Tag: pescara

  • Il Pescara riparte da Padova. Incognita Immobile per Zeman

    Il Pescara riparte da Padova. Incognita Immobile per Zeman

    Dopo il nefasto ultimo turno di campionato, con la morte del centrocampista del Livorno Piermario Morosini, è tempo di ritornare in campo per le squadre di Serie B. E a farlo sarà proprio la squadra che il 25enne giocatore bergamasco stava affrontando quando ha perso la vita, il Pescara, ospite di un Padova che necessità di punti in chiave play off. La squadra di Zeman però, dopo un periodo molto buio, proverà a risalire la china per non compromettere quanto di buono fatto sin qui e continuare a credere ancora nella promozione diretta in Serie A.

    Dal Canto avrà qualche problema di troppo: Legati sarà assente per squalifica mentre Cutolo, Milanetto, Hallenius e Jelenic saranno assenti causa infortunio. In porta andrà Perin. Davanti a lui difesa a quattro con Trevisan e Schiavi, quest’ultimo favorito su Portin, al centro della difesa, mentre Donati e Renzetti agiranno sugli esterni. Il trio davanti alla difesa sarà formato da Bovo, Italiano ed uno tra Marcolini e Jidayi, con l’italiano favorito. Bentivoglio poi giocherà in appoggio alle due punti che dovrebbero essere Ruopolo e Cacia, anche se Succi è in agguato.

    Ciro Immobile | © Claudio Villa/Getty Images

    Zeman dovrà invece rinunciare a Zanon causa un’infiammazione al ginocchio. Sempre in dubbio invece Immobile che in settimana ha rimediato una distorsione alla caviglia. Davanti ad Anania dunque difesa formata da Romagnoli e Capuano centrali, con Balzano spostato a destra e Bocchetti a sinistra. In mezzo al campo confermato il trio Nielsen, Verratti e Cascione mentre in avanti Sansovini e Insigne sono sicuri del posto mentre l’impiego di Immobile si deciderà all’ultimo anche se è probabile che il tecnico boemo si affidi a Caprari.

    Padova Pescara, le probabili formazioni:
    Padova (4-3-1-2): Perin; Donati, Schiavi, Trevisan, Renzetti; Bovo, Italiano, Marcolini; Bentivoglio; Ruopolo, Cacia. In panchina: Pelizzoli, Portin, Franco, Jidayi, Cuffa, Lazarevic, Succi. Allenatore: Dal Canto
    Pescara (4-3-3): Anania; Balzano, Romagnoli, Capuano, Bocchetti; Nielsen, Verratti, Cascione; Caprari, Sansovini, Insigne. In panchina: Ragni, Brosco, Kone, Togni, Gessa, Immobile, Maniero. Allenatore: Zeman.

  • Piermario Morosini, camera ardente a Bergamo

    Piermario Morosini, camera ardente a Bergamo

    E’ stata aperta questa mattina a Bergamo la camera ardente di Piermario Morosini, lo sfortunato giocatore del Livorno deceduto sabato scorso in seguito a un malore in campo.

    La chiesa di Monterosso è oggetto nelle ultime ore di un pellegrinaggio continuo di familiari del “Moro” e semplici tifosi, che hanno voluto accompagnare il calciatore in quest’ultimo viaggio terreno. Anna, la fidanzata di Morosini, è stata accanto al suo uomo per tutto il tempo, non riuscendo ad asciugare le lacrime che copiose sono scivolate lungo il suo viso.

    I funerali del calciatore si terranno nella giornata di domani, con il rituale funebre che avrà inizio alle ore 11.

    IN VENTIMILA DOMANI – Per la cerimonia di domani sono attese oltre ventimila persone. Ci sarà anche il commissario tecnico della Nazionale Prandelli, insieme al presidente della Figc Giancarlo Abete e il vice Demetrio Albertini. L’ex calciatore di Milan e Barcellona era stato uno dei primi a voler salutare personalmente Morosini poche ore dopo la morte sul campo del Pescara. Oltre alle figure istituzionali del calcio italiano, la chiesa bergamasca di Monterosso ospiterà anche i calciatori delle squadre di Livorno, Vicenza, Atalanta e lo stesso Pescara di Zeman.

    Il saluto del Picchi a Piermario Morosini | ©Laura Lezza/Getty Images
    MAXISCHERMI – Nel frattempo la città di Bergamo ha dato disposizione di allestire tre maxischermi, per consentire la visione a tutti coloro che non riusciranno a prendere posto in chiesa, che è in grado di contenere soltanto 600 persone.

    IL SALUTO DEL PICCHI – Ieri invece il saluto del Picchi, l’ultimo stadio del “Moro”. Uno stadio gremito ha reso omaggio al proprio beniamino. Commovente il lancio della maglia numero 25 da parte del presidente Aldo Spinelli al momento del passaggio dell’auto contenente la bara di Piermario Morosini. Il proprietario del Livorno ha proclamato che Morosini diventerà una bandiera del club toscano, annunciando che nessun altro giocatore del Livorno vestirà più il numero del “Moro”.

    GIRO DI CAMPO A LIVORNO DEL FERETRO DI PIERMARIO MOROSINI
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    IL PICCHI RENDE OMAGGIO A PIERMARIO MOROSINI, VIDEO
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  • Addio a Morosini, il tragico destino di un ragazzo provato dalla vita

    Addio a Morosini, il tragico destino di un ragazzo provato dalla vita

    Una partita come tante, una festa per tanti trasformata in tragedia. Per chi, come me era allo stadio Adriatico di Pescara per lavorare e raccontare le gesta sul rettangolo verde, come ‘ogni maledetta domenica’ verrebbe da dire citando un noto fil sullo sport, sarà difficile dimenticare. Un giovane di nemmeno 26 anni, che stava facendo ciò che sin da bambino ha amato, giocare a calcio, ci lascia. Dicono che “la morte più bella sia quella che ti coglie mentre fai ciò che ami di più”, ma non esiste una morte che non lasci dietro di sé dolore né può esistere un’esistenza che si spegne e possa essere definita migliore di altre.

    Era trascorsa appena mezz’ora dall’inizio del match e la sua squadra, il Livorno, era in vantaggio, a sorpresa, per due reti contro i padroni di casa del Pescara: Piermario Morisini improvvisamente si accascia al suolo. Piermario ha barcollato, tentennato, poi è caduto a faccia in giù. Resta scolpita nella mente l’immagine di quel momento, incancellabile. Attimi interminabili, secondi che sembrano celare dentro sé l’eternità. Dalla panchina del Pescara massaggiatore e medico, che erano i più vicini, sono schizzati in campo senza neanche attendere l’arbitro: massaggio cardiaco, respirazione artificiale, qualche segnale di ripresa. L’ambulanza tarda ad arrivare, i calciatori in campo si disperano, tanto i biancazzurri quanto gli amaranto, mentre qualcuno di loro, Verratti prima e Zanon con altri poi, istintivamente cercano una barella. L’ambulanza è stata bloccata all’ingresso da una macchina dei vigili urbani posizionata male. Sono minuti interminabili. La corsa all’Ospedale di Pescara. Per un’ora e mezza i medici in ospedale hanno poi provato a rianimare Morosini: tutto inutile, persino un pacemaker via endovena non è servito a far ripartire quel cuore. Piermario ci lascia.

    Piermario Morosini © Dino Panato/Getty Images

    Una morte assurda, che segue di appena due settimane un’altra morte, quella di Franco Mancini, preparatore dei portieri del Pescara, stroncato da un infarto all’improvviso. “Quando sono sceso in campo Morosini era in arresto cardiaco e respiratorio, abbiamo praticato il massaggio cardiaco per un’ora e mezza prima solo manualmente e poi con diversi strumenti, ma non c’é stato nulla da fare. Non si può dire se la causa sia cerebrale o cardiaca, questo può stabilirlo solo una eventuale autopsia“. Lo ha affermato all’Ansa il dott. Paloscia, responsabile dell’Unità Coronarica dell’Ospedale di Pescara, che era allo stadio come tifoso e che per primo ha tentato di rianimare il giocatore.

    All’esterno dell’Ospedale commozione e disperazione di calciatori, dirigenti e tifosi si unisce creando un vortice di emozioni violente ed indescrivibili.
    Ora è solo il tempo del silenzio e del cordoglio, il tempo di fermarsi a riflettere e ricordare un ragazzo che ci ha lasciato. E’ il tempo del rispetto. Il dramma consumatosi allo stadio Adriatico con il malore ed il successivo decesso di Piermario Morosini ha comportato il doveroso ed opportuno stop al calcio: non si gioca in questo weekend. Non c’è bisogno di sottolineare che è giusto così.

    La discussione sui controlli medici, sulla celerità dei soccorsi, sull’accertamento di eventuali responsabilità con il pm della Procura pescarese Valentina D’Agostino che ha disposto l’autopsia, già affidata all’anatomopatologo di Pescara Cristian D’Ovidio, avrà uno spazio nei giorni successivi.

    Pensavo che la vita l’avesse già provato fin troppo e invece è arrivata anche quest’ultima tragedia“: Mino Favini, responsabile del settore giovanile dell’Atalanta, ricorda così Piermario Morosini all’Ansa. “Aveva perso la mamma che era un bambino e poi il papà, poi il fratello handicappato si è suicidato e gli era rimasta la sorella, anche lei con handicap. Era triste, ma dolcissimo e disponibile“. La dolcezza è il ricordo che Piermario lascia: tanti amici e tanti colleghi hanno esperesso il proprio cordoglio ed inviato messaggi. ”Sembrava sorridesse, era bellissimo”, ha detto la fidanzata Anna dopo averlo visto in Ospedale. Un altro Angelo è volato in cielo, troppo presto, lasciando questa vita terrena di sofferenze.

    Ciao Piermario…

  • Chi era Piermario Morosini, il ricordo

    Chi era Piermario Morosini, il ricordo

    Correre dietro a un pallone e morire, perché? L’incredulità e lo smarrimento difronte a quest’ennesima tragedia nel mondo dello sport allunga i suoi rami spogli sul freddo lago delle lacrime.

    Morosini ha lottato fino all’ultimo contro un nemico oscuro che lo ha strappato dalle radici terrene. Forse un nemico senza volto, ma che il giovane calciatore ha saputo riconoscere dopo averlo incontrato troppe volte nella sua vita.

    Religioni, filosofie, scienza, nessuna di queste è ancora riuscita a dare un volto al destino, un filo invisibile la cui fragilità è imprevedibile. Pescara Livorno, cupo teatro di una morte assurda.

    Un sorriso che arriva dritto al cuore, due occhi che raccontano i 25 anni di un ragazzo solare e ricco di energia. Un passato triste, orfano di entrambi i genitori all’età di 17 anni, Morosini aveva perso anche il fratello disabile. Correva anche per loro “Moro”, che nello spazio di pochi anni sarebbe riuscito a coronare il sogno di diventare un calciatore professionista. E questo il destino non è riuscito a impedirlo.

    Fa il suo esordio tra i professionisti con la maglia dell’Udinese nella stagione 2005-2006, il 23 ottobre contro l’Inter al Friuli. In quell’anno debutta anche nelle competizioni europee, quando il 16 marzo 2006 è titolare contro il Levski Sofia, incontro valido per gli ottavi di finale di Coppa Uefa.

    piermario morosini | © Maurizio Lagana/Getty Images

    Il biennio che va dal 2007 al 2009 rappresenta forse il periodo più ricco di soddisfazioni per Morosini. Trasferitosi in prestito al Vicenza in Serie B, giovane centrocampista segna il suo primo e unico gol tra i professionisti, durante la sfida fra Modena Vicenza del 18 marzo 2008. L’anno dopo ottenne la chiamata dall’allora commissario tecnico dell’Under 21 Casiraghi. Morosini totalizzò due presenze nell’Europeo, e contribuì alla conquista delle semifinali.

    La sua esperienza in Serie B prosegue l’anno successivo in prestito alla Reggina, per poi avere una nuova parentesi al Vicenza. Quest’anno il ritorno al Friuli, dove però non riuscirà a trovare spazio, e quindi il ritorno nel campionato cadetto con la maglia del Livorno, fino al tragico epilogo del maledetto pomeriggio di ieri, quando il suo cuore ha smesso di battere all’improvviso.

    Lo amavano in tanti, per prima la sua fidanzata Anna, con la quale aveva appena trascorso le festività pasquali all’isola d’Elba, terra sconosciuta fino ad allora per Morosini, dalla quale ne era rimasto affascinato. Una delle passioni più forti del 25 enne era la musica, aveva una predilezione per Luciano Ligabue. Il pallone gli aveva regalato grandi amicizie, fra cui quella con il portiere del Verona Pierluigi Frattali. Nelle ultime ore l’estremo difensore dell’Hellas ha postato su Twitter una bellissima immagine che li ritrae insieme al Camp Nou, il tempio del calcio, il sogno per qualunque giocatore.

    Moro, abbracciali tutti lassù

    OMAGGIO A PIERMARIO MOROSINI, VIDEO
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  • Morte Morosini, è polemica ambulanza bloccata dai vigili urbani

    Morte Morosini, è polemica ambulanza bloccata dai vigili urbani

    La morte del centrocampista del Livorno Piermario Morosini lascia degli interrogativi dovuti ai soccorsi. L’ambulanza infatti ha impiegato diversi minuti, circa 3 o 4, prima di fare il proprio ingresso sul manto erboso dell’Adriatico e permettere al 25enne giocatore amaranto di essere trasportato verso l’ospedale cittadino. Il motivo? Una macchina dei vigili urbani ostruiva l’ingresso sul campo da gioco. E così si sono persi secondi, per alcuni ininfluenti, per altri importanti, fatto sta che diverse persone presenti hanno immortalato la scena.

    Ci hanno pensato i vigili del fuoco a rompere uno dei vetri dell’autovettura, abbassando così il freno a mano e spingendo il mezzo in modo da rimuoverlo dal punto d’ingresso al campo da gioco e lasciando cosi lo spazio all’ambulanza affinché facesse ingresso sul terreno. Basti pensare che la barella è arrivata in campo attraverso l’ausilio di alcuni giocatori del Pescara che hanno intuito il tutto e si sono lanciati verso la zona in cui era ferma l’ambulanza.

    Pescara – Livorno l'arrivo dell'ambulanza
    Tanto è bastato per scatenare proteste e indignazioni sul web, nonostante per il primario di cardiologia dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, Leonardo Paloscia, tale ritardo non sia risultato decisivo ai fini della salvezza di Morosini.

    Nonostante tutto però il Comune di Pescara avvierà un’indagine interna e aiuterà l’autorità giudiziaria al fine di far luce sulla vicenda in questione. Proprio in queste ore, tra l’altro, è in corso una riunione presso la sede dei vigili urbani di Pescara per ricostruire gli attimi che hanno portato alla morte di Piermario Morosini, durante Pescara Livorno. Presenti il comandante Carlo Maggitti, l’assessore alla Sanità del Comune abruzzese Roberto Renzetti ed esponenti delle forze di polizia. Nelle prossime ore sono attese novità in tal senso, ma in questo caso è chiara e palese la responsabilità di chi ha lasciato l’auto in un punto cosi strategico facendo perdere ai soccorritori secondi importanti.

    Video Piermario Morosini si accascia in campo
    La Serie A si ferma per la morte di Morosini

  • Morto Morosini malore in campo durante Pescara – Livorno

    Morto Morosini malore in campo durante Pescara – Livorno

    Nuovo dramma nel mondo del calcio questa volta, purtroppo, la notizia spiacevole ci giunge da vicino: Piermario Morosini, centrocampista del Livorno, è morto in seguito ad un improvviso malore accusato durante la gara di campionato di Serie B tra il Pescara e la squadra toscana allo Stadio Adriatico, partita che è stata sospesa immediatamente. Al 31′ del primo tempo Morosini è caduto a terra senza essere colpito da nessuno. Ha provato per due volte a rialzarsi, poi è finito giù. Il compagno di squadra Schiattarella ha lanciato per primo l’allarme, poi sono intervenuti i medici che gli hanno praticato un massaggio cardiaco con l’ausilio di un defribillatore. Dopo circa 4 minuti è arriva l’ambulanza che ha portato via Morosini. Anche sugli spalti un tifoso ha avuto un malore ed è stato soccorso.

    Piermario Morosini | © Maurizio Lagana / Getty Images

    Il giocatore è stato portato in ospedale in ambulanza tra le lacrime dei compagni che inermi hanno assistito al dramma. I giocatori toscani, con le mani fra i capelli sono infatti rientrati nel tunnel degli spogliatoi. Morosini è stato trasportato all’Ospedale Civile Santo Spirito di Pescara. La gara è stata sospesa, e anche dagli spalti, accortasi subito della gravità dei fatti, sono giunti immediati i cori dei tifosi: “Sospendete la partita“, mentre l’unico a rimanere in campo è stato Zeman, forse scosso dall’accaduto.

    Fino a quel momento, la partita era sul risultato di 2-0 per il Livorno. I toscani sono passati in vantaggio al 4’ di gioco con Dionisi: angolo di Schiattarella e colpo di testa vincente dell’attaccante all’undicesimo centro in campionato. Otto minuti dopo il raddoppio arriva con Belingheri su punizione.
    I fatti di oggi richiamano alla memoria quelli avvenuti circa un mese e che videro protagonista Fabrice Muamba, il calciatore si era accasciato sul campo durante l’incontro tra Bolton e Tottenham. Purtroppo però questa volta l’epilogo è triste Piermario Morosini non ce l’ha fatta. Il cuore del centrocampista non ha retto rendendo vane tutte le pratiche di rianimazione compiute in ospedale. Aveva soltanto 26 anni.

    Video malore Piermario Morosini Pescara – Livorno
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  • Pescara in crisi? Zeman non ci sta e sbotta

    Pescara in crisi? Zeman non ci sta e sbotta

    L’allenatore del Pescara, Zdenek Zeman, oggi è tornato a parlare dopo un personale silenzio stampa inaugurato nel post derby di Ascoli quando alcune clamorose sviste arbitrali avevano penalizzato la sua squadra. Un punto nelle ultime 4 gare con ben tre sconfitte consecutive: il momento no del suo Pescara è, a giudizio del tecnico boemo, fortemente influenzato dalle sviste delle terne arbitrali che hanno diretto le gare del suo team in questo mese (il Pescara non vince dalla trasferta di cittadella del 10 Marzo).

    Riprende dunque la parole Zdenek Zeman tuonando ancora una volta contro il mondo arbitrale: “Sono ancora preso dalla morte di Mancini, ma bisogna andare avanti”, dichiara circa la scomparsa dell’amico e collaboratore venuto a mancare appena 7 giorni fa all’improvviso. “Dopo la partita di Ascoli – ha detto il tecnico ex Roma e Foggia – avevo deciso di entrare in silenzio stampa per non parlare di arbitri. Oggi purtroppo devo però tornare sull’argomento perchè purtroppo, sotto questo aspetto, si sta continuando come prima e forse più di prima. Io sono quì a chiedere che squadra, società e tifosi del Pescara meritano più rispetto. Con Ascoli, Brescia, Bari e Varese abbiamo perso subito evidenti torti, a causa di grossolani errori commessi dagli arbitri – ha insistito Zeman con grande grinta e piglio battagliero – A noi per questo mancano 8 punti, altrimenti ora ne avremmo 70 e saremmo primi. Ci sono stati degli errori gravi e ci sono le immagini e le prove documentali che testimoniano quello che sto dicendo.

    Zdenek Zeman | ©Getty Images

    Sento dire che il Pescara è in crisi, ma io sono venuto a dire che non è così. Voi giornalisti dovreste piuttosto far vedere in tv gli errori commessi ai nostri danni ad Ascoli, e nelle gare con Brescia, Bari e Varese. Mi aspettavo qualche parola di scusa da parte di chi è al vertice, ma non ho sentito nulla di tutto questo. Mi risulta poi che per esempio Ciampi domani arbitrerà in serie A. Tutti dicono che arbitrare il Pescara è difficile. Probabilmente è così, ma non per questo gli episodi devono essere a nostro favore“. Poi dice sorridendo: “ho letto Zemanlandia sparita, ora ve lo faccio vedere io se è finita“. Con gli auguri per la Santa Pasqua, infine, saluta.

  • Varese – Pescara 2-1, Granoche acuisce la crisi degli abruzzesi. Video

    Varese – Pescara 2-1, Granoche acuisce la crisi degli abruzzesi. Video

    Centra il colpaccio il Varese che batte in rimonta un Pescara in piena crisi e consolida la propria posizione in ottica play off. Alla squadra di Zeman non basta la buona volontà per evitare il terzo ko di fila: merito di un Varese che ha risposto alla grande alle sollecitazioni del proprio tecnico Maran e che è riuscito a ribaltare la marcatura di Caprari grazie alla doppietta di Granoche. Per gli abruzzesi dunque c’è il rischio che le prime due posizioni si allontanino ancora di più adesso considerando che le altre contendenti devono ancora scendere in campo. Per i lombardi tre punti che al momento significano quinto posto e minacce delle altre formazioni, Sampdoria e Brescia su tutte, per ora respinte.

    Padroni di casa scesi in campo con la stessa formazione prevista alla vigilia: Neto Pereira dunque vince il ballottaggio con Plasmati e si schiera accanto a Granoche. Dall’altra parte Zeman sorprende tutti e si gioca la carta Caprari al posto di Sansovini. In panchina anche Romagnoli: al suo posto c’è Brosco. Il match si rivela subito scoppiettante con la formazione di Maran che per prima si fa viva dalle parti del portiere avversario: è il 13’ infatti quando Nadarevic serve Granoche il quale da buona posizione calcia male ma nonostante tutto la palla arriva a Kurtic che però non sa fare meglio del compagno. Pronta la reazione del Pescara vicinissimo al gol: Immobile approfitta di uno svarione di Bressan a seguito di un rinvio e prova a beffarlo di prima intenzione, ma l’estremo difensore dei lombardi è bravo a deviare la sfera sul palo.

    Ma il Pescara è squadra molto temibile in avanti e al 25’ passa: Caprari, schierato a sorpresa da Zeman, raccoglie al meglio un assist di Immobile e davanti a Bressan, di destro, non sbaglia. Granoche, appena 4’ dopo, avrebbe la palla del pari, ma Verratti sulla linea bianca di porta gli dice di no. Spingono tanto i ragazzi di Maran fino a che, al 40’, non raggiungono il pareggio: Filipe lascia partire un cross per Granoche il quale stoppa e poi calcia di sinistro superando Anania. Prima della fine del tempo ecco le proteste della squadra di Zeman: Caprari viene atterrato in area da Kurtic ma l’arbitro lascia proseguire.

    Pablo Granoche © Marco Luzzani/Getty Images

    Comincia la ripresa e Granoche potrebbe trovare la rete del sorpasso ma non è letale davanti ad Anania dopo appena 3’. Lo stesso attaccante sudamericano non ci sta a al 13’ riesce nell’intento di gonfiare la rete: stavolta approfitta di una dormita di Capuano e fulmina Anania. Tutto da rifare dunque per il Pescara che si getta a capofitto nella metà campo lombarda e al 16’ manca di un soffio il pareggio: gran tiro di Insigne ma palla che centra in pieno il palo. La pressione degli ospiti sale, e Zeman si gioca anche la carta Soddimo al posto di Caprari.

    Al 32’ ci prova Cascione, ma Cacciatore è provvidenziale e sventa tutto. Il Varese a questo punto si chiude bene e manca il tris con De Luca. Finisce così con un successo prezioso dei lombardi che sperano adesso in alcuni risultati favorevoli dagli altri campi. Pescara in crisi nera: urge una svolta altrimenti la promozione diretta in Serie A rischia di diventare una chimera.

    La video sintesi di Varese Pescara:
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  • Varese – Pescara, le formazioni. Maran punta tutto su Neto Pereira

    Varese – Pescara, le formazioni. Maran punta tutto su Neto Pereira

    Sfida d’alta quota nell’anticipo di Serie B tra Varese e Pescara. I lombardi non possono permettersi passi falsi in ottica play off mentre gli ospiti, in un periodo no dopo la morte del preparatore atletico Mancini e il ko interno contro il Bari, puntano ad uscire dall’incubo e a riprendere la marcia verso la Serie A interrotta qualche settimana fa e che ha costretto gli uomini di Zeman al quarto posto in classifica dietro Torino, Sassuolo e Verona.

    Un match tra di squadre che hanno disputato un ottimo campionato dunque anche se arrivano a questo appuntamento non al top. Il tecnico di casa Maran infatti deve rinunciare allo squalificato Zecchin e agli infortunati Rivas, Corti e Pettinari. Tuttavia non sarà variato il classico 4-4-2, con Bressan tra i pali, difesa formata da Cacciatore e Grillo laterali con Troest e Terlizzi centrali. In mezzo al campo Filipe e Kurtic mentre Nadarevic e De Luca spingeranno sulle corsie laterali, e l’attacco sarà formato da Granoche e Neto Pereira, quest’ultimo favorito su Plasmati a sua volta destinato alla panchina.

    Neto Pereira © Giuseppe Bellini/Getty Images

    Qualche defezione anche per Zeman che deve far fronte all’assenza per squalifica di Zanon e a quelle per infortunio di Kone e Martin. Nel classico 4-3-3 del boemo davanti ad Anania trovano spazio Romagnoli e Capuano centrali con Balzano e Bocchetti esterni. Il trio di centrocampo, complice il ko di Kone, sarà formato da Nielsen, Verratti e Cascione, con Caprari destinato cosi alla panchina, mentre in attacco ecco il trio delle meraviglie, quello formato da Sansovini, Immobile e Insigne.

    Varese Pescara, le probabili formazioni:
    VARESE (4-4-2): Bressan; Cacciatore, Troest, Terlizzi, Grillo; Nadarevic, Filipe, Kurtic, De Luca; Neto Pereira, Granoche. In panchina: Moreau, Pucino, Camisa, Damonte, Lepore, Martinetti, Plasmati. Allenatore: Maran
    PESCARA (4-3-3): Anania; Balzano, Romagnoli, Capuano, Bocchetti; Nielsen, Verratti, Cascione; Sansovini, Immobile, Insigne. In panchina: Ragni, Brosco, Perrotta, Gessa, Soddimo, Caprari, Maniero. Allenatore: Zeman

  • E’ morto Francesco Mancini, Pescara sotto shock

    E’ morto Francesco Mancini, Pescara sotto shock

    Una notizia tristissima e inattesa sconvolge il calcio italiano nel giorno prima del week end calcistico, è morto a soli 43 anni Francesco Mancini portiere del Foggia dei record e adesso preparatore atletico del Pescara di Zeman. L’ex portiere era un uomo di fiducia del tecnico boemo tanto da averlo voluto prima come giocatore nel Foggia con cui ha giocato per quasi 10 stagioni difendendo i pali nella scalata dalla serie C fino alla serie A diventando uno dei primi portieri da calcio moderno. Francesco Mancini infatti interpretava al meglio il modulo di Zeman trasformandosi spesso in libero uscendo alla disperata o comunque prendendosi l’onere di far ripartire l’azione da fuori l’area di rigore. Nella sua carriera agonistica oltre alla maglia del Foggia ha difeso per un breve periodo la maglia della Lazio prima delle importanti esperienze con la maglia del Bari e del Napoli. Diventando un pupillo dei tifosi, chiude la carriera agonistica al Fortis Trani dopo aver vestito anche le maglie di Pisa, Sambenedettese, Teramo, Salernitana e Martina.

    Francesco Mancini ai tempi del Napoli | ©Claudio Villa /Getty Images
    Francesco Mancini, la causa della morte. Il preparatore dei portiere del Pescara Calcio è stato trovato in gravi condizioni dalla moglie di rientro in casa, il tempestivo intervento del 118 non ha però sortito l’effetto sperato costringendo i sanitari a dichiararne la morte. La causa, ancora non ufficiale, sembra esser un infarto ma la conferma si avrà solo dopo l’autopsia. Questa mattina Francesco Mancini avevo diretto l’ultimo allenamento prima della partita contro il Bari in programma questo pomeriggio per poi far ritorno a casa dove ha avuto il malore.

    Scoperto l’accaduto Zeman è scoppiato in lacrime mentre il presidente del Pescara affranto ha così commentato “Siamo sconvolti. Quando ho saputo la notizia, non volevo crederci. Pescara perde un ragazzo eccezionale e un professionista serio. Francesco era una persona dall’umanità incredibile. Aveva giocato ad alti livelli, ma fuori dal campo era una persona semplice ed umile. Un ragazzo da dieci e lode. Ci mancherà da matti”. La partita questo pomeriggio si giocherà ugualmente in quanto la Lega ha rigettato la richiesta di rinvio presentata dal Pescara e accettata dal Bari, squadra di cui Francesco Mancini è stato una bandiera.

    Video Un piccolo ricordo di Francesco Mancini apparso in serata su Youtube
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