Tag: pep guardiola

  • Iffhs, Guardiola miglior allenatore 2011

    Iffhs, Guardiola miglior allenatore 2011

    E’ Pep Guardiola il miglior allenatore del 2011 secondo l’Iffhs, l’Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio. L’allenatore del Barcellona ha vinto il premio speciale precedendo in graduatoria il suo “acerrimo rivale” Josè Mourinho succedendogli anche nell’albo d’oro: 201 i voti raccolti dall’allenatore vincitutto con il suo Barcellona, 112 le preferenze ricevute dallo Special One del Real Madrid. Per Guardiola è il secondo riconoscimento dopo aver vinto il premio di miglior allenatore dell’anno anche nel 2009 mettendosi alle spalle di Mourinho che conduce con 3 successi (2004, 2005 e 2010)

    Pep Guardiola | © LLUIS GENE/AFP/Getty Images

    Sul podio sale un mostro sacro del calcio internazionale, Sir Alex Ferguson, che attualmente sta vivendo un periodo difficile con il suo Manchester United, eliminato nella fase a gironi della Champions League (cosa che non accadeva dal 2005) e reduce da due sconfitte consecutive in Premier League entrambe pesantissime subendo 3 gol con Blackburn, in casa, e Newcastle. Il condottiero dei Red Devils raccoglie 107 voti in una stagione che comunque ha visto lo United vincere la Premier e arrivare in finale in Champions arrendendosi soltanto all’invincibile armata catalana di Pep Guardiola.

    Ai margini del podio la rivelazione del 2011 Andrè Villas Boas, il tecnico che ha portato il Porto alla conquista della Primeira Liga e della Europa League nella scorsa stagione. Per lo Special Two, passato in estate al Chelsea e con il quale sta incontrando non poche difficoltà soprattutto in campionato, 78 preferenze che gli hanno consentito di terminare davanti all’unico allenatore italiano presente nella graduatoria stilata dalla Iffhs, Roberto Mancini. Per il tecnico del Manchester City, primo attualmente nel campionato inglese e vincitore dell’ultima FA Cup, 45 voti che gli sono valsi il quinto posto.

    A proposito di italiani, non figura nella speciale classifica l’allenatore che ha vinto la Serie A al suo primo anno al Milan, ovvero Massimiliano Allegri. La vittoria di un allenatore di casa nostra manca dal 2007 quando allora fu Carlo Ancelotti, proprio alla guida dei rossoneri, a vincere il premio di miglior allenatore dell’anno.

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    Manchester United a picco, è la fine del ciclo Ferguson?

    Il Manchester United perde ancora. Gli uomini di Ferguson cadono sul campo del Newcastle per 3-0 e vedono allontanarsi la vetta, occupata dal City di Mancini che ha un margine di 3 punti sui Red Devils. Quella che si sta profilando all’orizzonte sembra essere la stagione che pone la parola fine sulla parabola miracolosa della leggenda scozzese, in sella allo United da un quarto di secolo. Riuscirà Sir Alex a raddrizzare un’annata fallimentare, che ha già raccontato ai tifosi inglesi dell’eliminazione dei propri idoli dalla Champions League e ora profetizza allo stesso Old Trafford la triste fine di un’era ricca di successi e trionfi?

    manchester united | © getty images

    PREMIER – Le due sconfitte consecutive, clamorosa quella subita in casa la settimana scorsa per opera del Blackburn ultimo in classifica, suonano da campanello d’allarme per un Titanic che sta affondando nel gelido mare della Manica. Le recenti delusioni hanno infatti vanificato quella che era stata una splendida rimonta ai danni dei cugini Citizens, i quali dopo poche giornate erano riusciti a fuggire con oltre 10 punti di vantaggio. La cavalcata trionfale, culminata il giorno di Santo Stefano con la vittoria casalinga sul Wigan e il contemporaneo pareggio della squadra di Roberto Mancini sul campo del West Bromwich, si è interrotta sul più bello, lasciando allo United quintali di carbone nella calza della Befana. Dopo 20 giornate, i Red Devils sono secondi, con 14 partite vinte, tre pareggi e altrettante sconfitte. Un ruolino di marcia che non desterebbe preoccupazione, se solo non fosse atterrato in questa stagione il ciclone City. La squadra del tecnico italiano sembra inarrestabile e l’ultima vittoria per 3-0 contro il Liverpool ha conferito un senso di onnipotenza all’immagine dei Citizens.

    CHAMPIONS LEAGUE – Non bastasse l’incubo del City in Premier, i tifosi del Manchester hanno assistito al film dell’orrore nella manifestazione europea che li aveva visti protagonisti assoluti negli ultimi anni (finalista in tre delle ultime quattro stagioni e vittoria nell’edizione 2007-2008, nella drammatica lotteria dei rigori contro il Chelsea). La sconosciuta Basilea è riuscita nell’impresa di eliminare i Red Devils, arrivati terzi nel proprio girone alle spalle degli svizzeri e del Benfica. L’onta dell’Europa League è realtà. Riuscirà Ferguson a motivare gente come Rooney, Nani, Ferdinand, Vidic nell’andare a conquistare il successo nell’Europa di Serie B?

    OMBRA GUARDIOLA – Negli ultimi giorni il nome del tecnico blaugrana è stato accostato alla panchina dello United. L’ombra di “Pep” Guardiola si allunga, e rischia di inghiottire definitivamente la luce opaca dello scozzese, per il quale lo spagnolo non ha mai nascosto la sua devozione. Il 2012, Maya permettendo, sarà forse un anno storico, quello che tutti gli almanacchi registreranno come l’ultimo anno da allenatore di Sir Alex Ferguson.

  • Guardiola via dal Barcellona? Inter e United in agguato

    Guardiola via dal Barcellona? Inter e United in agguato

    Il pre-partita della sfida di Copa del Rey fra Barcellona e Osasuna regala ai tifosi di Inter e Manchester United un inaspettato sogno da cullare in questo mese di gennaio: avere Pep Guardiola come allenatore della propria squadra. Le dichiarazioni del tecnico blaugrana faranno presto il giro del mondo e al Camp Nou iniziano a fare gli scongiuri. Perderlo significherebbe la fine di un ciclo forse irripetibile per il club spagnolo.

    pep guardiola | © KAZUHIRO NOGI/AFP/Getty Images

    Guardiola è così, non da mai niente per scontato. Qualunque avversario debba incontrare, l’ex centrocampista del Brescia è sempre attento a non sottovalutarlo. Lo ricordiamo contro l’Al Saad, nella semifinale del Mondiale per Club, quando nella conferenza stampa del giorno precedente alla sfida contro l’undici saudita aveva avvertito i suoi uomini a giocare con più aggressività rispetto agli arabi, altrimenti avrebbero perso. Sappiamo tutti come poi andò a finire la partita e la competizione. Cosa vuole trasmettere a Messi e compagni Guardiola quando rilascia certe dichiarazioni che agli occhi dei giornalisti presenti in sala potrebbero suscitare ilarità?

    “Il mio rinnovo? Se avessi preso una decisione, il presidente Rosell ne sarebbe già al corrente. Tranquilli, so cosa faccio.”

    Appunto, il condottiero del Barça campione d’Europa e del Mondo in carica sa esattamente quello che fa. Già l’anno scorso in primavera aveva pronunciato parole molto simili che allarmarono l’intero ambiente blaugrana. A fine stagione il Barcellona vinse la Champions League contro il Manchester United, la Supercoppa europea contro il Porto e qualche mese più tardi battendo il Santos si è issata sul gradino più alto del mondo. E se Guardiola agisse in questo modo soltanto per far trovare alla squadra nuove motivazioni oltre alla vittoria di  un trofeo? E se invece il tecnico spagnolo ha deciso di lasciare davvero il club più forte dell’ultimo secolo?

    A Manchester vive da oltre vent’anni la leggenda di nome Ferguson, più volte ammirata dallo stesso blaugrana. Un’avventura in Premier come successore di Sir Alex lo stuzzicherebbe non poco. Guardiola però è legatissimo all’Italia, dove appena può torna per assistere alle partite del suo Brescia. Sono insistenti le voci che vedono il numero uno dell’Inter Massimo Moratti inseguire da oltre due anni “Pep”. Che sia la volta buona? Una nuova rivoluzione estiva, lo stravolgimento di un progetto iniziato poco meno di 6 mesi fa. Una storia che i tifosi nerazzurri conoscono bene. Ma se la rivoluzione è dettata da Guardiola potrebbero chiudere un occhio, anche due.

  • Santos Barcellona, le pagelle. Perfetto Messi, Neymar rimandato

    Santos Barcellona, le pagelle. Perfetto Messi, Neymar rimandato

    Ci sono squadre che pur vincendo tutto, come l’Inter nello scorso biennio, danno la sensazione di esser forti ma non invincibile poi ce ne sono altre che la vittoria è praticamente scontata tanto da non far notizia. Il rischio che corre questo Barcellona è proprio questo, l’assuefazione dalla vittoria, il successo che non fa più notizia. Santos Barcellona è stata forse l’occasione per ammirare la forza di Messi e compagni in maniera globale ma il divario tra le due squadre era così netto che ci sembra assurdo infierire sui brasiliani, anche se l’inconsistenza di Neymar e Ganso deve far riflettere un po tutti diffidando di chi pensa a campioni già pronti all’Europa. Di Barcellona Santos oltre alle giocate di Messi mi piace ricordare le geometrie di un meraviglio Xavi, l’intelligenza di Fabregas ma anche la prova di sacrificio di Iniesta.

    Le pagelle di Santos Barcellona

    Messi vs Neymar Santos Barcellona| ©KAZUHIRO NOGI/AFP/Getty Images
    Rafael 6 Viene quasi giustiziato a pallonate dal Barcellona, non può nulla sui gol anche se su Xavi potrebbe far qualcosa in più.
    Danilo 5 Il terzo della tribù dei predestinati vive, al pari dei suoi compagni, una giornata da dimenticare. Ramalho lo richiama dopo mezzora
    Edu Dracena 5,5 E’ l’ultimo a perder la bussola ma non è esente da errori
    Durval 5 Pesante il suo errore in occasione della prima rete
    Leo 5 Ha la sfortuna di trovarsi Dani Alves sulla sua fascia. Confronto improponibile.
    Bruno Rodrigo 4,5 Spesso fuori posizione la sua prova è disastrosa.
    Henrique 5,5 Uno dei pochi a non mollare, l’impegno c’è ma i palloni giocabili sono pochi.
    Arouca 5 Troppo lento per contrastare il ceontrocampo catalano
    Ganso 5 Che non è un fulmine si sapeva, dalla sua qualità però ci aspettavamo qualche lavoro in più al servizio della squadra.
    Borges 6 Prova ad aiutare la squadra sdoppiandosi in un massacrante lavoro di contenimento e riproponendosi sempre per il passaggio negli spazi aperti.
    Neymar 5 Puyol e Piquè vivono una giornata tranquilla. E’ praticamente fuori dalla partita e sbaglia due grosse occasione per la gloria.

    Valdes 6,5 Nella ripresa si merita la pagnotta con due buoni interventi
    Dani Alves 7 Devastante sulla destra gioca quasi da attaccante
    Puyol 6,5 Il capitano ha ritrovato forma e sostanza
    Piquè 6 partita tranquilla, ingenuo sulla ammonizione
    Abidal 6 Si limita nella spinta ma fa il suo lavoro alla grande
    Busquets 6,5 Quando i brasiliani riconquistano palla lui è sempre pronto a tamponare
    Xavi 7,5 Merita il pallone d’oro al pari di Messi. I suoi piedi sono poesia
    Iniesta 6,5 Serata da gregario
    Fabregas 7 Tocca meno palloni rispetto ai tempi dell’Arsenal ma i suoi tagli sono letali
    Thiago 7 Che era forte lo sapevamo adesso sappiamo che è pure duttile.
    Messi: 8 Con lui in campo è tutto facile.

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  • Santos Barcellona, scusaci Neymar ma con Messi non c’è confronto

    Santos Barcellona, scusaci Neymar ma con Messi non c’è confronto

    Adesso lo possiamo dire il duello a distanza tra Messi e Neymar era solo una invenzione pubblicitaria per attirare l’interesse sul Mondiale per Club, manifestazione dal fascino decadente e obiettivamente dai contenuti tecnici degni al massimo da amichevoli estive. Quest’anno poi, il divario tra la vincitrice della Champions League e quella della Libertadores era così ampio da poter esser assegnato senza il bisogno di giocare la partita. Santos Barcellona ha consacrato la superiorità planetaria dell’undici di Pep Guardiola a questo punto il team migliore di sempre per gioco e longevità ma sopratutto di Leo Messi che magari con l’Argentina spesso faglia ma le cui qualità e incisività con la maglia del Barcellona sono evidenti e riconosciute a tutti.

    Santos Barcellona, la partita. Senza Villa e Sanchez Guardiola si inventa un nuovo undici spedendo in attacco Dani Alves e Thiago Alcantara lasciandoli larghissimi sulle fasce aprendo le maglie della difesa del Santos alle incursioni di Messi, Xavi e Fabregas. Di contro i brasiliani sembra abbiano studiato le tante avversarie che hanno provato a contrastate il Barcellona arroccandosi in difesa e affidandosi all’arma del contropiede per far male dalle parti di Valdes. Il primo tempo è però uno spettacolo imbarazzante per Neymar e Ganso letteralmente travolti dallo straordinario possesso palla del Barcellona impreziosito poi, dalle grandissime qualità di Leo Messi di gran lunga il migliore in campo. La pulce sblocca la partita con un delizioso pallonetto su illuminante assist di Xavi. Il centrocampista raddoppia segnando il sesto gol stagionale e a fine primo è Fabregas a trovare il sigillo mondiale finalizzando una strepitosa azione di Messi e Dani Alves.

    Match praticamente chiuso tanto che la ripresa è più aperta con il Barcellona che cala di attenzione creando però tantissime palle gol. E’ proprio questo il momento in cui Neymar potrebbe far comparire il suo nome sul tabellino marcatori ma il brasiliano conclude una serata no sbagliando due facili occasioni. Borges sbaglia la terza mentre il Barcellona dopo aver cercato di far segnare tutti chiude il match con il sigillo di Lionel Messi per il 4-0 finale. Una partita non può esser la bocciatura ma onestamente forse intorno a Neymar si è speculato troppo alzando la quota di un buon giocatore al di sopra del suo reale valore. Il baby brasiliano arriverà forse ad esser un top player ma allo stato attuale sembra ancora inferiore non solo a Lionel Messi ma a tanti giocatori che oramai son certezze da diversi anni.

    Santos Barcellona video highlights
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    Mondiale per Club: Santos Barcellona le immagini dal Giappone

  • Santos Barcellona 0-4, Super Messi

    Santos Barcellona 0-4, Super Messi

    Ci siamo. L’attesissimo confronto tra Neymar e Messi ci sarà tra poco meno di mezzora nella partita Santos Barcellona. Il fascino della sfida tra la stella brasiliana e il più grande giocatore al mondo non dovrebbe però regalare sorprese per quanto riguarda il risultato, il Barcellona infatti sembra nettamente superiore al Santos nonostante le defezioni di David Villa, protagonista di un terribile infortunio nelle semifinali (video), e Sanchez costretto ai box per nuovi guai muscolari. A far compagnia a Messi in attacco ci saranno dunque il giovane ma sempre decisivo Pedro e Iniesta, Guardiola dovrebbe optare questa volta per la difesa a 4 con Dani Alves e Abidal esterni e capitan Puyol a far coppia con Piquè al centro. Il centrocampo è il solito co Busquets a far legna e a proteggere le spalle a Xavi e Fabregas.

    Santos Barcellona: Neymar Messi | ©Foto dal web

    Tra il Santos nessun grande problema di formazione con l’unico ballottaggio tra Leo e Durval. Attacco affidato alla coppia Borges Neymar con Ganso a supporto. Sarà altrettanto interessante vedere l’adattabilità dei fenomeni del Santos ad un match contro una squadra Europea per un sempre più possibile arrivo nel mercato invernale.

    PROBABILI FORMAZIONI

    SANTOS BARCELLONA 0-4
    16′ Messi, 22′ Xavi, 45′ Fabregas, 82′ Messi

    Santos: Rafael; Para, Edu, Durval, Leo; Arouca, Henrique, Isbon, Ganso; Neymar, Borges. A disp.: Aranha, Valdimir, Bruno Aguia, Bruno Rodriguez, Danilo, Vincius Simon, Anderson Carvalho, Elano, Felipe Anderson, Wason, Renteira,
    Alan Kardec, Diogo. All.: Carmalho

    Barcellona: Valdes; Dani Alves, Puyol, Piquè, Abidal; Xavi, Busquets, Iniesta; Fabregas, Messi, Thiago. A disp.: Pinto, Maxwell, Mascherano, Fontas, Adriano, Jonathan, Pedro, Cuenca, Keita, Oijer, Sanchez. All.: Guardiola
    Arbitro: Imratov (Uzb)

    Diretta live, premi F5 per aggiornare

    E’ finale. Il Barcellona torna sul tetto del mondo
    • 82′ SIGILLO FINALE, ANCORA MESSI
    • 57′ Ancora un errore di Neymar ipnotizzato da Valdes
    • 48′ Occasionissima sprecata da Neymar su assist di Borges
    • 45′ GOOOLLLLLLLLLLL Messi inventa Fabregas segna il tris
    • 22′ GOOOLLLLLLLLL XAVI, non c’è partita il Barcà fa paura
    • 16′ GOOLLLLLLLLL LEO MESSI, pallonetto a Rafael da posizione defilata.
    • 13′ Tiro di Messi, respinge Rafael e Thiago spreca da ottima posizione. E’ un assedio
    • 6′ Primo spunto del Santos, Neymar viene murato
    • 3′ E’ subito Barcellona, catalani pericolosissimi con le serpentine di Messi e Fabregas. Il Santos è arroccato in difesa.
  • World Soccer, Napoli nella top ten

    World Soccer, Napoli nella top ten

    World Soccer, la rivista inglese specializzata in calcio internazionale, ha stilato – come di consueto a fine anno – le sue speciali classifiche inerenti i migliori club del mondo, in base ai risultati ottenuti durante l’anno solare, ma anche circa i mgliori tecnici, i migliori calciatori, ed i giovani più interessanti.

    Walter Mazzarri, il suo Napoli nella top ten di World Soccer | © Valerio Pennicino/Getty Images

    Per quanto concerne la classifica delle migliori formazioni, ottime notizie per il Napoli di Walter Mazzarri che compare a fianco delle grandi squadre di caratura mondiale e, notizia ancor più prestigiosa per gli Azzurri partenopei, è l’unica italiana nella speciale graduatoria, occupando il sesto posto in classifica dietro il Super Barcellona, primo, la Nazionale Uruguayana, vincitrice della Coppa America, Porto, Santos e Borussia Dortmund. Il Napoli, così, precede nella top ten il Manchester City di Mancini, il Manchester United, la Nazionale Estone, e la formazione francese del Lille.

    Un risultato eccezionale, dunque, per i partenopei che dà lustro all’opera di Mazzarri e del vulcanico Presidente De Laurentiis che, dalle “macerie” della serie C ha saputo, in soli cinque anni, costruire una squadra competitiva, esuberante, determinata ed in grado, finalmente, di non porsi limiti, andandosi a giocare gli ottavi di Champions League contro il Chelsea, senza rinunciare ai sogni di gloria ed all’entusiasmo, ed alla voglia di dimostrare la propria forza.

    Nella speciale classifica dedicata ai tecnici dell’anno, altro importante riconoscimento per l’Italia, ed in particolare per Massimiliano Allegri, campione d’Italia con il Milan, presente al decimo posto dell’apposita classifica, vinta – in tal caso l’esito appariva abbastanza scontato – dal blaugrana Pep Guardiola, seguito dal ct della Nazionale Celeste Oscar Tabarez e da Sir Alex Ferguson.

    Fra i migliori giovani dell’anno 2011, invece, stravince Neymar del Santos, mentre Mario Balotelli compare al nono posto della speciale classifica: fra i giocatori già affermati, invece, ennesimo trionfo per Lionel Messi, eletto giocatore dell’anno, staccando nettamente la concorrenza di Cristiano Ronaldo, Xavi, Luis Suarez, Iniesta, Forlan, Neymar, Falcao, Ibrahimovic e Van Persie.

  • Barcellona, infortunio shock per David Villa. Il video

    Barcellona, infortunio shock per David Villa. Il video

    Il Mondiale per Club non è iniziato sotto la migliore stella per il Barcellona. Il dream team catalano pur avendo battuto con estrema facilità l’Al Saad conquistando l’accesso alla finale di domenica prossima perde per infortunio due giocatori in attacco: David Villa e Alexis Sanchez. A preoccupare di più sono le condizioni dello spagnolo uscito anzitempo nel match Al Saad Barcellona per la sospetta frattura della tibia. L’attaccante al 34′ del primo tempo, in un’azione d’attacco si è accasciato al suolo facendo subito pensare ad un infortunio importante e chiedendo lui stesso l’intervento della barella.

    David Villa infortunio al Mondiale per Club | &copyKazuiro Nogi/Getty Images
    La stagione di David Villa è ovviamente compromessa e il Barcellona dovrà fare a meno di lui per i prossimi sei mesi, tempo minimo indicato quest’oggi per il ritorno alle attività agonistiche. Una brutta tegola per Guardiola che considerato la mole d’impegni della sua squadra dovrà ipotizzare nuovi scenari tattici sia per la finale del Mondiale per Club attesissima per il confronto ravvicinato Messi vs Neymar che per il resto della stagione dove il Barcellona è impegnato nella rincorsa al Real Madrid nella Liga che nella riconquista della Champions League, rassegna che vede i catalani come assoluti favoriti.

    Preoccupazione anche per Vincente Del Bosque e la Spagna che dovrà difendere il titolo europeo in Polonia e Ucraina senza il suo migliore attaccante e con Fernando Torres lontano dalla condizione migliore. Il nome di David Villa oltretutto era iniziato a circolare nell’ambiente Inter per la prossima stagione, con Moratti e Branca pronti a puntare sullo spagnolo per dar un nuovo corso alle stagioni dell’Inter affidando la rinascita ad un attaccante di sicuro affidamento e con l’innato istinto del gol. Tanti i segni d’affetto con il Barcellona che aperto un post sul proprio sito ufficiale per permetter a sportivi e tifosi di scrivere i propri messaggi di affetto al giocatore.

    Il video dell’infortunio shock di David Villa al Mondiale per Club
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  • Real Madrid Barcellona 1-3, le pagelle. Stelle blaugrana al Bernabeu

    Real Madrid Barcellona 1-3, le pagelle. Stelle blaugrana al Bernabeu

    Le pagelle ai protagonisti di REAL MADRID – BARCELLONA 1-3

    REAL MADRID

    Casillas 6: il capitano evita al Real un passivo che poteva essere più pesante, incolpevole sul secondo gol tradito dalla deviazione di Marcelo.

    Andres Iniesta | © PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images

    Coentrao 5: gioca fuori ruolo, a destra, e non ne azzecca una. Poca anche la spinta offensiva.

    Pepe 5: riesce solo a prendere a calci il povero Sanchez che gli sguscia da tutte le parti. Per una volta, termina il Clasico senza essere espulso.

    Sergio Ramos 5.5: schierato al centro della difesa, è spesso impreciso ma tiene meglio rispetto al suo compagno di reparto.

    Marcelo 5.5: bene nel primo tempo quando annulla Dani Alves su quella corsia ma nel secondo tempo non riesce più a spingere come vorrebbe per merito del laterale del Barcellona che lo mette sistematicamente in difficoltà.

    Diarra 5.5: in mezzo al campo se la deve vedere contro i palleggiatori blaugrana, inizia bene ma finisce progressivamente con il cedere. Richiamato in panchina. (dal 62′ Khedira 5 cerca in qualche modo di darsi da fare ma oltre a qualche fallo in mezzo al campo fa poco).

    Xabi Alonso 5.5: al geometra del centrocampo del Real viene dato incarico di tenere palla più possibile per togliere al Barcellona la sua arma vincente, il possesso palla. Compito arduo anche per uno come lui.

    Di Maria 6.5: il migliore dei suoi insieme a Benzema, fa un primo tempo eccezionale rincorrendo ovunque gli avversari e mettendo in difficoltà Abidal ma esce sfinito a 20 minuti dal termine (dal 68′ Higuain sv).

    Ozil 4.5: il peggiore in campo, il tedesco è un fantasma tant’è che Mourinho preferisce toglierlo. La sua partita dura solo un’ora (dal 58′ Kakà 6 tanto impegno per l’ex Milan che va anche vicino alla rete, non è facile entrare a partita in corso contro il Barça ed essere decisivo).

    Ronaldo 5: stecca ancora la partita più importante della stagione, dopo la prestazione di ieri sera sarà dura battere Messi nella corsa al Pallone d’Oro. Non basta segnare caterve di gol alle cosidette piccole, bisogna che cominci a trascinare il Real anche nel Clasico. Fallisce di testa da due passi il possibile 2-2, non è da lui.

    Benzema 6.5: a parte il gol che sblocca la gara dopo appena 23 secondi, porta sulle sue spalle tutto il peso del reparto avanzato del Real. E’ sicuramente l’ultimo ad alzare bandiera bianca.

    Mourinho 4.5: il grande condottiero, simbolo del Triplete nerazzurro e della rivalsa del Real sui nemici storici blaugrana, si dimostra ancora una volta piccolo piccolo dinanzi a sua maestà il Barcellona. Alla vigilia diserta la conferenza stampa, diventata ormai un habituè del Clasico, per dare un segnale forte e per trasmettere quella carica agonistica ai suoi giocatori. Evidentemente il messaggio non è stato recepito, o meglio, è il Barça che è al di sopra di qualsiasi motivazione. Il Real con una vittoria poteva ipotecare già ieri sera la Liga interrompendo il dominio dei catalani ma la sconfitta pesante dei bianchi di Spagna tra le mura amiche del Bernabeu contro i marziani del Barça riapre tutti i giochi. Per Mou il Clasico sta diventando un ossessione, il Barcellona è il suo peggiore incubo.

    BARCELLONA

    Valdes 4.5: voto pesante per il portiere blaugrana perchè è suo l’errore che poteva compromettere l’esito della gara servendo con un disimpegno sbagliato l’avversario Di Maria che poi porterà al gol di Benzema. Per sua fortuna gioca nel Barcellona.

    Dani Alves 6.5: meno brillante del solito, nel primo tempo viene impensierito da Marcelo. Si riprende nella seconda frazione di gioco quando sfonda sulla destra.

    Puyol 7: un gigante, il capitano del Barcellona guida la difesa con esperienza. Dalla sua zona di campo Ozil e Ronaldo non passano.

    Piquè 6.5: dopo la sbandata di inizio match (vedi la sua posizione incomprensibile che tiene in gioco Benzema) ritorna sui suoi livelli e contribuisce a limitare gli attacchi avversari.

    Abidal 5.5: corre troppi rischi in fase difensiva, gigioneggia troppo. In difficoltà su Di Maria, esce alla distanza quando l’argentino viene sostituito.

    Xavi 7: solito faro del centrocampo blaugrana, tra i 3 candidati alla conquista del Pallone d’Oro probabilmente non lo vincerà ma solo perchè si ritrova due come Messi e Cristiano Ronaldo che fanno la differenza con i gol, cosa che non compete a lui. Però lo meriterrebbe per quello che da 4-5 anni, e anche di più, sta facendo vedere.

    Busquets 6: fa legna a centrocampo, sufficiente.

    Iniesta 9: che gran giocatore che è don Andres. Fa tutto, recupera una quantità enorme di palloni, quando la sfera è tra i suoi piedi non la perde mai ed è imprendibile quando parte in velocità. I suoi dribbling sono ubriacanti, anche se non ha messo la sua firma al match è lui il vero artefice del trionfo nel “El Partido” di ieri al Bernabeu. Da solo vale il prezzo del biglietto. Come Xavi, sfortunato a coesistere insieme a due campioni come Messi e Ronaldo. Anche lui meriterebbe il Pallone d’Oro. Ci illumina d’immenso. Chapeau don Andres (dall’89’ Pedro sv).

    Fabregas 7: Guardiola lo riprone in attacco per non dare punti di riferimento al Real, l’ex Arsenal rientrato alla casa madre quest’estate dopo gli anni felici trascorsi a Londra, non delude il suo tecnico e mette il sigillo alla partita siglando il gol del 3-1 del definitivo ko (dal 78′ Keita sv).

    Messi 7.5: a chi si chiede perchè Leo vince il Pallone d’Oro e Cristiano Ronaldo no, vedere il Clasico di ieri, troverete la risposta. La Pulce non brilla come al suo solito perchè Mourinho gli costruisce attorno una gabbia dalla quale è difficile uscire ma Leo è di un altro pianeta e quello che fa nell’azione che porta al pareggio del Barcellona è meraviglioso.

    Sanchez 7.5: fa girare la testa a Pepe che su di lui è costretto ad utilizzare le maniere forti. Preciso il diagonale con il quale fulmina Casillas per l’1-1, ha avuto bisogno di tempo per trovare il giusto affiatamento con i nuovi compagni ma l’ex Udinese è ormai pronto per spiccare il volo (dall’84’ Villa sv).

    Guardiola 7.5: è uno stratega nato, con le sue direttive il Barcellona si riprende dallo sbandamento iniziale. Da quando lo Special One è sulla panchina delle merengues i precedenti sono nettamente in suo favore, Pep batte Josè 4-1 (e 3 pareggi).

    REAL MADRID (4-2-3-1): Casillas 6; Coentrao 5, Pepe 5, Sergio Ramos 5.5, Marcelo 5.5; Diarra 5.5 (62′ Khedira 5), Xabi Alonso 5.5; Di Maria 6.5 (68′ Higuain sv), Ozil 4.5 (58′ Kakà 6), Ronaldo 5 ; Benzema 6.5.
    Allenatore: Mourinho 4.5.

    BARCELLONA (4-3-3): Valdes 4.5; Dani Alves 6.5, Puyol 7, Piquè 6.5, Abidal 5.5; Xavi 7, Busquets 6, Iniesta 9 (89′ Pedro sv); Fabregas 7 (78′ Keita sv), Messi 7.5, Sanchez 7.5 (84′ Villa sv).
    Allenatore: Guardiola 7.5.

    IL VIDEO DI REAL MADRID – BARCELLONA 1-3

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  • Batosta Mou, Real Madrid Barcellona 1-3

    Batosta Mou, Real Madrid Barcellona 1-3

    Doveva essere la serata del nuovo corso madridista e invece, così non è stato, al Bernabeu Real Madrid Barcellona a farla da padrone sono stati gli imbattibili del Pep, che hanno subito la sfuriata dei padroni di casa e poi hanno disintegrato tutte le loro sicurezze con una prestazione, per una volta da normali calciatori, prestazione che è però valsa la vittoria e l’aggancio, momentaneo, in classifica.

    Pensare che la partita all’inizio s’era incanalata nel verso migliore per i blancos, dopo appena 22″ , infatti, erano passati in vantaggio con Karim Benzema, bravo a sfruttare una pasticcio in fase di ripartenza da parte della difesa dei blaugrana. Capita poi sui piedi di Cristiano Ronaldo il colpo del K.O., ma l’asso portoghese non è in serata e si divora una facile palla gol. Da quel momento in poi, però, c’è solo il Barça in campo, che riesce a riacciuffare il pari alla mezz’ora con Alexis Sanchez, bravo a sfruttare una palla in profondità fornitagli da Messi e permettendo così ai suoi di chiudere in parità la prima frazione, giocata su buoni ritmi da ambo le parti con il solito possesso palla catalano, anche se rivelatosi poco produttivo, soprattutto grazie al pressing estenuate degli uomini di Mou.

    Cristiano Ronaldo deludente Real Madrid Barcellona| © PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images

    Alla ripresa, il Madrid torna in campo ancora voglioso di dimostrare che quest’anno sarà dura far bagordi al Bernabeu, ma Barça sornione e attendista, non si lascia intimorire dalla tenacia degli avversari e proprio quando meno se lo aspettano li punisce, portandosi in vantaggio con un gol rocambolesco di Xavi, bravo a concludere dalla distanza e fortunato nel trovare la sciagurata deviazione vincente di Marcelo che mette fuori causa l’incolpevole Casillas. Il destino beffardo offre però ai merengues ancora un’opportunità per risollevare le sorti della partita e capita proprio sulla testa del suo uomo migliore, che sfortunatamente ha scelto la sera sbagliata per rimanere a secco, CR7, infatti, ben servito da Xabi Alonso, si divora il punto del pari a pochi passi da Valdes e rimane inerme a guardare la sua squadra subire i devastanti effetti della più classica delle regole non scritte del calcio: “gol sbagliato, gol subito”. Sull’azione successiva, infatti, Dani Alves piazza sulla testa di Fabregas un pallone al bacio, che l’ex Arsenal non fallisce, mettendo in cassaforte il risultato e riaprendo di fatto la Liga. Per gli uomini di Mou è una mazzata, da lì in avanti, l’undici del Mago di Setubal subirà inerme l’accademico tiki taka dei blaugrana senza riuscire a creare nessun pericolo e anzi rischiando di essere punita con la quarta rete in più di un’occasione.

    Quel che viene fuori da questo match entusiasmante è che il “buon” Josè avrà ancora molto da fare e da lavorare, per raggiungere i risultati di eccellenza dimostrati altrove, magari in Inghilterra o in Italia è stato facile, ma finchè in Spagna ci sarà il Barça, ci spiace caro Mou da lì non si passa.