Tag: Portland Trail Blazers

  • NBA, Durant batte i Mavericks. Bene Lakers e Bulls

    NBA, Durant batte i Mavericks. Bene Lakers e Bulls

    6 le partite disputate nella notte NBA.

    Orlando ha la meglio contro i Nets: dopo 15 minuti di gioco i Magic sono già a +18 e doppiano nel punteggio i rivali di giornata (36-18), New Jersey però ha il merito di non arrendersi e di riportarsi in partita arrivando anche sul -3, ma poi paga l’enorme sforzo fisico per ricucire il gap, lasciando via libera alla squadra della Florida. Abbondante doppia doppia per Dwight Howard (da 16 punti e 24 rimbalzi) nel confronto contro una delle 3-4 formazioni interessate ad acquistarlo al più presto per rinforzarsi. Ottima prestazione anche per Ryan Anderson che infila 22 punti. Tra i Nets ancora una volta brutta prova di Deron Williams che chiude con 10 punti ma 2/12 dal campo.

    Kevin Durant | © Ronald Martinez/Getty Images)

    Il derby texano se lo aggiudicano gli Houston Rockets che infliggono una dura lezione ai San Antonio Spurs: nel +20 finale ci sono da segnalare i 25 punti di Martin, i 18 di Scola e la tripla doppia sfiorata da Lowry con 16 punti, 9 rimbalzi ed 8 assist. Per i neroargento doppie doppie di Blair con 22 punti e 12 rimbalzi e Splitter con 10 punti ed 11 rimbalzi. Spurs che accusano anche le fatiche della gara giocata 24 ore prima contro i Clippers e con coach Popovich che tiene in campo solo pochi minuti i leader Duncan e Ginobili.

    Kevin Durant dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, tutto il suo talento battendo con un incredibile tiro da 3 sulla sirena finale i campioni in carica dei Dallas Mavericks: ultimi secondi incredibili con Carter e Terry che riportano a contatto i texani, Westbrook prova a spegnere gli entusiasmi ma a raprire il discorso è una tripla di Carter (dopo 2 tiri liberi sbagliati da Ibaka) che porta i Mavs sul +1 (102-101) ad un secondo dalla fine. I Thunder chiamano time out e sulla rimessa successiva Durant riceve il pallone da oltre 8 metri dal canestro e fulmina gli avversari con un tiro che brucia la retìna. Per il leader di Oklahoma City performance da urlo con 30 punti, 11 rimbalzi e 6 assist, 16 punti per Ibaka e Westbrook e 15 per Harden. A Dallas non basta la doppia doppia di Nowitzki da 29 punti e 10 rimbalzi ed i 31 punti in combinata del duo West-Terry. Per i Thunder è la quarta vittoria di fila, terzo KO consecutivo invece per i campioni in carica che comunque danno segnali di risveglio.

    Danilo Gallinari ed i suoi Nuggets vengono battuti a Portland: gara non all’altezza delle potenzialità dell’italiano che alla fine chiude con 16 punti ma 4/15 dal campo. Nella formazione del Colorado brilla Ty Lawson autore di 25 punti e ben 8 recuperi. I Blazers, con una rotazione limitata a soli 8 giocatori per coach McMillan, hanno in Matthews il top scorer con 25 punti, ben coadiuvato da Felton (23 punti per l’ex di turno) e Crawford (22).

    Partita piacevole a Sacramento dove i Bulls alla fine trionfano per 108-98. 5 uomini in doppia cifra per Chicago con Rose a quota 19 punti (a cui aggiunge 8 assist), 16 punti a testa per Hamilton e Boozer (con quest’ultimo che arpiona anche 15 rimbalzi) e 12 per Deng e Brewer. Per i padroni di casa ottima prova come al solito per Thornton (20 punti), 19 sono di Evans e Cousins chiude in doppia doppia con 15 punti e 12 rimbalzi.

    L’atteso scontro tra Lakers e Knicks termina con la netta affermazione dei padroni di casa gialloviola: buona partenza di New York ma un parziale di 17-2 ribalta il risultato ed i Lakers non si guardano più indietro amministrando comodamente il risultato. Doppia doppia da 16 punti e 10 rimbalzi per Pau Gasol, 28 punti per Bryant ed 11 di Blake dalla panchina. Per i Knicks, apparsi come già ad Oakland nella gara di ieri solo un’accozzaglia di nomi stellari senza un briciolo di concetto di squadra, 27 punti di Anthony e 15 di Stoudemire (ma quest’ultimo con percentuali orrende) mentre Chandler infila una doppia doppia da 13 punti ed 11 rimbalzi.

    Risultati NBA 29 dicembre 2011

    Orlando Magic-New Jersey Nets 94-78
    Orl: Anderson 22, Howard 16, Richardson 16
    N.J.: Brooks 17, Williams 10, Stevenson 9, Humphries 9, Okur 9

    Houston Rockets-San Antonio Spurs 105-85
    Hou: Martin 25, Scola 18, Lowry
    S.A.: Blair 22, Parker 12, Splitter 10

    Oklahoma City Thunder-Dallas Mavericks 104-102
    Okl: Durant 30, Ibaka 16, Westbrook 16
    Dal: Nowitzki 29, Terry 16, West 15

    Portland Trail Blazers-Denver Nuggets 111-102
    Por: Matthews 25, Felton 23, Crawford 22
    Den: Lawson 25, Afflalo 19, Gallinari 16

    Sacramento Kings-Chicago Bulls 98-108
    Sac: Thornton 20, Evans 19, Cousins 15
    Chi: Rose 19, Boozer 16, Hamilton 16

    Los Angeles Lakers-New York Knicks 99-82
    Lak: Bryant 28, Gasol 16, Blake 11
    N.Y.: Anthony 27,Stoudemire 15, Chandler 13

    LE CLASSIFICHE 

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 10:

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  • NBA, primo squillo Lakers. Miami doma Boston

    NBA, primo squillo Lakers. Miami doma Boston

    5 le partite disputate nella notte NBA.

    Largo successo per gli Atlanta Hawks sul parquet dei New Jersey Nets nel loro primo impegno stagionale: 106-70 il risultato finale frutto dell’ennesima partenza ad handicap dei padroni di casa con Atlanta che prende il largo e non si volta più indietro andando al riposo lungo già in vantaggio di 22 punti. Stesso copione nella seconda parte di gara con gli Hawks bravi a non deconcentrarsi che incrementano ancora il già ampio margine. Dalla panchina Radmanovic mette a segno 17 punti, mentre tra i titolari il migliore dei “Falchi” è Marvin Williams con 14 punti e 9 rimbalzi. Dal naufragio dei Nets non si salva neanche Deron Williams autore di 10 punti ma con un brutto 3/11 al tiro.

    Los Angeles Lakers | © Stephen Dunn/Getty Images

    Dopo aver fatto fuori a domicilio i campioni in carica dei Dallas Mavericks, prendendosi una piccola rivincita dopo le Finals perse qualche mese fa contro i texani, i Miami Heat dimostrano tutta la loro forza battendo anche i Boston Celtics. Primo tempo molto produttivo per la squadra della Florida che infila ben 69 punti andando al riposo lungo con 15 punti di vantaggio. Boston recupera nella seconda metà di gara ed arriva a -2 a circa 2 minuti dalla fine del match ma qui entra in scena l’eroe di giornata, il rookie Norris Cole che segna 2 canestri di capitale importanza e regala la vittoria alla sua squadra. Per lui ben 20 punti alla fine, James ne infila 26 e Wade 24 mentre Bosh chiude in doppia doppia con 18 punti ed 11 rimbalzi. I Celtics, ancora privi di capitan Pierce, fanno ancora affidamento su Rondo che chiude quasi in tripla doppia con 22 punti, 12 assist ed 8 rimbalzi mentre Allen segna 28 punti infilando 6 triple su 8 tentativi (63% alla fine per Boston dalla lunga distanza).

    A decidere la sfida tra Minnesota Timberwolves e Milwaukee Bucks è inaspettatamente il rookie (prodotto di casa uscito da Wisconsin University) Jon Leuer che ad un minuto dal termine sblocca la partita dall’equilibrio con una bomba da 3 punti. Per lui alla fine 14 punti totali a cui aggiunge 8 rimbalzi, ben coadiuvato da brandon Jennings che conferma la buona prova della partita precedente infilando 24 punti e 7 assist. Tra i Timberwolves come al solito il migliore è Kevin Love con una mostruosa prova da 31 punti e 20 rimbalzi, un talento sprecato per una squadra dalle piccole ambizioni (forse ancora per questo campionato) come Minnesota.

    Un ottimo secondo tempo dei Blazers annichilisce i rivali dei Sacramento Kings che chiudono a soli 79 punti segnati dopo essere stati in vantaggio anche in doppia cifra nel secondo quarto. Per Portland invece ben 101 punti, frutto della grande prestazione della coppia di ali LaMarcus Aldridge (24 punti ed 8 rimbalzi) e Gerald Wallace (25 punti ed 8 rimbalzi). Il parziale decisivo tra terzo e quarto periodo è siglato da Batum (15 punti partendo dalla panchina) e Matthews (8 punti in totale). Tra le fila di Sacramento si salva il centro Cousins autore di una buona prova da 16 punti ed 11 rimbalzi, Thornton ha bisogno di 15 tiri per arrivare amettere insieme 14 punti mentre delude Tyreke Evans che non va oltre il deludente e misero bottino di 4 punti.

    Infine prima vittoria stagionale alla terza partita in 3 giorni per i Los Angeles Lakers che hanno facilmente ragione dei modesti Utah Jazz: 96-71 il risultato finale con Kobe Byrant che chiude la sua partita con una ottima prova da 26 punti, 8 rimbalzi e 5 assist in appena 30 minuti di gioco mentre Pau Gasol sostituisce ancora una volta Andrew Bynum e ne infila 22 con 9 rimbalzi e ben 5 stoppate. Per i Jazz purtroppo gara da dimenticare ed anche in fretta con Al Jefferson protagonista in negativo che riesce nell’impresa di sbagliare 14 dei 16 tiri presi (anche se alla fine ci sono 10 rimbalzi per lui). Si salva il solo Paul Millsap che mette a referto 18 punti con 8 rimbalzi in 27 minuti di gioco.

    Risultati NBA 27 dicembre 2011

    New Jersey Nets-Atlanta Hawks 70-106
    N.J.: Brooks 17, Humpries 11, Deron Willaims 10
    Atl: Radmanovic 17, Marvin Williams 14, Teague 13, Pachulia 13

    Miami Heat-Boston Celtics 115-107
    Mia: James 26, Wade 24, Cole 20
    Bos: Allen 28, Rondo 22, Dooling 18

    Milwaukee Bucks-Minnesota Timberwolves 98-95
    Mil: Jennings 24, Jackson 16, Bogut 15
    Min: Love 31, Ridnour 17, Beasley 15

    Portland Trail Blazers-Sacramento Kings 101-79
    Por: Wallace 25, Aldridge 24, Batum 15
    Sac: Cousins 16, Thornton 14, Thompson 11

    Los Angeles Lakers-Utah Jazz 96-71
    Lak: Bryant 26, Gasol 22, World Peace 14
    Uta: Millsap 18, Howard 10, Favors 8

    LE CLASSIFICHE 

    GLI HIGLIGHTS:

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    TOP 10:

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  • NBA, vincono Bargnani, Gallinari e Belinelli. Lakers e Bulls KO

    NBA, vincono Bargnani, Gallinari e Belinelli. Lakers e Bulls KO

    12 le partite giocate nella notte NBA, da sottolineare l’esordio stagionale con vittoria per i 3 italiani della Lega, con Danilo Gallinari ed i suoi Denver Nuggets che espugnano Dallas, Andrea Bargnani ed i Toronto Raptors che vanno a vincere a Cleveland e Marco Belinelli ed i New Orleans Hornets che nel finale sbancano il parquet di Phoenix.

    Andrea Bargnani | © JANEK SKARZYNSKI/AFP/Getty Images

    Dopo un brutto avvio di partita i Nets si ricompattano e grazie al duo Deron Williams (23 punti, 8 rimbalzi ed 8 assist) Kris Humpries (21 punti e 15 rimbalzi) hanno la meglio sui Washington Wizards che pagano la brutta serata del leader John Wall (solo 13 punti per lui).

    D.J. Augustin ed il rookie Kemba Walker con 4 punti nel finale di gara ribaltano il risultato e permettono ai Bobcats di battere Milwaukee. Grande prova per Boris Diaw che va molto vicino alla tripla doppia con 9 punti, 11 rimbalzi e 9 assist mentre ai Bucks non bastano i 22 punti di Jennings.

    Buona la prima per Andrea Bargnani ed i Toronto Raptors che vanno a vincere a Cleveland. Il “Mago” è decisivo nel finale con 2 grandi giocate, alla fine per lui 13 punti, sono 7 i giocatori canadesi in doppia cifra tra i quali spiccano le doppie doppie di Amir Johnson (13 punti e 13 rimbalzi) e di Calderon (15 punti ed 11 assist). Delude la prima scelta assoluta dell’ultimo Draft Kyrie Irving che non va oltre i 6 punti segnati e per i Cavs è notte fonda.

    Il redivivo Turkoglu segna 23 punti e permette ai Magic di superare Houston. Bene anche Howard che infila 21 punti e torna a dominare a centro area. Per i Rockets da segnalare la doppia doppia di Kyle Lowry da 20 punti e 12 assist e la pessima gara della “Stella” Kevin Martin che sbaglia ben 9 delle 10 conclusioni tentate.

    Tutto facile per i nuovi Pacers contro Detroit: esordio convincente tra le fila di Indiana per David West autore di 11 punti e 12 rimbalzi (di cui 7 in attacco), doppie doppie anche per Hibbert (16 punti e 14 rimbalzi) ed Hansbrough (15 punti e 13 rimbalzi). Per i Pistons ottimo rientro sul parquet, dopo un anno di stop per infortunio, di Jerebko (17 punti).

    I Minnesota Timberwolves dimostrano che saranno un brutto cliente per qualsiasi avversario in questa stagione e fanno sudare i Thunder fino alla fine. La gara si decide negli ultimi 90 secondi quando a schiodare la parità ci pensano Perkins e Westbrook. Per Kevin Durant altra prova da oltre 30 punti segnati (33 per la precisione), 28 invece quelli di Westbrook. Per i Wolves non basta la coppia Love-Beasley (46 punti in combinata), esordio nella Lega promettente per Rubio.

    Gli Spurs si prendono una piccola rivincita sui Grizzlies che lo scorso anno eliminarono i texani dai playoff pur partendo molto sfavoriti. Decisivo Manu Ginobili ed i suoi 24 punti. Per Memphis non basta l’ottimo ritorno sul parquet di Rudy Gay autore di una doppia doppia da 19 punti e 10 rimbalzi.

    Altra delusione casalinga per i Dallas Mavericks che vengono distrutti dai Denver Nuggets di Danilo Gallinari (15 punti per l’Azzurro) e da un Ty Lawson incontenibile (27 punti). Buono l’apporto della panchina di Denver mentre ai texani campioni in carica sono inutili i 20 punti del tedesco Dirk Nowitzki.

    Sorride anche Marco Belinelli (10 punti per lui) dato che i suoi Hornets espugnano Phoenix grazie al neo arrivato Eric Gordon nel finale di gara. Per l’ex Los Angeles Clippers ci sono 20 punti ed il canestro decisivo a 5 secondi dalla sirena finale. Nelle fila dei Suns bene il solito Steve Nash con una doppia doppia da 14 punti e 12 assist e Robin Lopez con 21 punti.

    Portland si dimostra più forte delle avversità (ritiro di Brandon Roy qualche giorno fa, Oden ancora out per tutta la stagione, Aldridge in campo ma con problemi cardiaci) e batte i Sixers. I Blazers guidano sin dal primo minuto di gioco ma vengono recuperati da Williams ed Iguodala che però nel finale sbaglia la tripla del pareggio. Per gli ospiti nonostante la sconfitta c’è la superba prestazione del centro Spencer Hawes che dimostra di avere 2 mani fantastiche (per lui tripla doppia sfiorata con 10 punti, 14 rimbalzi e 9 assist).

    Sorpresa Kings che battono di autorità i più quotati Lakers nel derby californiano: Sacramento conduce il match sin dalla palla a 2, e ringrazia le prove di Thornton (27 punti) ed Evans (20 punti), per i gialloviola 29 punti di Bryant, 19 di Metta World Peace (il fu Ron Artest) ed un orrido 5% da 3 punti (1/19)!

    I Chicago Bulls pagano lo sforzo della partita giocata 24 ore fa contro i Lakers e perdono ad Oakland: i”Tori” dell’Illinois provano la grande rimonta nel finale di match, dopo una partita condotta sempre dai Warriors (da -19 a -6 nell’ultimo quarto), ma questa volta la fortuna non assiste la squadra di coach Thibodeau. Rose paga lo sforzo della sera prima chiudendo con 13 punti ma solo 4/17 dal campo, si conferma arma micidiale Deng con 22 punti e 10 rimbalzi. Per Golden State 26 punti di Ellis, 22 di Lee e 21 di Curry.

    Risultati NBA 26 dicembre 2011

    Washington Wizards-New Jersey Nets 84-90
    Was: Young 16, Crawford 15, Wall 13
    N.J.: Williams 23, Humpries 21, Morrow 16

    Charlotte Bobcats-Milwaukee Bucks 96-95
    Cha: Augustin 19, Henderson 18, Walker 13
    Mil: Jennings 22, Bogut 17, Livingston 14

    Orlando Magic-Houston Rockets 104-95
    Orl: Turkoglu 23, Howard 21, Redick 20
    Hou: Lowry 20, Scola 19, Lee 15

    Cleveland Cavaliers-Topronto Raptors 96-104
    Cle: Sessions 18, Jamison 15, Gee 15
    Tor: DeRozan 15, Calderon 15, Barbosa 14, Davis 14

    Indiana Pacers-Detroit Pistons 91-79
    Ind: Granger 16, Hibbert 16, Hansbrough 15
    Det: Jerebko 17, Stuckey 17, Gordon 14

    Minnesota Timberwolves-Oklahoma City Thunder 100-104
    Min: Beasley 24, Love 22, Barea 14
    Okl: Durant 33, Westbrook 28, Harden 16

    Dallas Mavericks-Denver Nuggets 93-115
    Dal: Nowitzki 20, Kidd 12, Williams 12
    Den: Lawson 27, Miller 18, Harrington 18

    San Antonio Spurs-Memphis Grizzlies 95-82
    S.A.: Ginobili 24, Parker 15, Jefferson 14
    Mem: Gay 19, Gasol 13, Conley 11

    Phoenix Suns-New Orleans Hornets 84-85
    Pho: Lopez 21, Nash 14, Gortat 13
    N.O.: Gordon 20, Landry 14, Ariza 13

    Sacramento Kings-Los Angeles Lakers 100-91
    Sac: Thornton 27, Evans 20, Salmons 13
    Lak: Bryant 29, World Peace 19, Gasol 15

    Portland Trail Blazers-Philadelphia 76ers 107-103
    Por: Aldridge 25, Wallace 21, Matthews 16
    Phi: Williams 25, Iguodala 22, Holiday 13

    Golden State Warriors-Chicago Bulls 99-91
    G.S.: Ellis 26, Lee 22, Curry 21
    Chi: Deng 22, Rose 13, Watson 13

    LE CLASSIFICHE 

    GLI HIGHLIGHTS:

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    TOP 10:

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  • NBA, analisi Northwest Division. Thunder in rampa di lancio

    NBA, analisi Northwest Division. Thunder in rampa di lancio

    I favoriti d’obbligo della Northwest Division sono gli Oklahoma City Thunder. Gli ex Seattle Sonics hanno mantenuto un’andatura continua durante tutta la regular season 2010/2011 (quarto posto dietro a Spurs, Lakers e Mavs nella Western Conference) per poi avere una crescita esponenziale (o per meglio dire esplodere) sul finire del campionato quando ai playoff hanno raggiunto le Finali di Conference inchinandosi solo a Dallas che poi ha vinto il titolo. Sulla base di quanto già fatto vedere è naturale pensare che i Thunder (team molto giovane tra l’altro) possano ambire non solo a ripetere i risultati già ottenuti, ma forse anche a migliorarli andando così a fine stagione a giocarsi il titolo NBA. Un gradino sotto troviamo i Denver Nuggets di Danilo Gallinari ed i Portland Trail Blazers falcidiati da infortuni e ritiri. Minnesota potrebbe essere la sorpresa non solo della divisione ma anche della Lega se coach Adelman saprà gestire bene (come ha già fatto in carriera con Portland, Sacramento e Houston) un potenziale gruppo di giovani campioni. Poche speranze di primeggiare per Utah, che da febbraio ha avviato il processo di ricostruzione cedendo la stella Deron Williams e ponendo le basi di un luminoso (si spera) futuro.

    Danilo Gallinari & Kevin Durant | © Doug Pensinger/Getty Images

    DENVER NUGGETS: La squadra di Danilo Gallinari non avrà problemi a procurarsi il pass per la post season ma è probabile che poi la sua corsa si fermi a quel punto. Infatti altre squadre sembrano più attrezzate per la corsa al titolo. Era importante rifirmare il centro Nenè, cosa che è avvenuta, ma potrebbero pesare gli addii di Kenyon Martin, J.R. Smith e Wilson Chandler, bloccati in Cina da contratti firmati senza clausole d’uscita (come fatto invece da molti atleti che per il lockout hanno giocato momentaneamente in Europa). La loro assenza priva il roster della necessaria profondità a cui si è cercato di ovviare con gli acquisti di Rudy Fernandez e Corey Brewer. E’ arrivato Andre Miller dai Blazers, scambiato con Felton per dare spazio al talentuso Ty Lawson come playmaker (Miller farà il rincalzo, cosa che Felton non accettava). Danilo Gallinari ha ricevuto l’investitura di coach Karl come prima opzione offensiva del team quindi tutti i palloni passeranno dalle sue mani e vedremo finalmente il “Gallo” cosa saprà fare nelle nuove vesti di uomo franchigia. Molto importante anche la conferma di Afflalo che nel ruolo di guardia è una sicurezza. C’è poca copertura invece nel ruolo di ala grande dove probabilmente verrà spostato Nenè con Mozgov a fare il centro oppure Karl si affiderà ad un quintetto basso con Gallinari a fungere da power forward. Una citazione particolare la meritano i 2 rookie Kenneth Faried e Jordan Hamilton: se esplodono non ci sarà bisogno di pensare al ritorno dei già citati Smith, Chandler e Martin.

    ROSTER DENVER NUGGETS

    MINNESOTA TIMBERWOLVES: La chiave della stagione dei “Lupi” del Minnesota passa necessariamente da quello che il nuovo coach Rick Adelman (rilasciato dai Rockets e corteggiato dai Lakers ma che ha scelto i Timberwolves per sposare il progetto) saprà insegnare ai tanti giovane presenti nel roster: il talento non manca ed ogni ruolo pare ben coperto ragion per cui nessuno ha il posto assicurato (fatta eccezione per il leader Kevin Love, straordinario nella scorsa stagione). Il ruolo di play sarà diviso tra Ridnour, Barea (arrivato da Dallas con l’anello di campione al dito) e dal talentuoso spagnolo Ricky Rubio, finalmente pronto a giocare nella NBA dopo essere stato parcheggiato per 2 anni al Barcellona. In guardia invece ci saranno ad alternarsi Wes Johnson, Ellington e Webster, tutti atleti che per stazza potrebbero ricoprire anche il ruolo di ala piccola. Ed in questo ruolo probabilmente partirà titolare un potenziale fenomeno dalla testa però troppo “calda” ovvero Michael Beasley. Qualora l’ex Heat dovesse avere i suoi momenti di black out ecco pronta la seconda scelta assoluta Derrick Williams, un giocatore dal potenziale spaventoso. Love ha il posto assicurato in ala grande e per farlo rifiatare si alterneranno Randolph e Tolliver ed in alcune situazioni potremmo anche vedere il già citato Williams prenderne il posto e Michael Beasley pronto ad alternarsi con lui per dare pochi punti di riferimento agli avversari, vista la duttilità delle 2 ali a disposizione di Adelman. Come centro Darko Milicic parte favorito su Pekovic e Brad Miller (uomo di fiducia di Adelman che se lo porta in ogni squadra dove approda). Un roster di talento e molto profondo quello di Minnesota ma con un potenziale tutto da scoprire: è per questo che i T-Wolves potrebbero sia essere la sorpresa della stagione (magari approdando ai playoff) che rimanere ancora una squadra incompiuta. Sarà tutto nelle mani, ma soprattutto nella testa, di Rick Adelman, coach che in passato ha fatto meraviglie dal nulla. Figurarsi con tanto talento a disposizione…

    ROSTER MINNESOTA TIMBERWOLVES

    OKLAHOMA CITY THUNDER: Basterebbe solamente avere a disposizione Kevin Durant (futuro dominatore della Lega) per rendere qualsiasi squadra NBA come contendente al titolo. In più i Thunder aggiungono al proprio asso una roster giovane, pieno di talento e molto attrezzato in ogni reparto. La chiave della stagione di Oklahoma City sarà però Russell Westbrook: se l’atletico playmaker si metterà a disposizione del fenomeno Durant allora pare lecito poter sognare. Se invece il regista di OKC si ostinerà a giocare per conto suo come ha già fatto nella Finale di Western Conference dello scorso torneo contro Dallas allora si dovranno prendere le relative contromisure dato che in quell’occasione i Thunder furono spazzati via con un secco 4-1 lasciando la strada spianata verso il titolo ai Mavs. Avendo a disposizione un talento come Durant, Westbrook dovrà capire che deve lasciargli tutto lo spazio che necessita visto che il vincitore delle ultime 2 classifiche dei marcatori è uno dei pochissimi atleti in grado di fare la differenza in una partita. Se il play comprenderà di essere il suo gregario allora le cose potranno mettersi davvero bene per la più giovane franchigia della NBA che potrebbe bruciare le tappe e portarsi già a casa il titolo a giugno. Per il resto Perkins (notevolmente dimagrito per non accusare più problemi al ginocchio derivanti dall’eccessivo peso) è una sicurezzaa centro area, formando una coppia di difensori eccezionale con l’altro gioiellino Ibaka. Sefolosha aggiungerà altra difesa nel ruolo di guardi ma Harden preme per prenderne il posto in squadra avendo mostrato miglioramenti incredibili. Dalla panchina tanta sostanza con i lunghi Collison, Aldrich e Mohammed, Cook avrà l’arduo compito di far rifiatare Durant in ala piccola mentre Maynor sarà il ricambio di Westbrook. Dopo la Finale di Conference dell’ultima stagione i Thunder puntano decisamente a migliorarsi e nel mirino ora c’è la Finale NBA dove Durant vorrà dimostrare la sua superiorità su LeBron James (dato che gli Heat sono i favoriti dell’altra Conference) per diventare il giocatore numero 1 della Lega.

    ROSTER OKLAHOMA CITY THUNDER

    PORTLAND TRAIL BLAZERS: Se esistesse una realtà alternativa, dove la sfortuna non fosse contemplata, probabilmente i Blazers avrebbero già vinto almeno un titolo NBA negli ultimi 2 anni e in questa stagione proverebbero a riconquistarlo, partendo come favoriti d’obbligo. E’ la sfortuna infatti che ha segnato il progetto di Portland fin dalla nascita, anno 2006, con le scelte al Draft di Brandon Roy e LaMarcus Aldridge a cui si è aggiunta la chiamata del centro Greg oden nel 2007. Considerando le potenzialità non ci sarebbe stata squadra in grado di opporsi, anche vedendo poi negli anni seguenti le ottime scelte in sede di mercato per completare il roster. Invece in Oregon ogni mattina ci si sveglia con il timore di dover combattere quotidianamente con qualsiasi tipo di disgrazia. Poche settimane fa la stella della squadra Roy ha annunciato il suo ritiro a soli 27 anni, Greg Oden ha dichiarato di dover saltare la sua quarta stagione nella Lega (sulle 5 totali da quando è entrato a farne parte, anche lui in odore di ritiro a soli 23 anni!) ed Aldridge, unica star rimasta ai Trail Blazers, soffre di alcuni problemi cardiaci che potrebbero costringerlo a fermarsi non si sa quanto in futuro (vedere per questo anche il caso Jeff Green dei Celtics). Per ora il lungo di Portland è ritornato a giocare ma la situazione è in via di definizione e nulla pare certo. Nonostante tutto i biancorossoneri hanno una formazione da playoff (dovrebbero assestarsi attorno alla settima posizione ad Ovest), con Felton in cabina di regia, Matthews in guardia, Batum in ala piccola, Gerald Wallace ala grande e proprio Aldridge come centro. Se il numero 12 dovesse dare forfait sono pronti a sostituirlo i veterani Camby e Thomas (però sempre più in parabola discendente). Sesto uomo di lusso sarà Jamal Crawford che ha scelto i Blazers nel mercato di questi giorni per riavvicinarsi alla sua Seattle, città in cui è nato. Servirà l’apporto di tutti per sopperire alla sfortuna e quindi ci si aspettano dei progressi dal gran tiratore Luke Babbitt, mentre Craig Smith sarà il ricambio per i lunghi. Playoff alla portata dunque ma probabilmente non si andrà oltre il primo turno. Sperando che in un futuro non troppo lontano tutta la sfortuna patìta in questi anni possa controbilanciarsi e regalare tante soddisfazioni ai tifosi di Portland.

    ROSTER PORTLAND TRAIL BLAZERS

    UTAH JAZZ: Utah probabilmente chiuderà la Division all’ultimo posto: dopo 22 anni consecutivi alla guida tecnica della squadra (dal 1988, la permanenza più lunga di un allenatore su una panchina di un team di uno sport americano) Jerry Sloan ha lasciato tutti nello scorso febbraio, lasciando la conduzione al vice Tyrone Corbin. Sloan ha rinunciato all’incarico perchè le intenzioni della dirigenza di Salt Lake City erano quelle di ricostruire da 0 una franchigia dal futuro vincente, opzione che però non era gradita all’esperto head coach (autore di 15 partecipazioni consecutive ai playoff con i Jazz dal 1989 al 2003) che ha ringraziato cordialmente e si è fatto da parte. Stagione da lottery per Utah che spera di accaparrarsi un’altra scelta alta al prossimo Draft e continuare la ricostruzione. Le potenzialità del gruppo sono notevoli ma bisognerà lasciare maturare i tanti giovani con calma e senza pressione. Solo così potranno essere rinverditi i fasti dell’era Stockton-Malone (2 Finali NBA di fila perse contro i Bulls di Michael Jordan). I nomi interessanti nel roster dei Jazz sono quelli di Davin Harris (buon playmaker), di Derick Favors (ala grande dall’indiscusso talento), di Gordon Hayward (incredibile tiratore) e dei veterani Paul Millsap ed Al Jefferson. Dall’ultimo Draft è arrivato il turco Enes Kanter lungo di cui si dice un gran bene, a cui è stato aggiunto Alec Burks, talento notevole utilizzabile in diversi ruoli nel backcourt. C.J. Miles avrà ancora il ruolo di sesto uomo di lusso mentre gli esperti Josh Howard e Raja Bell porteranno esperienza ad un team giovane e di prospettiva.

    ROSTER UTAH JAZZ 

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  • NBA, Paul va ai Clippers. Howard, per ora, resta ai Magic

    NBA, Paul va ai Clippers. Howard, per ora, resta ai Magic

    E’ finita la telenovela del mercato NBA: Chris Paul, playmaker corteggiato in questi giorni da metà delle squadre della Lega, passa dai New Orleans Hornets ai Los Angeles Clippers. L’accordo è stato trovato poche ore fa e prevede il contemporaneo passaggio di 3 giocatori ed 1 futura scelta alla franchigia della Louisiana. In sostanza la seconda squadra di Los Angeles acquista Paul ed in cambio cede a New Orleans il centro Chris Kaman, l’ala piccola Al-Farouq Aminu e la guardia Eric Gordon ed in più una prima scelta al prossimo Draft, che sarà quella di Minnesota che i Timberwolves diedero ai californiani nel lontano 2005 in aggiunta allo scambio tra Sam Cassell e Marko Jaric. David Stern (commissioner NBA ma al momento anche Presidente degli Hornets), dopo essersi opposto per ben 2 volte alla cessione di Paul, prima ai Lakers in uno scambio a 3 team con l’inserimento degli Houston Rockets, poi 2 giorni fa proprio nei confronti dei Clippers dai quali pretendeva per cedere la sua “Stella” l’inserimento di Eric Gordon, ha finalmente dato il suo benestare visto che alla fine i Clips hanno accontentato le sue richieste. E tanta la soddisfazione sia a New Orleans (che è passata dal perdere Paul praticamente gratis a giugno 2012 ad un pacchetto importante di atleti ed una scelta altissima al prossimo Draft) che a Los Angeles, dove per una volta la squadra meno nobile della città parte leggermente favorita nei pronostici di inizio anno rispetto ai plurititolati cugini dei Lakers. Paul, 26 anni, convocato per 4 volte all‘All Star Game (in tutte le ultime 4 edizioni a partire dal 2008) è arrivato in Louisiana nella stagione 2005/2006 da Wake Forest University, chiamato come quarta scelta assoluta. Per lui 6 stagioni in maglia gialloceleste con una media di 18.7 punti, 9.9 assist e 2.4 recuperi di media a partita, realizzando numerosi record di franchigia. Ora l’avventura in California, dove lo aspetta una formazione altamente competitiva che potrà dire la sua in questa stagione anche ai playoff. I tifosi già sognano pensando alle magie che potrà regalare l’accoppiata che formerà con il fenomeno Blake Griffin, lo scorso anno rookie of the year, giocatore dall’atletismo spaventoso.

    Chris Paul, New Orleans Hornets | © Harry How/Getty Images

    L’altro oggetto del desiderio delle rimanenti squadre NBA è Dwight Howard. Nel pomeriggio di ieri si era fatta largo la voce che voleva il centro degli Orlando Magic in procinto di trasferirsi ai New Jersey Nets in uno scambio che avrebbe coinvolto anche i Portland Trail Blazers. In sostanza la trade avrebbe visto l’approdo di Howard, Chris Duhon ed Hedo Turkoglu (pesanti contratti di cui Orlando vuole disfarsi) ai Nets che avrebbero girato il centro Brook Lopez e 2 future prime scelte alla franchigia della Florida. Queste 2 scelte abbinate ad una dei Magic sarebbero poi finite a Portland in cambio di Gerald Wallace, talentuosa ala che avrebbe formato una grande coppia con Lopez sotto canestro ad Orlando. Ai Trail Blazers infatti avrebbero fatto molto più comodo 3 prime scelte future per ricostruire la squadra, ora povera di talento dopo il ritiro dell’asso Brandon Roy a soli 27 anni per problemi alle ginocchia, e vista la situazione molto delicata dell’altro uomo franchigia Greg Oden, centro dal potenziale incredibile ma limitato in questi anni da diversi infortuni ai legamenti di entrambe le ginocchia. In serata però è arrivato il dietro-front dei Magic che per ora hanno tolto il loro giocatore simbolo dal mercato nella speranza che un eventuale titolo NBA a fine campionato possa far ritornare Howard sui suoi propositi decidendo magari di rinnovare il contratto in scadenza a luglio e restare avita in Florida.

    Richard Hamilton, scaricato dai Detroit Pistons tramite clausola Amnesty, firma un biennale con opzione per la terza stagione ai Chicago Bulls che quindi sopperiscono al mancato arrivo di Marco Belinelli (che ieri ha prolungato per un’altra stagione con gli Hornets) prendendo un giocatore perimetrale esperto che potrà dare un grande contributo nell’arco del torneo.

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  • NBA, Brandon Roy annuncia il ritiro

    NBA, Brandon Roy annuncia il ritiro

    Notizia clamorosa dal mondo NBA : Brandon Roy, guardia 27enne dei Portland Trail Blazers, ha annunciato il proprio ritiro dai parquet per problemi fisici cronici ed irreversibili!

    Brandon Roy, Portland Trail Blazers | © Jonathan Ferrey/Getty Images

    Il fuoriclasse di Portland, uno dei migliori giocatori della Lega NBA, deve convivere ormai da tempo con fastidi alle ginocchia che gli impediscono il regolare svolgimento di allenamenti e partite. Secondo lo staff sanitario dei Trail Blazers a Roy non sarebbe rimasta cartilagine ad entrambe le ginocchia. I suoi problemi erano evidenti dato che nell’ultima stagione l’atleta di Seattle aveva avuto un minutaggio limitato in campo chiudendo con la media (molto bassa per lui) di 12,2 punti a partita.

    Premiato nel 2007 con il titolo di migliore esordiente dell’anno davanti al nostro Andrea Bargnani Roy aveva collezionato anche 3 presenze all’All Star Game. In carriera per lui 321 partite ufficiali, tutte con la maglia di Portland che lo aveva acquisito dai Minnesota Timberwolves pochi minuti dopo la sua selezione al Draft del 2006 (sesto assoluto) alla media di 19 punti per partita.

    Sarà una grave perdita la sua per la franchigia dell’Oregon che puntava sul suo talento e sulle sue qualità per ritornare ai fasti del passato. La sorte ancora una volta è stata avversa nei confronti dei Blazers dato che la rinascita della squadra doveva passare proprio da Roy e da Greg Oden, centro potenzialmente devastante, selezionato come prima scelta assoluta nell’anno seguente all’acquisto di Brandon, ma che al pari della guardia si è ritrovato sin da subito a combattere con gravi infortuni alle ginocchia. Pensare che per scegliere Oden i Blazers sono passati su un certo Kevin Durant, chiamato come numero 2 dai Seattle Sonics ed ora Star indiscussa della Lega, fa capire quanta sfortuna ci sia stata in questi anni in Oregon. Anche perchè perso Roy, a breve potrebbe toccare proprio ad Oden rinunciare alla sua carriera: in 4 anni da professionista il 23enne centro è riuscito a giocare solo 82 gare su328 (un quarto esatto di quelle disponibili) ed anche quest’anno non è detto che possa ritornare sul parquet. Infatti sembrava pronto a rientrare a gennaio ma da voci che circolano insistentemente pare che Greg abbia avuto una ricaduta e che quindi ora sia costretto a saltare anche totalmente questo campionato. Il tutto dopo che Portland ieri gli aveva rinnovato il contratto a quasi 9 milioni di dollari. Senza lui e senza Roy i Blazers torneranno ad essere una squadra perdente e dovranno fare i conti con l’ennesima ricostruzione della loro storia.

    Queste le dichiarazioni di Brandon Roy in merito al suo ritiro, apparse sul sito ufficiale dei Portland Trail Blazers:

    E’ un giorno molto difficile e doloroso. Amo il basket, i Portland Trail Blazers e i nostri tifosi, ma dopo essermi consultato con i dottori ho capito di aver subito un infortunio che pone fine alla mia carriera. La mia famiglia e la salute sono le cose più importanti per me e alla fine questa decisione l’ho presa per loro e per la qualità della mia vita. Ringrazio tutti a Portland: è stata un’avventura fantastica!

    In bocca al lupo, Brandon.

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  • NBA, Lakers su Howard. Miami tenta Oden

    NBA, Lakers su Howard. Miami tenta Oden

    Venerdì 9 dicembre il mercato NBA aprirà ufficialmente ma in questi giorni sono già tante le voci di possibili trattative tra le squadre. Sulla cresta dell’onda c’è sempre Dwight Howard, centro degli Orlando Magic, a cui scadrà il contratto alla fine di questa stagione. “Superman” non sembra intenzionato a rifirmare con la franchigia della Florida (fatale la sconfitta nel primo turno playoff dello scorso torneo contro gli Atlanta Hawks) essendosi ormai convinto che sarebbe difficile arrivare a vincere il titolo con il suo attuale team e starebbe vagliando con attenzione le offerte pervenute al suo agente in modo da scegliere poi la squadra potenzialmente migliore per puntare alla vittoria del campionato. I più interessati all’acquisizione di Howard sono i Los Angeles Lakers che se riuscissero nel colpaccio porterebbero via da Orlando un altro grande centro dopo aver strappato qualche anno fa, a suon di milioni di dollari, Shaquille O’Neal. La storia potrebbe (il condizionale è comunque d’obbligo vista la lunga lista di pretendenti) ripetersi dato che i Magic non vogliono assolutamente perdere a parametro 0 il loro giocatore simbolo il che significherebbe l’ennesima ricostruzione della loro giovane storia. I gialloviola sono pronti a mettere sul piatto della trade 2 giocatori da scegliere in una rosa di 3 ed i nomi sono di tutto rispetto dato che comprendono il centro Andrew Bynum, ragazzo dalle numerose qualità e potenzialità, un pò fragile fisicamente ma sempre uno dei migliori nel suo ruolo, l’ala grande di nazionalità spagnola Pau Gasol, giocatore su cui tecnicamente non si può discutere ed infine il versatile Lamar Odom. Lo scambio permetterebbe ai Lakers di avere un atleta dominante come nessun altro in NBA a centro area ed ai Magic di restare sempre altamente competitivi. Secondo alcune fonti il trasferimento dovrebbe essere praticamente fatto ma attenzione agli inserimenti di altri team dell’ ultima ora dato che ad Orlando comunque conviene scatenare un’asta per ottenere quanto più possibile dalla cessione di Howard.

    Dwight Howard, Orlando Magic | © Kevin C. Cox/Getty Images

    Sempre a proposito di centri si sta facendo strada prepotentemente la voce che vede i Miami Heat dei “Big Three” Wade-James-Bosh interessati allo sfortunato centro dei Portland Trail Blazers Greg Oden. L’ex Ohio State University, prima scelta assoluta di Portland al Draft del 2007, paragonato da molti esperti a Shaquille O’Neal per l’impatto che avrebbe potuto avere nella Lega e per la potenza fisica fuori dal comune assimilabile a quella del giovane Shaq nelle sue migliori stagioni ai Magic ed ai Lakers, in 4 stagioni è riuscito a scendere in campo solo per 82 partite (in pratica un solo torneo su 4) a causa di gravissimi infortuni ad entrambe le ginocchia. A gennaio è previsto il suo ennesimo ritorno sul parquet ma ai Blazers sono indecisi sul da farsi visto che il giocatore è free agent con restrizione, ovvero libero sul mercato ma pareggiando l’offerta migliore che perverrà all’agente del centro la squadra dell’Oregon potrà tranquillamente tenerlo in squadra avvalendosi del suo diritto. Miami ha evidenziato nell’ultima stagione grandi problemi a centro area e seppur sia arrivata in Finale (persa però contro i Mavericks di Dirk Nowitzki) punta ad un massiccio rafforzamento del roster. Un Oden in salute sarebbe l’ideale, non solo per gli Heat ma per qualsiasi franchigia NBA. Tuttavia l’incognita sulle sue reali condizioni fisiche sono tante e permangono nonostante le rassicurazioni dello staff sanitario dei Blazers. Il team della Florida potrebbe usare la sua eccezione salariale da 5 milioni di dollari all’anno per strapparlo ai biancorossoneri, staremo a vedere l’evolversi della situazione.

    Restano sul mercato altri 2 centri di rilievo, Tyson Chandler che ha rifiutato la proposta di rinnovo dei Dallas Mavericks campioni in carica ritenendola troppo bassa e Marc Gasol, fratello minore di Pau, che sta valutando il prolungamento di contratto con i Memphis Grizzlies anche se la prima offerta della franchigia del Tennessee non ha soddisfatto del tutto lo spagnolo.

    Chiudiamo il discorso mercato parlando di un grandissimo giocatore come Grant Hill: la 39enne ala piccola, nell’ultima stagione ai Phoenix Suns, non sembra accusare il peso dell’età che avanza e dopo l’ottima regular season con la squadra dell’Arizona starebbe pensando ad un team di vertice per chiudere la carriera magari vincendo un titolo. Se Chris Paul andasse ai New York Knicks (rendendo quindi gli arancioblu una seria pretendente all’anello) il suo ingaggio da parte della franchigia della Grande Mela sarebbe cosa certa per unirsi al fantastico trio che si formerebbe con Paul in cabina di regia, Carmelo Anthony star indiscussa del Madison Square Garden ed Amar’è Stoudemire a dominare a centro area. Hill darebbe qualità ed esperienza ad una panchina molto carente come quella dei Knicks, ma su di lui attenzione alle mosse di Chicago Bulls e Los Angeles Clippers.

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  • NBA: I voti della stagione. Northwest Division

    NBA: I voti della stagione. Northwest Division

    L’analisi della stagione NBA termina oggi con l’ultima delle divisioni rimaste ovvero la Northwest, una Division molto competitiva, se si escludono i deludentissimi Timberwolves che potrebbe regalare alla Lega 2 delle formazioni più forti dei prossimi anni, gli Oklahoma City Thunder ed i Portland Trail Blazers. DENVER NUGGETS: 7. La nuova squadra di Danilo Gallinari ha saputo fare di necessità virtù: in ostaggio, per diversi mesi, delle richieste della sua super-star Carmelo Anthony, deciso a vestire la maglia dei New York Knicks “con le buone o con le cattive” essendo un giocatore in scadenza di contratto, la squadra del Colorado ha chiuso uno scambio sul finire del mercato di febbraio proprio con la franchigia della Grande Mela che ha permesso di salvare in qualche modo le potenzialità del team e di non fare la fine di altre squadre che sono state devastate, nella scorsa Estate, dalle partenze delle loro “Stelle” come i Cleveland Cavaliers (che perso LeBron James sono passati nel giro di pochi mesi da squadra con il miglior record della Lega a seconda peggiore formazione in NBA) ed i Toronto Raptors di Andrea Bargnani (che sono arrivati alla fine terz’ultimi). Proprio acquisendo Danilo Gallinari nello scambio con i Knicks i Nuggets hanno trovato il loro uomo franchigia e a Denver sono tutti contentissimi di un atleta come il “Gallo” definito da coach Karl e dai nuovi compagni di squadra “un giocatore incredibile il cui limite è solo il cielo”. Il roster dei Nuggets è atipico, perchè esaminandolo con attenzione si nota come tutti i giocatori siano di ottimo livello, permettendo a George Karl di avere sempre 12 giocatori intercambiabili tra loro che non alterano il livello della squadra, si potrebbe dire che il “secondo quintetto” di Denver non avrebbe niente da invidiare al primo e non sfigurerebbe neanche al confronto con gli altri starting-five delle altre formazioni della Lega: nessuna super-star ma tanti giocatori dello stesso livello. Tuttavia il team biancoceleste è stato spazzato via dai Thunder nel primo turno dei playoff con un secco 4-1, segno che comunque il lavoro da fare non manca per amalgamare al meglio il gruppo, rinnovato dopo la trade di Anthony. Nel futuro ci si aspetta che Gallinari possa diventare il leader della squadra per condurla verso traguardi prestigiosi, il talento non manca di certo all’italiano, ma è a livello mentale che il ragazzo deve crescere per dare dimostrazione agli scettici di essere in grado di diventare il punto di riferimento di una franchigia NBA ed il nostro augurio è che tutto ciò si realizzi.  

    nba.com
    MINNESOTA TIMBERWOLVES: 3. Ennesima stagione da buttare per i T-Wolves che dopo l’addio di Kevin Garnett qualche anno fa sono perennemente in ricostruzione per avere la quadratura del cerchio che però non riesce ad essere trovata da parte della dirigenza. Eppure negli ultimi Draft il talento messo assieme da Minnesota attraverso buone chiamate di giocatori è notevole, resta la convinzione che questo gruppo di atleti giochi più per se stesso che per il bene della squadra e da questo derivano, alla fine, le cattive annate della franchigia di Minneapolis. La soluzione più idonea sarebbe quella di trovare un bravo allenatore che possa amalgamare al meglio questo gruppo di giocatori, giovani e talentuosi, per farli diventare un nucleo vincente. L’unica nota positiva della stagione appena conclusa è stata Kevin Love, autore del nuove record di doppie doppie consecutive, un’ala grande dall’ottima propensione al rimbalzo e che non disdegna spesso e volentieri di mettere a referto i suoi 20 punti a serata. Anche lui però è parso molte volte giocare più per incrementare i suoi numeri che per aiutare veramente il team e qualche mese fa ha mandato un ultimatum alla dirigenza: o i Timberwolves diventano una squadra vincente oppure farà le valigie per andare a giocare in una franchigia con le potenzialità per vincere il campionato. Nell’ultima regular season Minnesota ha avuto il peggior record della Lega con sole 17 vittorie e ben 65 sconfitte ed ha avuto un pessimo finale di stagione con una striscia (ancora aperta) di 15 KO consecutivi. Tuttavia i motivi per sperare in un futuro più dignitoso ci sono tutti, resterà alla dirigenza fare le scelte migliori per riportare i T-Wolves al livello di qualche anno fa.   OKLAHOMA CITY THUNDER: 9. Da molti viene definita la squadra del futuro (anche se il futuro è diventato già presente dato che in questa stagione i Thunder sono arrivati in Finale di Western Conference diventando una delle migliori 4 squadre della Lega). Dopo una regular season molto costante (55 vittorie e 27 sconfitte), senza eccessi negativi o positivi, nei playoff Oklahoma City ha eliminato nettamente i Nuggets di Gallinari (4-1) soffrendo invece contro i Grizzlies (4-3). Il momento della verità è arrivato contro i Mavericks che hanno dimostrato che ancora la squadra di coach Scott Brooks ha qualche lacuna da colmare, eliminata con un secco 4-1, dalle grandi giocate di Dirk Nowitzki. I Thunder sono destinati a diventare la principale antagonista dei Miami Heat nella corsa ai prossimi campionati NBA, Kevin Durant, la stella della squadra, con ogni probabilità sarà il giocatore di riferimento della Lega, atleta capace di segnare in ogni modo e da ogni posizione, con un’altezza ed un’apertura di braccia da fare paura per un’ala piccola come lui, dovrà progredire in difesa dove comunque sistematicamente ogni anno migliora il proprio gioco, ma sul talentuoso numero 35 sono pronti a scommettere molti esperti. A Seattle (da dove partì il progetto del team), dopo oltre 3 anni, ancora rimpiangono di non aver creduto nelle potenzialità della squadra, lasciata andar via forse con troppa facilità verso Oklahoma City e per molti tifosi Sonics vedere giocare Durant a questi livelli (a soli 22 anni è già stato il miglior marcatore della NBA nelle ultime 2 stagioni polverizzando il precedente record) provoca tanta amarezza lasciando una ferita, ancora aperta, molto più dolorosa di quello che sembra. Sicuramente chi non ha lottato, a suo tempo, per mantenere vivi i Seattle Sonics si starà mangiando le mani vedendo giocare i Thunder ed immaginando dove potrà arrivare la squadra che una volta portava i colori verde smeraldo ed oro. PORTLAND TRAIL BLAZERS: 8. La squadra più tartassata dagli infortuni senza ombra di dubbio, tuttavia i Blazers hanno disputato una stagione eccellente sfiorando le 50 vittorie complessive nonostante 2 dei 3 migliori giocatori del team non abbiano potuto dare (in parte uno e completamente l’altro) il loro apporto: parliamo di Brandon Roy, che dovrà valutare attentamente i suoi problemi alle ginocchia che potrebbero metterlo a rischio carriera e di Greg Oden, centro che avrebbe dovuto dominare la scena NBA così come fece Shaq O’Neal ma che per via di seri e gravissimi infortuni (anche per lui carriera a serio rischio) ha disputato solo un campionato dal 2007 (anno in cui fu chiamato con la prima scelta assoluta al Draft dalla squadra dell’Oregon). Il destino dei Blazers passa necessariamente da questi 2 giocatori che se riusciranno a rimettersi in sesto al 100% porteranno la franchigia veramente molto in alto (forse anche al titolo), un progetto partito nella stagione 2006 che sembrava il migliore dell’intera Lega ma che per la sfortuna accanitasi contro il team bianco-rosso-nero non ha mai preso il volo. In molti pensano, a Portland, che alla luce degli infortuni sarebbe stato meglio selezionare Durant nel 2007 piuttosto che Oden e chissà come sarebbero andate le cose nei campionati successivi. Tuttavia la storia ha scritto un copione diverso, ed in Oregon chiedono soltanto che gli infortuni diano un pò di tregua ad una squadra che ne ha veramente un disperato bisogno per poter esprimere tutte le sue potenzialità. UTAH JAZZ: 4. I Jazz sono partiti alla grande ma tutto è stato rovinato dall’addio da parte di Deron Williams, punto di riferimento e super star della squadra: da quel momento (a febbraio) Utah ha attraversato una crisi senza fine, Jerry Sloan (che guidava il team da oltre 20 anni!) si è dimesso, dalle prime posizioni la formazione è andata alla deriva scendendo ogni settimana di posizioni nella griglia playoff della Western Conference fino ad uscirne fuori per chiudere con un brutto 11esimo posto (sulle 15 franchigie dell’Ovest). La dirigenza ha deciso di puntare tutto sulla ricostruzione partendo dai giovani ma al momento non si può dare un giudizio sulle potenzialità future della squadra di Salt Lake City. L’unica cosa certa è che per qualche anno i Jazz saranno una squadra da Lottery. LEGGI I VOTI DELL’ATLANTIC DIVISION LEGGI I VOTI DELLA CENTRAL DIVISION LEGGI I VOTI DELLA SOUTHEAST DIVISION LEGGI I VOTI DELLA SOUTHWEST DIVISION LEGGI I VOTI DELLA PACIFIC DIVISION

  • NBA, playoff: Atlanta elimina Orlando, avanti anche Lakers e Mavericks

    NBA, playoff: Atlanta elimina Orlando, avanti anche Lakers e Mavericks

    3 le partite disputate nella notte NBA valide per il primo turno playoff.

    La prima sorpresa di questi playoff 2011 è l’eliminazione dei Magic di Howard che cadono in gara 6 ad Atlanta e vengono eliminati con il punteggio di 4-2. Atlanta conduce fin dall’inizio i giochi, Orlando arriva, come nelle altre partite della serie, a ricucire lo svantaggio solo nei secondi finali. E’ Redick che prova a pareggiare il match ma la sua conclusione non va a buon fine. Atlanta trova la grandissima giornata di Joe Johnson che guida i suoi compagni con 23 punti e 10 rimbalzi, bene anche Crawford con 19. Agli ospiti non basta la solita ottima performance di Dwight Howard da 25 punti, 15 rimbalzi e 3 stoppate. Atlanta ora se la vedrà con i Bulls, la prima gara della serie è in programma a Chicago il 2 maggio. Per i Magic invece si aprono molti punti interrogativi in vista del prossimo futuro.

    Passa il turno anche Dallas che batte i Blazers a domicilio: come in gara 4 i Mavs rischiano di essere beffati da una grande rimonta dei padroni di casa, ma memori dell’esperienza precedente i texani tengono duro e portano a casa match e serie. Incredibile come Nowitzki e compagni possano dilapidare vantaggi così importanti, dal +17 nel terzo quarto, si passa ad un solo punto di vantaggio a metà del quarto periodo. Ma al contrario dell’ultima partita al Rose Garden, i Mavericks riprendono subito le redini dell’incontro e chiudono con un Nowitzki strepitoso a quota 33 punti ed 11 rimbalzi, un Terry da 22 punti e Marion che ne piazza 16. I padroni di casa hanno in Gerald Wallace (32 punti e 12 rimbalzi) e Aldridge (24 punti e 10 rimbalzi) i trascinatori ma la rimonta resta incompiuta questa volta. Per Dallas ora c’è la proibitiva sfida contro i Lakers campioni in carica.

    Proprio i Lakers vincono gara 6 a New Orleans e passano al turno successivo. Decisivo l’inizio dell’ultimo quarto quando i gialloviola piazzano il break che li porta sul +16, vantaggio che verrà amministrato per il resto del periodo. Bryant segna 24 punti, Bynum ne aggiunge 18 con 12 rimbalzi e Gasol arriva a quota 16. Bene anche Odom che è il protagonista della fuga di Los Angeles e chiude con 14 punti. Gli Hornets hanno combattuto al meglio ogni singola partita della serie ma era troppo evidente il divario tecnico e di uomini in rotazione tra le 2 squadre. Complimenti comunque a Marco Belinelli che ha disputato una buona serie chiusa con gli 11 punti di ieri notte. Strepitoso Chris Paul, a lui si devono le 2 vittorie ottenute dalla squadra della Louisiana, anche ieri quasi in tripla doppia con 10 punti, 11 assist ed 8 rimbalzi. Per New Orleans un arrivederci al prossimo campionato, per i Lakers c’è la sfida contro i Mavericks.

    Manca solo una squadra per designare le 8 protagoniste delle semifinali di Conference, ovvero la vincente della serie tra Grizzlies e Spurs che al momento vede in vantaggio Memphis, a sorpresa, per 3-2. Questa notte in Tennessee i padroni di casa possono chiudere il discorso, altrimenti in caso di vittoria neroargento, si va a gara 7 in Texas.

    Risultati playoff NBA del 28 aprile 2011

    Atlanta Hawks-Chicago Bulls 84-81
    Atl Johnson 23, Crawford 19, Hinrich 11
    Orl Howard 25, Turkoglu 15, Nelson 11

    Portland Trail Blazers-Dallas Mavericks 96-103
    Por Wallace 32, Aldridge 24, Matthews 19
    Dal Nowitzki 33, Terry 22, Marion 16

    New Orleans Hornets-Los Angeles Lakers 98-80
    N.O. Landry 19, Ariza 12, Belinelli 11
    Lak Bryant 24, Bynum 18, Gasol 16

    LE SERIE DEI PLAYOFF

    EASTERN CONFERENCE:

    Miami Heat (2)-Philadelphia 76ers (7) serie 4-1 Heat (Heat qualificati)
    Boston Celtics (3)-New York Knicks (6) serie 4-0 Celtics (Celtics qualificati)
    Orlando Magic (4)-Atlanta Hawks (5) serie 2-4 Hawks (Hawks qualificati)
    Chicago Bulls (1)-Indiana Pacers (8) serie 4-1 Bulls (Bulls qualificati)

    WESTERN CONFERENCE:

    Los Angeles Lakers (2)-New Orleans Hornets (7) serie 4-2 Lakers (Lakers qualificati)
    San Antonio Spurs (1)-Memphis Grizzlies (8) serie 2-3 Grizzlies
    Dallas Mavericks (3)-Portland Trail Blazers (6) serie 4-2 Mavericks (Mavericks qualificati)
    Oklahoma City Thunder (4)-Denver Nuggets (5) serie 4-1 Thunder (Thunder qualificati)

  • Playoff NBA, primo turno: Vittorie per Memphis, Denver e Dallas

    Playoff NBA, primo turno: Vittorie per Memphis, Denver e Dallas

    3 le partite disputate nella notte NBA valide per il primo turno dei playoff.

    Memphis batte per la terza volta gli Spurs, si porta sul 3-1 ed è vicina all’eliminazione della testa di serie numero 1 della Western Conference. Nel quarto periodo il vantaggio arriva anche sull’ordine dei 20 punti, protagonisti della vittoria Conley con 15 punti ed Arthur con 14. Per San Antonio ci sono 23 punti di Parker e 14 di Ginobili, male tutto il resto.

    Dallas si riporta avanti 3-2 nella serie contro i Blazers. Straordinaria la prova di Nowitzki, 25 punti, e Tyson Chandler che chiude a quota 14 punti e 20 rimbalzi. Portland trova Miller in buona giornata che chiude con 18 punti, Wallace ne aggiunge 16 ma sono insufficienti.

    Denver si aggiudica gara 4 e segna il punto della bandiera nella serie contro Oklahoma City. Lawson con 27 punti, Gallinari con 18 e Smith con 15 trascinano i padroni di casa, ai Thunder non bastano i 31 punti di Durant e i 30 di Wstbrook. Gara emozionante, con Westbrook che sbaglia sulla sirena il tiro dell’overtime. Ad Oklahoma City i Thundr ora possono chiudere la serie.

    Risultati playoff NBA del 25 aprile 2011

    Memphis Grizzlies-San Antonio Spurs 104-86
    Mem Conley 15, Arthur 14, Allen 12
    S.A. Parker 23, Ginobili 14, Neal 11

    Dallas Mavericks-Portland Trail Blazers 93-82
    Dal Nowitzki 25, Terry 20, Marion 14, Chandler 14
    Por Miller 18, Wallace 16, Batum 12, Aldridge 12

    Denver Nuggets-Oklahoma City Thunder 104-101
    Den Lawson 27, Gallinari 18, Smith 15
    Okl Durant 31, Westbrook 30, Ibaka 13

    LE SERIE DEI PLAYOFF

    EASTERN CONFERENCE:

    Miami Heat (2)-Philadelphia 76ers (7) serie 3-1 Heat
    Boston Celtics (3)-New York Knicks (6) serie 4-0 Celtics (Celtics qualificati)
    Orlando Magic (4)-Atlanta Hawks (5) serie 1-3 Hawks
    Chicago Bulls (1)-Indiana Pacers (8) serie 3-1 Bulls

    WESTERN CONFERENCE:

    Los Angeles Lakers (2)-New Orleans Hornets (7) serie 2-2
    San Antonio Spurs (1)-Memphis Grizzlies (8) serie 1-3 Grizzlies
    Dallas Mavericks (3)-Portland Trail Blazers (6) serie 3-2
    Oklahoma City Thunder (4)-Denver Nuggets (5) serie 3-1 Thunder