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  • Manolo Gabbiadini addio Atalanta, Napoli o Dortmund nel futuro?

    Manolo Gabbiadini addio Atalanta, Napoli o Dortmund nel futuro?

    Occhio Atalanta, ti stanno portando via Gabbiadini. Il giovane attaccante classe ’91 potrebbe dire presto addio a Bergamo e ai suoi compagni di squadra. Tra le squadre più interessate al giocatore atalantino ci sono Napoli e Borussia Dortmund. Sono proprio i tedeschi ad avere le maggiori chances nel caso il direttore sportivo Marino decidesse di privarsi del cartellino di Manolo. La squadra di Jurgen Klopp è seriamente intenzionata ad acquistarlo, e mette sul piatto un’offerta forse irrinunciabile per la dirigenza bergamasca. Dall’altra parte però Gabbiadini è stuzzicato dall’idea Napoli, anche se al momento il ds Bigon non si è fatto ancora avanti con una proposta ufficiale. I partenopei hanno dalla loro anche la carta Cigarini.

    CARTA CANTA – Al momento il Borussia Dortmund è in pole position per l’acquisto di Manolo Gabbiadini. I tedeschi infatti sembrano disposti ad offrire al club di Antonio Percassi la cifra richiesta dai bergamaschi, ovvero 10 milioni di euro. Un investimento importante, per un calciatore che quest’anno ha faticato nel trovare spazio nell’undici titolare di Stefano Colantuono, dimostrando comunque di possedere qualità decisamente fuori dal comune per un ragazzo della sua età. Giocare accanto Mario Gotze, Kagawa e Lewandowski dovrebbe essere perlomeno eccitante per un giovane come Gabbiadini, oltre al fatto di poter essere allenato da un guru come Klopp.

    manolo gabbiadini | © Valerio Pennicino/Getty Images

    AFFARI AZZURRI – Non bisogna trascurare però la pista che porta al Napoli. Infatti Pierpaolo Marino sarebbe più propenso a intavolare una trattativa con i partenopei, anche per il fatto che grazie ad un’eventuale cessione di Gabbiadini al club di De Laurentiis, verrebbe risolta automaticamente la compartecipazione del cartello di Cigarini in favore degli stessi bergamaschi, senza sborsare nemmeno un euro. A questo poi vanno aggiunte le recenti dichiarazione dell’agente di Gabbiadini, Silvio Pagliari, il quale ha dichiarato come il proprio assistito non potrebbe dire di no ad un trasferimento al Napoli. Se non è una dichiarazione d’amore questa…

  • Genoa – Juve, inedita difesa con Caceres e Vidal per ritornare a vincere

    Genoa – Juve, inedita difesa con Caceres e Vidal per ritornare a vincere

    La Juventus è attesa a Marassi alla dura prova contro il Genoa di Mister Marino. Bianconeri ancora imbattuti in stagione, ma che non riesce più a vincere, colpita da un attacco di “pareggite” nelle ultime sei partite sono infatti 5 i pareggi e una sola vittoria (quella con il Catania). Genoa Juve diventa così una partita difficile e importante che Conte non può fallire, perchè il Milan è davanti in classifica e perdere punti in questa fase di campionato complicherebbe la corsa allo scudetto; i rossoblù invece cercano punti importanti in chiave salvezza e una vittoria di prestigio davanti al proprio pubblico di casa rappresenterebbe un’ottima dose di fiducia per la squadra.

    L’allenatore bianconero, che sarà in tribuna perché squalificato dopo le proteste contro il Bologna, dovrà fare i conti con l’emergenza in difesa visto che agli infortunati Barzagli e Chiellini si è aggiunta la squalifica di Bonucci. Una soluzione all’emergenza è il debutto dell’inedita coppia formata da Vidal e Caceres, con Lichtsteiner e De Ceglie sulle corsie laterali; a centrocampo il cileno sarà sostituito da Giaccherini con Pirlo e Marchisio a completare la linea a mediana a tre, mentre il tridente d’attacco dovrebbe essere formato dai due esterni Pepe e Vucinic, con il ballottaggio per il ruolo di punta centrale tra Matri e Borriello con l’ex cagliaritano in vantaggio per una maglia da titolare. Sarà quindi una Juventus che si presenterà a Genoa con il 4-3-3 per cercare la vittoria che manca da tre partite consecutive.

    Arturo Vidal al centro della difesa in Genoa Juve | © Marco Luzzani/Getty Images

    Anche Marino ha problemi in difesa dopo l’infortunio di Granqvist e lancia la coppia Kaladze Carvalho, con Rossi e Moretti sulle fasce, Sculli dovrebbe essere impiegato dal primo minuto a centrocampo anche se non in perfette condizioni fisiche insieme a Kucka, Biondini e a Jankovic; se il Calabrese non dovesse farcela è pronta l’ipotesi Mesto, mentre per quanto riguarda l’attacco rientra Gilardino che affiancherà Palacio. All’andata finì 2 a 2 con i bianconeri beffati all’ultimo minuto da un gol di Caracciolo, dopo una comunque buona prova del Genoa allora allenato da Malesani, di Matri (doppietta) e Rossi gli altri gol.
    Arbitrerà Rizzoli di Bologna.

    PROBABILI FORMAZIONI
    GENOA 4-4-2 Frey, Rossi, Kaladze, Carvalho, Moretti, Biondini, Kucka, Jankovic, Sculli, Palacio, Gilardino. All Marino
    A disp.: Lupatelli, Constant, Mesto, Belluschi, Veloso, Zé Eduardo, Jorquera. All.: Marino.
    Indisponibili: Antonelli, Birsa, Bovo, Granqvist
    squalificati: nessuno
    JUVENTUS 4-3-3 Buffon, Vidal, Caceres, De Ceglie, Lichtsteiner, Pirlo, Marchisio, Giaccherini Pepe, Vucinic, Matri. All. Alessio
    A disp.: Storari, Marrone, Giaccherini, Del Piero, Borriello, Quagliarella, Elia. All.: Alessio
    Indisponibili: Barzagli, Chiellini
    Squalificati: Bonucci (1), Conte (1)

  • Parma – Genoa 2-2, Palacio salva Marino al 97′

    Parma – Genoa 2-2, Palacio salva Marino al 97′

    Doveva essere la partita della svolta per entrambe le squadre ma a ben vedere Genoa e Parma, hanno ottenuto un pareggio che per come è maturato rincuora gli uomini di Marino, ma di fatto è servito a poco ad entrambe le squadre.

    Una partita sciatta e con poche emozioni, nonostante i quattro gol visti dagli spettatori, eppure la gara era cominciata nel migliore dei modi, soprattutto per i gialloblu ducali che al 9′ erano riusciti a portarsi in vantaggio grazie ad un bel gol di Gobbi, uscito poi per infortunio, bravo a sfruttare una corta respinta della difesa del grifone, calciando dal limite un sinistro in diagonale sul quale Frey nulla può. Ci si aspetta la risposta del Genoa, ma i padroni di casa senza il bomber Gilardino appaiono senza idee e Palacio viene lasciato al proprio destino, tanto che l’unica occasione che riesce a procurarsi è al 38°, quando su azione d’angolo dopo un batti e ribatti, “La Trenza” prova a colpire, ma Mirante risponde presente.

    Rodrigo Palacio| © Marco Luzzani/ Getty Images

    Il secondo tempo  si apre con lo stesso leitmotiv del primo, è infatti ancora il Parma a passare, al 52° Biabany conquista palla sulla trequarti e si lancia in un contropiede fulmineo, arrivato al limite dell’area appoggia a Giovinco che spara verso la porta, ma Frey c’è e respinge deviando sul palo, la palla però carambola a centro area dove Floccari è bravo a sfruttare l’occasione insaccando a porta vuota. Il 2-0 però non taglia le gambe ai padroni di casa, che al contrario aumentano il forcing e cercano con maggior costanza la via del gol, prima con Palacio al 61° e poi con Granqvist che al 66° con Mirante fuori dai pali non riesce ad indirizzare la palla in porta. Gol che finalmente arriva al 78° su calcio di rigore, a dire il vero un po’ generoso concesso ai grifoni per un tocco di mano di Modesto dopo un colpo di testa di un genoano, sul dischetto si presenta, ovviamente, Palacio, che prima si fa ribattere il penalty da Mirante e poi però bravo a sfruttare la respinta insaccando e dimezzando le distanze.

    Comincia così un pressing estenuante da parte dei padroni di casa che sospinti anche dal proprio pubblico cercano in ogni modo di riagguantare la partita, senza però portare grossi pericoli alla porta ducale, ma è proprio nel momento in cui le speranze sembrano sparire, che Palacio, ancora lui, in pieno recupero sfruttando un assist al bacio di Jorquera, si presenta a tu per tu con l’estremo difensore parmigiano e lo batte con un preciso piatto destro. Pareggio acquisito in parte meritatamente e Pasquale Marino che dovrà ringraziare il proprio bomber che con questa doppietta ha puntellato la panchina del tecnico marsalese che dopo 3 sconfitte consecutive cominciava a traballare.

  • Calciomercato Napoli, Gabbiadini nel mirino

    Calciomercato Napoli, Gabbiadini nel mirino

    Nella giornata di ieri il responsabile dell’area tecnica dell’Atalanta Pierpaolo Marino, in un’intervista rilasciata a Radio Kiss Kiss, ha confermato il colloquio avuto con il direttore sportivo azzurro Riccardo Bigon circa l’interesse del club partenopeo verso Manolo Gabbiadini, uno dei talenti più apprezzati del calcio nostrano. Appare chiara ormai la politica impostata da alcuni anni a Napoli, con i giovani al centro del progetto pluriennale del presidente De Laurentiis, grazie al quale la squadra è riuscita a esprimersi nelle ultime due stagioni a livelli altissimi, sia in campionato che in Europa.

    Manolo Gabbiadini | ©Dino Panato/Getty Images

    SULLE ORME DI IBRAGabbiadini è il nuovo prodotto del settore giovanile bergamasco che ha fatto innamorare già numerosi club in Italia e all’estero, fra tutti l’Amburgo. L’esperienza in Serie B con la maglia del Cittadella al fianco del bomber Piovaccari è stata per il ragazzo molto importante dal punto di vista della crescita professionale e della mentalità. Sebbene sia una seconda punta, l’attaccante dell’Atalanta ha un fisico fuori dal comune e un’ottima tecnica con i piedi. E’ esploso con la maglia dell’Under 21 nel torneo estivo di Tolone, mettendo a segno due reti contro la Costa d’Avorio e il Portogallo. Nelle qualificazioni all’Europeo, Ciro Ferrara ha potuto ammirarlo per la tripletta al Liechtenstein e la doppietta all’Ungheria. Gabbiadini, mancino naturale, dichiara di ispirarsi allo svedese Zlatan Ibrahimovic.

    OCULATEZZA FIRMATA NAPOLI – Fu lo stesso Pierpaolo Marino a intraprendere il nuovo corso del Napoli all’interno del calciomercato, quando era ancora il braccio destro di De Laurentiis. Il modello neanche tanto nascosto era quello dell’Udinese, portata ai vertici del campionato italiano grazie alla politica dei giovani instaurata da quello che è considerato uno dei maggiori dirigenti sportivi del nostro Paese. Gli acquisti di Hamsik e Lavezzi per pochi milioni di euro furono soltanto i primi colpi che diedero il là al progetto, proseguito successivamente da Riccardo Bigon. Fondamentale l’acquisto di Cavani, talento del Palermo esploso definitivamente lo scorso anno alla sua prima stagione al San Paolo, autore di 26 reti in campionato (record per la storia del Napoli). L’ultima grande promessa del calcio sudamericano si chiama Edu Vargas, acquistato durante la finestra del mercato invernale dall’Universidade de Chile per 11 milioni di euro. Un investimento importante quello per il cileno, il quale però è pronto a stupire l’Italia e l’Europa, garantendo fra qualche anno un ritorno economico ben maggiore rispetto ai milioni spesi per acquistarlo. Non dimentichiamo inoltre gli arrivi in questa stagione del centrocampista svizzero Inler dall’Udinese, il promettente difensore argentino Fideleff, classe ’89, capace di segnare una doppietta in Champions al Bayern Monaco, e il giovanissimo attaccante Chavez.

  • Inter Genoa 2-1, nerazzurri ai quarti di Coppa Italia

    Inter Genoa 2-1, nerazzurri ai quarti di Coppa Italia

    Continua il momento d’oro per l’Inter che dopo aver vinto il derby e riacceso i sogni scudetto, stacca il biglietto per i quarti di Coppa Italia in programma al San Paolo contro il Napoli, battendo un rimaneggiato Genoa. Ancora meriti e lodi per Ranieri che riesce a far quadrare la squadra inserendo forze fresche e giocatori inutilizzati, (trovando il gol di uno che siede in pianta stabile in panca come Poli) risparmiando i senatori in vista della prossima sfida contro la Lazio. Pochi spunti e troppa sterilità offensiva per il Genoa che trova la rete della bandiera solo negli ultimi minuti. I rossoblu già privo di moltissimi titolari devono inoltre fare i conti con due infortuni occorsi durante il match.

    Maicon | © Marco Luzzani/Getty Images

    Novità per entrambi i tecnici alla lettura delle formazioni ufficiali: Ranieri risparmia Chivu per un leggero affaticamento schierando Zanetti al suo posto e avanzando Faraoni in mediana; Marino lancia il primavera Sampirisi dai primi minuti, preferendo Birsa a Biondini e schierando Ze Eduardo con Pratto davanti.

    PRIMO TEMPO – L’Inter è l’emblema della concretezza e al primo tiro in porta trova il gol del vantaggio: capolavoro calcistico di Maicon che al 9’ fa partire un destro violentissimo dal limite dell’area ad incrociare e battere Lupatelli, con il pallone che si infila nell’angolino alto, facendo esultare la curva nerazzurra.
    L’Inter arretra il baricentro, con il Genoa che si butta a testa bassa davanti senza riuscire a creare però azioni degne di nota. Al 23’ il freddo fa la sua prima vittima, con Rossi per il Genoa che accusa un dolore muscolare e viene sostituito da Constant. Alla mezz’ora si riaffaccia davanti l’Inter, con una bella discesa di Obi a servire Sneijder: l’olandese dal limite dell’area calcia di potenza trovando una pronta risposta di Lupatelli ad evitare il gol del raddoppio. Il primo vero e proprio tiro in porta del Genoa arriva al 40’ con Constant che prova la conclusione col sinistro da quasi 30 metri senza trovare lo specchio della porta di pochissimo. Assenti ingiustificati in questa prima frazione di gioco sia Pratto che Ze Eduardo, annullati dalla difesa interista. Nonostante il Genoa abbia un maggior possesso palla, la squadra di Marino non riesce mai ad essere incisiva, sfruttando pochissime le verticalizzazioni e abusando dei passaggi in orizzontale, rende in questo modo prevedibile ogni azione offensiva.

    SECONDO TEMPO – Nessun cambio nella ripresa con i tecnici che si affidano agli stessi uomini della prima frazione di gioco. Al 5’ arriva il raddoppio nerazzurro, frutto di un’azione bellissima: Maicon crossa dall’esterno, triangolazione tutta di prima tra Poli e Obi in area con l’ex doriano che segna la sua prima rete in nerazzurro. Al 9’ ancora un infortunio tra le fila del Genoa con Constant che a seguito di uno scontro di gioco lascia il posto al capitano della Primavera del Genoa Marchiori.
    Al 13’ grande spunto di Sneijder che con un tunnel salta Marchiori e Sampirisi provando un gran tiro a giro da posizione defilata: se fosse entrato sarebbe stato il gol dell’anno. Ranieri effettua il primo cambio togliendo Castaignos e inserendo Zarate. Pochi minuti più tardi Marino toglie uno spentissimo Ze Eduardo facendo vestire la maglia rossoblu ad una vecchia conoscenza come Giuseppe Sculli. Segnali di risveglio per il Genoa al 25’ quando su una brutta palla persa da Cambiasso è il cileno Jorquera ad approfittarne calciando dal limite dell’area e impegnando in una parata in due tempi Castellazzi.  Ultimi cambi in casa Inter, prima con Nagatomo a sostituire Poli e poi Sneijder che mette 80 minuti nelle gambe prima di lasciare il posto ad Alvarez. Nei minuti finali arriva il gol della bandiera per il Genoa: colpo di tacco di Sculli, Pratto di testa colpisce la traversa e Birsa sulla ribattuta, complice una dormita della difesa interista batte Castellazzi infilando la palla in rete. Fischio finale a distanza di un minuto, con i nerazzurri che continuano a vincere staccando il pass per i quarti di finale contro il Napoli di Mazzarri.

  • Atalanta, uno schiaffo allo scandalo scommesse

    Atalanta, uno schiaffo allo scandalo scommesse

    Atalanta vs calcio scommesse, potrebbe essere il titolo del prossimo bestseller sul nostro calcio nazionale. Un avvio di campionato strepitoso per la Dea, penalizzata dall’handicap di meno 6, senza il quale sarebbe attualmente al quinto posto in coabitazione con l’Inter, in piena zona Europa League. Qual’è il segreto della squadra bergamasca?

    Atalanta |© Giuseppe Bellini/Getty Images

    ALLENATORE: l’artefice principale della cavalcata nerazzurra è il tecnico Stefano Colantuono. Oltre all’abilità tattica, è un allenatore sanguigno, che spinge i giocatori a dare più di ciò che hanno da offrire. Romano di nascita è stato adottato dal presidente Gaucci ai tempi della Sambenedettese, dove alla prima esperienza da allenatore compì un miracolo, portando la squadra ascolana alla promozione in Serie C1 con una serie di 9 vittorie consecutive. Sambenedetto fu il trampolino di lancio ideale per il tecnico romano. L’anno seguente Gaucci gli offrì la panchina del suo gioiello preferito, il Perugia. E da lì l’arrivo a Bergamo, nella stagione 2005-2006, culminata con la storica promozione in Serie A dopo un’annata storica (81 punti, record per la serie cadetta). Il 2006-2007 è l’anno zero del calcio italiano, con Calciopoli che aveva mietuto numerose vittime fra i club della massima serie. Colantuono riesce a portare l’Atalanta fino all’ottavo posto, totalizzando 50 punti, un altro record per la società bergamasca. Seguono le sfortunate esperienze a Palermo e Torino, prima del ritorno in Serie A con la squadra che più l’ha fatto conoscere agli addetti ai lavori. Al momento è in corsa per realizzare una nuova stagione da incorniciare, di quelle che i tifosi ricordano e raccontano al bar dello sport dopo molti anni.

    SOCIETA’: dietro una squadra solida e compatta c’è sempre una società forte. Se poi questa squadra ha come direttore tecnico Pierpaolo Marino è già un passo avanti rispetto alle altre. L’ex ds di Napoli e Udinese è uno dei dirigenti sportivi più apprezzati in Italia. Unanimi attestati di stima arrivano dagli stessi colleghi e operatori di mercato. Durante la sua carriera ha vinto uno scudetto con il Napoli di Maradona e contribuito alle fortune del club friulano, per il quale ha lavorato per oltre otto anni, raggiungendo uno storico terzo posto in Serie A nella stagione ’97/’98. Fra le ultime scoperte di Marino ricordiamo i giovanissimi Hamsik e Lavezzi, acquistati a cifre irrisorie e oggi dichiarati incedibili anche per offerte che superano i 30 milioni di euro. Il suo arrivo a Bergamo è coinciso con una campagna acquisti che ha portato in maglia nerazzurra i vari Denis (attuale capocannoniere della Serie A con 12 reti), Maxi Moralez, Schelotto e Cigarini. Tutte trattative low cost che si sono rivelate vincenti per la causa atalantina.

    OMBRA DONI: il capitano Cristiano Doni rappresenta il passato. Le ultime vicende assegnano all’ex idolo della curva l’etichetta di traditore, la più alta offesa che il leader di una squadra possa subire durante la propria carriera. Lo scandalo sembra avere travolto Doni e gli altri indagati, quasi tutti ex calciatori, non l’Atalanta. La lezione data dall’Italia di Lippi nel mondiale tedesco del 2006 è stata studiata a memoria dai ragazzi di Colantuono. A volte le avversità aiutano nel fortificare il gruppo, che diventa ancora più forte di prima.

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  • Denis, il riscatto del Tanque. Marino vince l’ennesima scommessa

    Denis, il riscatto del Tanque. Marino vince l’ennesima scommessa

    Lo chiamano el Tanque, il carroarmato e, finora, German Denis ha dimostrato di meritare quest’ appellativo, mettendo in mostra tutta la sua potenza, devastante e determinante, che ha reso l’avvio del campionato dell’Atalanta molto superiore alle attese. Nell’ultima uscita dell’Atalanta, German Denis ha lasciato la sua firma sulla vittoria da tre punti contro il Cagliari, ed il suo “talent scout”, Pierpaolo Marino – questa mattina a margine della riunione di Lega -non ha lesinato elogi nei suoi confronti, sottolineando la sua importanza negli equilibri della squadra nerazzurra, soprattutto per merito del mister Colantuono, che lo ha valorizzato più di chiunque altro.

    German Denis | ©Marco Luzzani/Getty Images
    Un lungo cammino quello di Denis nel nostro campionato che, ora, sembra esser giunto al suo massimo splendore: dopo l’avventura in maglia Azzurra, con il Napoli, dove approdò nel 2008 dall’Independiente – e dove non trovò spazio a sufficienza a causa dell’eccesiva concorrenza in attacco – il passaggio all’Udinese nel 2010 doveva essere l’occasione per mettersi in luce con maggior continuità. In Friuli, Denis lo scorso anno ha disputato un buon campionato, ma – anche in bianconero – il suo prinicipale avversario è stato la concorrenza interna, con Di Natale e Sanchez titolari inamovibili. All’inizio di questa stagione, dopo aver esordito nello sfortunato preliminare di Champions contro l’Arsenal, El Tanque lascia, così, il Friuli, per approdare in prestito all’Atalanta, fortemente voluto proprio da Pierpaolo Marino: il dirigente partenopeo non si sbagliava. In nerazzurro, finora, Denis ha realizzato sette gol in undici gare, divenendo un punto fermo ed inamovibile dell’undici di Colantuono, mettendosi in luce ed ottenendo la definitiva consacrazione, finalmente da protagonista e, finalmente, senza dover sgomitare con i compagni di reparto, dando libero sfogo alla sua vena realizzativa, così come aveva mostrato soltanto ai tempi dell’Independiente, quando arrivò a realizzare ben 27 reti in 36 partite. A tal proposito, il suo ex compagno di squadra al Napoli, El Pocho Lavezzi, rivela di avergli inviato un sms nei giorni scorsi per complimentarsi per il suo straripante avvio di campionato: “Mamma mia quanto sei forte”. Un complimento che El Tanque avrà, di certo, molto gradito, così come quelli di Pierpaolo Marino che, oltre a non nascondere la sua ammirazione per German, ora, ha un obiettivo ben preciso: riscattare Denis dal prestito con l’Udinese, sfruttando il diritto di riscatto già fissato. Perchè, per Marino, il suo pupillo Denis non è un giocatore qualunque, “German è German, di astuzia e di potenza, lui è sempre lì e non tradisce”.

  • Maxi Moralez, ultima scommessa di Marino

    Maxi Moralez, ultima scommessa di Marino

    E’ stata sicuramente una delle belle (i genoani avranno qualcosa da ridire) sorprese della prima giornata di campionato: la doppietta di Maxi Moralez all’esordio con la maglia dell’Atalanta spinge i tifosi della Dea e gli addetti ai lavori a monitorare con cura il 24 argentino. Arrivato per poco più di 5 milioni di euro, “El enano” potrebbe essere il colpo ad effetto per i nerazzurri bergamaschi, l’uomo giusto per spingere la squadra verso una salvezza difficile per via dei 6 punti di penalizzazione.

    Ma partiamo dall’inizio: Maxi Moralez inizia la sua carriera da professionista nel Racing Avellaneda nel 2005 e rimarrà nella squadra argentina sino al 2007, mettendo insieme 52 presenze e 8 reti. Durante i due anni giocati in patria il piccolo argentino (alto 1 metro e 60) mette in mostra le sue migliori qualità, ovvero doti tecniche di ottimo livello, dribling secco e un ottimo piede destro. Nel periodo al Racing, sotto la guida di Simeone, arriva anche la prima convocazione nella Nazionale under 20 argentina. Insomma Moralez inizia a far parlare di sè, ed i primi ad accorgersene dall’altra parte dell’oceano sono i russi del FK Mosca che lo acquistano a titolo definitivo per circa 7 milioni di dollari (più o meno quanto lo pagherà poi l’Atalanta). La campagna di russia però si rivela abbastanza fallimentare per l’argentino, vuoi per il clima non proprio sudamericano, vuoi per la giovane età. Giusto il tempo di mettere insieme 6 presenze (senza mettere a referto neanche una rete) e Maxi Moralez riparte per l’Argentina, sempre sponda Racing, dove giocherà il resto della stagione in prestito.

    Nella sua seconda vita argentina Moralez ritrova continuità e con la maglia che lo aveva lanciato nel calcio che conta scende in campo 36 volte e segna 7 reti. Numeri che convincono il Vélez a puntare su di lui con un investimento di circa 2 milioni di euro. E la scelta non potrebbe rivelarsi più azzeccata, perchè con la sua nuova squadra Moralez vince due Tornei Clausura, segna 20 reti in 72 partite ed esordisce nella Nazionale maggiore albiceleste.

    Ed allora ecco l’occasione della vita: Pierpaolo Marino strappa il talentuoso centrocampista agli argentini e lo vede come un punto fermo dell’undici nerazzurro, magari vicino all’altro argentino Denis. La prima giornata da ragione all’esperto dirigente italiano, quando la coppia sudamericana mette in crisi la retroguardia ligure e regala le prime due gioie a Moralez.

    Se il buongiorno si vede dal mattino…

  • L’Atalanta presenta Pierpaolo Marino

    L’Atalanta presenta Pierpaolo Marino

    “Lo staff si rafforza con l’arrivo di Marino, perchè l’Atalanta vuole crescere e diventare sempre più importante”. Con queste parole il presidente della squadra di Bergamo, Antonio Percassi, presenta l’ex dirigente del Napoli, Pier Paolo Marino, come nuovo ds degli orobici. Da parte sua Marino si è detto “emozionato, anche se ho trentuno campionati  alle spalle. E’ un orgoglio personale essere qui a Bergamo, lavorerò attraverso gli strumenti di una struttura ampiamente all’avanguardia per una perfetta valorizzazione di quello che è il patrimonio calcistico giovanile e non solo”. “Io vengo a dare il mio contributo e, se ci sarà bisogno, potenziare ulteriormente questa società”.

    Pierpalo Marino | © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images
    Il dirigente avellinese, dunque, andrà a rinforzare un management composto già da Lele Zamagna e Beppe Corti: “son convinto che quattro occhi sono meglio di due – sottolinea Marino – Lavoremo in tandem e la sinergia delle tre figure son convinto possano dare un valore aggiunto alla famiglia Percassi”. Ma i rapporti dovranno funzionare anche con l’allenatore Stefano Colantuono: “il nostro obiettivo è quello di allestire una squadra forte e permette a Stefano Colantuono meno rogne possibile, non possiamo affidarci alla fortuna ma alla strategia. Il primo obiettivo sarà quello di abbassare l’età media della squadra, con rigore ed equilibrio”. Un altro nodo importante da sciogliere sarà quello legato all’inchiesta della Giustizia Italiana sul caso Calcioscommesse che potrebbe inibire la promozione in serie A conquistata sul campo dall’Atalanta. Ma Marino non sembra preoccuppato di questo aspetto: “ho la sicurezza che l’Atalanta giocherà in Serie A – dichiara – se ho accettato è perchè son certo della serietà di questa società di professionisti”. Su questo primo anno di Serie A Marino tranquillizza i tifosi atalantini ricordando le sue imprese al Napoli: “quello che posso dire che al primo anno in Serie A a Napoli mi presentai con Hamsik, Gargano e Lavezzi e centrai al primo anno la Coppa Uefa – puntualizza – Chiedo fiducia, perchè quei tasselli che ora hanno portato il Napoli in Champions League sono ancora quei giocatori che avevo pensato io, quando non erano ancora conosciuti nel calcio mondiale”. Fonte: TuttoAtalanta.com

  • Pierpaolo Marino riparte dall’Atalanta

    Pierpaolo Marino riparte dall’Atalanta

    Chissà quanti di voi si saranno chiesti come mai un dirigente capace come Pierpaolo Marino sia rimasto “a spasso” per così tanto tempo. L’ex dg del Napoli, che ultimamente era stato arruolato come opinionista nei salotti dei programmi calcistici di Sportitalia, prima, e Mediaset, poi, ha finalmente trovato un incarico in Serie A: sarà infatti il nuovo direttore dell’area tecnica dell’Atalanta.  

    © GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images
    Lo ha comunicato poco fa la stessa società orobica. L’artefice del miracolo Napoli ripartirà così da Bergamo. La presentazione ufficiale è fissata per la prossima settimana. L’Atalanta sferra così un importante colpo di mercato non solo nell’immediato ma anche in prospettiva futura considerando le grandi doti manageriali di Marino: basti pensare al gran lavoro svolto ad Udine con una politica mirata alla valorizzazione di giovani calciatori per poi lasciare il Friuli e “sposare”, ritornado alle pendici del Vesuvio, il progetto di rinascita del Napoli di Aurelio De Laurentiis riportando la “nobile decaduta” dall’inferno della Serie C fino al paradiso europeo nell’arco di sole tre stagioni. Gran parte della squadra che quest’anno ha sbalordito addetti ai lavori e non e i 9/11esimi della squadra titolare che ha centrato la storica qualificazione in Champions League 21 anni dopo l’ultima apparizione è stata allestita proprio da lui eccezzion fatta per il matador Edinson Cavani, giunto a Napoli nel corso della scorsa sessione di mercato, e per l’esterno Andrea Dossena prelevato dal Liverpool pochi mesi dopo il suo divorzio consensuale da De Laurentiis.