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  • Addio Benitez, il Real Madrid vira su Zidane

    Addio Benitez, il Real Madrid vira su Zidane

    L’avventura di Rafa Benitez sulla panchina del Real Madrid è terminata con l’esonero del tecnico spagnolo. Salta quindi un’altra panchina prestigiosa in Europa dopo l’allontanamento di Jose Mourinho da quella del Chelsea.

    Rafa Benitez, esonerato dalla panchina del Real Madrid.
    Rafa Benitez, esonerato dalla panchina del Real Madrid.

    I cattivi risultati ottenuti, la scarsa sintonia con il gruppo, probabilmente mai nata, hanno pesato sulle scelte della società: fatale è stato il pari di Valencia, che ha portato il Real Madrid a quattro punti dalla capolista della Liga, l’Altletico Madrid, e a meno due dal Barcellona. Florentino Perez ha già in casa il sostituto, si tratta di Zinedine Zidane, attuale allenatore della Castilla, la squadra B del Real Madrid. 

    Rafa Benitez ha provato fino alla fine a difendere il proprio operato ma ha pesato, come un macigno, il rapporto teso con Cristiano Ronaldo, la stella indiscutibile della squadra, un rapporto mai sbocciato con buona parte della tifoseria. I risultati nono sono stati quelli che la dirigenza di aspettava, nonostante il passaggio agli ottavi di finale di Champions League, da prima del girone che consentirà al club spagnolo di giocarsi con la Roma in passaggio ai quarti di finale. Il verdetto è maturato dopo la riunione interna effettuata dal Consiglio di Amministrazione del club spagnolo.

    Benitez, lascia un club, da allenatore, senza aver alzato trofei, senza aver messo in bacheca delle Coppe come successo nelle sue avventure al Liverpool, la Champions League vinta contro il Milan nel 2007, al Valencia, al Chelsea, all’Inter, al Napoli.

    “E’ in atto una campagna contro di me”

    aveva detto pochi giorni fa, Benitez, che si sentiva accerchiato da una stampa mai benevola nei suoi confronti per il gioco e le divisioni interne allo spogliatoio.

    In questi minuti è prevista la conferenza stampa della società che certificherà l’esonero di Rafa Benitez.  Ma al di là delle critiche, è Florentino Perez a non averlo mai veramente protetto, fino alla decisione finale.

     

  • Lulic punisce il Napoli. Lazio-Juve finale di Coppa Italia

    Lulic punisce il Napoli. Lazio-Juve finale di Coppa Italia

    La Lazio è in finale di Coppa Italia. A trascinare i biancocelesti nell’ultima sfida, all’Olimpico contro la Juventus, è stato Senad Lulic che è entrato a metà del secondo tempo, ha trovato il gol vittoria e poi a 3 minuti dalla fine ha salvato sulla linea il possibile pareggio del Napoli. 

    Oltre al bosniaco, parte del successo dei biancocelesti va assegnato al tecnico Stefano Pioli che quando ha capito che la gara si stava trascinando sullo 0-0, che avrebbe portato il Napoli in finale, ha cambiato di fascia Felipe Anderson, in difficoltà contro Maggio, che da quel momento è tornato ad essere il solito gran calciatore visto quest’anno, e poi ha inserito Lulic per un Candreva in serata no.

    Brutta partita invece per il Napoli che prosegue nel momento negativo e che sperava con l’Uomo delle Coppe, Rafa Benitez, di conquistare la finale di Coppa Italia. 

    Il tecnico spagnolo non è stato in grado di rivoltare la partita come accaduto per il suo collega. I partenopei hanno fatto troppo poco, hanno sprecato le occasioni avute, vuoi per imprecisione, vuoi per sfortuna e non hanno creato grossi problemi ad una Lazio in grande periodo di forma. Al Napoli adesso resta un’Europa League da provare a conquistare, per cercare di raggiungere quella Champions che al momento, in campionato, pare molto lontana.

    Veniamo al racconto della gara.

    Benitez non rinuncia al suo classico 4-2-3-1 confermando la coppia Britos-Albiol in difesa. A centrocampo tocca a Gargano ed Inler mentre nel trio di trequartisti, alle spalle di Higuain, spazio a Gabbiadini e Hamsik.

    Pioli invece modifica lo schema, passando dal 4-2-3-1 visto nelle ultime gare, al 4-3-3 con Cataldi che va ad inserirsi nel trio di centrocampo, costringendo Mauri alla panchina.

    Nei primissimi istanti sembra il Napoli a voler far la gara ma la Lazio non sta a guardare e crea una potenziale occasione con Candreva al 3°. La gara scorre con possesso palla da ambo le parti senza però grandi occasioni. Al 19° occasione per Candreva che, dopo una sponda di Klose, lascia partire un tiro, fuori di poco. La risposta del Napoli arriva al 28° con un calcio di punizione di Gabbiadini che centra il palo. I ritmi si alzano ed i restanti minuti scorrono via piacevoli con un paio di occasioni per parte ma con i portieri inoperosi. Il primo tempo si chiude a reti bianche.

    Il gol vittoria di Lulic | Foto Twitter
    Il gol vittoria di Lulic | Foto Twitter

    Si riparte senza cambi con i primi minuti nuovamente di studio, anche se al 50° un cross rasoterra di Maggio preoccupa Berisha che alla fine si ritrova la palla tra le braccia. Al 55° Pioli decide di cambiare schema inserendo Mauri per Cataldi e passando al 4-2-3-1. I ritmi si alzano, le occasioni aumentano per entrambe le compagini. Al 75° occasione enorme per Lulic, il bosniaco colpisce di testa ma Andujar sfodera un grande intervento e salva. Passano pochi minuti e una gran conclusione di Hamsik fa gridare al gol il San Paolo, ma la palla esce di un niente. Al 79° la gara si sblocca, Felipe Anderson piazza il cross basso che trova la deviazione vincente di Lulic. Il Napoli è costretto a trovare una reazione, Benitez tenta la carta ultra offensiva inserendo Insigne per Gargano. Proprio Insigne al 87° s’inventa una stupenda azione personale, arriva al limite del lato corto dell’area mette in mezzo superando anche Berisha ma arriva Lulic a spedire fuori, salvando a due passi dalla linea. I partenopei ci provano ma non riescono a trovare il gol che varrebbe i supplementari. In finale va la Lazio che se la vedrà, all’Olimpico, contro la Juventus. 

     

    NAPOLI – LAZIO 0-1 (79° Lulic)

    Napoli (4-2-3-1): Andujar; Maggio, Albiol, Britos, Ghoulam; Gargano (85° Gargano), Inler; Gabbiadini (72° Callejon), Hamsik, Mertens (67° De Guzman); Higuain.

    Allenatore: Benitez.

    Lazio (4-3-3): Berisha; Basta, De Vrij, Mauricio, Braafheid (83° Cavanda); Cataldi (55° Mauri), Biglia, Parolo; Candreva (72° Lulic), Klose, Felipe Anderson.

    Allenatore: Pioli.

    Arbitro: Orsato.

    Ammoniti: Albiol (N), Mauricio (L), De Guzman (N), Parolo (L)

  • Pjanic regala alla Roma il Big Match contro il Napoli

    Pjanic regala alla Roma il Big Match contro il Napoli

    Un gol di Pjanic al 25° permette alla Roma di sconfiggere il Napoli nel lunch match della 29° giornata. Una vittoria che gli azzurri hanno provato a mettere in discussione sino all’ultimo ma che non sono riusciti ad evitare anche per un’ottima prestazione di Morgan De Sanctis.

    Rudi Garcia può ritenersi soddisfatto per la buona prestazione di Iturbe, che è parso in crescita, e della difesa che, se pur con qualche spavento, ha retto l’urto del Napoli nella ripresa.

    Benitez invece, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, può ritenersi soddisfatto per un Mertens parso incontenibile e per una squadra che ci ha provato sino all’ultimo.

    Restano però alcuni dubbi sulle scelte del tecnico spagnolo, per chi ha assistito alla gara, perchè lasciare Gabbiadini in panchina dall’inizio e sostituire Higuain al 76° per Zapata?

    Veniamo al racconto della gara.

    Rudi Garcia che deve rinunciare a GervinhoFrancesco Totti, mantiene il suo 4-3-3 con il tridente formato da Florenzi-Ljajic-Iturbe con Doumbia ed Ibarbo che partono dalla panchina.

    Benitez non cambia il suo 4-2-3-1, in difesa Britos gioca al posto di Koulibaly e nel trio alle spalle di Higuain, il ballottaggio viene vinto da Mertens e De Guzman che si vanno ad aggiungere a Callejon.

    I primi 10 minuti scorrono con ritmi pian piano in crescita, con la Roma a fare la gara e con un guizzo per parte, Ljajic per i giallorossi e Mertens per il Napoli, senza però creare pensieri ai due portieri. Provano a crescere gli ospiti ma al 20° un’insidiosa punizione di Pjanic sfila in mezzo all’area finendo sul fondo non di molto. Al 25° è proprio il bosniaco a sbloccare la gara finalizzando un’ottima giocata sull’asse Iturbe-Florenzi con il cross rasoterra di quest’ultimo per Pjanic che solo in mezzo all’area spedisce la palla in rete. Il Napoli tenta la reazione ma De Sanctis è bravo a chiudere sull’incursione di De Guzman. Al 39° bella giocata del Napoli con Higuain che inventa per Callejon, lo spagnolo entra in area, mette a sedere il difensore poi, anzichè calciare, appoggia all’accorrente De Guzman che calcia trovando però Manolas sulla sua strada. Il primo tempo si chiude così sul 1-0.

    Iturbe e De Rossi festeggiano Pjanic | Foto Twitter
    Iturbe e De Rossi festeggiano Pjanic | Foto Twitter

    Il secondo tempo inizia con gli stessi 22 protagonisti del primo tempo ma con diversi calciatori delle panchine a scaldarsi. I ritmi crescono con entrambe le squadre che vanno a fiammate e con Mertens al 53° ha la palla per pareggiare ma trova un ottimo De Sanctis in chiusura. Passano 3 minuti e la sfida si ripete con il portiere che esce nuovamente vincitore. Gioca bene il Napoli ma la Roma cresce e sa pungere, in un paio d’occasioni Britos è costretto ad un paio di chiusure tempestive. Al 61° Benitez si gioca la carta Gabbiadini che va a rilevare Callejon. Proprio Gabbiadini con la deviazione volante al 66° costringe De Sanctis ad una gran parata in tuffo. Mertens è scatenato e al 78° serve un bel pallone a Gabbiadini che però calcia troppo centralmente, blocca De Sanctis. Al 88° Iturbe, ben imbeccato da Ibarbo, avrebbe il match point ma dopo aver saltato Andujar calcia sull’esterno della rete. Al 93° c’è l’ultima occasione per il Napoli, De Rossi pasticcia in area, la palla rimane in zona pericolosa Mertens crossa ma De Sanctis in volo plastico blocca la palla e consegna sostanzialmente il successo ai suoi, poco dopo infatti Rizzoli fischia la fine dell’incontro.

     

    ROMA – NAPOLI 1-0 (25° Pjanic)

    Roma (4-3-3): De Sanctis; Torosidis, Manolas, Astori, Holebas (70° Yanga-Mbiwa); Pjanic (68° Paredes), De Rossi, Nainggolan; Florenzi (79° Ibarbo), Ljajic, Iturbe.

    Allenatore: Garcia.

    Napoli (4-2-3-1): Andujar; Maggio, Albiol, Britos, Ghoulam; Jorginho, David Lopez; Callejon (61° Gabbiadini), De Guzman (81° Insigne), Mertens; Higuain (76° Zapata).

    Allenatore: Benitez.

    Arbitro: Rizzoli.

    Ammoniti: De Rossi (R), Holebas (R), Albiol (N), Florenzi (R), Torosidis (R)

  • Benitez: parole da ex, siamo ai saluti?

    Benitez: parole da ex, siamo ai saluti?

    Rafa Benitez è ad un bivio, lo si era capito da tempo, più precisamente da quest’estate, quando mentre la squadra era alle prese con il lavoro di preparazione per il campionato attualmente in corso e lui era in Inghilterra, ad occuparsi di faccende private, si diceva. Poi diventato un supplemento di vacanza, come se il Mondiale in Brasile lo avesse giocato pure lui.

    Le domande si rincorrevano e così, come sempre, pacate rimbalzavano le sue risposte. La sensazione era già allora che le strade tra il tecnico spagnolo ed il Napoli fossero in un certo senso unite solo dal reciproco rispetto ma a fare da garante alla tranquilla e competitiva stagione azzurra c’erano le parole del patron partenopeo Aurelio De Laurentiis che definiva il tecnico come la miglior garanzia che il Napoli potesse avere.

    Non è un caso che l’allenatore pronunci le parole proprio in questo periodo, e attraverso una testata internazionale come France Football, che ha una cassa di risonanza addirittura mondiale e non è un caso nemmeno che vengano usati termini fino a qualche mese fa estremamente tabù.

    Rafa Benitez si sta vendendo al miglior offerente, o meglio attraverso una grandissima vetrina ha esposto la sua immagine mettendo una didascalia forte:

    “Ora sono a Napoli, ma non so cosa potrà accadere poi”.

    Frase sibillina, che ai più attenti può quasi sembrare un invito al presidente De Laurentiis ad accelerare in vista del rinnovo di contratto, anche se i più informati sanno che al patron piace discutere di tali questioni a bocce ferme, o meglio a stagione conclusa quando si possono trarre bilanci definitivi. Già questo contrasta con la mentalità del tecnico, abituato a fare progetti e programmare il proprio futuro.

    Ma non finisce qui, nell’intervista Benitez lascia anche qualche indizio sul possibile finale della storia:

    “Ho allenato in Spagna, Inghilterra e Italia. Non avrei problemi a provare un nuovo campionato, se ci fosse l’offerta giusta al momento giusto e con la squadra giusta”.

    Qui l’analisi e il peso delle parole prendono anche un carattere temporale. Benitez parla benissimo l’italiano ed è quasi impossibile che si lasci fraintendere, quindi quando dice “ho allenato” dobbiamo interpretarlo come quello che è, o meglio quello che è stato. Secondo fattore, ma non meno importante, è quello relativo al suo rilasciarsi ad un’eventuale offerta da parte di un altro club.

    Rafa Benitez | Foto Twitter
    Rafa Benitez | Foto Twitter

    Escludendo i tre campionati nominati e considerando al livello di questi gli altri papabili vengono in mente solo un paio di probabili destinazioni, la Germania e la Francia. Poi c’è da considerare l’ingaggio del tecnico iberico, che non è mai stato elevatissimo ma che comunque è di rilievo, e allora ecco che si snocciolano alcune possibili destinazioni nei due paesi.

    Il Paris Saint Germain potrebbe avere le carte in regola per l’offerta giusta e la squadra giusta e tra l’altro Blanc sembra ormai essere delegittimato, altra piazza interessante potrebbe essere il Borussia Dortmund dove Klopp ha diverse richieste e da voci teutoniche pare non sia più in idilliaci rapporti con la dirigenza. Infine c’è il Bayern Monaco dove non ha un grandissimo appeal e Guardiola ha detto a più riprese di voler rispettare il contratto in essere fino alla scadenza.

    A Napoli Benitez ha portato una cultura calcistica più internazionale così come una caratura della società più europea, tuttavia lascia molto pensare il peso delle sue parole, soprattutto la frase “ho allenato”, che sembra quasi una resa al fatto che le strade tra lui ed il Napoli si siano divise irrimediabilmente. Inoltre conoscendo proprio il suo modus operandi fatto di programmazione e di progetti futuri è molto probabile che lui abbia già in mano un accordo con qualche club ed abbia deciso di usare queste parole proprio per preparare la piazza al suo divorzio.

    Se tutto questo fosse confermato poi dai fatti e se anche i giocatori o la società fosse già informata delle scelte, in tal senso, di Benitez ecco come si potrebbe spiegare l’andamento altalenante della squadra partenopea che, con altra verve, avrebbe già preso e superato una Roma al secondo posto che sta passeggiando claudicante in campionato. Il tutto alla vigilia della partita di Europa League contro la Dinamo Mosca, un passaggio discretamente agevole per provare a conquistare un trofeo che farebbe impazzire Napoli.

  • Vazquez e Dybala fermano la corsa del Napoli

    Vazquez e Dybala fermano la corsa del Napoli

    La coppia d’oro del Palermo non lascia scampo nemmeno ad una delle squadre più in forma della Serie A. 

    Il Napoli vede la propria corsa (sei vittorie nelle ultime sette gare con l’unico stop subito contro la Juventus) fermarsi al Barbera sotto le giocate del sempre più esaltante Dybala accompagnato dal suo gemello del gol Vazquez che non solo ha giocato bene ma ha anche segnato un gol e fornito un assist. La partita l’aveva sbloccata Lazaar al 14° con la complicità di una papera di Rafael.

    Iachini quindi può sorridere, la brutta prestazione di San Siro sembra solo uno sbiadito ricordo. Davanti i suoi hanno giocato una gara perfetta mettendo in difficoltà gli avversari e dietro non hanno concesso molto al temibile attacco del Napoli.

    Benitez invece avrà certamente da riflettere, giusto optare per il turnover visto il Tour de Force che attenderà i suoi nel prossimo mese, però il tecnico spagnolo probabilmente rimpiangerà la scelta di aver lasciato in panchina un Gabbiadini che quando è entrato è parso vivace e in forma ed ha trovato quel gol, giunto troppo tardi, che ha dato un po’ di brio al finale della partita.

    Veniamo al racconto della gara.

    Iachini, con l’assenza dello squalificato Gonzalez ed un Daprelà non al meglio, decide di cambiare il modulo schierando la difesa a 4 con Rispoli e Lazaar sugli esterni. A centrocampo non c’è Jajalo ma Bolzoni, mentre dietro a Dybala, al fianco di Vazquez, a sorpresa viene schierato Quaison.

    Benitez non modifica il suo consueto 4-2-3-1 ma cambia qualche uomo: a centrocampo al fianco di David Lopez gioca Jorginho e nel trio di trequartisti, alle spalle di Higuain, insieme ad Hamsik si schierano De Guzman e Callejon.

    La gioia di Vazquez e Dybala | Foto Twitter
    La gioia di Vazquez e Dybala | Foto Twitter

    La partita inizia su ritmi piacevoli, con entrambe le squadre a fare pressing sull’inizio azione dell’avversario, non si segnalano però occasioni da rete nei primi dieci minuti. Al 14° un lampo che sblocca la gara, conclusione da lontanissimo di Lazaar, sembra un tiro con poche pretese, Rafael si fa trovare impreparato, commette una papera e la palla finisce in gol per il vantaggio del Palermo. La reazione del Napoli non si vede anzi al 22° sono i rosanero con Bolzoni, al termine di un ottimo contropiede, a rischiare di raddoppiare. Al 35° il raddoppio diventa realtà, Quaison è bravo a tagliare il campo per Dybala che controlla il pallone e lo serve a Vazquez, quest’ultimo lascia partire il tiro che s’infila in rete. Stavolta il Napoli prova subito la reazione ma Sorrentino dice no ad Higuain. Il primo tempo si chiude con i padroni di casa avanti di due gol.

    La ripresa parte senza cambi, ci si aspetta un Napoli aggressivo e a testa bassa ma per lo meno nei primissimi minuti i partenopei non riescono a costruire e si rendono pericolosi solo con una punizione di Callejon. Benitez è costretto a togliere Hamsik, non al meglio, per inserire Gabbiadini ma non si vedono risultati nell’immediato. Il Palermo invece è sempre insidioso e al 63° un tiro di Vazquez, deviato da Rigoni, costringe Rafael al tuffo in corner. Il gol però è nell’aria, passano solo due minuti e Dybala pennella un cross per Vazquez che fa sponda all’inserimento vincente di Rigoni. La terza rete in sostanza chiude la gara, il Napoli non ha la forza per scalare una montagna divenuta altissima mentre il Palermo tira il fiato dopo un grande match. Gabbiadini però non ci sta e al 82° con un tocco di tacco su punizione di De Guzman, accorcia le distanze provando a riaccendere i suoi. Non c’è però tempo, dopo 4 minuti Mazzoleni fischia la fine certificando il successo del Palermo.

     

    PALERMO – NAPOLI 3-1 (2-0) (14° Lazaar (P), 35° Vazquez (P), 65° Rigoni (P), 82° Gabbiadini (N))

    Palermo (4-3-2-1): Sorrentino; Rispoli, Andelkovic, Terzi, Lazaar; Bolzoni, Rigoni, Barreto (85° Jajalo); Quaison (69° Chochev), Vazquez (78° Belotti); Dybala.

    Allenatore: Iachini.

    Napoli (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Albiol, Britos, Strinic; Jorginho, David Lopez (69° Gargano); Callejon, Hamsik (53° Gabbiadini), De Guzman; Higuain (73° Zapata).

    Allenatore: Benitez.

    Arbitro: Mazzoleni.

    Ammoniti: Jorginho (N), Higuain (N), Rispoli (P), Rigoni (P), Bolzoni (P)

  • Higuain all’ultimo respiro, Napoli in semifinale

    Higuain all’ultimo respiro, Napoli in semifinale

    Quando tutto sembra finito, quando ormai, in una gara sostanzialmente equilibrata, ci si prepara ad assistere ai tempi supplementari, arriva la zampata del campione che regala alla propria squadra il successo. Con queste parole si può sintetizzare la gara tra Napoli ed Inter decisa al 93° da una giocata di Higuain che, dopo una rimessa laterale di Ghoulam, ha beffato un Ranocchia totalmente in ritardo ed ha spedito in rete la palla della vittoria.

    Gonzalo Higuain | Foto Twitter
    Gonzalo Higuain | Foto Twitter

    Benitez può essere contento del successo ma magari dovrà apportare qualche piccola modifica ad una squadra che nel primo tempo ha ben giocato con la consueta qualità davanti ma che nella ripresa ha commesso diversi errori ed ha impensierito poco l’Inter concedendo qualche occasione ai nerazzurri.

    Mancini, dovendo mandare giù la delusione dell’errore finale costato l’eliminazione, può comunque vedere dei lati positivi in quella che è parsa, probabilmente, la migliore Inter della sua gestione.

    Veniamo al racconto della gara.

    Benitez effettua un turnover piuttosto leggero, sostanzialmente rispetto alla formazione base il tecnico spagnolo sostituisce solo il portiere, gioca Andujar, e l’esterno di difesa, Maggio infatti ha dato forfait all’ultimo ed è stato sostituito da Koulibaly.

    Mancini invece cambia ben 8 giocatori rispetto alla formazione scesa in campo dal primo minuto domenica contro il Sassuolo. Subito in campo l’ultimo acquisto Santon, oltre a lui dentro il giovane Puscas in attacco al fianco di Icardi e Brozovic titolare a centrocampo con Hernanes e Medel. C’è Shaqiri panchina per Podolski.

    Parte meglio il Napoli che nei primi minuti prova a rendersi insidioso con Higuain. Al 13° però ghiottissima occasione per l’Inter con Icardi che si libera e lascia partire una conclusione che colpisce il palo. L’occasione carica i nerazzurri che provano a rendersi pericolosi poco dopo con un tiro di Shaqiri che però risulta centrale e facile per Andujar. Il Napoli pian piano riprende il comando delle operazioni e al 27° Hamsik ha una buona occasione ma il suo tiro finisce alto, subito dopo occasione anche per Higuian che vince un duello con Ranocchia ma non riesce a superare Carrizo. Le occasioni per i partenopei aumentano e poco dopo la mezz’ora il Pipita non riesce a ribadire in gol una corta respinta di Carrizo su tiro di Hamsik. I padroni di casa danno l’impressione di poter trovare il gol in qualsiasi momento e al 43° Koulibaly colpisce oltre la traversa da pochi passi. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.

    La ripresa parte senza cambi e nei primi minuti si assiste ad una gara equilibrata con buon ritmo ma senza grandi lampi. Al 62° Icardi s’inventa una finezza di tacco per Puscas, il giovane attaccante calcia ma Albiol e poi Andujar salvano in corner. Passano 5 minuti ed è Hernanes ad avere una buona chance dal limite ma la difesa del Napoli devia in angolo. L’Inter sembra più sicura mentre il Napoli non pare la stessa squadra del primo tempo, gli azzurri sono imprecisi e lenti rispetto alla prima frazione. Benitez inserisce Mertens e Gabbiadini ed il Napoli ne guadagna subito in intensità nella zona offensiva. Quando ormai i supplementari sembrano ad un passo Higuain, servito da una rimessa laterale di Ghoulam, beffa Ranocchia, si presenta davanti a Carrizo e lo batte. Non c’è più tempo in semifinale contro la Lazio va il Napoli.

     

    NAPOLI – INTER 1-0 (0-0) (93° Higuain)

    Napoli (4-2-3-1): Andujar; Koulibaly, Albiol, Britos, Strinic; David Lopez, Gargano; De Guzman (84° Ghoulam), Hamsik (75° Gabbiadini), Callejon (72° Mertens); Higuain.

    Allenatore: Benitez.

    Inter (4-3-1-2): Carrizo; Nagatomo, Ranocchia, Juan Jesus, Santon (85° Dodò); Hernanes (74° Guarin), Brozovic, Medel; Shaqiri; Puscas, Icardi

    Allenatore: Mancini.

    Arbitro: Massa.

    Ammoniti: Shaqiri (I), Juan Jesus (I), Medel (I), Gargano (N), Puscas (I), Ranocchia (I)

  • Tim Cup, il Napoli fatica ma elimina l’Udinese ai rigori

    Tim Cup, il Napoli fatica ma elimina l’Udinese ai rigori

    Con parecchia fatica il Napoli riesce ad imporsi, ai calci di rigore, contro un Udinese coriacea, andata avanti al 58° con Thereau, rimontata da un rigore di Jorginho, rimasta in 10 dal 69° per il rosso a Widmer e che è stata capace nei supplementari di rimontare il 2-1 siglato da Hamsik.

    Dal dischetto decisiva la parata di Andujar sull’ultimo rigore bianconero di Allan e la susseguente trasformazione di Higuain. Stramaccioni però ha di che essere contento perchè i suoi hanno dato tutto.

    Il Napoli ha dimostrato alcune incertezze, specie nella fase difensiva, già viste in questa stagione e che Benitez dovrà cercare di eliminare per cercare di raggiungere gli obiettivi che si sono posti i partenopei.

    Veniamo al racconto della gara.

    I due tecnici fanno turnover, Benitez non rinuncia a Britos, Gargano ed Hamsik ma dà un turno di riposo, almeno inizialmente, ad Higuain e Callejon.

    Stramaccioni decide di affidarsi a Thereau unica punta e lancia dal primo minuto i giovani Scuffet, Hallberg e Jaadi.

    Si parte ed il Napoli dopo 3 minuti ha già la grossa chance di trovare il vantaggio, Gabriel Silva commette fallo da rigore su Zapata, dal dischetto va Mertens che però fallisce la trasformazione colpendo la traversa. L’Udinese non sta a guardare e al 8° un diagonale di Thereau spaventa la difesa azzurra. Subito dopo risponde di testa Gabbiadini ma Scuffet è pronto e mette in corner. I padroni di casa provano a fare la gara cercando di chiudere in difesa i bianconeri ma la retroguardia ospite tiene. Retto il colpo, intorno alla mezz’ora, l’Udinese inizia a crescere e ad impensierire il Napoli. Al 35° tornano a farsi vedere i partenopei con una conclusione di Gargano che, dopo una deviazione, si stampa sul palo. A parte qualche accelerazione di Mertens non accade altro, si va al riposo sullo 0-0.

    Si riparte senza sostituzioni per i secondi 45 minuti. La prima occasione capita all’Udinese ma Andujar è bravo a respingere il tiro di Bruno Fernandes. Il Napoli prova a riprendere in mano il pallino del gioco e va al tiro con Hamsik al 52°, risponde sicuro Scuffet. La difesa di Benitez è distratta e al 55° si fa sorprendere da Thereau, Andujar è costretto all’uscita tempestiva dall’area per anticipare il francese. Al 58° però il contropiede bianconero è vincente con Jaadi che ruba palla e si lancia in profondità prima di servire Thereau che davanti al portiere del Napoli non fallisce. Gli azzurri sono costretti a spingere ma l’Udinese in ripartenza sa far paura. Al 64° Zapata riesce a conquistarsi un altro calcio di rigore, stavolta va Jorginho che non sbaglia e trova la parità. Al 68° altra decisione di Orsato che potrebbe dare una svolta alla gara, Widmer commette fallo e prende il secondo giallo, lasciando i suoi in 10. Ovviamente il Napoli cerca di sfruttare la situazione e a schiacciare  i bianconeri nella propria trequarti. L’Udinese soffre, si chiude e quando può tenta la ripartenza e a 5 minuti dal 90° Bruno Fernandes con un bel tiro costringe Andujar al salvataggio in corner. A parte una conclusione insidiosa di De Guzman non accade altro, dopo 3 minuti di recupero Orsato fischia la fine, si va ai supplementari.

    Inizia il primo tempo supplementare e l’Udinese ha subito la chance di passare in vantaggio, Andujar salva su Aguirre, la palla rimbalza sull’attaccante dell’Udinese e rotola verso la porta ma Mesto salva quasi sulla linea. E’ una buona Udinese nei primi minuti, ci prova anche Kone ma Andujar è attento. Al 99° però è Hamsik ad inventarsi un gran gol con un tiro dal limite che non lascia scampo a Scuffet. I bianconeri però sembrano non morire mai e al 104° la bestia nera del Napoli Kone, trova la conclusione al volo che batte Andujar. Il primo tempo supplementare si chiude sul 2-2.

    Cambio di campo e si riparte con il Napoli che si getta in avanti e con l’Udinese costretta sulla difensiva. Benitez, vuole vincerla prima dei rigori e decide di giocarsi la carta Higuain che entra al 110° al posto di Zapata. Il forcing del Napoli non ha effetto, i friulani reggono e si va così ai calci di rigore.

    Gonzalo Higuain autore del rigore decisivo | Foto Twitter
    Gonzalo Higuain autore del rigore decisivo | Foto Twitter

     

    Dal dischetto i primi 8 rigoristi sono praticamente perfetti. L’ultimo rigore dell’Udinese tocca ad Allan ma Andujar neutralizza la conclusione del brasiliano. Higuain si presenta con il matchpoint sui piedi e non fallisce il Napoli passa il turno e affronterà l’Inter nei quarti.

     

     

    NAPOLI – UDINESE 7-6 (2-2 d.t.s) (58° Thereau (U), 64° rig. Jorginho (N), 99° Hamsik (N), 104° Kone (U))

    Napoli (4-2-3-1): Andujar; Mesto, Henrique, Britos, Strinic; Gargano (72° De Guzman), Jorginho; Gabbiadini (83° Callejon), Hamsik, Mertens; Zapata (110° Higuain).

    Allenatore: Benitez.

    Udinese (4-4-1-1): Scuffet; Widmer, Heurtaux, Danilo, Pasquale; Jaadi (73° Kone), Allan, Hallberg (76° Guillherme), Gabriel Silva; Bruno Fernandes; Thereau (73° Aguirre).

    Allenatore: Stramaccioni.

    Arbitro: Orsato.

    Ammoniti: Hallberg (U), Thereau (U), Herteaux (U), Jorginho (N), Mesto (N), Strinic (N)

    Espulsi: Widmer (U)

    Sequenza rigori: Bruno Fernandes (U) gol, De Guzman (N) gol, Guillherme (U) gol, Jorginho (N) gol, Kone (U) gol, Mesto (N), gol, Danilo (U) gol, Hamsik (N) gol, Allan (U) parato, Higuain (N) gol.

  • La Juventus sbanca il San Paolo, la Roma torna a -3

    La Juventus sbanca il San Paolo, la Roma torna a -3

    14 anni dopo la Juventus torna a vincere al San Paolo, e nella giornata che vede la Roma fermata dalla Lazio sul 2-2 nel Derby, si riporta a +3 sui rivali giallorossi.

    Una gara che ha visto equilibrio nella prima parte, ma nella quale la Juventus si è dimostrata più squadra, con un Tevez in serata no, sfruttando anche la giocata del singolo, incredibile il gol di Pogba per il momentaneo 0-1, ma riuscendo a contenere il Napoli che si è dimostrato più vivo solo quando è entrato in campo Mertens che ha dato vivacità. Male Hamsik che era parso in forma nelle ultime gare ma anche Higuain che si è visto solo nei minuti di recupero.

    Veniamo al racconto della gara.

    Benitez mantiene il suo classico 4-2-3-1 puntando sul trio di trequartisti formato da Callejon,Hamsik e De Guzman alle spalle di Higuain.

    Allegri conferma la formazione vista contro l’Inter con un’unica eccezione: Caceres rileva Lichsteiner sulla fascia destra.

    Vidal e Pogba | Foto Twitter
    Vidal e Pogba | Foto Twitter

    Primi minuti intensi con le due squadre che pressano e corrono per non lasciare modo di pensare all’avversario, nel primo quarto d’ora però non si assiste ad occasioni da gol. La grande pressione causa più errori che emozioni, è la Juventus a fare la gara ma il Napoli si chiude e riparte e al 18° De Guzman fallisce un gol da dentro l’area. Al 29° la gara si sblocca, percussione bianconera, dopo un rimpallo il pallone giunge a Pogba che al volo lascia partire un tiro La reazione del Napoli è blanda ed al 43° è Caceres ad avere la palla del 2-0 ma Rafael blocca. Il primo tempo si chiude con la Juventus avanti per 1-0.

     

    Si riparte senza cambi, il Napoli modifica atteggiamento prova a buttarsi in avanti a testa bassa e con una ripartenza Callejon spaventa Buffon. Al 60° Benitez si gioca la carta Mertens che sostituisce Hamsik. Il Napoli è più frizzante e al 64° su azione di corner Britos si inserisce, colpisce al volo e fa 1-1. I calci piazzati però sono fatali non solo alla Juventus perchè al 69° è Caceres a girare in porta il gol de 2-1. Al 74° il Napoli troverebbe il pari con un autogol di Caceres ma prima c’è un fallo di Koulibaly su Buffon, rete annullata. I Partenopei ci credono, ci provano e al 93° hanno una chance enorme con Higuain, salva Chiellini, è corner che il Napoli non sfrutta bene ed i bianconeri ripartono in contropiede ben finalizzato da un gran tiro di Vidal. Non c’è più tempo la Juventus espugna il San Paolo e torna a più 3 sulla Roma.

     

    NAPOLI – JUVENTUS 1-3 (0-1) (29° Pogba (J), 64° Britos (N), 69° Caceres (J), 94° Vidal (J))

    Napoli (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Koulibaly, Albiol, Britos; Gargano (83° Zapata), Lopez; Callejon (72° Gabbiadini), Hamsik (60° Mertens), De Guzman; Higuain.

    Allenatore: Benitez.

    Juventus (4-3-1-2): Buffon; Caceres (80° Ogbonna), Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo, Pogba (70° Lichtsteiner); Vidal; Tevez, Llorente (74° Morata).

    Allenatore: Allegri.

    Arbitro: Tagliavento.

    Ammoniti: Tevez (J), Caceres (J), Britos (N), De Guzman (N), Albiol (N), Zapata (N)

  • Calciomercato, quando il tecnico conta più della squadra

    Calciomercato, quando il tecnico conta più della squadra

    Il calcio mercato è nella fase centrale del suo mini-percorso invernale e vive di trattative serrate, repentine che possono stravolgere il panorama dell’attuale Serie A. Nel vedere come e cosa si sta muovendo ci sono alcuni spunti che fanno riflettere e meritano un’analisi, per esempio i casi emblematici di Inter e Sampdoria ma anche di Juventus e Napoli.

    Lo svolgimento del calciomercato di queste quattro squadre merita un approfondimento perché sta avvenendo in modo diverso rispetto a quello a cui eravamo abituati ma potrebbe esserci una spiegazione molto logica che spiegherebbe anche il trend negli ultimi anni legato alla scelta della guida tecnica dei team.

    Partendo proprio dai partenopei, ma poi il discorso si legherà ai nerazzurri, si può notare come il Napoli nella stagione 2012/13 con alla guida Mazzarri aveva in rosa i “tre tenori” quali elementi di spicco, tenuti a forza dal presidente De Laurentiis e coadiuvati da una buona squadra. La cessione di Cavani al termine della stagione è vero che portò molti liquidi nelle casse partenopee e permise l’acquisto di nomi di altro spessore, tuttavia secondo voi sarebbero arrivati lo stesso Higuain, Callejon, Mertens, Albiol e quest’anno Koulibaly e Strinic se non fosse stato per la presenza di Rafa Benitez?

    Roberto Mancini, tecnico dell'Inter | Foto Twitter
    Roberto Mancini, tecnico dell’Inter | Foto Twitter

    Una risposta a questa domanda la potrebbe dare proprio l’attuale esperienza nerazzurra. L’Inter in fase di mercato estiva, e così la scorsa stagione, ha aperto strade di mercato di rincalzo piazzando qualche buon colpo ma nulla più rispetto a nomi più blasonati che stanno arrivando nel calciomercato invernale e allora dov’è la differenza? Alla guida dell’Inter la scorsa stagione all’inizio di questa  c’era Walter Mazzarri mentre oggi c’è Roberto Mancini. Ecco quindi che viene da pensare che i grandi nomi come Podolski e Shaqiri possono pensare di fare sacrifici economici e abbassarsi l’ingaggio per venire in Italia se alla guida del progetto tecnico c’è un nome di spicco internazionale come quello del Mancio. Eppure le casse nerazzurre sono solo un po’ più snelle di quelle di quest’estate ma nulla più e se, come si deduce, arriveranno anche Lucas Leiva e Mario Suarez l’Inter avrà concluso in meno di tre settimane un upgrade considerevole e di tutt’altro lignaggio rispetto a quello tentato da Mazzarri in un anno e mezzo.

    Un’altra risposta a questa riflessione la possono dare Sampdoria e Juventus. La prima fino al passaggio societario da Garrone a Ferrero vedeva movimenti di calciomercato solo legati all’auto finanziamento, ovvero con l’incasso della cessione di uno entrava un altro giocatore, quindi anche se la guida tecnica era legata allo stesso Sinisa Mihajlovic i nomi che potevano circolare restavano abbastanza “normali”. Con l’avvento di Massimo Ferrero e quindi disponibilità ignota per fare mercato già da quest’estate circolavano nomi importanti che ancora oggi continuano a presentarsi nelle liste del calciomercato. Duncan per esempio è un giovane di buona prospettiva che è arrivato alla Samp proprio grazie al buon rapporto tra Mihajlovic e l’Inter detentrice del cartellino. I nomi di Daniel Osvaldo quest’estate e Samuel Eto’o in questi giorni si sarebbero potuti fare se non ci fosse una personalità così forte in panchina? Così come il neoacquisto Samp, Luis Muriel che proprio attraverso Sinisa Mihajlovic crede in un proprio rilancio.

    Calciatori e tecnici di squadre diverse si sentono e spesso l’intervento dell’allenatore è determinante per la buona riuscita delle trattative di calciomercato. Lo sa bene anche Massimiliano Allegri che quest’estate convinse al telefono Alvaro Morata e Patrice Evra dopo la dipartita repentina di Conte, la sua nomina e nonostante entrambe le trattative della Juventus fossero già concluse da tempo. In pratica solo il nuovo tecnico, nonostante i parametri economici fossero concordati, ha potuto dare la svolta presentandosi ai calciatori. Oggi il calciomercato della Juventus è in fase di stallo evidente, i nomi accostati ai bianconeri vengono inseguiti e poi presi dagli altri, Shaqiri per esempio. Eppure le casse della Juventus vivono, anche grazie al passaggio agli ottavi di Champions League, un momento florido e quindi la possibilità di investire su qualche nome di spicco internazionale c’è, e allora perché nonostante la comprovata bravura di Beppe Marotta questo non succede?

    Possibile che il tecnico influisca in modo determinante sull’esito di una trattativa e sulla decisione del giocatore, pur restando nei parametri economici del calciomercato? A vedere quanto sta accadendo pare di sì, pare proprio che la squadra, il suo nome e la sua storia possa essere meno influente di quanto lo sia la sua guida tecnica. Pensiamo per esempio a Roberto Mancini, mentre era disoccupato di lusso girava in continuazione a vedere tornei e partite internazionali prima e dopo l’esperienza al Galatasaray tenendo sempre in piedi il suo appeal, aggiornando le sue conoscendo e rimanendo sempre dentro al vivo del sistema. Allegri, se non invitato a qualche trasmissione sportiva, nel tempo che è rimasto fuori dai campi di allenamento è stato solo nominato per la panchina della Nazionale e poi per quella della Juve.

    Viene da pensare che oggi i tecnici debbano tenere la loro immagine sempre viva, proprio perché questo aiuta loro poi ad ottenere il credito necessario per avere la fiducia dei calciatori che vorrebbero nelle loro squadre. Cosa ne pensate?

  • Zapata nel recupero agguanta la Sampdoria

    Zapata nel recupero agguanta la Sampdoria

    A Marassi, la sfida che vale per la corsa al 3° posto, tra Sampdoria e Napoli finisce in parità, un 1-1 che in sostanza fa felice il Genoa, che approfitta di questa frenata delle due rivali, e rimane così al terzo posto a pari punti con i partenopei. 

    Una partita che ha visto la Sampdoria fare una grande gara, trovare il vantaggio ad inizio ripresa con Eder, guadagnarsi la superiorità numerica a 5 minuti dalla fine per l’espulsione di Koulibaly e venire riagganciata al secondo minuto di recupero dal colpo di testa di Duvan Zapata. 

    Veniamo al racconto del match.

    Mihajlovic schiera la sua Sampdoria con un 4-3-1-2 che vede Okaka-Eder coppia d’attacco supportata da Soriano, panchina per Gabbiadini e Bergessio.

    Benitez non modifica lo schema ma preferisce inserire Ghoulam, e non De Guzman, nel trio di trequartisti, insieme ad Hamsik e Callejon, alle spalle di Higuain.

    Si parte e si assiste a 10 minuti di equilibrio poi arriva la prima chance per il Napoli con un cross girato di spalla da Ghoulam verso la porta, Romero appare sorpreso ma la palla esce di poco. Le squadra sono più brave nella fase difensiva anzichè in quella offensiva e sostanzialmente non si contano occasioni sino al 21° quando Eder trova il gol del vantaggio ma è in fuorigioco. Subito dopo Romero commette un pasticcio e sul susseguente corner Higuain colpisce alto di testa. La Sampdoria però cresce e al 23° in una mischia nell’area del Napoli Soriano chiede il rigore, Rocchi lascia correre, poi lo ammonirà per proteste, la difesa partenopea si salva in corner. I blucerchiati fanno la partita e creano qualche problema alla retroguardia azzurra specialmente sui calci piazzati. Al 36° ripartenza rapida del Napoli con Higuain che prova a saltare Romero ma il portiere argentino con un balzo si fionda sulla palla e la fa sua. Il primo tempo non vede altri sussulti e si chiude sullo 0-0.

    Il gol del pareggio di Duvan Zapata
    Il gol del pareggio di Duvan Zapata

    La ripresa parte con un cambio nella Sampdoria con Duncan che va a sostituire l’ammonito Obiang. Il copione della gara sembra non cambiare con i padroni di casa più propositivi e con il Napoli pronto a ripartire. La qualità dei partenopei pian piano cresce e alcune combinazioni degli avanti provano a metter in difficoltà la retroguardia blucerchiata. Al 57° la gara si sblocca, Eder controlla il pallone e poi da fuori lascia partire un tiro potente e preciso che batte Rafael. Il gol subito fa sbandare, sul momento, il Napoli che rischia prima di tornare ad accendersi intorno al 64° con una giocata per Higuain che però calcia troppo centrale. Gli ospiti però ci sono e creano altre potenziali occasioni che per un motivo o per l’altro non riescono a concretizzare. Il Napoli sembra un altra squadra, molto più propositiva rispetto a quella timida che si è vista sino al gol di Eder ma la difesa doriana si chiude bene esercitando anche un’ottima pressione. Al 84° il solito straripante Eder parte a tutta velocità e costringe Koulibaly al secondo giallo, lasciando i suoi in 10. Gli azzurri provano a crederci anche per un paio di distrazioni della difesa della Sampdoria. Al 92° dopo che Duncan ha sprecato l’occasione del 2-0 arriva il pareggio con il colpo di testa di Zapata su perfetto cross di Ghoulam. Non c’è più tempo Sampdoria-Napoli finisce 1-1.

     

    SAMPDORIA – NAPOLI 1-1 (0-0) (57° Eder (S), 92° Zapata (N))

    Sampdoria (4-3-1-2): Romero; De Silvestri, Silvestre, Romagnoli, Mesbah; Obiang (46° Duncan), Palombo, Rizzo (79° Gabbiadini); Soriano (70° Krsticic); Okaka, Eder.

    Allenatore: Mihajlovic.

    Napoli (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Albiol, Koulibaly, Britos (58° Mertens); Inler (63° Jorginho), David Lopez; Callejon, Hamsik (79° Zapata), Ghoulam; Higuain.

    Allenatore: Benitez.

    Arbitro: Rocchi.

    Ammoniti: Britos (N), Obiang (S), Soriano (S), Romagnoli (S), Inler (N).

    Espulsi: Koulibaly (N).