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  • Calciopoli: Ancelotti diserta Napoli, all’udienza nuove telefonate bollenti

    Anche questa volta manca all’udienza di Napoli Carlo Ancelotti, il tecnico del Chelsea come preannunciato alla vigilia ha disertato le aule del Tribunale di Napoli e la sua deposizione è stata rimandata all’11 Maggio. L’udienza di oggi, iniziata in ritardo per aspettare i teste chiamati a deporre oggi l’ispettore di Polizia Salvagno che ha partecipato alle indagini svolte dalla Procura di Torino, e il magistrato Cosimo Ferri, ex componente della Commissione tesseramenti della Figc.

    Nono sono comunque mancati i colpi di scena e l’annuncio da parte del consulente di parte Nicola Penta della presenza di altre intercettazioni rilevanti saltate fuori e che riguarderebbero Inter, Bologna, Cagliari e Parma.

    Tutti – ha detto Penta – si informavano e tutte le società chiedevano gli arbitri migliori. Basta sentire le telefonate tra Pairetto e Bergamo – ha concluso – per capire che dopo aver subito pressioni di ogni tipo dalle società, definivano la griglia degli arbitri che avevano in testa“. Il consulente ha annunciato che le nuove telefonate e altre in corso di trascrizione saranno portate in tribunale per chiederne l’acquisizione agli atti.

    Gli “inediti” riguarderebbero in quattro occasioni la sede dell’Inter, di cui tre all’allora designatore Bergamo e una direttamente all’arbitro De Santis. Quest’ultima è un colloquio tra il direttore di gara di Tivoli e Giacinto Facchetti, all’epoca presidente della società nerazzurra, il giorno dopo un derby conil Milan. Ci sono poi tre telefonate tra la sede del Bologna e il cellulare di De Santis, due in cui la sede del Parma è in contatto con Bergamo e Pairetto, e una lunghissima telefonata – addirittura 42 minuti – tra il presidente del Cagliari Cellino e Bergamo.

  • Calciopoli: blocco voli, l’udienza slitta al 27 aprile

    Com’era preventivabile il blocco dei voli ha rallentato il corso del Processo a Calciopoli che oggi vedeva chiamati a deporre l’ex tecnico di Juventus e Milan Carlo Ancelotti e l’ispettore di polizia Salvagno, che ha svolto indagini sulla base delle intercettazioni disposte dalla procura di Torino.

    I due teste, importanti secondo l’accusa per dimostrare la cupola moggiana, saranno ascoltati nella prossima udienza fissata per il 27 aprile. Sono comunque state accettate le 74 intercettazioni proposte dalle difesa di Luciano Moggi più altre 22 proposte oggi dai legali di Pairetto, la trascrizione avverrà entro il 4 maggio.

    Prima di chiudere l’udienza l’ex arbitro Massimo De Santis ha dichiarato di voler rilasciare una dichiarazione spontanea :

    “Sono stato spiato da Tavaroli/Telecom e non han trovato nulla. Poi sono stato indagato da Auricchio e i mezzi ben più potenti di una Procura della Repubblica. Come mai solo per aver preso delle magliette al termine di Lecce-Juventus sono stato associato a Cupole? “Sarei stato il fondatore della Combriccola romana. In base a queste accuse, non sono potuto neanche più uscire da casa. Per la vergogna e la paura. Poi in udienza Auricchio stesso quattro anni dopo ha negato l’esistenza di questa combriccola che m’ha rovinato la vita. Ho dovuto aspettare quattro anni per sentire in quest’aula che con Lecce-Parma non c’entravo niente, perché i giocatori avevano semplicemente smesso di giocare. Quattro anni con una definizione datami dai carabinieri: alto profilo delinquenziale. Ero innocente e m’hanno rovinato”.
    [dichiarazioni prese dal blog juvemania]

  • Intercettazioni: anche Campedelli a colloquio con Pairetto

    Anche il Chievo telefonava. Saltano fuori come funghi dopo una giornata piovosa “nuove” intercettazioni che dimostrano la prassi consolidata e diffusa dei designatori arbitrali di tener colloqui con tutti i presidenti di serie A. Il colloquio tra Campedelli e Pairetto precisiamo subito, non ha nessuna rilevanza per la giustizia penale o sportiva ma serve a sbugiardare ancora una volta il pm Narducci “Piaccia o non piaccia non c’è una telefonata tra i designatori e Moratti, Facchetti e neanche con Campedelli del Chievo…”
    .

    Ennesimo autogol di chi è chiamato a formulare l’accusa ed è incredibile la negligenza con cui sono state affrontate le indagini che dovevano far luce per riportar credibilità al nostro calcio.

    Pairetto: «Pronto?».
    Campedelli: «Campedelli, buona sera».
    Pairetto: «Buonasera signor Campedelli».
    Campedelli: «Auguri in ritardo».
    Pairetto: «Auguri anche a lei».
    Campedelli: «Come sta?».
    Pairetto: «Abbastanza bene, insomma sempre qualche non problema ma qualche.. fanno parte purtroppo della nostra attività».
    Campedelli: «Io ho chiamato solo per questo, sa non mi piace lamentarmi di queste cose, perché non fa parte del mio carattere». Pairetto: «Sì lo so».
    Campedelli: «Però anche oggi l’arbitro a due metri… rigore, lascia correre, e addirittura ammonisce il mio giocatore. Io capisco tutto però… ci sta l’errore non mi lamento…».
    Pairetto: «C’era un rigore? Non ho ancora visto immagini…».
    Campedelli: «Ecco se mi fa una cortesia, provi a guardare… Poi guardi io sono qua, il mio numero l’ha visto ce l’ha».
    Pairetto: «Glielo dico».
    Campedelli: «Magari mi posso sbagliare io per carità, non voglio fare, gestire..».
    Pairetto: «No, no, diamine. Nel primo o nel secondo tempo?».
    Campedelli: «Primo tempo».
    Pairetto: «Lo guardo sicuramente e poi le dico qualche cosa al cento per cento».
    Campedelli: «No, no. Cioè, se non c’è mi chiami, se c’è va bene, lasciamo stare».
    Pairetto: «Glielo dico anche se c’è».
    Campedelli: «Se non dovesse esserci preferisco…è giusto perché magari ho una visione diversa e lei me la può correggere».
    Pairetto: «Certamente… Glielo guardo e sicuramente le dico qualche cosa, sia in un senso che nell’altro». Campedelli: «La ringrazio… Lei è sempre gentilissimo ci parliamo così giusto per sentirci».
    Pairetto: «Non si vive solo nei 90 minuti, ma anche nella quotidianità che conta almeno come quei 90 minuti. Per cui è giusto avere anche un certo tipo di rapporto. Mi sembra corretto»

    ASCOLTA L’AUDIO

  • Intercettazioni, Bergamo e Pairetto: referto alterato per salvare Totti

    Iniziano ad uscire fuori altre trascrizioni delle 74 intercettazioni proposte dalla difesa di Luciano Moggi e che potrebbero esser acquisite dal Tribunale di Napoli. E’ il 24 novembre del 2004 e al telefono i due ex designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto parlano di un omissione del quarto uomo per salvare Totti e quindi evitare la squalifica prima di un Juventus – Roma:

    Bergamo: ”Ayroldi si è comportato male in Roma…Roma, Roma Roma… (Roma-Palermo 1-1 ndr) è successo questo alla fine della partita Totti lo ha mandato a cagare, ha mandato a cagare Trefoloni, ma lui non se ne è accorto…. e nello spogliatoio ha detto lui che doveva scrivere questa cosa. Ha fatto un discorso non chiaro, è stato ascoltato ma non da Matteo. Quando è stato ascoltato non da Trefolini. Quando sono arrivato il giovedì successivo all’allenamento questo cretino di Ayroldi parlando con un altro arbitro ha detto: ‘oh meno male che non ho scritto di Totti… te lo immagini…. giocavano con la Juve, metti caso che lo squalificavano e perdevano davano la colpa che non c’era Totti. Matteo ha detto ‘ma che cazzo dici questa storia la sai te…”. Matteo con me non ne ha voluto parlare e mi ha detto ‘guarda questa cosa è una bruciatura detta cosi’ per lui per me”. Io ho detto a Matteo ‘noi non ne vogliamo parlare pubblicamente ma con Ayroldi ne parleremo io e Gigi al prossimo raduno perche’ la dobbiamo chiarire: se lui prende una iniziativa di questo tipo la deve concordare con noi non con se stesso, ne parlarne in presenza di altri…”.
    Pairetto: ”E’ proprio un coglioncello… non è un malizioso,è da sciocchi parlare in presenza di altri…”
    Bergamo: ”E’ un coglione non è un coglioncello…se c’è qualcosa prendi l’arbitro in disparte e dici: è successo questo…lo scrivo?”.
    Pairetto: ”Per lo meno a pensare a chi gioca la settimana dopo… magari gli è venuto in mente dopo”.
    Bergamo: ”Io ci metto la mano sul fuoco che lui non ci ha nemmeno pensato che la partita dopo era Juve-Roma, ci scommetterei le palle ma lui non è un arbitro che può essere ingenuo cosi….”.
    Pairetto: ”Bisogna dirglielo però… se decidiamo di metterlo in B non è un problema, certo non litighiamo su Ayroldi…”.

  • Calciopoli 2: ecco le 74 telefonate proposte dalla difesa

    Le 75 intercettazioni “inedite” proposte dal collegio difensivo di Luciano Moggi per dimostrare quanto era diffusa tra la maggior parte delle società di intrattenere rapporti telefonici e non con i designatori. La difesa è sicura che attraverso la trascrizione di queste telefonate in quadro accusatorio non sarà più cosi netto e mistificativo nei confronti di Luciano Moggi bensì verrà fuori un modus operandi squallido si, ma comune a tutte le società italiane.

    La Gazzetta dello Sport, grimaldello dell’accusa quattro anni addietro adesso è più cauta nelle sue riflessione, in un articolo di questa mattina riporta il modo in cui sarebbero ripartite le telefonate tra i principali indiziati:

    • Facchetti: 41 telefonate

    17 con Paolo Bergamo
    10 con Pierluigi Pairetto
    5 con Antonio Ghirelli a quei tempi segretario della Federcalcio
    4 con Gennaro Mazzei designatore degli assistenti
    3 con Massimo De Santis
    1 con Innocenzo Mazzini,
    1 con Tullio Lanese

    • Moratti: 3 telefonate

    3 con Paolo Bergamo

    • Galliani: 8 telefonate

    3 con Paolo Bergamo
    3 con Pierluigi Pairetto
    2 con Innocenzo Mazzini

    • Meani: 1 telefonata

    1 con Massimo De Santis

    • Rino Foschi: 9 telefonate

    9 con Pierluigi Pairetto

    • Massimo Cellino: 3 telefonate

    2 con Paolo Bergamo
    1 con Pierluigi Paieretto

    • Lillo Foti: 4 telefonate

    4 con Paolo Bergamo

    • Renato Cipollini: 2 telefonate (pres Bologna)

    2 con Paolo Bergamo

    • Luciano Spalletti: 1 telefonata (all’epoca allenatore dell’Undinese)

    1 con Paolo Bergamo

    • 1 colloquio fra Bergamo e Pairetto
    • 1 fra il direttore sportivo della Roma Pradè e Mazzini
  • Clamoroso, dal Belgio: l’Inter comprò un arbitro in Champions nel 2004

    Chi sa se per un semplice caso o per alzar ancor più un polverone oggi, giorno della fatidica udienza al Processo a Calciopoli a Napoli che dalle aspettative della vigilia doveva riaprir il processo sportivo ed inserire all’interno del calderone anche l’Inter, dal Belgio rimbalza la voce di una presunta corruzione da parte della società del presidente Moratti nei confronti di un imprecisato arbitro durante la Champions League del 2004.

    Secondo Footgol.net la giustizia sportiva italiana sarebbe in possesso del materiale atto a provare la corruzione anche se a dir il vero pare un tentativo maldestro per far uno scoop da parte del sito belga.

    Con ogni probabilità, il sito fa riferimento ad una intercettazione tra Bergamo e Pairetto e cita come fonte il Corriere della Sera nella quale si parla di designazioni per la Champions League ma non aggiunge nulla di nuovo. L’intercettazione (che vi riportiamo a seguire) è conosciuta ormai da anni ed è agli atti del Processo.

    Facchetti: «e li han già deciso poi per le prossime partite?».
    Pairetto: «sì sulla seconda c’è Meier eh poi ok».
    Facchetti: «sulla seconda quella con…»
    Pairetto: «qual è non non».
    Facchetti: «non con il Valencia».
    Pairetto: «non quella…l’ult..qual è la terza di di».
    Facchetti: «la terza»
    Pairetto: «quella più importante che avete».
    Facchetti: «la terza è con l’Anderlecht eh la terza è l’Anderlecht».
    Pairetto: «non allora aspetta te lo…ce l’ho di là infatti avevo
    detto… ho fatto mettere Meier, no allora è la seconda perchè era la
    partita quella importante».
    Facchetti: «eh sì perchè dovrebbe essere».
    Pairetto: «allora dovrebbe essere quella adesso te…lo vado a
    prendere e te lo dico».
    Facchetti: «me lo dici».
    Pairetto: «te lo verifico si si si e te lo dico».
    Facchetti: «grazie».
    Pairetto: «e te lo dico subito perchè avevo fatto mettere Meier
    appunto perchè è un arbitro molto…»
    Facchetti: «sì perchè a Valencia»
    Pairetto: «affidabile, no no lì a Valencia è un ambientino…bello
    tosto, anche se ieri è stato un bel risultato, lui è stato bravo».
    Facchetti: «sì sì buono abbiamo sofferto fino all’ultimo perchè un gol
    solo non si sa mai».
    Pairetto: «sì sì infatti, poi loro in dieci quindi era un pò».
    Facchetti: «eh però sai si sbagliano».
    Pairetto: «eh si nel calcio basta un…sbagliare un calcio di rigore»
    Facchetti: «eh eh»
    Pairetto: «anche psicologicamente no è non è il massimo quindi».
    Facchetti: «eh sì ma»
    Pairetto: «va bene»
    Facchetti: «va bene fammi sapere»
    Pairetto: «allora ti chiamo e ti faccio sapere»
    Facchetti: «fammi sapere grazie»
    Pairetto: «per le tessere invece le hai già…»
    Facchetti: «sì le tessere sono, guarda abbiamo…pensa che ieri hanno
    consegnato»
    Pairetto: «si»
    Facchetti: «le tessere ai consiglieri sono»
    Pairetto: «solo fatte adesso proprio».
    Facchetti: «sono arrivate talmente in ritardo voi preferite mandarle a
    ritirare magari?».
    Pairetto: «Io posso magari anche chiedere se va a ritirarle»
    Facchetti: «Fammi sapere se»
    Pairetto: «magari dico alla persona che può andare a ritirare in
    sede?»
    Facchetti: «Aspetta aspetta che sento la signora»
    Pairetto: «sì così eventualmente…«
    Facchetti: «Monica, sono al telefono con Pairetto mi chiedeva le loro
    due te…sono li? gli dico di mandare a ritirare almeno così eh ? eh
    sì sì allora mi faccio dire il nome di chi viene a ritirarle grazie.
    Eccola se tu sono, erano li pronte».
    Pairetto: «Perfetto allora io adesso»
    Facchetti: «Mi sai dire il nome di chi viene a ritirare».
    Pairetto: «Te lo faccio sapere di chi viene a ritirarle il nome così».
    Facchetti: «sì perchè non si sa mai».
    Pairetto: «No, no se non passa un altro se le prende è chiaro».
    Facchetti: «va bene»
    Pairetto: «va bene allora così ti dico anche l’al…tutte e due le
    cose anche l’altra».
    Facchetti: «Grazie».
    Pairetto: «Ok grazie»
    Facchetti: «ciao».
    Pairetto: «buon appetito ciao».
    Un’altra telefonata è del 16 settembre 2004. Sono le 9,28 del mattino.
    Pairetto : «Pronto».
    Facchetti : «Sì, Pierluigi».
    omissis
    Pairetto: «Allora la seconda è Anderlecht non è Valencia».
    Facchetti: «La seconda non è ah ero convinto».
    Pairetto: «no, no infatti mi dicevo porca miseria che abbia confuso io
    e allora son andato a vedere ad Anderlech c’è Vassaras il greco».
    Facchetti: «chi è».
    Pairetto: «Vassaras».
    Facchetti: «ah Vassaras».
    Pairetto: «Vassaras si è un top class e la Mayer poi con il Valencia».
    Facchetti : «e là Mayer»
    Pairetto: «si che era quello che».
    Facchetti: «si ho visto ieri».
    Pairetto: «ha fatto bene».
    Facchetti: «si si ho visto che».
    omissis
    Facchetti: «chi passa a ritirare le tessere allora ?»
    Pairetto: «allora Santambrogio».
    Facchetti: «ah Santambrogio».
    Pairetto: «sempre Santambrogio».
    Facchetti: «va bene va bene»

  • Intercettazioni, Pairetto a Facchetti: “mi raccomando eh”

    Quando finiranno? Riusciranno a stupirci ancora? E’ davvero clamoroso tutto quello che sta uscendo fuori da questa nuova rivisitazione del processo a Calciopoli. Il lavoro di Moggi sta portando fuori un altra verità, che per carità non scagiona la Juventus ma obbliga a giustiziare anche gli altri colpevoli. L’intercettazione del giorno vede al telefono l’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti e il designatore Pairetto è l’11 febbraio 2005 e si parla di arbitri, stranieri e italiani ma ciò che stupisce è la raccomandazione alla riservatezza dell’ex arbitro al presidente.

    Pairetto: «Allora all’andata avete Paul Graham e invece a Milano avete Hauge norvegese. Paul l’hai già avuto, mentre a Porto avete Paul…».
    Facchetti: «Norvegese? Non l’ho mai avuto io…».
    Pairetto: «Paul l’hai già avuto quest’anno, molto bravo…».
    Facchetti: «Sì Paul, sì bene».
    Pairetto: «Direi bene onestamente… Tu? Tutto bene?».
    Facchetti: «Hai messo in forma Trefoloni?».
    Pairetto: «Sì, l’ultima volta era andato bene…».
    Facchetti: «Sì bravo sì…».
    Pairetto: «C’era stato quel problemino…».
    Facchetti: «Ok grazie grazie…».
    Pairetto: «Bene Giacinto in bocca al lupo ci sentiamo…».
    Facchetti: «Grazie grazie».
    Pairetto: «A presto mi raccomando eh, sai che sono sempre cose private eh, non si sanno, ecco queste cose qui…».
    Facchetti: «Sì, sono d’accordo…».
    Pairetto: «Proprio una cosa tra noi…».

  • Calciopoli: le verità del colonnello Auricchio e le accuse di Moggi al Milan e Meani

    Giornata importante quella di ieri per la ricostruzione di Calciopoli al processo penale in corso a Napoli è stato sentito il tenente colonnello Attilio Auricchio, responsabile della indagine off-side durata due anni e che portò alla squalifica della cosidetta cupola con a capo Luciano Moggi e i due desigantori arbitrali Bergamo e Pairetto. Il colonnello Auricchio in ben quattro ore spiega la genesi dell’inchiesta e come si è arrivato a capire i forti legami e condizionamenti che subiva il campionato di serie A.

    Si parte dai rapporti del Messina calcio con la Gea e Luciano Moggi, dalla dichiarazione di Franco dal Cin sulla cosidetta della combriccola romana alle intercettazioni a Moggi, Giraudo, l’arbitro De Santis e Bergamo e Pairetto fin alla scoperta delle schede segrete e la fitta rete di accordi. In aula presente Luciano Moggi, i due designatori e De Santis.

    Dopo aver assistito alla ricostruzione per circa quattro ore Luciano Moggi ha chiesto di rilasciare una dichiarazione spontanea puntando il dito sull’arbitro Rodomonti e i rapporti con Meani e con il Milan, proprio per evidenziare come le indagini a suo dire non hanno preso in considerazione tutto il contenuto delle intercettazioni.

    Il racconto della giornata di Sky

    Il racconto di Sportmediaset

  • Calciopoli: Moggi tuona “indagate notai e giornalisti”

    Calciopoli: Moggi tuona “indagate notai e giornalisti”

    Luciano MoggiDopo le dichiarazioni dei giorni scorsi dell’ex segretario del Can Martino Manfredi al tribunale di Napoli dove si è aperta la seconda fase del Processo a Calciopoli in cui svelava il “trucco” nella designazione dell’arbitro (dichiarazioni a dire il vero strumentalizzate dalla stampa, leggi qui) è arrivata la replica di chi è considerato il principale artefice dello scandalo che investì la serie A negli anni scorsi e che costò la serie B alla Juventus.

    Luciano Moggi rilascia delle dichiarazioni spontanee durante la seconda udienza programmata per oggi “Se questo è vero – ha detto l’ex dg bianconero -, il giornalista era parte della combine e andrebbe dunque indagato” riferendosi alla partita scudetto tra Milan e Juventus portata come esempio da Manfredi sollecitato da Narducci per far capire come avvenivano le combine. E continua Moggi “Non lo so se è vero – ha continuato Moggi – ma se così fosse sarebbero da indagare tutti i giornalisti sportivi e i notai che hanno partecipato ai vari sorteggi“.

  • Calciopoli: le dichiarazioni di Manfredi strumentalizzate, ecco la fedele trascrizione

    In questi anni si è più volte parlato del maxi processo a Calciopoli come una grandissima bolla di sapone basata su scoop giornalistici e fomentato dall’esposizione mediatica. Non volendo entrare nel merito, in attesa che la giustizia faccia il suo corso, mettendo finalmente alla gogna i colpevoli e portando a galla i fatti reali, gradiremmo però che gli organi di stampa questa volta facciano da fedeli cronisti del Processo in corso a Napoli evitando di strumentalizzare con l’ormai famosa strategia “divide et impera” di romana memoria.

    Le dichiarazioni dell’ex segretario del CAN estrapolate ieri dagli organi di stampa non facevano altro che aumentare i sospetti sul come avveniva il sorteggio arbitrale accusa peraltro già smentita da una sentenza della Corte di Appello del Tribunale di Roma.

    Per aiutarvi a farvi una vostra idea su questa vicenda riportiamo dal blog dell’Uccellino di Del Piero la trascizione integrale della deposizione rilasciata da Martino Manfredi alla Procura di Napoli.

    “Mi viene chiesto come poteva essere falsato il sorteggio arbitrale tanto da poter predeterminare gli abbinamenti arbitri-partite così come emerso e se in merito a tali aspetti possa avere in qualche modo conoscenza di specifiche circostanze. Rispondo affermativamente nel senso che ora intendo spiegare. Nel corso degli anni le sfere sono sempre state le stesse e con il passare del tempo le stesse presentavano visibili segni di usura. In particolare a causa dei difetti di apertura e chiusura delle sfere, nel corso dei sorteggi le stesse venivano battute per terra per aprirle e proprio tale azione meccanica aveva provocato con il passare del tempo una perdita della vernice nella parte della rigatura per l’avvitatura di ciascuna semisfera (erano palline di metallo laccate con vernice colorata, ndACB). Tale mancanza della verniciatura differiva da sfera a sfera per grandezza della chiazza. Tale usura riguardava in modo particolare le sfere di colore giallo contenente i biglietti indicanti gli arbitri mentre erano di numero inferiore quelle verdi e rosse che presentavano tali segni distintivi. Generalmente l’estrazione delle sfere avveniva prima delle partite e poi dell’arbitro ma non so indicare le volte in cui è avvenuto il contrario o in cui l’azione è avvenuta in contemporanea. Al sorteggio venivano portate un numero di buste corrispondente a seconda della stagione ad un numero di fascie in cui venivano suddivise le gare ovvero se il sorteggio prevedeva che le partite fossero suddivise in un dato numero di fascie. A tale numero corrispondeva naturalmente un medesimo numero di arbitri divisi per tale fascia. I sorteggi mediamente duravano poco, tra i 10 e i 15 minuti circa, e si svolgevano in un’atmosfera solitamente serena caratterizzata anche da pause dovute a scambi di battute fra i designatori e le persone presenti alla designazione tanto da determinare un atteggiamento solitamente amichevole e non certo di rigido controllo. Mi viene chiesto quindi a cosa potesse servire l’inserimento di una pallina gialla caratterizzata da segni distintivi e rispondo che ciò era legato all’esigenza dei due designatori di poter individuare una scelta arbitrale a loro gradita aggirando il sorteggio davanti al notaio. In pratica, il momento importante era rappresentato dalle pause di cui sopra accennato laddove Pairetto da una parte e il giornalista dall’altra rimanevano sospesi con le sfere tra le mani all’interno dell’urna stessa affermando la sfera prescelta o anche dopo che la sfera raccolta era stata portata fuori dall’urna e prima che fosse aperta. In pratica Pairetto, a cui spettava l’onere di scegliere la palla verde o rossa relativa alle partite, nel caso in cui era necessaria abbinare una scelta arbitrale individuata dai designatori, temporeggiva con scioltezza per qualche istante in attesa che il giornalista designato provvedesse a prendere la pallina gialla”.

    Il pm Narducci a questo punto interrompe il teste contestando al presidente le dichiarazioni e riportando uno stralcio della deposizione dello stesso Manfredi ai Carabinieri nel Maggio del 2006 “Torno a spiegare per farmi comprendere meglio la prassi regolare che Bergamo e Pairetto avrebbero dovuto osservare durante le fasi dell’estrazione delle palline. Pairetto doveva estrarre le palline relative alle partite. Si voleva che Pairetto doveva leggere il bigliettino relativo alla partita di calcio sorteggiata e solo in quel momento il giornalista scelto, che si trovava a fianco di Paolo Bergamo, avrebbe dovuto a sua volta estrarre la pallina contenente il nome dell’arbitro, così poi da poter determinare il regolare abbinamento partita-arbitro”. Quindi prosegue: “Sia in occasione dell’incontro Milan-Juve, sia in occasione di quest’altra gara di quel campionato – lasciamo stare per un attimo adesso di quale gara si tratta – mi sono accorto che Gigi Pairetto, magari contestalmente colloquiando con qualcuna delle persone presenti in sala, non aveva fatto la prescritta operazione da prassi, ma aveva indugiato ed aveva poi estratto realmente la pallina e letto il bigliettino della gara solo dopo che aveva notato quale era la pallina concretamente presa nelle mani dal giornalista”. E prosegue: “Cioè dunque le dice che al di là del colpo di tosse in questa circostanza ed in un’altra che lei non riesce a collocare esattamente nel tempo, aveva notato una variazione della prassi”.

    Ed ecco la risposta di Manfredi: ““Praticamente.. essendo comunque il giornalista a scegliere la pallina dell’arbitro.. il tergiversare era.. gli piaceva comunque mettere la mano dentro e girare in attesa della scelta del Pairetto della pallina della partita, quindi il tergiversare io lo intendevo dire.. magari mentre il Pairetto stava per prendere la pallina nel frattempo già il giornalista ha messo la mano dentro l’urna e girato le palline degli arbitri e scelto la pallina che avrebbe estratto dopo comunque che Pairetto avesse scelto la pallina della partita. Non so se sono stato chiaro..”