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  • Carpi: dalla Serie D alla A, una favola programmata

    Carpi: dalla Serie D alla A, una favola programmata

    Il Carpi sta volando verso la prima storica promozione in Serie A, il Carpi sta per entrare nell’elite del calcio, sta per sedersi nella stanza dei potenti, quei potenti i quali storcevano il naso qualche mese fa nel vedere la compagine di Castori regina della Serie B.

    La favola del Carpi

    In progetto sportivo del Carpi è iniziato circa nel 2009: anno della fusione tra la traballante squadra emiliana e la Dorando Pietri: da quel momento in avanti il borsino è andato sempre salendo. Ripescaggio in Serie C2  nonostante lo spareggio perso contro il Pianura, successivamente la vittoria immediata del Campionato e ritorno in C1: Nella stagione 2011 2012 il Carpi perde la finale playoff contro la Pro Vercelli nella doppia finale giocando la finale di ritorno allo stadio “Braglia” di Modena, ma la promozione arriva l’anno successivo con in panchina mister Fabio Brini superando nel doppio confronto il Lecce.

    I giocatori del Carpi festeggiano la vittoria conquistata contro il Bologna.
    I giocatori del Carpi festeggiano la vittoria conquistata contro il Bologna.

    La storia recente parla di un gruppo, a livello dirigenziale, immutato dalla Serie D fino ad arrivare ai gironi nostri; a partire dal direttore sportivo Cristiano Giuntoli: sue grandi intuizioni di mercato come Riccardo Gagliolo, Lorenzo Lollo, Jerry Mbakogu il quale è stato capocannoniere prima di subire l’infortunio, su tutti da citare Lorenzo Pasciuti, autore della prima rete nella gara di mercoledì sera contro il Bologna, il quale veste la maglia biancorossa dalla Serie D. Su tutti va citato il Presidente, patron Stefano Bonacini, titolare del marchio Gaudi  e un allenatore come Fabrizio Castori autentico esperto di promozioni nelle varie squadre che ha allenato.

    Il Carpi è la certificazione di come le idee possono essere più forti dei milioni di euro investiti da sceicchi, cinesi e company; la programmazione negli anni, la serietà, le spese oculate senza fare il passo più lungo della gamba possono ancora fare la differenza nel calcio del business, delle pay tv e degli arabi.

  • Serie A: Napoli abulico, Lazio al terzo posto

    Serie A: Napoli abulico, Lazio al terzo posto

    Non ha prodotto gli effetti desiderati il forcing notturno di ieri del Napoli al Friuli di Udine. La squadra di Mazzarri torna dalla trasferta friulana con un punticino poco utile all’economia della classifica e soprattutto nella prospettiva di un assalto alla Juventus. Dopo la vittoria dei bianconeri in casa contro il Siena ed il pareggio dei partenopei, il distacco in classifica tra le due contendenti si allunga a 6 lunghezze. Un po’ troppe, ma non immense per escludere ulteriori colpi di scena per la conquista del titolo di Serie A.

    Il Napoli, ad ogni modo, nel momento-clou del campionato viene tradito dai suoi tenori che in questi anni lo ha spinto insistentemente nei piani alti della classifica. Marek Hamsik si fa disinnescare da un bravo Padelli e Cavani invece non trova la via della rete ormai da troppe partite. Tra campionato ed Europa League il capocannoniere uruguagio del nostro torneo vive un periodo di astinenza senza precedenti. Senza impegni infrasettimanali il Napoli potrà, però, preparare al meglio la grande sfida contro la Juventus, anche se i bianconeri con un considerevole vantaggio in classifica potranno giocare senza assilli e con maggiore tranquillità. L’atmosfera del San Paolo farà il resto, anche se il Napoli al momento non è parso ancora pronto per il definitivo salto di qualità verso l’affermazione assoluta.

    Walter Mazzarri e il Napoli continuano a perdere terreno | ©SIMONE FERRARO/AFP/Getty Images
    Walter Mazzarri e il Napoli continuano a perdere terreno | ©SIMONE FERRARO/AFP/Getty Images

    Intanto a guadagnare ancora i titoloni delle prime pagine ci pensa la solita Lazio del suo nuovo profeta Vladimir Petkovic, che una volta di più conferma di voler viaggiare a fari spenti, per evitare il clamore e lo stress della notorietà. Ma così facendo i biancocelesti capitolini sono ben saldi al terzo posto in classifica, potendosi difendere con discreto margine e con efficacia dalle legittime ambizioni del Milan. La Lazio giunge allo scontro diretto contro i rossoneri con maggiori certezze ed in condizioni di classifica migliori, anche se 2 punti di vantaggio rappresentano un margine ancora esiguo. Ma nel frattempo Floccari e soci sono approdati anche alla finale della Coppa Italia ed sono avanzati anche in Europa League, dove troveranno lo Stoccarda. All’Olimpico contro lo spaesato Pescara dell’ex Cristiano Bergodi hanno risolto il match due gregari, ma autentiche anime di questa Lazio: il rumeno Radu, al suo primo gol in Serie A, ed il bosniaco Lulic, scovati da Lotito ed estremamente efficaci nel rendimento del nostro torneo.

    Chiude la giornata l’interessante Derby dell’Appennino tra Bologna e Fiorentina ed anche qui le esigenze di classifica sono importanti.

  • Bakaye Traore Milan, adesso è ufficiale

    Bakaye Traore Milan, adesso è ufficiale

    Bakaye Traore Milan, ci siamo. Nonostante manchi ancora l’ufficialità da parte della società, il maliano può considerarsi a tutti gli effetti il primo rinforzo della nuova stagione rossonera. E’ stato lo stesso calciatore del Nancy nella giornata di ieri a ufficializzare l’accordo con il Diavolo durante un’intervista rilasciata al quotidiano francese Equipe. Arriva quindi l’ennesimo affare a parametro zero da parte di Adriano Galliani, restato fedele quindi alla politica low cost varata da alcuni anni all’interno del club. L’ultimo calciatore africano che ha vestito la maglia del Milan (Taiwo ndr) non ebbe particolarmente fortuna, la cui avventura durò poco più di 4 mesi, per poi tornare in Premier League tra le fila dei Queen Park Rangers. Anche i giocatori provenienti dalla Ligue One non scherzano.

    CHI E’ – Per ruolo e qualità, il nuovo centrocampista del Milan può essere facilmente paragonato ad Antonio Nocerino. Rispetto al numero 22 rossonero, Traoré dispone anche di un buon colpo di testa. Quando ormai la stagione sta volgendo al termine, il centrocampista maliano ha segnato 5 gol (tra l’altro consecutivamente, da fine marzo fino ad aprile). Lo stesso Paris Saint Germain di Carlo Ancelotti è stato una delle sue vittime. Traoré lascia il Nancy dopo 3 stagione. Queste le sue prime parole da calciatore del Milan:

    bakaye traoré | © FRANCK FIFE/AFP/Getty Images

    E’ incredibile. Firmo con il Milan. Sono molto orgoglioso di firmare per uno dei più grandi club del mondo.

    TABU’ – Nonostante la gioia di Traoré nell’essere approdato in rossonero, i tifosi del Diavolo evidenziano più di una perplessità, memori anche delle recenti prestazioni messe in mostra da parte di giocatori proveniente dalla Ligue One o con il passaporto africano. L’esempio più fresco nell’immaginario collettivo della Curva Sud è il terzino nigeriano Taiwo. Anche lui militava in un club francese (Marsiglia) e anche lui è in estate arrivò a parametro zero. Osannato dagli addetti ai lavori prima, scaricato senza troppi complimenti pochi mesi dopo. Volendo risalire più in là col tempo, citiamo l’ex stella del Bordeaux, Gourcuff, anche lui piuttosto “sfortunato” con la casacca del Milan.

  • Real Madrid campione, Mourinho trionfa nella Liga

    Real Madrid campione, Mourinho trionfa nella Liga

    Il Real Madrid è campione di Spagna. Mourinho centra l’impresa. Tutto facile per i Blancos nella sfida contro l’Athletic Bilbao di Bielsa. Gara già archiviata nei primi venti minuti, grazie ai gol di Ozil e Higuain. Nella ripresa arriva la firma di Cristiano Ronaldo sullo scudetto numero 32 della storia madrilena, nuovo record all’interno dei confini nazionali. Le merengues interrompono così il dominio blaugrana che durava incontrastato dall’avvento di Pep Guardiola. Dopo aver conquistato il successo nella Liga però, il Real non ha alcuna intenzione di fermarsi. Per il prossimo anno l’obiettivo neanche tanto nascosto è quello di vincere la decima Coppa Campioni dell’incredibile storia real. Anche perché il vate di Setubal non se ne andrà fin quando non salirà nuovamente sul tetto più alto d’Europa.

    RE NUDO – Nonostante la vittoria di ieri sul Malaga per 4-1, il Barcellona deve inchinarsi ai nuovi padroni di Spagna. La squadra della capitale ha dimostrato nel corso della stagione di essere la più regolare, qualità che le ha permesso di superare i marziani blaugrana. La regolarità in campionato è stata sempre una delle armi migliori sfoderate dalle squadre di Mourinho, e spesso è risultato decisivo nella conquista finale del titolo. Ruolino di marcia impressionante quello del Real Madrid: 30 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte in 36 partite, raggiunta quota 94 punti, ancora in corsa per raggiungere quota 100 punti qualora dovessero arrivare altri due vittorie nei rimanenti match. Record che verrebbe strappato indovinate a chi? Al Barcellona di Pep Guardiola, che nella stagione 2009-2010 si fermò a 99 punti.

    jose mourinho | © AFP PHOTO / CESAR MANSO

    SPECIAL FOUR – Ieri José Mourinho è entrato ufficialmente nella storia. Non che non ci fosse già, sia chiaro. Il successo nella Liga però lo porta ad essere l’unico allenatore ad aver vinto i tre titoli nei tre più grandi campionati europei: Premier, Italia, Liga. Senza dimenticare come l’ex tecnico nerazzurro avesse iniziato la propria carriera nel Porto, conquistando anche lo scudetto insieme ad una memorabile Champions League per i portoghesi. Special One? No, Special Four.

    RONALDO –  E’ indiscutibile che la stella di questo Real sia il fuoriclasse lusitano Cristiano Ronaldo. Oltre ai gol segnati quest’anno in campionato (con la rete di ieri è salito a quota 44 in 36 match), CR7 è stato l’uomo del Clasico più importante di tutta la stagione, quello disputato il 21 aprile scorso e che ha visto trionfare per la prima volta gli uomini di Mourinho dopo quasi due anni (se si esclude la finale di Copa del Rey, vinta ai supplementari la scorsa stagione). La rete del 2-1 nel tempio blaugrana ha sancito definitivamente il sorpasso dei Blancos. Non si confermerà forse come Pichichi, ma vestirà il titolo di campione con la camiseta bianca. Le prime volte non finiscono mai.

  • Pepe calpesta Messi, stampa spagnola “vergognoso”

    Pepe calpesta Messi, stampa spagnola “vergognoso”

    Il difensore del Real Madrid Pepe è finito sotto l’occhio del ciclone dei media spagnoli, dopo aver platealmente calpestato la mano di Messi nel secondo tempo del Clasico di ieri sera, vinto dai blaugrana per 1-2 sul campo dei “Blancos”, valevole per l’andata dei quarti di finale di Copa del Rey. Sdegno unanime nei media spagnoli, e lo stesso tecnico del Real Jose Mourinho ha avuto parole di condanna contro il gesto del proprio difensore. Botta e risposta su Twitter fra l’attaccante del Manchester Rooney e l’ex bandiera del club spagnolo Guti, con l’inglese che definisce “idioa” il portoghese.

    pepe | © PEDRO ARMESTRE/AFP/Getty Images

    EROE IN NEGATIVO – La mossa di Mourinho di schierare Pepe come centrocampista centrale al fianco di Xabi Alonso e Diarra rivelava chiaramente il progetto del “vate” di Setubal, ovvero consegnare la gestione del pallone al Barça e giocare di rimessa con grande cattiveria agonistica in mezzo al campo. Una mossa già utilizzata in precedenti sfide contro la squadra di Guardiola, e spesso foriera di forti polemiche nell’immediato post partita. L’ultimo episodio è stato il cartellino rosso ricevuto nella semifinale d’andata di Champions League la scorsa stagione quando Pepe piombò su Dani Alves facendolo volare dal terreno di gioco. Il calciatore “imprescindibile” per Mourinho è stato espulso in altre due occasioni quando il Real ha incontrato il Barça, in campionato e nella Supercoppa spagnola.  L’aggressività del portoghese è esplosa al 21′ della ripresa quando decide di passeggiare letteralmente sulla mano del Pallone d’oro Messi. Non è stato l’unico episodio della “serataccia” del difensore madrileno, impreziosita da una clamorosa simulazione nel tentativo di spingere l’arbitro a punire un’inesistente gomitata di Fabregas.

    L’ATTACCO DEI MEDIA – Marca, quotidiano madrileno, definisce il comportamento di Pepe “Vergognozo”. As censura il gesto del centrale portoghese, riportando anche le parole del tecnico Mourinho, che nella conferenza del post partita ha affermato di essere “l’unico padre di questa sconfitta”. Eloquente il titolo del giornale catalano Sport, che sceglie come apertura “El Barca barre al Madrid mas sucio”, il Barcellona batte il Real Madrid più sporco, con chiaro riferimento a Pepe e la “passeggiata” sulla mano di Messi.

    CENSURA MOU – Lo stesso Mourinho critica pesantemente il fattaccio del suo connazionale e lo etichetta come “un gesto sicuramente censurabile se fatto intenzionalmente”. E’ molto probabile che la federazione di calcio spagnola prenderà una netta posizione nella vicenda Pepe-Messi, squalificando il calciatore del Real Madrid per numerose giornata di Liga. Il portoghese si rese già protagonista nella stagione 2008-2009 di una scazzottata in stile Far West nella partita contro il Getafe che gli costò dieci giornate di squalifica e un polverone mediatico senza precedenti in Spagna.

    ROONEY CONTRO GUTI – La bufera ha fatto presto il giro del mondo e anche i social network hanno vissuto ore frenetiche, con l’attaccante Red Devils che subito dopo il fallo da bollino rosso di Pepe ha rivolto parole al vetriolo contro il calciatore dei “Blancos”, definendolo un “vero idiota”. Non si è fatta attendere la risposta della bandiera del Real Madrid che risponde piccato all’inglese, affermando che sbagliare è umano, e se vuole essere un santo potrebbe dare l’esempio”. Real Madrid Barcellona, il Clasico è riuscito a diventare il derby planetario calcistico.

    IL VIDEO 

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