Tag: pep guardiola

  • Pirlo escluso dal Pallone d’Oro 2012, in finale i soliti tre

    Pirlo escluso dal Pallone d’Oro 2012, in finale i soliti tre

    Se qualcuno si aspettava qualcosa di diverso nella lista dei tre finalisti per la vittoria del Pallone d’Oro 2012 dovrà ricredersi. Saranno anche quest’anno Lionel Messi, Andrès Iniesta e Cristiano Ronaldo a giocarsi le chance per conquistare l’ambito trofeo che premia le prestazioni del giocatore nell’anno solare e le vittorie personali e di squadra. Niente da fare per Andrea Pirlo, nonostante i colleghi, allenatori e dirigenti abbiamo dato parere favorevole ad una sua presenza nella Finalissima. Non è bastato aver trascinato la Juventus alla conquista dello scudetto e la Nazionale nella Finale di Euro 2012. Delusione anche per Falcao. Il colombiano dopo aver portato a suon di gol l’Atletico sul tetto europeo con la vittoria dell’Europa League e si aspettava di finire tra i primi tre.

    LA FINALE– Sarà una sfida Barcellona contro Real Madrid. In campo i soliti tre. Iniesta e Messi per i blaugrana e Ronaldo per le merengues. Tutti hanno la stessa possibilità di vincere l’ambito Pallone d’Oro. Il portoghese ha conquistato la Liga Spagnola , Messi non sbaglia una partita ed è sempre tra i protagonisti principali nel Barça mentre lo spagnolo ha vinto l’Europeo 2012.

    Andrea Pirlo
    Niente Pallone d’Oro per Pirlo © Claudio Villa/Getty Images

    CHI VINCERA’? – C’è chi da per scontata la vittoria dell’argentino Messi, vincitore incontrastato del trofeo da ben tre anni. Quest’anno però, non avendo vinto ne Liga ne Champions League, potrebbe lasciare spazio ai suoi due rivali. Cristiano Ronaldo ha trascinato il Real alla conquista del campionato spagnolo e le sue quotazioni sono in aumento vertiginoso. Attenzione però anche ad Iniesta, centrocampista silenzioso del Barcellona, autore di un ottimo Europeo (vinto). Lo spagnolo raramente sbaglia una partita e per molti addetti ai lavori è lui il vero segreto del gioco e delle vittorie dei blaugrana.

    COACH OF THE YEAR – Tra gli allenatori, in Finale troviamo il commissario tecnico della Spagna Del Bosque, l’allenatore del Real Madrid Jose Mourinho e l’ex mister del Barcellona Pep Guardiola.

    E’ facile notare che anche quest’anno la Spagna è l’assoluta protagonista. Appuntamento al 7 gennaio 2013 a Zurigo per la premiazione. Quarto premio consecutivo per Messi o il Pallone d’Oro cambierà padrone?

  • Esonerato Menezes, il Brasile sogna Guardiola

    Esonerato Menezes, il Brasile sogna Guardiola

    Per certi versi la notizia dell’esonero di Menezes dalla panchina del Brasile ha sorpreso più di un addetto ai lavori. Dall’altra parte è anche vero che l’annuncio di ieri abbia stupito meno i tifosi della Selecao, i quali da tempo chiedevano un gesto estremo della Federazione carioca, puntualmente arrivato nel tardo pomeriggio di ieri. A molti è rimasta indigesta la spedizione olimpica in quel di Londra, dove il Brasile era sbarcato con le stelle e i favori del pronostico. La finale è sì arrivata, ma in contemporanea è giunta anche la sconfitta bruciante contro il Messico, che ha privato così Neymar e compagni del primo oro olimpico della propria storia. Ciò che ha più sconvolto il popolo verdeoro non è stato però il ko con gli alieni verdi, quanto il gioco offerto dalla Nazionale, giudicato non all’altezza della fama di un Paese come il Brasile. Un problema onnipresente da quando l’ex tecnico del Corinthians ha accettato la proposta della Federazione nel sostituire Dunga all’indomani dello scempio sudafricano. Guaio rivelatosi due anni più tardi cronico e fatale. Addio Mano.

    SI TORNA A SOGNARE – La torcida carioca può e deve tornare a sognare. L’addio di Mano Menezes apre le porte ad uno scenario di per sé idilliaco, da età dell’oro, che ha il nome e il cognome di Pep Guardiola. Se realmente Guardiola dovesse approdare in Sudamerica si parlerebbe del Brasile come la nuova terra promessa che ha ritrovato il proprio Messia. Guardiola allenatore della Nazionale potenzialmente più forte al mondo, potendo contare su dei fuoriclasse assoluti come Neymar, Oscar, Lucas e compagnia cantante. Che squadra sarebbe con l’ex blaugrana in panchina? Potremmo parlare per ore, senza trovare una certezza matematica. Perché quando si entra nel mondo dei sogni le scienze esatte cessano di esistere.

    Pep Guardiola
    Il Brasile sogna Guardiola © David Ramos/Getty Images

    L’INDIZIO – Perché in queste ultime ore si parla tanto di Guardiola al Brasile? Un motivo c’è, ed è anche piuttosto lampante. Nel comunicato dell’esonero di Menezes, si legge che la scelta del nuovo commissario tecnico sarà resa nota a gennaio. Dettaglio non trascurabile quest’ultimo. Anche i sassi ormai conoscono perfettamente la situazione di Guardiola. Anno sabbatico quello dello spagnolo, che valuterà la sua nuova squadra soltanto dopo le vacanze di Natale. Ecco che vengono a cozzare perfettamente le due scelte, da una parte quella del Brasile, dall’altra quella di Pep. Allenare una Nazionale d’altronde sarebbe l’ideale per Guardiola, stanco dei ritmi frenetici imposti dal calcio europeo. Inoltre avere la possibilità di guidare il movimento brasiliano dall’alto non è una cosa che capita tutti i giorni, oltretutto in vista dei Mondiali di casa. I verdeoro soddisfano infine appieno i desideri di Pep, quali la classe, l’età, la filosofia. Guardiola in Brasile, quando la profezia si avvera.

  • Benitez deve emulare Di Matteo per tenersi il Chelsea

    Benitez deve emulare Di Matteo per tenersi il Chelsea

    Ora è ufficiale: Rafael Benitez è il nuovo allenatore del Chelsea. Dopo la sconfitta per 3-0 subita dai blues da parte della Juventus durante la gara di Champions League, Roman Abramovich non ha esitato a togliere la guida della panchina a Roberto Di Matteo, avendo già pensato di dare una scossa ai giocatori cambiando il tecnico. Il presidente del club inglese non ha lasciato molto tempo ai giornali per inventarsi probabili arrivi e, in un batter d’occhio, ha reso noto a tutti la sua decisione di affidarsi all’ex tecnico di Valencia, Liverpool ed Inter.

    Per Benitez è stato scritto un contratto che si chiuderà però a giugno del 2013: l’allenatore è fuori dal giro del calcio da dicembre del 2010 quando uscì a testa bassa dal club neroazzurro di Moratti. La voglia di tornare alla guida di una squadra ha però reso impossibile il rifiuto della richiesta di Abramovic: in questi giorni lo spagnolo si trovava a Abu Dhabi per sostenere un corso di aggiornamento e ha infatti mandato i suoi rappresentanti a chiudere la trattativa.

    Rafael Benítez Inter Milan's Spanish coach Rafael Benít
    Rafael Benítez © JOHANNES EISELE/AFP/Getty Images

    Per il nuovo tecnico, che incontrerà la squadra domani a Cobham, non ci sarà di certo vita facile al Chelsea in quanto l’obiettivo di Abramovic è quello di vincere sempre e comunque: non bastasse a dicembre la squadra parteciperà al Mondiale per Club, titolo che è già presente nel palmares di Benitez grazie alla vittoria con l’Inter.

    Importanti sono anche le voci che continuano a girare sull’argomento Pep Guardiola: secondo molti esperti del settore Benitez sarebbe stato chiamato alla guida del Chelsea per traghettare la squadra fino a giugno quando il presidente comincerà ad invogliare il tanto amato mister catalano Guardiola, corteggiato a lungo anche durante lo scorso calciomercato estivo. Nonostante le tante chiacchiere Benitez al Chelsea dovrà farsi trovare pronto già da domenica quando i blues scenderanno in campo per affrontare la capolista Manchester City in Premier League.

  • Di Matteo esonerato, Benitez in attesa di Guardiola

    Di Matteo esonerato, Benitez in attesa di Guardiola

    Juventus-Chelsea era un match da dentro o fuori, in particolare per la squadra bianconera che aveva l’obbligo della vittoria casalinga per poi provare a conquistare la qualificazione in terra Ucraina contro lo Shakhtar di Lucescu. La sonora vittoria per 3-0 ha dato lustro al cammino europeo degli uomini di Conte, ai quali manca ora solo un punto per l’aritmetico passaggio agli ottavi ma, di contraltare, ha mietuto una vittima eccellente: Roberto Di Matteo esonerato con un lapidario comunicato apparso sul sito web della società.

    Il Chelsea ha motivato la decisione presa “a caldo” con un’analisi dei risultati negativi dell’ultimo periodo della gestione Di Matteo, sottolineando la necessità di un cambio di direzione che permetta alla squadra di affrontare al meglio “questa parte essenziale di stagione“, con l’obiettivo di mantenere la squadra “il più tempo possibile nelle manifestazioni alle quali sta partecipando”. In sintesi, dunque, la dirigenza ed il presidente Roman Abramovich pare abbiano esaurito la loro dose di “tolleranza” nei confronti di Roberto Di Matteo, nonostante sia stato l’unico a realizzare l’obiettivo principale del milionario russo, ossia vincere la Champions League lo scorso anno, pur subentrando a stagione in corso al posto di Villas Boas, oltre che la settima Fa Cup della storia dei Blues. Nel comunicato, la società ha rimarcato tali successi ottenuti, ringraziando il coach per il lavoro fin qui svolto, sottolineando che il suo contributo alla storia del club “non sarà mai dimenticato”: un modo molto “british” per dare il benservito, anche se il Chelsea, proprio a causa del suo insaziabile presidente, appare come un’eccezione nel panorama della Premier League nella gestione dei tecnici, al contrario di quanto accade – per citare i due esempi più significativi – con Sir Alex Ferguson a Manchester ed Wenger all’Arsenal.

    Roberto Di Matteo esonerato, dunque, per la pesante sconfitta di ieri, sommando la quasi-eliminazione dalla Champions alla situazione di campionato, considerando che in Premier League il Chelsea non riesce a vincere dallo scorso 20 Ottobre: nonostante questo, però, in classifica i blues sono in terza posizione, a tre lunghezze di distanza dal Manchester City ed a quattro dal Manchester United capolista e, nel prossimo weekend, sono attesi dallo scontro diretto con il City di Mancini che, in caso di vittoria, riporterebbe i blues in seconda posizione.

    Di Matteo esonerato dal Chelsea
    Di Matteo esonerato dal Chelsea | © Clive Rose/Getty Images

    La stagione del Chelsea, dunque, non è “da buttare” ed i risultati fin qui ottenuti non giustificherebbero un esonero nel mese di Novembre, soprattutto considerando che un tecnico che riesce a vincere la Champions League(dopo i fallimenti dei suoi grandi predecessori, da Mourinho ad Ancelotti a Scolari, ndr) meriterebbe una maggiore apertura di credito. Tuttavia, il rapporto tra Di Matteo ed il presidente Abramovich sembra non sia mai stato idilliaco, soprattutto considerando la filosofia di gioco difensiva del tecnico italiano, che il petroliere russo non ha mai gradito.

    Sarà stato il sistema di gioco scelto ieri allo Juventus Stadium con Torres in panchina ed il tridente leggero Hazard-Mata-Oscar in campo a condannare Di Matteo? Non è possibile affermarlo con certezza, ma potrebbe esser stata la “goccia che ha fatto traboccare il vaso”, intollerabile per un presidente che ama il gioco offensivo e spregiudicato e che vorrebbe un tecnico che assecondi le sue preferenze.

    Ecco perchè, come da tempo si mormorava, il sogno di Abramovich sarebbe Pep Guardiola considerando che, in tal senso, l’ex blaugrana può fornire ampie garanzie. Tuttavia, Guardiola è impegnato attualmente nel suo “anno sabbatico a New York e, dunque, come soluzione provvisoria ed a breve termine sembra favorito lo spagnolo ex tecnico di Liverpool ed Inter Rafael Benitez, proprio in attesa dell’arrivo a giugno di Pep Guardiola. 

  • Milan, per Guardiola e lo sceicco serve il terzo posto

    Milan, per Guardiola e lo sceicco serve il terzo posto

    Durante il match di martedì tra Milan e Malaga, a San Siro si stava giocando forse una partita ancora più importante in tribuna. C’era Berlusconi, assente da circa tre mesi. Al fianco di Silvio Berlusconi c’era poi Flavio Briatore, sempre più vicino al presidente rossonero.  Il perché è presto spiegato. Berlusconi è stato di recente ospite in Kenya dall’ex team manager della Renault, dove ha trascorso una vacanza benessere insieme al suo medico di fiducia ed una fisioterapista. Oltre ad aver perso tre kg in una settimana, Berlusconi avrebbe anche allacciato i rapporti con lo sceicco Mansour Bin Zayed Al Nahyan, fra le altre cose presidente di City e Getafe. A San Siro c’era anche Confalonieri, presidente di Mediaset, e dulcis in fundo Pere Guardiola, fratello di Pep.

    RAGNATELA– Troppi i tasselli presenti per non fare un tentativo di puzzle più o meno riuscito. Dopo il lodo Mondadori, Mediaset ha dovuto affrontare una crisi imprevista. I rubinetti sono stati chiusi qua e là, sopratutto quelli che puntavano verso Via Turati, dove ogni anno confluivano milioni e milioni di euro attraverso un viaggio di sola andata. Quest’estate i tifosi del Milan hanno definitivamente capito che la propria squadra doveva auto-finanziarsi, motivo per il quale è stato dato l’addio a Thiago e Ibra con un unico pacchetto. Portare le perdite a zero è stato il primo passo della famiglia Berlusconi verso una storica apertura a capitali stranieri.  Ecco quindi spuntare Mansour, fratello del sovrano di Abu Dhabi, ribattezzato come mister mille miliardi di dollari.

    Barcelona's coach Josep Guardiola (L) an
    Allegri spiana la strada a Guardiola? | ©GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images

    PEP – In tutto questo cadrebbe a fagiolo Pep Guardiola. L’ex allenatore del Barca arriverebbe in un Milan completamente rivoluzionato, nuovamente potente dal punto di vista economico, pronto a rilanciare la propria sfida ai  maggiori top club europei. In tribuna c’era Pere Guardiola, il fratello. Qualche ora prima lo stesso Pere si trovava da Giannino, noto ristorante di Milano filo-rossonero, dove Galliani è solito installarsi per improvvisati vertici di mercato. Nonostante le smentite di rito, fra l’altro quasi istantanee e quindi alquanto strane, è impensabile che Pere non abbia avuto un primo contatto con l’universo Milan.

    TERZO POSTO – Molto però dipenderà dall’attuale stagione rossonera. Il terzo posto diventa l’obiettivo fondamentale per aprire a scenari fino a luglio impensabili. Perché se è vero che per un ipotetico investitore la cosa più importante rimane il brand, ed il Milan in questo campo rappresenta una delle prime forze europee, è anche vero che Guardiola forse non vedrebbe di buon occhio un suo approdo in un club depotenziato dal mancato ingresso in Champions League. Forse, perché Guardiola in questi anni ci ha abituati all’impossibile, incarnando meglio di chiunque altro il nothing impossible. Consapevole oppure no, Allegri sarà con ogni probabilità il pittore del futuro rossonero. Qualora il Milan non riesca nella rimonta al terzo posto, il tecnico livornese potrebbe conservare il posto anche per l’ultimo anno di contratto che ancora lo lega alla società di Via Turati. Paradossalmente se riuscisse a raggiungere l’agognato terzo posto, Allegri si scaverebbe la fossa con le sue stesse mani.

  • Il fratello di Guardiola a Milano per il Milan?

    Il fratello di Guardiola a Milano per il Milan?

    Quando si parla di uno degli allenatori più vincenti e carismatici al mondo, ogni cosa può diventare una notizia. Pep Guardiola è ormai da tempo abituato a tutto ciò, nonostante abbia sempre  cercato di mantenere un certo riserbo ed un low profile anche dopo il termine della sua avventura sulla panchina del Bercellona, decidendo di “prendersi il suo tempo” passeggiando per le vie di New York, probabilmente alla ricerca di nuova ispirazione per le sue scelte future.

    Difficile ipotizzare che un tecnico vincente come Pep possa restare ancora a lungo lontano dal suo habitat, ed è quasi certo che nel 2013 tornerà a sedere sulla panchina di un grande club e, per tal motivo, già da tempo sono iniziate a rincorrersi diverse voci circa l’interessamento del Milan nei suoi confronti, ipotizzando viaggi ad hoc di Adriano Galliani nella Grande Mela, poi smentiti dallo stesso dirigente rossonero che ha precisato come il suo eventuale viaggio avrebbe avuto come unico fine l’andare a trovare sua figlia.

    Ma, se è vero che più indizi possono “fare una prova”, in tal senso potrebbe essere letta la notizia della presenza di Pere Guardiola a Milano, proprio nella giornata di ieri, in occasione del match di Champions League fra Milan e Malaga. Ecco, dunque, che è necessario approfondire quale sia il ruolo di Pere Guardiola nella “vita calcistica” del più famoso fratello: Pere è il suo procuratore, oltre che consigliere-consulente fidato e, dunque, è una persona molto influente nelle future decisioni di Pep. Per tal motivo il viaggio milanese avrebbe potuto celare qualcosa di più, nonostante il Milan abbia prontamente deciso di smentire ogni tipo di contatto con un comunicato ufficiale apparso sul sito: “Ac Milan smentisce le notizie apparse su alcuni media relativa a un presunto incontro tra il Vicepresidente Vicario e Ad Adriano Galliani e familiari o procuratori del signor Guardiola”. 

    Pep Gardiola | © JOSEP LAGO/AFP/GettyImages

    Una secca presa di posizione finalizzata, con tutta probabilità, ad evitare ulteriori pressioni sul lavoro di mister Massimiliano Allegri, il quale già da tempo ha imparato a convivere con continue voci circa il suo prossimo successore e, per tal ragione, alla notizia della presenza del fratello di Guardiola a Milano non sembra scomporsi eccessivamente: “Guardiola al Milan? È una questione che non mi interessa e che mi annoia. Io ho altri problemi” .

    I problemi di cui parla mister Allegri riguardano prettamente il presente, ma sono condizionati – inevitabilmente – dalle strategie di “spending review” che il Milan ha deciso di attuare nel mercato estivo, per far cassa con la cessione di Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva al Psg: tale strategia di contenimento dei costi difficilmente potrebbe coniugarsi con l’arrivo sulla panchina rossonera di un uomo come Guardiola, abituato a lavorare con campioni di primissimo livello da plasmare ad immagine e somiglianza del suo calcio-spettacolo. La filosofia di gioco di Pep Guardiola non può che affascinare il presidente Berlusconi, da sempre amante dichiarato del calcio offensivo ma, se si decidesse realmente di intraprendere un progetto tanto ambizioso, verrebbe automaticamente imposto un radicale cambio di rotta in termini di budget per la squadra, cancellando con un colpo di spugna tutti i propositi di contenimento dei costi fin qui attuati.

    Allo stato dei fatti, tali ragioni fotografano la reale situazione ancor più delle smentite di circostanza e, dunque, la presenza di Pere Guardiola a Milano non sembra nascondere nessuna “trattativa segreta”.

  • Disastro City, Mancini a rischio. Mansour pensa a Guardiola

    Disastro City, Mancini a rischio. Mansour pensa a Guardiola

    Nell’ultimo turno di Champions League non sono mancate le sorprese. Una di queste è stata senz’altro la sconfitta roboante del Manchester City con gli uomini di Roberto Mancini rimontati e umiliati dai ragazzini terribili dell’Ajax guidati da Frank De Boer. A dire il vero i campioni d’Inghilterra non sono nuovi a sconfitte sorprendenti in ambito europeo. Nella passata stagione i Citizens dopo milioni e milioni spesi sul mercato non riuscirono a superare la fase a gironi, in quel girone della morte che premiò invece Bayern Monaco e Napoli. Quest’anno la musica sembra non essere cambiata, visto che dopo 3 partite il City è già con un piede e mezzo fuori dalla Champions. 2 sconfitte e 1 pareggio, quest’ultimo conquistato in casa con il Borussia Dortmund grazie ad un rigore di Balotelli al 90′, vedono il City all’ultimo posto del girone più competitivo di questa Champions League.

    Inutile dire, che al Manchester City serve un miracolo per ottenere il pass per gli ottavi di finale, basti pensare che anche vincendo le prossime 3 partite i Citizens potrebbero comunque dire addio alla Champions per il secondo anno consecutivo. Mancini, ormai com’è solito fare dopo ogni partita di Champions, non si è nascosto e ha dovuto constatare la superiorità sul campo dell’avversario, ieri l’Ajax, l’altra volta il Dortmund. Il City nonostante una rosa altamente talentuosa, manca di un’idea di gioco che in campo europeo non puoi permetterti di non avere. Se poi al pessimo rendimento in Champions aggiungiamo che in Premier i ragazzi di Mancini non dominano come dodici mesi fa (secondo posto a -4 dal Chelsea capolista), è facile intuire che per il tecnico jesino l’avventura a Manchester volge al termine.

    Mancini
    L’ombra di Guardiola incombe su Mancini © Dean Mouhtaropoulos/Getty Images

    Lo sceicco Mansour, presidente del City, che in pochi anni ha speso più di 500 milioni di euro, per portare i Citizens ai massimi livelli nazionali e continentali non può di certo essere contento della magre figure collezionate dalla sua squadra in Champions. Il flop europeo dei Citizens nella passata stagione fu compensato dal ritorno al titolo in Premier, che è valso a Mancini la riconferma su una delle panchine più pagate d’Europa. Questa panchina adesso traballa come la difesa del City contro l’Ajax, Mancini che sa come funzionano le cose nel calcio, sa bene che il momento è critico e che la situazione potrebbe precipitare da un momento all’altro. Non a caso, intorno all’ambiente City, già si rincorrono le voci sul suo sostituto. La voce che rimbalza con più insistenza risponde al nome di Guardiola, ex tecnico del Barça delle meraviglie, al momento disoccupato per sua espressa volontà. L’anno sabatico del tecnico spagnolo è appena cominciato in quel di New York, ma il futuro si sa riserva sempre sorprese.

    Roberto Mancini e il City potrebbero ben presto dirsi addio. Molto probabilmente il matrimonio terminerà a fine stagione soprattutto se il Mancio riuscirà ad oscurare ancora una volta il flop europeo con una lotta al vertice in Premier. Detto questo, al City si guarda già al futuro, e non possono passare inosservati in questo momento alcuni movimenti dirigenziali in seno al club inglese. Secondo quanto afferma il Mundo Deportivo, l’ex direttore sportivo del Barcellona Txiki Begiristain firmerà con il club inglese raggiungendo l’attuale dg dei Citizens, Ferran Soriano, tra l’altro ex vicepresidente del Barcellona. Il cerchio poi si allarga visto che Begiristain si porterebbe dietro Joan Pasty (suo braccio destro a Barcellona). Tutti questi movimenti sembrano il preludio ad un prossimo approdo di Guardiola sulla panchina dei Citizens. D’altronde l’obiettivo di Mansour è portare il City ai massimi livelli continentali, e chi meglio di Guardiola può mostrare ai Citizens la dritta via europea?

  • Galliani conferma Allegri ma al Milan c’è la lista dei sostituti

    Galliani conferma Allegri ma al Milan c’è la lista dei sostituti

    Continua la striscia negativa del Milan che, dall’avvio del campionato ha totalizzato tre sconfitte ed una sola vittoria: nella giornata di ieri è infatti arrivata anche l’Udinese a mettere il bastone tra le ruote al percorso di Massimiliano Allegri che sembra essere sempre più lontano dalla panchina rossonera. Nonostante Adriano Galliani sembri essere dalla parte del tecnico, i rumors sono tanti ed è impensabile che i vertici del club di Milano non abbiano ancora pensato a sostituire l’allenatore visti i risultati pessimi contro squadre come la Sampdoria e l’Atalanta. Nel match di ieri i miglioramenti in campo si sono visti ma di certo le partenze di Ibrahimovic e Thiago Silva non potranno essere sempre la scusa a delle prestazioni sottotono e al grande nervosismo che si è creato in queste settimane, visibile agli occhi di chiunque anche per il gesto di Boateng.

    A quanto pare infatti Silvio Berlusconi avrebbe pensato da molto tempo di togliere la guida del Milan ad Allegri ma a tenerlo buono è stato continuamente Galliani che vuol dare un’ulteriore chance al tecnico che in questi anni ha comunque portato a casa dei buoni risultati. La prova del nove sarà di certo la partita di mercoledì dove tutti si aspettano una vittoria dai rossoneri: nel match contro il Cagliari è proprio impossibile pensare ad un’ennesima sconfitta anche se la fortuna ed il campo di San Siro sembrano aver voltato le spalle ad Ambrosini e compagni.

    Massimiliano Allegri © VINCENZO PINTO/AFP/GettyImages

    Si vocifera infatti che dopodomani sarà il giorno decisivo e, dietro ad Allegri sembrano esserci pronti tanti altri a prendere il suo posto: in primis c’è Mauro Tassotti, conosciuto solamente per essere stato il vice allenatore di quasi tutti quelli che sono passati dal Milan. Perde punti invece Filippo Inzaghi che, dopo la lite vera o non vera è ritornato ad allenare i suoi giovani talenti continuando la prima esperienza ai piani bassi visto anche che dovrebbe mettersi a guidare giocatori che fino al mese scorso hanno condiviso tutto e di più con lui. Il presidente è noto a tutti che vorrebbe Pep Guardiola ma, a mettere una croce sopra il nome dello spagnolo è sia l’elevato stipendio richiesto che la volontà di continuare il proprio anno sabbatico dopo l’addio al Barcellona. Per tutti queste ragioni e soprattutto visto che di allenatori d’alto livello ne sono rimasti pochi liberi, pare che Berlusconi dovrà accontentarsi o di Allegri o di Tassotti, quest’ultimo ovviamente a tempo determinato fino a conclusione di questa stagione.

  • Guardiola: “Io al Milan? non si sa mai”

    Guardiola: “Io al Milan? non si sa mai”

    In queste ore che precedono la vigilia di Udinese-Milan, partita chiave per la gestione Allegri, riappare come un fantasma l’ex allenatore del Barcellona Pep Guardiola. Dal suo soggiorno americano il maestro spagnolo ha se vogliamo aperto ad un probabile futuro in Italia, sulla panchina dei rossoneri, anche se questa ipotesi appare quantomeno irrealistica per mille motivi. Io al Milan? Non si sa mai nel calcio”la risposta di Pep alla domanda di un giornalista durante un’intervista rilasciata in Messico, dove si trova per una vacanza di pochi giorni, prima di tornare a New York insieme alla sua famiglia. Dichiarazioni che arrivano in un momento in cui la guida tecnica del Milan è in fortissima discussione e che sicuramente non aiuteranno psicologicamente Allegri, sempre più sulla graticola per i risultati ed il gioco espresso in avvio di stagione. Sentimento opposto invece si registra tra i tifosi del Diavolo, eccitati dall’idea che nella prossima stagione la loro squadra del cuore possa essere guidata da Guardiola.

    In realtà le possibilità che lo spagnolo approdi al Milan sono piuttosto remote. Vuoi per l’ingaggio plurimilionario che Pep chiederebbe alla società di Via Turati, le cui casse societarie ultimamente piangono. E come conseguenza diretta, vuoi per il poco sex-appeal che il club rossonero possa suscitare in Guardiola, reduce da quattro stagioni in Spagna nelle quali i soldi non sono di certo mancati. Vuoi per i giocatori non funzionali al progetto. Vuoi perché quando Guardiola osserva il centrocampo del Milan attuale e lo rapporta con quello blaugrana scappa dopo aver letto i primi due nomi. Vuoi perché Guardiola è a New York non per una gita scolastica, non perché affetto da mania statunitense, ma per uno scopo ben preciso, ovvero quello di perfezionare il suo inglese, e non di certo per allenare nel nostro Paese.

    Joseph Guardiola, sogno proibito del Milan | ©JOSEP LAGO/AFP/GettyImages

    Tutto lascia pensare che il futuro di Pep Guardiola sia già scritto, e si chiami Manchester United. E’ lui l’erede designato di Sir Alex Ferguson. La leggenda scozzese con ogni probabilità lascerà la panchina dello United per una dorata pensione al termine di questa stessa stagione, qualunque risultato sportivo verrà proclamato a maggio. Pep non ha mai nascosto la sua passione per la Premier League, che da sempre lo affascina. Tra Red Devils e Milan l’ex tecnico del Barca non dovrebbe avere dubbi, con gli inglesi nettamente favoriti. Per buona pace di Berlusconi, dei tifosi rossoneri, e di Jose Mourinho.

  • Chelsea Guardiola rifiuta, rinnova Di Matteo

    Chelsea Guardiola rifiuta, rinnova Di Matteo

    Roman Abramovic, patron del Chelsea campione d’Europa, ci ha provato in tutti i modi per convincere Guardiola a diventare il nuovo tecnico blues. Ma l’ex allenatore del Barcellona non è intenzionato a riprendere la carriera di allenatore già dalla prossima stagione; infatti per lui si prospetta un anno sabbatico prima di ritornare in pista ed iniziare una nuova sfida in un grande club europeo. D’altronde le offerte non mancano a Pep (in 4 anni Barça ha conquistato 14 trofei su 18 disponibili) e non mancheranno neanche in futuro visto che oltre al Chelsea c’è il forte attestato di stima del Manchester United che lo vedrebbe bene come possibile erede di Alex Ferguson, qualora il tecnico dei Red Devils decidesse di terminare la propria avventura ultradecennale sulla panchina dello United.

    Roberto Di Matteo © Alex Livesey/Getty Images

    Non sarà Guardiola a sedere sulla panchina del Chelsea, che nella prossima stagione ripartirà quindi da colui che l’ha portato sul trono d’Europa. Roberto Di Matteo è ad un passo dal trovare l’accordo con Abramovic sulla base di un contratto pluriennale. Il tecnico italiano, subentrato ad Andrè Villas Boas lo scorso marzo, in soli 4 mesi è riuscito a trionfare in 2 competizioni (Fa Cup e Champions League), cosa non riuscita neanche a grandi allenatori come Mourinho e Ancelotti. Inoltre l’ex giocatore del Chelsea è ben voluto dai tifosi londinesi così come i calciatori blues hanno dimostrato di seguire molto volentieri le sue metodologie di gioco. Abramovic difficilmente potrà esimersi dal confermarlo come allenatore blues visto che i risultati ottenuti dall’ex calciatore della Lazio parlano da soli.

    La squadra campione d’Europa si sta già proiettando verso la prossima stagione dove dovranno non solo difendere il titolo europeo ma dovranno anche tornare a recitare un ruolo da protagonisti nella Premier League (nella scorsa stagione il Chelsea ha concluso sesto e non si è qualificato alla Champions, poi grazie alla vittoria con il Bayern ha ottenuto la qualificazione diretta alla prossima Champions League, estromettendo il Tottenham che aveva terminato al quarto posto). Per riuscire in tale intento la società blues non sta badando a spese visto che nella sezione acquisti del Chelsea già troviamo grandi nomi come Marko Marin, Eden Hazard, Givanildo Hulk, giocatori dalle grandissime qualità che avranno l’onere di non far rimpiangere l’addio di Didier Drogba, vero simbolo blues nelle ultime 8 stagioni.