Tag: pietro arcidiacono

  • Daspo integrato per Pietro Arcidiacono. Disciplinare lo squalifica 8 mesi

    Daspo integrato per Pietro Arcidiacono. Disciplinare lo squalifica 8 mesi

    Dopo il Daspo comminato dal questore di Catanzaro Guido Marino nei confronti del calciatore del Nuova Cosenza Pietro Arcidiacono, a seguito della scritta Speziale è innocente mostrata dal calciatore su una t-shirt al fine di solidarizzare con Antonino Speziale – ultrà catanese condannato per omicidio dell’ispettore Raciti –  sembrava che per il ventiquattrenne attaccante catanese la carriera calcistica dovesse interrompersi per i prossimi tre anni.

    Il questore di Catanzaro Guido Marino, però, è intervenuto in questi giorni per spiegare e precisare la portata del Daspo, alla luce del fatto che l’attività calcistica costituisce l’attività professionale principale per Pietro Arcidiacono e, dunque, in questi casi il provvedimento di Daspo viene ad essere integrato – “né modificato, né ridotto” come ha sottolineato lo stesso questore catanzarese – al fine di consentirgli di continuare la sua attività, “mentre per il resto il Daspo rimane immutato”. Per tal ragione, si applica la possibilità di continuare a svolgere la sua principale fonte di sostentamento autorizzandolo alla preparazione fisica ed atletica e “a disputare, se convocato, le gare del Cosenza calcio”, mentre gli si vieta di partecipare per i prossimi tre anni a qualsiasi altro tipo di manifestazione sportiva.

    Pietro Arcidiacono
    Pietro Arcidiacono mostra la maglia “Speziale innocente”

    Dopo tale necessario chiarimento relativo all’integrazione del Daspo, sul futuro di Pietro Arcidiacono incombe, ora, la squalifica di otto mesi comminata dalla giustizia sportiva che lo terrà fermo fino al prossimo 20 Luglio 2013, anche se il legale del calciatore, l’avvocato Aristide Leonetti, pare sia intenzionato a ricorrere contro tale squalifica ed il termine per l’eventuale ricorso è fissato per il prossimo martedì 27 Novembre.

    Inoltre, a seguito dell’inchiesta aperta dalla Procura federale, la Figc ha inviato alcuni emissari nel capoluogo bruzio al fine di svolgere alcune necessarie audizioni nelle quali sono stati sentiti lo stesso Pietro Arcidiacono, il capitano del Nuova Cosenza Manolo Mosciaro, il dirigente addetto agli arbitri del Cosenza Pier Paolo Perri, e Salvatore Arcidiacono, fratello di Pietro, il quale ha consegnato fisicamente la maglietta “incriminata” all’attaccante rossoblu dopo il suo gol nel match Sambiase-Nuova Cosenza disputato a Lamezia Terme.

  • Pietro Arcidiacono si scusa con la famiglia Raciti

    Pietro Arcidiacono si scusa con la famiglia Raciti

    Dopo l’uragano che lo ha travolto a seguito della sua sconsiderata esultanza mostrando l’ormai celebre T-Shirt con la scritta “Speziale è innocente”, per Pietro Arcidiacono è il momento della riflessione, ritornando sui propri passi, riconsiderando quel gesto poco ponderato e chiedendo scusa alla famiglia Raciti che si è sentita offesa dalla frase impressa su quella maglietta, che esprimeva solidarietà per Antonino Speziale, condannato per l’omicidio dell’ispettore Filippo Raciti, avvenuto durante gli scontri del 2 Febbraio 2007 nel derby Catania-Palermo. A seguito di quell’episodio avvenuto sabato scorso durante Sambiase-Nuova Cosenza, Pietro Arcidiacono ha ricevuto dal questore di Catanzaro il Daspo che lo terrà lontano per tre anni dagli stadioltre ad aver suscito sdegno e indignazione nell’opinione pubblica ma, principalmente, aveva ferito la famiglia ed i figli di Raciti, come la stessa vedova Marisa Grasso aveva sottolineato pubblicamente nei giorni scorsi.

    Pietro Arcidiacono
    Pietro Arcidiacono mostra la maglia “Speziale innocente”

    Per questo motivo,  il ventiquattrenne Arcidiacono ha deciso di presentarsi alla stampa presso l’Hotel Royal di Cosenza, accompagnato dal legale Aristide Leonetti, per chiedere scusa per il proprio gesto, sottolineando – così come aveva fatto anche a caldo nelle ore immediatamente seguenti al match- che le ragioni di quella frase “non erano dirette ad offendere nessuno, ma a dare conforto alla famiglia Speziale che dopo l’arresto di Antonino sta vivendo ore drammatiche”. Motivazione a parte, l’aspetto da rimarcare sono proprio le scuse del giovane calciatore, che si rivolge alla vedova Raciti ed alle forze di polizia riconoscendo di aver commesso un “errore imperdonabile”. Inoltre, Pietro Arcidiacono ha voluto ulteriormente precisare la totale estraneità della società Nuova Cosenza a quell’episodio, assumendosi tutte le responsabilità di  quel gesto perchè “nessuno ne sapeva niente, nè la società, nè i compagni, nè lo staff tecnico”.  Alle sue scuse, senz’altro sentite considerando il tono mesto di Pietro Arcidiacono durante la conferenza stampa, è seguita la risposta della vedova Raciti, Marisa Grasso, che ha accolto positivamente le parole del ragazzo, definendole un “bel gesto per l’intera società civile”, fermo restando il grande dolore e turbamento suscitati da quella frase, in particolar modo per il figlio dell’ispettore scomparso. In tal senso, dunque, Marisa Grasso si augura che non si verifichino più simili episodi, nè dallo stesso Arcidiacono nè da altri calciatori, “che possano ancora offendere la memoria di mio marito”.

  • Arcidiacono tre anni di Daspo per “Speziale innocente”

    Arcidiacono tre anni di Daspo per “Speziale innocente”

    Dopo il grande clamore e l’indignazione suscitati dall’esultanza di Pietro Arcidiacono a seguito del suo gol realizzato nel match di Serie D Sambiase-Nuova Cosenza, con il calciatore rossoblu che aveva mostrato sopra la divisa di gioco una T-Shirt con la scritta “Speziale è innocente“, si attendeva la risposta delle autorità competenti.

    L’episodio che coinvolge l’attaccante del Nuova Cosenza era stato una sua “personale iniziativa” al fine di “solidarizzare” con Antonino Speziale, l’ultrà catanese condannato con sentenza passata in giudicato per l’omicidio dell’ispettore di Polizia Filippo Raciti durante il derby di Catania-Palermo del 2 Febbraio 2007 e le motivazioni avanzate dallo stesso Arcidiacono avevano fatto riferimento al suo rapporto d’amicizia di lunga data con Speziale dovuto alle comuni origini catanesi.

    Pietro Arcidiacono
    Pietro Arcidiacono mostra la maglia “Speziale innocente”

    Nella giornata di sabato, il segretario regionale del Coisp – il sindacato delle forze di polizia – aveva chiesto la radiazione del tesserato da parte della società di appartenenza, rivolgendo anche un appello alla città ed al tifo di Cosenza affinchè, nella prossima partita casalinga, si astenesse dal recarsi allo stadio per dimostrare di prendere le distanze da tale episodio. La società, dal canto suo, aveva immediatamente condannato l’iniziativa personale del calciatore, dichiarandosi all’oscuro di tutto, decidendo immediatamente per la sospensione del proprio tesserato in attesa di conoscere i provvedimenti decisi dalle autorità.

    La decisione in questione è giunta in queste ore, ed è stata determinata dal Questore di Catanzaro Guido Marino, che ha emesso nei confronti del ventiquattrenne Pietro Arcidiacono un Daspo che gli impone tre anni lontano dagli stadi: non si tratta, dunque, di radiazione ma il provvedimento imporrà al calciatore di tornare a calcare i campi da gioco quando avrà ormai 28 anni.

    Una decisione che la vedova Raciti, Marisa Grasso, commenta con senso di soddisfazione, soprattutto perchè – come lei stessa sottolinea – “l’applicazione del Daspo è stata determinata proprio dopo la morte di mio marito e sono contenta per la decisione del questore di Catanzaro”. 

    La signora Marisa Grasso, però, ritiene doveroso sottolineare come Arcidiacono sia stato “stupido e presuntuoso”, ritenendosi fortemente indignata per il fatto che Arcidiacono abbia scelto di solidarizzare con Antonino Speziali e non con chi, in questa triste e dolorosa vicenda, ha perso il proprio padre: “quella maglietta ha offeso i miei figli, da lui mi aspetto solo che chieda loro scusa”.

  • Speziale innocente, bufera su Pietro Arcidiacono

    Speziale innocente, bufera su Pietro Arcidiacono

    Era il minuto 75’ del match Sambiase-Nuova Cosenza, gara disputata a Lamezia Terme e valida per il campionato di serie D, quando Pietro Arcidiacono, calciatore dei rossoblu cosentini, realizza la rete del provvisorio 2-3 (la gara terminerà, poi, con la vittoria finale con punteggio di 3-4 per il Cosenza) e mostra una T-shirt indossata sopra la divisa da gioco. Un gesto comunissimo nel mondo del calcio – in ogni categoria – dove questo tipo di esultanza è molto frequente, con i calciatori che mostrano sulle proprie T-shirt le scritte più curiose e, spesso, anche difficili da interpretare. Questa volta, però, il messaggio è ben chiaro, secco e sintetico, e non lascia spazio ad alcun tipo di interpretazione. Due parole, un cognome ed un aggettivo: Speziale innocente.

    “Speziale” si riferisce ad Antonino Speziale, ultrà del Catania condannato insieme a Daniele Micale per omicidio preterintenzionale dell’ispettore di Polizia Filippo Raciti, deceduto a seguito degli scontri del Massimino durante il derby Catania-Palermo del 2 Febbraio 2007, con sentenza passata in giudicato; “innocente” è il termine che Arcidiacono gli attribuisce, in maniera apparentemente inspiegabile, e che ha lasciato sbigottiti tutti i presenti e, soprattutto, ha suscitato fortissimo sdegno nell’opinione pubblica.

    Solo al termine della gara lo stesso Pietro Arcidiacono, tramite l’ufficio stampa della società rossoblu, ha tentato di spiegare le ragioni del suo gesto che, però, rimane un’iniziativa assolutamente deprecabile e degna di essere fortemente condannata: “Conosco Speziale perché siamo dello stesso quartiere ed il mio voleva essere un gesto di solidarietà verso il ragazzo ma non era assolutamente contro le forze dell’ordine”. Le ragioni alla base della sua “solidarietà” sarebbero, dunque, dettate esclusivamente da motivi personali e di amicizia e, dunque, alla luce di quanto sostenuto dallo stesso Arcidiacono non è opportuno interpretarlo in chiave provocatoria nei confronti delle forze dell’ordine.

    Pietro Arcidiacono
    Pietro Arcidiacono mostra la maglia “Speziale innocente”

    Quel che è certo, però, è che si tratta di un gesto che, in primis, può offendere, infastidire e ferire la famiglia dello scomparso ispettore Raciti ed, in secundis, attaccare il sistema di giustizia che ha condannato Speziali e Micale. In tal senso, si è espresso anche Giuseppe Brugnano, segretario calabrese del Coisp, ossia il sindacato della polizia: “È ignobile e non trova riscontri nel calcio giocato il gesto del calciatore del Cosenza che oggi ha esibito una maglietta di solidarietà a Speziali”.

    La società Nuova Cosenza ha, comunque, prontamente preso le distanze dal gesto di Arcidiacono sottolineando come tutta la squadra fosse all’oscuro della sua iniziativa e che la maglietta “incriminata” gli è stata fornita, dalla panchina, da suo fratello Salvatore Arcidiacono, anche lui calciatore del Cosenza. Inoltre, il club ha comunicato tramite una nota ufficiale di aver immediatamente sospeso il tesserato Pietro Arcidiacono, sottolineando, così, la ferma volontà di condannare l’episodio e di prenderne nettamente le distanze.

    Ma, secondo alcuni, la sospensione non è un provvedimento sufficientemente punitivo ed è necessario calcare maggiormente la mano: lo stesso segretario regionale del Coisp ha, infatti, fatto appello alla Federcalcio affinchè provveda subito con “una sanzione disciplinare durissima”, invitando la società Nuova Cosenza alla radiazione di Pietro Arcidiacono e chiedendo, inoltre, al pubblico di Cosenza di prendere totalmente le distanze da tale “iniziativa”, ricorrendo anche al gesto plateale di disertare lo stadio nella gara casalinga di domenica prossima.