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  • Squalifica Antonio Conte, riduzione o assoluzione dal Tnas?

    Squalifica Antonio Conte, riduzione o assoluzione dal Tnas?

    Domani per l’allenatore della Juventus Antonio Conte ci sarà l’udienza davanti al Tribunale Nazionale dell’Arbitrato dello Sport (TNAS), terzo grado della giustizia sportiva in cui a decidere saranno chiamati i giudici del CONI.

    Molto importante è il fatto che a decidere saranno delle persone che non hanno nulla a che vedere con la Federcalcio considerato che, ed è la grande anomalia del sistema giustizia sportiva, nei primi due gradi di giudizio la Federazione Italiana era sia organo inquirente che giudicante.

    La prima fase del terzo grado davanti agli arbitri del Coni sarà dedicata alla Conciliazione, prevista dal codice ma inutile considerato che Antonio Conte punta deciso al proscioglimento e non vorrà cadere di nuovo nell’errore di chiedere un patteggiamento. Diciamo che la Corte Federale ha già fatto del suo per agevolare la difesa del tecnico bianconero, i giudici di secondo grado hanno, nella sentenza di condanna in appello, tolto un capo d’imputazione al mister leccese (presunta combine di Novara – Siena), ma hanno ritenuto il suo coinvolgimento in Albinoleffe – Siena ben più serio del previsto individuando una motivazione al limite della realtà non solo giuridica ma umana e lasciandosi andare anche a dei commenti mediatici da parte di uno dei suoi componenti (il giudice Piero Sandulli) a dir poco imbarazzanti e poco edificanti per tutta la categoria giudicante italiana.

    Antonio Conte ©ANDREAS SOLARO/AFP/GettyImages

    È opinione di chi vi scrive che l’allenatore bianconero non otterrà l’assoluzione piena dalle condanne ricevute in primo e secondo grado, ma vi sono speranze per una concreta riduzione della squalifica di dieci mesi. Infatti le motivazioni rassegnate dalla Corte Federale per la sentenza di condanna in appello lasciano spazi ad ampi margini di criticità giuridica ma anche fattuale. Il principio di terzietà, quello del giusto processo e le garanzie processuali tolte alla difesa e sancite costituzionalmente non rispettate nei primi due gradi di giudizio e motivate dalla Corte Federale con argomentazioni che non trovano riscontro assolutamente nel Codice di Giustizia Sportiva, rendono la riduzione della pena quasi matematica anche se una completa assoluzione renderebbe assoluta giustizia ma farebbe cadere nel baratro tutto l’impianto accusatorio messo in atto in questi mesi facendo fare una figura non certo entusiasmante alla FIGC ed al suo procuratore federale Stefano Palazzi.

     

  • Antonio Conte ricorre al Tnas, Mastronunzio è la chiave

    Antonio Conte ricorre al Tnas, Mastronunzio è la chiave

    Oggi la Juventus ed Antonio Conte presenteranno il ricorso al Tnas (Tribunale Nazionale dell’Arbitrato Sportivo), per la condanna di 10 mesi inflitta al tecnico bianconero in merito alle già note vicende legate al calcioscommesse ed in particolare alla partita Albinoleffe – Siena.

    I legali della Juventus e quelli personali di Antonio Conte sono molto fiduciosi nel ricorso al terzo grado di giustizia sportiva e si punta ad un proscioglimento del tecnico leccese che avrebbe del clamoroso e che non è affatto una chimera e vi spieghiamo il perché.

    Le motivazioni fornite in tempo di record dalla Corte d’Appello Federale, (situazione anomala e causata sicuramente dalle dichiarazioni moto inopportune dal punto di vista deontologico di uno dei giudici della Corte d’Appello Federale, Piero Sandulli) lasciano delle speranze concrete al tecnico bianconero. Aver considerato Antonio Conte come un “accentratore” nel suo lavoro e basandosi su questa sua posizione per condannarlo per il fatto che “non poteva non sapere” sulla combine di Albinoleffe – Siena, denota come i Giudici d’Appello si siano veramente arrampicati sugli specchi per confermare e giustificare il lavoro di Stefano Palazzi che ha dato enorme credibilità al pentito Filippo Carobbio, credibilità comunque intaccata già per il fatto che lo posizione di Conte sulla partita Novara – Sienaè stata completamente stralciata.

    Antonio Conte ©ANDREAS SOLARO/AFP/GettyImages

    Un secondo punto molto importante a favore della difesa juventina è la situazione riguardante Mastronunzio, il giocatore che, secondo i giudici della Corte Federale D’Appello, sarebbe stato escluso volutamente da Conte nella partita Albinoleffe – Siena perché non concorde sulla combine in quanto molto legato all’Ascoli (squadra con cui l’Albinoleffe era in lotta per non retrocedere). In questa particolare situazione la realtà ci dice che in quel periodo Mastronunzio era infortunato e lo stesso attaccante è una bandiera dell’Ancona, squadra che sicuramente non è in buon rapporti con l’Ascoli per usare un eufemismo grande quanto una casa.

    Nel ricorso i legali di Antonio Conte chiederanno anche la sospensiva della squalifica per consentire la presenza del tecnico campione d’Italia già domenica pomeriggio contro l’Udinese ma quest’ultima situazione, considerati i tempi di decisione dei giudici del Coni, risulta essere difficilmente praticabile.

  • Calciopoli, Sandulli: “Errore assegnare quello scudetto all’Inter”

    L’ex presidente della Corte Federale Piero Sandulli, il giudice che emise la sentenza d’appello su Calciopoli, a distanza di 4 anni ammette, a parer suo, che lo scudetto 2005-2006 revocato alla Juventus non andava assegnato all’Inter:

    A suo tempo espressi parere negativo e fui anche fortemente criticato sull’assegnazione dello scudetto 2006 all’Inter, perchè gli scudetti vanno conquistati sul campo e non a tavolino. Sarebbe stato più opportuno non assegnarlo, come quello del campionato precedente. Non so se ci furono pressioni da parte dell’Uefa affinchè il titolo fosse assegnato comunque, ma la nostra stessa decisione lasciava trasparire che non era opportuno assegnare quello scudetto“.

    Poi Sandulli conclude sulla sentenza che condannò la Juventus alla Serie B e a Milan, Fiorentina, Lazio e Reggina la sottrazione di punti in classifica:

    Allora nessuna prova portava all’illecito, ma ci trovammo di fronte a una serie di comportamenti davvero discutibili. La nostra fu una condanna etica per aver violato ripetutamente l’articolo 1 del codice, quello della lealtà sportiva. Abbiamo cercato di dare delle sanzioni giuste, non troppo pesanti perché altrimenti si finiva per inficiare anche il nuovo campionato, né troppo morbide perché comunque dovevano essere commisurate alle violazioni accertate“.