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  • NBA: Lakers, la svolta. Boston batte Miami ma perde Rondo

    NBA: Lakers, la svolta. Boston batte Miami ma perde Rondo

    Emozioni a non finire nella notte di ieri. Erano sette le partite Nba in programma. A catturare l’attenzione di tutti gli appassionati sono state le prime due partite, ovvero la sfida al TD Garden di Boston tra Celtics e Miami, e quella dello Staples Center, dove Bryant ha dato ulteriore assaggio della sua classe di fronte ai Thunder di Kevin Durant. Negli altri incontri, vittorie casalinghe per New York, Dallas e Clippers. Quest’ultimi pongono fine alla serie negativa di tre sconfitte consecutive battendo i Blazers nel secondo back-to-back tra le due squadre (24 ore prima era stata Portland a vincere). Non possiamo non tacere neanche di fronte alla prestazione di Carmelo Anthony, che da solo ha avuto ragione degli Hawks segnando 42 punti. A Dallas invece, oltre alla vittoria, si festeggiano due importanti avvenimenti statistici: Shawn Marion ha giocato la millesima partita della sua carriera, e Dirk Nowitzki ha superato al 18° posto Allen Iverson nella classifica dei migliori marcatori di sempre.

    Boston Celtics – Miami Heat 100-98 (2ot), dedicata a Rondo

    Paul Pierce si beve Ray Allen | ©Jared Wickerham/Getty Images
    Paul Pierce si beve Ray Allen | ©Jared Wickerham/Getty Images

    Tutti sapevano, tranne loro, i suoi compagni di squadra. Ed è così che il successo di ieri dei Celtics su Miami si trasforma in un qualcosa di più che una semplice vittoria. Era una notte speciale quella di ieri per gli abitanti del TD Garden. Contro gli Heat infatti Boston ha giocato la sua prima partita da qui fino al resto della stagione (eventuali play-off inclusi) senza lui, Rajon Rondo, che di recente aveva incantato tutti con ripetute triple-doppie sensazionali. Vederlo seduto lì, come uno spettatore chiunque, con la consapevolezza che quello sarà il trend per tutto il 2013 dopo la rottura del crociato anteriore destro, lascia un certo sconforto anche a chi tifoso dei Celtics non è. Una prima risposta alla domanda se Boston riuscirà o meno a raggiungere i play-off anche senza il suo apporto è comunque arrivata ieri, con Kevin Garnett (24 punti, 11 rimbalzi, 3 stoppate) e Paul Pierce (17 punti, 13 rimbalzi, 10 assist) protagonisti nella vittoria “speciale” della loro squadra contro i detentori dell’anello. La partita è stata equilibrata fin dall’avvio del primo quarto, sebbene Miami desse sempre l’impressione di poterla portare a casa quando voleva. Il problema appunto è che gli ospiti in realtà non hanno mai dato quell’accelerazione necessaria per spezzare l’equilibrio del match, volendosi affidare soltanto alle giocate di LeBron (34 punti, 16 rimbalzi) e al grande ex dell’incontro, Ray Allen (21). La fotografia che rimarrà di questo incontro sarà il canestro decisivo di Pierce a 30″ dal termine per il momentaneo 99-98, e il tentativo disperato da tre punti allo scadere di Shane Battier (sì, avete letto bene).

    Los Angeles Lakers – Oklahoma City Thunder 105-96, la svolta

    Stavolta possiamo dirlo a voce alta? Sì, i Lakers visti ieri sera ci danno quel feeling necessario da poter utilizzare la parola svolta. La squadra di Mike D’Antoni ha confermato i progressi mostrati nell’ultima partita casalinga vinta contro i Jazz, conquistando la loro seconda vittoria consecutiva. Sinceramente la prestazione offerta ieri dai giallo-viola ha spiazzato pure noi, facendoci ricredere sui pronostici che avevamo dato qualche ora prima dell’inizio della partita. La palma di migliore in campo va ancora una volta a quel genio di Kobe Bryant (21 punti, 14 assist, 9 rimbalzi), che in partite come queste sa esaltarsi come pochi. Come contro Utah, Kobe gioca per la squadra, dispensando assist (14, again) mai banali (vero Pau?) ai propri compagni. Non è dunque un caso che le migliori partite dei californiani siano coincise con Bryant in versione assist-man, quasi volesse rubare il mestiere a chi con gli assist, fino ad oggi, è campato, e pure bene (leggi Steve Nash). Vittoria meritata quella dei Lakers, che sono riusciti a contenere i Thunder sotto i 100 punti, nonostante Durant ne abbia messi a referto da solo 35. Ad Oklahoma è mancato ancora una volta Russell Westbrook, che chiude la serata con un disastroso 7/27 dal campo, segnando “solo” 17 punti.

    Los Angeles Clippers – Portland Blazers 96-83, fa tutto Griffin

    In attesa del rientro di Chris Paul, i Clippers ritrovano la vittoria dopo tre sconfitte consecutive, battendo nettamente Portland nel secondo back-to-back tra le due squadre. A trascinare i rosso-blu ci pensa Blake Griffin, autore di 23 punti, 9 assist e 5 rimbalzi, con un ottimo 9/15 da due. Prezioso anche l’apporto dalla panchina di Lamar Odom, che in 29 minuti di gioco cattura 13 rimbalzi, confeziona 6 assist, segnando anche 8 punti. Agli ospiti non bastano i 21 punti e 11 rimbalzi di LaMarcus Aldridge. Sottotono Lillard nonostante i 16 punti (5/14 da due).

    Dallas Mavericks – Phoenix Suns 110-95, la storia

    La vittoria, comunque importante per la classifica, dei Mavericks contro i Suns passa in secondo piano di fronte ai due prestigiosi traguardi tagliati da Shawn Marion e Dirk Nowitzki. Il primo ha segnato 18 punti, preso 9 rimbalzi e inventato 5 assist nella sua partita numero mille in oltre 14 anni anni di carriera. Il secondo invece ha superato nella classifica dei migliori marcatori di tutti i tempi Allen Iverson, portandosi al 18° posto a quota 24,375 punti. Patrick Ewing è lì, ad un passo, con i suoi 24,815 punti. Nei Suns si registra la grande prova di Goran Dragic, che mette a segno 18 punti e 8 assist.

    New York Knicks – Atlanta Hawks 106-104, Anthony show

    C’è tanto Anthony nella vittoria dei Knicks sugli Hawks. Nove le triple segnate da Melo (eguagliato il record della franchigia newyorchese), per un totale di 42 punti, fra cui il canestro vittoria a dodici secondi dal termine con il punteggio che vedeva gli ospiti avanti 103-104. Non sono bastate quindi ad Atlanta percentuali da best-season al tiro (60%) per violare il Garden di New York. Tra gli Hawks segnaliamo i 27 punti di Jeff Teague e i 20 di Josh Smith.

    Memphis Grizzlies – New Orleans Hornets 83-91, sorpresa

    Dopo la vittoria dei Lakers, il successo degli Hornets sul parquet dei Grizzlies è la sorpresa della serata. Il protagonista assoluto è stato Ryan Anderson con le sue sette triple, Anderson che chiuderà la serata con 22 punti e 5 rimbalzi, il migliore dei suoi. Proprio i tiri dall’arco hanno giocato un ruolo decisivo nella vittoria degli ospiti, con Memphis incapace di superare la già modesta soglia del 20%, tirando con un pessimo 3/16, a differenza dei padroni di casa che hanno viaggiato quasi al 50% (9/20). Tra i Grizzlies il migliore è Zac Randolph con 20 punti e 13 rimbalzi.

    Orlando Magic – Detroit Pistons 102-104, due career-high

    Dev’essere frustante per J.J. Redick eguagliare un career-high con 31 punti se a vincere è la squadra avversaria, sopratutto dopo che i tuoi compagni hanno sciupato l’inverosimile sotto canestro a pochi secondi dal termine. E così a diventare il protagonista è Brandon Knight con 31 punti (fra cui 5 triple), che può davvero essere felice del suo career-high. Orlando perde una partita dominata sotto canestro (51-37 i rimbalzi), venendo letteralmente ricacciata indietro (7 le stoppate degli ospiti) nei momenti clou. Da segnalare infine i 12 assist dalla panchina di Will Bynum, che aggiunge a referto anche 9 punti in 20 minuti di gioco.

    La classifica della Eastern Conference

    1. Heat 28-13
    2. Knicks 27-15
    3. Bulls 26-17
    4. Pacers 26-18
    5. Nets 26-18
    6. Hawks 25-19
    7. Bucks 23-19
    8. Celtics 21-23
    9. Sixers 18-25
    10. Pistons 17-27
    11. Raptors 16-28
    12. Magic 14-29
    13. Cavaliers 13-32
    14. Wizards 11-31
    15. Bobcats 11-32

    La classifica della Western Conference

    1. Spurs 36-11
    2. Thunder 34-11
    3. Clippers 33-13
    4. Grizzlies 28-15
    5. Warriors 26-17
    6. Nuggets 27-18
    7. Jazz 24-20
    8. Rockets 24-22
    9. Blazers 22-22
    10. Lakers 19-25
    11. Mavericks 19-25
    12. Timberwolves 17-24
    13. Kings 16-29
    14. Hornets 15-29
    15. Suns 15-30

    NBA Top 10 27 gennaio 2013

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  • NBA: LeBron schianta i Lakers con 39 punti

    NBA: LeBron schianta i Lakers con 39 punti

    C’era un solo grande spettacolo (Londra capirà) nella notte Nba, che offriva al pubblico statunitense (ed europeo) quattro incontri. Su tutti ovviamente spiccava quello dello Staples Center di Los Angeles, dove i Lakers affrontavano i detentori dell’anello, i Miami Heat. Reduce da due vittorie consecutive, la squadra di Mike D’Antoni sembrava potesse farcela a superare il quintetto di coach Spoelstra, sopratutto per via del rendimento esterno non proprio eccezionale di Miami (fino a stanotte aveva un record di nove vittorie e nove sconfitte). I giallo-viola si sono presentati al completo davanti a LeBron e Wade, che compiva proprio oggi la veneranda età di 31 anni. Oltre al recupero di Dwight Howard, che risaliva già a 48 ore prima, i californiani hanno potuto contare anche sull’apporto di Pau Gasol, assente per diverse partite a causa di un infortunio al naso durante il match contro i Nuggets del nostro Danilo Gallinari. Nonostante le premesse fossero di una grande partita, a detta degli esperti equilibrata, in realtà ha visto il netto predominio degli ospiti, guidati da uno strepitoso LeBron James.

    MUFASA – Già, il re dell’immensa savana statunitense è sempre lui, Mufasa. Dopo aver raggiunto i 20 mila punti nell’incontro di ieri contro gli Warriors, abbattendo di fatto qualsiasi precedente record, carte d’identità alla mano, LeBron ha dato un’ulteriore dimostrazione di forza nella casa dell’acerrimo nemico, Kobe Bryant. Fra le altre cose quest’ultimo gli ha soffiato il trono dell’audience, se così si può definire, riguardo le votazioni del pubblico per la partecipazione all’All-Star Game, in programma a Houston in Texas dal 15 al 19 febbraio, superandolo di quasi ottomila voti e relegandolo al secondo posto. Dicevamo della prova autoritaria di stanotte sul parquet dei Los Angeles. Già i numeri da soli bastano a descrivere quello che è stato LeBron nella serata appena conclusasi: 39 punti (17/25 da due), 7 rimbalzi e 8 assist in 42 minuti giocati. E’ stato lui ad aprire le danze nel primo quarto, ed è stato sempre lui a chiuderle fissando il risultato sul 99-90. Quando poi hai per compagno di squadra Dwyane Wade (27) le cose si semplificano e tutto si trasforma in magia.

    LeBron James senza freni a Los Angeles | ©Mike Ehrmann/Getty Images
    LeBron James senza freni a Los Angeles | ©Mike Ehrmann/Getty Images

    KOBE – Se sbagli i primi 14 tiri sui 17 che provi capisci subito che qualcosa non va. E anche se ti chiami Kobe Bryant e segni 13 punti sui 22 totali nell’ultimo quarto, riuscendo con una tripla delle tue ad impattare sul 90-90 a due minuti dalla fine, puoi solo sperare in un altro miracolo, che però non sempre accade. Già, perché poi succede che in squadra hai Dwight Howard, contro il quale se la prendono quelli intelligenti di Miami, e lo mettono alla prova del nove, quella dei tiri liberi. E puntualmente Dwight li sbaglia, realizzando un 1/4 alla fine della fiera decisivo, in negativo, per i Lakers. D’altronde che importa segnare 13 punti e catturare 16 rimbalzi se poi nel momento clou dell’incontri non arrivi neanche al ferro a cronometro fermo? Già, nulla. Per carità, la rincorsa ai play-off verosimilmente riuscirà, con i Lakers che stacheranno quantomeno l’ottavo posto nella Western Conference, con Portland che dovrebbe recitare il ruolo di vittima sacrificale. Però in un’eventuale sfida play-off alcuni fattori potrebbero far sì che la gara venga decisa già prima della palla a due.

    NONNO ALLEN – Si sa, il basket vive di variabili infinite e apocalittiche, sulle quali un coach può spendere ore e ore di fronte ad una lavagnetta che quest’ultima non riuscirà mai a rispondere ai quesiti fondamentali. Perché Ray Allen segna sette dei nove punti totali negli ultimi cinque minuti della partita? Ecco, questa domanda Mike D’Antoni sicuramente se la sta ponendo, anche ora che presumibilmente è a letto. Ma, a meno che non conosca qualche oscura divinità ancestrale, Mike non si saprà dare una risposta. Fatto sta che questa sera allo Staples Center Ray Allen è stato il Fattore. Ha segnato una tripla pesantissima sul 83-83, riportando avanti Miami di tre lunghezze a 4.54 dalla sirena. Due minuti dopo ha realizzato un altro canestro da due importantissimo sul 88-86. Ed infine ha segnato forse il canestro decisivo del 94-90 ad 1.30 dal termine, indirizzando in maniera definitiva il match verso la sua squadra.

    Los Angeles Lakers: Kobe Bryant 22, Metta World Peace 16, Howard 13
    Miami Heat: LeBron James 39, Dwyane Wade 27, Ray Allen 9

    TUTTI I RISULTATI NBA DEL 17-01-2013

    DETROIT – KNICKS 87-102
    TIMBERWOLVES – CLIPPERS 77-90
    SUNS – BUCKS 94-98
    LAKERS – HEAT 90-99

    NBA TOP 10 WEEK 17 GENNAIO

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  • NBA, Ray Allen a Miami. Lin tentato dai Rockets, Kidd ai Knicks

    NBA, Ray Allen a Miami. Lin tentato dai Rockets, Kidd ai Knicks

    Continua a regalare emozioni il mercato NBA: Ray Allen, svincolatosi a fine stagione dai Boston Celtics, passa ai neo campioni dei Miami Heat. Il 37enne Allen, migliore tiratore da 3 punti nella storia della Lega, ha accettato un triennale da 9,5 milioni offertogli dal team della Florida, lasciando sul tavolo il biennale da 12 milioni che gli offrivano i Celtics, a cui era approdato nel 2007 vincendo il titolo alla prima stagione ma con cui i rapporti si erano guastati nell’ultima stagione, dato che la guardia tiratrice era dapprima stata quasi ceduta nell’ultimo giorno di mercato e poi era finita in panchina per lasciare posto nel quintetto titolare ad Avery Bradley. Allen è stato in visita a Miami giovedì, ha parlato con Pat Riley, coach Spoelstra ed Alonzo Mourning, poi è tornato a casa a riflettere. E ha deciso di accettare la corte di Miami, anche dopo una chiacchierata amichevole con LeBron James e Dwyane Wade.

    Ma gli Heat non si fermano qui perchè nel fine settimana è in programma un incontro con Marcus Camby, centro 38enne ma dal rendimento sempre elevato, che nell’ultima parte di stagione a Houston ha viaggiato a 7,1 punti e 9,3 rimbalzi di media in 19 partite. Camby però è nel mirino anche di New York (incontro già fissato, con i Knicks che trattano anche Jared Jeffries come alternativa), Dallas e San Antonio.

    A proposito di New York Knicks è ufficiale l’ingaggio del playmaker veterano Jason Kidd. Kidd, 39 anni, ha firmato un contratto triennale da 9 milioni di dollari complessivi, voltando le spalle alla sua ex squadra, i Dallas Mavericks, con i quali sembrava dovesse proseguire la sua avventura.

    Houston prova a strappare Jeremy Lin ai Knicks: accordo raggiunto sulla base di 4 anni per quasi 29 milioni di dollari totali. Ora la palla passa a New York che dovrà decidere se pareggiare l’offerta e trattenere il giocatore (dato che è restricted free agent) oppure dare il via libera ai Rockets per tenersi il play di origini taiwanesi. Dalle ultime indiscrezioni però pare che la squadra della Grande Mela tratterà Lin per farlo crescere proprio assieme a Jason Kidd che farà da “chioccia”.

    Jeremy Lin | © Chris Chambers/Getty Images

    Houston cede ai Raptors Kyle Lowry per una prima scelta futura e Gary Forbes (forse un pò troppo poco per il valore del giocatore). Intanto i texani puntano Raymond Felton, Ramon Sessions e l’ex Aaron Brooks di ritorno dalla Cina.

    Sta per chiudersi la trattativa tra Boston e Jeff Green, il lungo che ha perso tutta la stagione 2011/12 per un intervento al cuore. Le due parti sarebbero vicine ad accordarsi per un quadriennale da 40 milioni. Green, che Boston scelse al Draft 2007 spedendolo subito ai Seattle SuperSonics in cambio di Ray Allen, è approdato ai Celtics nel febbraio 2011 nella trade che ha portato Kendrick Perkins ad Oklahoma City, viaggiando a 9,2 punti di media nelle 26 partite giocate in Massachusetts. Con Green i Celtics completerebbero la rivoluzione del reparto lunghi, che conta sui ritorni di Garnett e Bass (rinnovati i contratti) e sugli innesti dal Draft di Jared Sullinger e Fab Melo.

    Lieto ritorno nella NBA: Brandon Roy, che si era ritirato un anno fa per i problemi alle ginocchia, sceglie i Minnesota Timberwolves. Per la guardia biennale da 10.4 milioni di dollari ed assieme a lui potrebbe arrivare a Minneapolis anche Nicolas Batum, restricted free-agent, che ha accettato un’offerta quadriennale da 45 milioni chiedendo esplicitamente alla dirigenza di Portland di non pareggiarla o, quantomeno, di imbastire una sign and trade con Minnesota. I Blazers però pareggeranno l’offerta e tratterranno Batum (secondo le ultime voci).

    Notizie di contorno: Brand è stato tagliato dai Sixers con la clausola Amnesty e sarebbe vicino ai Mavs, sempre Philadelphia acquista Nick Young dai Clippers e dà l’addio a Louis Williams. Proprio i Clippers, perso Young, rifirmano Billups e si assicurano Jamal Crawford. Infine i Magic prolungano il contratto del play Nelson e sono in attesa dell’offerta dei Nets per Howard: possibile che per sbloccare la trattativa serva un terzo team coinvolto nello scambio (si parla dei Milwaukee Bucks) e poi “Superman” potrà volare a Brooklyn!

  • NBA, Reggie Miller e Don Nelson nella Hall of Fame

    NBA, Reggie Miller e Don Nelson nella Hall of Fame

    La Hall of Fame della NBA si arricchisce di altri 2 esponenti di spicco del basket a “stelle e strisce”: il Naismith Memorial Basketball Hall of Fame ha annunciato infatti che Reggie Miller, storico leader degli Indiana Pacers, e Don Nelson, l’allenatore più vincente della NBA, entreranno a far parte dei migliori esponenti della storia della pallacanestro con una cerimonia che si terrà il 6 e l’8 settembre 2012 come al solito nella città di Springfield, città del Massachusetts, sede generale della Hall of Fame.

    Assieme a Miller e Nelson verranno premiati anche il 3 volte National College Player of the year, Ralph Sampson, l’ex stella del college e della NBA, Jamaal Wilkes (ex Warriors, Lakers e Clippers), la 2 volte medaglia d’oro alle Olimpiadi Katrina McClain ed il grande arbitro Hank Nichols. Inoltre saranno introdotte anche le All American Red Heads, ovvero la prima squadra americana di basket femminile professionista.

    Reggie Miller, Indiana Pacers | © Tom Pidgeon/Getty Images

    Reggie Miller è stato il giocatore simbolo degli Indiana Pacers con i quali ha giocato per ben 18 stagioni (dal 1987 fino al 2005, per lui 1389 partite disputate) unica sua squadra in carriera. Non è riuscito a vincere il campionato NBA (una finalissima persa contro i Lakers per 4-2 nei playoff del 2000) ma nel suo palmares ci sono un Mondiale (1994) ed un’Olimpiade (1996) vinte con la maglia degli Stati Uniti. Fino allo scorso anno Miller era il più grande tiratore della storia della NBA con 2560 triple in carriera, superato però nel passato campionato da Ray Allen.

    Don Nelson (ex coach di Milwaukee Bucks, Dallas Mavericks e Golden State Warriors) invece detiene attualmente il record di partite vinte da un allenatore in carriera con 1335: nell’aprile del 2010 con il successo per 116-107 dei suoi Warriors sui Minnesota Timberwolves Nelson raggiunse la cifra di 1333 vittorie, superando il precedente primato che apparteneva a Lenny Wilkens, storico coach e bandiera dei Seattle SuperSonics. Ha chiuso poi la stagione arrivando a 1335 vittorie in 2398 partite da allenatore. Come per Reggie Miller anche per Nelson c’è l’oro Mondiale conquistato alla guida degli Stati Uniti nel 1994.

    VIDEO HIGHLIGHTS REGGIE MILLER:

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  • NBA: Oggi riposo, l’analisi in vista dell’ultima settimana di regular season

    NBA: Oggi riposo, l’analisi in vista dell’ultima settimana di regular season

    La NBA osserva un turno di riposo, il programma riprenderà regolarmente questa notte con le partite che daranno il via all’ultima settimana di regular season (termine fissato al 13 di aprile).

    Sono finora 12 le squadre qualificate per la post season (alla fine dovranno essere 16) e la lotta per accaparrarsi un posto utile entra nel vivo.

    Tra le partite da tenere d’occhio segnaliamo la trasferta di San Antonio ad Atlanta, gara da vincere per gli Spurs che con il filotto di 6 sconfitte consecutive (non accadeva dal 1997 e Tim Duncan ancora non era stato scelto dagli “Speroni” al Draft di giugno di quello stesso anno) hanno rimesso in gioco il primo posto della Lega permettendo ai Bulls di Rose (probabile M.V.P. della stagione) ed ai Lakers di farsi nuovamente sotto in vista dello sprint finale. Chicago (che è ad un passo dal seed numero 1 in Eastern Conference) sarà impegnata contro Phoenix, che con la sconfitta di domenica proprio contro i neroargento è stata esclusa matematicamente dalla corsa playoff e quindi potrebbe essere scarica di motivazioni. I Lakers ricevono i Jazz che dopo la chiusura degli scambi, a febbraio, e la cessione di Deron Williams ai Nets sono diventati una delle peggiori franchigie della Lega. Bryant e compagni con un record di 18 vinte e 2 perse guidano la classifica dopo l’All Star Game e sembrano in formissima, fermati domenica solo da Gallinari e dai suoi Nuggets. Il calendario è leggermente favorevole ai Lakers e poi ai Bulls, più complicato quello di San Antonio anche in considerazione dello scontro diretto all’81esima e penultima giornata in casa dei gialloviola campioni che potrebbe sancire il vero ordine di arrivo per la post season.

    Parlando di Western Conference potrebbe esserci uno spiraglio (ma non ci crede quasi nessuno) per i giovani Thunder di Kevin Durant di acciuffare il terzo posto ai danni dei Mavericks di Nowitzki: le 2 formazioni non attraversano però un buon momento di forma, Dallas ha una striscia aperta di 3 sconfitte di fila, Oklahoma City invece è reduce da 2 sconfitte consecutive, le 2 gare di vantaggio dei Mavs però sembrano essere un’ottima dote per portare a termine la stagione con il terzo posto ad Ovest. I Thunder nel prossimo impegno se la vedranno contro Gallinari a Denver (partita che sa di antipasto playoff!) mentre i texani affronteranno la squadra del Colorado dopodomani (e Danilo sarà quindi un pò l’ago della bilancia).
    Parlando proprio di Denver bisogna dire che la squadra è sicura del suo quinto posto e le partite che resteranno da giocare saranno dei test utili per crescere di condizione ed affiatamento in vista dei playoff.

    Da decidere invece gli ultimi 3 posti con 4 squadre rimaste in gioco: Portland è sesta e dovrebbe riuscire ad ottenere il pass senza problemi (gioca contro Golden State, nella notte), stesso discorso per Memphis (calendario più agevole rispetto alle avversarie, incontrano i modesti Clippers), chi rischia di più sono gli Hornets di Marco Belinelli che privi della “stella” West (fuori 6 mesi per i legamenti del ginocchio rotti) incontrano squadre difficili e tra queste proprio i Rockets con i quali si giocano l’ultimo posto utile di post season: Houston in 2 giorni si gioca la stagione con l’incontro di stanotte contro i Kings (insidiosi dopo i progressi dell’ultimo periodo) e poi domani notte con la sfida a New Orleans gara da “dentro o fuori” da vedere assolutamente per i veri appassionati!

    Nella Eastern Conference (già detto dei Bulls) Miami e Boston si contendono secondo e terzo posto con la squadra di James-Wade e Bosh leggermente favorita (per via del calendario) su quella di Pierce-Allen-Garnett e Rondo. Gli Heat riposeranno, Celtics impeganti invece con i pericolosi Sixers.
    Alle loro spalle l’unico team con la posizione già designata, i Magic, che non possono nè migliorare, nè peggiorare il loro quarto posto (sono impegnati contro i Bucks), Atlanta è quasi sicura del seed successivo, mentre Philadelphia e New York gareggiano per la sesta e la settima piazza: favoriti i 76ers vista la discontinuità dei Knicks (giocano contro i Raptors di Andrea Bargnani) che però se possono contare sulla vena realizzativa di Stoudemire, Anthony e Billups sono un cliente scomodo per tutti i top team. Queste sono le squadre sicure di disputare i playoff ad Est.
    L’ultimo posto sarà occupato da una franchigia tra Indiana (che riposa e parte in vantaggio rispetto alle avversarie), Charlotte (che va a giocare a Cleveland contro la squadra fanalino di coda della Lega per tenere vive le speranze) e Milwaukee (come già detto giocano ad Orlando). I Pacers vincendo le ultime 4 gare sarebbero sicuri della qualificazione (tra l’altro hanno 3 partite in casa ed 1 sola in trasferta!) alle avversarie invece non basterebbe vincerle tutte essendo dietro in classifica.
    Insomma uno sprint finale tutto da vedere, sarà un’ultima settimana elettrizzante.

    Una breve e concisa analisi anche sulle posizioni di fondo: ricordiamo che in NBA non ci sono retrocessioni, sembra che i Cavs avranno il peggior record che permetterà loro di essere posizionati come squadra numero 1 alla Draft Lottery (evento che assegna le posizioni di scelta in vista del Draft), a ruota Minnesota. Le altre squadre invece si stanno dando un pò più da fare, soprattuto i Sacramento Kings (che quasi sicuramente dal prossimo anno saranno gli Anaheim Royals, ma di questo parleremo ampiamente a parte) ed ora anche i Washington Wizards. Qualche vittoria anche per Toronto pur non potendo schierare Bargnani, segno che quest’anno le squadre di coda non ci tengono a farsi battere e a fare da sparring-partner come in passato succedeva abbondantemente, forse considerato anche che nelle ultime “Lotterie” la squadra ultima classificata (e quindi in pole alla Draft Lottery) mai ha ottenuto la prima scelta assoluta: nel 2007 Memphis e Boston ultima e penultima in regular season furono scavalcate rispettivamente da Portland e Seattle (sest’ultima e quint’ultima arrivate con i Sonics che si presero quel fenomeno di Kevin Durant), nel 2008 toccò ai Bulls che dalla nona posizione peggiore salirono fino in cima, clamorosamente e davanti allo stupore degli addetti ai lavori, per scegliere Derrick Rose (a discapito di Miami), nel 2009 fu il turno dei Clippers che scalarono fino al primo posto e scelsero poi Blake Griffin e lo scorso anno, (più o meno dalla stesa posizione dei Clippers) i Wizards scalzarono i Nets e si aggiudicarono una grande promessa del basket come John Wall.

  • All Star Game NBA 2011: James Jones vince la gara del tiro da 3 punti

    All Star Game NBA 2011: James Jones vince la gara del tiro da 3 punti

    E’ James Jones, ala dei Miami Heat ad aggiudicarsi la gara del tiro da 3 punti.

    Ricco di grandi nomi l’elenco dei partecipanti, a partire dal campione uscente, Paul Pierce, poi il ragazzotto che pochi giorni fa ha infranto il record di Reggie Miller per numero di triple realizzate in carriera, ovvero Ray Allen. A completare il tutto e dare fastidio all’atomico duo dei Boston Celtics, ci sono proprio James Jones, grande tiratore da oltre l’arco per gli Heat che si avvicinano a grandi falcate verso i playoff, poi Daniel Gibson dei Cavs, Dorell Wright (ex Miami ora terrificante tiratore dei Warriors) e Kevin Durant dei Thunder. La guardia dei Cavs tiene fede alla bruttissima stagione della franchigia dell’Ohio e chiude con un misero 7, ma inaspettatamente (visti i poderosi mezzi tecnici) peggio di lui fa Kevin Durant, che spara malamente racimolando un imbarazzante 6. Giornataccia per il fenomeno di Oklahoma City che tenterà di rifarsi stasera nel match più spettacolare del fine settimana, ovvero la sfida tra Est ed Ovest.

    Jones e Allen non hanno problemi e passano il turno, in finale trovano Paul Pierce, che si salva con gli ultimi 2 palloni battendo sul filo di lana Dorell Wright. E’ proprio Pierce che apre le danze nella sessione decisiva e, nonostante gli “ululati” del pubblico di Los Angeles (sua città natale che lo considera oramai un nemico dichiarato), sforna un ottimo 18.

    Ma James Jones non trema di fronte ai 2 fenomeni dei Celtics, risponde colpo su colpo con regolarità incredibile per un debuttante: 4 punti per segnati per ogni carrello per un totale di 20 punti complessivi. Ray Allen, vincitore di questa gara  nel lontano 2001 battendo gli europei Nowitzki e Stojakovic, ottiene soltanto 16 commettendo qualche errore di troppo per un tiratore affidabile come lo è il numero 20 dei biancoverdi di Boston.

    Il risultato elegge Jones come il migliore tiratore dell’evento, per non perdere i momenti salienti ecco il video degli highlights del 3 point contest:

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  • All Star Game NBA 2011: 3-Point Contest

    All Star Game NBA 2011: 3-Point Contest

    Il 3-Point Contest o più semplicemente gara del tiro da 3 punti, è una delle discipline più attese dell’All Star week end.

    Quest’anno i partecipanti saranno Ray Allen e Paul Pierce (campione uscente) dei Boston Celtics, Kevin Durant fenomeno degli Oklahoma City Thunder, Dorell Wright dei Golden State Warriors, James Jones dei Miami Heat e Daniel Gibson dei Cleveland Cavaliers.

    La gara consiste nell’infilare più tiri da 3 punti da 5 posizioni diverse e prestabilite. Ovviamente ci saranno delle “manche” di scrematura fino ad arrivare ai finalisti.

    Riepiloghiamo anche i vincitori delle varie edizioni:

    2010 — Paul Pierce, Boston
    2009 — Daequan Cook, Miami
    2008 — Jason Kapono, Toronto
    2007 — Jason Kapono, Miami Heat
    2006 — Dirk Nowitzki, Dallas
    2005 — Quentin Richardson, Phoenix
    2004 — Voshon Lenard, Denver
    2003 — Peja Stojakovic, Sacramento
    2002 — Peja Stojakovic, Sacramento
    2001 — Ray Allen, Milwaukee
    2000 — Jeff Hornacek, Utah
    1998 — Jeff Hornacek, Utah
    1997 — Steve Kerr, Chicago
    1996 — Tim Legler, Washington
    1995 — Glen Rice, Miami
    1994 — Mark Price, Cleveland
    1993 — Mark Price, Cleveland
    1992 — Craig Hodges, Chicago
    1991 — Craig Hodges, Chicago
    1990 — Craig Hodges, Chicago
    1989 — Dale Ellis, Seattle
    1988 — Larry Bird, Boston
    1987 — Larry Bird, Boston
    1986 — Larry Bird, Boston

  • NBA: Ray Allen nella storia, diventa il miglior tiratore di sempre!

    NBA: Ray Allen nella storia, diventa il miglior tiratore di sempre!

    Nella notte i suoi Boston Celtics hanno subito un pesante KO interno da parte dei Los Angeles Lakers, ma Ray Allen si può consolare avendo ottenuto un record di tutto rispetto: il numero 20 dei Celtics, ex Milwaukee Bucks e Seattle Sonics, è diventato il miglior tiratore da 3 punti della storia della NBA. Superato Reggie Miller che deteneva il record.

    Allen nel primo quarto della sfida di stanotte ha prima impattato il grande Miller segnando il suo 2.560esimo canestro dalla lunga distanza, poi poco dopo, sul finire del primo periodo ha superato l’ex numero 31 degli Indiana Pacers mettendo a segno il 2.561esimo. Ovviamente sono state tante le congratulazioni , le prime quelle dei suoi compagni di squadra, del suo allenatore, di sua madre (che ha seguito appositamente la sfida con i Lakers dagli spalti ed anche dal precedente recordman: si, perchè Reggie Miller era a bordo campo a commentare l’incontro per un network televisivo.

    Annotazione storica, il primo canestro di questa lunga sequenza record è arrivato a Philadelphia, nel lontano 1 novembre del 1996. Da quel momento Ray non si è più fermato (appartiene sempre a lui il record di tiri da 3 punti in una finale NBA, fatto registrare lo scorso anno con ben 8 tiri a segno in un singolo match, ovvero gara 2 sempre contro i Lakers).

    Poche parole per il nuovo re dei trepuntisti:

    • “E’ stato un momento fantastico che ricorderò per tutta la mia vita!”

    Vogliamo omaggiare Ray Allen proponendo il video del momento in cui diventa il migliore di sempre nella specialità e che include anche qualche highlights della sua carriera, a partire dai primi tempi di Milwaukee, passando per Seattle per finire a Boston.

    Complimenti Ray!

    GUARDA IL VIDEO:

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  • NBA: I Lakers rovinano la serata storica di Ray Allen, Mavs KO

    NBA: I Lakers rovinano la serata storica di Ray Allen, Mavs KO

    Solo 3 le partite disputate nella notte NBA.

    Nella notte dei record di Ray Allen (la seconda delle sue 3 triple della serata vale il sorpasso sul grande Reggie Miller come miglior trepuntista di sempre), è Kobe Bryant a rovinare la festa al Garden con uno splendido secondo tempo da 20 punti (dei 23 totali). I Lakers si impongono 92-86 e non basta proprio Allen autore di 20 punti. I gialloviola si vendicano della sconfitta subita qualche settimana fa sul proprio parquet e mandano un messaggio chiaro a tutte le avversarie: i migliori sono ancora loro.

    Tutto facile per i Suns che battono i Warriors e ora insidiano i Blazers per l’ultimo posto playoff della Western Conference. Steve Nash continua a regalare magie (per lui 18 punti ed 11 assist), Frye aggiunge 17 punti e 9 rimbalzi ma tutti i giocatori a disposizione di Gentry vanno a segno almeno con 4 punti. Golden State vede la prima buona prestazione del rookie Udoh (16 punti) ma viene tradita da Monta Ellis (solo 8 punti con 13 tiri tentati).

    Arron Afflalo re per una notte: la guardia dei Nuggets scocca il tiro della vittoria a tempo scaduto ed interrompe la striscia vincente dei Mavericks a 10 successi. Grande recupero nei minuti finali dei padroni di casa trascinati da soli 3 giocatori: Anthony (42 punti), Billups (30) e Afflalo (24). Non bastano a Dallas le buone prove di Terry (25 punti), Chandler (20 punti ed 11 rimbalzi), in chiaroscuro Nowitzki (16 punti). Texani raggiunti al secondo posto della Western Conference dai Lakers vittoriosi a Boston.

    Risultati NBA del 10 febbraio 2011

    Boston Celtics-Los Angeles Lakers 86-92
    Bos
    Allen 20, Pierce 15, Rondo 12, Perkins 12
    Lak bryant 23, Gasol 20, Bynum 16

    Phoenix Suns-Golden State Warriors 112-88
    Pho
    Nash 18, Frye 17, Dudley 13
    G.S. Udoh 16, Williams 16, Curry 12

    Denver Nuggets-Dallas Mavericks 121-120
    Den
    Anthony 42, Billups 30, Afflalo 24
    Dal Terry 25, Chandler 20, Marion 19

    GUARDA LE CLASSIFICHE NBA

  • All Star Game NBA: Ufficializzati i roster al completo

    All Star Game NBA: Ufficializzati i roster al completo

    Sono ufficiali le formazioni che giocheranno l’All Star Game NBA tra qualche giorno a Los Angeles. Dopo l’elezione tramite voto popolare dei quintetti di partenza dell’Est e dell’Ovest (leggi l’articolo), sono stati gli allenatori a completare i roster con le 7 riserve.

    Purtroppo non hanno trovato spazio tra gli uomini che entreranno dalla panchina nessuno dei nostri connazionali, nè Andrea Bargnani, nè Danilo Gallinari, nè Marco Belinelli, che assisteranno alla manifestazione solo da semplici spettatori.

    le riserve della squadra della Eastern Conference saranno Joe Johnson ed Al Horford degli Atlanta Hawks, Chris Bosh dei Miami Heat (che completa il trio visto che James e Wade partiranno titolari) e i fantastici 4 dei Boston Celtics ovvero Rajon Rondo, Paul Pierce, Ray Allen e Kevin Garnett che arriva alla sua 14 esima convocazione per la partita delle Stelle e raggiunge i miti Jerry West e Karl Malone nonchè il suo attuale compagno ai Celtics Shaquille O’Neal, l’unico dello starting five biancoverde ad essere rimasto fuori. Boston inoltre avrà anche l’allenatore della squadra dell’est, coach Doc Rivers che ormai può annoverare il miglio record nella Conference prima della pausa per la manifestazione, irraggiungibile sia dai Bulls che dagli Heat.

    Nella Western Conference invece avremo come cambi il duo Spurs (quindi fidato per Popovich) Duncan-Ginobili, poi prenderanno parte anche Russell Westbrook (Thunder), Dirk Nowitzki (Mavericks), Pau Gasol (Lakers), Deron Williams (Jazz) e Blake Griffin dei Clippers, spettacolare ala grande che nel suo primo anno da rookie sta facendo meraviglie a non finire! Un solo dubbio in questa formazione, visto che ancora non è stato rimpiazzato Yao Ming, inabile per infortunio, anche se nel ruolo di centro potrebbe essere spostato Gasol dalla panchina ed il suo posto a sedere sarebbe preso (secondo indiscrezioni dell’ultima ora) da Kevin Love dei Minnesota Timberwolves, miglior rimbalzista del campionato.

    Questo il quadro completo dei convocati:

    Eastern Conference:

    F — Amar’e Stoudemire, New York
    F — LeBron James, Miami
    C — Dwight Howard, Orlando
    G — Derrick Rose, Chicago
    G — Dwyane Wade, Miami
    Head coach: Doc Rivers, Boston

    Panchina: Kevin Garnett, Ray Allen, Paul Pierce, Rajon Rondo (Boston), Chris Bosh (Miami), Al Horford, Joe Johnson (Atlanta)

    Western Conference:

    F — Carmelo Anthony, Denver
    F — Kevin Durant, Oklahoma City
    C — Yao Ming, Houston
    G — Kobe Bryant, L.A. Lakers
    G — Chris Paul, New Orleans
    Head coach: Gregg Popovich, San Antonio

    Panchina: Tim Duncan, Manu Ginobili (San Antonio), Pau Gasol (Los Angeles Lakers), Dirk Nowitzki (Dallas), Deron Williams (Utah), Russell Westbrook (Oklahoma City), Blake Griffin (Los Angeles Clippers)

    Unica variazione sarà la sostituzione di Yao (centro titolare dell’Ovest) con Kevin love, come già detto, in pole position.