anche sul proprio campo. Una dolce melodia per le orecchie del Milan.

    CR7 MATTATORE – Tornando alla semifinale di ritorno, Mourinho questa volta è stato tatticamente impeccabile. Real Madrid chiuso e ordinato pronto a ripartire per far male a Messi e compagni. Proprio l’argentino ha deluso ancora: la stampa spagnola lo ha attaccato come uno dei responsabili della debacle. La verità è che il Real, così come aveva fatto il Milan, ha saputo contenerlo con una vera e propria gabbia attorno a lui. Già al 12′ Piquè interviene malamente su Cristiano Ronaldo: calcio di rigore e gol del portoghese. Nella ripresa arriva il raddoppio dello stesso Cr7 al termine di un’azione solitaria di Di Maria. Spazio anche per Varane che di testa, come all’andata, su azione da corner, trafigge Pinto per la terza volta. Nel Barcellona non basta il gol finale di Alba su magnifico assist di Iniesta, opaca fotografia di una manovra eccelsa ormai sbiadita.

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  • Mourinho lascerà il Real, Moratti è pronto a farlo tornare all’Inter?

    Mourinho lascerà il Real, Moratti è pronto a farlo tornare all’Inter?

    Che Stramaccioni non rimarrà a lungo sulla panchina nerazzurra è una scommessa troppo facile da vincere. Ma su chi sarà il suo prossimo sostituto c’è molto da indovinare. Si è parlato di Diego Simenone, ex idolo della curva, calciatore con un passato a tinte interiste e biancocelesti, con la grinta e il giusto carisma per guidare la banda argentina sin troppo irrequieta nello spogliatoio dei clan (cit. Ibra.). Poi è venuto fuori il nome dell’attuale tecnico del Napoli Walter Mazzarri, in continua polemica con tutto l’ambiente partenopeo, nonostante gli ottimi risultati avuti in questi ultimi anni, agli azzurri è mancato quel salto di qualità per diventare una squadra in grado di vincere qualcosa di importante. Il valzer delle panchine o il fantallenatori è partito prima del mercato estivo con i classici nomi già sulla bocca di tutti gli esperti di calciomercato. E se niente niente, l’amarcord italico riportasse il Vate di Setubal, l’uomo della provvidenza, lo Special One e chi più ne ha ne metta, sulla panchina dell’Inter?

    Josè Mourinho ©  CHRISTOPHE SIMON AFP
    Josè Mourinho © CHRISTOPHE SIMON
    AFP
    Sognare non è vietato, ma parlare di un ritorno di Josè Mourinho in quel di Appiano Gentile, più che di favoletta sa di pura fantascienza. Ragionando sull’attuale situazione del portoghese, è utile comunque lasciare qualche spiraglio di speranza ai tifosi nerazzurri. In primis perché l’addio del tecnico blancos dal Real Madrid è cosa ormai certa, con i quotidiani spagnoli che parlano di una decisione già presa dallo stesso Florentino Perez, (che avrebbe deciso di liquidarlo con un assegno di 10 milioni di euro come buonuscita)stanco di vedere il suo Real Madrid terzo in campionato e a meno 16 punti dal Barcellona. I rapporti pessimi con tutto lo spogliatoio avallerebbero le scelte del presidente Perez, considerando come il caso Casillas sia stato gestito malissimo da tutto l’ambiente blancos.

    A prendere il posto di Josè, sarebbe prontissimo Carlo Ancelotti, attuale tecnico del Psg, che scambierebbe volentieri la sua poltrona con il suo nemico di derby milanesi Mou, per accomodarsi al Santiago Bernabeu. Lo special one in questo modo potrebbe ritrovare in quel di Parigi un campione come Ibra, affiancato da altri giocatori di levatura altissima, e perché no magari trascinarsi dietro ( a fronte di un’offerta irrinunciabile) anche Cristiano Ronaldo dal Real Madrid.

    Questa è l’ipotesi più probabile, ma volendo andare avanti con l’immaginazione, e volendo sognare come è giusto che faccia ogni tifoso interista, si potrebbe ipotizzare un ritorno di Mourinho in abiti nerazzurri? Lo stesso tecnico del Real non ha mai negato la sua fede interista, confessando con continuità nelle interviste calcistiche la sua voglia di tornare un giorno ad allenare la SUA inter. Certamente volendo essere realisti è difficile pensare che questo possa accadere giusto per un paio di buoni motivi:1) Massimo Moratti in piena epoca austerity difficilmente potrebbe permettersi un ingaggio nemmeno vicino alla metà dell’attuale compenso del portoghese; 2) lo stesso Josè non tornerebbe mai in Italia per competere per la quarta o quinta posizione del campionato, e per l’Europa League, considerando l’attuale rosa nerazzurra, (con qualche reduce pensionabile del vecchio Triplete) e i nuovi mediocri innesti non possano dare risultati migliori.

    Sognare non costa niente, ma ricostruire una squadra crollata nel corso degli anni con dirigenti non proprio svegli come Branca e soci è un altro contro. Chiedere a Moratti.

  • Mourinho, buonuscita e addio a fine stagione. Destinazione Parigi?

    Mourinho, buonuscita e addio a fine stagione. Destinazione Parigi?

    L’addio di Mourinho dal Real Madrid a fine stagione è sempre più scontato e secondo le ultime voci in arrivo dalla Spagna, il presidente del club Florentino Perez avrebbe già trovato l’accordo con il portoghese per la rescissione del contratto a fine stagione con tanto di buonuscita importante per l’ex tecnico dell’Inter. Si parla di 10 milioni di euro, circa l’ingaggio annuale da lui percepito in terra spagnola. A quel punto lo Special One si ritroverebbe libero di firmare per qualsiasi società e il suo passaggio al Paris Saint Germain non è del tutto scontato, viste le continue voci che vedrebbero i francesi poco intenzionati a trattenere Carlo Ancelotti, visti i risultati non eccellenti in un campionato che sulla carta dovrebbe vincere a mani basse. Insieme a Mourinho, il Real perderebbe anche Cristiano Ronaldo, sempre con destinazione Parigi.

    Mourinho, l’uomo dei miracoli?

    Mou pensieroso, starà riflettendo sul suo futuro? © Denis Doyle/Getty Images
    Mou pensieroso, starà riflettendo sul suo futuro? © Denis Doyle/Getty Images

    All’Inter viene ricordato per il clamoroso triplete conquistato nella stagione 2009-2010, che l’ha portato tra gli idoli della tifoseria nerazzurra, che tutt’ora lo rimpiange e cerca di convincerlo per tornare ad allenare alla Pinetina. Lo Special One è stato anche il tecnico che ha portato il Chelsea a trionfare in Premier League e anche lì, via di rimpianti. Al Real Madrid invece non è e non sarà l’allenatore più amato, per il suo modo di fare molto scontroso, forse diretto, che poco si avvicina alla cultura delle merengues, abituati più a far parlare per le giocate dei suoi giocatori piuttosto che dei battibecchi e delle manie di protagonismo del suo tecnico. Anche qui però, il suo lavoro l’ha fatto. La Liga conquistata nella stagione 2011-2012 ha un sapore speciale, visto il dominio imponente del Barcellona negli anni precedenti (e anche in quello successivo, l’attuale!). L’unico rammarico rimane la Champions, vero obiettivo del club nei tre anni di Special One. Quest’anno gli spagnoli sono ancora in corsa ma dopo il pareggio interno contro lo United, la strada verso la Finale si fa dura.

    Il dopo Mou al Real…

    In casa merengues già si pensa al dopo Mourinho. La sfida a due inizialmente comprendeva Wenger, tecnico dell’Arsenal e Klopp, tecnico del Borussia Dortmund, ma nelle ultime ore sarebbe spuntata l’interessante pista Ancelotti. L’ex mister di Milan e Chelsea, attualmente al Psg, potrebbe scambiare la panchina proprio con lo Special One e arrivare (con qualche anno di ritardo) sulla panchina del Real Madrid, sognata fin dai tempi rossoneri. Ci sarebbe stata una prima chiacchierata tra le due parti, pronte a mettere nero su bianco a fine stagione. Con l’addio di Mou, si fa sempre più scura la conferma di Cristiano Ronaldo, che avrebbe rifiutato al momento qualsiasi trattativa per il rinnovo contrattuale. In caso di addio del fenomeno portoghese, Florentino Perez investirebbe il ricavo della sua cessione con gli acquisti extra lusso di David Silva, Neymar, Bale e Isco.

    Chi sceglierà lo Special One?

    Paris Saint Germain, Chelsea, Manchester Uniter e City. Con in tasca un assegno da 10 milioni, offerto gentilmente da Florentino Perez per lasciare la panchina del Real Madrid, Mourinho si ributterebbe subito in una nuova avventura. I francesi al momento sarebbero favoriti per i grandi investimenti dei ricchi proprietari e perché il portoghese ha sempre amato ricostruire una società e portarla al vertice. In secondo luogo le altre inglese, con lo United in ultima posizione a causa di un Ferguson che non intende lasciare la panchina dei Red Devils. Ma attenzione… E se spuntasse l’amata Inter?

  • Liga, Messi da record. Mourinho tocca quota 100 panchine

    Liga, Messi da record. Mourinho tocca quota 100 panchine

    Poche sorprese nella 24esima giornata di Liga Spagnola che ha visto le prime tre squadre vincere e lasciare quindi invariate le rispettive distanze. Sono tre i protagonista: Messi, Sergio Ramos e Mourinho. Per l’argentino ennesima impresa superata con i 300 gol segnati con la maglia blaugrana e una media gol impressionante con 37 reti realizzate nella 24 gare di campionato (segna ininterrottamente da inizio novembre!), il difensore spagnolo invece nel giro di sei minuti (dal 12′ al 18′) realizza il gol del 2-0 per le merengues, poi subisce una doppia ammonizione lampo che costringe i compagni a giocare in dieci per settanta minuti circa, ed infine il tecnico portoghese che tra mille difficoltà raggiunge quota 100 panchine da allenatore del Real Madrid.

    Un campionato sempre più in mano al Barcellona che mantiene il vantaggio di 12 punti dall’Atletico Madrid (secondo in classifica) e non sembra risentire di alcuna fatica. La squadra di Tito Vilanova continua ad impressionare per gioco e solidità e solo con il ritorno della Champions League,  le dirette concorrenti potrebbero sperare di racimolare qualche punto, anche se, onestamente, la Liga in questo momento può perderla solo il club catalano.

    Sergio Ramos esce a testa bassa dopo l'espulsione © PEDRO ARMESTRE/AFP/Getty Image
    Sergio Ramos esce a testa bassa dopo l’espulsione © PEDRO ARMESTRE/AFP/Getty Image

    Barça in rimonta – Messi e compagni hanno trovato più difficoltà del previsto per superare il Granada, squadra impegnata nella lotta per non retrocedere. La formazione di Vilanova si ritrova anche sotto di un gol alla fine del primo tempo ed è il solito fenomeno argentino a togliere le castagne dal fuoco con una doppietta che gli permette di rimanere al primo posto, con un ottimo margine di sicurezza dalla seconda.

    Fa tutto Sergio Ramos – Il Real Madrid invece chiude la pratica Rayo Vallecano nei primi dodici minuti con le reti di Morata e Sergio Ramos. Il giovane attaccante spagnolo, gettato nella mischia da Mourinho, ringrazia per la fiducia il tecnico con un gol importante che spiana la squadra ad una facile vittoria. Per il terzino ex Siviglia invece, come già detto, una giornata quasi storica. Prima realizza la rete del definitivo 2-0 e dopo sei minuti si fa espellere (per doppia ammonizione) mettendo a serio rischio una vittoria che sembrava già scritta.

    Anti-Barça – L’Atletico Madrid di Simeone continua l’ottimo campionato fin qui disputato e vince in trasferta sul campo del Valladolid con un secco 3-0 che gli permette di mantenere i 4 punti di vantaggio dai cugini del Real. Il Barça invece al momento sembra irraggiungibile. A segno per l’Atletico il solito Falcao, autentico trascinatore dei Cholchoneros.

    Lotta Champions – Inizia a delinearsi anche la lotta al quarto posto (l’ultimo utile per l’ingresso in Champions, tramite Preliminari). Malaga e Valencia sembrano avere una marcia in più rispetto alle dirette concorrenti e con le due vittorie nella 24esima giornata staccano iniziano un piccola fuga. Entrambe le squadre vincono i casa, rispettivamente contro Athletic Bilbao e Maiorca.

    Levante e Real Sociedad si fanno male a vicenda, andando a pareggiare nello scontro diretto (1-1 il risultato finale), mentre per il Betis arriva una deludente sconfitta nella trasferta a Barcellona contro l’Espanyol.

    Retrocessione – La lotta per non scendere il Liga Adelante inizia a farsi chiara. La distanza tra il 18esimo posto e la prima posizione utile per salvarsi la distanza è già di 4 punti. In questo momento, le squadre che scenderebbero di categoria sarebbero: Celta Vigo, Maiorca e Deportivo la Coruna.

  • Real Madrid-Manchester United e Shakhtar-Borussia, le formazioni

    Real Madrid-Manchester United e Shakhtar-Borussia, le formazioni

    Gli ottavi di andata di Champions League, dopo l’apertura di ieri con i successi esterni di Juventus e Paris Saint Germain rispettivamente contro Celtic e Valencia proseguono questa sera alle 20.45 con gli altri due match di questa settimana, prima che il tabellone dell’andata venga completato il 19 e 20 Febbraio. Il menu propone, così, il “piatto forte” di Real Madrid-Manchester United al Santiago Bernabeu, lo scontro tra titani che si incontrano troppo presto, andando ad ostacolarsi vicendevolmente nel proseguio del cammino in Champions, ma anche l’interessante scontro fra outsider Shakhtar Donetsk-Borussia Dortmund che metterà di fronte due tra le sorprese positive messesi in mostra nella fase a gironi del torneo soprattutto in termini di gioco e di briosità.

    Real Madrid-Manchester United è il match clou, che metterà di fronte le merengues di Josè Mourinho e i Red Devils di Sir Alex Ferguson, due tra le squadre più blasonate d’Europa e del mondo, e tanto basta per capire perchè la gara verrà seguita da circa 200 milioni di spettatori in tutto il pianeta, come se fosse la finale del torneo. E di finale anticipata, a conti fatti, si tratta. Lo spettacolo dovrebbe essere assicurato dallo stato di forma degli ospiti, dominatori incontrastati in Premier League con ben 12 punti di vantaggio sulla seconda, il City, e pertanto già proiettati alla dimensione Europea per cercare di centrare il prestigioso obiettivo “double”, campionato e Champions League, ancor di più nella stagione che si preannuncia come l’ultima della lunghissima carriera del tecnico dei Red Devils.

    Questa sera, inoltre, il match vivrà dell’atteso scontro tra Cristiano Ronaldo ed il suo passato, contro la squadra che lo ha reso grande ed il tecnico che lo ha lanciato nell’Olimpo del calcio mondiale, un incontro che lo emozionerà come lo stesso CR7 ha Twittato alla vigilia: “giocare contro il Manchester United è una partita speciale per me”, e la sua presenza in campo, anche secondo i bookmakers, potrà essere decisiva nell’influenzare le sorti di Real Madrid-Manchester United, anche se non sarà ovviamente l’unico nome di peso illuminato dai riflettori del Bernabeu. Basti pensare all’attacco dello United composto dalla coppia delle meraviglie Rooney-Van Persie, ma anche il trio delle merengues formato da Ozil, Ronaldo (appunto) e Benzema. Per Josè Mourinho questo match è “la partita che tutti vorrebbero giocare” ed è, probabilmente, la cartina di tornasole della stagione del suo Real Madrid, che punta sulla Champions League per risollevare la propria stagione.

    Real Madrid-Manchester United, le formazioni | © Jasper Juinen/Getty Images
    Real Madrid-Manchester United, le formazioni | © Jasper Juinen/Getty Images

     

    Probabili formazioni Real Madrid-Manchester United:

    Real Madrid (4-2-3-1): Lopez, Arbeloa, Pepe, Ramos, Coentrao; Khedira, X. Alonso; Di Maria, Ozil, Ronaldo; Benzema. Allenatore: Josè Mourinho

    Manchester United (4-4-1-1): De Gea; Rafael, Ferdinand,Vidic, Evra; Nani, Carrick, Cleverley, Valencia; Rooney; Van Persie. Allenatore: Alex Ferguson

    Shakhtar Donetsk-Borussia Dortmund è, come detto, il match tra le due outsider del torneo, le squadre “rivelazione” come si suol definire le formazioni che esprimono buon gioco e riescono a raggiungere risultati sorprendenti rispetto alle quotazioni iniziali. In particolare, gli ucraini guidati da Lucescu hanno ben impressionato nella fase a gironi nel raggruppamento della Juventus, riuscendo a mostrare bel gioco corale e buone individualità in particolare con il giovane brasiliano Willian che, però, è stato nel frattempo ceduto all’Anzhi. La squadra ucraina questa sera avrà il vantaggio del fattore campo, dove ha costruito le migliori prestazioni in Europa, grazie al gioco brillante dei suoi gioielli in rosa, da Fernandinho a Teixeira, fino al bomber (noto per lo scarso fair play nella gara con il Nordsjaelland) Luiz Adriano. Il Borussia Dortmund di Klopp, dopo uno scoppiettante inizio di stagione in cui hanno brillato nel girone del Manchester City e del Real Madrid, non sta attraversando attualmente un buon momento ed è reduce dalla sconfitta in Bundesliga con l’Amburgo per 4-1. Questa sera, però, proverà ad affidarsi alla vena del bomber Lewandowski, oltre che dei due talentini Reus e Gotze.

    Probabili formazioni Shakhtar Donetsk-Borussia Dortmund: 

    Shakhtar Donetsk (4-2-3-1): Pyatov; Srna, Kucher, Rakitskiy, Rat; Hubschmann, Stepanenko; Alex Texeira, Mkhitaryan, Taison; Luiz Adriano. Allenatore: Lucescu

    Borussia Dortmund (4-2-3-1) Weidenfeller; Piszczek, Subotic, Hummels, Schmelzer; Gundogan, Kehl; Blaszczykovski, Goetze, Reus; Lewandovski. Allenatore: Klopp