Tag: pierluigi bersani

  • Buffon “sostenitore accanito” di Monti

    Buffon “sostenitore accanito” di Monti

    Prima dello stop alla campagna elettorale e del sacro silenzio pre-voto, che scatterà alla mezzanotte di oggi, i partiti politici in corsa per le elezioni si stanno affannando nelle ultime ore alla ricerca dello sforzo finale, per cercare di convincere gli indecisi “last minute” e per rafforzare le convinzioni degli elettori già conquistati. Il clima è, ovviamente, infuocato ed incandescente, tra recriminazioni, false notizie, denunce a vario titolo e dimissioni dell’ultim’ora. Ciò che sorprende, poi, è il diretto coinvolgimento del mondo sportivo, con alcuni protagonisti che si sono messi a disposizione nel ruolo di testimonial, in stile americano, dei principali leader. Basti pensare, in tal senso, alla canoista Josefa Idem, supporter del candidato premier per la coalizione di centrosinistra Pierlugi Bersani, che due giorni fa lo ha seguito nella cosiddetta “Terza Camera dello Stato”, ossia “Porta a Porta”. Nel caso di Josefa Idem, i due sono legati da conoscenza personale ed amicizia, e secondo alcuni la canoista italo-tedesca potrebbe divenire il prossimo Ministro dello Sport se Bersani sarà il Presidente del Consiglio. Sempre a “Porta a Porta”, nella serata di ieri, era il turno dell’ultima intervista pre elettorale al Presidente Mario Monti che ha scelto come testimonial Gianluigi Buffon, portiere e capitano della Juventus e della Nazionale Italiana.

    Buffon si schiera con Monti | © Stu Forster/Getty Images Sport
    Buffon si schiera con Monti | © Stu Forster/Getty Images Sport

    A differenza del caso di Josefa Idem il rapporto tra Buffon e Monti non è un’amicizia personale, bensì una stima reciproca nata a distanza: il portiere, da cittadino interessato alla politica, si è identificato nello stile del Professore sobrio e rigoroso ed ha deciso di manifestargli, con una e-mail inviatagli nei primi giorni del mese di Gennaio, la sua ammirazione. Da allora, in concomitanza con la decisione di “salire in politica” di Monti, Buffon ha espresso il suo appoggio al candidato Premier pubblicando la stessa e-mail sulla propria pagina Facebook, per dovere e desiderio di trasparenza e chiarezza nei confronti dei suoi tifosi e dei suoi followers. Questa decisione ha fatto scaturire reazioni nettamente contrastanti fra gli stessi utenti che seguono la pagina di Gigi Buffon: alcuni hanno ritenuto corretto il fatto di esporsi pubblicamente in tal senso, mentre altri lo hanno valutato come un errore o, comunque, come una decisione non ben ponderata soprattutto poichè si è definito “un sostenitore accanito di Monti”.

    Di certo, quella di Gigi Buffon – anche considerando il suo ruolo di capitano della Nazionale Italiana – è una figura di peso, che per molti dovrebbe rimanere super partes in campo politico, mantenendo in privato le proprie preferenze. Per molti, la frase “a me non fa piacere dover pagare centinaia di migliaia di euro per l’IMU” è apparsa evidentemente come un profondo solco fra la percezione di un calciatore milionario e la percezione della gente comune, che ovviamente riferendosi all’IMU e, di conseguenza, al proprio patrimonio immobiliare, non paga centinaia di migliaia di euro ma fatica anche a sborsare poche centinaia di euro. Tuttavia, seppur risulti evidente il fatto che si tratti del punto di vista di un “privilegiato” che sottolinea il suo senso di responsabilità, è bene considerare che le parole di Buffon sul discorso tasse e, più in generale, a proposito della figura di Monti, riportano anche un messaggio differente.

    Si parla, infatti, dei valori di serietà, di preparazione e raziocinio che il Professor Monti ha riportato nella scena politica italiana, voltando pagina rispetto a chi incarnava “immaginari connotati carismatici” e che, per tali ragioni, non mostrava un’immagine edificante del nostro Paese nella scena internazionaleSi fa leva, poi, sulla necessità di “non prendere per il naso il popolo italiano” e di “riconnettersi alle domande e ai problemi dei cittadini” e, dunque, in tal senso Buffon dimostra di essere in grado di avere il “polso” della situazione, invocando una ritrovata onestà e citando un monito di Benedetto Croce per esprimere il malcontento diffuso e il disgusto del popolo verso ciò che riconduce alla “casta politica”.

    Rimane lecito chiedersi se fosse davvero opportuno schierarsi pubblicamente: ognuno, però, è ovviamente libero di farlo.

  • Juventus-Fiorentina: Stadium sold out, presenti Renzi e Bersani

    Juventus-Fiorentina: Stadium sold out, presenti Renzi e Bersani

    Juventus-Fiorentina non è mai un match come gli altri, perlomeno dal punto di vista dell’intensità emotiva con cui ci si prepara all’incontro-scontro ed indipendentemente dalle rispettive posizioni in classifica. E’ una sorta di Derby a distanza, sentito in particolar modo in riva all’Arno piuttosto che in riva al Po, ma che si alimenta da sè, senza bisogno di “stimoli esterni”. E’  una rivalità che esiste da sempre, e che sempre esisterà, anche se nel corso degli anni ha registrato qualche “picco”, come nel caso dello “sgarbo” compiuto dalla Signora che strappò a Firenze il suo pupillo Roberto Baggio, idolo della Fiesole, oppure in occasione dello scontro verbale (su temi politico-economici e, di riflesso, calcistici) tra la presidenza Viola dei Della Valle e l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, vicino alla Juventus per ovvi motivi. In questo Febbraio 2013 i temi “caldi” che potrebbero infiammare la gara non sembrano esservi, anche perchè la Juventus non è riuscita a mettere a segno il colpo Jovetic, una circostanza che i tifosi Viola non avrebbero mai potuto perdonare alla Juve. Ma, anche se Jo-Jo è rimasto in maglia Viola, come dicevamo, Juventus-Fiorentina si alimenta da sè, vive di vita propria, ed è perciò che si è già registrato il tutto esaurito allo Stadium, a ben quattro giorni di distanza dal match, in programma sabato alle ore 18.

    Juventus-Fiorentina, sfida senza tempo. Stadium sold out | © AFP/Getty Images
    Juventus-Fiorentina, sfida senza tempo. Stadium sold out | © AFP/Getty Images

    L’unica speranza di accaparrarsi un tagliando è che “si liberino quelli degli aventi diritto e, in tal caso, la vendita sarà riaperta il giorno 8 Febbraio” come annuncia il sito della Juventus. In verità, una piccola polemica tra i due club c’è stata, inerente proprio la questione biglietti: la dirigenza Viola, infatti, aveva protestato “con chi di dovere” per il prezzo dei biglietti (si parte da un minimo di quaranta euro, ndr) ritenuto eccessivo, ma “ognuno fa ciò che vuole“, come lo stesso presidente Andrea Della Valle ha concluso.

    Attorno all’attesissimo Juventus-Fiorentina ruotano, però, i problemi dei due tecnici costretti a fare i conti con una rosa decimata dalla partenze per le Nazionali, oltre che da squalifiche e infortuni. In casa Juventus saranno di sicuro assenti lo squalificato Bonucci, l’infortunato Chiellini, Asamoah in Coppa d’Africa, mentre sono in dubbio Giovinco e Marchisio che non sono stati convocati dal ct Prandelli per le non ottimali condizioni fisiche, oltre che Antonio Conte che, proprio come nel match di andata allo Stadio Franchi, seguirà la gara dalla tribuna, nel suo box riservato e schermato dello Juventus Stadium.  In casa Viola, invece, Montella non potrà disporre di Aquilani e Migliaccio per squalifica e di Sissoko (ex dell’incontro) impegnato in Coppa d’Africa, mentre Cuadrado potrebbe rientrare dall’impegno con la propria Nazionale colombiana proprio in extremis, nella giornata di venerdì.

    Ma anche con le  squadre decimate e prive di titolari importanti, ed anche se per la Juventus si avvicina sempre più l’attesissimo ottavo di andata di Champions League contro il Celtic, Juventus-Fiorentina non perde il suo fascino, al punto che allo Stadium potrebbero essere presenti due tifosi d’eccezione, che si troveranno a Torino per impegni elettorali ed approfitteranno per assistere al match, magari fianco e fianco per consolidare, aldilà della rivalità calcistica, il sodalizio collaborativo che si è creato in queste ultime settimane: il candidato presidente del Consiglio per il centro-sinistra Pierluigi Bersani, tifoso juventino, e Matteo Renzi, sindaco di Firenze oltre che “secondo” alle primarie del centro-sinistra, e tifosissimo Viola.

  • Bersani-Renzi, le primarie passano anche dallo sport

    Bersani-Renzi, le primarie passano anche dallo sport

    Pierluigi Bersani contro Matteo Renzi, il leader pacato contro il giovane rottamatore, il segretario del Partito democratico contro il sindaco di Firenze, che da mesi gira l’Italia in camper con il suo slogan “Adesso!”: un duello a distanza che, almeno fino al prossimo 25 di Novembre, accompagnerà gli italiani prima di conoscere il verdetto delle primarie del centrosinistra che, oltre a loro, coinvolgono anche Nichi Vendola, Laura Puppato e Bruno Tabacci.

    In particolar modo sul dualismo Bersani-Renzi è stata focalizzata l’intervista rilasciata ad Enrico Varriale, andata in onda in sintesi a “Stadio Sprint” e che verrà trasmessa integralmente a “Novanta minuti” di Rai Sport 1, e l’attenzione incentrata sul “testa a testa” tra i due ha suscitato le polemiche degli altri tre sfidanti, ai quali la Rai ha deciso di concedere “tre finestre di intervento” nella medesima trasmissione, per cercare di applicare una par condicio in termini di spazio concesso.

    Ma, a parte le polemiche, il confronto Bersani-Renzi ha presentato degli aspetti di grande interesse e curiosità soprattutto considerando le sostanziali divergenze che li contrappongono ad ampio raggio: sulle politiche del lavoro, sul fisco, sulle politiche economiche – come ben noto – ma anche sullo sport. D’altronde, almeno su quest’ultimo aspetto, era inevitabile fosse così: le posizioni calcistiche di un tifoso della Juventus e di un tifoso della Fiorentina sono tradizionalmente inconciliabili.

    Bersani e Renzi (foto) si sfidano per le primarie anche su temi sportivi
    Bersani e Renzi (foto) si sfidano per le primarie anche su temi sportivi | © FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images

    Per questo motivo, la prima domanda rivolta ai due ha voluto creare un parallelo sugli obiettivi stagionali di bianconeri e viola e le rispettive possibilità di vincere le primarie del centrosinistra e, poi, le successive elezioni di Marzo. In tal senso, la risposta di Pierluigi Bersani ha paragonato la positiva partenza della sua Juventus in campionato con la sua posizione in chiave primarie sottolineando, però, con la consueta e proverbiale pacatezza dei toni, che il “campionato è ancora lungo”. Nel caso di Matteo Renzi, invece, il parallelo riguarda la qualificazione della squadra di Vincenzo Montella alla prossima Champions League  ed il “diventare premier” da parte dell’attuale sindaco di Firenze: in tal senso, Renzi si dichiara possibilista riguardo entrambi gli aspetti, precisando ,però, con ironia che la sua città sembra più interessata alla vittoria della Fiorentina rispetto ad una sua affermazione politica a livello Nazionale.

    Oltre agli aspetti prettamente legati alla fede calcistica, inevitabile che i candidati alle primarie si esprimessero in tema sportivo anche sulla questione della rinuncia alla candidatura italiana per l’organizzazione delle olimpiadi del 2020, con la presa di posizione in tal senso da parte del presidente del consiglio Mario Monti nello scorso mese di Febbraio. In tal senso la spaccatura Bersani-Renzi è molto netta. Secondo il primo, infatti, la decisione di ritirare la candidatura è  stata “una scelta responsabile”, considerando il momento di forte crisi del Paese che non permettono un esborso di sedici miliardi come quello effettuato dall’ ottima organizzazione londinese.

    Dello stesso avviso anche Nichi Vendola, Laura Puppato e Bruno Tabacci mentre l’unica voce fuori dal coro è stata quella di Matteo Renzi che la definisce categoricamente come una “scelta sbagliata”, soprattutto considerando la recente esperienza di Londra 2012 che, secondo l’attuale sindaco di Firenze, è stata “una scommessa vinta dall’amministrazione della capitale inglese”.

    Differenti, poi, anche le posizioni in tema di problematiche connesse al mondo del calcio italiano. Secondo Pierluigi Bersani si tratta di un “sistema da rifondare”, analizzando criticamente gli innumerevoli scandali che lo hanno colpito negli ultimi anni – dai passaporti falsi a calciopoli a scommessopoli – minandone la credibilità; Matteo Renzi, invece, si è espresso in maniera meno netta, affermando che “non è un mondo da rifondare, ma un mondo dove molte cose non vanno”, al contrario di quanto affermato da Nichi Vendola, dalla Puppato e Tabacci che si sono allineati con Bersani sulla necessità di un “big bang” che rifondi alle fondamenta l’intero mondo dello sport nazionale.