Tag: procura federale

  • Conte, audizione da Palazzi: la storia non si ripete

    Conte, audizione da Palazzi: la storia non si ripete

    Il rapporto tra il tecnico della Juventus Antonio Conte ed il procuratore federale Stefano Palazzi non è nato, di certo, tra i migliori auspici nella calda estate 2012 targata dallo scandalo Scommessopoli, sfociata poi nella lunga squalifica per il tecnico juventino accusato di “omessa denuncia” in riferimento alla sua esperienza in panchina a Siena, e costretto a scontare un lungo stop lontano dai campi e dalla propria panchina, dal 10 Agosto al 9 Dicembre 2012. Un rapporto ovviamente conflittuale tra Conte e la Procura, reso ancor più aspro dal temperamento caldo e impulsivo del tecnico salentino, evidenziato perfettamente dalla conferenza stampa del 24 Agosto scorso, al fianco del suo avvocato Giulia Bongiorno e del suo vice Angelo Alessio, quando mister Conte ripetè con forza e decisione le parole “Agghiacciante”, “E’ una vergogna” in riferimento alla conduzione dell’inchiesta Scommessopoli ed ai suoi esiti finali che lo condannavano. Una conferenza stampa che, tra l’altro, diede grandi spunti anche al comico Maurizio Crozza che studiò con attenzione quell’invettiva di mister Conte e riuscì poi a riproporla nei suoi sketch ironici, con tanto di “chapeau” finale.

    Conte audizione da Palazzi | © Valerio Pennicino/ Getty Images Sport
    Conte audizione da Palazzi | © Valerio Pennicino/
    Getty Images Sport

    Come se tutto ciò non bastasse, mister Conte nella giornata di ieri è tornato in Procura per essere ascoltato nuovamente, proprio dal procuratore federale della Federcalcio Stefano Palazzi, che contrariamente alle sue abitudini ha svolto personalmente un’audizione con un tesserato, durata ben tre ore. Un tempo molto lungo, ovviamente, che non può non scatenare grande curiosità circa i contenuti della discussione tra i due, anche se all’uscita dalla Procura le parole del tecnico salentino sono state perlopiù orientate ad un sostanziale ottimismo circa i risvolti futuri: “non temo in alcun modo un nuovo deferimento”.

    E’ bene precisare che la nuova convocazione di mister Conte fa riferimento alla necessità di chiarimenti in merito alla sua esperienza sulla panchina del Bari (antecedente a quella sulla panchina del Siena), quando alcuni suoi giocatori promosero le ormai note combine per concordare i risultati delle gare contro Treviso e Salernitana. Una circostanza della quale mister Conte ha negato durante la suddetta audizione di essere mai venuto a conoscenza, precisando che il rapporto all’interno dello spogliatoio con i suoi calciatori è sempre stato orientato a essere di tipo “formale” e, per questo, il tecnico salentino non vive le questioni dello spogliatoio che riguardano i rapporti tra calciatori in maniera diretta, tranne che nei momenti propriamente legati alla preparazione delle partite.

    Per questo, e sommando gli altri pezzi del mosaico che si riferiscono alla posizione di Antonio Conte in merito alla sua esperienza sulla panchina del Bari, questa volta non dovrebbe esserci realmente nulla da temere, e lo spettro dell’omessa denuncia non sembra aleggiare come accaduto nella scorsa estate poichè gli elementi in mano alla Procura federale non sembrano essere affatto sufficienti a configurare un reato sportivo per Antonio Conte. D’altronde, lo stesso attuale tecnico della Juventus ha voluto ribadire la serenità del suo stato d’animo, evidenziando di non aver provato imbarazzo nel trovarsi nuovamente di fronte agli uomini della procura dopo le parole forti espresse in estate, perché “quando uno parla con il cuore non può provare imbarazzo”.

  • Calcioscommesse, dopo le richieste di Palazzi ecco le risate

    Calcioscommesse, dopo le richieste di Palazzi ecco le risate

    Ieri all’Hotel parco dei Principi di Roma, sede del processo sportivo istituito dopo le note vicende sulle scandalo scommesse, si è consumata l’ennesima farsa all’italiana. Sono arrivate le richieste di condanna da parte del Procuratore Federale Stefano Palazzi, ma più che richieste vere e proprie sono sembrate degli “aggiustamenti” legali per giustificare un lavoro effettuato dalla procura in questa estate, lavoro che però, non vuole correre il rischio di intaccare determinati equilibri nel mondo del calcio.

    Stefano Palazzi | ©ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images
    In un paese dove, per gli stessi illeciti una squadra viene smantellata e mandata in serie B ed un’altra vince tutto ritenendosi anche indignata per il suo coinvolgimento, tanto il “reato è prescritto!!!” (Calciopoli), ecco che, la logica della tanto acclamata ed acclarata responsabilità oggettiva, determina per le squadre coinvolte nello scandalo, richieste di condanne molto esigue considerando che, ad essere violata è sempre la famosa lealtà sportiva aggravata, in alcune casi, tanto da determinare un vero e proprio illecito. I sette punti di penalizzazione richiesti per l’Atalanta è una richiesta che quasi certamente verrà accolta e comunque solo in parte. Così come l’eventuale squalifica di Doni, che anche se fosse di un anno anziché di tre e mezzo, avrebbe come unica conseguenza di mandare in pensione con disonore un giocatore talentuoso ma molto discontinuo. Anche le richieste di patteggiamento accolte hanno dell’incredibile (Bettarini e Chievo Verona) a dimostrazione che sul sistema Giustizia sportiva ci sarebbe molto da lavorare. Come è accaduto con Calciopoli, nel 2006, si è dovuto fare in fretta perché l’inizio della stagione è alle porte ma che cosa potrà succedere se tra qualche tempo dovessimo scoprire, con indagini più approfondite da parte della procura di Cremona che indaga sullo scandalo da parte della giustizia ordinaria, che ad essere coinvolto è qualche nome più illustre? Grideremmo di nuovo allo scandalo, alla prescrizione o all’incompetenza in tutti i sensi dei massimi organi federali del calcio nostrano? Quindi, in attesa delle sentenze e dell’appello, che arriveranno nel giro di pochi giorni e che zittiranno la questione senza riuscire tuttavia a zittire tutte le coscienze, si avranno le condanne che saranno definitive e applicate, perché si sa, l’importare è iniziare il campionato tanto tutto il resto, e scusate la rima, verrà dimenticato.  

  • Calciopoli, Palazzi: “Radiazione per Giraudo” ma Moggi ottiene la ricusazione

    Calciopoli, Palazzi: “Radiazione per Giraudo” ma Moggi ottiene la ricusazione

    Luciano Moggi vince il primo round del processo sulle radiazioni: ricusato il presidente della Commissione Disciplinare Sergio Artico e con lui i due giudici a latere, Gianfranco Tobia e Riccardo Andriani. I tre avevano già giudicato Moggi nell’ambito della sentenza sul caso delle sim svizzere nel 2008. Il codice impedisce ai giudici che si sono già pronunciati sull’incolpato di emettere un nuovo giudizio. La Disciplinare ammette l’opposizione di Palazzi, contro il codice, ma non ne tiene conto: giudizio sulla radiazione sospeso, dunque, e aggiornato a quando una nuova commissione disciplinare potrà decidere sulla ricusazione di Artico. Non si associa alla mossa di Moggi (oggi in aula per la prima volta da quando scoppiò Calciopoli nel 2006), Giraudo (assente) e i suoi legali non si associano alla ricusazione e Palazzi comincia la sua arringa. Per l’ex ad ancora una volta arriverà una sentenza, dopo la condanna presa a Napoli in sede penale dopo aver scelto il rito abbreviato.

    È un procuratore federale molto scatenato quello visto ieri a Roma, Stefano Palazzi ha chiesto la radiazione dell’ ex Ad della Juventus Antonio Giraudo e di Mazzini per i noti fatti del 2006.

    Il procuratore federale ha fatto due requisitorie ma in realtà ne ha preparata solo una, visto che quella per Mazzini è la fotocopia di quella effettuata per Giraudo e non solo, in questa requisitoria Palazzi fa riferimento alle memorie presentate da Moggi il cui giudizio risulta essere sospeso.

    L’ avv. Di Mazzini, Flavia Tortorella non è rimasta a guardare lo show del procuratore federale, attaccandolo duramente e dichiarandosi molto stupita in merito alla richiesta di radiazione di un soggetto dopo ben 4 anni e mezzo oltretutto senza contestazioni di singole violazioni e senza capi d’ imputazione, insomma – per l’ avvocatessa – un antecedente logico giuridico. L’ avvocato Tortorella contesta fermamente la legittimità della norma federale che porta al deferimento con la conseguenza che lo stesso risulta essere irrimediabilmente viziato: «Hanno modificato la norma perché era sbagliata. Nessun cittadino può rimanere sotto la mannaia di un altro cittadino per cinque anni. Oggi la preclusione te la da chi valuta il fatto e te la irroga immediatamente, senza attese snervanti e inumane. Questo è un “Bis in idem” (doppio giudizio, vietato dall’ordinamento, ndr), altro che esame nuovo sulla gravità del fatto, come sostiene Palazzi. Si doveva fare una norma transitoria, allora: non una norma ad uso e consumo del Consiglio Federale, ma una norma per le pendenze. E si fa nell’immediato: come mai il legislstore sportivo se sentiva il desiderio e necessità di prevedere queste preclusioni, di renderne giustizia non ha fatto una norma transitoria? Le risposte possono essere varie, ma non è qui che dobbiamo valutarle. Il deferimento poteva essere fatto in tanti modi: il Procuratore fa un passo indietro, richiama solo quella delibera di marzo. Perché la responsabilità dovrà ricadere sui singoli membri del consiglio federale e non sulla Procura: questa è una norma muta… E il Consiglio federale s’inventa chi deve giudicare, chi deve incardinarlo e il secondo grado di giudizio sarà lo stesso che giudicò radiati automaticamente i soggetti! Grande serenità di giudizio.

    Il difensore di Giraudo, Massimo Krogh, non entra nel merito, anzi, ritiene non rivedibile il giudizio sportivo… Punta tutto sulla buona condotta: «Cinque anni senza dire una parola, è come se lo avessimo messo alla prova: dopo la sentenza se ne è andato in Inghilterra. La sentenza ha avuto su di lui un effetto, gli ha detto, cerca di non ricadere in quei comportamenti per cui ti hanno condannato. Dopo la sentenza con la famiglia è addirittura espatirato. E allora che ha fatto in questi cinque anni per meritare la radiazione: la Procura si oppone perché questa è una pena progressiva e che la pena è obbligatoria. E invece no: se fosse così, a che serve la Disciplinare e noi oggi qui? Perché non ha deciso allora il presidente federale? Cosa ha fatto Giraudo per meritarsi l’aumento della pena? Il diritto europeo non consente l’irrogazione di una sanzione a tanto tempo dalla condanna: ma l’Italia è il Paese più redarguito per le condanne tardive. Il diritto europeo non consente una sanzione a cinque anni dal processo. La pena non è proporzionata perché Giraudo è totalmente al di fuori dal discorso delle schede preso in considerazione. Quelle schede e gli industriali hanno schede di questo tipo perché temono di essere spiati da competitori: nel calciomercato accade eccome. Eccessiva enfasi alle schede, ma si deve tenere conto che GIraudo fuori, c’è stata sentenza in cui lui non c’era. Per proporzionalità sanzione confliggerebbe con i principi dell’ordinamento. Dunque respingete la richiesta».

  • Macalli: “Irregolarità amministrative”. Abete: “Niente di grave”.

    Macalli: “Irregolarità amministrative”. Abete: “Niente di grave”.

    Potrebbe trattarsi dell’ennesima bolla o del solito procedimento federale che come spesso accade si perde nelle stanze del palazzo, ma a quanto pare la Covisoc nella giornata di ieri ha segnalato alla Procura Federale, per l’apertura di un procedimento disciplinare, 36 società professionistiche per non avere utilizzato – come previsto dalle norme federali approvate quest’anno – conti bancari dedicati per il pagamento di stipendi e tasse dei calciatori. Il codice di giustizia prevede per le irregolarità più gravi, ovvero i pagamenti fittizzi o effettuati non con bonifici traccibili o assegni circolari – la penalizzazione in classifica di un punto per ogni violazione. L’indagine della procura potrebbe portare a deferimenti che coinvolgono – in Serie A – club di alta classifica e di zona retrocessione, lo stesso dicasi per la Serie B. 24 su 36 i club segnalati nei campionati di Lega Pro.

    A dare la notizia è stato il presidente della Lega Pro Mario Macalli che al termine del consiglio federale svoltosi in FIGC ha confermato che: «Sono 36 le squadre, –12 in Prima e 12 in Seconda le società segnalate in Lega Pro – poi ce ne sono altre sei di Serie A e altrettante di serie B.
    Deferimenti ed eventuali penalizzazioni? Non faccio il giudice, saranno i pm della Procura Federale a dover decidere. Fosse per me, alcune di queste segnalazioni non le avrei mai fatte, perché non sono inadempienze nei pagamenti».

    Alle parole di Macalli sono immediatamente seguite quelle del presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete: «I campionati non saranno in alcun modo sconvolti. Non c’è questo rischio e me ne assumo le responsabilità, c‘è stata un’esplosione sulla stampa -ha aggiunto – assolutamente sproporzionata rispetto alla valenza dei problemi. Se pensiamo che vengano sconvolti i campionati per qualche migliaio d’euro pagato dalle società, anche se con modalità diversa, allora immettiamo nel sistema una roba incredibile che finisce per distruggere il prodotto che non merita questo trattamento».

    Stando sempre alle parole di Abete la notizia dovrebbe risalire al 23 febbraio,«anche se la notizia è stata venduta da Macalli». Che è stato inoltre ripreso dal presidente della Federcalcio: «serve rispetto per l’autonomia della giustizia, e i soggetti politici devono stare lontano dagli organi della stessa giustizia. Non esiste che qualcuno possa fare il giustiziere della notte. Ognuno deve stare al suo posto. Così si è rappresentata una federazione che sembrava volesse nascondere delle informazioni».

    Per quanto riguarda eventuali sanzioni nei confronti dei club, Abete ha tenuto a precisare che: «La valutazione sarà rimessa agli organi preposti, ma le norme federali prevedono delle penalizzazioni solo in caso di inadempienze: si punisce, cioè, solo il mancato pagamento, e non il pagamento effettuato in altri modi ».


  • Caso Motta – Milito: 3 mesi di inibizione a Moratti, 6 a Preziosi

    Se la cavano con un multa e qualche mese di inibizione Enrico Preziosi e Massimo Moratti per il trasferimento dei giocatori Milito e Motta dal Genoa all’Inter.

    Il presidente Preziosi per un deferimento pregresso non poteva trattare alcun giocatore ma come dimostrato dalla procura federale i due furono parte attiva nella trattativa. Il patron Moratti dovrà demandare il prossimo mercato nerazzurro e le attività da presidente per i prossimi tre mesi. Saranno sei invece i mesi per Preziosi, alle società va pure una pena pecuniaria. Di seguito il dispositivo:

    Il dispositivo
    al Sig. Enrico Preziosi l’inibizione di mesi 6 (sei);
    al Sig. Massimo Moratti l’inibizione di mesi 3 (tre);
    alla Società Genoa Cricket & Football Club Spa la sanzione pecuniaria di Euro 90.000,00 (Euro novantamila/00) di ammenda;
    alla Società F.C. Internazionale Milano Spa quella di € 45.000,00 (Euro quarantacinquemila/00).

  • Serie A: il mondo arbitrale insorge “adesso Mourinho sta esagerando”

    Serie A: il mondo arbitrale insorge “adesso Mourinho sta esagerando”

    Il gesto delle manette di ieri sera Mourinho sembra aver fatto perdere la pazienza alla classe arbitrale che, secondo quanto riporta la Repubblica.it, sarebbe pronta ad insorgere contro le continue proteste del tecnico portoghese.

    L’operato di Tagliavento di ieri sera, vivisezionato dalla moviola, è sembrato di grande statura e personalità, tenere in pugno una partita dura e spigolosa come quella di ieri sera. C’è chi è sicuro che adesso il tecnico dovrà rispondere, e non patteggiare come nelle predenti occasioni, sul presunto complotto ai danni dell’Inter. La partita di ieri da quanto trapela sempre dall’autorevole fonte era seguita da tre “007” della procura federale in missione per conto del Procuratore Palazzi per vigilare sulla regolarità del campionato.

    Mou, rischia la squalifica per il gesto, ma dovrà rispondere anche degli insulti a Pozzi e all’arbitro nel tunnel che porta agli spogliatoi a fine primo tempo.