Tag: rashard lewis

  • LeBron James inarrestabile. Vittoria degli Heat sugli Spurs in Gara 2 delle NBA Finals 2014

    LeBron James inarrestabile. Vittoria degli Heat sugli Spurs in Gara 2 delle NBA Finals 2014

    Il re è vivo. Per chiunque ne avesse avuto i dubbi dopo i crampi di Gara 1 delle NBA Finals 2014, LeBron James ha dimostrato che può fare la differenza, tenendo a bada, praticamente da solo, i San Antonio Spurs e guidando i suoi Miami Heat alla vittoria all’AT&T Center.

    MiamiA dirla così sembra facile, ma la partita è iniziata veramente sotto tono per i Miami Heat, con King  James che perde immediatamente palla sotto il canestro avversario, per tutto il quarto lui e compagni faticheranno, la sua prestazione segnerà sul tabellino un 1 su 4 al tiro dal campo e praticamente un non si era mai visto un combinato tra LeBron James e Dwayne Wade di 2 punti nel primo quarto di una finale NBA. Chi invece parte benissimo, nascondendo ancora una volta gli anni e sembrando un ragazzino, è Tim Duncan, che già nel primo quarto segna 11 punti e 3 rimbalzi, che a fine partita diventeranno 18 e 15 e lo affiancheranno a Magic Johnson nel record di doppie doppie in una partita di playoff.

    L’orgoglio italiano ci fa alzare in piedi subito, dopo solo 88 secondi di gioco entra in campo Marco Belinelli, a causa di due falli di Danny Green. Il giocatore di San Giovanni in Persiceto si prende subito un tiro da 3 punti sbagliandolo, ma è in serata coraggiosa e la tripla arriva subito dopo in una azione in transizione, cosa che gli da ulteriore coraggio e lo manda in 1 contro 1, lo fa penetrare, tentare il tiro, anche se la fortuna purtroppo non è dalla sua e chiuderà la partita con un misero 1 su 5 dal campo.
    Il primo quarto va avanti punto punto fino a 4 minuti dalla fine del periodo, quando prima Tony Parker e poi Kawhi Leonard allungano con un tiro da 3 punti ciascuno la distanza tra le due formazioni, opera completata poi da Duncan e Manu Ginobili, inframezzati da Ray Allen, facendo si che il quarto si chiuda sul 26-19 per i padroni di casa.

    L’inizio del secondo quarto è ancora drammatico per i Miami Heat dato che i San Antonio Spurs portano il vantaggio a +11 sul 30-19, toccherà ancora una volta ad uno dei vecchi in campo suonare la sveglia, così la tripla di Ray Allen apre alla rimonta degli Heat, la partita prende una piega diversa dopo che probabilmente coach Erik Spoelstra ha richiamato i suoi giocatori. A questo punto gli Spurs fanno il più grosso errore che potevano fare, lasciano spazio a LeBron James, devastante in campo aperto, segna 6 punti di seguito, con una schiacciata a due mani la cui rincorsa parte dall’arco dei 3 punti, su assist si Mario Chalmers, poi recupera un pallone dalle mani di Tim Duncan, al quale viene anche fischiato un fallo tecnico, segnando il tiro libero e  subito dopo ancora un altro canestro per quello che è il primo momentaneo vantaggio di Miami sul 33-34. Il prescelto finirà il quarto segnando in questa frazione 17 punti e collezionando 6 rimbalzi, gli stessi di Duncan, che però non metterà a segno alcun punto, ci penseranno i suoi compagni di squadra Manu Ginobili e Tony Parker a tenere testa al fortissimo avversario che in Chris Bosh e Dwayne Wade ha i più fidati compagni, tutto ciò farà si che il primo tempo sia tirato e piacevole e che il punteggio in chiusura sul 43-43 rispecchi il gioco reale.

    LeBronIl secondo tempo segna un cambio di campo ma non di passo per LeBron James, nuovamente protagonista con altri 14 punti nell’arco del terzo quarto, poi c’è spazio per Wade  sin da subito, ma tocca a Rashard Lewis ergersi a comprimario numero uno in questa fase di gioco, il tutto mentre invece dall’altra sponda si ha sempre un gioco corale in cui le varie componenti fanno la propria parte e sapientemente dimostrano compattezza e varietà, tanto che negli ultimi due minuti Patrick Mills insacca due bombe essenziali. Tiratissimo anche questo quarto che sul punteggio di 78-77 per i padroni di casa rimanda tutto all’ultima frazione di gioco.

    C’è da aspettarsi un quarto quarto degno delle migliori finali e così è, il tutto anticipato dall’intervista tra un quarto e l’altro di Gregg Popovich che praticamente dice che è impossibile fermare LBJ e che l’unica cosa è sperare che giochi male.
    Bosh si conferma come vero secondo violino di Miami, zittendo critiche che da un poco lo accompagnano, mette subito a segno una schiacciata con tanto di tiro libero aggiuntivo per il fallo subito da Tiago Splitter. Intanto si segna poco, una magia stupenda di Ginobili ed una tripla esplosiva di Green portano nuovamente in vantaggio di misura i San Antonio Spurs, ed un brutto gesto di Mario Chalmers, colto in flagrant foul per una gomitata in penetrazione su Tony Parker, rischia di rovinare la partita e la serie dei Miami Heat, ma lo stesso Parker e Duncan riescono a rovinare tutto, sbagliando 4 tiri liberi consecutivi, tiri liberi che alla fine della partita peseranno tantissimo e condanneranno i texani.
    James invece in risposta al caldo del palazzetto della scorsa settimana è più freddo dell’iceberg che ha affondato il Titanic e segna prima un tiro da 3 punti poi due tiri liberi, per il momentaneo +3 degli ospiti, vantaggio annullato da Boris Diaw con un suo tiro da oltre l’arco che porta la partita sul 90-90.
    La stanchezza si fa sentire, si attacchi lenti, si sbaglia tanto, si segna poco, al canestro del Birdman Chris Andersen Parker risponde con un tiro da 3 punti, poi da entrambi i lati c’è voglia di chiudere, ma manca la forza e così arrivano gli errori da oltre l’arco di Bosh ,che su passaggio di James sbaglia dalla destra, e di Ginobili che vede il suo tiro fermarsi al ferro, così di nuovo con palla in mano a James che aspetta la chiusura della difesa e nuovamente consegna al palla a Bosh che senza paura fa i 3 punti della possibile vittoria quando il cronometro segna 1:17 alla fine.
    Nell’utimo minuto succede che LeBron si prende un fallo, causando l’uscita per falli di Kawhi Leonard, con due tiri liberi, seppur realizzandone solo uno, che Ginobili sbaglia nuovamente da oltre l’arco, che Bosh consegna nella mani di Wade la palla della chiusura definitiva e che Manu l’argentino segna da oltre l’arco quando ormai è troppo tardi, tutto questo fa segnare il risultato finale sul 96-98 per gli ospiti e apre a molti pensieri.

    San Antonio Spurs – Miami Heat sull’1-1 da spazio a molte interpretazioni, con il fattore campo che momentaneamente è stato ribaltato a favore della compagine della Florida, tra meno di due giorni si torna in campo e Gara 3 sarà fondamentale per capire come veramente stanno le cose.

    San Antonio Spurs – Miami Heat 96 – 98
    Punti: James 35 – Parker 21 – Ginobili 19 – Belinelli 3
    Rimbalzi: Duncan 15 – James e Diaw 10
    Assist: Parker 7 – Diaw e Splitter 5

  • NBA, Dunlap nuovo coach di Charlotte. Lewis vola da Belinelli

    NBA, Dunlap nuovo coach di Charlotte. Lewis vola da Belinelli

    La stagione NBA ancora non é conclusa dato che nelle Finals 2012 i Miami Heat di LeBron James conducono sugli Oklahoma City Thunder di Kevin Durant per 3-1 (stanotte gara 5) ma le squadre rimaste fuori dalla post season iniziano già a muoversi sul mercato in vista del Draft per preparare al meglio la prossima annata.

    I primi a battere un colpo sono stati i Charlotte Bobcats di Michael Jordan, che deve riscattare la poco edificante nomèa di proprietario peggiore della storia: il suo team infatti nella regular season 2011/2012 è diventato il peggiore nella storia della Lega, la franchigia con la più bassa percentuale di vittorie in assoluto (0,106 dovuta a soli 7 successi e ben 59 sconfitte) che ha “scavalcato” quella di Philadelphia di qualche decennio fa.

    Licenziato Paul Silas, subito dopo i 23 KO di fila nel finale di stagione, Jordan ha scelto Mike Dunlap come nuovo head coach: l’ormai ex allenatore di Saint John’s University, 54 anni, ha avuto la meglio su altri tecnici più quotai come l’assistente degli Indiana Pacers Brian Shaw e l’assistente dei Lakers Quin Snyder. Jordan avrebbe voluto affidare la panchina a Jerry Sloan, ex tecnico degli Utah Jazz, che ebbe come rivale nelle famose Finali NBA del 1997 e 1998 (vinte entrambe da M.J.). Sloan però non è stato convinto dal progetto tecnico ed ha declinato l’offerta.  L’esperienza più significativa di Dunlap in NBA è quella con i Denver Nuggets di George Karl (dal 2006 al 2008) dove fu primo assistente dell’allenatore. Ora la nuova sfida alla guida dei disastrati Bobcats, compito non facile ma neanche impossibile visto che Charlotte ha la seconda scelta assoluta nel prossimo Draft del 28 giugno che si preannuncia come uno dei migliori di sempre visti i numerosi talenti che si sono “dichiarati” per l’NBA.

    Rashard Lewis | © Streeter Lecka/Getty Images

    Si muovo anche gli Orlando Magic, che dopo i licenziamenti di coach Van Gundy e del general manager Smith, coprono almeno uno dei 2 “buchi”: il ruolo di dirigente è stato affidato a Rob Hennigan, ormai ex assistente di Sam Presti agli Oklahoma City Thunder. I Magic sperano che Hennigan possa costruire una squadra molto competitiva così come ha fatto il suo mentore Presti con i Thunder. Per la panchina di Orlando il nome caldo è quello di Shaw, il già citato assistente allenatore dei Pacers.

    Il primo scambio in vista del nuovo campionato lo firmano invece Washington Wizards e New Orleans Hornets: in Louisiana arriva l’ala Rashard Lewis ed il suo contrattone da 24 milioni di dollari (secondo giocatore più pagato della NBA dopo Kobe Bryant, davvero un’assurdità visto il rendimento dell’ex Orlando Magic e Seattle SuperSonics negli ultimi anni) ed in più la 46esima scelta al Draft. Nella Capitale approdano invece il centro Emeka Okafor e l’ala Trevor Ariza, che rinforzano pesantemente i Wizards. L’acquisizione di Lewis da parte degli Hornets si potrebbe spiegare anche con la voglia di tagliarlo immediatamente (cosa che non potevano fare con Ariza e Okafor dovendone scegliere solo 1): con la clausola Amnesty infatti il giocatore scomparirebbe dal bilancio della squadra e i “Calabroni” potrebbero investire i soldi risparmiati (circa la metà dei 24 milioni di dollari dovuti al giocatore) sul prossimo mercato, liquidità utile anche per poter eventualmente rifirmare il nostro Marco Belinelli che a New Orleans ha trovato la sua dimensione dopo 5 anni in giro per l’NBA.

  • NBA: Rivoluzione ad Orlando, ritorna Turkoglu, presi Arenas e Richardson

    NBA: Rivoluzione ad Orlando, ritorna Turkoglu, presi Arenas e Richardson

    Ore calde in NBA. Gli Orlando Magic, i Phoenix Suns ed i Washington Wizards hanno messo a punto una trade a 3 squadre.

    Nel dettaglio lo scambio consiste in questo: Orlando cede a Phoenix Vince Carter, Marcin Gortat, Mickael Pietrus, la prima scelta al draft del 2011 e 3 milioni di dollari di eccezione salariale per avere in cambio l’ex Hedo Turkoglu, Jason Richardson ed Earl Clark.

    Contemporaneamente il General Manager Otis Thorpe chiude con i Wizards lo scambio secco Rashard Lewis (che approda a Washington) per Gilbert Arenas (che arriva in Florida).

    Sembra strano dire una cosa del genere quando avviene uno scambio ma questa è una delle rare occasione dove a guadagnarci sono tutte e 3 le squadre coinvolte: iniziamo da Washington che leva dall’imbarazzo John Wall di giocare con un suo “simile” (tutti e 2 i giocatori vogliono la palla in mano ed hanno il medesimo ruolo), dando totale fiducia alla prima scelta dell’ultimo draft. Inoltre ai Wizards cercherà di rilanciarsi Rashard Lewis, che ai Magic aveva fatto il suo tempo mettendo assieme, quest’anno, le cifre più basse da quando nell’Estate del 2007 arrivo come free agent dai Seattle Sonics.

    I Suns rinforzano la zona pitturata con un centro dalle potenzialità non ancora del tutto mostrate come Marcin Gortat. A livello di gioco il centro ha la possibilità di essere uno dei primi 4-5 della Lega visto che ora in Arizona troverà un minutaggio notevolmente superiore che ai Magic non aveva essendo chiuso dal fenomeno Dwight Howard. Vince Carter a livello di talento puro non lo si scopre certo ora: sicuramente l’età che avanza ha tolto atletismo ad uno dei giocatori che fino a 5 anni fa avrebbe potuto tranquillamente portarsi il ferro del canestro a casa viste le sue proverbiali e spettacolari schiacciate. Anche lui ad Orlando stava attraversando un brutto periodo e Phoenix potrebbe essere il posto giusto per rilanciarsi alla grande. Come tassello di complemento arriva un signor difensore come Mickael Pietrus, che ha anche capacità atletiche e balistiche niente male (soprattutto nel tiro dalla lunga distanza). Insomma uno scambio sicuramente ben ponderato e bilanciato per Phoenix che potrà contare anche sulla scelta dei Magic nel prossimo Draft ed alleggerisce il cap (cosa sempre importante per una squadra che non ha forti investitori come proprietari) grazie all’eccezione salariale da 3 milioni di dollari.

    Passiamo ad Orlando: ritorna l’ex (sempre un pò rimpianto) Hedo Turkoglu, il vero artefice della corsa alle finali del 2009 contro i Lakers a cui poi non venne rinnovato il contratto per le richieste troppo esose del procuratore. Arriva un tiratore mortifero da 3 punti come Jason Richardson, approda in maglia neroazzura anche un talento purissimo come Gilbert Arenas, ora Orlando ha tutte le armi al posto giusto per competere per il titolo, addirittura potrebbe cedere Nelson (il playmaker titolare finora) per completare l’organico dove si ha più bisogno visto che il playmaker potrebbe benissimo farlo il nuovo arrivato Arenas.

    Insomma una trade che accontenta tutti sia squadre che tifosi che giocatori. Ora resterà da vedere solo se il risultato sul campo corrisponderà alle aspettative.

  • NBA: Pronta la rivoluzione Denver! Fuori Anthony, Smith e Martin

    NBA: Pronta la rivoluzione Denver! Fuori Anthony, Smith e Martin

    Clamorosa indiscrezione nella NBA!
    Secondo alcune fonti i Denver Nuggets sarebbero pronti a rivoluzionare la squadra visto che la loro stella, Carmelo Anthony, pare orientato a non firmare il prolungamento di contratto triennale da 65 milioni di dollari, cosa che lo renderebbe la prossima Estate un appetitoso agente libero sul mercato per qualsiasi altra squadra NBA.

    Le trattative tra il numero 15 dei Nuggets ed il proprietario della franchigia, Stan Kroenke, si sono risolte in un nulla di fatto e le dichiarazioni del numero 1 della dirigenza del Colorado ha lasciato trasparire pessimismo nelle recenti interviste rilasciate.
    Piuttosto che perderlo a parametro zero il prossimo anno, i massimi dirigenti dei Nuggets starebbero pensando di scambiarlo e le pretendenti non mancano di certo: in prima fila ci sarebbero i soliti New York Knicks, ma la concorrenza pare spietata, perchè dopo l’interessamento dei giorni scorsi degli Houston Rockets, si sono fatti avanti, ora, anche New Jersey Nets e Los Angeles Clippers, mete molto gradite a Melo dato che le città possono offrire molte possibilità di carriera anche alla moglie (Anthony si è da poco sposato a New York e la moglie è rimasta impressionata dalla città, ma anche Los Angeles sarebbe un ottimo ripiego).
    Forte del fatto di essere una città Californiana e di essere una delle mete preferite dai turisti per via della vicinanza con San Francisco anche i Golden State Warriors si sono buttati nella mischia (i Warriors sono di Oakland).

    La situazione è in forte evoluzione, anche perchè sul mercato sono stati inseriti anche altri 2 giocatori molto importanti per la squadra, ovvero J.R. Smith (che con Anthony recentemente ha avuto degli screzi, precisamente negli ultimi playoff) e l’ala grande Kenyon Martin. Sicuramente il più appetibile tra i 2 è sicuramente Smith, vista la sua giovane età (24 anni) ed il livello di talento che è spaventoso. Tra i contro però non c’è la tenuta mentale che porta J.R. a prestazioni fuori dal normale in alcune serate per farne seguire altre veramente pessime da far imprecare anche il più fedele dei tifosi. Martin invece è sul finire della carriera ma i suoi 10 punti e 10 rimbalzi a serata sono assicurati.

    Resta da capire se i 3 verranno ceduti in un pacchetto unico oppure se ognuno avrà una sua propria destinazione. Quel che è certo è che (soprattutto per Anthony) i Nuggets vogliono giocatori giovani e talentuosi e poi delle scelte ai prossimi Draft. La ricostruzione in Colorado infatti passerebbe necessariamente da questa soluzione, squadra giovane e talentuosa, un pò come hanno fatto gli Oklahoma City Thunder, che quando erano ancora i Seattle Sonics hanno iniziato a vendere i loro campioni (Ray Allen a Boston, Rashard Lewis ad Orlando) per ricostruire sul talento indiscusso di Kevin Durant, appena uscito da Texas University. E i risultati stanno iniziando a vedersi e ad arrivare!

  • NBA playoff 2010, Finali di Conference: I Magic si rifanno sotto, Celtics battuti ad Orlando

    Gli Orlando Magic battono i Boston Celtics sul parquet amico della Amway Arena e accorciano ulteriormente le distanze dai biancoverdi portandosi sul 3-2 nella serie di Finale della Eastern Conference.
    Primo tempo da manuale per la squadra della Florida che infila ben 9 triple sulle 13 mandate a bersaglio alla fine dell’incontro, e con una regia spumeggiante di Jameer Nelson e la presenza in area di Dwight Howard va al riposo sul 57-49 dopo essere comunque stata in vantaggio anche di 14 punti, erosi dal solo Paul Pierce e dai suoi viaggi in lunetta, vista la pessima vena al tiro di Ray Allen e Kevin Garnett. Proprio sul finire di secondo quarto arriva anche l’espulsione del centro titolare di Boston, Kendrick Perkins per il secondo fallo tecnico causato dalle troppe proteste dopo un fallo fischiatogli contro e che accorcia le rotazioni degli uomini di coach Doc Rivers per le marcature su Howard.
    L’intensità di gioco dei Magic cala improvvisamente al ritorno in campo e i Celtics si riportano in partita anche grazie ad un Rajon Rondo molto più ispirato (ma non ai suoi consueti livelli) rispetto alle frazioni precedenti di gioco. La giocata che spezza la partita in 2 è un tiro da ben 9 metri di Nelson che va a bersaglio e scaraventa l’inerzia dell’incontro verso i neroazzurri della Florida. E così nel quarto periodo entra in scena Rashard Lewis che fa pagare cara la scelta di coach Rivers di piazzargli in marcatura “capitan” Pierce: con 7 punti in fila, l’ala ex Seattle Sonics porta i suoi sul +13. Wallace cerca disperatamente di riportare in partita i Celtics con 2 tiri da 3 punti, ma la discreta prestazione a i liberi di Howard e la tripla di Nelson del +18 a 5 minuti dalla fine chiudono la gara che viene condotta in porto con tranquillità fino alla fine.

    Boston ha in Rasheed Wallace il suo miglior marcatore con 21 punti, seguito da un opaco Rondo con 19, mentre Pierce ne manda a referto 18 (ma solo 2 punti nel secondo tempo quando è incredibilmente sparito dal campo). Male Garnett (10 punti) e Ray Allen (9 punti) con un complessivo 8/25 che non fa onore ai 2 campioni dei biancoverdi.
    Per i Magic invece ottime prestazioni per Nelson (24 punti) e Howard (21 punti, 10 rimbalzi e 5 stoppate), decisivo l’apporto di J.J. redick con 14 punti e la sicurezza al tiro nei momenti caldi che alla fine valgono doppio! Lewis ne mette altri 14 ma è praticamente decisivo nel quarto quarto con ben 9 punti, buono l’apporto di Brandon Bass e Mickael Pietrus dalla panchina con 8 punti a testa, importante il fatto che si facciano trovare pronti nel momento del bisogno perchè i Magic hanno bisogno dell’apporto di tutto il roster per cercare di ribaltare questa serie. Unica nota stonata la partita di Vince Carter, che in questa serie non riesce proprio ad entrare in ritmo: 8 punti ma con 10 tentativi dal campo, ci si aspetta molto di più dal fenomeno ex North Carolina University anche perchè è un tassello importantissimo nel mosaico di coach Stan Van Gundy. Grandissima serata dall’arco (13/25) per Orlando che distrugge gli avversari anche a rimbalzo (43-26) e nelle percentuali dal campo ed ai tiri liberi.

    La vittoria per i Magic era fondamentale per non essere eliminati e cercare di giocarsi gara 6 a Boston, match già puntato da Van Gundy e sul quale si baserà la stagione della franchigia della Florida. La pressione ora sarà tutta sui Celtics in gara 6 visto che dovranno chiudere il conto: un ritorno alla Amway Arena per una eventuale gara 7, in trasferta, potrebbe equivalere ad una clamorosa eliminazione che mai si è verificata nella storia del basket americano nelle 93 occasioni finora capitate. Solo 3 volte nell’hockey su ghiaccio (Toronto Maple Leafs nel 1942, New York Islanders nel 1975 e proprio quest’anno i Philadelphia Flyers peraltro su un’altra franchigia di Boston, i Bruins) sono riusciti nell’impresa di ribaltare un 3-0 in 3-4. Anche nel baseball ciò si è verificato ma per una sola volta e nell’occasione è stata coinvolta un’altra squadra di Boston, i Red Sox , ma in positivo, quando eliminarono, nel 2004, dopo essersi trovati sotto 3-0 i New York Yankees nella post season.
    Boston ora trema ma è squadra esperta per contenere l’emotività ed incanalarla nel giusto verso, dall’altra parte i Magic ci credono dato che da una situazione disperata ora sono a ridosso degli avversari e stanno facendo sentire il fiato sul collo.
    Gara 6 è in programma venerdì notte al “Garden” di Boston e sarà un appuntamento da non perdere per una partita che sarà giocata fino allo stremo da parte delle 2 squadre e dai giocatori che andranno in campo.

    Risultati NBA del 26 maggio 2010

    Orlando Magic – Boston Celtics 113-92
    –> Orl: Nelson 24, Howard 21, Redick 14, Lewis 14 – Bos: Wallace 21, Rondo 19, Pierce 18

    LE SERIE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Magic-Celtics 2-3
    Lakers-Suns 2-2

  • NBA playoff 2010, Finali di Conference: Orlando sbanca Boston dopo un overtime

    Si riapre parzialmente la serie della Finale di Eastern Conference tra Orlando Magic e Boston Celtics.
    I Magic, con l’orgoglio, riescono ad evitare quantomeno un imbarazzante “cappotto” e riescono ad espugnare il “Garden” dopo un tempo supplementare. Occasione sprecata per i biancoverdi che comunque sembrano avere in mano il pieno controllo della serie, solo un miracolo potrebbe infatti permettere alla squadra della Florida di passare il turno.

    Entra molto bene in partita Orlando, che nel primo quarto trova in scioltezza sia il gioco interno di Dwight Howard, che quello sugli esterni con le triple di Rashard Lewis (finalmente segnali di vita dal numero 9 dei Magic) e di Matt Barnes. Boston cerca di rispondere con il capitano Paul Pierce ma nonostante ciò la squadra di Stan Van Gundy chiude il primo quarto in vantaggio per 31-26. Rondo ha problemi di falli e viene sostituito in campo, ma i Magic invece che incrementare il vantaggio restano sempre ancorati ai biancoverdi, il massimo vantaggio è nell’ordine dei 10 punti, ma Kevin Garnett non ci sta e ricuce prontamente lo strappo.
    Nel terzo quarto però i Magic iniziano a trovare difficoltà per andare a canestro complice l’ottima intensità difensiva di Boston. Garnett ed Howard si scambiano “carezze” proibite ed i due falli evitabili di Howard riportano in partita i Celtics che chiudono il quarto in vantaggio grazie ai liberi di un Rajon Rondo un pò fuori partita.
    Orlando inaspettatamente s’affida interamente a J.J. Redick che segna i primi 7 punti del quarto quarto con 2 triple e per 11 minuti di fila, a cavallo tra terzo e ultimo periodo, è l’unico che porta punti alla causa dei Magic. Boston risponde con un fantastico Glen Davis sia in attacco che in difesa ma Orlando va sul +7 a 2 minuti e mezzo dalla fine con il gioco da 3 punti di Howard. Sembra fatta ma Pierce e Allen producono l’8-1 di parziale che spedisce la gara all’overtime, il primo in questi playoff dove tutte le gare, dal primo turno ad ora, non hanno avuto mai un appendice di supplementare.
    Per i primi 2 minuti nessun punto da parte delle 2 squadre e tanta difesa. Poi entra in scena Jameer Nelson che spacca in 2 il supplementare con due triple. Ray Allen è magico e con altrettanti 2 tiri dall’arco tiene a galla i suoi. Howard trova due punti importantissimi sull’errore di Nelson e sul possesso successivo, Garnett è autore di un brutto passaggio che consegna gara 4 ad Orlando.

    Per i Celtics ottima gara di Pierce con 32 punti e 11 rimbalzi ma poco incisivo da 3 punti con un brutto 0/6, Ray Allen aggiunge 22 punti e Garnett si salva con 14. Fuori partita la vera chiave dei Boston Celtics, il playmaker Rajon Rondo che chiude con 9 punti e 8 assist ma poca incisività. 12 punti totali per la panchina che è stata sotto il livello standard.
    Per i Magic 32 punti, 16 rimbalzi e 4 stoppate per Dwight Howard, vero trascinatore, 23 di Nelson e 12 di Redick. 13 invece per un redivivo Rashard Lewis, 10 punti per un’altro “disperso” delle gare precedenti ovvero Matt Barnes. Gara orrenda invece per Vince Carter con soli 3 punti e 1/9 dal campo, fortunatamente,per i neroazzurri, non decisiva.
    Mercoledì si torna in Florida per gara 5 ma anche questa partita sarà un nuovo match point per i Celtics per agguantare la 21esima finale della sua storia.

    Risultati NBA del 24 maggio 2010

    Boston Celtics – Orlando Magic 92-96 (overtime)
    –> Bos: Pierce 32, Ray Allen 22, Garnett 14 – Orl: Howard 32, Nelson 23, Lewis 13

    Guarda gli highlights di Boston Celtics – Orlando Magic

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  • NBA playoff 2010, Finali di Conference: Boston non si ferma, 3-0 sui Magic

    I Boston Celtics portano a casa anche gara 3 contro gli Orlando Magic e si apprestano a varcare per l’ennesima volta nella loro pluriennale e vincente storia le soglie della Finale NBA che con ogni probabilità li vedrà affrontare i Los Angeles Lakers per una sfida tra le 2 squadre più titolate dell’intera Lega.

    Praticamente senza storia la partita che dura appena 4 minuti, quando i biancoverdi piazzano un parziale di 14-0 che annichilisce mantalmente gli avversari che non riusciranno più a recuperare lo svantaggio permettendo a Boston di giocare tranquilla e di divertirsi grazie ad una regia fuori dal normale di Rajon Rondo.
    12 punti segnati nei primi 12 minuti per Orlando, contro i 27 dei Celtics. Senza storia anche il secondo periodo terminato sul 51-34.
    Il +17 non dà tranquillità ai padroni di casa che continuano a martellare il canestro avversario e alla fine del terzo parziale il distacco è abissale: 75-47 con 28 punti di margine che umiliano la squadra della Florida che in tutta la serie non sta veramente capendo niente di come fermare gli avversari. Ultimo quarto in scioltezza per gli ex campioni che chiudono il conto sul 94-71.

    Ottime le prove di Glen Davis con 17 punti, del solito capitano Paul Pierce con 15 e ben 9 rimbalzi, Ray Allen chiude a quota 14 e Rondo con 11 punti e 12 assist. Bene la coppia Garnett-Wallace con 10 punti a testa e 10 rimbalzi in totale.
    Male invece i Magic, sia nelle percentuali dal campo, che al tiro da 3 e nei rimbalzi, stradominati dai voraci Celtics sotto i tabelloni e nella difesa sull’uomo.
    Vince Carter e Jameer Nelson top scorer a quota 15 punti, 12 punti del francese Pietrus, ma veramente inguardabili il solito Rashard Lewis che nella serie è come se non avesse messo mai piede in campo (4 punti e nient’altro), e sottotono anche Dwight Howard (7 punti e 7 rimbalzi), ben marcato da Perkins (che sta facendo un lavoro straordinario in difesa) e Wallace.
    Magic ora con le spalle al muro, hanno l’ultima possibilità per cercare di ritornare a giocare ad Orlando ma dovranno vincere gara 4 e onestamente, per quello che si è visto in queste 3 sfide la cosa appare molto ma molto improbabile. Nell’NBA non bisogna mai scrivere la parola fine prima che ciò avvenga veramente, ma nessuna squadra è riemersa dopo un 3-0, e sembra veramente dura che i Magic possano farsi carico di questa impresa.

    Risultati NBA del 22 maggio 2010

    Boston Celtics – Orlando Magic 94-71
    –> Bos: Davis 17, Pierce 15, Ray Allen 14 – Orl: Carter 15, Nelson 15, Pietrus 12

    LE SERIE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Magic-Celtics 0-3
    Lakers-Suns 2-0

  • NBA playoff 2010, Finali di Conference: Pierce porta i Celtics sul 2-0 contro i Magic

    Per la prima volta nella sua gloriosa storia, Boston vince 2 partite in trasferta in apertura di una serie playoff e si porta ad un passo dalla qualificazione alla Finale NBA.
    Grande gara del capitano di 1000 battaglie Paul Pierce, autentico trascinatore dei suoi, ben assistito dal playmaker Rajon Rondo, vero punto di forza di questi Celtics nella finora trionfale post season.
    Il primo quarto è di Orlando che si impone per 27-28 ma Pierce nel secondo si carica la squadra sulle spalle e permette ai biancoverdi di andare al riposo con 2 punti di vantaggio, ridicolizzando il povero Pietrus: 53-51 il parziale e Pierce ha già 22 punti sul tabellino dei marcatori.
    Il secondo tempo vede protagonista Dwight Howard che però, a causa del quarto fallo deve uscire dal campo, Boston così prende coraggio e con un parziale di 13-1 griffato Garnett va in fuga con gli avversari che smarriscono la via del canestro con 8 errori consecutivi. Nel quarto quarto la tripla di Wallace sembra chiudere la gara ma il sesto fallo di Perkins, la duttilità di Redick e l’energia di Howard ribaltano la situazione con Carter che trova il canestro del vantaggio a 3 minuti e mezzo dal termine. I Celtics non mollano e tornano avanti, Glen Davis difende da campione su qualsiasi avversario, Nelson smarrisce la via del gioco e manda in confusione i suoi compagni. Sul -1 i Magic fanno fallo su Pierce che mette i liberi del +3 biancoverde, Carter sull’azione successiva trova il sesto fallo proprio di Pierce ma dalla lunetta, sebbene gran tiratore di liberi, fallisce per 2 volte il bersaglio. Azione successiva che vede sbagliare il tiro della possibile sicurezza anche a Boston, Nelson allora prova ad impattare la gara con pochi decimi di secondo tirando da metà campo ma ovviamente il tiro non va a bersaglio. Finisce 95-92 con 28 punti di Pierce e 25 di Rondo. Egregio secondo tempo di Kevin Garnett (10 punti, 9 rimbalzi e 2 stoppate), unica nota stonata il contributo minimo di Ray Allen (4 punti, praticamente annullato da J.J. Redick).
    Ad Orlando non bastano i 30 punti di Howard e i 16 a testa di Vince Carter e dello stesso Redick. Totalmente fuori gara Nelson (9 punti ma con 12 tentativi dal campo), inguardabile per la seconda gara consecutiva Rashard Lewis con 5 miseri punti, lui che dovrebbe fare la differenza mettendo in crisi Garnett.
    Boston si ritrova quindi con un grande vantaggio, Orlando è quasi KO, gara 3 al “Garden”, sul parquet amico dei Celtics, è in programma sabato 22 maggio e potrebbe far cadere quasi definitivamente la testa dei Magic le cui speranze ormai sono appese ad sottile filo.

    Risultati NBA del 18 maggio 2010

    Orlando Magic – Boston Celtics 92-95
    –> Orl: Howard 30, Redick 16 , Carter 16 – Bos: Pierce 28, Rondo 25, Garnett 10, Perkins 10

    LE SERIE DELLE FINALI DI CONFERENCE:

    Magic-Celtics 0-2
    Lakers-Suns 1-0

  • NBA playoff 2010, Finali di Conference: Orlando Magic – Boston Celtics

    Orlando Magic e Boston Celtics si ritrovano un anno dopo a scontrarsi nuovamente nella post season.
    Se nella passata stagione la sfida era valida per le Semifinali di Eastern Conference, con i Magic che a sorpresa eliminarono gli allora campioni in carica, ora la serie varrà l’accesso per la Finale NBA.
    La situazione sembra essersi capovolta con Orlando che parte in vantaggio, ma Boston ha dimostrato di poter dire la sua eliminando nella serie precedente la migliore squadra della Lega e il miglior giocatore del mondo dalla corsa al titolo ovvero i Cleveland Cavaliers e LeBron James.
    Finale NBA che le due squadre hanno raggiunto negli ultimi due anni. Vincenti i Celtics nel 2008, perdenti i Magic nel 2009.
    Boston ha tutto quello che serve per mettere in difficoltà il convulso e affascinante sistema offensivo dei Magic. Orlando ha la convinzione mentale e una freschezza fisica che alla lunga può risultare letale per i Celtics.
    Il precedente della Semifinale di Conference dello scorso va preso con le pinze del caso. Quest’anno è tutta un’altra storia. Facce nuove, facce diverse.
    In Regular Season, il parziale è favorevole ad Orlando che è stata in grado di vincere 3 partite contro una sola dei Celtics.
    Sarà una serie che vivrà di dettagli, difesa e tanta, tantissima fisicità.
    Orlando poi partirà avvantaggiata dal fatto di aver riposato avendo eliminato gli Atlanta Hawks in sole 4 gare, così come nel primo turno era capitato con Charlotte Bobcats. I Magic sono gli unici ad essere imbattuti nella post season e se ciò è avvenuto un motivo ci sarà di certo. Orlando ha potuto preparare le migliori soluzioni tattiche per affrontare l’avversario nel secondo turno, con Van Gundy che ha potuto studiare ogni singola debolezza dei Celtics per poterne trarre vantaggio.

    I Magic hanno trovato l’apporto, finalmente, di Jameer Nelson in questi playoff, e con il gioco interno di Howard restano una delle squadre più difficili da fermare: un mix di “dentro-fuori” che se attuato con perizia risulta devastante. Se si decide di dare la palla dentro il pitturato, Dwight Howard risulta letale visto il suo strapotere fisico. Se la palla viene fatta girare sugli esterni, i Magic hanno giocatori che risultano pericolosissimi nel tiro dalla lunga distanza come Vince Carter, Jameer Nelson, Rashard Lewis, J.J. Redick, Matt Barnes, Jason Williams e Mickael Pietrus. E quando queste 2 armi funzionano assieme praticamente Orlando diventa imbattibile.
    Sono 4 i giocatori da cui dipendono le fortune dei Celtics e stiamo parlando in primis di Paul Pierce, poi di Kevin Garnett, di Ray Allen, e di Rajon Rondo che citiamo per ultimo ma sembra essere il vero ago della bilancia dei biancoverdi come dimostrato nel confronto contro i Cavs di James soprattutto nella spettacolare gara 4 in cui ha messo a referto una stratosferica tripla doppia da 29 punti, 18 rimbalzi e 13 assist.

    I Magic dovrebbero scendere in campo con questo quintetto: Jameer Nelson e Vince Carter come guardie, Rashard Lewis e Matt Barnes come ali e Dwight Howard come centro. Dalla panchina potrebbero risultare decisivi il francese Mickael Pietrus (gran difensore e buon attaccante) Marcin Gortat come cambio di Howard, J.J. Redick tiratore terrificante e Jason Williams a portare tanta esperienza quando conta. Ricordiamo che la panchina dei Magic è stata la migliore nella regular season assieme a quella dei Cavs.
    Boston con ogni probabilità schiererà Rajon Rondo e Ray Allen come guardie, Paul Pierce e Kevin Garnett come ali e Kendrick Perkins nel ruolo di centro. Dalla panchina sarà fondamentale l’apporto di Nate Robinson, la difesa di Tony Allen, i “piazzati” di Michael Finley, la freschezza fisica di Glen Davis e il presumibile riscatto dopo una stagione veramente deludente da parte di Rasheed Wallace che già contro Cleveland ha fatto vedere qualcosa di buono contribuendo alla clamorosa eliminazione degli ex favoriti al titolo del 2010.

    Chiavi della serie saranno, banalmente, i puri scontri tra gli interpreti dei vari ruoli: Barnes e Pietrus (a turno) dovranno limitare il capitano biancoverde Paul Pierce, Lewis dovrà fare i salti mortali per rendere innocuo Garnett e garantire comunque il suo contributo in attacco, Carter risulterà decisivo se Ray Allen lo dovrà inseguire per tutto il parquet, Nelson avrà l’arduo compito di bloccare la mente dei Celtics ovvero Rajon Rondo (e qui si potrebbe spostare l’equilibrio della serie) e infine il centro di Boston, Perkins, dovrà cercare di fare bella figura contro Howard, cosa un pò improbabile a dire la verità.
    Tutto molto semplice, ma da questi duelli dipenderà l’esito del risultato!

    Si parte oggi alle 21.30 ora italiana. Questo il programma completo:
    Gara 1: Boston Celtics @ Orlando Magic domenica 16 maggio 3.30 pm (21.30 italiane)
    Gara 2: Boston Celtics @ Orlando Magic martedì 18 maggio 8.30 pm (02.30)
    Gara 3: Orlando Magic @ Boston Celtics sabato 22 maggio 8.30 pm (02.30)
    Gara 4: Orlando Magic @ Boston Celtics lunedì 24 maggio 8.30 pm (02.30)
    Se necessarie:
    Gara 5: @ Orlando mercoledì 26 maggio
    Gara 6: @ Boston venerdì 28 maggio
    Gara 7: @ Orlando domenica 30 maggio

  • NBA playoff 2010, semifinali di Conference: Avanzano Lakers e Magic

    Ancora un altro “sweep” per gli Orlando Magic, unica squadra imbattuta in questi playoff.
    Atlanta deve cedere il passo nei confronti di una squadra in cui tutto gira a meraviglia.
    Hawks dominati come al solito con il tiro da 3 punti e gara mai in discussione, condotta dall’inizio fino alla fine.
    4 triple a testa per Lewis (17 punti, 6 rimbalzi, 5 assist), Carter (22 punti), e Pietrus (12 punti) con quest’ultimo che nell’intera serie ha infilato 11 tiri dalla lunga distanza. Per gli Hawks è una brutta eliminazione, la fatica prodotta nella serie contro Milwaukee ha inciso in modo determinante. Altra pessima serata al tiro (40%) con un Joe Johnson molto deludente che chiude gara 4 con 5/15 dal campo e la serie con 17/57. Dall’altra parte, Dwight Howard (13 punti, 8 rimbalzi e 4 stoppate) ha sbagliato solo 5 tiri (27/32) nella serie. Bene anche Nelson con 16 punti e 9 assist.

    Dopo l’enorme fatica nel turno precedente contro i Thunder di Kevin Durant in cui si è rischiata fortemente gara 7, i Lakers spazzano via con un “cappotto” i Jazz.
    Nel primo quarto la partita si mantiene su un sottile equilibrio, prontamente spezzato da 2 schiacciate di Shannon Brown a cavallo tra fine primo e inizio secondo periodo. Il +9 Lakers si trasforma in un clamoroso +22 con un Gasol dominante su tutti e 2 i lati del campo che trascina i suoi sul 57-35. Utah non molla e grazie all’inventiva di Williams ritorna sul -5 con la giocata di Boozer nella seconda metà del terzo quarto. Ma è solo un’illusione visto che 2 canestri di Bryant e la tripla di Odom riportano i Lakers sulla doppia cifra di vantaggio. All’inizio del quarto parziale l’esperienza di Fisher porta alla causa 6 punti con una tripla e tre liberi consecutivi. Utah risponde con il solito e mai arrendevole Williams ma le triple di Brown ed il dominatore Gasol di questa gara 4 chiudono l’incontro.
    Lo spagnolo chiude con 33 punti e 14 rimbalzi, Bryant ne segna 32, bene Brown dalla panchina (12 punti) e l’impatto di Odom sulla gara (10 punti). Fondamentale anche l’esperienza di Fisher nei momenti delicati.
    Per i Jazz 21 punti a testa per Williams (ma 0/7 da 3) e Millsap, Miles ne aggiunge 15 e Boozer va in doppia doppia con 10 punti e 14 rimbalzi, ma contro questi Lakers non basta. Onore ad Oklahoma City che nel turno precedente aveva fatto sembrare i campioni un pò bolliti: invece L.A. ha dimostrato il contrario, a dimostrazione che i Thunder se avessero preso qualche altra squadra nel primo turno sarebbero passati perchè è una franchigia in rapida crescita ed una delle più forti della Lega.
    Ad Attendere i gialoviola ora ci sono i Suns per una serie che si presenta veramente interessante.

    Risultati NBA del 10 maggio 2010

    Atlanta Hawks – Orlando Magic 84-98
    –> Atl: Crawford 18, Josh Smith 16, Johnson 14 – Orl: Carter 22, Lewis 17, Nelson 16
    Utah Jazz – Los Angeles Lakers 96-111
    –> Uta: Williams 21, Millsap 21, Miles 15 – Lak: Gasol 33, Bryant 32, Brown 12

    LE SERIE DELLE SEMIFINALI DI CONFERENCE:

    Cavs-Celtics 2-2
    Magic-Hawks 4-0 (Magic alla Finale di Conference)
    Lakers-Jazz 4-0 (Lakers alla Finale di Conference)
    Suns-Spurs 4-0 (Suns alla Finale di Conference)