Nel mese di giugno era dato come possibile successo di Roy Hodgson alla guida della nazionale inglese. Nelle ultime ore invece era diventata sempre più insistente la voce che lo voleva come nuovo commissario tecnico dell’ambiziosa Russia. Ed invece Roberto Mancini ha sorpreso tutti, prolungando ancora il proprio contratto con il Manchester City. Il tecnico di Jesi rimarrà legato alla formazione neo campione d’Inghilterra sino al 2017, con un accordo che gli permetterà di guadagnare circa 8 milioni di euro a stagione.
Una cifra che ha fatto molto discutere in Inghilterra, specie in considerazione del fatto che Alex Ferguson, allenatore del Manchester United, ne guadagna “appena” 5 ogni stagione. A Mancini dunque sono bastate le vittorie in Fa Cup e Premier League per guadagnarsi appieno la fiducia della propria società che dal canto suo appena visto il forte interesse della Russia ha pensato bene di blindarlo con un contratto faraonico considerato che si parla di un allenatore.
Adesso però arriva il momento più importante, quello delle conferme: bisognerà infatti fare bene come nella stagione appena conclusa in Premier League ma allo stesso tempo ci sarà di mezzo una competizione importantissima alla quale si punta parecchio per la definitiva consacrazione del City: la Champions League. Non sarà facile, ma l’organico a disposizione di Mancini è già ricco di talenti, con la società pronta ad ulteriori investimenti per ben figurare anche lontano dal Regno Unito.
Lui lo sa bene, tanto da averlo anche dichiarato. E se in Inghilterra l’unico vero rivale sembra essere lo United, anche se il Chelsea sembra intenzionato ad investire per rinforzarsi, dall’altro lato in Europa il gap rispetto ai grandi club, specie gli spagnoli, sembra ancora essere tanto. Ma con cinque anni di contratto ancora davanti ci sarà tutto il tempo per raggiungere gli obiettivi continentali: servirà solo avere pazienza.
Stangata esemplare per Joey Barton divenuto oramai famoso per i suoi assurdi comportamenti dentro e fuori il rettangolo da gioco. Il centrocampista del QPR è stato sanzionato dalla Football Association con una squalifica di 12 turni e 75 mila sterline di ammenda per il comportamento profondamente scorretto tenuto durante la partita contro il Manchester City di Roberto Mancini nel giorno della vittoria della Premier League. Il comportamento di Joey Barton non solo ha attirato gli sguardi curiosi e indiscreti di tutte le tv al mondo ma ha di fatto penalizzato la sua squadra concedendo un incredibile vantaggio ai Citizens che in superiorità numerica hanno trovato forza e convinzione per ribaltare una partita ampiamente compromessa.
Joey Barton, già famoso per i suoi comportamenti scorretti ai tempi della sua militanza nel Manchester City durante la quale si segnalò, per aver mostrato spesso il sedere ai tifosi per protesta e per una superba lite con Dabo. La stagione con la maglia del QPR per Joey Barton è stata su alti livelli tanto che in molti ne avevano esaltato la crescita dal punto di vista caratteriale e per un nuovo e ritrovato equilibrio. Nella partita tra Manchester City e QPR ha prima sferrato una gomitata a Carlos Tevez approfittando poi del parapiglia per scagliarsi contro Aguero colpito all’improvviso con una ginocchiata. Per rivedere Joey Barton in campo, sempre che riesca a trovare squadra, ci vorrà dunque il Natale.
Il Video di Joey Barton in Manchester City QPR con il commento di Marianella
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Il Manchester City di Roberto Mancini è campione, dopo una partita incredibile in casa contro il QPR in lotta per la salvezza. Al 65′ le speranze per i Citizens sembravano essere finite con il gol del 1-2 di Mackie ma una grande prova di orgoglio nei minuti finali ha dato tre punti e titolo al Mancio.
E’ una giornata soleggiata a Manchester e sembra tutto perfetto per la festa scudetto, Mancini schiera il suo 4-2-3-1, la partita è un po’ contratta all’inizio e il City trova finalmente il vantaggio con Zabaleta assistito dall’ennesimo passaggio decisivo stagionale di David Silva. Il secondo tempo si apre con il gol del QPR al 47′ dell’ex laziale Cissè che sfrutta un errore di Lescott e infila Hart con una conclusione potente appena entrato in area, Mancini inizia a temere il peggio e fa bene, quando al 65′ il QPR seppur in dieci uomini trova il gol del vantaggio con Mackie che incorna un cross dalla sinistra e la mette alle spalle di Hart.
Il tecnico di Jesi corre ai ripari e mette nella mischia Balotelli e Dzeko e dopo un enorme sforzo trova il gol del pareggio proprio con il bosniaco al 90′ che di testa la mette dentro su corner dalla sinistra per il gol della speranza, e al 94′ Aguero, il bomber dei Citizens segna il gol che fa la storia del club dopo 44 anni di attesa, decretando il secondo posto per i cugini del Manchester United, che sul campo del Sunderland dopo aver vinto per 0-1 con gol di Wayne Rooney stavano aspettando con trepidazione il fischio finale all’Etihad Stadium.
A Manchester parte la festa per un titolo meritato per “i vicini rumorosi”, che ci hanno creduto fino in fondo e hanno disputato per più di 7 mesi un grande calcio, dominando a suon di gol la Premier. Protagonisti di questa cavalcata sono sicuramente Joe Hart, capitan Kompany, Yaya Toure, DavidSilva e il Kun Aguero, autore di 23 reti in campionato, e Roberto Mancini, un manager in Inghilterra un po’ sottovalutato ma che ha dimostrato di poter tener testa a un mostro sacro come Sir Alex Ferguson.
Il Manchester City di Roberto Mancini è a un passo dal titolo. I Citizens escono vittoriosi dalla difficilissima trasferta di Newcastle in piena corsa per un posto in Champions League e mettono una seria ipoteca sulla vittoria della Premier League, dovendo ora battere in casa all’Etihad Stadium la settimana prossima il QPR.
PRIMO TEMPO – Il tecnico di Jesi non cambia una virgola dalla formazione vincente contro il Manchester United mettendo Aguero in avanti, con il tridente di trequartisti formato da Silva, Tevez e Nasri con Barry e Yaya Tourè a fare da barriera davanti al fortino Lescott-Kompany-Hart. Il Newcastle di Pardew risponde con un 4-3-3 e in avanti il trio delle meraviglie Ba-Ben Arfà e soprattutto Cissè, autore mercoledì del gol della stagione a Stamford Bridge. Il match si sviluppa su ritmi alti con il City che si fa preferire nel possesso palla e inizia a martellare il Newcastle soprattutto dalla sinistra con David Silva in gran giornata. La prima occasione infatti è proprio sui piedi dello spagnolo che impegna Krul con un diagonale velenoso da posizione defilata e poi ancora il fantasista di Mancini inventa per Aguero che però calcia debolmente in porta. I Magpies mettono il muso fuori al 30′, quando Zabaleta perde malamente palla sulla trequarti, Gutierrez scodella in area e Hart è super a salvare su conclusione di Ben Arfa. C’è tempo ancora al 40′ per una combinazione in veocità sulla sinistra Clichy-Silva con lo spagnolo che pesca Barry in area che ci prova due volte e sul secondo tentativo Davide Santon salva sulla linea.
SECONDO TEMPO – Nella ripresa il Newcastle prova ad essere un po’ più pericoloso e propositivo ma riesce a creare solo al 63′ con Demba Ba che apre sulla destra per Ben Arfa che da buona posizione spara alto. I minuti passano e la tensione sale alle stelle fino al 69′, minuto che probabilmente segna la storia di questo campionato mettendo una mano del City sulla Premier. Aguero controlla la palla al limite dell’area, scarica all’indietro per Yaya Tourè che di piattone di prima intenzione mette la palla dove Krul non può arrivare, 0-1 e anche il Mancio sempre contenuto nelle esultanze nelle ultime settimane esplode. Passano i minuti e il Newcastle non crea niente di pericoloso e tutto sbilanciato in avanti prende anche il gol dello 0-2 in contropiede, innescato da Aguero e finalizzato ancora da Yaya Tourè stavolta di sinistro dall’interno dell’area, vero specialista in gol pesanti.
DIFFERENZA RETI – Adesso le due di Manchester si trovano ancora appaiate in classifica a quota 86 dopo la vittoria pomeridiana dello United in casa contro lo Swansea per 2-0, con reti di Scholes e Youngs. La differenza reti è sempre invariata a più 8 per gli uomini di Mancini e come già detto in caso di vittoria con il QPR settimana prossima sarà titolo, il primo in Inghilterra per il Mancio e per il City dopo 44 anni di attesa e di sofferenze dopo gli ultimi venti anni trionfanti dei cugini.
VOLATA CHAMPIONS – Per quanto riguarda il terzo e quarto posto sarà tutto da decidere all’ultima giornata, con Arsenal per ora terzo a 67, Tottenham quarto a 66, Newcastle quinto a 65 e il Chelsea virtualmente a quota 64 se vince il recupero di campionato. I Gunners saranno impegnati sul campo del WBA già salvo, gli Spurs invece riceveranno il Fulham ancora in corsa per un posto in Europa League, i Magpies vanno in trasferta contro l’Everton anche loro in lizza per un posto in Europa e i Blues giocheranno in casa con il Blackburn in piena lotta per salvarsi.
5 Maggio 2012. Data memorabile per Roberto Di Matteo, che nella giornata di ieri ha trionfato nella finale di FA Cup battendo il Liverpool 2-1 davanti a 90000 spettatori presenti nel nuovo Wembley. Da notare che per il terzo anno consecutivo un allenatore italiano trionfa in FA Cup, dopo i successi dei due anni precedenti targati Mancini e Ancelotti. Per il Chelsea quarta affermazione in FA Cup negli ultimi sei anni e primo trofeo stagionale in attesa della finale di Champions League che vedrà i londinesi sfidare il Bayern Monaco il prossimo 19 maggio.
PRIMO TEMPO – Parte subito forte il Chelsea che trova il vantaggio dopo appena 10 minuti grazie a Ramires che con un tiro violento finalizza al meglio il contropiede dei blues nato da un errore in fase di impostazione dei reds. Dopo aver trovato il vantaggio il Chelsea prova a raddoppiare ma non crea particolari problemi a Reina, portiere dei reds. Sul finire del primo tempo si segnala l’unico tiro in porta del Liverpool ad opera di Luis Suarez.
SECONDO TEMPO – Il Liverpool prova a partire forte, ma a colpire è ancora il Chelsea, che dopo 5 minuti trova il raddoppio grazie al gol di Didier Drogba, ottavo goal in una finale di FA Cup per l’ivoriano. A questo punto Kenny Dalglish, tecnico del Liverpool, si gioca la carta Andy Carroll e dopo 10 minuti, il giovane attaccante della nazionale inglese lo ripaga nel migliore dei modi siglando il goal che riapre la finale. L’ultima mezz’ora di gioco vede il Liverpool assediare la metà campo dei blues, che difendono bene il goal di vantaggio grazie al solito affidabile Cech. Nei minuti finali il Liverpool molla la presa e il Chelsea, trascinato dal solito Drogba, va vicino per ben due volte al 3-1. A Wembley finisce 2-1 in favore del Chelsea, prima vittoria da allenatore per Roberto Di Matteo.
FAVOLA DI MATTEO – Sono passati solo 2 mesi da quel 4 marzo 2012, giorno in cui Roberto Di Matteo venne nominato allenatore ad interim del Chelsea e siamo già a parlare del primo trofeo incamerato dal giovane tecnico italiano. Successo importante per Di Matteo e per il Chelsea, squadra autrice di una stagione mediocre in patria (attualmente è sesto in Premier League) ma capace di spingersi fino alla finale di Champions League dopo aver eliminato in semifinale i titani del Barcellona. Adesso a Londra c’è voglia di Champions e Di Matteo è pronto ad accontentare i tifosi blues che ancora non hanno dimenticato la finale persa a Mosca nel 2008. Il prossimo 19 maggio c’ è la finale europea da giocare all’Allianz Arena di Monaco e Roberto Di Matteo proverà a centrare il double, impresa riuscita sia a Mourinho che ad Ancelotti ma mai vincendo la Champions League. In caso di doppietta, il patron del Chelsea, Ramon Abramovic non avrebbe dubbi nel confermare il giovane tecnico italiano e sicuramente non avrebbe voglia di strapagare un altro tecnico dopo l’esperienza infelice vissuta con Andrè Villas Boas.
L’allievo supera il maestro, o quasi. Non senza prima scendere a livelli particolarmente infimi. Mancini e Ferguson a muso duro nel derby che ha regalato al City il primato in Premier, considerato il +8 nella differenza reti fra le due squadre di Manchester appaiate in testa a quota 83 punti, quando mancano soltanto due sfide al termine della stagione. A far scoppiare la scintilla fra i due tecnici il fallo di De Jong ai danni dell’attaccante Red Devil Welbeck. Siamo al minuto 75, i padroni di casa sono avanti 1-0. La leggenda scozzese perde le staffe e si dirige imbufalito verso l’italiano. Mancini risponde in maniera spavalda e poco elegante con il classico “parla, parla”. Che in Inghilterra si trasforma in un non meno elegante “talk, talk”.
MANCINI – Nel post-partita il tecnico di Jesi chiarisce come al momento del fallo si fosse avvicinato al quarto d’uomo per dirgli che era il suo giocatore in realtà ad aver subito fallo. Quanto a Ferguson Mancini afferma come sia comprensibile l’irrequietezza di Sir Alex, che ha assistito ieri ad un autentico suicidio calcistico, dopo aver dilapidato gli 8 punti di vantaggio in meno di un mese. In ogni caso l’ex allenatore dell’Inter ha voluto precisare che la questione poteva considerarsi conclusa, almeno da parte sua.
FERGUSON – Meno diplomatico rispetto al collega, Fergie rincara la dose dopo il 90′, a partita ormai finita. Secondo lo scozzese, Mancini avrebbe trascorso tutto il tempo a lamentarsi con arbitro, guardalinee e quarto d’uomo. Inoltre Ferguson ha ricordato di come il tecnico italiano già in passato si sia lamentato dei direttori di gara, aggiungendo ironicamente che senz’altro dopo il match di oggi non avrebbe avuto modo di criticare l’operato arbitrale.
Per la corsa verso il titolo Sir Alex si è detto piuttosto pessimista, consapevole dell’impresa che attende i suoi uomini nelle ultime due partite di campionato.
FERGUSON MANCINI, CHE SCINTILLE. VIDEO
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L’Etihad Stadium di Manchester è gremito fino all’ultimo posto disponibile per la partita che può valere una stagione. City e United si sfidano nella trentaseiesima giornata di Premier con i Red Devils in vantaggio di 3 punti sui “rumorosi vicini” come Sir Alex Ferguson chiama la squadra di Mancini, che però ha una migliore differenza reti, fattore che può essere determinante in caso di arrivo a pari punti in classifica.
Il Mancio schiera i suoi con il collaudato 4-2-3-1, mettendo ancora dal primo minuto Tevez a giocare tra le linee affiancato da Nasri e Silva, con El Kun Aguero unica punta e Barry e Yaya Toure sono lo schermo davanti a Kompany e Lescott. Ferguson risponde con uno schieramento un po’ più conservativo con Rooney unica punta e 5 centrocampisti, con Nani e Giggs larghi sulle fasce a supporto del centravanti inglese, Scholes, Park e Carrick a lottare con i tecnici trequartisti dei Citizens.
La tensione al calcio di inizio è fortissima e lo United parte subito a cannone e già al primo minuto sugli sviluppi di un angolo reclama per un calcio di rigore per un mani in area di Kompany su conclusione di Carrick. Il City è schiacciato nella propria trequarti e per i primi 10 minuti gli ospiti tengono il pallino del gioco cercando specialmente con Nani di andare sul fondo ma Clichy è bravo a non farsi mai superare. Il City inizia a uscire dal guscio e a mettere la palla in terra, cercando di sfondare dalla destra con Nasri e Zabaleta che scambiano spesso posizione crando un’occasione al 15′ con il francese che in percussione serve Tevez che crossa basso teso e Smalling è bravo ad anticipare Aguero. La partita si mantiene su ritmi altissimi e Kompany becca il giallo al 24′ per un’entrataccia su Rooney a centrocampo. La seconda metà del primo tempo è tutta di marca City con gli uomini di Mancini che ripartano bene in velocità arrivando ancora alla conclusione due volte con Aguero, che prima spara alto da buona posizione e poi servito da Tevez calcia debolmente e la palla si perde in angolo con la disperazione anche del suocero Diego Armando Maradona presente sugli spalti. Il tempo passa, si arriva al 45′: l’arbitro Marriner da due minuti di recupero e al 47′ su angolo pennellato da Silva capitan Kompany sovrasta Smalling andando altissimo di testa segnando il gol dell’1-0, momento perfetto per andare in vantaggio.
Il secondo tempo si apre senza nessuna sostituzione, lo United cerca di prendere la partita in mano, ma i quattro dietro del City sono in giornata di grazia e respingono ogni assalto, con Kompany e Lescott che contengono con facilità Rooney e Clichy e Zabaleta non si fanno praticamente mai passare da Nani e Giggs. Anche a centrocampo la situazione per Ferguson non è migliore con Carrick e Scholes che rimbalzano sistematicamente su Barry e Yaya Toure, al 57′ il tecnico scozzese cambia qualcosa mettendo Welbeck che va ad affiancare Rooney togliendo uno spaesato Park. La pressione dello United non frutta nemmeno un tiro in porta, Mancini toglie Tevez e mette De Jong spostando Yaya Toure sulla trequarti. Questo è il cambio azzeccato di Mancini che spinge il baricentro dei Red Devils indietro, con l’ivoriano che tiene tutti i palloni che piovono dalle sue parti e si fa anche pericoloso con due conclusioni che passano vicine al palo.
C’è tempo anche per uno scontro verbale e quasi fisico fra Mancini e Ferguson subito dopo il cartellino giallo rimediato da De Jong per un fallo ai danni di Welbeck. La partita si fa nervosa e fioccano i cartellini gialli con De Jong, Jones, Yaya Tourè e Carrick sulla lista dei cattivi di Marriner. Il City si rende ancora pericoloso con Aguero che calcia sull’esterno della rete da posizione defilata e Nasri dopo aver messo a sedere Ferdinand in area traccheggia troppo e Jones salva in scivolata. Negli ultimi 10 minuti c’è tempo per le sostituzioni, Mancini toglie Silva e inserisce Richards a rinforzare la difesa e Milner al posto di Nasri mentre Ferguson mette nella mischia Valencia e Youngs ma è troppo tardi e anche con 5 minuti di recupero i Red Devils non riescono mai ad impensierire Hart. Al triplice fischio finale i Citizens tornano in vetta alla classifica, seppure a pari punti ma con la migliore differenza reti.
Il City ha meritato questa vittoria e ora dovrà vincere le due rimanenti partite e mantenere la miglior differenza reti ora a quota più 8 per vincere il titolo. Lo United torna a casa con una serata da dimenticare e con l’amarezza di non averci nemmeno provato, un po’ grazie alla bravura del City un po’ a causa della serata negativa di Rooney su tutti, peggiore in campo per i suoi.
Prossimi due turni
Newcastle-Manchester City Manchester United-Swansea
La trentacinquesima giornata di Premier League regala ancora sorprese e vede il Manchester City di Roberto Mancini portarsi a meno 3 dalla capolista Manchester United fermata all’ora di pranzo all’Old Trafford dall’Everton in un rocambolesco 4-4. Ora le due di Manchester sono a quota 83 e 80 punti con ancora lo scontro diretto da giocare lunedì 30 aprile all’Etihad Stadium, con gli uomini di Mancini a più 6 di differenza reti sullo United.
All’Old Traffors i Red Devils scendono in campo con l’artiglieria pesante con Rooney e Welbeck in avanti, assistiti sulle fasce da Nani a sinistra e Valencia sulla destra. Dopo una mezzora di sostanziale equilibrio l’Everton passa in vantaggio a sorpresa con Jelavic di testa su cross dalla destra. Il bomber arrivato a gennaio dai Glasgow Rangers batte De Gea praticamente dalla linea di fondo con un gran lob di testa. Gli uomini di Ferguson però ci mettono appena 8 minuti a riorganizzare le idee e al 40′ su cross dalla sinistra di Nani, Rooney fulmina Howard in tuffo di testa. Il primo tempo si chiude in parità e la ripresa è un continuo colpo di scena con ben sei reti segnate.
Al 56′ lo United va in vantaggio grazie a Welbeck che dal limite dell’area segna un Eurogol piazzando la palla all’incrocio dei pali con un tiro a giro e dopo appena 3 minuti arriva il gol dell’illusione per i campioni in carica, con Carrick che scarica per Welbeck, la punta di prima serve Nani che a tu per tu con Howard lo supera con un delizioso tocco sotto.
La partita sembra chiusa al 60′ con l’uno-due micidiale dello United, ma i Toffees riaprono nuovamente il match questa volta con Fellaini che gira in rete un cross dalla destra con una gran volè sulla quale De Gea non può niente. Non passano nemmeno due giri di orologio e il Manchester United torna di nuovo a più 2 nello score ancora con Rooney servito ancora da Welbeck, man of the match. I ragazzi di Ferguson a questo punto sentono la vittoria in banca e il primato messo al sicuro ma un tremendo calo di concentrazione ed un’eccesso di sicurezza rimettono in partita l’Everton prima con il gol del 4-3 ancora di Jelavic che piazza la palla all’angolino di destro e all’84’ arriva il clamoroso gol del pareggio con il Sud Africano Pienaar che su assist di Fellaini segna un gol pesantissimo, che costa due punti fondamentali ai padroni di casa.
Il Manchester City era impegnato sul campo dell’ultima in classifica Wolverhampton, con un unico risultato a disposizione. Mancini conferma la coppia d’attacco Aguero-Tevez con Nasri e Silva a inventare alle loro spalle. I Citizens partono lenti, controllando il possesso palla e subendo qualche scorribanda dei padroni di casa, però ben controllate dalla difesa ben organizzata da Kompany e Lescott. Gli ospiti non giocano la miglior partita dell’anno ma appena schiacciano l’acceleratore sono problemi per i Wolves, con Aguero e Nasri che sfiorano per questione di centimetri la rete, che poi arriva pochi minuti più tardi con il Kun Aguero che su perfetto assist di Clichy dalla sinistra a tu per tu con il portiere non ha problemi a piazzare la palla in rete.
La prima frazione si chiude sull’1-0 senza altre troppe emozioni, e la ripresa si apre con il solito copione, il City tiene la palla e i Woves tentano qualche ripartenza impegnando Hart in un paio di occasioni. Mancini sostituisce uno spento Silva e inserisce De Jong a rinforzare il centrocampo, e al 74′ Carlitos Tevez batte una punizione veloce a metà campo per Clichy, l’esterno francese rende la palla all’Apache che serve un assist al bacio per Nasri che secca il portiere con un gran diagonale che chiude la partita. Ora i Citizens sono consapevoli di aver un’occasione enorme lunedì prossimo, premio anche di non aver mai mollato anche quando appena due settimane fa si trovavano a meno 8 dai cugini e tutto il lavoro fatto sembrava essere sfumato in un mese. Gran parte del merito va dato anche a Mancini che ha sempre dichiarato di crederci e che ha fatto un gran lavoro mentale su giocatori ancora con problemi caratteriali e inesperti.
Il Manchester City segna 10 reti in 5 giorni e sembra essere tornata la squadra che ha dominato la Premier League per 6 mesi consecutivi. Dopo i quattro gol rifilati al West Bromwich Albion martedi, ieri il City ne fa sei in trasferta contro il Norwich, una delle rivelazioni del campionato. Roberto Mancini si affida di nuovo alla coppia argentina in avanti Tevez-Aguero, con David Silva e Nasri a creare alle loro spalle.
La partita è subito vivace fin dai primi minuti, Silva scalda subito i guanti a Ruddy con una conlusione ravvicinata dopo uno scambio con Tevez e subito dopo l’Apache viene ammonito per simulazione per una caduta in area abbastanza dubbia. Il Norwich prova ad uscire dalla propria metà campo e riesce con un break ad andare vicinissimo al gol con Holt che di testa va altissimo ma Lescott è attento e salva sulla linea ad Hart battuto. Dopo lo spavento il City si ricompone, e al 18′ in un’azione tutta in velocità Nasri innesca Aguero, che allarga sulla destra per Tevez che appena arrivato al vertice dell’area fa partire un missile sul primo palo sul quale Ruddy non può arrivare. Passano 10′ e il Norwich ancora intontito dal gol subisce anche il secondo, con una combinazione spettacolare Aguero-Tevez, dai e vai con assist di tacco di Tevez e il bomber ex Atletico Madrid non si fa pregare e dal limite calcia di prima intenzione sotto l’incrocio dei pali.
Nel secondo tempo il tecnico del Norwich corre ai ripari mettendo Surman e Hoolahan che sono i protagonisti della rete che accorcia le distanze al 52′, quest’ultimo crossa dalla sinistra, Hart sbaglia l’uscita e Surnam appostato appena dentro l’area la mette dentro. Il City ci mette un po’ a riorganizzarsi, ci prova ancora Aguero da posizione defilata ma Ruddy è pronto sul primo palo, l’estremo difensore del Norwich però si deve arrendere quando al 73′ Yaya Toure con una percussione centrale arriva al limite e calcia forte e centrale, Ruddy non trattiene e Tevez è il più veloce di tutti e di testa mette dentro il 3-1 e la doppietta personale. Passano 2′ e il City segna ancora, Aguero parte da centrocampo palla al piede, arriva in area sulla sinistra, converge e fa calcia a giro sul secondo palo segnando un grandissimo gol.
Ma non è finita qui perchè Tevez qualche minuto più tardi approfitta di un retropassaggio di Martin al portiere per insaccare il 5-1 e il suo hat trick con Mancini che gli regala addirittura la standing ovation dei tantissimi tifosi del City giunti a Norwich. Anche se il risultato è già in banca da un pezzo il City continua ad attaccare e c’è il tempo per un palo di Aguero e una traversa di Johnson con una gran conclusione dal limite e anche per il 6-1 proprio con il gol dell’esterno inglese su assist di Clichy.
Ora i Citizens sono in attesa dell’incontro tra Manchester United e Aston Villa oggi pomeriggio, facendo salire la pressione ai ragazzi di Ferguson portandosi a meno 2 punti in classifica. Il City sembra proprio aver recuperato la forma dei tempi migliori ed ha ricominciato a segnare a raffica, tra l’altro vincendo per 1-6, come nella storica vittoria in trasferta a casa United in ottobre.
Si è disputata anche la semifinale di FA Cup con il derby Liverpool-Everton. Il match non si è giocato ad Anfield o Goodison Park ma a Wembley, teatro delle semifinali e della finale di FA Cup. Prima dell’incontro è stata onorata la tragedia di Hillsborough con un minuto di silenzio, quando nel 1989 durante la finale di FA Cup contro il Nottingham Forest morirono 96 tifosi dei Reds. La partita è lenta e le squadre si studiano arrivando alla conclusione un paio di volte a testa, fino ad arrivare al 24′, minuto in cui l’Everton sblocca in risultato con Jelavic che approfitta di una clamorosa indecisione di Carragher e trafigge il terzo portiere del Liverpool Jones. Il Liverpool prova a risorgere nella ripresa ma Carroll si divora un gol di testa praticamente fatto, e al 64′ con Suarez l’uomo più determinato dei Reds arriva il pareggio, sfruttando un maldestro retropassaggio di Distin al portiere. Il match sembra destinato ad andare ai supplementari ma all’87’ Carroll va più alto di tutti su una punizione calciata da Bellamy e regala la finale ai suoi.
Il Wigan batte a sorpresa in casa il Manchester United e riapre la corsa al titolo, oltre ad assicurarsi punti salvezza fondamentali. I Latics stendono i Red Devils con una partita fatta di generosità, grinta e tanta velocità messa in mostra dal tridente di attacco formato da Di Santo, Moses e Maloney.
Lo United parte con Rooney ed Hernandez in avanti come preannunciato alla vigilia, e in mezzo al campo al fianco di Carrick c’è Ryan Giggs e larghi sulle fasce Valencia e Young. Il match inizia e il Wigan prende subito l’iniziativa con gli uomini di Ferguson che non riescono a prendere il controllo del gioco e del pallone e iniziano a soffrire il movimento dell’attacco del Wigan. I padroni di casa nonostante la mole di gioca espressa riescono a rendersi pericolosi solo con una conclusione da fuori area di Maloney. Ferguson dopo 25 minuti abbassa Rooney sulla linea dei centrocampisti, zona del campo dove i suoi iniziavano a soffrire un po’ troppo e isola in avanti uno spento Hernandez. Al 28′ Moses si conquista un corner, dalla bandierina Maloney calcia una parabola a rientrare sulla quale lo stesso Moses si avventa e segna un gol apparentemente regolare che l’arbitro convalida ma il guardalinee annulla per una presunta carica ai danni di De Gea. Il primo tempo finisce sullo 0-0 e nel secondo si vede in campo Cleverley per lo United al posto di Young per dare un po’ la scossa, ma dopo appena 4 minuti dal rientro in campo il Wigan trova il gol del vantaggio con Maloney che segna un gran gol dal limite dell’area con un tiro a giro. Lo United è stordito e non reagisce, Ferguson prova a togliere un irriconoscibile Rooney per Nani e mette Welbeck per Hernandez ma il risultato non cambia, e il Wigan porta infondo una vittoria vitale per la propria classifica.
Roberto Mancini aveva dichiarato, dopo la sconfitta contro l’Arsenal, di crederci ancora e che lo United dopo 11 vittorie in 12 partite si doveva fermare prima o poi. E così è stato, e con la vittoria della sua squadra con un rotondo 4-0 contro il West Bromwich Albion si riporta a meno 5 dalla vetta e ancora con lo scontro diretto da giocare il 30 aprile in casa all’Etihad Stadium. Contro il WBA si rivede in campo dal primo minuto Carlitos Tevez a fare da partner di attacco al Kun Aguero e per il resto la formazione è confermata con i Silva e Nasri alle loro spalle. I Citizens tornano ad esprimersi dopo tanto tempo a buoni livelli e a trovare di nuovo la rete con facilità andando in vantaggio Aguero già al 5′ con una botta da fuori. La squadra di Mancini controlla il gioco e dopo una conclusione alle stelle di Tevez, trova il raddoppio ancora con Aguero che al 54′ imbeccato da Nasri mette il pallone alle spalle del portiere per il 2-0 segnando il suo diciannovesimo gol in campionato. La partita è ormai chiusa e dopo 5 minuti arriva il gol più atteso, quello di Tevez che servito da Aguero calcia di interno destro per il 3-0, e dopo appena 3′ arriva il quarto e ultimo gol dell’incontro con Silva che di fronte al portiere lo supera con un delizioso scavetto. Ora la seconda squadra di Manchester è a un virtuale meno 2 in classifica se vince lo scontro diretto in casa, ridando incertezza a un campionato che già domenica scorsa sembrava chiuso.
Le altre due gare in programma erano Wolverhampton-Arsenal e QPR-Swansea. I Gunners vincono facile al Molineux per 3-0, con reti di Van Persie che calcia un rigore con il cucchiaio, Walcott e Benayoun con un tiro secco dal limite. Gli uomini di Wenger sono riusciti nell’intento di staccare di 5 punti il Tottenham raggiungendo quota 64 punti in classifica, e condannando a una non matematica ma molto probabile retrocessione il Wolverhampton. A proposito di salvezza il QPR vince una partita fondamentale in casa contro lo Swansea e riesce a tirarsi fuori dalla zona caldissima grazie ai gol di Barton, Mackie e Buzsaki.