Tag: premier league

  • Sir Alex Ferguson si ritira

    Sir Alex Ferguson si ritira

    La notizia è diventata ufficiale questa mattina, dopo qualche sentore che era emerso negli ultimi giorni. Sir Alex Ferguson, allenatore e simbolo del Manchester United, si ritira alla fine di questa stagione. Dopo 26 anni di onoratissimo servizio l’allenatore dei red devils mette la parola fine ad una carriera straordinaria. A 71 anni Ferguson, del resto, ha individuato il momento giusto per farsi da parte, mentre dalle parti dell’Old Trafford si scatena un vero e proprio toto-allenatore. A chi l’ingrato compito di sostituirlo? Il maggior candidato pare essere David Moyes dell’Everton, ma non è ancora una certezza. Infatti, ricorrenti nelle ultime ore sono diventati anche i nomi di Antonio Conte e di Josè Mourinho.

    Alex Ferguson ha vinto praticamente tutto con il Manchester United. Il suo palmarès è lungo, forse infinito: Premier League (13): 1993, 1994, 1996, 1997, 1999, 2000, 2001, 2003, 2007, 2008, 2009, 2011, 2013. – Coppa d’Inghilterra (5): 1990, 1994, 1996, 1999, 2004. – Coppa di Lega (4): 1992, 2006, 2009, 2010. – Champions League (2): 1999, 2008. – Coppa delle Coppe (1): 1991. – Fifa Club World Cup (1): 2008. – Supercoppa Uefa (1): 1992. – Coppa Intercontinentale (1): 1999. – Community Shield (10): 1990, 1993, 1994, 1996, 1997, 2003, 2007, 2008, 2010, 2011. Sono ben 38 i trofei vinti con il club inglese. Un primato difficilmente eguagliabile.

    Il ritiro di Sir Alex FergusonFerguson, scozzese, all’inizio della sua carriera di allenatore aveva inventato anche il mitico dell’Aberdeen, portato ai vertici nel calcio nazionale ed in Europa, con la vittoria in Coppa delle Coppe nel 1983, battendo a sorpresa in finale a Goteborg il Real Madrid. Poi il Mondiale poco fortunato alla guida della Scozia nel 1986 e quindi l’inizio dell’epopea con i red devils.

    Nel corso degli anni Ferguson si è poi trasformato da un semplice e comunque bravo trainer in un vero manager del calcio moderno. Un esempio da seguire per tutti in un calcio che si aggiorna a ritmi frenetici. Le sue scoperte fatte poi esplodere nella sua squadra sono state innumerevoli: Cristiano Ronaldo, Ruud Van Nistelrooy, Giggs e tanti altri ancora, persino Patrice Evra, che in Italia aveva giocato senza essere stato notato nel Marsala. Manchester ed il calcio perdono un protagonista eccellente.

  • Van Persie ragala il 20° titolo al Manchester United

    Van Persie ragala il 20° titolo al Manchester United

     Il Manchester United si reimpossessa del titolo della Premier League, detronizzando i cugini del City, che nella passata stagione erano riusciti nell’impresa di interrompere l’egemonia degli ingombranti red devils. (altro…)

  • Roberto Mancini conquista la finale di FA Cup

    Roberto Mancini conquista la finale di FA Cup

    In un finale di stagione in netta crescita dal punto di vista dei risultati Roberto Mancini centra alla guida del suo Manchester City l’obiettivo più importante, pilotando per la seconda volta negli ultimi due anni la sua squadra alla finale di FA Cup. Un traguardo che ad onor del vero va a salvare una stagione nel complesso non proprio entusiasmante dei citizens, con un rendimento addirittura deficitario in Europa e quasi mai seriamente in lotta per il titolo in Premier League al cospetto dei cugini dello United. Tuttavia, nell’ultima settimana il City ha battuto all’Old Trafford proprio i cugini red devils, consolidando il secondo posto in campionato in ottica Champions League, e quindi ha superato il Chelsea nell’attesa semifinale della coppa nazionale.

    Mancini ha così riconquistato la fiducia sopita del suo patron arabo, in attesa di sfidare a Wembley per l’atto finale il sorprendente Wigan, alla sua prima finale in assoluto di FA Cup. L’ex-tecnico dell’Inter ha avuto ragione per 2-1 di un Chelsea, che ha anche pagato le fatiche di Europa League, dopo la dispendiosa trasferta sul terreno del Rubin Kazan. I gol di Nasri ed Aguero hanno portato avanti i citizens, prima che Demba Ba riducesse peraltro inutilmente le distanze.

    Roberto Mancini | © Andrew Yates/Getty Images
    Roberto Mancini | © Andrew Yates/Getty Images

    Come detto il City in finale affronterà un avversario inedito come il Wigan, in una versione spagnoleggiante. Infatti, oltre al tecnico catalano Roberto Martinez, il Wigan conta in rosa ben 7 giocatori iberici. Ad ogni modo, la vittoria prestigiosa del Wigan è stata sminuita dai pesanti incidenti che si sono verificati a Wembley ad opera dei sostenitori avversari del Millwall. Si era a conoscenza della pericolosità della tifoseria storicamente più facinorosa del Regno Unito, ma scene del genere sul suolo inglese non si vedevano da tempo. Le forze dell’ordine hanno operato numerosi arresti, ma gli strascichi polemici e le ritorsioni non si fermeranno qui.

    Intanto, dando uno sguardo al campionato, il Sunderland di Paolo Di Canio conquista una vittoria epocale sul terreno del Newcastle, nel TyneWear Derby, una delle rivalità calcistiche più accese d’Inghilterra. Ora, saluti romani ed ideologie fasciste a parte, sarà difficile mettersi contro il coach Paolo Di Canio. A Sunderland una vittoria nel derby contro il Newcastle vale più di ogni altra ragione, anche politica.

  • Oscar, l’acquisto da 30 milioni di euro del Chelsea di Abramovic

    Oscar, l’acquisto da 30 milioni di euro del Chelsea di Abramovic

    Oscar: 31 milioni di euro. Questo è il dato sorprendente che si è potuto leggere sui giornali sportivi di tutto il mondo. Il Chelsea di Roman Abramovic, non nuovo a colpi simili, doveva sostituire nell’estate del 2012 la pesante eredità di un giocatore come Didier Drogba, fresco vincitore della Champions con i Blues, e ringiovanire una rosa ormai troppo in avanti con l’età. Cosa serviva? Qualche ragazzo talentuoso, semisconosciuto – o addirittura sconosciuto ai più- proveniente dal Sud America  con tanta voglia di sbarcare in Europa per dimostrare il suo valore. Più o meno questo potrebbe essere un vaghissimo identikit di Oscar dos Santos Emboaba Júnior, più comunemente noto con il nome di Oscar. Il ragazzo, nato ad Americana, comune di poco più di 200 mila abitanti in Brasile, il 9 settembre 1991, si è subito fatto notare con i suoi numeri e le sue prestazioni sempre più convincenti con la maglia dell’Internacional fino a quando il petroliere Abramovic ha deciso: Oscar doveva essere il colpo a sorpresa del Chelsea nella torrida estate 2012. Andiamo comunque con ordine e ripercorriamo la carriera del giovane talento.

    Oscar, il talento del Chelsea prelevato da Abramovic | © Dean Mouhtaropoulos/Staff / Getty Images
    Oscar, il talento del Chelsea prelevato da Abramovic | © Dean Mouhtaropoulos/Staff / Getty Images

    IL RAGAZZO D’ORO – Oscar inizia la sua avventura nel calcio che conta con la maglia del San Paolo dove, dopo 4 anni trascorsi nelle giovanili, approda in prima squadra nel 2008. Fino al 2010 lo spazio, a causa di molti fattori tra cui la giovane età, è veramente ridotto e le presenze sono ridotte all’osso: 11 in tre anni. Nel 2010 arriva la chiamata dell’ Internacional e Oscar solleva subito il primo trofeo con la maglia della sua nuova squadra: è il 24 agosto del 2011 quando il club di Porto Alegre riesce a vincere la Recopa Sudamericana. Le prestazioni aumentano di spessore così come il dialogo con i compagni; Oscar gioca infatti nell’ Internacional con altri talenti, uno su tutti Leandro Damiao. Intanto il ragazzo da un importante contributo anche alla causa delle nazionali giovanili del Brasile. Con l’Under 20 verdeoro prima porta a casa il Campionato Sudamericano poi il Mondiale in Colombia entrambi datati 2011: in particolare, in quest’ultima competizione, Oscar segna una tripletta in finale contro il Portogallo che consente al Brasile di superare gli avversari per 3-2. Altra tappa fondamentale è l’esordio in nazionale maggiore avvenuto il 14 settembre 2011 durante il Superclasico de las America contro l’Argentina terminata 0-0: circa un anno dopo segna il suo primo gol con il Brasile proprio agli argentini in un’altra sfida. Nel luglio 2012 viene convocato per convocare le Olimpiadi di Londra nelle quali arriverà secondo dopo essersi inchinato al Messico in finale per 2-1: fra l’altro, in quel match, Oscar sbagliò il gol del pareggio a pochi secondi dal triplice fischio dell’arbitro. Con la nazionale brasiliana due ori e un argento: e l’età è tutta dalla sua parte.

    IL CHELSEA CHIAMA – Le buone partite disputate con la nazionale brasiliana alle Olimpiadi di Londra, attirano su Oscar l’attenzione di molte squadre europee. Il potenziale di questo giovane è altissimo e la sensazione è che il suo futuro sia lontano dal Sud America. Così sarà perchè Roman Abramovic spende una follia per portarlo al suo Chelsea. 31 milioni di euro per un giocatore sicuramente di spicco ma che non ha ancora dimostrato niente nei maggiori campionati del nostro continente. Con i Blues Oscar indossa la maglia numero 11 (quella che fu di Drogba) e si rende subito protagonista: lo scorso settembre memorabile la doppietta al suo esordio in Champions League contro la Juventus e la botta dalla distanza realizzata sul campo dello Shakthar.

     

  • I tabloid inglesi contro Paolo di Canio

    I tabloid inglesi contro Paolo di Canio

    Non si sono dissolte le polemiche in casa Sunderland e nel calcio inglese relative all’ingaggio di Paolo Di Canio. Anzi tutt’altro, il nuovo manager dei black cats, soprannome di quelli del Sundeland, ha convocato una conferenza-stampa alle 8 del mattino per chiarire alcune cose con i tabloid inglesi, ma il tentativo del tecnico italiano non sappiamo ancora quanto sia servito al momento. L’impressione è che ancora una volta in suo favore dovranno parlare i risultati, altrimenti si andrà incontro ad una polemica aperta e senza fine. Non sono stati teneri nei suoi confronti i giornalisti inglesi, anche e soprattutto lo stesso editorialista del Financial Times Simon Kuper, che ha scritto diversi libri sul rapporto tra il calcio e la politica. La polemica innescata da Miliband con le sue dimissioni ha scatenato il “furore”, così come hanno detto gli inglesi, intorno a Di Canio.

    Tuttavia, l’ex-calciatore laziale non è nuovo ad esser al centro delle polemiche, né quando giocava nel campionato italiano né tantomeno nella sua vasta esperienza nel calcio britannico. Ovviamente le polemiche riprese con clamore e con dovizia di particolari dai giornalisti inglesi stanno incendiando la discussione in queste ore. Ma Di Canio aveva professato le sue idee politiche ed aveva il tatuaggio del Duce già quando era un idolo con la maglia di West Ham, un idolo talmente acclamato da mettersi addirittura ascrivere libri, ed anche quando ha ricoperto con grande entusiasmo il ruolo di manager dello Swindon Town, club che l’allenatore romano ha portato in una sola stagione dalla League Two alla League One, cioè la nostra I Divisione di Lega Pro.

    Di Canio - Sunderland | © GRAHAM STUART/Getty Images
    Di Canio – Sunderland | © GRAHAM STUART/Getty Images

    Ma l’ambiente qui a Sunderland potrebbe essere completamente diverso. I biancorossi vantano il 7° pubblico della Premier League come media spettatori, anche se navigano nelle zone basse della graduatoria ed alcuni suoi tifosi reduci della Seconda Guerra Mondiale ed ex-minatori ed ex-operai dei cantieri navali hanno restituito al club la loro tessera di abbonamento. Loro non vogliono essere allenati da un fascista. Una questione, dunque, che si va facendo complicata, anche se Di Canio continua a ripetere: “Qui non siamo in Parlamento e penso al bene del Sunderland”. Intanto il boss del Sunderland il texano Short conferma la fiducia nella sue scelte, mentre domenica Di Canio esordisce nientemeno che a Stamford Bridge contro il Chlesea.

  • Di Canio al Sunderland, un caso politico?

    Di Canio al Sunderland, un caso politico?

     David Wright Miliband, 48enne londinese, era considerato fino a qualche settimana fa l’astro nascente della sinistra inglese. Poi lo stesso ex-Ministro degli Esteri, che infatti aveva ricoperto questo incarico dal 2007 al 2010, ha deciso di lasciare la guida del partito laburista al fratello minore Ed, oramai sulla cresta dell’onda e capace di gestire al meglio la politica nazionale e di guadagnare i consensi necessari alle tradizioni del suo partito. Tuttavia, il buon Miliband è balzato agli onori della cronaca dei tabloid inglesi non per le sue imprese presenti o anche future della politica britannica, ma bensì per le sue clamorose dimissioni dal calcio inglese.

    Figlio di Ralph Miliband, teorico marxista, il laburista David ha annunciato le proprie dimissioni dalla poltrona della vicepresidenza del Sunderland, club di Premier League inglese, che per tirarsi fuori dalla lotta per non retrocedere per le ultime sette giornate di campionato ha assunto in qualità di manager nientemeno che Paolo Di Canio. L’italiano, diventato una vera icona per il calcio inglese, è però colpevole secondo Miliband, e non solo, di aver ostentato in più occasioni di essere un sostenitore della ideologia fascista. Una caratteristica umana e politica che travalica il mero significato sportivo e che pertanto rende l’assunzione di Di Canio intollerabile per Miliband.

    Paolo Di Canio | © by Harry Engels/Getty Images
    Paolo Di Canio | © by Harry Engels/Getty Images
    Di Canio è stato nominato nuovo manager del Sunderland, dopo l’improvviso esonero patito dal nordirlandese Martin O’Neill all’indomani della sconfitta interna per mano del Manchester United. Ma nulla o quasi faceva presagire ad un esonero dell’allenatore ex-stella del Nottingham Forest vincitore due volte della Coppa dei Campioni negli Anni Ottanta. Poi è arrivata l’investitura ufficiale per Paolo Di Canio, che aveva condotto fino a qualche mese fa lo Swindon Town. Club che aveva riportato in League One, ma dal quale aveva rassegnato le dimissioni per divergenze, crediamo soprattutto economiche, nei confronti della dirigenza. Lo stesso Di Canio ha replicato alle accuse di Miliband, ma non accettando il confronto sul terreno politico, ma esclusivamente su quello calcistico: “Penso al Sunderland e basta”, ha ribadito l’ex-laziale, senza ulteriori riferimenti alle sue idee politiche.

    Tuttavia, Di Canio non ha rinnegato i suoi saluti romani né tantomeno le sue simpatie per il fascismo. Nel 2005 in particolare, al termine di una partita della Lazio, salutò i suoi tifosi con il saluto romano. Dalle parti del Sunderland adesso c’è un’aria tesa e confusa. Il Sunderland non è tra le grandi nobili del calcio inglese, ma fondato nel 1879, ha vinto 6 campionati, l’ultimo dei quali però nel 1936, e 2 FA Cup, l’ultima nel 1973, ma i suoi tifosi sono tra i più appassionati del Regno Unito. Da sempre il Sunderland gioca contro il Newcastle il Tyne Wear Derby, una sfida ad alto contenuto agonistico ed anche di scontri tra tifosi. Ad ogni modo, Sunderland storicamente, tra calcio e non, è una città dai forti coinvolgimenti politici. L’ambiente ideale per Di Canio per dimostrare ancora una volta il suo carattere e le sue qualità?

  • Di Canio al Sunderland ma i tifosi insorgono contro il tecnico fascista

    Di Canio al Sunderland ma i tifosi insorgono contro il tecnico fascista

    Dopo l’esonero di Martin ÒNeill il Sunderland annunca il suo nuovo allenatore: il club inglese ha scelto come suo erede Paolo Di Canio e, stando a quanto dichiarato dal presidente del Sunderland, l’italiano è molto entusiasta di inziare questa nuova avventura. (altro…)

  • La Roma pensa in grande, per la panchina spunta il Mancio

    La Roma pensa in grande, per la panchina spunta il Mancio

    Dall’Inghilterra arrivano interessanti voci che riguarderebbero il futuro di Roberto Mancini in Italia. L’ex tecnico dell’Inter, ora alla guida del Manchester City, dopo aver vinto la Premier all’ultima giornata lo scorso anno, sta vivendo una stagione critica dal punto di vista dei risultati con l’eliminazione dalla Champions League nella Fase a Gironi e il -12 accumulato dai cugini dello United. L’addio a fine campionato pare quasi scontato, anche se i tifosi dei Citizens hanno più volte dimostrato la propria stima nei confronti di Mancini anche durante le sconfitte. Il suo futuro è in bilico e i media inglesi sono certi di un suo esonero a maggio e il successivo passaggio alla Roma, attualmente diretta da Andreazzoli, uomo di fiducia della società giallorossa, pronto a lasciare la panchina giallorossa al termine del campionato.

    L’ostacolo maggiore in questo intreccio di mercato è il contratto in essere tra Mancini e Manchester City. Otto milioni netti a stagione per altri cinque anni (rinnovato la scorsa estate). Il tecnico italiano rinuncerebbe a più di 30 milioni per tornare in Italia?

    Mancini, obiettivo della Roma 2013-2014 © Gabriele Maltinti/Getty Images
    Mancini, obiettivo della Roma 2013-2014 © Gabriele Maltinti/Getty Images

    Nessuno meglio di me – Mancini, risponde a queste voci di mercato sottolineando come nessuno sia riuscito a fare meglio di lui, vincendo una Premier e una Fa Cup, non considerando però la doppia delusione in Champions League con due eliminazioni in due anni alla sola Fase a Gironi. L’ingresso in società di Begiristan e Soriano, ex dirigenti del Barcellona, avevano messo già in dubbio il futuro di Mancini a Manchester con il conseguente arrivo di Guardiola. Ma, la firma dello spagnolo con il Bayern Monaco ha mescolato nuovamente le carte.

    La Roma – Quante possibilità ha il club giallorosso di arrivare a Roberto Mancini? Sulla carta, non è impossibile, visto l’interessante progetto messo in piedi dagli americani e un ambiente che stimolerebbe l’ex tecnico dell’Inter a tornare in Italia. L’ostacolo maggiore rimane l’ingaggio, ma in casa capitolina sarebbe pronti all’investimento dopo aver fallito per due anni consecutivi puntando su allenatori dall’ingaggio basso ma risultati insufficienti per portare al successo la squadra. Il compito di Mancini sarebbe quello di tornare a lottare per lo scudetto attraverso un gioco armonioso e piacevole da vedere. Un primo approccio tra le due parti potrebbe esserci stato a Genova in occasione della sfida Sampdoria-Roma, con il tecnico in tribuna ad assistere al match tra le due squadre.

    Se dovesse sfumare il Mancio, si parla anche di Ancelotti, dimostrando che in casa Roma si inizia a pensare in grande.

  • FA Cup, quarti di nobiltà

    FA Cup, quarti di nobiltà

    La meravigliosa favola del Luton Town (unica squadra di Conference National ancora in lizza) questa volta si è arenata all’altezza degli ottavi di finale della FA Cup. Nel 5° turno della manifestazione calcistica più antica del mondo gli hatters hanno ceduto in casa al cospetto del Millwall, coriacea compagine della Championship. Nonostante il gran pubblico e la grande atmosfera di Kenilworth Road, il Millwall ha fatto prevalere il suo maggior tasso tecnico ed ha applaudito tra l’altro la spettacolare prodezza di Hulse, che ha realizzato il secondo gol con una rara acrobazia da posizione defilata.

    Tuttavia, anche gli ottavi di finale hanno regalato la clamorosa sorpresa di giornata ed il Blackburn, altra squadra di Championship, è andato a vincere in casa dell’Arsenal dinanzi a ben 60.000 spettatori, compiendo l’impresa e dando una grande dispiacere ai gunners, eliminati anche in League Cup dal sorprendente Bradford City. I Rovers hanno siglato il punto decisivo con il turco Kazim-Richards al 72’, dopo una partita combattutissima. Ad ogni modo, le altre big ancora presenti nel tabellone hanno rispettato i pronostici, con il Manchester City che ha dilagato per 4-0 sul Leeds United, beneficiando di una doppietta di Aguero e di un gol del ritrovato Tevez ed il Chelsea che ha sotterrato di gol il Brentford nel replay del turno precedente in attesa di affrontare il 27 febbraio il Middlesborugh. I blues hanno vinto con un eloquente 4-0. Continua a stupire il Barnsley che si è imposto anche sul terreno del Milton Keynes Dons per 3-1 grazie ad un doppietta di Dagnall e che si è regalato un prestigioso quarto di finale in casa del Manchester City. La corsa dell’Huddersfield invece si è interrotta bruscamente al cospetto del Wigan Athletic, che si è imposto per 4-1 in trasferta. Mentre nel Monday night il Manchester United all’Old Trafford ha superato per 2-1 il Reading con le reti di Nani e del messicano Hernandez.

    Nani | ©Alex Livesey/Getty Images
    Nani | ©Alex Livesey/Getty Images

    Un solo confronto al momento è rimandato al replay ed è quello tra l’Oldham Athletic e l’Everton che hanno pareggiato per 2-2. I sorprendenti padroni di casa che giocano in First Division hanno impattato al 95’ con Matt Smith tra il tripudio generale. Il 23enne attaccante è arrivato in prestito dal Macclesfield ed aveva realizzato anche una doppietta contro il Liverpool nel 4° turno. L’Oldham, club nato nel 1895 ed appartenente all’area della Greater Manchester, viaggia ancora verso Liverpool, ma questa volta per andare in casa dell’Everton.

    Quarti di finale
    Manchester City-Barnsley
    Manchester United-Middlesborugh/Chelsea
    Millwall-Blackburn Rovers
    Everton/Oldham Athletic-Wigan Athletic

  • Premier chiusa? Lo United vola a +12. Buio totale per il City

    Premier chiusa? Lo United vola a +12. Buio totale per il City

    Lo United mette il turbo e si porta a +12 dai cugini del City, complice la brutta sconfitta esterna dei Citizens contro il Southampton. La Premier League sembra aver già trovato il suo vincitore ad inizio febbraio visto il vantaggio sempre maggiore che separa le due squadre. Roberto Mancini, ieri a Marassi per osservare da vicino Mauro Icardi (obiettivo estivo del club inglese da lui allenato), quest’anno non riesce a dare una vera identità alla squadra e dopo aver deluso in Champions League, saluta anche il campionato inglese. Per i Red Devils invece passo in avanti notevole e in vista del doppio impegno contro il Real Madrid, Alex Ferguson può dormire sonni tranquilli. Intanto continua la stagione altalenante del Chelsea, che vince e convince allo Stamford Bridge contro il Wigan.

    Premier chiusa? – Con un vantaggio del genere, il Campionato Inglese sembra già chiuso, anche se non bisogno dare per morto il City di Mancini, che riuscì a rimontare uno svantaggio importante anche la scorsa stagione, trionfando poi nell’ultimo minuti dell’ultima giornata. Certo, il +12 non dovrebbe dare grossi problemi allo United, che quest’anno si ritrova con un van Persie in più in squadra.

    Van Persie ancora decisivo con il Manchester United © Shaun Botterill/Getty Images
    Van Persie ancora decisivo con il Manchester United © Shaun Botterill/Getty Images

    Un facile 2-0 del Manchester United in casa contro l’Everton. Succede tutto nel primo tempo con le reti di Giggs (13′) e van Persie (45′). La squadra di Ferguson gioca con una tranquillità mai avuta e la presenza dell’attaccante olandese, ex Arsenal, ha dato maggiore sicurezza alla formazione di Manchester.

    Per il Manchester City invece ennesima prova poco brillante ed ennesima sconfitta inaspettata. In casa del Southampton, gli uomini di Mancini si ritrovano sotto di due reti dopo appena venti minuti. Il gol di Dzeko al 38′ sembra riaprire la gara, poi chiusa definitivamente ad inizio ripresa dall’autogol di Barry che condanna i Citizens. La posizione dell’ex tecnico dell’Inter è sempre più in bilico e nonostante l’ottimo rapporto con la tifoseria, potrebbe pagare con l’esonero a fine stagione la delusione in Champions e una Premier vissuta sempre in rincorsa.

    Benitez invece salva la panchina con la larga vittoria casalinga contro lo Swansea per 4-1. Apre le danze il brasiliano Ramires e Marin le chiude, in mezzo i gol di Hazard e Lampard, che non smette più di segnare da quando è stato messo alla porta dal club inglese (che ha deciso di non rinnovargli il contratto). I Blues confermano il terzo posto e puntano con decisione al City, ora distante solamente quattro punti. Vince anche il Tottenham con il solito, indispensabile Bale, autore di una doppietta contro il Newcastle che permette agli Spurs di rimanere al quarto posto, l’ultimo utile per la qualificazione alla prossima Champions League.

    Un gol di Cazorla permette all’Arsenal di superare l’esame Sunderland, rimanendo così agganciato al treno Champions. Torna alla vittoria invece l’Aston Villa, che dopo un lungo periodo di prestazione ben al di sotto della sufficienza, supera di misura il West Ham. Il Qpr, ultimo in classifica, ne prende quattro dallo Swansea, rivelazione della stagione, a segno il bomber Michu (doppietta) al centro di numero trattative di mercato.