Tag: Piermario Morosini

  • Il Google Zeitgeist 2012, un anno di ricerche. Da Baumgartner a Morosini

    Il Google Zeitgeist 2012, un anno di ricerche. Da Baumgartner a Morosini

    Dicembre 2012, è tempo di bilanci. Quante cose sono successe in questi dodici mesi, e quante ancora ne dovranno accadere da qui al 31. Approfittando del fatto di essere ancora in onda, checché nei dicano i maya, riviviamo insieme l’anno appena trascorso con Google Zeitgeist 2012.  Le persone, curiosità, tendenze, che più hanno destato l’interesse degli internauti, di coloro i quali accendono il proprio computer non solo per visitare ancora il solito sesso. D’altronde siamo Il Pallonaro, e non raccontiamo solo canzonette. Dalla morte di Piermario Morosini all’epico momento di Felix Baumgartner, passando attraverso i Giochi Olimpici di Londra. Ma il 2012 è stato anche l’anno di Antonio Cassano e del match che a San Siro ha visto il Milan sfidare il Barcellona. E l’Atalanta?

    TUTTO L’UNIVERSO OBBEDISCE A BAUMGARTNER– Dal 14 ottobre il mondo non è più lo stesso. Gettandosi da 39 mila metri d’altezza, Felix ha lanciato un messaggio di onnipotenza umana, trasmettendo ai posteri quella che sarà vissuta come una delle più grandi imprese dell’uomo. La popolarità del 43 enne austriaco è stata tale da trascinare il suo nome al quinto posto nella speciale classifica delle persone più ricercate in Italia nel 2012.

    Austrian extremist parachuter Felix Baum
    L’uomo volante Felix Baumgartner | ©DENIS BALIBOUSE/AFP/Getty Images

    IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE– Credenti o no, profeti o meno, la sensazione è quella che il meglio debba ancora venire, comunque. Per tutti, nessuno escluso, tanto più per Piermario Morosini, il calciatore del Livorno tragicamente scomparso quel pomeriggio del 14 aprile 2012. Il numero 25 resterà per tanti altri anni ancora nel cuore e nella memoria di tutti i pallonari.

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    You are not alone Moro | ©AFP/Getty Images

    I BELIEVE I CAN FLY– Chi più chi meno si è aggrappato ad uno dei cinque cerchi delle Olimpiadi. Londra è stato il teatro perfetto dei vecchi e nuovi protagonisti della scena mondiale. Se Michael Phelps (secondo atleta più ricercato al mondo, dietro solo al cestista Jeremy Lin) e Usain Bolt hanno confermato il loro dna extra-terrestre, altri come la nuotatrice cinese Ye Shiwen si sono eretti a star del 2012. Dopotutto una ragazza con quel cognome non poteva non fallire l’appuntamento più caro alle divinità.

    SWIM-WCUP-CHN
    La donna cannone Ye Shiwen | ©STR/AFP/Getty Images

    GLI OMINI SESSUALI– Antonio Cassano ne ha combinato un’altra delle sue. Il suo “spero di no, sono problemi loro” alla domanda di un giornalista se ci fossero omosessuali nella Nazionale italiana di calcio ha fatto il giro del mondo, armando il popolo del web di tastiera e mouse per conoscere il significato della parola Metrosexual (così li ha definiti Cecchi Paone), terza chiave di ricerca più utilizzata nel 2012.

    FC Internazionale Milano v SSC Napoli - Serie A
    The cave man Antonio Cassano | ©Claudio Villa/Getty Images

    ILS SONT LES MEILLEURS – Qual è stata la partita che ha avuto più clamore mediatico in Italia nel 2012? Milan-Barcellona, non poteva essere altrimenti. Il biglietto per quella partita è stato il più ricercato dagli internauti sul web. A sorpresa, alle spalle dei “meilleurs” si è piazzato il biglietto per Juventus-Atalanta. Chi non è un tifoso della Juventus fatica a capire i motivi che hanno spinto il popolo del web a cercare proprio quel biglietto. Vi diamo un aiutino: quando Del Piero ha dato il suo addio alla Vecchia Signora? Esattamente.

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    Simply the best Alessandro Del Piero | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages
  • Paulinho ammonito per ricordare Morosini

    Paulinho ammonito per ricordare Morosini

    Troppo spesso abbiamo dovuto raccontare, specie negli ultimi tempi, di episodi vergognosi accaduti ai margini dei campi di calcio, in serie A come nelle categorie inferiori, dai cori razzisti alle violenze antisemite alla solidarietà ad un condannato per omicidio. Questa volta, invece, nella gara di serie B disputata ieri tra Vicenza e Livorno l’episodio accaduto avrebbe dovuto essere classificato, ed enfatizzato, come un bel gesto dedicato a Piermario Morosini, il calciatore del Livorno scomparso lo scorso 14 Aprile a soli 26 anni, per un malore che lo colpì in campo durante una gara del campionato cadetto. L’autore della lodevole iniziativa è stato Paulinho, calciatore brasiliano del Livorno, che dopo aver realizzato il gol del pareggio ha sollevato la propria maglia da gioco e, al di sotto di questa, ha mostrato una T-shirt dedicata proprio a ricordare Piermario Morosini che raffigurava la scritta “Ciao Moro”.

    Paulinho ammonito in Vicenza-Livorno per ricordo a Morosini
    Paulinho ammonito in Vicenza-Livorno per ricordo a Morosini | foto dal web

    Un bel gesto, appunto, che anche i tifosi avversari del Vicenza hanno sottolineato con un applauso all’indirizzo di Paulinho, considerando che Morosini aveva vestito anche la maglia del Vicenza, ma che il direttore di gara Gennaro Palazzino ha deciso di “punire” con il cartellino giallo applicando in maniera molto fiscale il regolamento Aia che prevede l’ammonizione per chi si toglie la maglia o si copre la testa con la maglia da gioco.

    Una decisione senz’altro discutibile considerando che, anche se in osservanza del regolamento, in tal caso avrebbe dovuto prevalere il buon senso dell’arbitro considerando il nobile gesto di Paulinho che aveva fatto seguito al ricordo dello stesso Morosini avvenuto prima dell’inizio della gara, con un mazzo di fiori depositato in suo ricordo da alcuni bambini.

    Inoltre, la punizione decisa dall’arbitro Palazzino appare addirittura eccessiva rispetto a quanto previsto dal regolamento sopracitato, proprio perchè Paulinho “non si è tolto la maglia nè si è coperto la testa”, ma ha semplicemente sollevato la divisa da gioco per mostrare la T-shirt sottostante e, pertanto, la decisione del direttore di gara oltre che contraria al buonsenso appare completamente errata.

    Una buona occasione persa, dunque, per sottolineare una lodevole iniziativa.

  • “Moro sempre con noi” il Verona onora Morosini

    “Moro sempre con noi” il Verona onora Morosini

    Dopo i cori beceri da parte di un gruppo di ultras dell’Hellas Verona nei confronti di Piermario Morosini, durante la partita di sabato scorso contro il Livorno, il club veneto ha preso subito le distanze con un comunicato stampa dove ha spiegato tutte le sue intenzioni per omaggiare il “Moro” durante la partita di oggi quando gli scaligeri scenderanno in campo alle 15.00 proprio tra le mure amiche del Bentegodi per giocare contro il Virtus Lanciano. Sono molte infatti le iniziative che la società gialloblù ha voluto mettere in piedi per ricordare il calciatore scomparso sul campo di gioco del Pescara nella scorsa stagione e soprattutto è un modo per chiedere scusa a tutti per il comportamento del tutto maleducato ed incivile tenuto da una parte della tifoseria, alcuni di essi già identificati e denunciati.

    Proprio prima dell’inizio della partita verrà infatti esposto uno striscione con la scritta “Moro per sempre con noi” e, non bastasse, i giocatori dell’Hellas per disputare il match indosseranno delle maglie dedicate a Piermario che poi andranno vendute all’asta per ricavare fondi da devolvere in beneficenza. Inoltre uno spazio dello stadio Bentegodi verrà dedicato a Morosini ed infine l’1% del ricavato dalla vendita dei biglietti si unirà al ricavato delle vendite delle maglie per beneficenza.

    Hellas Verona FC v US Grosseto - Serie B
    Hellas Verona © Dino Panato/Getty Images

    Di certo tutto questo non basterà a cancellare il fattaccio della scorsa settimana che ha suscitato infinite polemiche durante questi giorni e soprattutto la multa pari a 50 mila euro e la diffida che il Giudice Sportivo ha inflitto al Verona. Non bastasse il giudizio dato non è stato abbastanza severo secondo molti che si aspettavano la squalifica del campo dell’Hellas, punti di penalizzazione e quant’altro, considerata una pena giusta vista la gravità della cosa accaduta. A salvare il club veronese è stato il fatto che i colpevoli sono stati solamente pochi tifosi e non tutti i seguaci gialloblù presenti a sostenere la propria squadra del cuore.

  • Cori contro Morosini, individuati e denunciati 4 ultras del Verona

    Cori contro Morosini, individuati e denunciati 4 ultras del Verona

    Scattano le prime denunce, dopo gli incredibili fatti di sabato a Livorno, con gli alcuni ultras veronesi autori di cori contro l’ex giocatore livornese Piermario Morosini, morto in campo lo scorso aprile. La Digos di Livorno, insieme ai colleghi di Verona stanno cercando di individuare tutte le persone coinvolte in quello spregevole coro in modo da denunciarle tutte prima della prossima giornata di Serie B, che si svolgerà sabato. I primi quattro tifosi sono già stati identificati e per loro in queste ore scatterà la denuncia e il Daspo, in modo tale da tenerli lontani da qualsiasi manifestazione sportiva. Il questore di Livorno, Marcello Cardona, annunciano pene esemplari e severe.

    Grazie ai filmati messi a disposizione dalla società livornese, gli agenti hanno sono alla ricerca di altre 15 persone almeno, accusate di aver commesso più di un illecito. Oltre al vilipendio dei morti, infatti viene contestato anche l’apologia al fascismo e atti contrari al regolamento dello stadio.

    Verona
    Curva Hellas Verona © Dino Panato/Getty Images

    Gli investigatori, nelle analisi dei vari filmati, si sono serviti e continueranno a servirsi dell’aiuto di esperti di lettura labiale in modo tale da individuare tutte le persone coinvolte in queste spregevole pagina del calcio italiano. C’è chi vorrebbe addirittura la chiusura totale della curva veronese, scelta che personalmente non condivido, perché come capita spesso in questi casi, vengono “puniti” i tifosi onesti e dai sani principi sportivi a discapito di questi 20-30 personaggi che non riesco a chiamare di certo tifosi!

    Intanto per la società del Verona arrivano le sanzioni. Il giudice sportivo ha previsto una multa di cinquanta mila euro e la diffida del club. Il sindaco della città di Romeo e Giuletta intende però sottolineare come il club e la città abbiano preso le distanze da questi gesti.

    Nella speranza che la Digos possa individuare, nel più breve tempo possibile, anche il restante gruppetto che ha intonato questi cori ingiustificabili contro Morosini, ci auguriamo che questa ennesima nota negativa del calcio italiano non si ripeta anche in altri campi.

  • Livorno-Verona, ultras veneti intonano cori contro Morosini

    Livorno-Verona, ultras veneti intonano cori contro Morosini

    Il campionato italiano non si fa mancare niente, è proprio il caso di dirlo. E dopo i vari scandali che hanno colpito l’Italia da nord a sud, ecco che nel big match di Serie B al “PicchiLivorno-Verona è successo ciò che nessuno si sarebbe mai aspettato. Durante la gara, gli ultras veronesi, esattamente verso la fine del primo tempo, hanno intonato cori contro Morosini, il giocatore livornese morto in campo il 14 aprile a Pescara. Il tifo livornese non si è accorto di tutto ciò, ma la Digos avrebbe annunciato di avere in mano le registrazioni. Le due tifoserie hanno una forte rivalità (più politica che sportiva) che va avanti da anni e anni, dove da una parte troviamo i veneti politicamente schierati a destra, al contrario dei toscani, notoriamente di sinistra.

    Presidenti, tifosi e tutto il mondo sportivo è rimasto sconvolto da questa scena, che mette ancor più in risalto la scarsa maturità calcistica e sportiva dimostrata ancora una volta da quattro incivili (giusto per tenerci cauti!). Non è ancora dato a sapere il contenuto del coro contro Morosini, ma siamo certi che presto, dopo l’apertura dell’inchiesta che verrà aperta, se ne saprà di più. Il pubblico veronese purtroppo non è nuovo a uscite fuori luogo, basti pensare che viene considerato uno dei più razzisti di tutto il calcio italiano. Naturalmente, come per ogni episodio di questa natura, non sarebbe giusta fare di tutta un’erba un fascio e quindi siamo certi che non tutti i veronesi, tifosi e non, abbiano a che fare con questi atteggiamenti.

    Piermario Morosini
    Foto di Morosini nel tabellone di San Siro © Marco Luzzani/Getty Images

    La società dell’Hellas Verona cerca di staccarsi da questi balordi e attraverso un comunicato si scusa aggiungendo che “Nonostante l’orgoglio per la propria tifoseria, da sempre sostenitrice impeccabile dei nostri colori, l’Hellas Verona F.C. Spa intende debellare con forza cori di questa natura, perché la tragedia di Piermario Morosini è un dolore che non può essere infangato”. Per non farsi mancane niente, i tifosi veronesi hanno concluso la loro prestazione da 1 in pagella con cori a favore del fascismo e saluti romani.

    La partita? Sul campo è finita 2-0 per il Verona, sugli spalti 3-0 a tavolino per i livornesi con tripletta di Morosini!

  • Morte Piermario Morosini indagati i medici di Pescara e Livorno

    Morte Piermario Morosini indagati i medici di Pescara e Livorno

    Continua a far discutere la morte di Piermario Morosini, il centrocampista del Livorno deceduto in campo durante quel maledetto pomeriggio del 14 aprile scorso, quando il suo cuore smise di battere all’improvviso. Una morte che scosse tutto il mondo del calcio, e le cui immagini destarono profonda impressione. Da subito ci si era interrogati sulla dinamica dell’accaduto, su come fosse stato possibile che un ragazzo come Morosini morisse all’età di 25 anni rincorrendo un pallone da calcio. Nelle ore immediatamente successive al decesso, l’indice dei media fu puntato contro l’auto dei vigili urbani, la quale avrebbe bloccato l’ingresso sul terreno di gioco dell’ambulanza. Poi l’occhio del ciclone si spostò verso il mancato uso del defibrillatore (o quantomeno il suo utilizzo tardivo) da parte dei medici sociali dei rispettivi club.

    Omicidio colposo Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che il sostituto procuratore Valentina D’Agostino vuole fare luce. Il primo passo è stato quello di mettere per iscritto nel registro degli indagati i nomi di Ernesto Sabatini (medico sociale del Delfino Pescara), Manlio Porcellini (medico sociale del Livorno ed il primo ad aver soccorso Piermario Morosini pochi attimi dopo la sua caduta a terra. Con loro è indagato anche il medico del 118 di Pescara, Vito Molfese, che durante Pescara-Livorno era in servizio presso lo stadio degli abruzzesi.

    piermario morosini | ©Marco Luzzani/Getty Images

    Tutto già scritto La notizia non deve destare grande stupore, dal momento che quest’ultima era già nell’aria da alcuni mesi. L’iscrizione nel registro degli indagati precede con ogni probabilità la richiesta di incidente probatorio davanti al Gip.

    Malformazione congenita L’autopsia a cui era stato sottoposto Piermario Morosini il giorno dopo il decesso aveva rilevato una malformazione cardiaca congenita. Se confermata, le posizioni dei tre indagati per omicidio colposo verrebbero automaticamente archiviate dal Gip. Altrimenti, qualora venisse accertato che l’uso del defibrillatore avrebbe salvato la vita di Morosini, il Gip procederà al rinvio a giudizio dei tre indagati.

  • Piermario Morosini morto per una cardiomiopatia aritmogena

    Piermario Morosini morto per una cardiomiopatia aritmogena

    E’ stata resa nota la perizia richiesta dalla Procura di Pescara sulla morte del giovane Piermario Morosini: a stroncare la vita del calciatore lo scorso 14 aprile durante l’incontro di calcio tra Pescara e Livorno, è stata una cardiomiopatia aritmogena, una malattia di probabile origine genetica che produce aritmie ventricolari.

    La cardiomiopatia aritmiogena è una causa frequente di arresto cardiaco negli sportivi di alto livello, infatti per la stessa patologia nell’agosto del 2007 è deceduto anche il calciatore del Siviglia, Antonio Puerta, quindi, purtroppo, la morte di Morosini non è un caso isolato. Secondo l’incaricato dalla procura di Pescara, il professor Cristian D’Ovidio, che aveva il compito di far luce sulla tragica morte del calciatore, la malformazione cardiaca del calciatore era in fase iniziale come si legge nelle 250 pagine della relazione stilata.

    piermario morosini | © Maurizio Lagana/Getty Images

    Nella relazione il professor D’Ovidio, in sintonia con la procura di Pescara, ha spiegato che, essendo in fase iniziale la patologia era molto difficile da scoprire. Dello stesso parere anche il perito della famiglia Morosini, la dottoressa Cristina Basso la quale ha confermato che la malattia era agli inizi del suo percorso e di come fosse molto difficile diagnosticarla.
    La stessa dottoressa ha inoltre aggiunto che Morosini “forse” poteva avere qualche chance in più di salvarsi se dopo il malore fosse stato tempestivamente utilizzato il defibrillatore.

    Sulla questione del mancato utilizzo del defibrillatore la Procura di Pescara ha aperto un fascicolo nel quale si ipotizza il reato di omicidio colposo (il defribillatore non fu utilizzato perchè, si sostenne dopo la tragedia, “c’era ancora attività cariaca”). Al momento non risultano ancora iscritti sul registro degli indagati nè i medici nè i paramedici presenti al momento del malore del giocatore sul terreno di gioco.
    Infine il cardiologo conclude la relazione sostenendo che nonostante gli atleti siano continuamente sotto controllo e monitorati, alcune patologie sono difficili da individuare, nel caso della cardiomiopatia aritmiogena neanche un ecocardiogramma avrebbe potuto metterla in evidenza.

  • Autopsia Morosini, miocardite ipotesi morte

    Dopo il momento del dolore, dello sconcerto e dell’ultimo saluto, è il momento della verità sulla morte di Piermario Morosini, venticinquenne calciatore del Livorno stroncato improvvisamente il pomeriggio di sabato 14 Aprile, accasciandosi sul campo di calcio di Pescara, proprio durante la partita del campionato di serie B fra la squadra livornese  e quella adriatica. Giungono in queste ore, infatti, i primi risultati dell’ autopsia su Morosini – durata circa otto ore – condotta nei giorni seguenti alla sua scomparsa, che hanno mostrato un’ area cicatriziale nella zona ventricolare sinistra, che potrebbe essere una prova della causa che ha fermato il cuore di “Moro”, ossia una miocardite.

    Piermario Morosini | © Giuseppe Cacace/Getty Images

    Per avere una conferma ulteriore sarà necessario attendere l’esito degli esami più approfonditi, ossia quelli istologici, che potrebbe giungere fra un cinquantina di giorni circa: nel caso in cui l’ipotesi miocardite venisse confermata anche dall’analisi sui tessuti, la spiegazione più plausibile alla morte del giovane calciatore sarebbe che il suo apparato cardiocircolatorio sarebbe andato “in tilt” proprio a causa dell’infezione che avrebbe provocato un “danno materiale ed interrotto il circuito, causando fibrillazioni ventricolari”, così come ha spiegato il medico legale Cristian D’Ovidio. In particolare, alla luce di quanto ha precisato lo stesso dottor D’Ovidio, la corrente elettrica nel cuore “va in una certa direzione”, mentre la miocardite avrebbe provocato una sorta di “corto circuito”.

    Se tale ipotesi fosse confermata, dunque, resterebbe da capire quale possa essere stata l’infezione alla base della miocardite: secondo quanto emerge, potrebbe essere stata causata anche da un banale raffreddore o mal di gola, e il percorso “evolutivo” della problematica potrebbe esser rimasto nascosto ai controlli medico-sportivi effettuati perchè spesso tali danni sono “minimi e confondibili con anomalie congenite che si rivelano soltanto quando il circuito viene interrotto in modo tragico” così come spiega il dottor Angelucci, l’anatomopatologo dell’Università di Chieti, ossia l’istituto presso il quale è stata svolta l’autopsia.

    Si attendono, dunque, ulteriori conferme dalle analisi nel prossimo mese, così come si attendono sviluppi sulle indagini che mireranno ad accertare eventuali responsabilità nei soccorsi.

  • Paura Marco Pomante ha fatto ancora tremare la B

    Paura Marco Pomante ha fatto ancora tremare la B

    Solo una settimana fa la tragica morte di Piermario Morosini aveva gettato nello sconforto il sistema calcio italiano chiamato a metabolizzare in poco tempo una morte assurda che ancora non ha avuto un suo perché ma che ha lasciato un vuoto incolmabile in chi aveva conosciuto questo splendido e sfortunato ragazzo ma anche chi ha purtroppo imparato a conoscerlo.

    Dopo i funerali di giovedi scorso la serie B è scesa in campo sabato con la maglia di Piermario Morosini per decretargli l’ultimo saluto ma da Nocera dove era di scena la partita tra i molossi e la Reggina per qualche attimo si è temuto ancora una volta il peggio. Marco Pomante difensore dei rossoneri al 47′ del primo tempo si è accasciato al suolo apparentemente senza subire alcun colpo. I compagni, in particolar modo il portiere Concetti che ha subito notato il ribaltamento della lingua del collega, hanno richiamato l’attenzione dell’arbitro per consentire i soccorsi al giocatore.

    Marco Pomante | © Maurizio Lagana/Getty Images

    Lo staff medico del club di casa ha applicato immediatamente un tutore al collo del giocatore rossonero, poi trasportato in barella sull’ambulanza che l’ha condotto all’ospedale di Nocera per gli accertamenti del caso. Fortunatamente Pomante sta bene e già nella tarda serata di ieri ha potuto lasciare l’ospedale. I medici parlano di un probabile colpo fortuito al collo escludendo così qualsiasi altra natura al malore accorso in campo. Queste le parole del calciatore raggiunto ai microfoni subito dopo il rientro a casa dall’ospedale:

    “Dicono che forse ho preso una botta al collo. Ma non mi ricordo di un fatto del genere. Il collo non mi fa neppure male. E come se avessi avuto una specie di calo di zuccheri. Farò altri esami per sicurezza mia nei prossimi giorni, anche se quelli fatti escludono problemi di qualsiasi natura. So di aver fatto prendere paura a tutti, quelli che erano allo stadio ed anche familiari e parenti davanti alla tv. Mi dispiace, so che per loro sono stati minuti terribili. Sto bene”.

    Video Marco Pomante si accascia durante Nocerina Reggina
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  • Funerali Morosini, in 5 mila a Bergamo per l’ultimo saluto

    Funerali Morosini, in 5 mila a Bergamo per l’ultimo saluto

    La sua scomparsa ha commosso l’Italia e, la tragica sequenza di immagini che dal campo di Pescara si è diffusa con tanta rapidità, ha colpito il mondo intero. La morte di un ragazzo di soli 25 anni non può lasciar indifferente nessuno, ancor di più se giunge così improvvisa, come un fulmine a ciel sereno, durante una fase di gioco. Sabato scorso, sotto la pioggia battente, Piermario Morosini era felice di poter scendere in campo con la sua maglia 25 del Livorno: era felice perchè, come ha raccontato la sua giovane fidanzata Anna, amava giocare sotto la pioggia. Nel giorno dei suoi funerali, dunque, è meglio pensare che sia volato via con il sorriso sulle labbra, mentre faceva ciò che di più amava, piuttosto che in agonia. La commozione, però, resta ancora molto forte, ed è per questo che, ad assistere alla funzione dei suoi funerali, nella Chiesa di San Gregorio Barbarigo a Monterosso, nel bergamasco, sono giunte circa 5 mila persone che, pur di esserci per l’ultimo saluto a “Moro” si sono accontentate di seguire il rito dai maxischermi posti al di fuori della piccola Chiesa, che poteva contenere solo 500 persone.

    All’interno, invece, erano presenti i vertici del “calcio che conta”, dal presidente della Figc Giancarlo Abete, al suo vice Demetrio Albertini, al presidente della Lega Pro Mario Macalli, al presidente della Lega Calcio Maurizio Beretta, e poi il presidente dell’ Aic Damiano Tommasi, il cittì della Nazionale Cesare Prandelli, il cittì dell’Under 21 Ciro Ferrara. Presenti, inoltre, anche numerosi rappresentanti dei club, come l’amministratore delegato della Juventus Beppe Marotta, dell’Inter Ernesto Paolillo, il direttore sportivo del Milan Ariedo Braida, l’allenatore del Parma Roberto Donadoni, il presidente della Reggina Lillo Foti, ed anche un collaboratore del presidente Fifa Joseph Blatter. Al completo è giunta, poi, la squadra dell’Atalanta, il club in cui Piermario era cresciuto ed aveva mosso i primi passi calcistici, nelle formazioni giovanili, con in testa il presidente Antonio Percassi, accompagnato da Pierpaolo Marino, così come il sindaco della città di Bergamo, oltre che i sindaci di Livorno e Pescara. Numerosissimi, poi, i tifosi fuori dalla chiesa: in particolare, quelli dell’Atalanta, e quelli del Livorno, che gli hanno dedicato diversi cori e lunghi applausi.

    Struggente il ricordo del parroco che ha officiato il rito, don Luciano Manenti, che ha definito Piermario come “un dolce amico”, ricordando la continua lotta contro il dolore, la sofferenza e le difficoltà che Piermario ha dovuto affrontare durante la sua giovane vita, costellata dal lutto dei suoi genitori, dalla disabilità e dal suicidio del fratello, dai gravi problemi della sorella: una vita in salita, nella quale però, era riuscito – con il lavoro ed i sacrifici – a ritagliarsi anche delle belle soddisfazioni, a costruire qualcosa di buono. Il destino, però, ha voluto essere ancora più crudele con lui, strappandolo via all’affetto di chi lo amava: la fidanzata Anna, i cugini e gli zii, la madre della sua fidanzata, Mariella Vavassori che, nel corso del funerale, gli ha rivolto un pensiero commosso: “Ciao Mario, ti ringraziamo della presenza nella nostra vita, ci hai insegnato tanto, hai reso i nostri cuori più veri e leali, liberi come eri tuTi ringraziamo per aver donato tanto tanto amore alla nostra Anna: ti chiedo solo un favore, chiamami Mariella e non più signora, almeno quando mi chiamerai dal cielo”. 

    Non era ancora tempo per la sua dipartita, non era ancora tempo per lui: ecco perchè in Chiesa hanno risuonato le note di questa canzone di Luciano Ligabue, il cantante che Piermario apprezzava di più, oltre che “Il giorno del dolore“, per esprimere lo stato d’animo che questa giornata porta con sè. In questa triste giornata, però, è giusto ricordarlo sorridente, così come lo ritrae la foto posta al fianco della sua bara, avvolta dalla maglia numero 25 del Livorno, la “sua” maglia, che ora gli apparterrà per sempre. Riposa in pace Piermario.

    Video di “Non è tempo per noi” cantata in Chiesa durante i funerali di Morosini:

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