E’ stata aperta questa mattina a Bergamo la camera ardente di Piermario Morosini, lo sfortunato giocatore del Livorno deceduto sabato scorso in seguito a un malore in campo.
La chiesa di Monterosso è oggetto nelle ultime ore di un pellegrinaggio continuo di familiari del “Moro” e semplici tifosi, che hanno voluto accompagnare il calciatore in quest’ultimo viaggio terreno. Anna, la fidanzata di Morosini, è stata accanto al suo uomo per tutto il tempo, non riuscendo ad asciugare le lacrime che copiose sono scivolate lungo il suo viso.
I funerali del calciatore si terranno nella giornata di domani, con il rituale funebre che avrà inizio alle ore 11.
IN VENTIMILA DOMANI – Per la cerimonia di domani sono attese oltre ventimila persone. Ci sarà anche il commissario tecnico della Nazionale Prandelli, insieme al presidente della Figc Giancarlo Abete e il vice Demetrio Albertini. L’ex calciatore di Milan e Barcellona era stato uno dei primi a voler salutare personalmente Morosini poche ore dopo la morte sul campo del Pescara. Oltre alle figure istituzionali del calcio italiano, la chiesa bergamasca di Monterosso ospiterà anche i calciatori delle squadre di Livorno, Vicenza, Atalanta e lo stesso Pescara di Zeman.
IL SALUTO DEL PICCHI – Ieri invece il saluto del Picchi, l’ultimo stadio del “Moro”. Uno stadio gremito ha reso omaggio al proprio beniamino. Commovente il lancio della maglia numero 25 da parte del presidente Aldo Spinelli al momento del passaggio dell’auto contenente la bara di Piermario Morosini. Il proprietario del Livorno ha proclamato che Morosini diventerà una bandiera del club toscano, annunciando che nessun altro giocatore del Livorno vestirà più il numero del “Moro”.
GIRO DI CAMPO A LIVORNO DEL FERETRO DI PIERMARIO MOROSINI [jwplayer config=”120s” mediaid=”134092″] IL PICCHI RENDE OMAGGIO A PIERMARIO MOROSINI, VIDEO
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La tragedia Morosini ha scosso tutto il panorama calcistico italiano e quello internazionale. Dopo il ritiro della maglia n°25 da parte del Vicenza e del Livorno, un altro bellissimo gesto arriva da Bergamo, da parte dell’ Atalanta, che intitola la CurvaSud dello Stadio Atleti Azzurri allo sfortunato calciatore.
La decisione è stata presa dal Consigliocomunale del capoluogo lombardo, di fatto, all’unanimità ha approvato la proposta di intitolazione del settore “curva sud” dello stadio AtletiAzzurri al calciatore bergamasco. Un’altra decisione simile venne presa nel 1997, quando i tifosi bergamaschi e la società decisero di intitolare la curva Nord a FedericoPisani, giovane promessa atalantina, scomparso in un incidente stradale. A differenza del capitolo Morosini, l’intitolazione della CurvaNord “Pisani“, non è mai stata resa ufficiale dal Consiglio comunale di Bergamo.
Nel giorno in cui il calcio italiano piange ancora Piermario Morosini, lo sfortunato calciatore del Livorno deceduto sabato scorso per un malore avvertito nel corso di Pescara – Livorno, dall’Inghilterra giunge una bella notizia. Esattamente un mese dopo l’arresto cardiaco che lo ha colto in campo durante il quarto di finale di FA Cup giocato dal suo Bolton contro il Tottenham, Fabrice Muamba ha lasciato oggi il Chest Hospital di Londra dove era ricoverato dallo scorso 17 marzo per tornare finalmente a casa.
Si era temuto il peggio per il centrocampista di origine congolese, accasciatosi al suolo pochi minuti prima della fine del primo tempo per un improvviso malore, i medici lo hanno soccorso tempestivamente trattenendolo dall’oltrepassare quella sottile linea di confine che divide la vita e la morte cercando di rianimarlo in tutti i modi con il defibrillatore. La corsa in ospedale in condizioni disperate, Muamba non ha mollato lottando con tutte le sue forze per quel dono chiamato vita, poi la lenta ripresa. Un miracolo se si considera che il suo cuore ha cessato di battere per 78 lunghi e interminabili minuti che hanno reso necessario l’utilizzo del defibrillatore per 16 volte durante le fasi di rianimazione.
“Sono ovviamente molto felice di lasciare l’ospedale e colgo l’occasione per ringraziare ogni singolo membro dello staff che ha contribuito a curarmi. Il loro impegno, la loro professionalità, le loro conoscenze sono stati semplicemente fantastici e sarò per sempre in debito con loro – sono state le parole di Muamba alla notizia delle dimissioni dall’ospedale londinese che ha ringraziato i suoi “angeli custodi” – Voglio anche ringraziare tutti coloro che mi hanno mandato migliaia di messaggi di supporto. Ora non vedo l’ora di proseguire col mio recupero e trascorrere del prezioso tempo con la mia famiglia“.
Muamba, ormai del tutto fuori pericolo, tornerà così a casa per godersi i suoi cari. Per evitare che in futuro possano sopraggiungere nuovi problemi cardiaci, i medici potrebbero decidere di sottoporlo ad un nuovo intervento chirurgico per impiantargli un defibrillatore interno, questo consentirebbe al calciatore addirittura di riprendere la sua attività agonistica e di tornare a giocare. Una storia a lieto fine per il 24enne congolese naturalizzato inglese.
Fa ancora discutere la morte di Morosini. Nuovi inquietanti sospetti emergerebbero infatti dai primi risultati dell’autopsia effettuata sul corpo dello sfortunato giocatore bergamasco, deceduto in campo nel corso dell’incontro di Serie B tra Pescara Livorno di sabato scorso. Nel frattempo l’Ansa ha riportato la notizia che i funerali si terranno giovedì 19 aprile a Bergamo presso la chiesa di Monterosso alle ore 11. In città è previsto l’arrivo di una folla oceanica, pronta a tributare l’ultimo saluto al “Moro”, un ragazzo genuino, solare, sempre con il sorriso, nonostante un destino avverso già in passato si fosse accanito contro di lui.
Autopsia. Morosini non sarebbe morto né per infarto né per un aneurisma cerebrale, come invece si era ipotizzato all’ospedale di Pescara in seguito al decesso. Pur rimanendo nel campo delle ipotesi, si parla di un probabile difetto genetico al cuore come causa della tragedia che ha tolto la vita al calciatore 25 enne del Livorno. Nei prossimi giorni sono previsti ulteriori esami sul Dna di Morosini, finalizzati ad identificare la natura dell’anomalia cardiaca. I medici non escludono una relazione con la morte del padre, deceduto in seguito ad una malattia del cuore quando il “Moro” aveva 15 anni. Inoltre verrà accertato se Morosini sarebbe potuto sopravvivere, qualora l’intervento dei soccorsi fosse stato più celere.
Il Picchi come camera ardente. Conclusa l’autopsia, la salma dello sfortunato calciatore raggiungerà la città natale di Bergamo. Prima di tornare a casa, Morosini verrà accolto dai tifosi del Livorno presso l’Armando Picchi. Questa la decisione presa dal presidente Spinelli, che ha voluto rendere l’ultimo omaggio al suo giocatore. Inoltre la società del Livorno, insieme al Vicenza, ha annunciato di aver ritirato per sempre il numero 25 dalle maglie del club. Il Picchi ospiterà la bara di Morosini nella giornata di domani, durante la quale è previsto anche un commovente giro di campo.
La tragedia che ha colpito Piermario Morosini ha scosso profondamente il mondo del calcio e dello sport, colpendo intimamente molti atleti, spingendoli a riflettere sul valore della vita, e sulla sua contemporanea fugacità, sulla crudeltà del destino e sull’importanza di apprezzare il proprio presente, data l’incertezza del domani. Riflessioni, queste, compiute anche da Mario Balotelli, attaccante del Manchester City finito troppo spesso nell’occhio del ciclone per comportamenti assolutamente poco consoni, sopra le righe (per usare un eufemismo), all’insegna dell’esagerazione sia in campo che fuori, che hanno spesso rischiato di offuscare e di porre in secondo piano il suo immenso talento calcistico.
Eppure, Mario Balotelli in tale circostanza ha mostrato tutta la sua sensibilità di ragazzo ventunenne, spesso nascosta dall’immagine di “duro”, usando parole davvero toccanti nel descrivere le proprie sensazioni in merito a quanto accaduto, riflettendo anche sul senso della propria vita. “Questa storia mi fa riflettere su tante cose della mia vita. Mi insegna ad apprezzare la vita, a rispettarla, a vivere con cautela e dignità”, aggiungendo anche un ricordo personale di Piermario Morosini, che Mario aveva conosciuto ai tempi della Nazionale Under 21: “sono rimasto scioccato e senza parole quando ho saputo della morte di Morosini, non ci credevo, pensavo a un brutto scherzo, era un bravo ragazzo, davvero un ragazzo d’oro“.
Una riflessione profonda quella di Mario Balotelli, che lo ha spinto a riconsiderara tanti comportamenti sbagliati, che rischiano di mettere a rischio la sua carriera, bruciando e distruggendo il suo immenso potenziale, e rovinando anche i rapporti umani con chi gli sta attorno, come ad esempio il suo mister Roberto Mancini che ha sempre cercato di difenderlo e proteggerlo ma che, dopo l’ultimo episodio in cui Balotelli si è mostrato come protagonista assolutamente negativo(durante il match decisivo fra City ed Arsenal, ndr), è parso assolutamente deluso nei confronti del suo (ex?) pupillo.
Per tutte queste ragioni, dunque, sembra che Balotelli abbia deciso di correggere tutti quei suoi comportamenti “borderline” e, per farlo, si rivolgerà ad uno psicologo. Secondo quanto riporta il tabloid inglese “The Sun”, (facendo riferimento ad un’indiscrezione rilasciata all’edizione domenicale dello stesso tabloid da un amico intimo di Balotelli, ndr), solo l’aiuto di un esperto potrebbe indurre SuperMario a mettere ordine nella sua vita, finora “fuori controllo”, “affrontando il problema prima che sia troppo tardi“. Inoltre, questo potrebbe essere anche inteso come un segnale all’indirizzo di Mancini e del Manchester City per provare a riconquistare la loro fiducia, proprio perchè Mario, dopo aver preso coscienza dei suoi errori, ha intenzione di non lasciare il City e sarebbe disposto a tutto pur di rimanervi, evitando di esser ceduto a fine stagione. In tal senso, l’attaccante ha già avanzato le sue scuse formali, sia nei confronti della società che nei confronti del suo coach, ma la volontà di prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di “risolvere il suo problema”, rivolgendosi ad uno specialista, potrebbe essere un elemento maggiormente apprezzato perchè il solo fatto di riuscire ad ammettere di aver bisogno d’aiuto, in questi casi, è un importante passo avanti.
Dopo il tragico episodio di sabato pomeriggio, tutto il mondo del calcio si è stretto attorno a PiermarioMorosini, per ricordare lo sfortunato calciatore, scomparso durante Pescara-Livorno.
Tanti i messaggi di cordoglio per lui. Cordogli espressi pubblicamente o mediante i social network, da Facebook a Twitter, il mondo della rete piange Piermario. Tanti amici, colleghi, tifosi, hanno voluto rendere omaggio allo sfortunato giocatore, ma tutti con unico pensiero: “Piermario era un guerriero sia in campo che nella vita”!
“Moro“, come lo chiamavano affettuasamente i tifosi, era un calciatore di proprietà dell’Udinese, ma negli ultimi anni giocò in prestito prima a Vicenza, 2007-2009, poi ritornò a Udine, poi si trasferì nuovamente a Vicenza fino allo scorso settembre quando l’ Udinese decise di tenerlo, per poi girarlo in prestito al Livorno nell’ultima sessione di mercato di Gennaio.
Piermario era già entrato nel cuore dei tifosi livornesi, grazie alla sua grinta e alla sua voglia di non mollare mai. Non a caso, fin da ieri, centinaia di ultras si sono recati in pellegrinaggio dinanzi allo stadio Picchi, per ricordare il loro sfortunato campione. Tifosi Livornesi, che in vista della partita di sabato tra Livorno e Cittadella indosseranno tutti la maglia n°25, per rendere omaggio a Piermario. Gli stessi ultras hanno chiesto al loro presidente Spinelli e alla società Livorno, di intitolare un settore dello stadio a Morosini, gesto di grande importanza, che fa capire l’amore dei tifosi verso questo sfortunato ragazzo.
Intanto il Vicenza ha reso noto, tramite un comunicato ufficiale, che ritirerà definitivamente la maglia n° 25, maglia indossata dal “Moro” durante l’eperienza veneta. La società ha commentato dicendo che questo è solo un gesto di rispetto per consegnare per sempre alla memoria del Vicenza e del panorama calcistico, la figura dell’amato e sfortunato atleta.
Anche il Livorno di Aldo Spinelli adotterà la stessa iniziativa della società vicentina. La maglian° 25 campeggerà per sempre sulle spalle del “Moro” anche da lassù!
La scelta coraggiosa e saggia del presidente Abete di fermare per un intero week end il calcio giocato per commemorare nel migliore dei modi la tragica morte di Piermario Morosini ha per una volta messo tutti d’accordo. Giocare dopo aver visto e rivisto il video e aver appreso la notizia sarebbe stato difficile per chiunque, per chi Piermario Morosini lo conosceva e ne apprezzava le doti umane anche prima che di atlete e di chi invece ha imparato a conoscerlo ed apprezzarlo solo in questi ultimi due giorni scoprendo la drammatica e triste vita del giocatore. Come si suol dire in questi casi “the show must go on”, purtroppo o per fortuna infatti bisogna tornare a parlare di calcio giocato e il primo “problema” in agenda è il recupero della 33esima giornata di serie A. La finestra utile e scelta è quella del 25 aprile ma tra Lega Calcio e club sembra esserci in atto un braccio di ferro sulle modalità di recupero e per questo oggi alle 18 ci sarà un consiglio di Lega straordinario per cercar di trovare un compromesso.
Recupero 33 giornata serie A, le posizioni. La voglia della Lega Calcio è quella di far scivolare in avanti l’intero calendario spostando a domenica prossima la giornata rinviata, quella di Milan Genoa e Cesena Juventus per intenderci e continuare poi come da calendario nelle successive giornate. Sulla proposta della Lega i club non sembrano esser tutti d’accordo in molti chiedono infatti il rispetto del regolamento recuperando la 33esima giornata il 25 aprile e riprendendo il campionato il prossimo week end con dalla 34esima giornata con Juventus Roma e Milan Bologna.
Qual è la soluzione giusta? E quella giusta è anche quella migliore? Dalle indiscrezioni pare ci siano quattro club che per motivi al momento misteriosi ma sicuramente di opportunità pretendono il rispetto del regolamento mantenendo le date in calendario e recuperando il 25 la giornata non disputata. Un rinvio come quello di questa domenica è davvero un eccezione per il nostro calcio e partendo da questo presupposto forse sarebbe opportuno far l’ennesimo strappo alla regola e alla consuetudine spostando in avanti il calendario e lasciare il weekend del 14 e 15 aprile solo in ricordo di Piermario Morosini. Questa sera alle 18 a Milano è indetto un consiglio federale straordinario con la possibilità di intervenire telefonicamente per i presidenti che saranno impossibilità ad arrivare nella capitale.
Il pomeriggio di Sabato 14 Aprile 2012 rimarrà a lungo nella mente e nei cuori di molti: doveva essere una normale giornata di anticipi di campionato, di parole “leggere” su tematiche sportive, ed invece si è trasformato in una giornata di sgomento e tristezza, incredulità e commozione per la morte di un ragazzo di appena 25 anni, accasciatosi al suolo mentre giocava una partita di calcio, a Pescara. Un ragazzo già sfortunato nella vita, Piermario Morosini, che aveva perso i genitori quand’era ancora minorenne, ed il fratello disabile qualche tempo dopo, e che la vita ha voluto strappare ingiustamente, proprio mentre calcava il terreno verde, sotto gli occhi del pubblico incredulo, sotto gli occhi dei compagni di squadra e degli avversari. Inevitabile, per chi lo conosceva e per chi aveva condiviso con lui qualche momento importante, rivolgergli un pensiero, un ultimo saluto, un messaggio. Poche righe – diffuse dai social network – ma significative, perchè in questi casi, per chi vive questo mondo dall’interno, è immediato identificarsi.
In primis il presidente del Livorno, Aldo Spinelli, che esprime il dolore e lo sgomento di tutta la società: “Siamo tutti a terra. Per noi è un momento durissimo, dal quale dovremo provare a uscire tutti insieme. Dobbiamo avere coraggio ma adesso siamo in stato confusionale. Purtroppo contro il destino non c’è niente da fare”. Di seguito, il Pescara, la squadra avversaria nella gara di ieri, che ha voluto esprimere solidarietà alla “consorella Livorno“, per “un altro angelo volato in cielo troppo presto. Riposa in pace Piermario”.
Un pensiero commosso anche da parte del presidente della Reggina Lillo Foti, che aveva conosciuto “Moro” durante la sua militanza in maglia amaranto: “Ciao Moro, mi sarà impossibile dimenticarti. Ho avuto la fortuna di conoscerti ed averti avuto, seppure per un breve periodo, all’interno del nostro club. Porterò sempre con me il patrimonio di straordinari valori umani e morali che possedevi e riuscivi a trasmettere. In questo momento di incommensurabile dolore vorrei solo dirti che ti voglio un bene dell’anima. Con affetto e riconoscenza”.
Molto toccante, poi, il post lasciato sulla sua pagina Facebook da parte di Claudio Marchisio: “Non so cosa dire, pensare ad un amico oltre che collega, morire così su un campo di calcio! Non sono sicuramente la persona che lo conosceva meglio ma posso dire che era un ragazzo straordinario! Quante sfide fatte con lui nel settore giovanile, io con la maglia bianconera e lui con quella dell’Atalanta…poi l’under 21 insieme!! Ci mancherai tantissimo Piermario. Cordoglio anche dall‘Atalanta, dove il bergamasco Morosini ha militato per ben dieci anni nel settore giovanile: “Il Presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia Atalanta, attoniti e increduli, piangono la scomparsa di Piermario Morosini e si stringono affettuosamente ai suoi familiari. Ciao Piermario, resterai sempre nei nostri cuori” e da parte di Mino Favini, responsabile del settore giovanile dello stesso club bergamasco, che aveva visto crescere Piermario: “Pensavo che la vita l’avesse già provato fin troppo e invece è arrivata anche quest’ultima tragedia. Aveva perso la mamma che era un bambino e poi il papà, poi il fratello handicappato si è suicidato e gli era rimasta la sorella, anche lei con handicap. Era triste, ma dolcissimo e disponibile”.
Struggente anche il messaggio di Roberto Baronio su Twitter: “Adesso potrai riabbracciare tutta la tua famiglia, ciao Mario!” così come quello di Stefano Mauri, che aveva giocato insieme a Morosini ai tempi dell’Udinese: “Ti ricordo ad Udine, compagno leale, sempre sorridente, un abbraccio Moro. RIP“.
Cordoglio anche da parte del capitano della Juventus, Alessandro Del Piero, sulla sua pagina Facebook: “ È morto in campo un ragazzo di 25 anni, Piermario Morosini. Torniamo a casa pensando a lui e al dolore di chi gli è vicino. Alessandro”; del capitano dell’Inter Javier Zanetti: ” Siamo veramente sconvolti per quello che è successo a Morosini. Siamo tutti colpiti nel profondo e ci dispiace tantissimo”; del milanista Kevin Prince Boateng: “Rest in peace Piermario”; dello Juventino Giorgio Chiellini “Davvero sconvolto e senza parole, non ci posso ancora credere”; il difensore Mimmo Criscito, che aveva condiviso con lui l’esordio in Under 17 “Ricordo la prima volta il under 17 quando dividevo la stanza con te, sei sempre stato un grande. Il destino è crudele, riposa in pace Mario”.
Oltre che in Italia, anche a livello internazionale la tragedia di Piermario Morosini ha lasciato un segno profondo: messaggio di cordoglio dall’Inghilterra da parte di Rio Ferdinand, e soprattutto nella Liga spagnola, che ha voluto rendere omaggio al giovane Piermario, con diverse manifestazioni. Dal lutto al braccio del Barcellona, al Twit del Valencia, al minuto di silenzio al Santiago Bernabeu prima della gara fra Real Madrid e Sporting Gijon, annunciato anche su Twitter (le immagini nel video sottostante, ndr).
Una partita come tante, una festa per tanti trasformata in tragedia. Per chi, come me era allo stadio Adriatico di Pescara per lavorare e raccontare le gesta sul rettangolo verde, come ‘ogni maledetta domenica’ verrebbe da dire citando un noto fil sullo sport, sarà difficile dimenticare. Un giovane di nemmeno 26 anni, che stava facendo ciò che sin da bambino ha amato, giocare a calcio, ci lascia. Dicono che “la morte più bella sia quella che ti coglie mentre fai ciò che ami di più”, ma non esiste una morte che non lasci dietro di sé dolore né può esistere un’esistenza che si spegne e possa essere definita migliore di altre.
Era trascorsa appena mezz’ora dall’inizio del match e la sua squadra, il Livorno, era in vantaggio, a sorpresa, per due reti contro i padroni di casa del Pescara: Piermario Morisini improvvisamente si accascia al suolo. Piermario ha barcollato, tentennato, poi è caduto a faccia in giù. Resta scolpita nella mente l’immagine di quel momento, incancellabile. Attimi interminabili, secondi che sembrano celare dentro sé l’eternità. Dalla panchina del Pescara massaggiatore e medico, che erano i più vicini, sono schizzati in campo senza neanche attendere l’arbitro: massaggio cardiaco, respirazione artificiale, qualche segnale di ripresa. L’ambulanza tarda ad arrivare, i calciatori in campo si disperano, tanto i biancazzurri quanto gli amaranto, mentre qualcuno di loro, Verratti prima e Zanon con altri poi, istintivamente cercano una barella. L’ambulanza è stata bloccata all’ingresso da una macchina dei vigili urbani posizionata male. Sono minuti interminabili. La corsa all’Ospedale di Pescara. Per un’ora e mezza i medici in ospedale hanno poi provato a rianimare Morosini: tutto inutile, persino un pacemaker via endovena non è servito a far ripartire quel cuore. Piermario ci lascia.
Una morte assurda, che segue di appena due settimane un’altra morte, quella di Franco Mancini, preparatore dei portieri del Pescara, stroncato da un infarto all’improvviso. “Quando sono sceso in campo Morosini era in arresto cardiaco e respiratorio, abbiamo praticato il massaggio cardiaco per un’ora e mezza prima solo manualmente e poi con diversi strumenti, ma non c’é stato nulla da fare. Non si può dire se la causa sia cerebrale o cardiaca, questo può stabilirlo solo una eventuale autopsia“. Lo ha affermato all’Ansa il dott. Paloscia, responsabile dell’Unità Coronarica dell’Ospedale di Pescara, che era allo stadio come tifoso e che per primo ha tentato di rianimare il giocatore.
All’esterno dell’Ospedale commozione e disperazione di calciatori, dirigenti e tifosi si unisce creando un vortice di emozioni violente ed indescrivibili.
Ora è solo il tempo del silenzio e del cordoglio, il tempo di fermarsi a riflettere e ricordare un ragazzo che ci ha lasciato. E’ il tempo del rispetto. Il dramma consumatosi allo stadio Adriatico con il malore ed il successivo decesso di Piermario Morosini ha comportato il doveroso ed opportuno stop al calcio: non si gioca in questo weekend. Non c’è bisogno di sottolineare che è giusto così.
La discussione sui controlli medici, sulla celerità dei soccorsi, sull’accertamento di eventuali responsabilità con il pm della Procura pescarese Valentina D’Agostino che ha disposto l’autopsia, già affidata all’anatomopatologo di Pescara Cristian D’Ovidio, avrà uno spazio nei giorni successivi.
“Pensavo che la vita l’avesse già provato fin troppo e invece è arrivata anche quest’ultima tragedia“: Mino Favini, responsabile del settore giovanile dell’Atalanta, ricorda così Piermario Morosini all’Ansa. “Aveva perso la mamma che era un bambino e poi il papà, poi il fratello handicappato si è suicidato e gli era rimasta la sorella, anche lei con handicap. Era triste, ma dolcissimo e disponibile“. La dolcezza è il ricordo che Piermario lascia: tanti amici e tanti colleghi hanno esperesso il proprio cordoglio ed inviato messaggi. ”Sembrava sorridesse, era bellissimo”, ha detto la fidanzata Anna dopo averlo visto in Ospedale. Un altro Angelo è volato in cielo, troppo presto, lasciando questa vita terrena di sofferenze.
Correre dietro a un pallone e morire, perché? L’incredulità e lo smarrimento difronte a quest’ennesima tragedia nel mondo dello sport allunga i suoi rami spogli sul freddo lago delle lacrime.
Morosini ha lottato fino all’ultimo contro un nemico oscuro che lo ha strappato dalle radici terrene. Forse un nemico senza volto, ma che il giovane calciatore ha saputo riconoscere dopo averlo incontrato troppe volte nella sua vita.
Religioni, filosofie, scienza, nessuna di queste è ancora riuscita a dare un volto al destino, un filo invisibile la cui fragilità è imprevedibile. Pescara Livorno, cupo teatro di una morte assurda.
Un sorriso che arriva dritto al cuore, due occhi che raccontano i 25 anni di un ragazzo solare e ricco di energia. Un passato triste, orfano di entrambi i genitori all’età di 17 anni, Morosini aveva perso anche il fratello disabile. Correva anche per loro “Moro”, che nello spazio di pochi anni sarebbe riuscito a coronare il sogno di diventare un calciatore professionista. E questo il destino non è riuscito a impedirlo.
Fa il suo esordio tra i professionisti con la maglia dell’Udinese nella stagione 2005-2006, il 23 ottobre contro l’Inter al Friuli. In quell’anno debutta anche nelle competizioni europee, quando il 16 marzo 2006 è titolare contro il Levski Sofia, incontro valido per gli ottavi di finale di Coppa Uefa.
Il biennio che va dal 2007 al 2009 rappresenta forse il periodo più ricco di soddisfazioni per Morosini. Trasferitosi in prestito al Vicenza in Serie B, giovane centrocampista segna il suo primo e unico gol tra i professionisti, durante la sfida fra Modena Vicenza del 18 marzo 2008. L’anno dopo ottenne la chiamata dall’allora commissario tecnico dell’Under 21 Casiraghi. Morosini totalizzò due presenze nell’Europeo, e contribuì alla conquista delle semifinali.
La sua esperienza in Serie B prosegue l’anno successivo in prestito alla Reggina, per poi avere una nuova parentesi al Vicenza. Quest’anno il ritorno al Friuli, dove però non riuscirà a trovare spazio, e quindi il ritorno nel campionato cadetto con la maglia del Livorno, fino al tragico epilogo del maledetto pomeriggio di ieri, quando il suo cuore ha smesso di battere all’improvviso.
Lo amavano in tanti, per prima la sua fidanzata Anna, con la quale aveva appena trascorso le festività pasquali all’isola d’Elba, terra sconosciuta fino ad allora per Morosini, dalla quale ne era rimasto affascinato. Una delle passioni più forti del 25 enne era la musica, aveva una predilezione per Luciano Ligabue. Il pallone gli aveva regalato grandi amicizie, fra cui quella con il portiere del Verona Pierluigi Frattali. Nelle ultime ore l’estremo difensore dell’Hellas ha postato su Twitter una bellissima immagine che li ritrae insieme al Camp Nou, il tempio del calcio, il sogno per qualunque giocatore.
Moro, abbracciali tutti lassù
OMAGGIO A PIERMARIO MOROSINI, VIDEO [jwplayer config=”240s” mediaid=”133644″]